Tirana in una settimana

Tirana in una settimana

“Duaje atdhene si shqiponja folenë/Ama la patria come l’aquila il proprio nido

Proverbio Albanese

Tirana in una settimana. Un’Albania che non ti aspetti!

Senza dubbio visitare Tirana (598.176 abitanti) in una settimana è stata un’esperienza  incredibile. Si tratta della capitale dell’Albania , un  piccolo paese  (28.748 Km2)  dell’Europa sud orientale .  Sffascina per i suoi paesaggi variegati e selvaggi , e   per  la sua lunga costa (450 km) bagnata dal Mar Ionio e dall’Adriatico .  Ogni anno  attira tantissimi turisti e gli italiani sono i più numerosi . Questo perché è vicina alla nostra penisola (80 km) e si può raggiungere facilmente in aereo come ho fatto io , oppure in  traghetto e in macchina.

Non lasciatevi influenzare dagli stereotipi comuni legano l’Albania al deserto dei Gobi! Sicuramente ci sono ancora i segni tangibili nel suo presente . Quello di  un decennio di dittatura stalinista grigia e triste , e del crollo del comunismo (1992). Tuttavia al momento le cose sono cambiate in meglio . I problemi non mancano a, Tirana , ma è una città in continua evoluzione.  Sa preservare il suo passato mentre guarda al futuro con determinazione.

Cuore pulsante della politica e dell’intrattenimento nazionale, Tirana è diventata una meta turistica sicura, che offre servizi e infrastrutture moderne . C’è davvero tanto da scoprire proprio perché non è la solita destinazione popolare. Senza spendere tanto, ci si può davvero divertire e mangiare bene. Si possono fare e vedere molte cose : dalle sue radici storiche ai nuovi sviluppi urbanistici, passando per luoghi di culto e mercati tradizionali!  .

Il risultato di questo peregrinare è stato un interessante itinerario di Tirana in una settimana  che vi propongo in questo articolo. Una vacanza che mi ha fatto conoscere un posto autentico,  pieno di arte e cultura . Certamente toccando l’interno e i suoi dintorni dell’Albania  ho colto poco del suo spirito, ma abbastanza per apprezzarla e tornare a completare il giro! Buona lettura!

Tirana in una settimana. Rinascita o falsi miti?

Tirana è un mix  forti contrasti in ogni settore della sua società e della sua architettura. Un gioco forza fra  miseria e nobiltà, tra arretratezza e progresso, tra rassegnazione e speranza.  Si passa da vie desolate e povere a piazze monumentali . Da garage arrangiati a botteghe a  grattacieli immensi che ne ridisegnano lo skyline. Per non parlare dei mezzi di trasporto, che sono al limite nel centro urbano e inesistenti altrove. Bisogna avere una macchina per spostarsi. Oppure ci si può affidare  ai taxi,  non sempre economici e affidabili (contrattare sempre prima il prezzo!). I treni? La ferrovia è  scomparsa.

Però te ne fai una ragione quado a Tirana la sua  gente ti sorride per strada. La sua  ospitalità è proverbiale . Forse perché curiosa verso lo straniero che si riversa in patria dopo anni di isolamento. I loro volti comunque sono tristi,  nonostante le luci sfavillanti della notte di qualche locale alla moda e l’attuale ripresa economica. Come se vivessero in una sorta di limbo.  Consapevoli che sono stati fatti passi da gigante per arrivare a un grado di civiltà così alto come quello di adesso. Ma il traguardo è lontano . E ci vuole tanto tempo e lavoro perché il benessere  possa essere di qualità ,  omogeneo e a lungo termine!  Le cause principali di  questa situazione di stallo sono da attribuire alla sua storia secolare ,  travagliata  . I  tiranni l’hanno massacrata e lasciata libera solo di recente. Passato troppo poco tempo per riemergere.  Ma ci stanno lavorando !

Storia di Tirana e dell’Albania: dalle caverne e la tirannia al sogno di un miracolo economico

Le origini dell’Albania risalgono all’età del bronzo (2100 a. C.) e del ferro (1000 a.C.) quando erano chiamati Illiri.  Dallo scettro greco di Pirro (IV sec. a.C.) al dominio romano (167 a.C.)  prosperò per poi annettersi a Bisanzio (395) . Seguirono : Barbari (IV, V e VI sec.) , Bulgari (X sec.), e Bizantini a più riprese . Nel Medioevo fu assoggettata da : Veneziani, Svevi, Angioini e  Turchi (XV sec.) .

Successivamente il desiderio di rivolta degli albanesi fu sempre forte ma qualsiasi  ribellione effimera . Come quella dell’ eroe nazionale Skandeberg (1403-1468) contro gli Ottomani che  regnarono per quattro secoli. O quella di qualche debole tentativo d’indipendenza di qualche principato locale  ( XIX sec.). Una calamità di eventi che determinarono ben otto emigrazioni fino al 1774 . Questo spiega l’esistenza di folte comunità di albanesi sparse ovunque specie nel nostro meridione. Il desiderio d’affermazione dell’identità nazionale apparve solo ai primi dell’Ottocento, sull’ ondata dei moti di nazionalismo europeo . Un sentimento patriottico sincero che fu alimentato da una intellighenzia  di spessore in Albania  .

L’era moderna (1924) fu invece segnata  dalla nascita della  Repubblica Albanese , che poi diventò  Regno d’Albania . Il sogno della Repubblica Popolare Albanese si concretizzò solo dopo la seconda guerra mondiale  (1945). La tragedia non tardò eppure a mostrarsi .  Tedeschi e italiani si ritirarono ed  Enver Hoxha (1908-1985)   impose quarant’anni di  totalitarismo.

Gli anni bui dell’Albania , Enver  Hoxha

Nato a Girocastro, Enver Hoxha ricoprì varie cariche politiche, tra cui quella di Primo Ministro. Se in politica  estera alternava  alleanze con Russia e Cina in cambio di aiuti economici  , in politica interna perseguì il modello sovietico.   Questo per ottenere la piena autosufficienza nazionale. Il suo allineamento marxista rese l’Albania  il primo stato ateo al mondo (1967), la cui visione scientifico-materialista fu inserita nella Costituzione del 1976.

L’ autocrazia di  Hoxha dette un colpo mortale ai diritti umani. La Sigurimi , cioè la  polizia albanese,  mise in atto forme brutali di repressione del dissenso: numero di vittime altissimo e migliaia di incarcerati e perseguitati . Il terrore ebbe fine con la sua morte .  Il suo successore fu Ramiz Alia (1982-1991) . Se questi ripristinò l’apertura degli edifici di culto ,  non fu però in grado di avviare  un’ apertura economica dell’Albania . Al puntò che la fame nazionale provocò  l’esodo biblico di 450.000 albanesi in Italia

L’Albania del 2000: Sali Berisha ed Edi Rama

Fino al 1996 iniziò una fase di democratizzazione dell’Albania . E in un sistema politico multipartitico prevalse e resse la corrente  democratica di Sali Berisha . Questi  tentò la liberalizzazione economica dell’Albania e vinse alle lezioni del 1997 passando alla controparte  socialista .  Tra crisi del Kosovo e altre problematiche dal Duemila in poi  l’Albania:

Per l’Albania del momento sotto le mani del socialista Edi Rama ci sono molte aspettative. Si può intravedere con la sua politica  una  certa ripresa economica che punta sul turismo e sull’edilizia.  Però il recente e relativo progresso è spalmato ancora a macchia di leopardo  . In poche parole  siamo ancora  lontani da  un  cambiamento globale che possa avvicinare l’ Albania a degli standard di civiltà europei a lungo termine .

Ad affaticare questa fase di risveglio rallentato è  la convivenza (seppure civile) di diverse religioni (musulmana, cattolica e ortodossa) che fanno via via cambiare le alleanze politiche.   (attualmente  USA, Cina e Turchia). Gli albanesi fondamentalmente sono laici  e il loro Dio è l’albanesità! Non a caso recentemente la minoranza religiosa dei bektashi (confraterntà sufi scita) sta pilotando un progetto di permanenza stabile proprio a Tirana!

Tirana in una settimana . Cosa è propriamente definibile come albanese?   

Quello che maggiormente mi ha stupito peregrinando a Tirana in una settimana è la sua cultura   fatta di tutti gli stranieri che l’hanno sottomessa ma mai schiacciata. Di questo ne è testimone la bandiera albanese: un’ aquila bicipite su sfondo rosso come il sangue versato per la libertà. Il popolo albanese è sempre stato fiero e forte come la  tribù illirica degli Albanoi da cui deriva il suo nome.

