Peloponneso in 10 giorni

Peloponneso in 10 giorni

Ti auguro il meglio della vita, 

un buon lavoro

delle relazioni soddisfacenti

un amore intenso

una casa piena di speranze

un gatto dal nome bizzarro…

G. Anastasia , Correzione

Peloponneso  in 10 giorni

Cosa fare nel Peloponneso in 10 giorni? Una domanda a cui rispondo con questo articolo . Vi propongo degli itinerari da fare a est, sud e ovest di questo fazzoletto di terra mistico e selvaggio nella Grecia Meridionale.   Il suo  ricco patrimonio storico, culturale,  paesaggistico ed enogastromico me ne ha fatto innamorare.

Indubbiamente volare come me a Luglio nel Peloponneso in 10 giorni potrebbe sembrare una follia perchè è alta stagione e caldo atroce. In realtà l’estate non è stata un grosso problema per godermi questo eldorado, perché è rinfrescato  dalla brezza marina  e lontano dal turismo di massa.

Il Peloponneso in 10 giorni è un regalo da farvi , perché  vi  farà   immergere in una natura incontaminata: un arcobaleno  dopo una pioggerella passeggera , sardine fritte consumate di fronte a degli scogli assaltati da granchi e gabbiani. Potrei continuare all’infinito. Girare in macchina il  Peloponneso in 10 giorni è stata veramente un’esperienza alla ricerca della bellezza , di luoghi ameni, e della semplicità delle piccole grandi cose della vita. Cosa vi aspetta? Se volete saperlo, buona lettura!

Peloponneso  in 10 giorni. Ma dove è ?

Il   Peloponneso (  capoluogo Tripolis , 21379 km²) è una penisola  circondata dai mari Ionio ed Egeo. Unito alla Grecia continentale dall’istmo di Corinto (6km ,  tagliato artificialmente nel 1893) e dal Ponte Rion Antirion (2024) ha delle coste che sono prevalentemente frastagliate.Nel suo entroterra e si elevano  imponenti montagne, tra cui quelle del Taigeto (2404 mt) sono tra le più alte.

Attualmente la sua economia si basa prevalentemente sull’agricoltura, allevamento (baco da seta), industria (estrazione lignite) , e turismo.In seguito alla nuova delimitazione amministrativa nel  Peloponneso   si distinguono 5 unità regionali (con 595.062 ab. nel 2007) :

  1. Argolide   ( Nafplion)
  2. Arcadia ( Tripolis)
  3. Corinzia  ( Corinto)
  4. Laconia  (Sparta)
  5. Messenia  ( Kalamata)

In aggiunta alle isole Saroniche ad est e le Ionie meridionali ad ovest il  Peloponneso è costellato da rilevanti siti archeologici . Olimpia, Epidauro e Micene  testimoniano la fioritura di quella grandiosa  Antica Grecia , che tanto ha  contribuito allo sviluppo del pensiero occidentale.

Come raggiungere il Peloponneso?

Il miglior modo di arrivare nel   Peloponneso è in aereo (come ho fatto io da Pisa). L’aeroporto principale è quello internazionale Captain Vassilis Constantakopoulos di Kalamata. Il terminal (operativo dal 1959 è ammodernato nel 1991 ) è piuttosto piccolo e ci sono  i servizi  essenziali, come quelli per il  transfer.

In alternativa altri scali sono quelli di:

Naturalmente per il  Peloponneso si può  prendere anche  un  traghetto da  Bari, Brindisi, Ancona, Venezia e Trieste (operano su questa rotta Grimaldi Lines e Superfast Ferries) .

Peloponesso  in 10 giorni. Tra storia e mito

Abitato sin dal  Neolitico, e toccato dall’influenza dei  Minoici di Creta  (2700 a.C. – 1400 a.C. ), il  Peloponneso è stato la culla della  civiltà Micenea.  Secondo leggenda il capostipite fu il re Tantalo ( XV-XI secolo a. C. ) . Da suo figlio Pelope si sarebbe originato il nome .

Subentrò  l’ invasione delle  popolazioni elleniche (2000 a.C.) ,  dei  Dori (l XII secolo a.C.) e il predominio di Sparta (X-VIII sec. a.C.) , che resisté sino all’incedere dei Macedoni (IV a.C.). I Romani (II sec. a. C.) completarono la conquista delPeloponneso in modo definitivo.   Con la crisi dell’Impero,  subì l’incursione  dei barbari , che si stanziarono e furono assimilati.

Dal Medioevo a oggi

Nel 1204 dopo la caduta di Costantinopoli  i Crociati conquistarono il Peloponnesso  e fu suddiviso in 12 baronie.  I Bizantini (XIII sec. d.C.) , i Turchi (XV sec d. C.) , con un inframezzo di dominazione Veneziana (1685 e il 1718), completarono la sua occupazione .

La proclamazione della sovranità nazionale greca avvenne nel 1821 , che fu offuscata dalla presa dei  Tedeschi durante la  Seconda Guerra Mondiale. Dopo la democrazia del 1975 , ci fu l’annessione  alla NATO (1981) e  alla CEE ,  mentre nel 2001 si festeggiò l’ingresso nell’Euro .

Il quadro politico del  Peloponneso degli ultimi anni si è caratterizzato per la forte instabilità per ora mediata dall’ azione di  Kyriakos Mitsotakis . Questi è capo  partito conservatore Nuova Democrazia e Primo Ministro della Grecia .

Peloponneso in 10 giorni on the road

Ovviamente  Peloponneso vuol dire viaggiare per ritrovarsi, rilassarsi ed esplorare anfratti sperduti. E ancora  farsi travolgere dall’ospitalità dei greci. Per me il  Peloponneso è stato un’avventura  senza troppi fronzoli.

L’immensità e la bellezza degli spazi mi ha scatenato una serie dipendenza . Insomma mi è sembrato di vivere in un atollo di grosse dimensioni dove la primavera  si prolunga fino a ottobre inoltrato. Se siete curiosi e volete staccare un biglietto, eccovi delle  informazioni che vi potrebbero fare comodo.

 Prima di partire

Soldi e cosa portarsi dietro

  • Portatevi sempre cash a sufficienza. C’è l’euro e sono accettate tutte le carte. Però alcuni negozi o trattorie  preferiscono contanti. O peggio nelle località più remote  alcuni ATM  possono finire i soldi, o non erogarli più per via della corrente che salta!
  • Munitevi di scarpe comode e aggiungete qualche capo elegante per qualche occasione, i greci amano vestire bene!
  • Se le temperature sono esagerate non fatevi mancare un cappello, crema ad alta protezione. E una bottiglia di acqua, perché non è sempre potabile (accertatevene).

 Al vostro arrivo

  • Lingua: Greco moderno, l’Inglese è molto parlato (talvolta anche il Francese, il Tedesco e l’Italiano);
  • Religione: il cristianesimo ortodosso  con libertà di professione di culto. Copritevi adeguatamente dentro i templi sacri (per le donne mettete in borsa uno scialle) ;
  • Fuso orario: 1 ora avanti rispetto a Italia;
  • Per telefonare: prefisso + 00 30 (Italia-Grecia)/ + 00 39 (Grecia-Italia). Con una sim Italiana il segnale è pressoché inesistente se non ne acquistate una in loco. A meno che non vi affidate ai social (Whatsup, Skype, ecc.) perché il il wi-fi free è quasi ovunque.

Trasporti  e  orari 

  • Mezzi di trasporto: sono piuttosto efficienti autobus, treni, traghetti, noleggio auto, motorini, e biciclette ! I taxi sono poco costosi, ma prima concordate il prezzo. E occhio alla guida dei greci, sono dei pazzi! Potete tranquillamente usare la patente europea per circolare, ma le strade non sono sempre delle migliori. Oltretutto il GPS non è sempre molto aggiornato se vi spingete troppo fuori dalla rete urbana. Non rimante mai senza delle mappe cartacee;
  • Musei, e negozi: annotate giorni e orari di apertura/chiusura. I ristoranti: stanno aperti fino a quando hanno clienti, tirano fino a dopo l’una di notte. La mancia non è obbligatoria: ma gradita!
  • Per evitare fraintendimenti: “sì” si dice “no” (/ne/), mentre “no” si dice “oki” (/oki/), giusto per evitare fraintendimenti! Brindate sempre dicendo “yamas”(/iamas/) : ovverro “alla salute”, porta bene;

Peloponneso in 10 giorni. Prima tappa : Messenia.  

Il periplo del  Peloponneso   è partito su quattro ruote a noleggio a sud ovest. Precisamente  in Messenia, che è costellata da vilaggetti, curiosi cimeli archeologici, coste immacolate , valli verdeggianti e cime incappucciate di neve.

Quello che più mi ha impressionato della Messenia è il contrasto tra la presenza di resort di lusso lungo la suggestiva  Costa Navarino  e la sua aria bucolica. Decisamente la  Messenia  può essere classificata come il punto più incontaminato della Grecia. Sede dell’antica Olimpia, luogo di nascita delle Olimpiadi, è un vero e proprio crogiolo di culture: con i resti di Sparta, i castelli veneziani e le strutture romane.

Messenia, la magia della quiete

Il mio tragitto è iniziato da Kalamata di cui vi dirò in dettaglio a breve , perché è quella in cui mi sono soffermata più  a lungo. Il mio tour  ha incluso queste perle del Mediterraneo:

  • Koroni : è un’incantevole cittadina portuale veneziana su cui si affacciano casette squadrate ,  chiese di epoca medievale . Si può passeggiare tranquilli  per le sue  tortuose viuzze che portano a un grazioso castello;
  • Methoni : altro paesino che sembra dipinto su una tela ,  apprezzato da molti greci per villeggiare. La sua principale attrattiva è una roccaforte veneziana del 1209 separata dalla terraferma da un fossato artificiale;
  • Kyparissia: porticciolo che si allunga in un castello poco distante . Offre molte belle spiagge tra le quali vanno segnalate : Sani beachParalia Stomioe Paralia Ai Lagoudis
  • Kalo Nero: è stata una fermata prima di balzare alla Tenuta Merkouri  a Korakochori per una strepitosa degustazione di nettari divini. Ne vale la pena sedersi su una panchina di questo caratteristico nucleo urbano , perché potrete immortalare il sole che scompare dietro l’isola di Zante.

