“Duaje atdhene si shqiponja folenë/Ama la patria come l’aquila il proprio nido“
Tirana in una settimana. Un’Albania che non ti aspetti!
Senza dubbio visitare Tirana (598.176 abitanti) in una settimana è stata un’esperienza incredibile. Si tratta della capitale dell’Albania , un piccolo paese (28.748 Km2) dell’Europa sud orientale . Sffascina per i suoi paesaggi variegati e selvaggi , e per la sua lunga costa (450 km) bagnata dal Mar Ionio e dall’Adriatico . Ogni anno attira tantissimi turisti e gli italiani sono i più numerosi . Questo perché è vicina alla nostra penisola (80 km) e si può raggiungere facilmente in aereo come ho fatto io , oppure in traghetto e in macchina.
Non lasciatevi influenzare dagli stereotipi comuni legano l’Albania al deserto dei Gobi! Sicuramente ci sono ancora i segni tangibili nel suo presente . Quello di un decennio di dittatura stalinista grigia e triste , e del crollo del comunismo (1992). Tuttavia al momento le cose sono cambiate in meglio . I problemi non mancano a, Tirana , ma è una città in continua evoluzione. Sa preservare il suo passato mentre guarda al futuro con determinazione.
Cuore pulsante della politica e dell’intrattenimento nazionale, Tirana è diventata una meta turistica sicura, che offre servizi e infrastrutture moderne . C’è davvero tanto da scoprire proprio perché non è la solita destinazione popolare. Senza spendere tanto, ci si può davvero divertire e mangiare bene. Si possono fare e vedere molte cose : dalle sue radici storiche ai nuovi sviluppi urbanistici, passando per luoghi di culto e mercati tradizionali! .
Il risultato di questo peregrinare è stato un interessante itinerario di Tirana in una settimana che vi propongo in questo articolo. Una vacanza che mi ha fatto conoscere un posto autentico, pieno di arte e cultura . Certamente toccando l’interno e i suoi dintorni dell’Albania ho colto poco del suo spirito, ma abbastanza per apprezzarla e tornare a completare il giro! Buona lettura!
Tirana in una settimana. Rinascita o falsi miti?
Tirana è un mix forti contrasti in ogni settore della sua società e della sua architettura. Un gioco forza fra miseria e nobiltà, tra arretratezza e progresso, tra rassegnazione e speranza. Si passa da vie desolate e povere a piazze monumentali . Da garage arrangiati a botteghe a grattacieli immensi che ne ridisegnano lo skyline. Per non parlare dei mezzi di trasporto, che sono al limite nel centro urbano e inesistenti altrove. Bisogna avere una macchina per spostarsi. Oppure ci si può affidare ai taxi, non sempre economici e affidabili (contrattare sempre prima il prezzo!). I treni? La ferrovia è scomparsa.
Però te ne fai una ragione quado a Tirana la sua gente ti sorride per strada. La sua ospitalità è proverbiale . Forse perché curiosa verso lo straniero che si riversa in patria dopo anni di isolamento. I loro volti comunque sono tristi, nonostante le luci sfavillanti della notte di qualche locale alla moda e l’attuale ripresa economica. Come se vivessero in una sorta di limbo. Consapevoli che sono stati fatti passi da gigante per arrivare a un grado di civiltà così alto come quello di adesso. Ma il traguardo è lontano . E ci vuole tanto tempo e lavoro perché il benessere possa essere di qualità , omogeneo e a lungo termine! Le cause principali di questa situazione di stallo sono da attribuire alla sua storia secolare , travagliata . I tiranni l’hanno massacrata e lasciata libera solo di recente. Passato troppo poco tempo per riemergere. Ma ci stanno lavorando !
Storia di Tirana e dell’Albania: dalle caverne e la tirannia al sogno di un miracolo economico
Le origini dell’Albania risalgono all’età del bronzo (2100 a. C.) e del ferro (1000 a.C.) quando erano chiamati Illiri. Dallo scettro greco di Pirro (IV sec. a.C.) al dominio romano (167 a.C.) prosperò per poi annettersi a Bisanzio (395) . Seguirono : Barbari (IV, V e VI sec.) , Bulgari (X sec.), e Bizantini a più riprese . Nel Medioevo fu assoggettata da : Veneziani, Svevi, Angioini e Turchi (XV sec.) .
Successivamente il desiderio di rivolta degli albanesi fu sempre forte ma qualsiasi ribellione effimera . Come quella dell’ eroe nazionale Skandeberg (1403-1468) contro gli Ottomani che regnarono per quattro secoli. O quella di qualche debole tentativo d’indipendenza di qualche principato locale ( XIX sec.). Una calamità di eventi che determinarono ben otto emigrazioni fino al 1774 . Questo spiega l’esistenza di folte comunità di albanesi sparse ovunque specie nel nostro meridione. Il desiderio d’affermazione dell’identità nazionale apparve solo ai primi dell’Ottocento, sull’ ondata dei moti di nazionalismo europeo . Un sentimento patriottico sincero che fu alimentato da una intellighenzia di spessore in Albania .