Quello che per me è stato incomprensibile è la lingua albanese . Pare sia un caso isolato dell’Indoeuropeo,  che ha sviluppato una sua tradizione letteraria dall’età di mezzo fino a oggi. Figure di grande rilievo sono stati per esempio  il poeta risorgimentale  Naim Frashëri e lo scrittore reale socialista  Ismail Kadare .

Il Kanun

Ciò che si può considerare  indiscutibilmente  come albanese è il Kanun, Questo è un codice di leggi consuetudinarie tramandato oralmente per secoli . Fu ordinato per iscritto nel XV sec. da Lekë Dukagjini.

Regola vari aspetti della vita degli albanesi  e incide  nel carattere della persona . Ci sono alcuni concetti essenziali : come la besa , ( onore individuale),  lo nder,( il senso della famiglia) , la  vendetta di sangue, e la sottomissione della donna. Retaggio antico ma qualcosa ancora sopravvive negli usi e costumi dell’Albania!

Tirana in una settimana. Arte e architettura

 L’ Albania fu un baluardo  di fedi convissute in armonia , e ciò  è evidente nella sopravvivenza dei rispettivi templi dedicati , di quelli rimasti dopo la distruzione di Hoxa.  Andando a spasso per Tirana sono rimasta sbalordita da capolavori artistici e architettonici di grande valore .

La maggior parte  di loro sono stati costruiti soprattutto a partire  dall’epoca tardoantica e altomedievale dove è lo stile bizantino che prevale. I contenuti sono tutti di riferimento a scene religiose del Vangelo, della Chiesa  o dell’Apocalisse.  Dal X al  XIII secolo si assistette a un rinnovamento e a un raffinamento delle realizzazioni architettoniche.  Come si può notare nel Monastero dei Quaranta Santi a Saranda, le chiese di Berat e Labovë , e l’anfiteatro romano di Durazzo.

Con l’avvento di lotte e combattimenti vari invece dopo il XV secolo si moltiplicarono le fortificazioni  e i castelli.  Mentre nel XVI secolo spiccò la maestria del genio di Onufri,  che rivoluzionò l’arte delle icone, poiché donò movimento alle figure facendole esaltare con i suoi rossi brillanti.

Barocco europeo

Ma è nel XVII – XVIII secolo che ci fu una profonda trasformazione nell’arte albanese per contatto con il barocco europeo. Portavoce indiscusso fu il pittore David Selenica che introdusse elementi del quotidiano nei suoi affreschi. Così nelle arti figurative si intravide lo spiraglio per  un realismo più autentico , lo stesso  dei fratelli Konstandin e Athanas Zigrafi.

Islam e Cristianesimo fecero a gara nel XIX secolo a innalzare i loro monumenti religiosi. Le moschee  non erano però imponenti come quelle di Istanbul.  Oltretutto erano più massicce , a base quadrata e spesso dotate di porticato. Le chiese esaltavano le loro peculiarità barocche e neoclassiche. Contemporaneamente acquisirono importanza l’architettura militare e l’ingegneria civile  come i ponti che erano disseminati dappertutto.

Era moderna e regime comunista

Nel XX secolo di pari passo alla ripresa della coscienza nazionale fiorì un’arte specificatamente albanese soprattutto a Scutari . Si intensificò intanto l’ interesse per l’urbanistica e l’architettura pubblica avendo come modello  l’occidente ( brillante  l’operato dell’architetto Kole Idromeno).    Dopo il 1943 in Albania pullulavano opere artistiche per lo più di stampo celebrativo per via dell’ imperante realismo socialista . Risonanza ebbe la  scultura . Tra i maggiori esponenti :  Odhise Paskali, Sali Shhijaku, e Myrteza Fushekati . Anche la produzione nel settore della  grafica , stimolata dalla  propaganda,    fu ampia  ed eterogenea .

Caduto il regime comunista in Albania emersero nuove tendenze artistiche che ben rispecchiavano   la  confusione e lo smarrimento dell’epoca. Violenza e ironia, biografie, speranza e disillusone, concetti contrastanti e una buona dose di nonsense sembrarono indirizzare queste nuove forme espressive. Per finire l’ultima architettura del periodo socialista non luccicò per la bellezza delle sue soluzioni estetiche , anzi queste si impostarono sul grigiore di condomini senz’anima .  Ma fornirono  un obiettivo contro cui puntare il mirino . La  conseguenza più evidente fu la riconversione delle facciate dei palazzi di Tirana fatta da artisti internazionali.

Tirana in una settimana. Primo giorno. 8 cose  da vedere vedere!

Io e la mia famiglia siamo atterrati all’aeroporto internazionale Nënë Tereza in pieno luglio  . Come documento bastava solo la carta d’indentità. Il mese è sconsigliato  per andare a Tirana , ma il mio lavoro non mi permette altro. Abbiamo sofferto il caldo, che non dava tregua neppure di notte. Il rimedio ?  Ci siamo abituati! Per comodità ci siamo rivolti a un taxi della compagnia www.atex.al per raggiungere Tirana dallo scalo aereo (20 km) . A  tratta il costo è di 2.394 Lek  (€ 20 ) , che è la loro moneta ufficiale. Se non li avete potete cambiare in uno dei tantibox di cambio .   Si accetta anche  l’Euro sia in contanti che per pagamenti elettronici. In alternativa ci sarebbero stati altri collegamenti come bus  (Lek 400 ,  € 4 ),  o transfer privati.

Il nostro  hotel Eder di Tirana  è stata una buona scelta perché a buon prezzo , con prima colazione, elegante e dotato di tutti i comfort.  La sua posizione centrale è stata strategica per girottollare  indisturbati . Si trovava a dieci minuti a piedi da  piazza Skandeberg , cuore pulsante di Tirana e centro nevralgico istituzionale dell’Albania. Da cui si diramano tutte le più esclusive attrazioni  su cui si è sviluppato l’ itinerario dei primi giorni. Se siete dipendenti da Google map per orientarvi, munitevi di una eSim Holafly per avere una connessione internet attiva e perenne! Inoltre prima della partenza ci siamo diretti verso altre località limitrofe suggestive e pittoresche.

Tirana in una settimana . Perchè andarci? 

Con il suo clima Mediterraneo (meno in estate!)  Tirana   può ospitarvi tutto l’anno. I motivi per regalarsi anche un slo weekend sono tanti . Una quantità infinita di svaghi dentro e alle porte della metropoli è il fattore X per molti giovani , che però non trascurano affatto il suo ricco patrimonio culturale , artistico , architettonico e culinario che si insinua in ogni angolo della metropoli.

Nota per la sua colorata architettura risalente all’era ottomana, fascista e sovietica Tirana è la porta d’accesso per esplorare l’Albania. Incastonata tra possenti montagne e vicina alla Macedonia del Nord,  Tirana fu  fondata nel XVII secolo.  Ogni invasore lasciò  traccia della sua conquista e  acquisì importanza quando fu dichiarata capitale dell’Albania nel 1920. Dalla  resistenza fascista al 2025 Tirana è una prova  della resilienza e dell’evoluzione dell’ AlbaniaIl divario tra povertà e innovazione è abissale, ma è proprio questo il suo fascino . Oltre alla meraviglia dei suoi tesori visitabili a partire da  piazza Skandeberg , salotto cittadino da cui è iniziata la mia avventura. Questo quadrato di storia è stracolmo di ristoranti, chioschi, negozi, che distraggono piacevolmente tra un punto d’interesse e un altro.

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1.     Piazza Skandeberg

Piazza Skandeberg , intitolata al patriota nazionale è di  forma quasi piramidale e irregolare. Misura 22 metri e racchiude vedute estremamente eterogenee tra loro a seconda dell’ora. Ci stanno le strutture più innovative , da quelle governative e istituzionali  al lussuoso  Tirana International Hotel.  La pavimentazione è stata frutto di un restauro del 2015, ed è qui che gli albanesi chiacchierano, si incontrano tra i divani colorati in plastica e fanno sport.

Piazza Skandeberg è un continuo via via di lavoratori che addentano qualcosa tra una pausa e un’altra nel bel mezzo di qualche manifestazione. Tutto avviene sotto lo sguardo protettivo della statua equestre di Skandeberg (Paskali, 1968) che fu fatta in occasione del cinquecentenario della morte del cavaliere senza paura. Fino al 1991 c’erano anche le statue di Lenin e Hoxa.