Messenia e dintorni

I più audaci  possono anche osare in Messenia  :

Kalamata, il cuore della Messenia

La capitale della Messenia è  Kalamata ( 70.000  abitanti).  Ci sono rimasta per un weekend . Ed è più che sufficiente per spassarsela. Non è  una destinazione turistica molto gettonata,  motivo principale che mi ha spinto a visitarla  .

A parte le sue squisite olive ha avuto un po’ di notorietà solo nel 1995 grazie al richiamo del Kalamata International Dance Festival . Naturalmente il suo X factor non è solo  la sua posizione strategica per perlustrare il  Peloponneso, ma anche le molte attrattive distribuite su due livelli dell’urbe.

Kalamata nuova e lungomare Navarino

In basso si staglia  Kalamata nuova, che è quella  più moderna. Non aspettatevi chissà quali architetture sofisticate. Si tratta di un villaggione ristrutturato dopo il terribile terremoto del 1986.

Organizzato in modo disordinato non manca però  nulla: supermarket, bar, bazar, banche, farmacie, panifici, pasticcerie, parchi giochi, ecc. Poco distante queso agglomerato di cemento mi ha sorpreso la vivacità del lungomare   Navarinou (lungo 4km). Dotato di una pista ciclabile e molti alberi che fanno una gradita ombra , il lungomare   Navarinou  è il salotto di Kalamata.

Cosa fare nel lungomare  Navarinou?

il lungomare   Navarinou  è il salotto di Kalamata.trabocca di ristorantini , e night clubs . Fatevi deliziare dalle prelibatezze greche e divertitevi fino a tardi, anche perhé  i costi sono davvero più bassi rispetto all’Italia.

Particolarmente suggestive sono le  mini crociere al largo   che si fano a bordo di enormi navi ormeggiate nei vari moli. Si possono  scandagliare al chiaro di luna scorci da fotografia ascoltando musica e sorseggiando birra. Oppure  ouzo, raki, tsipouro, masticha, bevande tradizionali da testarre assolutamente!

Se si è alla ricerca di  relax, sabbia dorata e fondi cristallini si può  rotolare verso le vicine  spiagge di Verga, lmyros Beach , Mantinia Bay, e Santova Beach. Un po’ più distanti (40 Km) ci sono atri litorali rinomati  tra i quali quello di Voidokilia del tratto della magica Costa di Navarino.

5 cose da vedere Kalamata nuova

  1. Mercato popolare: fin dal primo mattino in questo cappannone gigantesco al coperto  non meno di 450 venditori si incontrano ogni mercoledì e sabato per vendere una moltitudine di squisitezze culinarie;
  2. Galleria d’Arte Moderna Greca: espone dipinti, sculture e incisioni. Costruita nel 1962, rappresenta varie correnti artistiche dell’arte contemporanea internazionale.  La collezione mette in mostra l’influenza dell’arte occidentale sugli artisti greci e la ricerca della grecità nelle loro creazioni;
  3. Club Equestre di Kalamata: offre lezioni di equitazione ed escursioni  nei lidi di Kalamata. ! I cavalli sono tutti calmi, ben addestrati e adatti a ogni cavaliere;
  4. Parco Comunale Ferroviario : è un museo a cielo aperto ricco di vecchi veicoli ferroviari e locomotive. Edificato nel settembre 1986 rede un’ idea di come funzionavano i trasporti in Grecia un paio di secoli fa;
  5.  Crazy Bloom (tutti i giorni operativo fino alle 20:00): se si viaggia con bambini, non c’è niente di meglio di un parco acquatico per farli  giocare con gonfiabili.

Kalamata antica. 

Situato nella parte settentrionale di Kalamata, l’old town è un caotico miscuglio di abitazioni, edifici neoclassici, chiesette e botteghe artigiane. Si nasconde in un labirinto di viuzze, che sono il palcoscenico per assistere alla quotidianità dei greci.

Signore eleganti che sorseggiano un caffè. Bambini che improvvisano una piccola squadra di calcio davanti a una fontanella. Le lenzuola bianche che svolazzano  aggrovigliandosi  alle bouganville che adornano i balconi. Il profumo del pane fresco che ti fa chiudere gli occhi e ripensare alla tua infanzia. E tanto altro ancora.

6 cose da vedere  Kalamata antica

  1. Piazza del 23 Marzo di Kalamata : in posizione centralissima prende il nome dall’evento storico del 23 marzo 1821. cioè la guerra d’indipendenza greca contro l’Impero Ottomano . Altra piazza è quella di Vassileos Georgiou d el 1992 , da cui si snoda l’area pedonale di via Aristomenous  , piena di  boutique e invitanti caffetterie;
  2. Museo Archeologico Messenia:  contiene tante testimonianze storiche della Messenia risalenti alla preistoria fino all’epoca bizantina.  Non lontano c’è  il Museo del folklore e della storia , che  è  un grosso archivio di  manufatti vari e oggetti della Guerra d’indipendenza greca del 1821.  Il  secondo piano documenta  la lunga tradizione tipografica di Kalamata; 
  3. Castello di Isabeau: è adagiato sull’Acropoli  di Farai , una lussureggiante collina ricoperta di pini. William Villehardouin , un cavaliere franco che conquistò l’Acaia, costruì la struttura nel 1208 (successivamente rifatta dai Veneziani e dai Turchi);
  4. Monastero dei Santi Costantino ed Elena: fu fatto nel 1796 dal monaco Gerassimos Papadopoulos. Ci sono due chiese principali: una, del XIII secolo e l’altra dell’ Elevazione della Santa Croce. Esso è stato un monastero greco-ortodosso per sole donne. Internamente c’è anche un laboratorio di seta producendo le famose sciarpe di Kalamata;
  5.  Chiesa  di Ypapanti:  è in stile bizantino e fu eretta nel 1839 ed è dedicata in alla sacra icona della Vergine Maria, che risale al 672 d.C. Ha una struttura cruciforme con cupola e ampio nartece ed è dotata di due campanili. Subì vari danni per disastri naturali e venne più volte restaurata;
  6.  Collezione Victoria Karelias : fruibile da poco (2017) per un’iniziativa privata ci ammirerete una raccolta di costumi e abiti nazionali greci degli ultimi due secoli. I capi sono esposti in manichini semoventi che sicuramente cattureranno la vostra attenzione.

Skitsofrenis: la street art di Kalamata

Qualche tratto del centro storico di Kalamata è ravvivato dalla street art  di Costas Louzis . Questo eclettico artista e fotografo  è nato vicino Sparta. Il suo nickname Skitsofrenis deriva dal fatto che dall’età di 7 anni era ossessionato dal dipingere ogni cosa vedeva intorno il suo piccolo villaggio. Nell’ottobre del 2008 gli è stato commissionato il primo murales  nella strada dove abitava. Da allora in poi è stato un continuo crescendo.

Da molti anni  Skitsofrenis  adorna tanti muri urbani in tutta la Grecia, ma pure  facciate diroccate in qualche campagna . I suoi soggetti (spesso fotorealistici o fumettistici) sono  volti di animali e persone comuni (ma anche personaggi famosi o addirittura supereroi). I suoi temi sono quelli della pace, e della lotta contro ogni demone della società postmoderna e ogni  forma di schiavitù.

Peloponneso in10 giorni. Cosa mangiare 

Il segreto del successo della dieta mediterranea come stile alimentare sano si basa sulla santa trinità della gastronomia greca: cereali, olio d’oliva e vino . Il cibo per i greci  non è  stato mai solo una questione di sopravvivenza, ma un modo per stare in compagnia e sentirsi vicino agli dei.

Continente baciato dal sole, accarezzato  dal vento,  la Grecia  con le sue alture e le sue rive è una cornucopia di alimenti  di eccellenza.  Ricette antiche che si tramandano da padre in figlio che fanno gola a tutti i tipi di palati. Ma cosa c’è di così straordinario? La  freschezza, la stagionalità e la genuinità dei suoi ingredienti.

Storia della cucina greca

La cucina greca svela una miriade di sapori che derivano dalle influenze di chi l’ha invasa:

  • L’ impero bizantino ha portato pane, riso, melanzane , bestiame,  zucchero, spezie e  salse complesse. Così  come anche la frittura ,  diversi metodi di cottura al forno , e di preparazioni (salatura, essiccatura, affumicatura delle carni);
  • I Turchi introdussero  cannella, cumino, chiodi di garofano , vari tipi di dolci di pasta fillo ,  yogurt, agnello e l’appetitosa moussakà. Questa è una sorta di parmigiana ripiena di carne macinata e besciamella ispirata al piatto mediorientale musakhkhan. Elaborano anche alcune tecniche di preparazione come il ripieno di verdure e la cottura lenta della carne.

Peloponneso in 10 giorni . La sua cuisine

Ogni area geografica della Grecia può davvero ostentare un’identità culinaria unica, come il Peloponneso. Questi si presenta come un tappeto di vasti uliveti e agrumeti con molti prodotti certificati DOP o IGP:

Nel  Peloponneso abbondano latticini, frutta e verdura, legumi, pesce selvatico e di allevamento. Nei campi i profumi dei narcisi selvatici si confondono con quelli della salvia e del timo.

In tavola non mancano le frittate fatte con i salumi, diversi tipi di pasta fritta, e regnano sovrane le erbe aromatiche come finocchio e aneto.

