“Ti auguro il meglio della vita,
un buon lavoro
delle relazioni soddisfacenti
un amore intenso
una casa piena di speranze
un gatto dal nome bizzarro…”
Peloponneso in 10 giorni
Cosa fare nel Peloponneso in 10 giorni? Una domanda a cui rispondo con questo articolo . Vi propongo degli itinerari da fare a est, sud e ovest di questo fazzoletto di terra mistico e selvaggio nella Grecia Meridionale. Il suo ricco patrimonio storico, culturale, paesaggistico ed enogastromico me ne ha fatto innamorare.
Indubbiamente volare come me a Luglio nel Peloponneso in 10 giorni potrebbe sembrare una follia perchè è alta stagione e caldo atroce. In realtà l’estate non è stata un grosso problema per godermi questo eldorado, perché è rinfrescato dalla brezza marina e lontano dal turismo di massa.
Il Peloponneso in 10 giorni è un regalo da farvi , perché vi farà immergere in una natura incontaminata: un arcobaleno dopo una pioggerella passeggera , sardine fritte consumate di fronte a degli scogli assaltati da granchi e gabbiani. Potrei continuare all’infinito. Girare in macchina il Peloponneso in 10 giorni è stata veramente un’esperienza alla ricerca della bellezza , di luoghi ameni, e della semplicità delle piccole grandi cose della vita. Cosa vi aspetta? Se volete saperlo, buona lettura!
Peloponneso in 10 giorni. Ma dove è ?
Il Peloponneso ( capoluogo Tripolis , 21379 km²) è una penisola circondata dai mari Ionio ed Egeo. Unito alla Grecia continentale dall’istmo di Corinto (6km , tagliato artificialmente nel 1893) e dal Ponte Rion Antirion (2024) ha delle coste che sono prevalentemente frastagliate.Nel suo entroterra e si elevano imponenti montagne, tra cui quelle del Taigeto (2404 mt) sono tra le più alte.
Attualmente la sua economia si basa prevalentemente sull’agricoltura, allevamento (baco da seta), industria (estrazione lignite) , e turismo.In seguito alla nuova delimitazione amministrativa nel Peloponneso si distinguono 5 unità regionali (con 595.062 ab. nel 2007) :
In aggiunta alle isole Saroniche ad est e le Ionie meridionali ad ovest il Peloponneso è costellato da rilevanti siti archeologici . Olimpia, Epidauro e Micene testimoniano la fioritura di quella grandiosa Antica Grecia , che tanto ha contribuito allo sviluppo del pensiero occidentale.
Come raggiungere il Peloponneso?
Il miglior modo di arrivare nel Peloponneso è in aereo (come ho fatto io da Pisa). L’aeroporto principale è quello internazionale Captain Vassilis Constantakopoulos di Kalamata. Il terminal (operativo dal 1959 è ammodernato nel 1991 ) è piuttosto piccolo e ci sono i servizi essenziali, come quelli per il transfer.
In alternativa altri scali sono quelli di:
Naturalmente per il Peloponneso si può prendere anche un traghetto da Bari, Brindisi, Ancona, Venezia e Trieste (operano su questa rotta Grimaldi Lines e Superfast Ferries) .
Peloponesso in 10 giorni. Tra storia e mito
Abitato sin dal Neolitico, e toccato dall’influenza dei Minoici di Creta (2700 a.C. – 1400 a.C. ), il Peloponneso è stato la culla della civiltà Micenea. Secondo leggenda il capostipite fu il re Tantalo ( XV-XI secolo a. C. ) . Da suo figlio Pelope si sarebbe originato il nome .
Subentrò l’ invasione delle popolazioni elleniche (2000 a.C.) , dei Dori (l XII secolo a.C.) e il predominio di Sparta (X-VIII sec. a.C.) , che resisté sino all’incedere dei Macedoni (IV a.C.). I Romani (II sec. a. C.) completarono la conquista delPeloponneso in modo definitivo. Con la crisi dell’Impero, subì l’incursione dei barbari , che si stanziarono e furono assimilati.
Dal Medioevo a oggi
Nel 1204 dopo la caduta di Costantinopoli i Crociati conquistarono il Peloponnesso e fu suddiviso in 12 baronie. I Bizantini (XIII sec. d.C.) , i Turchi (XV sec d. C.) , con un inframezzo di dominazione Veneziana (1685 e il 1718), completarono la sua occupazione .
La proclamazione della sovranità nazionale greca avvenne nel 1821 , che fu offuscata dalla presa dei Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la democrazia del 1975 , ci fu l’annessione alla NATO (1981) e alla CEE , mentre nel 2001 si festeggiò l’ingresso nell’Euro .
Il quadro politico del Peloponneso degli ultimi anni si è caratterizzato per la forte instabilità per ora mediata dall’ azione di Kyriakos Mitsotakis . Questi è capo partito conservatore Nuova Democrazia e Primo Ministro della Grecia .