Quando era un mercato

Agli inizi del 1900 piazza Skandeberg era un semplice polo commerciale , uno scalo di merci con le sue vestigia antiche mal conservate e attorno tante case basse. Il suo aspetto attuale riqualificato è del periodo dell’occupazione italiana quando si innalzarono fabbricati fascisti . Tra cui quello della Banca Nazionale dell’Albania.

Peccato che l’adiacente  Museo di Storia Nazionale era chiuso perché in fase di ristrutturazione. Inaugurato nel 1981, è facilmente riconoscibile grazie al grande mosaico che si trova sulla sua facciata. Internamente vanta una collezione di 3.600 oggetti che raccontano la storia albanese con una sezione dedicata al comunismo.

 

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2.     Torre dell’Orologio

La Torre dell’Orologio di Tirana  è del 1811 e fu fatta da   Et’hem Bey Mollaj, autore dell’omonima moschea adiacente.  Conosciuta localmente come Kulla e Sahatit, presenta uno stile architettonico misto ma è di forgia prettamente ottomana. Ha un solo ingresso , ha pianta quadrata . Di poi le furono aggiunti un tetto in stile veneziano e un balcone, che la portarono a 35 metri di altezza dopo i lavori di restauro del 1928. Si può salire fino in cima per avere dei panorami fenomenali su Tirana.

Sebbene l’interno sia in pietra, le sue scale erano originariamente in legno , poi sostituite da quelle in ferro (90 gradini a spirale). Nella parte centrale della torre ci sono griglie di ventilazione per fare entrare  aria fresca e l’ illuminare . Nella parte superiore dei locali ci sono il meccanismo e la campana dell’orologio.

  • Orari: Lunedì, mercoledì e sabato 09:00 – 13:00 e 16:00 – 18:00 . Chiuso Domenica

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3.     Moschea Et’hem Bey

La Moschea Et’hem Bey (in albanese Xhamia e Et’hem Beut fu fatta nel 1789 su commissione del turco Molla Bey e venne ultimata nel 1823. Fu sempre stimata come fondamentale per la preghiera ed è sopravvissuta a tutte le vicende più nefaste dell’Albania . Si può ritenere  una fortuna che si è risparmiata dal degrado e dall’abbandono perché è un’oasi di spiritualità che è in grado di isolare il fedele dal caos esterno.

Le decorazioni fitte degli interni sono il suo segno indistinguibile come quelle del porticato a motivi floreali che sono rare nell’arte islamica. Proprio perché sono state affrescate da maestranze veneziane. Se non c’è il momento della preghiera si può anche dare liberamente un’occhiata, ma copritevi le spalle (info posizione e orari )  . Se non avrete nulla per farlo, vi daranno una stola all’entrata .

4.     Cattedrale della Resurrezione di Cristo

La Cattedrale della Resurrezione di Cristo (in albanese Katedralja Ngjallia e Kristhtit)  racchiude l’arcidiocesi di Tirana, Durazzo e tutta l’Albania. Fu voluta nel 1865 ma dopo varie vicende fu consacrata nei primi decenni del 2000. Per certo è la terza cattedrale più  spettacolare  di questo genere nei Balcani.

Si articola in maniera circolare ed è  dotata di un’enorme cupola intarsiata con un  mosaico del Cristo Pantocratore, ed è arricchita  di una grande iconostasi in marmo. Nella cattedrale c’ è panche un anfiteatro, un piccolo museo, una sala presentazioni, una biblioteca e una sala per mostre. Non si paga per accedervi (info posizione e orari) .

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5.     Mercato Pazari i Ri

 Pazari i Ri vuol dire letteralmente “nuovo mercato” ed è dove gli albanesi amano stare quando vogliono fare la spesa e scambiare due parole. Fu il Re Zog a ordinarlo e chiaramente è mutato di molto per i vari interventi di riqualificazione cessati nel 2017. Non splende per grandezza e non è proprio eccezionale . Ma è molto folkloristico e fino alla tarda sera si può spiluccare qualcosa di buono.

Il Mercato Pazari i Ri è sormontato da una tettoia e ovunque ci si può sedere per degustare qualche specialità o bere qualcosa . Ci sono più di 150 commercianti tra bancarelle che vendono ogni cosa: carne, pesce fresco, frutta, verdure, miele, tabacco, souvenir, spezie, formaggi, te, olive, olio

  • Orari : tutti i giorni, lunedì – domenica,  07:00 / 22:00

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6.     Castello di Tirana

Il Castello di Tirana  o Fortezza Giustiniana è un’antica fortificazione usata dai Bizantini (XIV sec. )  contro i loro persecutori. Anche i Turchi la riutilizzarono per lo stesso motivo , per cui è come un libro dove sfogliare  lo scorrere dei secoli di Tirana.  I resti  della fortezza si riassumono a  un muro alto 6 metri di  e tre torri . Queste caratteristiche difensive lo  aiutarono a resistere alle sfide poste dalle varie forze d’invasione.

Dal dicembre 2018 all’interno delle mura fortificate è stato creato una sorta di  bazar  all’area aperta : boutique, ristorantini chic, e gallerie d’arte . Questa sua commercializzazione  è stata una strategia  illuminata, che ha avuto la duplice funzione di custodire il castello e integrarlo con il resto dell’area urbana. A pochi passi se volete spendere soldi potete fare shopping nel gigantesco Centro Commerciale Toptani . Altri sono: Ring center e l’ ETC GaleriaVi  assicuro che lafa sofferta a Tirana in una settimana in questi paradisi delle compere si è sconfitta a suon di aria condizionata!

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7.     Piramide di Hoxha

La Piramide di Hoxha è stato un mausoleo/museo rivestito di marmo bianco del dittatore defunto Hoxha fatto dalla figlia l’architetto Pranvera  per celebrare le sue gloriose imprese! Alla morte del comunismo iniziò a disgregarsi nel 1991.  L’impresa faraonica fu abbandonata e il corpo di Hoxha fu riesumato e collocato presso il Cimitero dei Martiri , in un cimitero normale alla periferia di Tirana. La piramide, che se osservata da lontano sembra un’ aquila con le ali aperte, divenne presto un simbolo surreale del deterioramento dell’Albania postcomunista.  Uno specchio che rifletteva la  follia del sistema, che teneva la popolazione generale in povertà e senza libertà.

Diversi investitori tentarono di fare rivivere questo scempio  modernista, senza successo: da una pinacoteca, a un centro congressi fino a un night club fino a studio televisivo. Ci furono proposte per abbatterlo che sfociarono nella comune decisione di farne uno spazio per intrattenimento e laboratorio informatico. Di fatto si è sfruttata la base dandole un aspetto più moderno con l’aggiunta di scalini che permettono di arrampicarsi per ammirare Tirana dall’alto.

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8.     Boulevard Dëshmorët e Kombit 

Il Boulevard Dëshmorët e Kombit (G.  Bosio , 1939 -1941) in italiano è tradotto come  viale dei Martiri della Nazione, ed  è una delle arterie primarie  di Tirana.   Inizialmente era stata battezzata  in onore del re Zog .  Dopo l’invasione italiana del 1939, fu rinominata  Viale dell’Impero. Vi si svolgevano parate significative, tra cui quella del Giorno della Liberazione e la Festa dei lavoratori.

Si snoda dalla piazza Scanderbeg e  termina nella piazza Madre Teresa,  che di sangue albanese si vide glorificare in tutta l’Albania solo dopo la cessazione del regime totalitario. Lungo questo viale si trovano molti edifici istituzionali:  il Palazzo Presidenziale, l’Ufficio del Primo Ministro, il Palazzo dei Congressi e l’Università di Tirana. Avrete capito che servono scarpe comodo per trotterellare per Tirana  in una settimana !

Cucina albanese e gemme nascoste

Qualcosa che mi ha davvero entusiasmato a Tirana è stato assaggiare la cucina albanese. Piatti di montagna, della campagna e della costa regalano al palato sapori unici e pieni. Di base la cuisine albanese  è sostanziosa e rustica .  Non si discosta dalla dieta Mediterranea di cui ne sposa i principi: ingredienti freschi  e di stagione. Carni, verdure, pesci e squisiti formaggi si alternano dalla colazione al pranzo alla cena con tanto di salse e intingoli .

Abbiamo a che fare con un’assortita cornucopia di ricette e tecniche che ne riflettono la storia e la geografia con una netta ascendenza di ricette turche, italiane e  greche. Su tutto prevale la semplicità delle preparazioni delle pietanze,  lasciando la  sperimentazione a qualche chef stellato di  Tirana.