L’era moderna (1924) fu invece segnata dalla nascita della Repubblica Albanese , che poi diventò Regno d’Albania . Il sogno della Repubblica Popolare Albanese si concretizzò solo dopo la seconda guerra mondiale (1945). La tragedia non tardò eppure a mostrarsi . Tedeschi e italiani si ritirarono ed Enver Hoxha (1908-1985) impose quarant’anni di totalitarismo.
Gli anni bui dell’Albania , Enver Hoxha
Nato a Girocastro, Enver Hoxha ricoprì varie cariche politiche, tra cui quella di Primo Ministro. Se in politica estera alternava alleanze con Russia e Cina in cambio di aiuti economici , in politica interna perseguì il modello sovietico. Questo per ottenere la piena autosufficienza nazionale. Il suo allineamento marxista rese l’Albania il primo stato ateo al mondo (1967), la cui visione scientifico-materialista fu inserita nella Costituzione del 1976.
L’ autocrazia di Hoxha dette un colpo mortale ai diritti umani. La Sigurimi , cioè la polizia albanese, mise in atto forme brutali di repressione del dissenso: numero di vittime altissimo e migliaia di incarcerati e perseguitati . Il terrore ebbe fine con la sua morte . Il suo successore fu Ramiz Alia (1982-1991) . Se questi ripristinò l’apertura degli edifici di culto , non fu però in grado di avviare un’ apertura economica dell’Albania . Al puntò che la fame nazionale provocò l’esodo biblico di 450.000 albanesi in Italia
L’Albania del 2000: Sali Berisha ed Edi Rama
Fino al 1996 iniziò una fase di democratizzazione dell’Albania . E in un sistema politico multipartitico prevalse e resse la corrente democratica di Sali Berisha . Questi tentò la liberalizzazione economica dell’Albania e vinse alle lezioni del 1997 passando alla controparte socialista . Tra crisi del Kosovo e altre problematiche dal Duemila in poi l’Albania:
Per l’Albania del momento sotto le mani del socialista Edi Rama ci sono molte aspettative. Si può intravedere con la sua politica una certa ripresa economica che punta sul turismo e sull’edilizia. Però il recente e relativo progresso è spalmato ancora a macchia di leopardo . In poche parole siamo ancora lontani da un cambiamento globale che possa avvicinare l’ Albania a degli standard di civiltà europei a lungo termine .
Ad affaticare questa fase di risveglio rallentato è la convivenza (seppure civile) di diverse religioni (musulmana, cattolica e ortodossa) che fanno via via cambiare le alleanze politiche. (attualmente USA, Cina e Turchia). Gli albanesi fondamentalmente sono laici e il loro Dio è l’albanesità! Non a caso recentemente la minoranza religiosa dei bektashi (confraterntà sufi scita) sta pilotando un progetto di permanenza stabile proprio a Tirana!
Tirana in una settimana . Cosa è propriamente definibile come albanese?
Quello che maggiormente mi ha stupito peregrinando a Tirana in una settimana è la sua cultura fatta di tutti gli stranieri che l’hanno sottomessa ma mai schiacciata. Di questo ne è testimone la bandiera albanese: un’ aquila bicipite su sfondo rosso come il sangue versato per la libertà. Il popolo albanese è sempre stato fiero e forte come la tribù illirica degli Albanoi da cui deriva il suo nome.
Quello che per me è stato incomprensibile è la lingua albanese . Pare sia un caso isolato dell’Indoeuropeo, che ha sviluppato una sua tradizione letteraria dall’età di mezzo fino a oggi. Figure di grande rilievo sono stati per esempio il poeta risorgimentale Naim Frashëri e lo scrittore reale socialista Ismail Kadare .
Il Kanun
Ciò che si può considerare indiscutibilmente come albanese è il Kanun, Questo è un codice di leggi consuetudinarie tramandato oralmente per secoli . Fu ordinato per iscritto nel XV sec. da Lekë Dukagjini.
Regola vari aspetti della vita degli albanesi e incide nel carattere della persona . Ci sono alcuni concetti essenziali : come la besa , ( onore individuale), lo nder,( il senso della famiglia) , la vendetta di sangue, e la sottomissione della donna. Retaggio antico ma qualcosa ancora sopravvive negli usi e costumi dell’Albania!
Tirana in una settimana. Arte e architettura
L’ Albania fu un baluardo di fedi convissute in armonia , e ciò è evidente nella sopravvivenza dei rispettivi templi dedicati , di quelli rimasti dopo la distruzione di Hoxa. Andando a spasso per Tirana sono rimasta sbalordita da capolavori artistici e architettonici di grande valore .
La maggior parte di loro sono stati costruiti soprattutto a partire dall’epoca tardoantica e altomedievale dove è lo stile bizantino che prevale. I contenuti sono tutti di riferimento a scene religiose del Vangelo, della Chiesa o dell’Apocalisse. Dal X al XIII secolo si assistette a un rinnovamento e a un raffinamento delle realizzazioni architettoniche. Come si può notare nel Monastero dei Quaranta Santi a Saranda, le chiese di Berat e Labovë , e l’anfiteatro romano di Durazzo.
Con l’avvento di lotte e combattimenti vari invece dopo il XV secolo si moltiplicarono le fortificazioni e i castelli. Mentre nel XVI secolo spiccò la maestria del genio di Onufri, che rivoluzionò l’arte delle icone, poiché donò movimento alle figure facendole esaltare con i suoi rossi brillanti.