Peloponneso in 10 giorni on the road
Ovviamente Peloponneso vuol dire viaggiare per ritrovarsi, rilassarsi ed esplorare anfratti sperduti. E ancora farsi travolgere dall’ospitalità dei greci. Per me il Peloponneso è stato un’avventura senza troppi fronzoli.
L’immensità e la bellezza degli spazi mi ha scatenato una serie dipendenza . Insomma mi è sembrato di vivere in un atollo di grosse dimensioni dove la primavera si prolunga fino a ottobre inoltrato. Se siete curiosi e volete staccare un biglietto, eccovi delle informazioni che vi potrebbero fare comodo.
Prima di partire
- Leggere qualche guida (Grecia Continentale, Lonely Planet , € 24,00, ) e articoli relativi nel web;
- Documenti: carta identità, o passaporto;
- Presa elettrica: uguale come in Europa;
- Prenotare con largo anticipo alloggi e mezzi. Si sa che la Grecia è economica, ma nei mesi caldi tutto raddoppia e c’è il rischio di rimanere senza nulla!
Soldi e cosa portarsi dietro
- Portatevi sempre cash a sufficienza. C’è l’euro e sono accettate tutte le carte. Però alcuni negozi o trattorie preferiscono contanti. O peggio nelle località più remote alcuni ATM possono finire i soldi, o non erogarli più per via della corrente che salta!
- Munitevi di scarpe comode e aggiungete qualche capo elegante per qualche occasione, i greci amano vestire bene!
- Se le temperature sono esagerate non fatevi mancare un cappello, crema ad alta protezione. E una bottiglia di acqua, perché non è sempre potabile (accertatevene).
Al vostro arrivo
- Lingua: Greco moderno, l’Inglese è molto parlato (talvolta anche il Francese, il Tedesco e l’Italiano);
- Religione: il cristianesimo ortodosso con libertà di professione di culto. Copritevi adeguatamente dentro i templi sacri (per le donne mettete in borsa uno scialle) ;
- Fuso orario: 1 ora avanti rispetto a Italia;
- Per telefonare: prefisso + 00 30 (Italia-Grecia)/ + 00 39 (Grecia-Italia). Con una sim Italiana il segnale è pressoché inesistente se non ne acquistate una in loco. A meno che non vi affidate ai social (Whatsup, Skype, ecc.) perché il il wi-fi free è quasi ovunque.
Trasporti e orari
- Mezzi di trasporto: sono piuttosto efficienti autobus, treni, traghetti, noleggio auto, motorini, e biciclette ! I taxi sono poco costosi, ma prima concordate il prezzo. E occhio alla guida dei greci, sono dei pazzi! Potete tranquillamente usare la patente europea per circolare, ma le strade non sono sempre delle migliori. Oltretutto il GPS non è sempre molto aggiornato se vi spingete troppo fuori dalla rete urbana. Non rimante mai senza delle mappe cartacee;
- Musei, e negozi: annotate giorni e orari di apertura/chiusura. I ristoranti: stanno aperti fino a quando hanno clienti, tirano fino a dopo l’una di notte. La mancia non è obbligatoria: ma gradita!
- Per evitare fraintendimenti: “sì” si dice “no” (/ne/), mentre “no” si dice “oki” (/oki/), giusto per evitare fraintendimenti! Brindate sempre dicendo “yamas”(/iamas/) : ovverro “alla salute”, porta bene;
Peloponneso in 10 giorni. Prima tappa : Messenia.
Il periplo del Peloponneso è partito su quattro ruote a noleggio a sud ovest. Precisamente in Messenia, che è costellata da vilaggetti, curiosi cimeli archeologici, coste immacolate , valli verdeggianti e cime incappucciate di neve.
Quello che più mi ha impressionato della Messenia è il contrasto tra la presenza di resort di lusso lungo la suggestiva Costa Navarino e la sua aria bucolica. Decisamente la Messenia può essere classificata come il punto più incontaminato della Grecia. Sede dell’antica Olimpia, luogo di nascita delle Olimpiadi, è un vero e proprio crogiolo di culture: con i resti di Sparta, i castelli veneziani e le strutture romane.
Messenia, la magia della quiete
Il mio tragitto è iniziato da Kalamata di cui vi dirò in dettaglio a breve , perché è quella in cui mi sono soffermata più a lungo. Il mio tour ha incluso queste perle del Mediterraneo:
- Koroni : è un’incantevole cittadina portuale veneziana su cui si affacciano casette squadrate , chiese di epoca medievale . Si può passeggiare tranquilli per le sue tortuose viuzze che portano a un grazioso castello;
- Methoni : altro paesino che sembra dipinto su una tela , apprezzato da molti greci per villeggiare. La sua principale attrattiva è una roccaforte veneziana del 1209 separata dalla terraferma da un fossato artificiale;
- Kyparissia: porticciolo che si allunga in un castello poco distante . Offre molte belle spiagge tra le quali vanno segnalate : Sani beach, Paralia Stomio, e Paralia Ai Lagoudis
- Kalo Nero: è stata una fermata prima di balzare alla Tenuta Merkouri a Korakochori per una strepitosa degustazione di nettari divini. Ne vale la pena sedersi su una panchina di questo caratteristico nucleo urbano , perché potrete immortalare il sole che scompare dietro l’isola di Zante.