3 posti dove mangiare tipico a Tirana

Tirana . Secondo giorno. 4 assaggi di Tirana 

  1. Zuppe: la Jahni me fasule con deliziosi fagioli bianchi. Un’altra è la Tarator allo yogurt;
  2. Piatti unici: Il Byrek è una torta salata farcita con carne, spinaci o formaggio;
  3. Carni: Si distinguono il  Tavë Kosi, che è agnello al forno con yogurt e riso. Di pregio sono gli stufati : il Tasqebap ( con salsa di pomodoro e miele),  il Fërges  (fatto  di manzo) , e il Rosto me salcë kosi  (un arrosto con panna acida). Sfiziose sono pure le Qofte : polpette di carne, spesso di manzo, condite con spezie;
  4. Dolci: Per pulirsi la bocca divorate il Baklava, una pasta    fillo con miele e noci. E per smaltire dirigetevi verso queste chicche di Tirana raccontate qui in basso .

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1.     Cattedrale di San Paolo

Ultimata nel 2001 la Cattedrale di San Paolo   è un inno al cattolicesimo e a San Paolo, il cui simulacro domina la sommità dell’edificio . Triangolare è molto lineare e dalle pareti lisce, spicca per una vetrata evocativa che riporta i volti di Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. Della martire e profeta  c’è anche una statua all’entrata sulla destra.

I suoi interni sono minimali e piuttosto spogli con panchine per le preghiere e un altare per le messe dietro il quale è appeso un crocefisso. È stata consacrata il 26 gennaio 2002 e visitata da Papa Francesco il 21 settembre 2014, durante il suo viaggio apostolico a Tirana. L’ingresso è gratuito.

  • Orari: tutti i giorni 9:00 -14:00 ;  16:00- 19:00

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2.     Blloku  e lo Sky bar di Tirana

Il Blloku  (Blocco) nasce sotto il regime comunista .  In origine  era una zona residenziale per i pezzi forti del partito. Il quartiere era disseminato da eleganti ville (tra cui quella per Hoxha) progettate da architetti italiani nel dopoguerra. Il tutto  per esibire potere e privilegio in netto contrasto con le condizioni di miseria  in cui stava la maggior parte degli albanesi .

 Soldati armati sorvegliavano l’ intero perimetro, perché il cittadino comune non vi aveva accesso .  L’elitè dei politici  doveva restare  isolata dagli altri . Con l’adozione della democrazia da parte dell’Albania  il Blloku subì una straordinaria metamorfosi. Quello che ritrovate adesso sono ambasciate, caffè, ristorantini , ecc. Quello che prima era un’asse di divisione e disuguaglianza  ora è un chiaro segnale di apertura verso una transizione liberale  della nazione.  Nelle immediate vicinanze se avete voglia di fare una bella pazzia fatevi trasportare dall’ascensore in cima al lounge bar roteante dello Sky Club . Osservare Tirana da lassù su sedici piani nel buio della notte  è un qualcosa che mi rimarrà sempre nell’anima. Co mio padre e mia madre abbiamo anche provato la birra locale, niente male ! Se volete strafare ballate all’infinito in uno di questi ritrovi strepitosi: Radio Bar, Colonial Cocktail Accademy, Duff Sports bar, Check point e Local kitchen & beer.

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3.     Casa delle Foglie

Se state a Tirana in una settimana incastrateci anche la  Casa delle Foglie . Questo è un museo (2017) dei servizi segreti albanesi sotto Hokha, la già citata Sigurimi. La necessità di avere un corpo militare per sostenere la sua  politica dittatoriale fu vitale per eliminare ogni forma di rivolta dei dissidenti! In sostanza è una casa a due piani denominata così per le rampicanti che si abbarbicano sulle sue mura. Nel 1931 fu una  clinica ostetrica , poi fu anche il quartier generale  della Gestapo durante l’assedio di Hitler .

Passeggiare per le 31 sale della Casa delle Foglie significa capire come il regime reagiva  contro i  cittadini sospettati di opposizione. A centinaia furono spiati e interrogati,  finivano in prigione o venivano uccisi.  Oltre a innumerevoli dispositivi di sorveglianza, il museo espone decine di documenti originali che descrivono in dettaglio il funzionamento segreto della Sigurimi.

Le stanze degli interrogatori sono dotate di supporti visivi . Questi mostrano come i prigionieri venivano persuasi  a confessare attraverso l’uso della violenza fisica. Non sorprende che ci siano anche una camera oscura per lo sviluppo delle pellicole fotografiche . E un laboratorio per l’analisi delle impronte digitali e l’identificazione di tracce di sostanze chimiche pericolose. Il giardino ospita alcune installazioni artistiche e l’ingresso a un tunnel sotterraneo protetto da spesse porte di cemento.

  • Orari: Tutti i giorni dalle 9 alle 19;
  • Prezzo : 700 Lek (€ 6)

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4.     Bunk’Art 2

Indubbiamente di Tirana in una settimana quello che mi ha stravolto è scendere nel Bunk’Art 2 ( info posizione, orari e costi). Questa  è stata l’occasione per riflettere sul destino tragico dell’Albania durante il governo egemonico di Hoxha. Si stima che vennero fatti circa 700 mila  bunker per proteggere la macchina governativa da possibili attacchi nucleari. Ma non capitò nulla di tutto questo. Gli albanesi hanno restituito altra funzione a queste tane affossate (Bunk’ Art 1 è qualcosa di simile ma è in periferia ) .  Tra cui quello di musei per non dimenticare ! Gli artefici di questo progetto furono  due   giornalisti  Carlo Bollini e  Admirina Peçi .

Non appena ho varcato  varca la soglia del Bunk Art 2,  mi ha sconvolto l’oscurità  e il freddo,  perché si sta sottoterra. Lo stesso gelo mi ha pervaso la pelle quando ho letto sotto la luce fioca delle lampadine delle placche. Le scritte erano sull’orrore del regime comunista e la repressione senza filtri. I massacri compiuti contro i ribelli erano inauditi e disumani.  Sono stati  tutti immortalati in , documentari visivi, e i resti di macchinari usati per  le torture. Il tutto disposto in vari corridori stretti e lunghi, come le voci registrate che raccontavano gli abusi dei campi di lavoro a cui furono destinati (1960) .

Tirana in una settimana.Terzo giorno: Durazzo 

Un tassista  (6.000 Lek- € 60 andata e ritorno) ci ha lasciato a  Durazzo ,  la seconda città più popolosa dell’Albania dopo Tirana (113 249 abitanti).   Rimane celebre  per le sue spiagge, il centro storico e i siti archeologici. Di sangue illirica, fu un’ avamposto dei  greci626 a.C. ). Dappresso vi si stanziarono :  RomaniBizantini, BulgariOstrogoti e slavo-serbi. Nel XIII secolo  fu contesa tra Venezia e Costantinopoli, Normanni e Angioini. Dopo gli Ottomani, ( quattro secoli) fu proclamata  capitale del principato d’Albania (1912)  ed ebbe parecchio potere fino al 1920  nei diversi stadi d’evoluzione della moderna Albania

Siamo scesi proprio nel  porto  di Durazzo, gigantesco e molto efficiente per traffici commerciali e turistici. Ci ha dato il benvenuto con delle statue in bronzo di rock star del calibro di John Lennon e panchetti rossi  nel suo lungomare ,  costellato  di locali ultramoderni.

Purtroppo mi ha deluso  la qualità dell’acqua era  putrida e rifugio per piccioni. Mi chiedo come facciano a esserci cosi  lungo questo tratto di mare  tanti lidi , sebbene siano super attrezzati . Mi hanno segnalato dei passanti che ci sono delle spiagge migliori:   Ohana e Portez, Plazhi i Golemit, Durrës Beach. Se Durazzo non è assolutamente da preferire come metà balneare, vale la pena ciondolare per la  sua old city, che è uno scrigno di gemme percorribili a passo lento. Ci ho trascorso  mezza giornata, per cui ho tralasciato le moschee, il Museo Archeologico e altro ancora , ma ho contemplato i suoi monumenti più rappresentativi descritti qui  giù.

Anfiteatro Romano

L’ Anfiteatro Romano (II sec.  d.C. ,  Traiano) sorge accanto la magnifica  piazza Liria  di Durazzo (aperto:  tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00 ; prezzo : 300 Lek – € 3) .  Aveva una capacità di 20.000 spettatori e serviva per i  combattimenti di gladiatori e altri giochi antichi. L’anfiteatro è stato scoperto di recente nel 1966.

