I Garagisti di Sorgono, l’oro rosso di Sardegna

I Garagisti di Sorgono, l’oro rosso di Sardegna

“…siamo il regno  ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, 

 della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.

Siamo  una terra di antichi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,

di montagne bruciate dal sole, e dalla vendetta. 

Noi siamo Sardi…”

G. Deledda

 

‘I Garagisti di Sorgono’ , la cantina del  Mandrolisai della Sardgena

‘I Garagisti di Sorgono’  è il nome di una cantina sarda a Sorgono nel cuore della Sardegna . Questa è gestita da quattro giovani imprenditori :

Si tratta del mio primo wine report firmato Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale. Un viaggio alla scoperta della denominazione del  Mandrolisai DOC  e della provincia di Nuoro. Un’esperienza straordinaria che  rimarrà  sempre indelebile nella mia mente !

‘I Garagisti di Sorgono’ rappresentano una  realtà enoica di nicchia, che sta  esplodendo  nel mercato del vino nazionale e internazionale grazie al nostro enologo nazionale. Seguitemi e vediamo più da vicino cosa c’è da bere, mangiare e vedere nella zona interna della ‘Terra dei Nuraghi’! 

 

‘I Garagisti di Sorgono’, l’ oro rosso della Sardegna

Sono le 10 di venerdì sera. Atterro all’  ‘Aeroporto Elmas di Cagliari’  in un weekend piovoso di fine Maggio. Inevitabilmente  penso alla mia amica Giulia, che vive nella capitale . Lei è un raggiante medico, a cui devo l’onore d’ avermi fatto scoprire per prima questo angolo d’Italia.

Ad attendermi nella sala arrivi c’è Pietro Uras, che mi accoglie con un gran sorriso. Il suo fare gentile e amichevole mi mette subito a mio agio.  Mi fa accomodare in una piccola ‘Fiat Panda’ , e ci dirigiamo verso  Sorgono!

Sorgono, un borgo sardo ricco di arte e cultura

Il lungo e noioso percorso di due ore fino a destinazione per stradine strette e tutte in salita è compensato dalla chiacchiera con Pietro  . Resce a distrarmi dal mio mal d’auto con una parlantina degna di un avvocato. Inizia a descrivermi  non appena la sua Sorgono,  un paesino di appena 1700 abitanti, e di come inizia l’avventura imprenditoriale dei quattro ‘garagisti’.

Durante il tragitto la notte è troppo fonda ed oscura per ammirare il paesaggio intorno, che solo una luna tonda e bianca riesce a tratti ad illuminare. Quelle sagome nere che ci circondano improvvisamente prendono forma nella mia mente, non appena Pietro evoca i suoi ricordi d’infanzia.

Quella è sempre la stessa vegetazione rigogliosa che ricorda da bambino, fatta di querce, mirto, corbezzolo e cisto, che si alternano ai vigneti in una cornice suggestiva, avvolta da un silenzio profondo.

Pietro Uras, la voglia di investire e tornare nell’isola

Rimango un po’ perplessa.  C’è una nota di nostalgia nelle parole di   Pietro.  Come se tutto ciò che ama non è sempre lì a portato di mano. Mi chiedo il perché dal momento che si reca  sempre a Sorgono! Il mio dubbio svanisce quando Pietro mi confessa del suo desiderio di trasferirsi presto in Sardegna per dedicarsi completamente alla sua attività.

Vengo infatti a sapere che Pietro è l’unico che abita fuori, precisamente a Parma.  Qui lui si forma come tecnologo alimentare,  collaborando  con importanti imprese emiliane da 19 anni. In passato quando era studente,  va via per la curiosità e la necessità di vedere cosa c’è oltre la sua isola.  Gli fa bene, ma non può stargli troppo lontano per molto.

Pietro risente della lontananza da casa. Al momento può rientrare solo qualche volta al mese. Non può lasciare definitivamente la sua occupazione attuale. Come del resto gli altri tre soci, perché c’è bisogno continuamente di soldi da investire.