Messenia e dintorni
I più audaci possono anche osare in Messenia :
- Arrampicata sulla penisola di Kardamili: per gli amanti dello sport esiste dal 2013 la falesia di Kalamitsi dove fare trekking e arrampicarsi su rocce calcaree;
- Escursione alle Cascate di Polilimnio: una piccola laguna verde smeraldo in cui affluiscono tanti corsi d’acqua che massaggiano la pelle e ti rimettono decisamente in sesto!
Kalamata, il cuore della Messenia
La capitale della Messenia è Kalamata ( 70.000 abitanti). Ci sono rimasta per un weekend . Ed è più che sufficiente per spassarsela. Non è una destinazione turistica molto gettonata, motivo principale che mi ha spinto a visitarla .
A parte le sue squisite olive ha avuto un po’ di notorietà solo nel 1995 grazie al richiamo del Kalamata International Dance Festival . Naturalmente il suo X factor non è solo la sua posizione strategica per perlustrare il Peloponneso, ma anche le molte attrattive distribuite su due livelli dell’urbe.
Kalamata nuova e lungomare Navarino
In basso si staglia Kalamata nuova, che è quella più moderna. Non aspettatevi chissà quali architetture sofisticate. Si tratta di un villaggione ristrutturato dopo il terribile terremoto del 1986.
Organizzato in modo disordinato non manca però nulla: supermarket, bar, bazar, banche, farmacie, panifici, pasticcerie, parchi giochi, ecc. Poco distante queso agglomerato di cemento mi ha sorpreso la vivacità del lungomare Navarinou (lungo 4km). Dotato di una pista ciclabile e molti alberi che fanno una gradita ombra , il lungomare Navarinou è il salotto di Kalamata.
Cosa fare nel lungomare Navarinou?
il lungomare Navarinou è il salotto di Kalamata.trabocca di ristorantini , e night clubs . Fatevi deliziare dalle prelibatezze greche e divertitevi fino a tardi, anche perhé i costi sono davvero più bassi rispetto all’Italia.
Particolarmente suggestive sono le mini crociere al largo che si fano a bordo di enormi navi ormeggiate nei vari moli. Si possono scandagliare al chiaro di luna scorci da fotografia ascoltando musica e sorseggiando birra. Oppure ouzo, raki, tsipouro, masticha, bevande tradizionali da testarre assolutamente!
Se si è alla ricerca di relax, sabbia dorata e fondi cristallini si può rotolare verso le vicine spiagge di Verga, lmyros Beach , Mantinia Bay, e Santova Beach. Un po’ più distanti (40 Km) ci sono atri litorali rinomati tra i quali quello di Voidokilia del tratto della magica Costa di Navarino.
5 cose da vedere Kalamata nuova
- Mercato popolare: fin dal primo mattino in questo cappannone gigantesco al coperto non meno di 450 venditori si incontrano ogni mercoledì e sabato per vendere una moltitudine di squisitezze culinarie;
- Galleria d’Arte Moderna Greca: espone dipinti, sculture e incisioni. Costruita nel 1962, rappresenta varie correnti artistiche dell’arte contemporanea internazionale. La collezione mette in mostra l’influenza dell’arte occidentale sugli artisti greci e la ricerca della grecità nelle loro creazioni;
- Club Equestre di Kalamata: offre lezioni di equitazione ed escursioni nei lidi di Kalamata. ! I cavalli sono tutti calmi, ben addestrati e adatti a ogni cavaliere;
- Parco Comunale Ferroviario : è un museo a cielo aperto ricco di vecchi veicoli ferroviari e locomotive. Edificato nel settembre 1986 rede un’ idea di come funzionavano i trasporti in Grecia un paio di secoli fa;
- Crazy Bloom (tutti i giorni operativo fino alle 20:00): se si viaggia con bambini, non c’è niente di meglio di un parco acquatico per farli giocare con gonfiabili.
Kalamata antica.
Situato nella parte settentrionale di Kalamata, l’old town è un caotico miscuglio di abitazioni, edifici neoclassici, chiesette e botteghe artigiane. Si nasconde in un labirinto di viuzze, che sono il palcoscenico per assistere alla quotidianità dei greci.
Signore eleganti che sorseggiano un caffè. Bambini che improvvisano una piccola squadra di calcio davanti a una fontanella. Le lenzuola bianche che svolazzano aggrovigliandosi alle bouganville che adornano i balconi. Il profumo del pane fresco che ti fa chiudere gli occhi e ripensare alla tua infanzia. E tanto altro ancora.
