La cantina di Pedra Niedda, Oristano. Alla scoperta dei vini della Sardegna

La cantina di Pedra Niedda, Oristano. Alla scoperta dei vini della Sardegna

             

‘Il faut avoir une grande musique en soi si l’on veut faire danser la vie’.

F. Nietzsche

La cantina ‘Pedra Niedda ’ e il nettare della ‘Marmilla’

‘Pedra Niedda ’ è una cantina di nicchia di una coppia di giovani ragazzi:  Susanna Atzori ed Enrico Menicalli. Questo gioiello si trova a Sini in provincia di Oristano, Un weekend di fine Maggio parto per la Sardegna, per provare i vini di questi territori chiamati della ‘Marmilla’. Questo  nome deriva  dalla parola latina ‘mamilla’, cioè ‘mammella’ , che stanno a indicare le dolci colline di questi luoghi , collocati a loro  volta nell’ area denominata  ‘Campidano.

Grazie alla visita presso la cantina  ‘Pedra Niedda‘, ho esplorato una parte della Sardegna davvero splendida e poco nota. Un viaggio infinito fatto di nettari divini, paesaggi mozzafiato e persone indimenticabili. Seguitemi, magari ci verrete presto anche voi!

‘Pedra Niedda’ , la cantina di Susanna Atzori ed Enrico Melicalli a Sini

Un venerdì mi ritrovo a Cagliari, dove mi vengono a prendere  Susanna Atzori ed Enrico Menicalli, proprietari della cantina ‘Pedra Niedda’ . Ci dirigiamo verso la nostra destinazione , che è Sini , dove vivono e sorge la loro azienda vitivinicola.

Facciamo subito amicizia, e rompiamo il ghiaccio, visto che ci si conosceva solo per conversazioni telefoniche prima del mio arrivo presso la cantina ‘Pedra Niedda’ Susanna è una giovane ragazza sarda, bella e brillante.  Enrico  è invece puro sangue fiorentino. Insieme coltivano il loro amore e la passione per il vino, essendo dei talentuosi  winemaker , carichi di sogni e voglia di fare!

Sini, un borgo incantato in provincia di Oristano

Sini è un borgo sardo di appena  500 anime, ed  è il regno della cantina ‘Pedra Niedda’. Un minuscolo puntino che è stato  crocevia di diverse dominazioni, che hanno lasciato tracce del loro passaggio ovunque. Tutti questi popoli hanno plasmato Sini,  formando un enorme patrimonio artistico culturale. Quello che ho modo di esplorare con Susanna  ed Enrico  durante questo mio indimenticabile soggiorno.

Storia di Sini

Abitato sin dall’ epoca nuragica, Sini (dal  latino  ‘sinus’  ovvero ‘sinuosità’) nel Medioevo è appartenuta al Giudicato di Arborea’ (ossia governo autonomo sotto un giudice con poteri sovrani). Nei secoli passa dal potere degli   Aragonesi  sotto il barone di Tuili  e del marchese di Laconi a quello di nobili spagnoli . Tra questi ultimi vanno ricoradati i  Carroz conti di Quirra’ ,  i  ‘Centelles’, e gli  ‘Osorio del la Cueva’. La cittadina poi è diventata un comune con la soppressione del sistema feudale .

Nel 1859 con la dominazione sabauda, Sini è diventata parte del mandamento di Lunamatrona, nella provincia di Cagliari, sotto la giurisdizione di Isili. Durante il fascismo nel 1928, il paesino è stato poi annesso alla cittadina confinante di Baressa, per poi godere di totale autonomia nella seconda metà del 1900.

B&B ‘Casa Susanna’ , un’ antica casa campidanese per accogliervi a Sini

Dopo quaranta minuti di strada deserta da Cagliari in tarda ora giungiamo in pieno  centro storico a Sini  . Qui ci sta  non solo la cantina ‘Pedra Niedda’ , ma anche la casa della coppia .  Parte di questo magnifico casolareè  adibito a b&b , che porta il nome di Casa Susanna’  , situato  in Vico I, Pozzo 10.

Appena metto piede in questo paradiso, l’atmosfera si fa davvero magica. Il cielo è coperto di stelle. La luna è alta , e illumina un possente portale di pietra ad arco . Mi ritrovo completamente avvolta dal fascino di questa tipica  dimora campidanese , che risale al 1925 , appartenente un tempo  ai nonni di Susanna  .