Barocco europeo
Ma è nel XVII – XVIII secolo che ci fu una profonda trasformazione nell’arte albanese per contatto con il barocco europeo. Portavoce indiscusso fu il pittore David Selenica che introdusse elementi del quotidiano nei suoi affreschi. Così nelle arti figurative si intravide lo spiraglio per un realismo più autentico , lo stesso dei fratelli Konstandin e Athanas Zigrafi.
Islam e Cristianesimo fecero a gara nel XIX secolo a innalzare i loro monumenti religiosi. Le moschee non erano però imponenti come quelle di Istanbul. Oltretutto erano più massicce , a base quadrata e spesso dotate di porticato. Le chiese esaltavano le loro peculiarità barocche e neoclassiche. Contemporaneamente acquisirono importanza l’architettura militare e l’ingegneria civile come i ponti che erano disseminati dappertutto.
Era moderna e regime comunista
Nel XX secolo di pari passo alla ripresa della coscienza nazionale fiorì un’arte specificatamente albanese soprattutto a Scutari . Si intensificò intanto l’ interesse per l’urbanistica e l’architettura pubblica avendo come modello l’occidente ( brillante l’operato dell’architetto Kole Idromeno). Dopo il 1943 in Albania pullulavano opere artistiche per lo più di stampo celebrativo per via dell’ imperante realismo socialista . Risonanza ebbe la scultura . Tra i maggiori esponenti : Odhise Paskali, Sali Shhijaku, e Myrteza Fushekati . Anche la produzione nel settore della grafica , stimolata dalla propaganda, fu ampia ed eterogenea .
Caduto il regime comunista in Albania emersero nuove tendenze artistiche che ben rispecchiavano la confusione e lo smarrimento dell’epoca. Violenza e ironia, biografie, speranza e disillusone, concetti contrastanti e una buona dose di nonsense sembrarono indirizzare queste nuove forme espressive. Per finire l’ultima architettura del periodo socialista non luccicò per la bellezza delle sue soluzioni estetiche , anzi queste si impostarono sul grigiore di condomini senz’anima . Ma fornirono un obiettivo contro cui puntare il mirino . La conseguenza più evidente fu la riconversione delle facciate dei palazzi di Tirana fatta da artisti internazionali.
Tirana in una settimana. Primo giorno. 8 cose da vedere vedere!
Io e la mia famiglia siamo atterrati all’aeroporto internazionale Nënë Tereza in pieno luglio . Come documento bastava solo la carta d’indentità. Il mese è sconsigliato per andare a Tirana , ma il mio lavoro non mi permette altro. Abbiamo sofferto il caldo, che non dava tregua neppure di notte. Il rimedio ? Ci siamo abituati! Per comodità ci siamo rivolti a un taxi della compagnia www.atex.al per raggiungere Tirana dallo scalo aereo (20 km) . A tratta il costo è di 2.394 Lek (€ 20 ) , che è la loro moneta ufficiale. Se non li avete potete cambiare in uno dei tantibox di cambio . Si accetta anche l’Euro sia in contanti che per pagamenti elettronici. In alternativa ci sarebbero stati altri collegamenti come bus (Lek 400 , € 4 ), o transfer privati.
Il nostro hotel Eder di Tirana è stata una buona scelta perché a buon prezzo , con prima colazione, elegante e dotato di tutti i comfort. La sua posizione centrale è stata strategica per girottollare indisturbati . Si trovava a dieci minuti a piedi da piazza Skandeberg , cuore pulsante di Tirana e centro nevralgico istituzionale dell’Albania. Da cui si diramano tutte le più esclusive attrazioni su cui si è sviluppato l’ itinerario dei primi giorni. Se siete dipendenti da Google map per orientarvi, munitevi di una eSim Holafly per avere una connessione internet attiva e perenne! Inoltre prima della partenza ci siamo diretti verso altre località limitrofe suggestive e pittoresche.
Tirana in una settimana . Perchè andarci?
Con il suo clima Mediterraneo (meno in estate!) Tirana può ospitarvi tutto l’anno. I motivi per regalarsi anche un slo weekend sono tanti . Una quantità infinita di svaghi dentro e alle porte della metropoli è il fattore X per molti giovani , che però non trascurano affatto il suo ricco patrimonio culturale , artistico , architettonico e culinario che si insinua in ogni angolo della metropoli.
Nota per la sua colorata architettura risalente all’era ottomana, fascista e sovietica Tirana è la porta d’accesso per esplorare l’Albania. Incastonata tra possenti montagne e vicina alla Macedonia del Nord, Tirana fu fondata nel XVII secolo. Ogni invasore lasciò traccia della sua conquista e acquisì importanza quando fu dichiarata capitale dell’Albania nel 1920. Dalla resistenza fascista al 2025 Tirana è una prova della resilienza e dell’evoluzione dell’ Albania. Il divario tra povertà e innovazione è abissale, ma è proprio questo il suo fascino . Oltre alla meraviglia dei suoi tesori visitabili a partire da piazza Skandeberg , salotto cittadino da cui è iniziata la mia avventura. Questo quadrato di storia è stracolmo di ristoranti, chioschi, negozi, che distraggono piacevolmente tra un punto d’interesse e un altro.