6 cose da vedere Kalamata antica
- Piazza del 23 Marzo di Kalamata : in posizione centralissima prende il nome dall’evento storico del 23 marzo 1821. cioè la guerra d’indipendenza greca contro l’Impero Ottomano . Altra piazza è quella di Vassileos Georgiou d el 1992 , da cui si snoda l’area pedonale di via Aristomenous , piena di boutique e invitanti caffetterie;
- Museo Archeologico Messenia: contiene tante testimonianze storiche della Messenia risalenti alla preistoria fino all’epoca bizantina. Non lontano c’è il Museo del folklore e della storia , che è un grosso archivio di manufatti vari e oggetti della Guerra d’indipendenza greca del 1821. Il secondo piano documenta la lunga tradizione tipografica di Kalamata;
- Castello di Isabeau: è adagiato sull’Acropoli di Farai , una lussureggiante collina ricoperta di pini. William Villehardouin , un cavaliere franco che conquistò l’Acaia, costruì la struttura nel 1208 (successivamente rifatta dai Veneziani e dai Turchi);
- Monastero dei Santi Costantino ed Elena: fu fatto nel 1796 dal monaco Gerassimos Papadopoulos. Ci sono due chiese principali: una, del XIII secolo e l’altra dell’ Elevazione della Santa Croce. Esso è stato un monastero greco-ortodosso per sole donne. Internamente c’è anche un laboratorio di seta producendo le famose sciarpe di Kalamata;
- Chiesa di Ypapanti: è in stile bizantino e fu eretta nel 1839 ed è dedicata in alla sacra icona della Vergine Maria, che risale al 672 d.C. Ha una struttura cruciforme con cupola e ampio nartece ed è dotata di due campanili. Subì vari danni per disastri naturali e venne più volte restaurata;
- Collezione Victoria Karelias : fruibile da poco (2017) per un’iniziativa privata ci ammirerete una raccolta di costumi e abiti nazionali greci degli ultimi due secoli. I capi sono esposti in manichini semoventi che sicuramente cattureranno la vostra attenzione.
Skitsofrenis: la street art di Kalamata
Qualche tratto del centro storico di Kalamata è ravvivato dalla street art di Costas Louzis . Questo eclettico artista e fotografo è nato vicino Sparta. Il suo nickname Skitsofrenis deriva dal fatto che dall’età di 7 anni era ossessionato dal dipingere ogni cosa vedeva intorno il suo piccolo villaggio. Nell’ottobre del 2008 gli è stato commissionato il primo murales nella strada dove abitava. Da allora in poi è stato un continuo crescendo.
Da molti anni Skitsofrenis adorna tanti muri urbani in tutta la Grecia, ma pure facciate diroccate in qualche campagna . I suoi soggetti (spesso fotorealistici o fumettistici) sono volti di animali e persone comuni (ma anche personaggi famosi o addirittura supereroi). I suoi temi sono quelli della pace, e della lotta contro ogni demone della società postmoderna e ogni forma di schiavitù.
Peloponneso in10 giorni. Cosa mangiare
Il segreto del successo della dieta mediterranea come stile alimentare sano si basa sulla santa trinità della gastronomia greca: cereali, olio d’oliva e vino . Il cibo per i greci non è stato mai solo una questione di sopravvivenza, ma un modo per stare in compagnia e sentirsi vicino agli dei.
Continente baciato dal sole, accarezzato dal vento, la Grecia con le sue alture e le sue rive è una cornucopia di alimenti di eccellenza. Ricette antiche che si tramandano da padre in figlio che fanno gola a tutti i tipi di palati. Ma cosa c’è di così straordinario? La freschezza, la stagionalità e la genuinità dei suoi ingredienti.
Storia della cucina greca
La cucina greca svela una miriade di sapori che derivano dalle influenze di chi l’ha invasa:
- L’ impero bizantino ha portato pane, riso, melanzane , bestiame, zucchero, spezie e salse complesse. Così come anche la frittura , diversi metodi di cottura al forno , e di preparazioni (salatura, essiccatura, affumicatura delle carni);
- I Turchi introdussero cannella, cumino, chiodi di garofano , vari tipi di dolci di pasta fillo , yogurt, agnello e l’appetitosa moussakà. Questa è una sorta di parmigiana ripiena di carne macinata e besciamella ispirata al piatto mediorientale musakhkhan. Elaborano anche alcune tecniche di preparazione come il ripieno di verdure e la cottura lenta della carne.
Peloponneso in 10 giorni . La sua cuisine
Ogni area geografica della Grecia può davvero ostentare un’identità culinaria unica, come il Peloponneso. Questi si presenta come un tappeto di vasti uliveti e agrumeti con molti prodotti certificati DOP o IGP:
- Mele di Tripoli;
- Le melanzane Tsakoniki;
- Il miele di Axion Esti;
- L’uvetta Korinthiaki Stafida Vostitsa ;
- Olio d’oliva Kranidi Argolidas , Lygourio Asklipiiou, Krokees Lakonias, Petrina Lakonias e Elaiolado Finiki Lakonias;
- Formaggio Sfela ( piccante , lo si spalma o si frigge);
Nel Peloponneso abbondano latticini, frutta e verdura, legumi, pesce selvatico e di allevamento. Nei campi i profumi dei narcisi selvatici si confondono con quelli della salvia e del timo.