La cavea misura  136 metri, con scalinate adagiate su una zona collinare.  Nel 2004, l’Università di Parma si è messa in discussione per riavviare gli scavi ma ancora il tutto è in condizioni di degrado . La noncuranza dell’amministrazione comunale ha riguardato anche degli scavi archeologici  vicino il  Teatro Aleksandër Moisiu . Qui ci sta il  Foro Bizantino ( VI sec. d.C) , una piazza attorniata  colonne con capitelli corinzi e le Terme romane (I sec. d.C. )

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Torre Veneziana

La Torre Veneziana è ciò che rimane di una vecchia fortezza bizantina (491-518, Anastasio I) .   Fu progettata specificamente per essere armata di artiglieria, e fungeva da punto di osservazione cruciale per il monitoraggio dell’area circostante.

Nel 2022-2023 la Torre Veneziana è stata mutata nel  Centro di Interpretazione del Patrimonio Albanese . Lo scopo è quello di  riguardare la storia albanese attraverso  strumenti multimediali all’avanguardia. Tra queste, visori VR, audioguide, proiezioni multimediali .

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Tirana in una settimana. Quarto giorno: Dajti Ekspres (funivia)

La funivia Dajti Ekspres (info mezzi da Tirana ) è  la più lunga di tutti i Balcani. Fu completata nel 2005 e inaugurata il 28 luglio dello stesso anno.  Con i suoi 4350 metri di lunghezza  collega l’hinterland di  Tirana con la sommità del monte Dajti. Ci sono a disposizione trenta cabine ( per otto persone) . Si  scala  a circa 4,5 metri al secondo e si completa  il tragitto in salita in soli 15 minuti.

Quando si è giunti a destinazione  mancava il fiato per la bellezza dei paesaggi straordinari su  Tirana   e  sulle colline circostanti. Se si ha un meteo fantastico si scorge anche il mare Adriatico .  Oltre ad una trattoria molto rustica e con pizze stratosferiche in questo eldorado si possono fare varie attività:

Tirana in una settimana.  5  giorno: Kruja 

Kruja (600 metri di altitudine)  è stata una piacevole e graditissima escursione per addentrarsi nell’entroterra montuoso dell’Albania . Tutto stupendo se tralascio come io , mia madre e mio padre ci siamo capitati. Decisi a utilizzare i mezzi albanesi ci siamo diretti alla stazione degli autobus di Tirana , da cui Kruja sta a 40 km . Non sapevamo che c’erano dei diretti  , e siamo incappati a un cambio a Fushe Kruje. Non lo fate anche voi!

Un’avventura disastrosa perché in questo piccolo comune siamo incappati in un’ autista  improvvisato che ci ha fatto patire le pene dell’inferno. Il fatiscente furgone aveva poche seggiole per passeggeri, di cui molte erano riservate a galline e cipolle fresche! Come non bastasse, si era rotto il radiatore poi rinfrescato con del liquido sporco. Ma la genialata è stata il pezzo di spago adoperato per tenere fermi gli estremi della portiera posteriore del catorcio a quattro ruote! Appena si è sfracellata anche questa ci ha pensato un ragazzone a tenerla chiusa  per venti minuti di corsa con entrambi i palmi!  Meno peggio il rientro su un camioncino verde (info e orari ) ! Sorvolo volentieri sul come dirigersi a Kruja, e mi soffermo sul suo splendore .

Cosa vedere e fare a Kruja: castello e museo di Skandeberg

Kruja  è una tappa irrinunciabile se si è in Albania. La sua storia è strettamente connessa con quella del paese ed è nel Medioevo che si è distinta . Perché è stata la roccaforte di Skanderbeg contro l’invasione ottomana (XV sec.). Questo è un castello collocato  in alto a una via principale , che   accoglie con un bazar . Quest’ultimo è detto anche   Pazari i Vjetër  (XVII sec.) ed è un susseguirsi di botteghe in legno .  Si  vendono  manufatti artigianali e souvenir : ceramiche, tappeti, utensili in legno e gioielli in argento. Una delle tante architetture che i turchi hanno fatto nei secoli avvenire della ripresa della città (1478) .

Il Castello di Scandeberg (IV – V sec.) una volta completato fece parte delle guarnigioni Bizantine. Al suo interno è visitabile il Museo Skanderbeg, contenente oggetti risalenti all’epoca del condottiero omonimo. Nel XIX secolo, Kruja partecipò attivamente al Risveglio Nazionale Albanese, un movimento per l’indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano, raggiunta nel 1912.

  • Orari: il castello è sempre aperto;  il museo dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, chiuso il Lunedì.

Tirana in una settimana. Conclusioni

Tirana offre molto ai visitatori . Mi riprometto di tornare per potere ammirare altre grandiosità: villaggi sperduti, laghi, fiumi ,  valli , arenili dorati. Mi aspetteranno le misteriose cittadine di  Scutari, Berati, il sito archeologico di Butrinto , l’ entroterra meridionale con Përmet e l’ultimo fiume selvaggio d’Europa Vjosa .

Spassandomela a Tirana in una settimana ho calpestato la terra di e enormi aree verdi internamente alla città e anche fuori.  Qui ci si  rilassa veramente e si  sta freschi  all’ombra di qualche albero fronzuto.   Tra questi : il Grand Park di Tirana , il Parco della Gioventù, i Giardini Botanici di Tirana, e il Parco Nazionale Dajti  che è quello che mi ha entusiasmato di più.

Dopo Tirana in una settiman ? Il mio sogno è però quello di rotolare verso il sud dell’Albania verso la cosiddetta Riviera albanese che oltre il mare offre splendidi alberghi e resort dove potersi rilassare con tutta la famiglia. Questa comprende oasi come: Valona ,  Saranda ,   Dhërmi, Gjipë, Jalë, Himara, Qeparo, Borsh, Lukova e Pulebardha .

Info utili per Tirana in una settimana:

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Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

“πάντα ῥεῖ, pánta rheî “/ “Tutto scorre”

Eraclito

Corfù  , cosa fare 5 giorni nell’isola

Senza dubbio l’isola di Corfù non è un fazzoletto di terra da esplorare in un solo weekend . Posta tra il nostro stivale e l’Albania è infatti la seconda (dopo Cefalonia) più estesa (613,6 km²) dell’arcipelago delle isole ionie.  In aggiunta alla sua grandezza, si rimane davvero esterrefatti dal suo ricco patrimonio storico, artistico, culturale. E soprattutto dalla varietà dei suoi paesaggi. Si passa dal mare alla montagna, dalla collina alla sua capitale omonima, base perfetta dei miei itinerari che vi propongo in questo articolo.

Sicuramente l’isola di Corfù (110. 000 abitanti) è un luogo ideale dove trascorrere le proprie  vacanze . Ci sono tante buone ragioni. Prime fra le mille motivazione  c’è la sua bellezza sconvolgente. Poi perché l’isola di Corfù  fa gola essendo facile arrivarci dall’Italia sia in aereo che  in traghetto . Non guasta che bene va per tutte le tasche, ed è adatta sia a chi cerca pace,  sia a chi va a caccia di divertimento. Inoltre ci si può andare con gli amici, in coppia o con i bambini. Insomma,  non manca davvero nulla per fare un’esperienza indimenticabile. Buona lettura!

Corfù città

A metà Luglio sono atterrata all’aeroporto Internazionale di G. Capodistria  . Non ci ho messo tanto ad arrivare a Corfù città  (4 km dal centro e raggiungibile con bus , taxi, o transfer), , dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2007. Scegliere il capoluogo come base del mio tour è stata una scelta felice.

Questo non solo perché è uno scrigno di tesori da scoprire (motivo per cui le ho dedicato 3 giorni!).  Ma anche perché è  molto organizzata a livello logistico. Specialmente la old city , dove ho alloggiato. Questa zona è assolutamente l’anima pulsante dell’atollo greco. Suo fulcro nevralgico da un punto di vista economico e politico, sede di uffici pubblici, banche, scuole, e  prestigiose università.

Perchè andare nell’isola di Corfù? 