1. Piazza Skandeberg
Piazza Skandeberg , intitolata al patriota nazionale è di forma quasi piramidale e irregolare. Misura 22 metri e racchiude vedute estremamente eterogenee tra loro a seconda dell’ora. Ci stanno le strutture più innovative , da quelle governative e istituzionali al lussuoso Tirana International Hotel. La pavimentazione è stata frutto di un restauro del 2015, ed è qui che gli albanesi chiacchierano, si incontrano tra i divani colorati in plastica e fanno sport.
Piazza Skandeberg è un continuo via via di lavoratori che addentano qualcosa tra una pausa e un’altra nel bel mezzo di qualche manifestazione. Tutto avviene sotto lo sguardo protettivo della statua equestre di Skandeberg (Paskali, 1968) che fu fatta in occasione del cinquecentenario della morte del cavaliere senza paura. Fino al 1991 c’erano anche le statue di Lenin e Hoxa.
Quando era un mercato
Agli inizi del 1900 piazza Skandeberg era un semplice polo commerciale , uno scalo di merci con le sue vestigia antiche mal conservate e attorno tante case basse. Il suo aspetto attuale riqualificato è del periodo dell’occupazione italiana quando si innalzarono fabbricati fascisti . Tra cui quello della Banca Nazionale dell’Albania.
Peccato che l’adiacente Museo di Storia Nazionale era chiuso perché in fase di ristrutturazione. Inaugurato nel 1981, è facilmente riconoscibile grazie al grande mosaico che si trova sulla sua facciata. Internamente vanta una collezione di 3.600 oggetti che raccontano la storia albanese con una sezione dedicata al comunismo.
2. Torre dell’Orologio
La Torre dell’Orologio di Tirana è del 1811 e fu fatta da Et’hem Bey Mollaj, autore dell’omonima moschea adiacente. Conosciuta localmente come Kulla e Sahatit, presenta uno stile architettonico misto ma è di forgia prettamente ottomana. Ha un solo ingresso , ha pianta quadrata . Di poi le furono aggiunti un tetto in stile veneziano e un balcone, che la portarono a 35 metri di altezza dopo i lavori di restauro del 1928. Si può salire fino in cima per avere dei panorami fenomenali su Tirana.
Sebbene l’interno sia in pietra, le sue scale erano originariamente in legno , poi sostituite da quelle in ferro (90 gradini a spirale). Nella parte centrale della torre ci sono griglie di ventilazione per fare entrare aria fresca e l’ illuminare . Nella parte superiore dei locali ci sono il meccanismo e la campana dell’orologio.
- Orari: Lunedì, mercoledì e sabato 09:00 – 13:00 e 16:00 – 18:00 . Chiuso Domenica
3. Moschea Et’hem Bey
La Moschea Et’hem Bey (in albanese Xhamia e Et’hem Beut) fu fatta nel 1789 su commissione del turco Molla Bey e venne ultimata nel 1823. Fu sempre stimata come fondamentale per la preghiera ed è sopravvissuta a tutte le vicende più nefaste dell’Albania . Si può ritenere una fortuna che si è risparmiata dal degrado e dall’abbandono perché è un’oasi di spiritualità che è in grado di isolare il fedele dal caos esterno.
Le decorazioni fitte degli interni sono il suo segno indistinguibile come quelle del porticato a motivi floreali che sono rare nell’arte islamica. Proprio perché sono state affrescate da maestranze veneziane. Se non c’è il momento della preghiera si può anche dare liberamente un’occhiata, ma copritevi le spalle (info posizione e orari ) . Se non avrete nulla per farlo, vi daranno una stola all’entrata .
4. Cattedrale della Resurrezione di Cristo
La Cattedrale della Resurrezione di Cristo (in albanese Katedralja Ngjallia e Kristhtit) racchiude l’arcidiocesi di Tirana, Durazzo e tutta l’Albania. Fu voluta nel 1865 ma dopo varie vicende fu consacrata nei primi decenni del 2000. Per certo è la terza cattedrale più spettacolare di questo genere nei Balcani.
Si articola in maniera circolare ed è dotata di un’enorme cupola intarsiata con un mosaico del Cristo Pantocratore, ed è arricchita di una grande iconostasi in marmo. Nella cattedrale c’ è panche un anfiteatro, un piccolo museo, una sala presentazioni, una biblioteca e una sala per mostre. Non si paga per accedervi (info posizione e orari) .
5. Mercato Pazari i Ri
Pazari i Ri vuol dire letteralmente “nuovo mercato” ed è dove gli albanesi amano stare quando vogliono fare la spesa e scambiare due parole. Fu il Re Zog a ordinarlo e chiaramente è mutato di molto per i vari interventi di riqualificazione cessati nel 2017. Non splende per grandezza e non è proprio eccezionale . Ma è molto folkloristico e fino alla tarda sera si può spiluccare qualcosa di buono.