‘I Garagisti di Sorgono’  devono decollare e non possono permettersi di stare dietro i tempi e la burocrazia infinita e macchinosa delle istituzioni governative di settore. Queste ultime  sono sempre più lente , laddove invece dovrebbero agevolare e favorire lo sviluppo della cittadinanza.

4 amici legati dalla passione per il vino e per la Sardegna

L’Italia è il lupo cattivo di questa favola. I quattro vigneron sardi però non si arrendono di fronte a nessuna difficoltà. Loro sono testardi e risoluti ad andare avanti a tutti i costi, senza mollare mai. Pietro, Renzo, Simone e Andrea si conoscono da sempre. Ciò che li accomuna oltre a un grande affetto, è la passione per la Sardegna, e per le loro vigne, ereditate dai loro padri e dai loro nonni.

Mai arrendersi!

I quattro vigneron hanno competenze tecniche e grinta giusta per imbottigliare quel grosso patrimonio enoico nei loro vini rossi . Questi sono versatili, fini e particolari, e soddisfano ogni tipo di palato, dal più semplice al più sofisticato.

Sono giovani coraggiosi,  amici sin da piccoli, che grazie all’aiuto di Roberto Cipressp stanno avviando un’azienda vinicoladal nome particolare, appunto  ‘I Garagisti di Sorgono’. Si chiamano volutamente in questo modo , perchè si ispirano  al movimento francese dei ‘Vins de Garage’. A  sottolineare la tipologia ricercata e introvabile dei loro vini rossi, garbati, caldi, e destinati a una nicchia di intenditori.

I vini dei ‘Garagisti di Sorgono’ , vini per molti ma non per tutti! 

Il fenomeno dei ‘ Vins de Garage‘, nasce a Bordeaux negli anni ’90.  Esattamente quando Robert Parker stella l’altissima qualità  di alcuni ‘microchateaux’ prima a Pomerol e poi a Saint-Emilion (‘Le Mondotte’ di Chateau Canon-La-Gaffeliere, Le Dome’di Chateau Teysser e il ‘Gracia’) , facendoli diventare carissimi . E soprattutto elevandoli a oggetto dei desideri da parte di collezionisti di tutto il mondo.

Questa buona fortuna sarà anche dalla parte dei   ‘I Garagisti di Sorgono’ . Perché sono questi bravi produttori sono davvero il simbolo  della tradizione vinicola sarda , espressa nelle loro quattro etichette, recanti  il loro cognome e il loro volto :

La ‘DOC Mandrolisai’ di Sorgono, Sardegna

Pietro  mi parla della bellezza di Sorgono , sita nel centro della Sardegna, a 700 metri d’altezza sul versante occidentale della catena montuosa del Gennargentu, a sud ovest della Barbagia di Ollolai. Questa è l’area geografica del Mandrolisai, da cui l’omonima DOC , di cui però ancora non so molto. Pietro   non esita a intervenire dandomi precise informazioni al riguardo, che riporto nel dettaglio perché molto interessanti.

La denominazioneDOCMandrolisai risale al 1981, e comprende:

  • vini rossi e rosati delle zone collinari della Sardegna centro occidentale:
  • Olrre  Sorgono i seguenti comuni: Ortueri, Atzara Tonara, Desulo e Meana Sardo, in provincia di Nuoro e il comune di Samugheo in provincia di Oristano.

I vini della ‘DOC Mandrolisai’

I vini ‘Mandrolisaisono il risultato dell’uvaggio in diversa percentuale dei tre principali vitigni sardi , secondo disciplinare:

I tre vitigni vengono vinificati assieme in maniera da conferire al vino ognuno le proprie qualità migliori:

  • il Bovale il colore, l’intensità, il corpo,  un po’ di rudezza e di tannicità;
  • il Monica la gentilezza, la freschezza e la fruttuosità;
  • il Cannonau l’alcool.

Caratteristiche della ‘DOC Mandrolisai’

A un certo punto Pietro si sofferma sull’unicità della tecnica dell’uvaggio  multi varietale che è praticata solo nel Mandrolisai, ed è antichissima. Con sistematicità i loro nonni e bisnonni, possedendo filari di viti con tante tipologie di uva, dopo la raccolta vendemmiavano tutto insieme. Essi mescolavano anche 5/10 differenti tipi di uva e producevano così quasi esclusivamente vini misti.