10 prelibatezze del Peloponneso

Antipasti
  1. Triglie al savoro : sono triglie marinate in un intingolo di olio, aceto, alloro , uvetta, aglio, rosmarino prima di essere fritte;
  2. Kagianas: sono uova strapazzate a cui si aggiungono pezzetti di pomodoro fresco e salsiccia ;
  3. Lalangia : sono come delle frittelle di pasta non zuccherata, fritti e conditi con miele . Sono molto presenti nelle festività natalizie;
  4. Chorta:   verdure selvatiche che di solito vengono bollite e servite con il limone.
 Zuppe, carni, pesci,  e formaggi 
  1. Zuppa Trahana: è una miscela di semola, farina di frumento mescolata con latte fermentato o yogurt. Si condisce con olio d’oliva, limone, brodo di pollo e  formaggio sbriciolato;
  2. Syglino: sono carni affumicate e insaccati di suini magri  , si insaporiscono con la salvia e l’arancia  prima di farli e si servono con uova rustiche fritte e patate;
  3. Maiale, agnello , conigli e quaglie arrosto: dalle costolette alle braciole fino alle cosce intere, si beccano fatti alla griglia e rallegrano specialmente i pranzi domenicali;
  4. Gallo in salsa di pomodoro:è una specialità che si consuma insieme a uova o alle hilopites , che sono delle tagliatelle greche;
  5. Lagoto: lepre, maiale o manzo cucinato in salsa di pomodoro con aglio;
  6. Bogana: che è uno stufato di agnello con patate, si può avere anche con  carne di montone,  capra , e pollame con contorni di fagioli secchi, verdure, e cipolle;
  7. Pesce: abbondano i  frutti di mare,  polpo alla griglia, calamari fritti , pesce azzurro,  e anguille. Si possono insaporire con questi tipi  di salsa : la skordalia fatta  con patate e aglio , e l’ avgolemono   , che è una variante della nostra maionese;
  8. Feta:  è un formaggio tradizionale greco (latte di pecora e capra), a pasta semidura ma friabile, bianchissimo e piuttosto salato (rimane a maturare in salamoia per un periodo che varia da due a tre mesi in una temperatura di 2-4. Altri da leccarsi i baffi sono il Myzithra e il  Kefalotyri  . Sono formaggi semiduri. Il primo pizzica ed è di pecora e capra . Il secondo è salato ed è buono da grattugiare .
Dolci 
  1. Pastelli: sono una barretta energetica naturale prodotta con miele e semi di sesamo, che si coltiva abbondantemente a Salonicco;
  2. Galaktoboureko : un dessert composto da strati di pasta fillo che avvolgono un eccezionale ripieno di crema pasticcera;
  3. Diples: sono realizzati con un impasto soffice (farina e uova), che viene tagliato in strisce lunghe e sottili e poi fritte e ripiegate nell’olio. Una volta cotte vengono immerse in uno sciroppo di zucchero o miele e aromatizzate con cannella, succo di limone o noci grattugiate grossolanamente;
  4. Galopita: preparata a Messenia  con latte fresco, semola fine, burro, uova, zucchero e, ovviamente, olio d’oliva.

Peloponneso in 10 giorni.  Il vino 

Senza dubbio qualcuno si starà domandando come mai la Grecia non è tra i grossi colossi europei per fare il vino.  Eppure è proprio in questa nazione che il vino (dopo la Turchia) approda dall’Asia nel 2000 a. C . (attraverso i Fenici) e sbarca in Spagna e nelle colonie greche del sud Italia (  730-720 a.C. )    . Colpa degli alti e bassi delle sue  vicende storiche .

Originariamente il vino Grecia visse un’epoca d’oro (1600 a. C.) ,  anche se per lo più era legato alle celebrazioni religiose, politiche, filosofiche , teatrali e anche conviviali. Era per lo più dolce, qualcuno era anche particolarmente acido, e veniva allungato con l’acqua per non dare alla testa.

Il vino nel Medioevo

Nel Medioevo il vino divenne appannagio dei monasteri. Sotto il dominio bizantino fu una merce esportata dai Veneziani e con i Turchi perse molto del suo prestigio. Il rinascimento della viticultura in Grecia coincise con l’indipendenza nazionale del 1900 e dopo le due guerre mondiali.

Al presente l’enologia  ha fatto passi da gigante e molti winemaker stanno lavorando sodo per il futuro del vino in Grecia adottando tecnologie moderne

Il vino oggi 

La produzione di vino nella Grecia contemporanea è regolata dalle leggi della Comunità Europea (le prime erano del 1971) . Oggi il sistema legislativo riguarda:

Peloponneso in 10 giorni. Le regione vinicole

Il Peloponneso  dà alla luce dei vini sublimi perché il suo terroir è davvero eccezionale.  La sua conformazione geografica eterogeanea consente la formazione  di un  microclima speciale, che consente giornate calde e notti fredde per sviluppare uve strepitose.

Il  Peloponneso  è principalmente vocato ai bianchi,  che sono molto freschi e minerali. I rossi rappresentano una piccola percentuale, che di solito sono abbastanza corposi e destinati all’invecchiamento .

La superfice vitata del Peloponneso è di 19.400 ettari, ed è responsabile del 31% della produzione totale di vino greco  .  Le  cantine sono circa 180, con appezzamenti ad altitudini che vanno dai 30 ai 1.000 metri sul livello del mare.

Nemea, Mantinia, Patrasso: l’oro rosso e giallo del Peloponneso

Ci sono da attenzionare 3 importanti sottozone vitivinicole nel Peloponneso :

I vitigni del Peloponneso

I vitigni autoctoni principali del Peloponneso sono :

Tenuta Mercouri, Korakochori, Messenia

La Tenuta Merkouri  è sita a Korakochori . Già operativa  da 140 anni appartiene alla famiglia Merkouris da 4 generazioni. A fondarla fu l’imprenditore Theodoros (1864) , che lavorando molto in Italia ci impiantò le prime barbatelle di Refosco. Si rinnovò piano piano tra il 1930 e il 1960. Nel 1987 si passò al lancio dei vini più in voga . A dirigerla al momento sono i fratelli Vassilis e Christos (società Ktima Merkouri SA).

Appena si mette piede nella Tenuta Merkouri  stupisce la sua rigogliosa vegetazione attraverso cui si intravedono  le baiette private. Un’oasi di palme, pini, cipressi, querce, cedri, agrifogli, allori , oleandri, mirti che si fa regno per volpi, lepri, ricci, furetti, e tartarughe, e pavoni .

All’interno di questa cornice si sviluppa la residenza di famiglia, i fabbricati della  cantina, le cave sotterranee, la taverna , la  stalla , un museo di attrezzi agricoli, e una  cappella. Il tutto è un palco costante per eventi, concerti, e convegni scientifici.

Vitigni della Tenuta Mercouri

I vigneti (vecchi di 130 anni) della  Tenuta Merkouri   si estendono per circa 90 ettari . Si trovano  nelle località Rupaki  e Kavos. Questi  sono terreni fertili e argillosi responsabili dei  vitigni aziendali:

Vini Tenuta Mercouri 

I filari della  Tenuta Merkouri generano questi elisir sopraffini , che ho degustato e  non dimenticherò mai:

Peloponneso in10 giorni.  Seconda tappa: il Mani 

Con il suo aspetto arido il Mani si distende a sud del Peloponneso la cui punta più estrema è Capo Tainaron (o Capo Matapan). Qui gioca a nascondino Porto Kagio, un ritrovo per vacanzieri in cerca di pace e taverne. Le vette del  Taigeto nel Mani scendono ripide fino a farsi circondare dalle spume delle onde marine.

Fino agli anni ’70 il Mani  era accessibile solamente in barca o attraverso stradine di campagna. Nel sangue dei suoi cittadini scorre l’indomabilità dei vecchi manioti che lottarono sempre per essere liberi dal dominio degli stranieri. Adesso il Mani può considerarsi una valida opzion alle blasonate isole di Santorini e Mykonos per le vostre prossime ferie. Perché? Date un’occhiata a quanto segue.

Aeropoli , relitto Dimitrion a Valtaki, e  Gythion

Su e giù per i tornanti del Mani dal finestrino della panda bianca in affitto mi ha distratto  la visione di Limeni. Questo è un posticino fatto di villette in muratura bianca a grandi vetrate con  piscine e  alberi di limoni. Se vi state chiedendo quali sono le prinicpali  destinazioni del Mani qualcosa di indimenticabile è stato passare per :

Gerolimenas

Merita un cenno in più il borgo marinaro di Gerοlimеnаs , dal greco antico sacro porto . Scovato quasi per caso richiedendo a passanti  su dove proseguire, me ne sono letteralmente innamorata.

Gerοlimеnаs abbaglia per  le sue casette in muratura , per  la sua baia a mezza luna , per i tavolini in legno  delle locande di pesce fissi sul pietrisco liscio , e la pace dei suoi ritmi lenti .

Dove dormire

Vi consiglio di alloggiare all’affittacamere Akrotainaritis Gerolimenas 230 71, Grecia ; +30 2733 054205) , dove ho trovato accoglienza e uno spettacolo gratuito con psoto in prima fila sulle sue  acque blu.

Nell’antichità Gerοlimеnаs fu un importante una roccaforte per difendersi dai  pirati . In seguito si trasformò in uno snodo commerciale per il traffico merci e ci fecero anche impianti per lo smaltimento del ghiaccio e un mercato del pesce. Il boom del turismo lo attraversò negli anni ’80senza però aver intaccato il suo fascino di una Grecia autentica.

Patrick Leigh Fermor a colazione

Al mio risveglio la mattina pensavo   a uno scrittore famoso che si era spinto fino a qui . Di questi  me ne  aveva parlato una signora conosciuta per caso a cena. Non potevo proprio ricordarmi il nome.