Ve la consiglio vivamente la old city per il vostro soggiorno perché :

  • C’è tanto da vedere e fare in giro per le sue strade lastricate di marmo su cui si adagiano nobili palazzi, chiese e musei;
  • Offre tante strutture  moderne per dormire e di ogni fascia di prezzo (booking.com);
  • A pochi passi ci sono due linee di bus . Esse  collegano tutta l’isola di Corfù spendendo poco. Una è quella locale che è di colore blu . L’altra è quella di colore verde per le rotte extra urbane (qui maggiori info);
  • La  movida notturna. piena e vivace ;
  • Si può contare su un’ infinità di ristorantini e bar dovedeliziarzi  con il meglio della tradizione in fatto di  cibo e  vino

Corfù città, Grecia o Europa?

Corfù città  è un luogo in cui il vecchio e il nuovo si fondono per creare uno spirito decadente e romantico. Praticamente un’atmosfera unica e introvabile altrove in Grecia. Questo accade perché 4 secoli di dominazione veneziana, e poi francese e  inglese  l’hanno trasformata in una piccola Europa.  Nonstante ciò, la sua essenza mediterranea rimane inalterata,  manifestandosi ovunque sotto varie forme.  A partire dal blu cobalto del suo mare che abbaglia!

Mi raccomando, portatevi scarpe comode! Perché  Corfù città  è vasta e piena di attrattive! Ne sanno qualcosa le mie gambe! Non mi ha fermato neppure il caldo estivo, perché all’occorrenza ho approfittato dei tanti beach bar a disposizione.

Cosa fare in caso di troppo caldo nell’isola di Corfù?

E non appena ho avuto voglia di fare una pausa le alternative sono state davvero tante:

  • Sorseggiare un calice di retsina davanti un tramonto al rooftop dell’hotel Cavalieri o Arcadion!
  • Fare shopping negli eleganti negozi sparsi dappertutto. Good news: non esistono centri commerciali! ;
  • Acquistare nei tanti bazar dei souvenir da portare via come ricordo. Qualcuno di essi è di gran pregio. Come i manufatti in legno di ulivo e i prodotti a base di kumquat. Quest’ultimo è un piccolo agrume simile ad un mandarino (4 cm). Insieme all’olio , e il miele,  è il vanto nazionale. Da esso si ricavano liquori, caramelle, saponi, profumi, ecc.

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Primo giorno. 6 cose da fare a Corfù città.

Corfù città  è davvero sicura, compatta e facile da perlustrare. Chiaramente il mio primo itinerario è partito dal suo centro storico, ovvero il suo nucleo primitivo. Esso è delimitato da due fortezze , una vecchia e una nuova. Della prima che si apre a est sul mare vi accennerò più avanti . La Fortezza Nuova a ovest è lineare e massiccia. Un esempio di architettura militare veneziana fatta sotto la supervisione dell’architetto Ferrante Vitelli tra il 1576 e il 1645. Domina dall’alto il porto vecchio e Quello che resta è una porta di accesso (una delle quattro intagliate nelle mura cittadine). Questa reca il simbolo veneziano del Leone di San Marco. Rimaneggiata dagli inglesi nel XIX secolo le sue fortificazioni comprendevano 700 pezzi di artiglieria con una portata stimata fino alla costa albanese. Essa è formata da un castello e altre strutture che ora sono adibite per:

Nel centro storico di Corfù città  si può percepire l’impronta degli invasori stranieri. Tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio in architetture sofisticate e complesse.  Qualcuna delle quali oggi è lasciata un po’ all’abbandono. Un cumulo di contrasti dunque, ma risiede proprio in questo il suo fascino. Può capitare di sedersi in un elegante cafè scrutando la gente ben vestita che passa. Oppure può succedere di  rispondere al sorriso cortese di vecchi signori che giocano a carte. O ancora si possono fissare per qualche minuto delle lenzuola bianche che svolazzano al soffio di un timido vento. Tutto questo è Corfù città  e molto altro ancora!

1 Campiello 

Campiello è il quartiere a nord di Corfù città  che vanta origini antichissime. Popolato in maniera esponenziale ha assunto un tratto multietnico. E le sue abitazioni , con soffitti in legno e tegole hand made , sono  a più piani. Questo per contenere le numerose persone che vi ci si sono stanziate.

Pieno di gioielli dell’architettura bizantina e veneziana Campiello  mi ha colpito per i suoi vicoli stretti o kantonuia , come si dice in greco. Questo è davvero il punto forse più autentico dell’isola, dove i commercianti sbrigano i loro affarri.  Un vero e proprio ritrovo per giovani, anziani, e forestieri in cerca di qualche scatto perfetto. In questi paraggi fate un salto anche qui:

2 Chiesa della Santissima Vergine  Spiliotissa

Chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa  è anche conosciuta come Mitropolis per via della piazza in cui sorge (di fronte al porto vecchio) . Abbiamo a che fare con la cattedrale ortodossa di Corfù. È del 1577 ed è stata restaurata in stile barocco. Di notevole impatto è la larga scalinata che conduce all’imponente portale ornato da un rosone. La facciata intera e di colore porpora con decori in marmo.

Dentro si custodiscono le spoglie della Santa Teodora di Augusta. Questa è stata un’imperatrice bizantina canonizzata nel IX secolo, le cui reliquie sono arrivate a Corfù città  da Costantinopoli. Da non dimenticare le numerose icone bizantine come quella della Madonna Dimosiana e le altre della Scuola Ionica ad opera di Damaskino, Tzane e Paramithioti.

3 Cattedrale di San Spiridone

La Cattedrale di San Spiridone è inconfondibile con il suo alto campanile  rosso ispirato alla Chiesa di San Giorgio a Venezia. Se si alzano gli occhi ovunque voi siate a Corfù città è impossibile non notarlo. Risale al  1590 ed è custode dei resti di Spiridione di Trimitonte, che è il santo patrono dell’isola di Corfù.  Questi è stato un pastore cipriota del  IV secolo, che ha compìuto numerosi miracoli. Le sue ossa sono conservate in una teca  d’argento (si dice che profumino di basilico). Vengono portate in processione per la festa patronale (Settimana Santa e Agosto) per celebrare l’aiuto di San Spiridone a Corfù città contro un attacco dei Turchi nel 1453. Tantissimi sono i pellegrini che lo onorano oggi .

Sui fianchi laterali della Cattedrale di San Spiridone si aprono due differenti ingressi per consentirne l ’afflusso dei fedeli.  L ’esterno è decisamente pulito, e slanciato verso l’altro terminante con l’apertura di finestre e di un portale. Internamente è a navata unica, che è sormontata da un soffitto a cassettoni con cornici d’oro.  Altri decori sono pregiati affreschi e icone dal tema sacro.

4 Museo Arte Asiatica al Palazzo Reale

Il Museo di Arte Asiatica è stato fondato dal diplomatico greco Gregorios Manos (1850-1928) . Esso raccoglie tutta l’arte e le antichità dell’Estremo Oriente e  dell’India . Si è ampliato  nel 1973 con delle donazioni di 400 opere provenienti dall’Asia. Al presente gode di un riconoscimento a livello mondiale per il valore e la molteplicità delle sue collezioni . Esse sono così suddivise:

Le mostre del Museo di Arte Asiatica sono esposte non solo come capolavori, ma in modo tale da illustrare sia le somiglianze che le differenze dell’arte di ogni paese e periodo. Esso ingloba inoltre:

  • Laboratori specializzati nel restauro della carta, del legno, della ceramica e dei metalli;
  • Uffici e magazzini;
  • Un archivio fotografico;
  • Una ricca biblioteca;
  • Una moderna aula magna.

5 Palazzo Reale

Nel 1919 il  Museo di Arte Asiatica  è stato sistemato nel magnifico Palazzo di San Michele e San Giorgio ( o Palazzo Reale) . Quest’ultimo è la struttura più significativa, lussuosa e imponente del dominio inglese, ( 1814 – 1864) che protesse la riunificazione  delle isole Ionie con il resto della Grecia. Originariamente è stata abitata dal governatore Sir Thomas Maitland,  e ha ospitato pure l’Ordine di San Michele e San Giorgio.

A cavallo delle due guerre mondiali il  Palazzo di San Michele e San Giorgio  è stato utilizzato come contenitore per varie emergenze. Rinnovato dopo gli anni ’50 esso si distingue per il suo stile neoclassico e la pietra maltese di cui è fatto. Al piano interrato ci sono le sale espositive, alcune delle quali sono destinate ai cimeli del senato ionico.

6 Spianada

La Spianada è il maestoso polmone verde (adibito spesso a campo da cricket, da buon retaggio inglese!)   che divide Corfù città dalla Fortezza Vecchia . Si chiama così perché deriva da una parola veneziana che significa ‘aperta ‘.  Questo perché si fa riferimento a tutta quella superfice qui demolita dalla Serenissima  (1576) per inserire i cannoni e proteggere la sua colonia.