Rispetto al passato Pietro fa notare che tale mescolanza non dà più vita ad un miscela casuale. Essa  è bensì il frutto di approfonditi studi dei tempi di maturazione dell’uva, ed è mirata a conferire al vino particolari note e sfumature.

Leggo negli occhi di Pietro la fierezza di preservare questa alchimia enoica, e ne ha tutte le ragioni, perché sono vini rossi pregiati che richiamano i più modaioli Bordeaux, Valpolicella e Chianti, solo per citarne alcuni.

Roberto Cipresso, il cappellaio magico al ‘Wine & Sardinia’ festival di Sorgono

Sabato mattina mi risveglio nel mio accogliente ‘Minù b&b’,  una mansarda elegantemente arredata in centro. Una coccola infinita, con una colazione sublime di dolci e frutta fresca per avere l’energia giusta e vivermi Sorgono. Una minuscola cittadina da esplorare tutta con i suoi tesori e le sue delizie enogastronomiche.

Renzo e Simone vengono a prendermi con una jeep. Parcheggiamo e ci sediamo a un bar vicino il comune per prendere un caffè perché fuori diluvia. Le lancette dell’orologio sembrano fermarsi, tutto a Sorgono scorre lento, ogni cosa è al suo posto e la gente si saluta per strada.

C’è un senso di pace e di quiete che fa bene all’anima. Renzo mi indica fuori dalla finestra una piazza , che è il luogo di ritrovo per i compaesani. Lì si svolgono quasi tutte le più significative manifestazioni  del calendario sorgonese Autunno in Barbagia‘,  tra cui ‘Sa Innenna’, ovvero la vendemmia tradizionale.

Nulla è per caso!

Quell’agorà cambia in meglio il loro destino quando nel 2014 vi si tiene ‘Wine and Sardinia‘. In occasione di questo rinomato concorso enologico , conoscono  Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale. Quest’ultimo è il presidente della commissione esaminatrice. E a lui si rivolgono questi  quattro winemaker  per capire come fare vino e avere successo!

Da lì a poco Roberto Cipresso si reca a Sorgono per studiare più da vicino le loro vigne e rimane meravigliato delle straordinarie potenzialità di quell’angolo di paradiso. E così decide di fargli da guida per tutto il loro percorso imprenditoriale.

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Le prime vittorie dei ‘Garagisti di Sorgono’

Io Renzo e Simone siamo ancora dentro il piccolo cafè sardo, fuori c’è solo qualche passante che si affretta a rientrare in casa, fa freddo e grandina, quale momento migliore per prendere ancora appunti.

Ora è il turno di Simone che prosegue la narrazione citando il 2016 come il loro anno di svolta, quando, contando sul supporto professionale di Roberto Cipresso, lanciano circa 6000 bottiglie della loro azienda vinicola direttamente nel mercato nazionale.

Nel 2017 i loro quattro rossi sono presenti nella gettonatissima enoteca della Locanda Mariella‘, un piccolo e noto ristorante vicino Parma. Subito dopo nel 2018 fanno il debutto ufficiale nel mondo del vino al ‘Vinitaly’  di Verona . E  i loro quattro marchi suscitano la curiosità e l’interesse di innumerevoli Wine Lovers e Wine Experts.

Da Sorgono a Bruxelles! 

Mi rendo conto di avere la fortuna di intervistare un’azienda cult, quella appunto de ‘I Garagisti di Sorgono’ . E proprio quando penso che faranno strada, loro mi giocano d’anticipo! Quasi incredula vedo pubblicato nel giornale del paese un articolo in merito ai premi che i loro rossi strepitosi ricevono nel 2019 :

Quale è la prossima mossa? Non so se riesco a stagli dietro! Proviamoci. Neppure un attimo per rendersi conto di cosa gli stia succedendo di così bello, che questi quattro prodi marinai sono di nuovo in mare aperto. Nuove sfide li aspettano.