Intanto assaporavo la mia colazione tipicamente greca: succo d’arancia, caffè nero bollente, pane caldo, yogurt bianco e miele, marmellata fresca e uova sode.

Improvvisamente la mia attenzione cadde su una targhetta con su scritto qualcosa che recitava Patrick Leigh Fermor  fu qui”. Era lui l’intellettuale viaggiatore che scrisse il libro Mani, Viaggi nel Peloponneso, Adelphi . Un romanzo che è un omaggio alla sua esplorazione in questo paradiso   lontano dalla civiltà

Mani, Viaggi nel Peloponneso, Adelphi

Patrick Leigh Fermor    si stabilì nella vicina  Kardamyli. Ho letto il suo diario che sinceramente non è molto scorrevole. Sarà perchè la Grecia che ha visto Fermor è quella tra la guerra d’indipendenza greca e il presente.  Dunque moltissime delle usanze descritte sono pressoché estinte .

Tuttavia nella sua opera ho riscontrotato la stessa sensazione di beatitudine che si prova a essere in questo lato del globo, dove il silenzio è un dono e la luna è la tua unica compagna.

Peloponneso in 10 giorni. Terza tappa: Lakonia

La Lakonia sonnecchia tra i monti del Parnonas e del Taigeto.  Ci sono dei sentieri da percorre in lungo e in largo per appassionati di camminate a quote elevate. Sparpagliate qui e lì ci sono vecchissime strutture difensive come Il castello di Geraki , che è del XIV sec. d. C. molto prezioso per le sue chiesette dagli affreschi interessanti ma piuttosto rovinati.

Non avendo avuto molto tempo a disposizione, rimando alla prossima volta un salto nell’isolotto caribico di Elafonisos e   Sparta. Quest’ultima oggi deve essere molto diversa da quella che ho studiato a scuola! A quanto pare non sarebbe piena di esemplari monumenti, perché gli spartani erano guerrieri . Inoltre è rimasto ben poco delle glorie passate perché tutte smantellate e portate via dall’antiquario Michel Fourmont

Moltissimi paesini montanari in Lakonia sono praticamente spariti. Fatta eccezione per il Villaggio di Vamvakou , che si è rianimato nel 2018 per iniziativa di cinque amici. Dopo essere migrati all’estero sono rimpatriati fondando una cooperativa con lo scopo di ripopolarlo. E pare che ci siano riusciti.

Mistra e Monamvasia

La Lakonia attrae molti viaggiatori perché isolata dal resto del pianeta. Si può staccare la spina e restare immobili davanti la potenza e lo splendore del creato, come:

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Conclusioni. Il Peloponneso in 10 giorni

Per finire posso assicurarvi che la mia vacanza nel  Peloponneso in 10 giorni è stata sensazionale. Una permanenza piuttosto lunga lì ridona voglia di mettere da parte l’orologio e ascoltare i ritmi del proprio essere. La mente si svuota e si concentra sulle meraviglie   che ci circondano.

Il Peloponneso è per molti, ma non per tutti. Se siete molto sofisticati avrete modo anche di farvi viziare dalle varie catene alberghiere per VIP. Ma qui non ci si viene per stappare champagne e saziarsi di  ostriche. Si sceglie apposta per alleggerirsi di quello che non ci serve realmente e che appesantisce l’esistenza. In definitiva si comprende quello che davvero è fondamentale per essere felici.

In questa sorta di gengiva deforme  Eracle lottò contro il leone di Nemea, gli dei si mescolarono agli umani.  Qui Paride di Troia fuggì con Elena e gli Argonauti salparono alla ricerca del Vello d’Oro. Il  Peloponneso in 10 giorni mi è rimasto nel cuore. Tornerò presto a contemplare dove l’azzurro del cielo si confonde con quello del mare in contrasto con la neve che incappuccia le montagne nel freddo dell’inverno.

Info utili

Che libri leggere prima di andare nel Peloponneso

Quando andare nel Peloponneso

Come arrivare nel Peloponneso

Dove dormire nel Peloponneso

Dove mangiare nel Peloponneso

Cos’altro visitare nel Peloponneso

Festività e indirizzi utili nel Peloponneso

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Corfù l’isola greca che non c’è

Corfù l’isola greca che non c’è

“Ancora una volta sentii quanto la cosa semplice e frugale fosse felicità: un bicchiere di vino, una castagna arrosto, un bracerie malconcio, il suono del mare. Nient’altro.”

Nikos Kazantzakis, Zorba the Greek

Corfù l’isola greca che non c’è

Senza dubbio Corfù è l’isola greca che non c’è! Nel senso che dopo averla visitata questa estate mi è sembrato di essere a Venezia,  Parigi o Londra! Questo perché   l’isola di Corfù è stata anticamente dominata da svariate popolazioni , che nel corso dei secoli l’hanno plasmata rendendola il gioiello che è oggi. Il risultato di questo passato  eterogeneo è una società cosmopolita abituata ad accogliere lo straniero e con un forte senso dell’ospitalità. Senza dimenticare che quello che ne è venuto fuori da tutte queste dominazioni è soprattutto un museo a cielo aperto, ovvero una piccola Europa con un’anima squisitamente greca . di scoprire qualcosa Vediamo in questo articolo di una meta esclusiva per cui ne è valsa la pena staccare un biglietto aereo!

Già al momento dell’atterraggio all’aeroporto Internazionale di G. Capodistria mi sono fatta un’idea della bellezza che mi aspettava. Lasciando la Puglia alle spalle, nei pressi di Kanoni   la vista di una laguna  in mezzo a una fitta vegetazione si è alternata e  una distesa di uliveti . E un senso di pace mi ha pervaso. Come quando ho intravisto dal finestrino il rosso delle tegole di paesini sonnecchianti sotto qualche timida nuvola banca. Sono stati cinque giorni di pura felicità che ho condiviso in un altro post (clicca qui) con 4 interessanti itinerari da non perdere!

Dove si trova l’isola di Corfù? Tra mito e realtà

Dovete sapere che l’isola di Corfù è immensa. Essa è la seconda (dopo Cefalonia) più estesa (613,6 km²) dell’arcipelago delle Isole Ionie . Posta tra il nostro stivale e l’Albania conta circa 110. 000 abitanti, di cui 36. 000 vivono nella sola capitale omonima. Per cominciare vediamo un po’ di notizie curiose al riguardo!

Intanto l’isola di Corfù  è anche conosciuta con il suo nome greco Kerkyra. Così si chiamava  una ninfa amata da Poseidone rapita e  ivi trasportata. L’appellativo Italiano invece deriverebbe dalla parola greca Κορυφώ (Koryphō), cioè  ‘i due picchi’(a indicare probabilmente le due cime della  Fortezza Vecchia  ).

L’isola dei Feaci di Ulisse

Secondo il mito  Corfù potrebbe essere l’isola dei Feaci dove Ulisse incontrò Nausicaa.  Una giovane fanciulla il cui padre Alcinoo avrebbe fornito la nave all’intrepido marinaio per tornare in patria.
Certo è solo che l’isola di Corfù trasuda di storia.

Da originale colonia corinzia (734 a. C.) passò dall’Impero romano (229 a.C.) a quello di Costantinopoli (395-1204) . Successivamente diventò per 400 anni uno dei possedimenti strategici di Venezia (1386) nel Mediterraneo. Mossa che assicurò alla Serenissima l’opposizione al dominio ottomano per ben due volte nel XVI sec.

Corfù e i francesi e gli inglesi

In seguito nell’isola di Corfù f u la volta di Napoleone e dei francesi (1797). E infine arrivarono ancora gli inglesi (1809-1815) sotto il cui protettorato si ottenne l’indipendenza come Repubblica indipendente. Solamente nel 1864 le isole ioniche si annessero alla Grecia libera dai Turchi.

Da allora ci fu una ripresa fiorente in ogni settore da quello agricolo e industriale a quello artistico. Merito del primo ministro G. Theotokis. Quella fu una breve estate. Le conseguenze disastrose delle due guerre mondiali impoverirono lo stato. Inseguito subentrò   la crisi di debito pubblico del XX secolo , che spezzò l’animo dei corfioti . Si trattò di  una malattia cronica,  praticamente inguaribile. Oggi nell’isola di Corfù  si sopravvive per lo più  con gli aiuti dell’Unione Europea e del turismo emergente.

Perché andare nell’isola Corfù?

Basterebbe solamente la natura rigogliosa dei paesaggi variegati e mozzafiato dell’isola di Corfù a farvi innamorare. Se ci si aggiunge il suo ricco patrimonio storico, artistico e culturale il danno è fatto per tornarci più volte! Cosa aspettarsi allora?

Tesori nascosti da scovare ovunque. Dalle cittadine più sofisticate ai borghi dell’interno nascosti fra fitti boschi. Dalle sontuose località balneari attrezzate alle piccole baie nascoste da faraglioni giganti baciati dal sole.

Corfù la vicina d’Italia

Cosa di non poco conto inoltre è che  l’isola di Corfù è facile da raggiungere in aereo o in traghetto dall’Italia. Ed  è davvero per tutte le tasche. E non ultimo soddisfa ogni tipo di viaggiatore, da quello che cerca la semplicità e la pace a chi ama il lusso e la mondanità. Oltretutto è adatta a solitari, a comitive, coppie e famiglie con bambini!

L’ideale per girare l’isola di Corfù sarebbe di affittare una macchina. Tuttavia , se per voi l’auto è uno stress come per me, vi consiglio di soggiornare al centro storico di Corfù città  . La  old city del capoluogo  è infatti il cuore pulsante di tutto il territorio. La zona più organizzata per trasporti, strutture ricettive, vita notturna, cosa da fare e vedere.

 Cosa visitare?