In tavola non mancano le frittate fatte con i salumi, diversi tipi di pasta fritta, e regnano sovrane le erbe aromatiche come finocchio e aneto.
10 prelibatezze del Peloponneso
Antipasti
- Triglie al savoro : sono triglie marinate in un intingolo di olio, aceto, alloro , uvetta, aglio, rosmarino prima di essere fritte;
- Kagianas: sono uova strapazzate a cui si aggiungono pezzetti di pomodoro fresco e salsiccia ;
- Lalangia : sono come delle frittelle di pasta non zuccherata, fritti e conditi con miele . Sono molto presenti nelle festività natalizie;
- Chorta: verdure selvatiche che di solito vengono bollite e servite con il limone.
Zuppe, carni, pesci, e formaggi
- Zuppa Trahana: è una miscela di semola, farina di frumento mescolata con latte fermentato o yogurt. Si condisce con olio d’oliva, limone, brodo di pollo e formaggio sbriciolato;
- Syglino: sono carni affumicate e insaccati di suini magri , si insaporiscono con la salvia e l’arancia prima di farli e si servono con uova rustiche fritte e patate;
- Maiale, agnello , conigli e quaglie arrosto: dalle costolette alle braciole fino alle cosce intere, si beccano fatti alla griglia e rallegrano specialmente i pranzi domenicali;
- Gallo in salsa di pomodoro:è una specialità che si consuma insieme a uova o alle hilopites , che sono delle tagliatelle greche;
- Lagoto: lepre, maiale o manzo cucinato in salsa di pomodoro con aglio;
- Bogana: che è uno stufato di agnello con patate, si può avere anche con carne di montone, capra , e pollame con contorni di fagioli secchi, verdure, e cipolle;
- Pesce: abbondano i frutti di mare, polpo alla griglia, calamari fritti , pesce azzurro, e anguille. Si possono insaporire con questi tipi di salsa : la skordalia fatta con patate e aglio , e l’ avgolemono , che è una variante della nostra maionese;
- Feta: è un formaggio tradizionale greco (latte di pecora e capra), a pasta semidura ma friabile, bianchissimo e piuttosto salato (rimane a maturare in salamoia per un periodo che varia da due a tre mesi in una temperatura di 2-4. Altri da leccarsi i baffi sono il Myzithra e il Kefalotyri . Sono formaggi semiduri. Il primo pizzica ed è di pecora e capra . Il secondo è salato ed è buono da grattugiare .
Dolci
- Pastelli: sono una barretta energetica naturale prodotta con miele e semi di sesamo, che si coltiva abbondantemente a Salonicco;
- Galaktoboureko : un dessert composto da strati di pasta fillo che avvolgono un eccezionale ripieno di crema pasticcera;
- Diples: sono realizzati con un impasto soffice (farina e uova), che viene tagliato in strisce lunghe e sottili e poi fritte e ripiegate nell’olio. Una volta cotte vengono immerse in uno sciroppo di zucchero o miele e aromatizzate con cannella, succo di limone o noci grattugiate grossolanamente;
- Galopita: preparata a Messenia con latte fresco, semola fine, burro, uova, zucchero e, ovviamente, olio d’oliva.
Peloponneso in 10 giorni. Il vino
Senza dubbio qualcuno si starà domandando come mai la Grecia non è tra i grossi colossi europei per fare il vino. Eppure è proprio in questa nazione che il vino (dopo la Turchia) approda dall’Asia nel 2000 a. C . (attraverso i Fenici) e sbarca in Spagna e nelle colonie greche del sud Italia ( 730-720 a.C. ) . Colpa degli alti e bassi delle sue vicende storiche .
Originariamente il vino Grecia visse un’epoca d’oro (1600 a. C.) , anche se per lo più era legato alle celebrazioni religiose, politiche, filosofiche , teatrali e anche conviviali. Era per lo più dolce, qualcuno era anche particolarmente acido, e veniva allungato con l’acqua per non dare alla testa.
Il vino nel Medioevo
Nel Medioevo il vino divenne appannagio dei monasteri. Sotto il dominio bizantino fu una merce esportata dai Veneziani e con i Turchi perse molto del suo prestigio. Il rinascimento della viticultura in Grecia coincise con l’indipendenza nazionale del 1900 e dopo le due guerre mondiali.