Il  Mandrolisai, essenza di un terroir

Qual è il segreto dell’eccellenza dei vini firmati dai quattro ‘garagisti’ sardi? Alla base c’è la loro terra, che anche in altri parti dell’isola in questi ultimi anni dispensa fiumi di oro rosso, apprezzato tanto in Italia quanto all’estero. Non siamo di fronte a un fenomeno o a una moda passeggera del momento.

Molti giovani intraprendenti, tra cui i nostri quattro amici, sanno semplicemente che gli abbondanti terreni che hanno tra le mani. Proprio quelli tramandati dalle generazioni precedenti dopo la crisi dell’edilizia, valgono una fortuna immensa per il presente e il futuro. I beni di madre natura sono così lavorati con sudore e sapere da impresari di nuova era e ne consegue il proliferarsi di piccole aziende.

Spazio ai giovani!

E sono proprio queste piccole aziende,  che stanno dando un certo respiro all’economia regionale, con una produzione enoica di qualità a tiratura limitata. Quella che è sempre più richiesta nel mercato dai consumatori moderni più attenti e con elevato potere d’acquisto.

I vini sardi dunque rappresentano oggi una possibilità di rinascita per il paese e possono contare su prodotti di punta come quelli de ‘I Garagisti di Sorgono‘.

I loro vini fanno impazzire, perché sono un mix perfetto di  tradizione e innovazione .  Si tratta di rossi mediterranei profondi e snelli, complessi e non troppo alcolici o difficili da bere.

I vigneti del Mandrolisai

Il viaggio prosegue verso  uno dei vigneti del Mandrolisai, quello di  Simone in località Pischina/Bau Perdosu’, dove c’è prevalentemente  il Monica per il suo ‘Murru’.

Il paesaggio è costellato da filari splendidi il cui colore verdeggiante è sbiadito da una nebbiolina fitta e densa. Improvviso la nostra passeggiata viene interrotta da un acquazzone, che ci spinge a trovare riparo all’interno di un vecchio edificio lì nelle vicinanze.

I poderi dei ‘Garagisti di Sorgono’

Simone ne approfitta per mostrami almeno in una mappa la posizione degli altri tre complessi di viti, che, suo compreso, offrono le tipiche varietà della tradizione vitivinicola sarda:

Simone, l’enologo dell’azienda, poi con semplicità mi fa luce sul perché i loro vini rossi sono così speciali e possono essere fatti solo lì a Sorgono e in nessun’altra parte del globo terrestre. Le loro uve nascono da terreni di alta collina (a circa 400/600 metri sul livello del mare), soleggiati e magnificamente esposti (sud-est) con un suolo di origine granitico, sciolto, povero.

Come sono i vini di questi angoli di paradiso?

Da qui vini rossi che hanno un bouquet fresco, fruttato, rotondo, e un gusto secco, sapido, pieno, giustamente tannico e bilanciato. Anche il clima, caratterizzato da forti escursioni termiche, poche piogge e da lunghe estati, contribuisce alla buona riuscita dei vini, garantendo una perfetta maturazione dell’uva anche nelle annate più fresche.

Inoltre la maggior parte delle loro vigne essendo per lo più centenarie, e per lo più allevate ad alberello (da sempre diffuso in Sardegna), risultano essere molto poco generose nel produrre una buona quantità di grappoli . La densità è di quattromila ceppi per ettaro e le rese sono  bassissime, non superiori a 35 quintali.

Tutto ciò però è  la condizione ideale per offrire una altissima qualità. Tutte queste caratteristiche geografiche e pedoclimatiche  regalano ai quattro ‘garagisti’ di Sorgono magnifici vini di terroir, che non hanno nulla da invidiare a quelli dei cugini d’Oltralpe.

Agriturismo ‘Su Connuttu’, Sorgono Sardegna

Giustamente vi starete chiedendo se ci è venuta fame dopo questo lungo giro! Certo che sì, e ci siamo egregiamente viziati all’ agriturismo ‘Su Connuttu’ a Sorgono. Ad aprire la porta di questo casolare intimo e accogliente il proprietario Costantino e il figlio Daniele che ci fanno accomodare davanti una tavola ben imbandita piena di delizie sarde da abbinare ai quattro  rossi de ‘I Garagisti di Sorgono’.