Così la mia avventura nell’isola di Corfù è partita dal versante est dell’atollo greco per proseguire poi verso nord e ovest. A parte Corfù città  devo ammettere che il lato orientale non mi ha particolarmente entusiasmato (Gouvia in particolare, un po’ meglio Ipsos) , esclusa   la deliziosa Kanoni. Forse per il troppo cemento delle rinomate catene alberghiere presenti laggiù. In questi punti le spiagge sono strette e prevalentemente fatte di ghiaia e ciottoli lisci.

Al contrario ho scovato qualche chicca a  nord (Kassiopi, Sidari) e a ovest  (Paleokastrista) . In effetti i lati settentrionali e occidentali sono i più suggestivi dell’isola di Corfù . La sabbia si fa fine e dorata e il mare più aperto si accende di un blu cobalto che abbaglia! Ho escluso il sud dal mio  tour per mancanza di tempo. Ed è stato un gran peccato perché sarebbe stato quello più interessante perché più deserto e lontano dalle orde di turisti. Prossima volta non me lo farà scappare!

Cibo e vino a Corfù

Se si vuole scoprire l’essenza dell’isola di Corfù bisogna provare anche  i suoi piatti tipici e il suo buon vino. In generale la cucina locale  è fatta di piatti mare e monti, che sono poco elaborati ma gustosissimi. Alla loro base c’è la ricerca della freschezza e della stagionalità dei prodotti. Senza dimenticare che ogni popolo ci ha lasciato traccia della propria cuisine  creando una tradizione di ricette uniche e appetitosissime.

In merito al vino che da millenni ha visto la Grecia come protagonista in Europa, oggi i riflettori sono accessi su altre nazioni. Tuttavia il settore enologico è in rapida ricrescita . E può contare (oltre la classica Retsina , vino dolce da uva  Savatiano aromatizzato con resina di Aleppo) su una serie di vini di tendenza. Tra questi : Assyrtiko,  Moschofilero, Agiorgitiko, Xinomavro, Vinsado, Mavrodafni.

Per gli appassionati di nettari particolari nell’isola di Corfù   non mancano delle cantine da visitare:

Cosa mangiare nell’isola di Corfù ?

Sicuramente avrete provato una volta nella vita qualche specialità greca, dove regna sovrana la feta . Quest’ultimo è un formaggio leggero  con cui si preparano di solito la famose horiatiki , ovvero le insalate a base di succosi pomodori, peperoni , cipolle, e olive . Non molto digeribile, ma salutare e fresca. Oppure la moussaka, una sorta di parmigiana di carne, patate, melanzane e una crema simile alla besciamella. E tante altre portate con agnello e maiale con cui si preparano i gyros  pita, che è il tipico pane sottile simile a una piadina. Queste ultime sono l’essenza dello street food greco , a cui si aggiungono:

  • Souvlaki: carneo pesce e verdure infilzate su spiedini e cotte sulla griglia;
  • Bifteki: polpette di carne fritte servite con la classica salsa tzatziki (fatta con yogurt, erbe aromatiche, aglio, menta ,  aneto, cetrioli).

Oltre queste delizie nell’l’isola di Corfù si possono assaggiare primi e secondi molto originali frutto di contaminazioni straniere. Ed è proprio a tavola che osservi le abitudini dei corfioti accorgendoti che per loro mangiare e bere non è una questione di sopravvivenza ma è un piacere, non solo per il palato, ma anche per stare in  buona compania !

12 cose da mangiare nell’isola di Corfù

Nell’l’isola di Corfù ci sono molti posticini dove avrete l’imbarazzo della scelta per tuffarvi in un mondo di sapori eccezionali. Più dei ristorantini eleganti fatevi coccolare dalle  frequenti e graziose   e tradizionali taverne. Queste ultime vi piaceranno molto per la loro atmosfera così genuina e casual. E se siete fortunati magari a cena qualcuno prenderà una chitarra e improvviserà le kantades, delle serenate romantiche come le nostre canzoni napoletane.

Normalmente a tavola si cominciano le danze con una mezedakia , che è un piatto colmo di antipastini vari . Al cestino del pane segue acqua, vino o birra a seconda di cosa ordinate per poi sprofondare in queste prelibatezze locali:

  1. Bakáljros me skordalá: merluzzo con contorno di purè di patate e aglio ;
  2. Bekri mezé : spezzatino di maiale cotto al vino rosso
  3. Bourdéto : zuppa di pesce molto piccante fatto con palombo, scorfano o pastinaca;
  4. Briám : una piccolo teglia di verdure al forno come il ratotouille;
  5. Chélia : Anguilla grigliata, arrosto o in gelatina;
  6. Gópes : sardine arrosto o a forno offerte anche come spuntino;
  7. Juvétsi : pasta gratnata a forno con carne di manzo o agnello;
  8. Kokorétsi :frattaglie messe dentro un budello e cucinate allo spiedo;
  9. Marídes :pesciolini fatti a forno e da inghiottire in un boccone;
  10. Pastisada : bucatini con ragù di manzo o pollo;
  11. Patsária : barbabietola rossa ripiena di spinaci;
  12. Sofrito : manzo arrosto, marinato in aglio e aceto, e dopo rosolato nel vino rosso;
  13. Spanakópitta : pasta sfoglia ripiena di spinaci;
  14. Stifádo : stufato di manzo o coniglio con pomodoro e cannella;
  15. Tirópitta : pasta sfoglia ripiena di formaggio.

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Conclusioni

A questo punto potete stare tranquilli sul fatto che  l’isola di Corfù  è una garanzia per una vacanza indimenticabile. Nonostante il mese di luglio sia stato particolarmente caldo non ho sofferto molto perché la brezza marina è stata d’aiuto. Ovviamente è meglio andare in primavera con delle temperature più miti  per apprezzare al massimo il vostro soggiorno. E perché no anche d’inverno qui  la vitalità non manca come del resto durante durante tutto l’anno.

L’isola di Corfù vi regalerà dei momenti unici lontano dal caos delle metropoli. Vi permette di non stare dietro le lancette dell’orologio e di abbandonarvi a voi stessi. Potrete vagare all’interno di qualche villaggio sperduto e sentire il profumo di qualche rosa selvatica. O potrete scambiare due parole magari in inglese con qualcuno del posto che magari vi inviterà a bere uno dei loro liquori e distillati a scelta tra Ouzo, raki, tsipouro e masticha per rallegrare la vostra giornata. D’altronde se Sissi , Guglielmo II, Filippo marito della regina Elisabetta e il miliardario russo Roman Abramovic hanno deciso di viverci ci sarà un motivo! Buon viaggio!

Ristoranti consigliati:

Info generali su Corfù: 

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Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

“πάντα ῥεῖ, pánta rheî “/ “Tutto scorre”

Eraclito

Corfù  , cosa fare 5 giorni nell’isola

Senza dubbio l’isola di Corfù non è un fazzoletto di terra da esplorare in un solo weekend . Posta tra il nostro stivale e l’Albania è infatti la seconda (dopo Cefalonia) più estesa (613,6 km²) dell’arcipelago delle isole ionie.  In aggiunta alla sua grandezza, si rimane davvero esterrefatti dal suo ricco patrimonio storico, artistico, culturale. E soprattutto dalla varietà dei suoi paesaggi. Si passa dal mare alla montagna, dalla collina alla sua capitale omonima, base perfetta dei miei itinerari che vi propongo in questo articolo.

Sicuramente l’isola di Corfù (110. 000 abitanti) è un luogo ideale dove trascorrere le proprie  vacanze . Ci sono tante buone ragioni. Prime fra le mille motivazione  c’è la sua bellezza sconvolgente. Poi perché l’isola di Corfù  fa gola essendo facile arrivarci dall’Italia sia in aereo che  in traghetto . Non guasta che bene va per tutte le tasche, ed è adatta sia a chi cerca pace,  sia a chi va a caccia di divertimento. Inoltre ci si può andare con gli amici, in coppia o con i bambini. Insomma,  non manca davvero nulla per fare un’esperienza indimenticabile. Buona lettura!

Corfù città

A metà Luglio sono atterrata all’aeroporto Internazionale di G. Capodistria  . Non ci ho messo tanto ad arrivare a Corfù città  (4 km dal centro e raggiungibile con bus , taxi, o transfer), , dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2007. Scegliere il capoluogo come base del mio tour è stata una scelta felice.

Questo non solo perché è uno scrigno di tesori da scoprire (motivo per cui le ho dedicato 3 giorni!).  Ma anche perché è  molto organizzata a livello logistico. Specialmente la old city , dove ho alloggiato. Questa zona è assolutamente l’anima pulsante dell’atollo greco. Suo fulcro nevralgico da un punto di vista economico e politico, sede di uffici pubblici, banche, scuole, e  prestigiose università.

Perchè andare nell’isola di Corfù? 

Ve la consiglio vivamente la old city per il vostro soggiorno perché :

  • C’è tanto da vedere e fare in giro per le sue strade lastricate di marmo su cui si adagiano nobili palazzi, chiese e musei;
  • Offre tante strutture  moderne per dormire e di ogni fascia di prezzo (booking.com);
  • A pochi passi ci sono due linee di bus . Esse  collegano tutta l’isola di Corfù spendendo poco. Una è quella locale che è di colore blu . L’altra è quella di colore verde per le rotte extra urbane (qui maggiori info);
  • La  movida notturna. piena e vivace ;
  • Si può contare su un’ infinità di ristorantini e bar dovedeliziarzi  con il meglio della tradizione in fatto di  cibo e  vino

Corfù città, Grecia o Europa?

Corfù città  è un luogo in cui il vecchio e il nuovo si fondono per creare uno spirito decadente e romantico. Praticamente un’atmosfera unica e introvabile altrove in Grecia. Questo accade perché 4 secoli di dominazione veneziana, e poi francese e  inglese  l’hanno trasformata in una piccola Europa.  Nonstante ciò, la sua essenza mediterranea rimane inalterata,  manifestandosi ovunque sotto varie forme.  A partire dal blu cobalto del suo mare che abbaglia!