Al presente l’enologia ha fatto passi da gigante e molti winemaker stanno lavorando sodo per il futuro del vino in Grecia adottando tecnologie moderne
Il vino oggi
La produzione di vino nella Grecia contemporanea è regolata dalle leggi della Comunità Europea (le prime erano del 1971) . Oggi il sistema legislativo riguarda:
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- Il riconoscimento di denominazioni di origine : OPAP, OPE , e i Topikos Oenos , che sono rispettivamente le nostre DOCG , DOC, e IGT ;
- La determinazione di regioni vinicole: quelle attuali sono la Macedonia, la Tessaglia, il Peloponneso, le Isole dell’Egeo e Creta;
- La tipologia delle uve: 300 sono quelle registrate (quelle internazionali sono una piccola percentuale) . Di queste una parte sono vitigni autoctoni a bacca bianca e rossa ;
- Le tecniche di coltivazioni e vinificazioni, e norme per l’etichettatura .
Peloponneso in 10 giorni. Le regione vinicole
Il Peloponneso dà alla luce dei vini sublimi perché il suo terroir è davvero eccezionale. La sua conformazione geografica eterogeanea consente la formazione di un microclima speciale, che consente giornate calde e notti fredde per sviluppare uve strepitose.
Il Peloponneso è principalmente vocato ai bianchi, che sono molto freschi e minerali. I rossi rappresentano una piccola percentuale, che di solito sono abbastanza corposi e destinati all’invecchiamento .
La superfice vitata del Peloponneso è di 19.400 ettari, ed è responsabile del 31% della produzione totale di vino greco . Le cantine sono circa 180, con appezzamenti ad altitudini che vanno dai 30 ai 1.000 metri sul livello del mare.
Nemea, Mantinia, Patrasso: l’oro rosso e giallo del Peloponneso
Ci sono da attenzionare 3 importanti sottozone vitivinicole nel Peloponneso :
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- Nemea : qui l’attenzione è puntata sui rossi fatti dal vitigno Agiorgitiko . I vini variano nello stile da potenti, ricchi e tannici a più leggeri ed eleganti, ma molti mostrano classe e longevità;
- Mantinia: è la patria di un vino bianco fresco , profumato ottenuto dalle uve semiaromatiche del Moschofilero, ampiamente ritrovabile intorno a Tripoli (somiglia al Gewürztraminer);
- Patrasso : si distinguono i bianchi fatti dal vitigno Roditis . Da riempire gli scaffali sono i vini dolci da dessert : quelli bianchi che sono il Moscato di Patrasso e di Rio (ottenuti da Moscato Aspro) , e quello rosso detto Mavrodafne di Patrasso .
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I vitigni del Peloponneso
I vitigni autoctoni principali del Peloponneso sono :
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- A bacca bianca: Moschofilero, Roditis, Moscato, Kydonitsa, Lagorthi, Monemvassia, Asproudes, Assyrtiko, Volitsa, Malagouzia, Petroulianos, Rokaniaris, Tinaktorogos, Fileri, Sklava;
- A bacca rossa: Agiorgitiko, Mavrodaphne, Avgoustiatis, Vertzami, Voidomatis, Volitsa, Thrapsa, Kolliniatiko, Black Kalavrytino, Black Corinth, Petrokoritho.
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Tenuta Mercouri, Korakochori, Messenia
La Tenuta Merkouri è sita a Korakochori . Già operativa da 140 anni appartiene alla famiglia Merkouris da 4 generazioni. A fondarla fu l’imprenditore Theodoros (1864) , che lavorando molto in Italia ci impiantò le prime barbatelle di Refosco. Si rinnovò piano piano tra il 1930 e il 1960. Nel 1987 si passò al lancio dei vini più in voga . A dirigerla al momento sono i fratelli Vassilis e Christos (società Ktima Merkouri SA).
Appena si mette piede nella Tenuta Merkouri stupisce la sua rigogliosa vegetazione attraverso cui si intravedono le baiette private. Un’oasi di palme, pini, cipressi, querce, cedri, agrifogli, allori , oleandri, mirti che si fa regno per volpi, lepri, ricci, furetti, e tartarughe, e pavoni .
All’interno di questa cornice si sviluppa la residenza di famiglia, i fabbricati della cantina, le cave sotterranee, la taverna , la stalla , un museo di attrezzi agricoli, e una cappella. Il tutto è un palco costante per eventi, concerti, e convegni scientifici.
Vitigni della Tenuta Mercouri
I vigneti (vecchi di 130 anni) della Tenuta Merkouri si estendono per circa 90 ettari . Si trovano nelle località Rupaki e Kavos. Questi sono terreni fertili e argillosi responsabili dei vitigni aziendali:
- Rossi: Mavrodafni, Agiorgitiko , Augustiatis, Refosco , Mourvedre, Sangiovese, Grenache rouge , Syrah; Merlot , Tourkopoula;
- Bianchi: Assyrtiko, Viognier, Malvasia Aromatica e Ribolla Gialla .