La Spianada  è uno dei siti più popolari di Corfù città ed è considerata la piazza più grande dei Balcani. Ad arricchirla c’è vicino il Liston , che è il celebre colonnato con tanti localini strapieno di turisti a ogni ora. Questo porticato è stato fatto da Matthew de Lesseps su modello della Rue de Rivoli di Parigi nel XIX secolo. Inizialmente pare che solo una stretta cerchia di persone in lista potessero accedere dentro il loggiato (da cui il nome!). Tra le altre perle nelle vicinanze merita un accenno il Duomo dei Santi Giacomo e Cristoforo in stile rinascimentale. A navata unica con sei cappelle laterali fu eretto nel XVI secolo e  distrutto dai bombardamenti dei tedeschi del  ‘43 e poi rifatto nel 1970.

7 Fortezza Vecchia

Vi consiglio di fiondarvi nella Fortezza Vecchia   soprattutto al calare del sole che sprofonda lentamente all’orizzonte. Mi ringrazierete! Qui è dove cercare l’insediamento primordiale di Corfù città che ha la sua genesi come paleopoli nella penisola di Kanoni . Per raggiungerla si attraversa un ponte che dà su un fossato. Fu iniziata dapprima dai bizantini e poi conclusa nel XVI secolo  dai veneziani  per contrattaccare i Turchi .

Alla fine di una galleria si entra nella cittadella che vanta un complesso straordinario che riassumo qui di seguito in breve:

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Secondo giorno. Altre 6 cose da fare a Corfù città.

Non avrei mai pensato che il quartiere ebreo di Corfù città fosse così suggestivo. Mi ci sono addentrata presto la mattina per scattare delle foto e immortalare gli scorci più belli. Devo ammettere che ogni tanto ho avvertito il fastidio dell’afa. Quando l’ho sentita tutta addosso sono corsa ai ripari all’ombra dei balconi adorni di bouganville e altri fiori colorati. Tutte le volte che ho voluto scovare qualcosa di nuovo mi è sempre bastata una semplice passeggiata!

Proseguendo verso sud di Corfù città mi sono completamente persa nello splendore di questo angolo che è incredibilmente magica. La calura a mezzogiorno è stata al suo picco. Qui ho rimediato con un tuffo a mare che,  pur essendo quello del porto, è stato limpido come un cristallo. Abbellito da un vecchio mulino , questo tratto cittadino è molto frequentato perché comodo da raggiungere per i bagnanti. Poco più in là mi sono inoltrata nella tenuta reale di Mon Repos  da cui dopo mi sono avviata verso la deliziosa cittadina di Kanoni . Qui ho assistito a una sfilata di moda davanti uno scenario da copertina: una vecchia chiesa greca e isolotti costellati da ville magnifiche e imponenti. Per capire meglio le meraviglie di cui sto parlando date un’occhiata in basso!

1 Sinagoga

Come accade in ogni parte del mondo anche a Corfù città   gli ebrei si sono rifugiati a seguito della loro diaspora. Hanno cominciato a colonizzarla dall’occupazione degli Angioini fino a quella dei veneziani che li hanno protetti e salvaguardati per interesse. Gli ebrei si sono fatti valere come abili banchieri . E poiché hanno sempre fatto comodo sono stati spesso esentati da tasse. Questo fatto insieme ad altri privilegi hanno scatenato l’ira degli altri cittadini che hanno lottato per  recluderli in un ghetto.

Delle quattro sinagoghe ne rimane solo una al civico 4 di via Velisariou risalente al XIX sec. Si tratta di un complesso monastico con finestre ad arco e facciate quasi disadorne. Dentro è colmo di preziose iconografie di importanti pittori (Kantounis, Koutouzis). Nel primo livello ci sono gli uffici della comunità ebraica e la sala funeraria. Al secondo invece c’è l’area di culto. Inoltre, una targa esterna ricorda i natali del celebre scrittore Abraham Albert Cohen (1895-1981)

2 Casa Parlante

Tra tutte le gemme di Corfù città   mi ha particolarmente entusiasmato la Casa Parlante in Nikiforou Theotoki 16. Una tipica abitazione del XIX sec. che fa rivivere il benessere di quell’era che è stata la golden age dell’intera isola. Cioè di quando parecchi nobili hanno profittato delle speculazioni straniere.

Lo staff della Casa Parlante che mi ha accolto è stato molto professionale e gentile. Mi hanno fatto accomodare, e nell’attesa del mio turno mi hanno servito un distillato di rose. Buonissimo! Doveva essere lo stesso che era servito agli ospiti dei ricchi padroni. Nella  Casa Parlante  ci sono diverse stanze che raccontano i vari momenti della vita  quotidiana dei gentilizi isolani . Da come pranzavano a come prendevano il tè.  Da come educavano i figli all’uso della toilette. Dallo studio alle stanze della servitù. Gli attori sono stati dei robot esemplari che hanno interpretato i membri di una famiglia aristocratica di allora.

3 Museo Archeologico

Il Museo Archeologico  in Vrela Armeni 1  è del 1962 . Da principio è stato studiato per conservare i resti del  Tempio di Artemide in stile dorico ritrovato durante le guerre Napoleoniche. Il pezzo forte è una rappresentazione di Gorgone in pietra (590-580 aC),  che è la più antica di quelle rimaste dell’antica architettura greca.

Dal 1994 il  Museo Archeologico  raccoglie 1.600 reperti che narrano dalla preistoria alla tarda antichità dell ’isola di Corfù  . Le collezioni riguardano reperti di:

4 Windmill 

Dopo tanta cultura mi sono fermata per un bagno nella baia di Garitsa . Alla fine del molo fa bella mostra un mulino a vento detto Anemomylos . Questo è opera dei veneziani allo scopo di produrre grano. Fu ritoccato nel 1998 e caratterizza questo punto di Corfù città   . La Repubblica Marinara  del Veneto si è sempre  preoccupata di tutelare i suoi domini mettendoli in grado di provvedere a sè stessi .

Ci sono tanti bar e localini dove qui che è anche appellata in inglese windmill  .  Si può sostare sostare per mangiare o bere qualcosa. Non è necessario indirizzarsi troppo lontano per naufragare in mondi esotici distanti come le Maldive o simili. Dovremmo imparare ad apprezzare molto di più quello che è vicino a noi.

5 Mon Repos

In dieci minuti ho poi raggiunto un altro gioiello di Corfù città    , ovvero il parco di  Mon Repos    . Dentro questo bosco di 104 ettari ci si può comodamente venire per un picnic (portatevi qualcosa dietro perché non ci sono negozi) o per nuotare tra i pesci. Di forte impatto è una  villa estiva in stile neoclassico del 1924 fatta per volere  dell’Alto Commissario Frederick Adam .   Questa è  passata al principe Filippo marito della regina Elisabetta. .  Oggi è un museo che vanta svariati ritrovamenti (fatti tra il 1936 e il 1955) bizantini, suppellettili e vestiti dell’egemonia  britannica.

6 Kanoni

Kanoni è un delizioso posto di villeggiatura che fiancheggia l’aeroporto . Battezzata così  per un cannone dell’artiglieria francese ivi presente, fronteggia i simboli di Corfù città  . Questi sono:

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Terzo giorno. Ancora 4 cose da fare a Corfù città e dintorni

Corfù città  mi ha stregato. Il terzo giorno l’ho passato a contemplare le fortezze , altri musei e l’isolotto di Vido . Non ci sono parole per descrivere  la profondità della cultura corfiota e il fascino dei suoi paesaggi. Mi sono resa conto che qui hanno provato a convivere razze diverse nel corso dei secoli . E quello che ne è venuto fuori è una raltà cosmopolita che non ha nulla da invidiare ad altre capitali europee!

A Corfù città non ho mai smesso di provare forti emozioni , dal labirinto del suo  centro storico  fino  alle sue scogliere da sogno. Ovunque ho alzato gli occhi c’è stato un particolare che mi ha attratto. Questo modo di conoscere l’ambiente circostante è stata la mossa vincente. Staccarsi da una guida cartacea e vagare senza orologio o bussola, lasciarsi andare  ha indiscutibilmente  il suo perché !

1 Museo Bizantino di Antivouniotissa 

Il Museo Bisantino di Antivouniotissa  è un museo che celebra la gloria dell’arte bizantina che ha toccato l’apice della sua gloria durante la presenza dei veneziani. Creta ne è stata  il centro di massima diffusione.  Fino all’arrivo dei Turchi, quando parte del meglio delle maestranze si è catapultata a  Corfù città .