Mi raccomando, portatevi scarpe comode! Perché  Corfù città  è vasta e piena di attrattive! Ne sanno qualcosa le mie gambe! Non mi ha fermato neppure il caldo estivo, perché all’occorrenza ho approfittato dei tanti beach bar a disposizione.

Cosa fare in caso di troppo caldo nell’isola di Corfù?

E non appena ho avuto voglia di fare una pausa le alternative sono state davvero tante:

  • Sorseggiare un calice di retsina davanti un tramonto al rooftop dell’hotel Cavalieri o Arcadion!
  • Fare shopping negli eleganti negozi sparsi dappertutto. Good news: non esistono centri commerciali! ;
  • Acquistare nei tanti bazar dei souvenir da portare via come ricordo. Qualcuno di essi è di gran pregio. Come i manufatti in legno di ulivo e i prodotti a base di kumquat. Quest’ultimo è un piccolo agrume simile ad un mandarino (4 cm). Insieme all’olio , e il miele,  è il vanto nazionale. Da esso si ricavano liquori, caramelle, saponi, profumi, ecc.

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Clicca qui per itinerario su Google Map

Primo giorno. 6 cose da fare a Corfù città.

Corfù città  è davvero sicura, compatta e facile da perlustrare. Chiaramente il mio primo itinerario è partito dal suo centro storico, ovvero il suo nucleo primitivo. Esso è delimitato da due fortezze , una vecchia e una nuova. Della prima che si apre a est sul mare vi accennerò più avanti . La Fortezza Nuova a ovest è lineare e massiccia. Un esempio di architettura militare veneziana fatta sotto la supervisione dell’architetto Ferrante Vitelli tra il 1576 e il 1645. Domina dall’alto il porto vecchio e Quello che resta è una porta di accesso (una delle quattro intagliate nelle mura cittadine). Questa reca il simbolo veneziano del Leone di San Marco. Rimaneggiata dagli inglesi nel XIX secolo le sue fortificazioni comprendevano 700 pezzi di artiglieria con una portata stimata fino alla costa albanese. Essa è formata da un castello e altre strutture che ora sono adibite per:

Nel centro storico di Corfù città  si può percepire l’impronta degli invasori stranieri. Tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio in architetture sofisticate e complesse.  Qualcuna delle quali oggi è lasciata un po’ all’abbandono. Un cumulo di contrasti dunque, ma risiede proprio in questo il suo fascino. Può capitare di sedersi in un elegante cafè scrutando la gente ben vestita che passa. Oppure può succedere di  rispondere al sorriso cortese di vecchi signori che giocano a carte. O ancora si possono fissare per qualche minuto delle lenzuola bianche che svolazzano al soffio di un timido vento. Tutto questo è Corfù città  e molto altro ancora!

1 Campiello 

Campiello è il quartiere a nord di Corfù città  che vanta origini antichissime. Popolato in maniera esponenziale ha assunto un tratto multietnico. E le sue abitazioni , con soffitti in legno e tegole hand made , sono  a più piani. Questo per contenere le numerose persone che vi ci si sono stanziate.

Pieno di gioielli dell’architettura bizantina e veneziana Campiello  mi ha colpito per i suoi vicoli stretti o kantonuia , come si dice in greco. Questo è davvero il punto forse più autentico dell’isola, dove i commercianti sbrigano i loro affarri.  Un vero e proprio ritrovo per giovani, anziani, e forestieri in cerca di qualche scatto perfetto. In questi paraggi fate un salto anche qui:

2 Chiesa della Santissima Vergine  Spiliotissa

Chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa  è anche conosciuta come Mitropolis per via della piazza in cui sorge (di fronte al porto vecchio) . Abbiamo a che fare con la cattedrale ortodossa di Corfù. È del 1577 ed è stata restaurata in stile barocco. Di notevole impatto è la larga scalinata che conduce all’imponente portale ornato da un rosone. La facciata intera e di colore porpora con decori in marmo.

Dentro si custodiscono le spoglie della Santa Teodora di Augusta. Questa è stata un’imperatrice bizantina canonizzata nel IX secolo, le cui reliquie sono arrivate a Corfù città  da Costantinopoli. Da non dimenticare le numerose icone bizantine come quella della Madonna Dimosiana e le altre della Scuola Ionica ad opera di Damaskino, Tzane e Paramithioti.

3 Cattedrale di San Spiridone

La Cattedrale di San Spiridone è inconfondibile con il suo alto campanile  rosso ispirato alla Chiesa di San Giorgio a Venezia. Se si alzano gli occhi ovunque voi siate a Corfù città è impossibile non notarlo. Risale al  1590 ed è custode dei resti di Spiridione di Trimitonte, che è il santo patrono dell’isola di Corfù.  Questi è stato un pastore cipriota del  IV secolo, che ha compìuto numerosi miracoli. Le sue ossa sono conservate in una teca  d’argento (si dice che profumino di basilico). Vengono portate in processione per la festa patronale (Settimana Santa e Agosto) per celebrare l’aiuto di San Spiridone a Corfù città contro un attacco dei Turchi nel 1453. Tantissimi sono i pellegrini che lo onorano oggi .

Sui fianchi laterali della Cattedrale di San Spiridone si aprono due differenti ingressi per consentirne l ’afflusso dei fedeli.  L ’esterno è decisamente pulito, e slanciato verso l’altro terminante con l’apertura di finestre e di un portale. Internamente è a navata unica, che è sormontata da un soffitto a cassettoni con cornici d’oro.  Altri decori sono pregiati affreschi e icone dal tema sacro.

4 Museo Arte Asiatica al Palazzo Reale

Il Museo di Arte Asiatica è stato fondato dal diplomatico greco Gregorios Manos (1850-1928) . Esso raccoglie tutta l’arte e le antichità dell’Estremo Oriente e  dell’India . Si è ampliato  nel 1973 con delle donazioni di 400 opere provenienti dall’Asia. Al presente gode di un riconoscimento a livello mondiale per il valore e la molteplicità delle sue collezioni . Esse sono così suddivise:

Le mostre del Museo di Arte Asiatica sono esposte non solo come capolavori, ma in modo tale da illustrare sia le somiglianze che le differenze dell’arte di ogni paese e periodo. Esso ingloba inoltre:

  • Laboratori specializzati nel restauro della carta, del legno, della ceramica e dei metalli;
  • Uffici e magazzini;
  • Un archivio fotografico;
  • Una ricca biblioteca;
  • Una moderna aula magna.

5 Palazzo Reale

Nel 1919 il  Museo di Arte Asiatica  è stato sistemato nel magnifico Palazzo di San Michele e San Giorgio ( o Palazzo Reale) . Quest’ultimo è la struttura più significativa, lussuosa e imponente del dominio inglese, ( 1814 – 1864) che protesse la riunificazione  delle isole Ionie con il resto della Grecia. Originariamente è stata abitata dal governatore Sir Thomas Maitland,  e ha ospitato pure l’Ordine di San Michele e San Giorgio.

A cavallo delle due guerre mondiali il  Palazzo di San Michele e San Giorgio  è stato utilizzato come contenitore per varie emergenze. Rinnovato dopo gli anni ’50 esso si distingue per il suo stile neoclassico e la pietra maltese di cui è fatto. Al piano interrato ci sono le sale espositive, alcune delle quali sono destinate ai cimeli del senato ionico.

6 Spianada

La Spianada è il maestoso polmone verde (adibito spesso a campo da cricket, da buon retaggio inglese!)   che divide Corfù città dalla Fortezza Vecchia . Si chiama così perché deriva da una parola veneziana che significa ‘aperta ‘.  Questo perché si fa riferimento a tutta quella superfice qui demolita dalla Serenissima  (1576) per inserire i cannoni e proteggere la sua colonia.

La Spianada  è uno dei siti più popolari di Corfù città ed è considerata la piazza più grande dei Balcani. Ad arricchirla c’è vicino il Liston , che è il celebre colonnato con tanti localini strapieno di turisti a ogni ora. Questo porticato è stato fatto da Matthew de Lesseps su modello della Rue de Rivoli di Parigi nel XIX secolo. Inizialmente pare che solo una stretta cerchia di persone in lista potessero accedere dentro il loggiato (da cui il nome!). Tra le altre perle nelle vicinanze merita un accenno il Duomo dei Santi Giacomo e Cristoforo in stile rinascimentale. A navata unica con sei cappelle laterali fu eretto nel XVI secolo e  distrutto dai bombardamenti dei tedeschi del  ‘43 e poi rifatto nel 1970.

7 Fortezza Vecchia

Vi consiglio di fiondarvi nella Fortezza Vecchia   soprattutto al calare del sole che sprofonda lentamente all’orizzonte. Mi ringrazierete! Qui è dove cercare l’insediamento primordiale di Corfù città che ha la sua genesi come paleopoli nella penisola di Kanoni . Per raggiungerla si attraversa un ponte che dà su un fossato. Fu iniziata dapprima dai bizantini e poi conclusa nel XVI secolo  dai veneziani  per contrattaccare i Turchi .

Alla fine di una galleria si entra nella cittadella che vanta un complesso straordinario che riassumo qui di seguito in breve:

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Secondo giorno. Altre 6 cose da fare a Corfù città.

Non avrei mai pensato che il quartiere ebreo di Corfù città fosse così suggestivo. Mi ci sono addentrata presto la mattina per scattare delle foto e immortalare gli scorci più belli. Devo ammettere che ogni tanto ho avvertito il fastidio dell’afa. Quando l’ho sentita tutta addosso sono corsa ai ripari all’ombra dei balconi adorni di bouganville e altri fiori colorati. Tutte le volte che ho voluto scovare qualcosa di nuovo mi è sempre bastata una semplice passeggiata!