Le caratteristiche della case campidanesi

Questo esclusivo palazzo storico,  viene trasformato in  struttura ricettiva nel 2005 . Viene dotato di tutti i migliori comfort moderni. Ci addentriamo all’interno di questo magnifico  edificio spagnoleggiante a due piani , che  è realizzato in mattoni crudi detti ‘su ladrini’ .

Superato il cortile adorno di un piccolo pozzo, di un vecchio torchio e di vasi di fiori profumati, entriamo in cucina. Tra me Susanna  ed Enrico , scatta subito un bel feeling,  e mi sento completamente mio agio.  Prima di andare a letto in compagnia della loro gattina Samara, mi spiegano il programma delle dell’intero fine settimana da trascorrere con loro tra vigneti e scenari mozzafiato.

La mia suite al b&b ‘Casa Susanna’ 

Il tempo vola e tra una chiacchiera e l’ altra , la stanchezza sopraggiunge e così saluto Susanna  ed Enrico  , ritirandomi nella mia suite agreste per rigenerarmi. Apro la porta della mia camera e l’atmosfera è intima e avvolgente. Proprio come il blu cobalto delle sue pareti, abbellite da vivaci ceramiche dipinte, che sovrastano dei mobili rustici in legno.  Su questi  fanno bella vista alcuni monili della tradizione sarda, come ceste e oggetti in sughero.

Spalanco la finestra per fare rigenerare l’aria, e il mio sguardo è rapito da un’ immensa palma, che con il suo ciuffo di foglie ciclopiche si staglia prepotente dalle tegole dei tetti della villetta.  Dopo una doccia rinfrescante, sprofondo  nelle lenzuola morbide  tra le braccia di Morfeo, pensando al tour  dell’indomani .

Dall’ Australia alla Sardegna, la nascita della cantina  ‘Pedra Niedda’

L’odore del caffè mi sveglia , mi vesto e scendo giù a fare colazione con Susanna .  Mi prepara una torta al limone e dei cornetti al burro, che divoro insieme a una spremuta fresca di arance. Enrico  è di fuori in veranda, che sta cercando inutilmente di tingere di azzurro una botte, perché intento ad allontanare le zampette di Samara dai pennelli e dalla vernice.

Susanna  mi racconta di loro e della cantina ‘Pedra Niedda’. La loro  avventura enoica inizia nel 2014 a casa di amici dopo l’incontro con il suo compagno Enrico  . Questi lavora in quegli anni come agronomo  per ‘Casadei’  in  Toscana e per ‘Olianas’  a Gergei in  Sardegna.  

In quel periodo intanto Susanna  si laurea in ‘Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici’ all’ università di Macerata. Oltretutto lei  è  reduce da uno stage presso il Museo del Vino di Bordeaux’, che è fondamentale per la sua formazione in comunicazione del vino. Ancora la realizzazione della cantina ‘Pedra Niedda’ era nel cassetto!

Susanna ed Enrico dall’ oceano al mare della Sardegna

Niente è per caso.  Susanna  ed Enrico   si legano sentimentalmente e professionalmente, due crateri in continua eruzione, pieni di idee e prospettive . All punto che nell’Aprile del 2016 fanno tappa in  Australia, per apprendere e decidere cosa fare da grandi! 

Per circa sei mesi Enrico   lavora come  cantiniere ad Adelaide nella ‘Barossa Valley’   , e inizialmente Susanna  lo segue  senza avere in mente un progetto preciso.  Susanna  conosce per caso zio Charlie Scalzi , avellinese di origine  . Questi è anche proprietario delle tenute God’s Hill’, e lo aiuta saltuariamente nel campo delle degustazioni e dell’accoglienza. 

Il fascino dell’Australia e il richiamo della terra sarda

Ciò che affascina i due ragazzi dell’Australia è l’efficienza e l’avanguardia delle sue  aziende vitivinicole con cui hanno modo di confrontarsi, specchio di un continente vincente nel mondo del vino, con un’ ottimo rapporto tra qualità e prezzo.