Al  Museo Bisantino di Antivouniotissa Vi si accede dalla monumentale scalinata di via Arseniou che costeggia il lungomare. Esso è ricavato su due palchetti della  Basilica di Panagia Antivouniotissa  (XV sec.) . Qui sono custodite icone rare firmate e anonime, oggetti in argento, abiti accuratamente ricamati e altro ancora. Nato grazie all’iniziativa dei suoi proprietari (le famiglie Mylonopoulos, Rizikaris e Scarpa) che lo donarono allo Stato Greco nel 1979,  è stato inaugurato nel 1984 . E non si  smette di celebrare la santa messa nelle feste mariane del 26 Dicembre e del 23 Agosto.

2 Vido

Vido invece è una piccola isoletta boscosa a un miglio da  Corfù città .  Ci sono delle  barchette che mi ci hanno portato con 4 euro (verificate sempre gli orari di persona). Essa è stata una roccaforte ottomana per gli assedi e dopo è stata trasformata in prigione. Durante la prima guerra mondiale vi si sono ritirati 150 000 soldati serbi in fuga dalla patria. Ci si sono confinati per fare la quarantena per la peste ed evitare epidemie per tre anni, ma  sono morti quasi tutti. I loro corpi sono stati consegnati al mare che qui è tristemente noto come blue grave. Per commemorare quel tragico evento è stato innalzato un mausoleo commemorativo dall’artista Nikola KnJazev nel 1936. A Vido si possono fare lunghe passeggiate fino alle spiagge seguendo le indicazioni della riserva naturale. Sono presenti anche punti di ristoro.

3 Gouvia  

Sinceramente Gouvia  non mi ha fatto impazzire. L’ho trovata molto commerciale. E  questo perché da  tranquillo villaggio di pescatori si è evoluta  in una località turistica molto affollata da tedeschi e olandesi. Per cui troppo cemento, cioè quello deli residence e degli hotel. Questi  fanno comodo ma quando sono tanti deturpano ogni cosa. In compenso il relax e il divertimento è assicurato specie  nel porticciolo turistico e nelle spiagge adiacenti.

L’unica nota positiva di Gouvia  è il panorama frontale con la Chiesa di Ypapantis . Essa è collegata al prоmοntoriо di  Kοmmeno da un ponte. Del 1713 è stata eretta durante la reggenza del doge Daniel Kombitsi. Si è deteriorata nei vari passaggi di proprietà delle famiglie Theotoki e Scarpa. Fino a quando nel 1996 Eleftherios Lingos si è impegnato per ripristinare la sua luce dalle fondamenta.

4 Ipsos

Ipsos  è al contrario più carina. C’è  una stretta spiaggia di ghiaia costellata da ombrelloni e lounge bar . Per lo più mi sono accorta che è per un target di giovanissimi. Posso affermare che mi ha un po’ più elettrizzato di Gouvia .  Sarà perché ho preso un fantastico Martini bianco in riva al mare e mi sono fatta coccolare dalle onde! In lontananza ho intravisto delle colline sinuose sulle quali si adagiavano delle ville molto eleganti abbracciate da giganteschi alberi.

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Quarto giorno a Nord dell’isola di Corfù

A nord l’isola di Corfù  fa da padrone  il Monte Pantokrator , che è la vetta più alta con i suoi 900 m di quota . Esso è  facilmente raggiungibile anche in bici.  Per gli appassionati di montagna e di trekking può essere sicuramente un diversivo. Da non farsi scappare è il paese fantasma di Perithia,  fiorente fino a quando è stato abbandonato nel 1960 . Si è ravvivato per una nicchia di forestieri curiosi che qui hanno la possibilità di trovarci tanta tranquillità.

Dalle cime del Monte Pantokrator lo sguardo a settentrione è rapito dalle distese di ulivi centenari (in tutto circa 4 milioni) piantati per fornire prima a Venezia olio per lanterne e insalate. Naturalmente adesso la produzione di olio extravergine di oliva è una considerevole risorsa economica nazionale.

Per continuare a nord verso  oriente e occidente sarete folgorati dall’infinità delle coste che da frastagliate si fanno via via più sabbiose. E se per caso capitate a Sidari l’obiettivo della vostra macchina fotografica sarà puntato su Capo Dastris. Questa scogliera aveva già conquistato l’attenzione di Lord Byron perché gli ricordava lo spettacolo naturale di Dover sul canale della Manica.

Kassiopi 

Kassiopi mi ha letteralmente folgorato. Fondata forse da Pirro , si affaccia a nord est dell’isola di Corfù  sulle coste albanesi.  Si è presentata in tutto il suo charme con una piazza centrale molto ben curata. Da qui mi sono poi diretta a perlustrare le sue sontuose insenature e la marina in cui sono attraccate barche di ogni tipo.

Di notevole impatto è anche il castello bizantino che l’ho però trovato in uno stato di totale abbandono. Non sono rimasta indifferente al candore della Chiesa di Panagia  Kassiopitra fatta su un precedente tempio di Cassius Zeus (in onore del quale è stato battezzato il borgo marinaro!).  Il suo aspetto attuale di chiesa romano cattolica è del XVI secolo . Ha subito varie modifiche sotto i veneziani.

Sidari

Continuando verso ovest da Kassiopi verso Sidari lungo  il tragitto in autobus ho dato uno sguardo ad Acharavi e Roda . Queste ultime sono amate dagli stranieri per la comodità di ogni tipologia di servizi turistici (essendo piene di spiagge poco profonde e sabbiose).

Ma se si vuole il massimo dello scenario Sidari è indiscutibilmente quello che fa per voi. Oltre a mille svaghi come una intesa vita notturna e sport acquatici come snorckeling e surf  il richiamo per antonomasia qui è il celebre Canal D’Amour. Questa è una calanca di arenaria che è stata modellata dal vento e dal mare , che a quanto pare porta fortuna a chi vuole sposarsi!

Paleokastrista

Paleokastritsa è un miracolo di due insenature e sei spiagge da favola per dimenticare ogni problema. Secondo la leggenda, sarebbe stata proprio questa l’ultima la fermata di Ulisse prima di fare ritorno a Itaca. La sua trasformazione da villaggio marinaro a destinazione turistica esclusiva è stato per merito dell’Alto commissario britannico Frederic Adam. Anche Guglielmo II  l’ha apprezzata tanto come soggiorno di un certo livello e tale è rimasto fino e dopo gli anni Cinquanta.

In questi paraggi vale la pena ammirare il castello di  Angelocastro   fatto da Michelangelo I, principe dell’Epiro (10 minuti di scalini!) . E ancora il villaggio montano di Lakones (se siete automuniti)  e il famoso Monastero Panagia .  In quest’ultimo  posso assicurare che esserci stata è stata una sensazione incredibile. Mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Una senso di pace mi ha pervasa quando mi sono addentrata nei meandri di questo spazio sacro. Accanto alla Grotta bar ho poi sorseggiato un caffè e mi sono sentita come a Positano nella Costiera Amalfitana.

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Conclusioni a Corfù

Purtroppo il mio viaggio nell’isola di Corfù  è durato poco. Ma presto tornerò perché me ne sono innamorata. Sarà perché somiglia molto alla mia Sicilia. Prima della partenza ho fatto un aperitivo a Imabari nello stabilimento balneare di Faliraki (sotto la old city) . Non c’è sabbia o ciottoli , ma una sorta di basamento da cui tuffarsi in mare non spostandosi molto dalla città. Ecco perché ho avuto difficoltà a ritagliarmi un posticino tutto per me!

Quando decidere di volare verso l’isola di Corfù ?. In verità ad ogni stagione, visto che il clima qui è mite tutto l’anno. Tuttavia è preferibile scegliere la primavera o i mesi di Giugno e Settembre, cioè di inizio e fine estate. Le temperature miti aiutano meglio ad apprezzare questo paradiso terrestre, a cui si possono aggiungere le vicine Paxos (una magnifica isola a sud ) e Saranda in Albania . Per info sulla prima cliccate su Ferryhopper e sulla su Finika lines  . Allora cosa aspettate a staccare il biglietto? Non esitate, perché sarà un’esperienza indimenticabile. D’altronde se Sissi , Guglielmo II, Filippo marito della regina Elisabetta e il miliardario russo Roman Abramovic hanno deciso di viverci ci sarà un perché ! Buon viaggio!

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Info generali su Corfù: 

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