Vini Tenuta Mercouri
I filari della Tenuta Merkouri generano questi elisir sopraffini , che ho degustato e non dimenticherò mai:
- Domaine Mercouri /Cava Mercouri : ( Refosco e Mavrodaphne ) rossi intensi e di media robustezza;
- Antares /Avgoustiatis : (Avgoustatis e Mourvedre) rosso secco molto vellutato con tracce di pepe;
- Daphne Nera : (Mavrodaphne) ha colore viola brillante e verde con tannini soffici e un retrogusto persistente;
- Foloi (90% Roditis e 10% Viognier)/ Foloi Fumé (100% Roditis ) : sono i vini bianchi per eccellenza della casa vinicola . Dal giallo cristallino sanno di fiori , agrumi, mele verdi e pesche;
- Kallisto : (Assyrtiko e Robola) è un vino bianco secco che in bocca rimanda al cedro, al lime , e alla pera;
- Albariño : è un monovarietale dall’omonima uva ed è stato lanciato nel gennaio 2018. Un bianco fresco e soave, dal giusto corpo e con un’ acidità equilibrata;
- Coma Berenices : (100% Viognier) è un bianco profondo che riposa in botti di rovere francesi che ha un tocco di vaniglia e pane ;
- Lampadias : ( Agiorgitiko e Syrah ) è un vino rosato dal colore melograno brillante, e con note distinte di ciliegia e rosa;
- Belvedere : (Malvasia Aromatica ) è un vino bianco dolce dal colore biondo dorato con sentori di miele, arancia, e bergamotto;
- Chortais : ( Mavrodaphne ) è un vino dolce che rinvia alla prugna e caramello.
Peloponneso in10 giorni. Seconda tappa: il Mani
Con il suo aspetto arido il Mani si distende a sud del Peloponneso la cui punta più estrema è Capo Tainaron (o Capo Matapan). Qui gioca a nascondino Porto Kagio, un ritrovo per vacanzieri in cerca di pace e taverne. Le vette del Taigeto nel Mani scendono ripide fino a farsi circondare dalle spume delle onde marine.
Fino agli anni ’70 il Mani era accessibile solamente in barca o attraverso stradine di campagna. Nel sangue dei suoi cittadini scorre l’indomabilità dei vecchi manioti che lottarono sempre per essere liberi dal dominio degli stranieri. Adesso il Mani può considerarsi una valida opzion alle blasonate isole di Santorini e Mykonos per le vostre prossime ferie. Perché? Date un’occhiata a quanto segue.
Aeropoli , relitto Dimitrion a Valtaki, e Gythion
Su e giù per i tornanti del Mani dal finestrino della panda bianca in affitto mi ha distratto la visione di Limeni. Questo è un posticino fatto di villette in muratura bianca a grandi vetrate con piscine e alberi di limoni. Se vi state chiedendo quali sono le prinicpali destinazioni del Mani qualcosa di indimenticabile è stato passare per :
- Aeropoli: con le sue case-torre del XVIII e XIX secolo il suo centro storico è davvero come una cartolina. Sembra tutto un unico quartiere residenziale, in cui ci sono osterie e pub i stracolmi di persone. Molto apprezzate a pochissimi chilometri di distanza ci sono le Grotte di Dyros: 15 chilometri di mistero ancora in fase di esplorazione. La loro scoperta si deve agli speleologi Ioannis e Anna Petrochilos nel 1949;
- Gythion: questo luogo non è proprio il massimo , un insieme di bagni attrezzati per camperisti e turisti. Ma 5 km prima di giungervi fermatevi a Valtaki . Questa è una spiaggia su cui è arenato il relitto Dimitrio, una nave che , dopo strani episodi di contrabbando illegale di sigarette fra la Turchia e l’Italia, fu bruciata e abbandonata il 23 dicembre 1981.
Gerolimenas
Merita un cenno in più il borgo marinaro di Gerοlimеnаs , dal greco antico “sacro porto” . Scovato quasi per caso richiedendo a passanti su dove proseguire, me ne sono letteralmente innamorata.
Gerοlimеnаs abbaglia per le sue casette in muratura , per la sua baia a mezza luna , per i tavolini in legno delle locande di pesce fissi sul pietrisco liscio , e la pace dei suoi ritmi lenti .
Dove dormire
Vi consiglio di alloggiare all’affittacamere Akrotainaritis ( Gerolimenas 230 71, Grecia ; +30 2733 054205) , dove ho trovato accoglienza e uno spettacolo gratuito con psoto in prima fila sulle sue acque blu.
Nell’antichità Gerοlimеnаs fu un importante una roccaforte per difendersi dai pirati . In seguito si trasformò in uno snodo commerciale per il traffico merci e ci fecero anche impianti per lo smaltimento del ghiaccio e un mercato del pesce. Il boom del turismo lo attraversò negli anni ’80senza però aver intaccato il suo fascino di una Grecia autentica.
Patrick Leigh Fermor a colazione
Al mio risveglio la mattina pensavo a uno scrittore famoso che si era spinto fino a qui . Di questi me ne aveva parlato una signora conosciuta per caso a cena. Non potevo proprio ricordarmi il nome.