Il Mercato Pazari i Ri è sormontato da una tettoia e ovunque ci si può sedere per degustare qualche specialità o bere qualcosa . Ci sono più di 150 commercianti tra bancarelle che vendono ogni cosa: carne, pesce fresco, frutta, verdure, miele, tabacco, souvenir, spezie, formaggi, te, olive, olio
- Orari : tutti i giorni, lunedì – domenica, 07:00 / 22:00
6. Castello di Tirana
Il Castello di Tirana o Fortezza Giustiniana è un’antica fortificazione usata dai Bizantini (XIV sec. ) contro i loro persecutori. Anche i Turchi la riutilizzarono per lo stesso motivo , per cui è come un libro dove sfogliare lo scorrere dei secoli di Tirana. I resti della fortezza si riassumono a un muro alto 6 metri di e tre torri . Queste caratteristiche difensive lo aiutarono a resistere alle sfide poste dalle varie forze d’invasione.
Dal dicembre 2018 all’interno delle mura fortificate è stato creato una sorta di bazar all’area aperta : boutique, ristorantini chic, e gallerie d’arte . Questa sua commercializzazione è stata una strategia illuminata, che ha avuto la duplice funzione di custodire il castello e integrarlo con il resto dell’area urbana. A pochi passi se volete spendere soldi potete fare shopping nel gigantesco Centro Commerciale Toptani . Altri sono: Ring center e l’ ETC Galeria. Vi assicuro che l’ afa sofferta a Tirana in una settimana in questi paradisi delle compere si è sconfitta a suon di aria condizionata!
7. Piramide di Hoxha
La Piramide di Hoxha è stato un mausoleo/museo rivestito di marmo bianco del dittatore defunto Hoxha fatto dalla figlia l’architetto Pranvera per celebrare le sue gloriose imprese! Alla morte del comunismo iniziò a disgregarsi nel 1991. L’impresa faraonica fu abbandonata e il corpo di Hoxha fu riesumato e collocato presso il Cimitero dei Martiri , in un cimitero normale alla periferia di Tirana. La piramide, che se osservata da lontano sembra un’ aquila con le ali aperte, divenne presto un simbolo surreale del deterioramento dell’Albania postcomunista. Uno specchio che rifletteva la follia del sistema, che teneva la popolazione generale in povertà e senza libertà.
Diversi investitori tentarono di fare rivivere questo scempio modernista, senza successo: da una pinacoteca, a un centro congressi fino a un night club fino a studio televisivo. Ci furono proposte per abbatterlo che sfociarono nella comune decisione di farne uno spazio per intrattenimento e laboratorio informatico. Di fatto si è sfruttata la base dandole un aspetto più moderno con l’aggiunta di scalini che permettono di arrampicarsi per ammirare Tirana dall’alto.
8. Boulevard Dëshmorët e Kombit
Il Boulevard Dëshmorët e Kombit (G. Bosio , 1939 -1941) in italiano è tradotto come viale dei Martiri della Nazione, ed è una delle arterie primarie di Tirana. Inizialmente era stata battezzata in onore del re Zog . Dopo l’invasione italiana del 1939, fu rinominata Viale dell’Impero. Vi si svolgevano parate significative, tra cui quella del Giorno della Liberazione e la Festa dei lavoratori.
Si snoda dalla piazza Scanderbeg e termina nella piazza Madre Teresa, che di sangue albanese si vide glorificare in tutta l’Albania solo dopo la cessazione del regime totalitario. Lungo questo viale si trovano molti edifici istituzionali: il Palazzo Presidenziale, l’Ufficio del Primo Ministro, il Palazzo dei Congressi e l’Università di Tirana. Avrete capito che servono scarpe comodo per trotterellare per Tirana in una settimana !
Cucina albanese e gemme nascoste
Qualcosa che mi ha davvero entusiasmato a Tirana è stato assaggiare la cucina albanese. Piatti di montagna, della campagna e della costa regalano al palato sapori unici e pieni. Di base la cuisine albanese è sostanziosa e rustica . Non si discosta dalla dieta Mediterranea di cui ne sposa i principi: ingredienti freschi e di stagione. Carni, verdure, pesci e squisiti formaggi si alternano dalla colazione al pranzo alla cena con tanto di salse e intingoli .
Abbiamo a che fare con un’assortita cornucopia di ricette e tecniche che ne riflettono la storia e la geografia con una netta ascendenza di ricette turche, italiane e greche. Su tutto prevale la semplicità delle preparazioni delle pietanze, lasciando la sperimentazione a qualche chef stellato di Tirana.
3 posti dove mangiare tipico a Tirana
- Oda : in Rruga Riza Jasa, 1008 . Porzioni abbondantissime (anche senza glutine) . Si mangia come se fossi invitata dalla nonna! Da ordinare i succulenti peperoni e melanzane ripieni di riso e ricotta. L’ambiente è quello di una trattoria con tavoli e panche in legno . Fantastico il cortile all’aperto su cui è adagiato un palchetto in cui si esibiscono musicanti a squarciagola. Buona norma a fine pasto è bere il raki , ovvero grappa di uva o prugne molto diffusa in Albania ;
- Tymi: in Kavaja St, Tiranë. Si tratta di una locanda senza molti fronzoli con dei posti a sedere anche fuori. Piace subito perché l’atmosfera è informale e allegra , e per via degli abbellimenti un po’ strambi. Il piatto forte sono gli spiedini di agnello alla griglia e tanto altro ancora;
- Da Aldo: in Bulevardi Gjergj Fishta, pallati shallvareve, un po’ di nostalgia per gli spaghetti allo scoglio nostrani siamo stati coccolati dalla maestria di questo ristorante tutto italiano che si è guadagnato successo . Gli antipasti sanno di mare, specialmente le cruditè . Intimità e raffinatzza una garanzia.