Ed è così un po’ on the road che tra un boccone di agnello e ‘carasau’ li tasto uno a uno per la prima volta! Sono una rivelazione dei sensi magnifica. Ogni vino rosso al calice esprime al massimo tutte gli elementi distintivi dei quattro vitigni sardi:

  • colori vivaci;
  • profumi inebrianti;
  • tannini gentili e levigati.

Comunque dei vini  intensi al punto da potere essere perfettamente abbinati al resto del succulento banchetto a base di verdure fritte, polpettine di maiale in umido e delle immancabili ‘seadas’ dolci di pecorino filante e miele.

Come in ogni buona tavola sarda sai quando inizi ma mai quando finisci!  Così termino il sabato sera in pizzeria e poi al pub del paese con Renzo e Simone E sorpresa si aggiunge pure Pietro, arrivato sfatto dalle baldorie di uno sposalizio appena concluso!

La terra di Pietro e Renzo a Sorgono

Dalla parola alla terra il salto è breve. Eccoci arrivati ad un’altra tappa del nostro fantastico itinerario sardo, i  vigneti di PietroRenzo . Questi sono gli ultimi spazi benedetti della mia esperienza sarda, una delle più significative del mio errare per le bellezze del nostro bel paese sia a livello professionale che umano.

Aperta un’inferriata tra trazzere strette e lunghe Pietro guida fino ai suoi 10 ettari di terra seminati tutti a Mandrolisai.  Un vento leggero e gentile soffia su tutto il resto della vegetazione incolta, e mentre affido agli scatti distratti della mia macchina fotografica l’immortalità di quegli attimi.  Pietro sussurra qualcosa a una vite, Renzo e Simone ne abbracciano una,  e io li seguo.

Lì in quell’universo primordiale ritorni all’essenza e alla straordinarietà della vita, che si manifesta in quei gesti spontanei così semplici e veri. Dal poggio della tenuta ci dirigiamo verso la villetta dei genitori di Pietro, dove si rifugia quando può, piena di oggetti che ricordano una mamma dolce e sempre presente, e di quadri che ritraggono Sorgono.

Il legame con la famiglia, il segreto del loro successo!

Questo legame con la famiglia è forte, lo senti a pelle, e lo riavverti nella masseria di Renzo in cui ci spostiamo poco dopo. Una magnifica distesa di Cannonau protetta dal guardiano di turno, Pasqualino il ciuchino. Questa adorabile creatura ci fa qualche festa appena ci vede avvicinare, e poi ci snobba tornando al suo riposino pomeridiano. Renzo  ci presenta intanto uno per uno le facce delle foto in bianco e nero appese nelle pareti dello stabile del suo fondo.

Sono i suoi zii, i suoi cugini, padre, madre, e Simone e Pietro interrompono Renzo perché ci scorgono qualche parente. Mi allontano quasi per rispettare quella loro atmosfera così intima e mi rilasso su una panca di legno. Sotto un albero fronzuto e attorno a un tavolo di marmo io, Pietro, Renzo e Simone finiamo l’ultima bottiglia di Mandrolisai brindando alla bellezza, che, parafrasando Dostoevskij , un giorno salverà il mondo!

A presto ragazzi! Grazie Sardegna, isola dal fascino misterioso e irritrovabile!

E in vino veritas tutti e tre  mi fanno notare che è ora di recuperare le valigie e spedirmi a Pisa! Pietro mi riporta alle partenze dell’aeroporto di Cagliari, augurandosi di rivedermi  presto dalle loro parti  un’altra volta ancora.

Sono siciliana di origine, e conosco il valore dell’ospitalità e il calore del Sud, ma la Sardegna mi ha davvero stupito, perchè è davvero un atollo dalle mille meraviglie dal fascino Mediterraneo. Non esitate a prenotare per le vostre vacanze di visitare quest’area interna di questa regione spettacolare. Non c’è solo il mare , ma tante altre cose da fare e vedere vi attendono!