Intanto assaporavo la mia colazione tipicamente greca: succo d’arancia, caffè nero bollente, pane caldo, yogurt bianco e miele, marmellata fresca e uova sode.
Improvvisamente la mia attenzione cadde su una targhetta con su scritto qualcosa che recitava “Patrick Leigh Fermor fu qui”. Era lui l’intellettuale viaggiatore che scrisse il libro Mani, Viaggi nel Peloponneso, Adelphi . Un romanzo che è un omaggio alla sua esplorazione in questo paradiso lontano dalla civiltà
Mani, Viaggi nel Peloponneso, Adelphi
Patrick Leigh Fermor si stabilì nella vicina Kardamyli. Ho letto il suo diario che sinceramente non è molto scorrevole. Sarà perchè la Grecia che ha visto Fermor è quella tra la guerra d’indipendenza greca e il presente. Dunque moltissime delle usanze descritte sono pressoché estinte .
Tuttavia nella sua opera ho riscontrotato la stessa sensazione di beatitudine che si prova a essere in questo lato del globo, dove il silenzio è un dono e la luna è la tua unica compagna.
Peloponneso in 10 giorni. Terza tappa: Lakonia
La Lakonia sonnecchia tra i monti del Parnonas e del Taigeto. Ci sono dei sentieri da percorre in lungo e in largo per appassionati di camminate a quote elevate. Sparpagliate qui e lì ci sono vecchissime strutture difensive come Il castello di Geraki , che è del XIV sec. d. C. molto prezioso per le sue chiesette dagli affreschi interessanti ma piuttosto rovinati.
Non avendo avuto molto tempo a disposizione, rimando alla prossima volta un salto nell’isolotto caribico di Elafonisos e Sparta. Quest’ultima oggi deve essere molto diversa da quella che ho studiato a scuola! A quanto pare non sarebbe piena di esemplari monumenti, perché gli spartani erano guerrieri . Inoltre è rimasto ben poco delle glorie passate perché tutte smantellate e portate via dall’antiquario Michel Fourmont
Moltissimi paesini montanari in Lakonia sono praticamente spariti. Fatta eccezione per il Villaggio di Vamvakou , che si è rianimato nel 2018 per iniziativa di cinque amici. Dopo essere migrati all’estero sono rimpatriati fondando una cooperativa con lo scopo di ripopolarlo. E pare che ci siano riusciti.
Mistra e Monamvasia
La Lakonia attrae molti viaggiatori perché isolata dal resto del pianeta. Si può staccare la spina e restare immobili davanti la potenza e lo splendore del creato, come:
- Mistra : patrimonio mondiale dell’UNESCO, è una delle rovine archeologici più considerevoli del Peloponneso perché ne fu l’anima pulsante durante il Medioevo sotto i Bizantini. Uno scenario naturalistico sconvolgente che conserva : il Castello di Villehardouin , la Chiesa di Agia Sofia , la Chiesa Evangelistria, il Palazzo del Despota, la Cattedrale di Agios Dimitrios, e il Monastero Vrontochion (XII-XIV sec d.C.);
- Monamvasia: assolutamente occorre spostarsi in questa urbe in miniatura ricavata attorno a ciò che sopravvive di una fortificazione bizantina/veneziana/ottomana. Questo complesso architettonico era in decadenza e fu restaurato dai tedeschi. Ci sono una manciata di ristoranti e caffè, tutti piccoli e carini, e diversi alberghetti strepitosi.
Conclusioni. Il Peloponneso in 10 giorni
Per finire posso assicurarvi che la mia vacanza nel Peloponneso in 10 giorni è stata sensazionale. Una permanenza piuttosto lunga lì ridona voglia di mettere da parte l’orologio e ascoltare i ritmi del proprio essere. La mente si svuota e si concentra sulle meraviglie che ci circondano.
Il Peloponneso è per molti, ma non per tutti. Se siete molto sofisticati avrete modo anche di farvi viziare dalle varie catene alberghiere per VIP. Ma qui non ci si viene per stappare champagne e saziarsi di ostriche. Si sceglie apposta per alleggerirsi di quello che non ci serve realmente e che appesantisce l’esistenza. In definitiva si comprende quello che davvero è fondamentale per essere felici.
In questa sorta di gengiva deforme Eracle lottò contro il leone di Nemea, gli dei si mescolarono agli umani. Qui Paride di Troia fuggì con Elena e gli Argonauti salparono alla ricerca del Vello d’Oro. Il Peloponneso in 10 giorni mi è rimasto nel cuore. Tornerò presto a contemplare dove l’azzurro del cielo si confonde con quello del mare in contrasto con la neve che incappuccia le montagne nel freddo dell’inverno.
Info utili
Che libri leggere prima di andare nel Peloponneso
Cos’altro visitare nel Peloponneso
Festività e indirizzi utili nel Peloponneso