Proseguendo verso sud di Corfù città mi sono completamente persa nello splendore di questo angolo che è incredibilmente magica. La calura a mezzogiorno è stata al suo picco. Qui ho rimediato con un tuffo a mare che,  pur essendo quello del porto, è stato limpido come un cristallo. Abbellito da un vecchio mulino , questo tratto cittadino è molto frequentato perché comodo da raggiungere per i bagnanti. Poco più in là mi sono inoltrata nella tenuta reale di Mon Repos  da cui dopo mi sono avviata verso la deliziosa cittadina di Kanoni . Qui ho assistito a una sfilata di moda davanti uno scenario da copertina: una vecchia chiesa greca e isolotti costellati da ville magnifiche e imponenti. Per capire meglio le meraviglie di cui sto parlando date un’occhiata in basso!

1 Sinagoga

Come accade in ogni parte del mondo anche a Corfù città   gli ebrei si sono rifugiati a seguito della loro diaspora. Hanno cominciato a colonizzarla dall’occupazione degli Angioini fino a quella dei veneziani che li hanno protetti e salvaguardati per interesse. Gli ebrei si sono fatti valere come abili banchieri . E poiché hanno sempre fatto comodo sono stati spesso esentati da tasse. Questo fatto insieme ad altri privilegi hanno scatenato l’ira degli altri cittadini che hanno lottato per  recluderli in un ghetto.

Delle quattro sinagoghe ne rimane solo una al civico 4 di via Velisariou risalente al XIX sec. Si tratta di un complesso monastico con finestre ad arco e facciate quasi disadorne. Dentro è colmo di preziose iconografie di importanti pittori (Kantounis, Koutouzis). Nel primo livello ci sono gli uffici della comunità ebraica e la sala funeraria. Al secondo invece c’è l’area di culto. Inoltre, una targa esterna ricorda i natali del celebre scrittore Abraham Albert Cohen (1895-1981)

2 Casa Parlante

Tra tutte le gemme di Corfù città   mi ha particolarmente entusiasmato la Casa Parlante in Nikiforou Theotoki 16. Una tipica abitazione del XIX sec. che fa rivivere il benessere di quell’era che è stata la golden age dell’intera isola. Cioè di quando parecchi nobili hanno profittato delle speculazioni straniere.

Lo staff della Casa Parlante che mi ha accolto è stato molto professionale e gentile. Mi hanno fatto accomodare, e nell’attesa del mio turno mi hanno servito un distillato di rose. Buonissimo! Doveva essere lo stesso che era servito agli ospiti dei ricchi padroni. Nella  Casa Parlante  ci sono diverse stanze che raccontano i vari momenti della vita  quotidiana dei gentilizi isolani . Da come pranzavano a come prendevano il tè.  Da come educavano i figli all’uso della toilette. Dallo studio alle stanze della servitù. Gli attori sono stati dei robot esemplari che hanno interpretato i membri di una famiglia aristocratica di allora.

3 Museo Archeologico

Il Museo Archeologico  in Vrela Armeni 1  è del 1962 . Da principio è stato studiato per conservare i resti del  Tempio di Artemide in stile dorico ritrovato durante le guerre Napoleoniche. Il pezzo forte è una rappresentazione di Gorgone in pietra (590-580 aC),  che è la più antica di quelle rimaste dell’antica architettura greca.

Dal 1994 il  Museo Archeologico  raccoglie 1.600 reperti che narrano dalla preistoria alla tarda antichità dell ’isola di Corfù  . Le collezioni riguardano reperti di:

4 Windmill 

Dopo tanta cultura mi sono fermata per un bagno nella baia di Garitsa . Alla fine del molo fa bella mostra un mulino a vento detto Anemomylos . Questo è opera dei veneziani allo scopo di produrre grano. Fu ritoccato nel 1998 e caratterizza questo punto di Corfù città   . La Repubblica Marinara  del Veneto si è sempre  preoccupata di tutelare i suoi domini mettendoli in grado di provvedere a sè stessi .

Ci sono tanti bar e localini dove qui che è anche appellata in inglese windmill  .  Si può sostare sostare per mangiare o bere qualcosa. Non è necessario indirizzarsi troppo lontano per naufragare in mondi esotici distanti come le Maldive o simili. Dovremmo imparare ad apprezzare molto di più quello che è vicino a noi.

5 Mon Repos

In dieci minuti ho poi raggiunto un altro gioiello di Corfù città    , ovvero il parco di  Mon Repos    . Dentro questo bosco di 104 ettari ci si può comodamente venire per un picnic (portatevi qualcosa dietro perché non ci sono negozi) o per nuotare tra i pesci. Di forte impatto è una  villa estiva in stile neoclassico del 1924 fatta per volere  dell’Alto Commissario Frederick Adam .   Questa è  passata al principe Filippo marito della regina Elisabetta. .  Oggi è un museo che vanta svariati ritrovamenti (fatti tra il 1936 e il 1955) bizantini, suppellettili e vestiti dell’egemonia  britannica.

6 Kanoni

Kanoni è un delizioso posto di villeggiatura che fiancheggia l’aeroporto . Battezzata così  per un cannone dell’artiglieria francese ivi presente, fronteggia i simboli di Corfù città  . Questi sono:

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Terzo giorno. Ancora 4 cose da fare a Corfù città e dintorni

Corfù città  mi ha stregato. Il terzo giorno l’ho passato a contemplare le fortezze , altri musei e l’isolotto di Vido . Non ci sono parole per descrivere  la profondità della cultura corfiota e il fascino dei suoi paesaggi. Mi sono resa conto che qui hanno provato a convivere razze diverse nel corso dei secoli . E quello che ne è venuto fuori è una raltà cosmopolita che non ha nulla da invidiare ad altre capitali europee!

A Corfù città non ho mai smesso di provare forti emozioni , dal labirinto del suo  centro storico  fino  alle sue scogliere da sogno. Ovunque ho alzato gli occhi c’è stato un particolare che mi ha attratto. Questo modo di conoscere l’ambiente circostante è stata la mossa vincente. Staccarsi da una guida cartacea e vagare senza orologio o bussola, lasciarsi andare  ha indiscutibilmente  il suo perché !

1 Museo Bizantino di Antivouniotissa 

Il Museo Bisantino di Antivouniotissa  è un museo che celebra la gloria dell’arte bizantina che ha toccato l’apice della sua gloria durante la presenza dei veneziani. Creta ne è stata  il centro di massima diffusione.  Fino all’arrivo dei Turchi, quando parte del meglio delle maestranze si è catapultata a  Corfù città .

Al  Museo Bisantino di Antivouniotissa Vi si accede dalla monumentale scalinata di via Arseniou che costeggia il lungomare. Esso è ricavato su due palchetti della  Basilica di Panagia Antivouniotissa  (XV sec.) . Qui sono custodite icone rare firmate e anonime, oggetti in argento, abiti accuratamente ricamati e altro ancora. Nato grazie all’iniziativa dei suoi proprietari (le famiglie Mylonopoulos, Rizikaris e Scarpa) che lo donarono allo Stato Greco nel 1979,  è stato inaugurato nel 1984 . E non si  smette di celebrare la santa messa nelle feste mariane del 26 Dicembre e del 23 Agosto.

2 Vido

Vido invece è una piccola isoletta boscosa a un miglio da  Corfù città .  Ci sono delle  barchette che mi ci hanno portato con 4 euro (verificate sempre gli orari di persona). Essa è stata una roccaforte ottomana per gli assedi e dopo è stata trasformata in prigione. Durante la prima guerra mondiale vi si sono ritirati 150 000 soldati serbi in fuga dalla patria. Ci si sono confinati per fare la quarantena per la peste ed evitare epidemie per tre anni, ma  sono morti quasi tutti. I loro corpi sono stati consegnati al mare che qui è tristemente noto come blue grave. Per commemorare quel tragico evento è stato innalzato un mausoleo commemorativo dall’artista Nikola KnJazev nel 1936. A Vido si possono fare lunghe passeggiate fino alle spiagge seguendo le indicazioni della riserva naturale. Sono presenti anche punti di ristoro.

3 Gouvia  

Sinceramente Gouvia  non mi ha fatto impazzire. L’ho trovata molto commerciale. E  questo perché da  tranquillo villaggio di pescatori si è evoluta  in una località turistica molto affollata da tedeschi e olandesi. Per cui troppo cemento, cioè quello deli residence e degli hotel. Questi  fanno comodo ma quando sono tanti deturpano ogni cosa. In compenso il relax e il divertimento è assicurato specie  nel porticciolo turistico e nelle spiagge adiacenti.

L’unica nota positiva di Gouvia  è il panorama frontale con la Chiesa di Ypapantis . Essa è collegata al prоmοntoriо di  Kοmmeno da un ponte. Del 1713 è stata eretta durante la reggenza del doge Daniel Kombitsi. Si è deteriorata nei vari passaggi di proprietà delle famiglie Theotoki e Scarpa. Fino a quando nel 1996 Eleftherios Lingos si è impegnato per ripristinare la sua luce dalle fondamenta.

4 Ipsos

Ipsos  è al contrario più carina. C’è  una stretta spiaggia di ghiaia costellata da ombrelloni e lounge bar . Per lo più mi sono accorta che è per un target di giovanissimi. Posso affermare che mi ha un po’ più elettrizzato di Gouvia .  Sarà perché ho preso un fantastico Martini bianco in riva al mare e mi sono fatta coccolare dalle onde! In lontananza ho intravisto delle colline sinuose sulle quali si adagiavano delle ville molto eleganti abbracciate da giganteschi alberi.

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Quarto giorno a Nord dell’isola di Corfù

A nord l’isola di Corfù  fa da padrone  il Monte Pantokrator , che è la vetta più alta con i suoi 900 m di quota . Esso è  facilmente raggiungibile anche in bici.  Per gli appassionati di montagna e di trekking può essere sicuramente un diversivo. Da non farsi scappare è il paese fantasma di Perithia,  fiorente fino a quando è stato abbandonato nel 1960 . Si è ravvivato per una nicchia di forestieri curiosi che qui hanno la possibilità di trovarci tanta tranquillità.