Tirana . Secondo giorno. 4 assaggi di Tirana
- Zuppe: la Jahni me fasule con deliziosi fagioli bianchi. Un’altra è la Tarator allo yogurt;
- Piatti unici: Il Byrek è una torta salata farcita con carne, spinaci o formaggio;
- Carni: Si distinguono il Tavë Kosi, che è agnello al forno con yogurt e riso. Di pregio sono gli stufati : il Tasqebap ( con salsa di pomodoro e miele), il Fërges (fatto di manzo) , e il Rosto me salcë kosi (un arrosto con panna acida). Sfiziose sono pure le Qofte : polpette di carne, spesso di manzo, condite con spezie;
- Dolci: Per pulirsi la bocca divorate il Baklava, una pasta fillo con miele e noci. E per smaltire dirigetevi verso queste chicche di Tirana raccontate qui in basso .
1. Cattedrale di San Paolo
Ultimata nel 2001 la Cattedrale di San Paolo è un inno al cattolicesimo e a San Paolo, il cui simulacro domina la sommità dell’edificio . Triangolare è molto lineare e dalle pareti lisce, spicca per una vetrata evocativa che riporta i volti di Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. Della martire e profeta c’è anche una statua all’entrata sulla destra.
I suoi interni sono minimali e piuttosto spogli con panchine per le preghiere e un altare per le messe dietro il quale è appeso un crocefisso. È stata consacrata il 26 gennaio 2002 e visitata da Papa Francesco il 21 settembre 2014, durante il suo viaggio apostolico a Tirana. L’ingresso è gratuito.
- Orari: tutti i giorni 9:00 -14:00 ; 16:00- 19:00
2. Blloku e lo Sky bar di Tirana
Il Blloku (Blocco) nasce sotto il regime comunista . In origine era una zona residenziale per i pezzi forti del partito. Il quartiere era disseminato da eleganti ville (tra cui quella per Hoxha) progettate da architetti italiani nel dopoguerra. Il tutto per esibire potere e privilegio in netto contrasto con le condizioni di miseria in cui stava la maggior parte degli albanesi .
Soldati armati sorvegliavano l’ intero perimetro, perché il cittadino comune non vi aveva accesso . L’elitè dei politici doveva restare isolata dagli altri . Con l’adozione della democrazia da parte dell’Albania il Blloku subì una straordinaria metamorfosi. Quello che ritrovate adesso sono ambasciate, caffè, ristorantini , ecc. Quello che prima era un’asse di divisione e disuguaglianza ora è un chiaro segnale di apertura verso una transizione liberale della nazione. Nelle immediate vicinanze se avete voglia di fare una bella pazzia fatevi trasportare dall’ascensore in cima al lounge bar roteante dello Sky Club . Osservare Tirana da lassù su sedici piani nel buio della notte è un qualcosa che mi rimarrà sempre nell’anima. Co mio padre e mia madre abbiamo anche provato la birra locale, niente male ! Se volete strafare ballate all’infinito in uno di questi ritrovi strepitosi: Radio Bar, Colonial Cocktail Accademy, Duff Sports bar, Check point e Local kitchen & beer.
3. Casa delle Foglie
Se state a Tirana in una settimana incastrateci anche la Casa delle Foglie . Questo è un museo (2017) dei servizi segreti albanesi sotto Hokha, la già citata Sigurimi. La necessità di avere un corpo militare per sostenere la sua politica dittatoriale fu vitale per eliminare ogni forma di rivolta dei dissidenti! In sostanza è una casa a due piani denominata così per le rampicanti che si abbarbicano sulle sue mura. Nel 1931 fu una clinica ostetrica , poi fu anche il quartier generale della Gestapo durante l’assedio di Hitler .
Passeggiare per le 31 sale della Casa delle Foglie significa capire come il regime reagiva contro i cittadini sospettati di opposizione. A centinaia furono spiati e interrogati, finivano in prigione o venivano uccisi. Oltre a innumerevoli dispositivi di sorveglianza, il museo espone decine di documenti originali che descrivono in dettaglio il funzionamento segreto della Sigurimi.
Le stanze degli interrogatori sono dotate di supporti visivi . Questi mostrano come i prigionieri venivano persuasi a confessare attraverso l’uso della violenza fisica. Non sorprende che ci siano anche una camera oscura per lo sviluppo delle pellicole fotografiche . E un laboratorio per l’analisi delle impronte digitali e l’identificazione di tracce di sostanze chimiche pericolose. Il giardino ospita alcune installazioni artistiche e l’ingresso a un tunnel sotterraneo protetto da spesse porte di cemento.