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Porto Venere

Porto Venere

“There – comes Triton
from the waves that lap
the threshold of a Christian
temple, and every near hour
is ancient. Every doubt
takes you by hand
as if by a young girl friend..”

E. Montale

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Porto Venere, the pearl of the Ligurian coast

Porto Venere is a town located in Liguria, which is coastal region in North Western Italy, long and narrow, stretching from the French border to Tuscany, between mountains and sea. Porto Venere and the villages of Cinque Terre” were designated by “UNESCO” as a “World Heritage Site” in 1997. The “Regional Natural Park” in Portovenere offers a unique landscape with its high coasts, caves and vegetation that permeates the atmosphere in any season with the changing shades of color.

Among steep vineyards and crystal blue waters, it’s  easy to understand why so many artists in need of inspiration have made this land a must for their creativity. I  climbed countless staircases and enjoyed the main landmarks, food and wine and I have fallen in love with Porto Venere. Why? Read what to see and to do in this angle of Italian paradise  in my post here below!I would definitely rank Porto Venere among the most romantic ones I have ever seen!

 

Porto Venere, the most beautiful sea village in Italy

I decided to have a half day trip in Porto Venere , which is a little Medieval town located in the “Gulf of La Spezia” . Its nickname is “Gulf of the Poets”, because attracted writers, painters and artists  (especially in the 19th and 20th centuries) , including:

All of them are all closely associated with this stretch of water. All of them  praised its beauty throughout time. It is said that the spirit of the English Romantic poets still lives on between the inlets and promontories of this bewitching cove. It is easy to see why.

How to go there

A short trip to Porto Venere  is enough to enjoy the smart atmosphere of this unforgettable place.  I went from Pisa to Porto Venere   by car following Google directions .  There are a lot of blue parking lots (1,50€/h) outside the historic center  delimited by the blue stripes. They continue almost to the town centre. If you park there, you can take a bus, which goes from the parking places to the town centre (1€ round trip ticket).

There is also a parking place in the centre (under the roof) which costs 2,50€/h but it is not very big . It is possible to get to  is enough to enjoy the smart atmosphere of this unforgettable place.  I went from Pisa to Porto Venere   by car  by bus or by ferry

The history of  Porto Venere

Porto Venere is full of history . Here  some interesting information . In the 2nd century AD Porto Venere  was a port used by the Romans for routes to Gaul and Spain. The name of the town comes from “Portus Veneris”, an ancient temple dedicated to the Venus, the Roman goddess of love .

After the fall of the Roman empire, the Byzantines took an interest here . But the Lombards came here  in the 600’s. Later, Porto Venere  was made famous due to the interest taken in its by famous poets and authors. Above all  the English Romantics, who sought its wild bay as a place of meditation. Namely the English poet Lord Byron , who took a chose  this place  for  inspiration for his many works.

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9 things to do in Portovenere 

Every visitor that visit Porto Venere for the first time loves its amazing landscape with its colourful buildings, picturesque harbour and romantic promontory protruding into the sea like a huge ship. The town is small and most of its attractions are within walking distance or a short boat-ride away. But  there are lot of things to do in Porto Venere , such as:

  1. “Porta del Borgo “:  This is the ancient entrance, which dates back to the 12th century and is still intact. Entering this  imposing gate, you reach the historic centre of Porto Venere. Albeit touristy, there’s an air of local life as you walk along the cobbled alleyways of  Porto Venere. You will be immediately struck by the calm and peaceful atmosphere, typical of a small fishing village;
  2. “The colourful houses of Porto Venere”: The  the pastel-colored houses are the main drawing point of this little coastal town. They were once built to function as a defense shield to protect do Porto Venere against the recurring attacks from the enemies. The tall houses don’t have balconies and windows are small. This way it would be impossible for the enemy to scale them. If you walk out on the port you can get nice photos of these cute houses;
  3. “Church of San Lorenzo”: It is a religious building erected in Romanesque style between 1118 and 1130. It is dedicated to Saint Lawrence, which is the local patron saint. “Church of San Lorenzo” is also known as “Sanctuary of the Madonna Bianca”, and It  is situated in a dominant position on a hill overlooking the village of Portovenere, close to the Castello Doria;
  4. “Doria Castle”: It is situated on top of a  hill. The fortified structure goes back to the 1139 when the first written mention of the castle is found. It was the center of the battle between Pisa and Genoa in the 13th century. Then, between the 15th and 17th centuries it underwent major reconstructions again. It was of military importance until it was used as a prison under the French rule in the beginning of the 19th century. Again, in the 1970’s, further restoration was made and today it hosts various cultural events and exhibitions;
  5.  “Windmills”: There are the rests of three ancient windmills. Two at the base of the “Doria Castle” ,  which later were converted  into watchtowers . The other one is located near the gates of the town, and it is called “Mulino di Campiglia”;
  6. “Byron’s Cave”: The “Byron Cave”  is also called  “Grotta Arpaia” . It  seems to be a lively picture.  This incredibly beautiful bay was dedicated to the  Byron, who  swam across the bay of Porto Venere  to visit his fellow English muse, Shelley, who was residing in the village of San Terenzo. The “Byron Cave”  bears a plaque commemorating “the immortal poet who as a daring swimmer defied the waves of the sea from Portovenere to Lerici.”
  7. Church of Saint Peter”: This wonderful  church , which overlooks the “Gulf of the Poets”, is the symbol of Porto Venere , . Sitting on a rock peninsula for defense reasons, the Church of Saint Peter” was built in the 1256 on top of the remains of another church. It’s a great example of Liguria’s Gothic-Geonese architecture. In the first half of the 1900s, it underwent restorations .  Today it sees more peaceful days hosting ceremonial events like weddings. E. Montale, an Italian author, dedicated a poem to this church;
  8. Sail around the islands of Palmaria, Tino e Tinetto : These three islands are a  cultural landscape of great scenic and cultural value. It is wort going there not only for the breath taking landscapes, but also for the many remains of early monastic establishments;
  9. “Hike to Riomaggiore”: You can hike from Porto Venere  to Riomaggiore, the first of theCinque Terre”. It’s a 13,8 km hike and takes about 5-6 hours one way. The lovely  town climbs up along the ridges overlooking the sea and it is characterized from the typical stone houses with coloured façades and slate-roofs;

Porto Venere and the best of the Ligurian cuisine

The geographic position of Liguria makes for interesting and unexpected foods. With mountains to the north and the Mediterranean to the south, Liguria enjoys a temperate climate unlike other areas of northern Italy. That’s why Ligurian cuisine not only makes use of fish, as you would expect from a coastal region, but also of wild herbs, white meat, and locally-made cheese. Delicate flavours abound as well.

The main traditional dishes of Porto Venere best represents the extraordinary heritage of Ligurian food and wine. It is  based on fresh , genuine and simple recipes, including:

7 Top  food in Porto Venere

  1. Olive oil
  2. “Pesto alla Genovese”; 
  3. “Taggiasche olives”
  4. Anchovies, sardines, tuna and squid;
  5. “Porcini Mushrooms”
  6. “Focaccia”; 
  7. “Easter Pie”.

Where to eat 

There are a lot of restaurants and cafes in the harbour of Porto Venere  and, perhaps surprisingly, some of them are quite good value, such as my favourite one:

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Porto Venere, a sea of wonder!

Things to do in Porto Venere  and surroundings can vary according to the season in which you visit. There are obvious summer choices like diving, swimming and being at the beach. But there are also a number of activities that you can enjoy also in spring and autumn: wine tasting itineraries, visiting wine cellars and vineyards , sailing, shopping in the nearby larger towns, attending local traditional events.

Everything is charming in Porto Venere , without being too artificially embellished to please the tourists. With its stunning sea views, narrow streets, and majestic church perched just on the cliffside, it is easy to see why so many famous poets loved Porto Venere  so much. It inspires awe and beauty. It renders you speechless . Porto Venere  is a muse for desolate artists everywhere. So,  have you decided your upcoming holiday?  Porto Venere is of course an extraordinary place where to go!

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