Dalle cime del Monte Pantokrator lo sguardo a settentrione è rapito dalle distese di ulivi centenari (in tutto circa 4 milioni) piantati per fornire prima a Venezia olio per lanterne e insalate. Naturalmente adesso la produzione di olio extravergine di oliva è una considerevole risorsa economica nazionale.

Per continuare a nord verso  oriente e occidente sarete folgorati dall’infinità delle coste che da frastagliate si fanno via via più sabbiose. E se per caso capitate a Sidari l’obiettivo della vostra macchina fotografica sarà puntato su Capo Dastris. Questa scogliera aveva già conquistato l’attenzione di Lord Byron perché gli ricordava lo spettacolo naturale di Dover sul canale della Manica.

Kassiopi 

Kassiopi mi ha letteralmente folgorato. Fondata forse da Pirro , si affaccia a nord est dell’isola di Corfù  sulle coste albanesi.  Si è presentata in tutto il suo charme con una piazza centrale molto ben curata. Da qui mi sono poi diretta a perlustrare le sue sontuose insenature e la marina in cui sono attraccate barche di ogni tipo.

Di notevole impatto è anche il castello bizantino che l’ho però trovato in uno stato di totale abbandono. Non sono rimasta indifferente al candore della Chiesa di Panagia  Kassiopitra fatta su un precedente tempio di Cassius Zeus (in onore del quale è stato battezzato il borgo marinaro!).  Il suo aspetto attuale di chiesa romano cattolica è del XVI secolo . Ha subito varie modifiche sotto i veneziani.

Sidari

Continuando verso ovest da Kassiopi verso Sidari lungo  il tragitto in autobus ho dato uno sguardo ad Acharavi e Roda . Queste ultime sono amate dagli stranieri per la comodità di ogni tipologia di servizi turistici (essendo piene di spiagge poco profonde e sabbiose).

Ma se si vuole il massimo dello scenario Sidari è indiscutibilmente quello che fa per voi. Oltre a mille svaghi come una intesa vita notturna e sport acquatici come snorckeling e surf  il richiamo per antonomasia qui è il celebre Canal D’Amour. Questa è una calanca di arenaria che è stata modellata dal vento e dal mare , che a quanto pare porta fortuna a chi vuole sposarsi!

Paleokastrista

Paleokastritsa è un miracolo di due insenature e sei spiagge da favola per dimenticare ogni problema. Secondo la leggenda, sarebbe stata proprio questa l’ultima la fermata di Ulisse prima di fare ritorno a Itaca. La sua trasformazione da villaggio marinaro a destinazione turistica esclusiva è stato per merito dell’Alto commissario britannico Frederic Adam. Anche Guglielmo II  l’ha apprezzata tanto come soggiorno di un certo livello e tale è rimasto fino e dopo gli anni Cinquanta.

In questi paraggi vale la pena ammirare il castello di  Angelocastro   fatto da Michelangelo I, principe dell’Epiro (10 minuti di scalini!) . E ancora il villaggio montano di Lakones (se siete automuniti)  e il famoso Monastero Panagia .  In quest’ultimo  posso assicurare che esserci stata è stata una sensazione incredibile. Mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Una senso di pace mi ha pervasa quando mi sono addentrata nei meandri di questo spazio sacro. Accanto alla Grotta bar ho poi sorseggiato un caffè e mi sono sentita come a Positano nella Costiera Amalfitana.

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Conclusioni a Corfù

Purtroppo il mio viaggio nell’isola di Corfù  è durato poco. Ma presto tornerò perché me ne sono innamorata. Sarà perché somiglia molto alla mia Sicilia. Prima della partenza ho fatto un aperitivo a Imabari nello stabilimento balneare di Faliraki (sotto la old city) . Non c’è sabbia o ciottoli , ma una sorta di basamento da cui tuffarsi in mare non spostandosi molto dalla città. Ecco perché ho avuto difficoltà a ritagliarmi un posticino tutto per me!

Quando decidere di volare verso l’isola di Corfù ?. In verità ad ogni stagione, visto che il clima qui è mite tutto l’anno. Tuttavia è preferibile scegliere la primavera o i mesi di Giugno e Settembre, cioè di inizio e fine estate. Le temperature miti aiutano meglio ad apprezzare questo paradiso terrestre, a cui si possono aggiungere le vicine Paxos (una magnifica isola a sud ) e Saranda in Albania . Per info sulla prima cliccate su Ferryhopper e sulla su Finika lines  . Allora cosa aspettate a staccare il biglietto? Non esitate, perché sarà un’esperienza indimenticabile. D’altronde se Sissi , Guglielmo II, Filippo marito della regina Elisabetta e il miliardario russo Roman Abramovic hanno deciso di viverci ci sarà un perché ! Buon viaggio!

Ristoranti consigliati:

Info generali su Corfù: 

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Chanià, Crete

“It takes a lifetime for someone to disc over Greece, but it only takes an instant to fall in love with her” 

Henry Miller 

Chanià, a paradise in the Aegean sea

I know Greece as that ‘postcard perfect’ destination, where all travellers dream to go to at least once in their life. But there’s quite a lot more to it. Greece is actually at the intersection of Europe, Asia and Africa. While it is popular for its stunning beaches and shorelines, it is important to note that Greece is 80% mountainous and semi – mountainous, so there’s much more to see in this country than just beaches and clear blue water.

I visited  Chanià for a weekend in May 2018 , which is the second largest city in Crete. This ancient hamlet boasts a unique charm to its visitors, which is  clustered close to a magnificent harbour , old buildings, museums, churches and crafts shops.  Chanià  is also surrounded by numerous rich options for sightseeing, exploration and discovery .

The atmosphere has a touch of Florence and Venice  combined with the culture and character of Cretan people and traditions . Chanià is  known to be the multicultural place in Crete as the Romans, Byzantines, Muslims, Venetians, Ottomans and a whole lot more came here and left their own piece of culture behind. Here my personal tips about an exicting holiday in the South of Europe!

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How to reach Chanià

Chanià , can be reached by air as it has an international airport. The airport is situated northeast of the city, there’s one small and simple terminal. The distance from Chania airport to the centre of Chanià is 15 kilometres

There are two transfer options to get from Chanià  airport to its city centre:

  • The bus –Chania Airport transportation is the cheapest but slowest transfer option. It costs only 2.50€ for a one way ticket, but it takes 90 minutes, including waiting time;
  • Taking a Crete airport taxi will only take 25 minutes, but costs a flat rate fee of 30€.

It’s easy to fall in love with Chanià . This Cretan harbour town has a lot going for it: small local shops, waterside restaurants and lots of little alleys to get lost in. The best part is the historical old town as most of the sights are located there.

6 things to do in Chanià:

  1. Visit the Maritime Museum of Crete: the ‘Nautical Museum of Crete’ exhibits just about anything related to life at sea from the bronze age until the present. The collection includes ship models, nautical instruments and photographs, among other things. It’s housed in the ‘Firkas Fortress’, on the opposite end of the harbour from theVenetian Lighthouse’;
  2. Go shopping at the market hall:  if you’d like to try out some more typical Cretan food, head to the Market Hall. Here you’ll find olives, meat and typical Cretan pastries likekalitsounia’, a salty or sweet cheese pie;
  3. Visit Tabakaria’ a district with old leather processing houses found on the rocky eastern side of the city of Chanià;
  4. Visit the Greek Orthodox Cathedral’: the Greek Orthodox Cathedral’at Plateia Mitropoleos was built on the same spot where a Venetian church used to be. When the Ottoman Turks invaded Chanià , they’d turned that churched into a soap factory. Nothing was saved, except for one statue of the Virgin Mary. It may have been karma or not, but the factory went out of business. When it did, the owner decided to give the building back to the city of Chanià , and a new church was built, holding the Mary statue from the original church. The Cathedral is also known as the ‘Panagia Trimartiri’ , because it has three aisles, one dedicated to the Virgin Mary, one to Saint Nicholas and one to the Three Cappadocian Fathers;
  5. Walk along the ‘Venetian Harbour’: the ‘Venetian Harbour’ was built by the Venetians between 1320 and 1356. It doesn’t serve as a port for the large ships anymore now, you will find only fishing boats, yachts and sailing boats. There are many restaurants and cafes around the harbour where you can sit and enjoy the breath taking sunset;
  6. For beautiful photos: it’s best to walk to the other end of the harbour, from where you have a great view of the Venetian Lighthouse‘.

What to buy

For local food products like cheese, honey, olives and olive oil (Crete is famous for its olive oil) you can pay a visit to the market hall. From the numerous shops around the alleys, you can buy traditional local products like pottery, Raki (traditional alcoholic drink), leather goods and knives (many shops can engrave whatever you want in your traditional Cretan knife) and any kind. of souvenir.

Where to eat in Chanià 

Where to sleep

Here are different kind of accommodation in Chanià . The best way is  to give a look on booking.com. There are lots of nice hotels in the Old Town too. This  is the perfect  area where to stay,  because you have all around

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Chanià ‘τα λέμε σύντομα’

Chanià is synonymous with perfect Mediterranean climate, clear sky, and blue seawater. The beautiful town captivates with its calm and relaxed atmosphere, and is an ideal place for relaxation and escape from the hustle and bustle of a big metropolis.

In addition, the varied landscape of the western part of the island encourages to go on excursions and explore not only the beaches, but also forests and the ‘Lefka Ori Mountains’ that tower over the city.

In conclusion, Chanià is a small village, which  lends itself to every type of holiday, from busy days filled with activities to slow, dreamy days where you spend your time sipping wine and watching life go by!

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