- Orari: Tutti i giorni dalle 9 alle 19;
- Prezzo : 700 Lek (€ 6)
4. Bunk’Art 2
Indubbiamente di Tirana in una settimana quello che mi ha stravolto è scendere nel Bunk’Art 2 ( info posizione, orari e costi). Questa è stata l’occasione per riflettere sul destino tragico dell’Albania durante il governo egemonico di Hoxha. Si stima che vennero fatti circa 700 mila bunker per proteggere la macchina governativa da possibili attacchi nucleari. Ma non capitò nulla di tutto questo. Gli albanesi hanno restituito altra funzione a queste tane affossate (Bunk’ Art 1 è qualcosa di simile ma è in periferia ) . Tra cui quello di musei per non dimenticare ! Gli artefici di questo progetto furono due giornalisti Carlo Bollini e Admirina Peçi .
Non appena ho varcato varca la soglia del Bunk Art 2, mi ha sconvolto l’oscurità e il freddo, perché si sta sottoterra. Lo stesso gelo mi ha pervaso la pelle quando ho letto sotto la luce fioca delle lampadine delle placche. Le scritte erano sull’orrore del regime comunista e la repressione senza filtri. I massacri compiuti contro i ribelli erano inauditi e disumani. Sono stati tutti immortalati in , documentari visivi, e i resti di macchinari usati per le torture. Il tutto disposto in vari corridori stretti e lunghi, come le voci registrate che raccontavano gli abusi dei campi di lavoro a cui furono destinati (1960) .
Tirana in una settimana.Terzo giorno: Durazzo
Un tassista (6.000 Lek- € 60 andata e ritorno) ci ha lasciato a Durazzo , la seconda città più popolosa dell’Albania dopo Tirana (113 249 abitanti). Rimane celebre per le sue spiagge, il centro storico e i siti archeologici. Di sangue illirica, fu un’ avamposto dei greci ( 626 a.C. ). Dappresso vi si stanziarono : Romani, Bizantini, Bulgari, Ostrogoti e slavo-serbi. Nel XIII secolo fu contesa tra Venezia e Costantinopoli, Normanni e Angioini. Dopo gli Ottomani, ( quattro secoli) fu proclamata capitale del principato d’Albania (1912) ed ebbe parecchio potere fino al 1920 nei diversi stadi d’evoluzione della moderna Albania
Siamo scesi proprio nel porto di Durazzo, gigantesco e molto efficiente per traffici commerciali e turistici. Ci ha dato il benvenuto con delle statue in bronzo di rock star del calibro di John Lennon e panchetti rossi nel suo lungomare , costellato di locali ultramoderni.
Purtroppo mi ha deluso la qualità dell’acqua era putrida e rifugio per piccioni. Mi chiedo come facciano a esserci cosi lungo questo tratto di mare tanti lidi , sebbene siano super attrezzati . Mi hanno segnalato dei passanti che ci sono delle spiagge migliori: Ohana e Portez, Plazhi i Golemit, Durrës Beach. Se Durazzo non è assolutamente da preferire come metà balneare, vale la pena ciondolare per la sua old city, che è uno scrigno di gemme percorribili a passo lento. Ci ho trascorso mezza giornata, per cui ho tralasciato le moschee, il Museo Archeologico e altro ancora , ma ho contemplato i suoi monumenti più rappresentativi descritti qui giù.
Anfiteatro Romano
L’ Anfiteatro Romano (II sec. d.C. , Traiano) sorge accanto la magnifica piazza Liria di Durazzo (aperto: tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00 ; prezzo : 300 Lek – € 3) . Aveva una capacità di 20.000 spettatori e serviva per i combattimenti di gladiatori e altri giochi antichi. L’anfiteatro è stato scoperto di recente nel 1966.
La cavea misura 136 metri, con scalinate adagiate su una zona collinare. Nel 2004, l’Università di Parma si è messa in discussione per riavviare gli scavi ma ancora il tutto è in condizioni di degrado . La noncuranza dell’amministrazione comunale ha riguardato anche degli scavi archeologici vicino il Teatro Aleksandër Moisiu . Qui ci sta il Foro Bizantino ( VI sec. d.C) , una piazza attorniata colonne con capitelli corinzi e le Terme romane (I sec. d.C. )
Torre Veneziana
La Torre Veneziana è ciò che rimane di una vecchia fortezza bizantina (491-518, Anastasio I) . Fu progettata specificamente per essere armata di artiglieria, e fungeva da punto di osservazione cruciale per il monitoraggio dell’area circostante.
Nel 2022-2023 la Torre Veneziana è stata mutata nel Centro di Interpretazione del Patrimonio Albanese . Lo scopo è quello di riguardare la storia albanese attraverso strumenti multimediali all’avanguardia. Tra queste, visori VR, audioguide, proiezioni multimediali .
Tirana in una settimana. Quarto giorno: Dajti Ekspres (funivia)
La funivia Dajti Ekspres (info mezzi da Tirana ) è la più lunga di tutti i Balcani. Fu completata nel 2005 e inaugurata il 28 luglio dello stesso anno. Con i suoi 4350 metri di lunghezza collega l’hinterland di Tirana con la sommità del monte Dajti. Ci sono a disposizione trenta cabine ( per otto persone) . Si scala a circa 4,5 metri al secondo e si completa il tragitto in salita in soli 15 minuti.
Quando si è giunti a destinazione mancava il fiato per la bellezza dei paesaggi straordinari su Tirana e sulle colline circostanti. Se si ha un meteo fantastico si scorge anche il mare Adriatico . Oltre ad una trattoria molto rustica e con pizze stratosferiche in questo eldorado si possono fare varie attività:
- Dajti Tower Hotel : Potete pernottare in questo albergo a 24 camere per poi immergervi nelle foreste e nei boschi limitrofi in tutta tranquillità ;
- Dajti Mini Golf: Giocare a mini golf in questo primo campo a 18 buche in Albania;
- Altro: percorsi naturalistici a cavallo o con i Go Kart, tiro a segno o cimentarsi nel parco avventura Dajti Adventure Park.
- Orari: tutti i giorni 09.00 – 21.00 (in inverno 09.00 – 19.00). Chiuso Martedì per manutenzione
- Prezzi: 800 Lek- € 8 andata e ritorno).
Tirana in una settimana. 5 giorno: Kruja
Kruja (600 metri di altitudine) è stata una piacevole e graditissima escursione per addentrarsi nell’entroterra montuoso dell’Albania . Tutto stupendo se tralascio come io , mia madre e mio padre ci siamo capitati. Decisi a utilizzare i mezzi albanesi ci siamo diretti alla stazione degli autobus di Tirana , da cui Kruja sta a 40 km . Non sapevamo che c’erano dei diretti , e siamo incappati a un cambio a Fushe Kruje. Non lo fate anche voi!
Un’avventura disastrosa perché in questo piccolo comune siamo incappati in un’ autista improvvisato che ci ha fatto patire le pene dell’inferno. Il fatiscente furgone aveva poche seggiole per passeggeri, di cui molte erano riservate a galline e cipolle fresche! Come non bastasse, si era rotto il radiatore poi rinfrescato con del liquido sporco. Ma la genialata è stata il pezzo di spago adoperato per tenere fermi gli estremi della portiera posteriore del catorcio a quattro ruote! Appena si è sfracellata anche questa ci ha pensato un ragazzone a tenerla chiusa per venti minuti di corsa con entrambi i palmi! Meno peggio il rientro su un camioncino verde (info e orari ) ! Sorvolo volentieri sul come dirigersi a Kruja, e mi soffermo sul suo splendore .
Cosa vedere e fare a Kruja: castello e museo di Skandeberg
Kruja è una tappa irrinunciabile se si è in Albania. La sua storia è strettamente connessa con quella del paese ed è nel Medioevo che si è distinta . Perché è stata la roccaforte di Skanderbeg contro l’invasione ottomana (XV sec.). Questo è un castello collocato in alto a una via principale , che accoglie con un bazar . Quest’ultimo è detto anche Pazari i Vjetër (XVII sec.) ed è un susseguirsi di botteghe in legno . Si vendono manufatti artigianali e souvenir : ceramiche, tappeti, utensili in legno e gioielli in argento. Una delle tante architetture che i turchi hanno fatto nei secoli avvenire della ripresa della città (1478) .
Il Castello di Scandeberg (IV – V sec.) una volta completato fece parte delle guarnigioni Bizantine. Al suo interno è visitabile il Museo Skanderbeg, contenente oggetti risalenti all’epoca del condottiero omonimo. Nel XIX secolo, Kruja partecipò attivamente al Risveglio Nazionale Albanese, un movimento per l’indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano, raggiunta nel 1912.
- Orari: il castello è sempre aperto; il museo dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, chiuso il Lunedì.
Tirana in una settimana. Conclusioni
Tirana offre molto ai visitatori . Mi riprometto di tornare per potere ammirare altre grandiosità: villaggi sperduti, laghi, fiumi , valli , arenili dorati. Mi aspetteranno le misteriose cittadine di Scutari, Berati, il sito archeologico di Butrinto , l’ entroterra meridionale con Përmet e l’ultimo fiume selvaggio d’Europa Vjosa .
Spassandomela a Tirana in una settimana ho calpestato la terra di e enormi aree verdi internamente alla città e anche fuori. Qui ci si rilassa veramente e si sta freschi all’ombra di qualche albero fronzuto. Tra questi : il Grand Park di Tirana , il Parco della Gioventù, i Giardini Botanici di Tirana, e il Parco Nazionale Dajti che è quello che mi ha entusiasmato di più.
Dopo Tirana in una settiman ? Il mio sogno è però quello di rotolare verso il sud dell’Albania verso la cosiddetta Riviera albanese che oltre il mare offre splendidi alberghi e resort dove potersi rilassare con tutta la famiglia. Questa comprende oasi come: Valona , Saranda , Dhërmi, Gjipë, Jalë, Himara, Qeparo, Borsh, Lukova e Pulebardha .
Info utili per Tirana in una settimana:
- Notizie generali sull’Albania ;
- Dove affittare una macchina in Albania ;
- Come muoversi con i mezzi pubblici a Tirana ;
- Cosa sapere prima di partire per Tirana;
- I quartiere migliori dove dormire a Tirana;
- Cos’altro fare a Tirana;
- Dove mangiare a Tirana ;
- Migliori posti dove andare in Albania
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