Il loro entusiasmo per il  Nuovo Mondo dura però poco, perché l’Italia manca come una mamma.  Il loro percorso    in  Australia  è volontariamente concluso , e avendo fatto tesoro di questa significativa parentesi della loro esistenza,  Susanna  ed Enrico sono pronti e decisi a far fruttare il loro tempo e le loro competenze in patria.

I migliori affari si fanno bevendo buon vino! 

Ed è così che un pomeriggio del 2017  , mentre sorseggiano un buon Riesling nella ‘Mac Laren Valley’  lungo le coste sabbiose dell’ Oceano, prende forma l’idea della cantina  ‘Pedra Niedda’, ovvero ‘pietra nera’. Ciò per ricordare l’origine vulcanica della  Sardegna , che regala mineralità ed eleganza ai loro nettari.

La loro storia è  come una favola dei nostri giorni, e riflette una  scelta di vita importante tanto ambiziosa quanto piena di sfide e difficoltà , che Susanna  ed Enrico  affrontano costantemente con determinazione e perseveranza .

I vini della cantina ‘Pedra Niedda’ 

Un piatto fumante di ‘fregula’ peperoni e funghi accompagnata dal fragrante pane croccante di ‘Su Civraxiu’ mi distrae momentaneamente dal racconto  di Susanna , che prosegue al 2018, data del loro rimpatrio. Approdati finalmente nell’isola iniziano la loro carriera di vigneron, prendendo in affitto dei vigneti a Isili, e acquistando uve a Samatzai .

La svolta decisiva invece arriva da Albino, il padre di Susanna , che dona loro dei possedimenti a ‘Villa Verde’ in ‘Alta Marmilla’, vicino il Monte Arci (800mt). Nel 2020 questo fazzoletto di terra inizialmente seminato a cereali e sfruttato per i pascoli, diventa  1 ettaro di Cannonau e Semidano. Quest’ultimo è il  vitigno autoctono da cui deriva il  ‘Tittia 2018’,  bianco della cantina ‘Pedra Niedda’

‘Tittia’, il bianco della cantina ‘Pedra Niedda’

Il  ‘Tittia 2018’ è la prima  delle loro due etichette, che assaggio per brindare alla nostra collaborazione:

  • ‘Tittia 2018’: ‘tittia’ in  dialetto vuol dire ‘fresco’, come appena lo annusi e tasti, come la brezza leggera di un mattino dell’entroterra sardo. Il ‘Tittia 2018’ è un IGT 100 % del raro Semidano ,  suadente e piacevole come un Vermentino. Al naso si avvertono sentori di frutta e fiori bianchi ,  al palato si rivela fine  e sapido con un finale gradevole e persistente.

Il Semidano, vitigno autoctono della ‘Marmilla’

Il Semidano è l’espressione più alta  delle colline vulcaniche della ‘Marmilla’ in cui cresce, spazi infinti immersi in una natura lussureggiante, selvaggia e per certi tratti austera , che è ancora tutta da svelare.

Negli anni ’80, il Semidano non è conveniente da coltivare e viene espiantato per far posto a varietà con produzioni più elevate, ma non cade nel dimenticatoio e viene valorizzato da importanti viticoltori . Tra questi ci sono  Piero Cella di  ‘Quartomoro’   ed Emanuele di  ‘Muxurida’ Sitzia  , che contribuiscono ad avviare la DOC del Semidano nel 2020.

Enrico punta tutto sull’oro bianco del Campidano , e crea il suo gioiello , il  ‘Tittia 2018’ , di cui vi ho parlato prima. Questo è  un vino di medio lungo invecchiamento, un bianco delicato con 12, 5 di alcol che fermenta metà in acciaio e metà in tonneau di rovere francese ad una temperatura costante di 18°. 

'Cantina Bovale', Terralba

‘Cantina del Bovale’, Terralba, un esempio di collaborazione d’ impresa al Sud

Nel primo pomeriggio il sole inizia a essere più tiepido e dopo pranzo Susanna ed Enrico   mi fanno visitare il paradiso dei loro filari a ‘Villa Verde’. Il tragitto tra le viuzze di campagna su quattro ruote è interrotto ogni tanto dallo scontro con arbusti di sulla , leccio e mirto , che colorano quest’ angolo di Sardegna.

Scendiamo dal veicolo e perlustriamo tutta l’area, che su iniziativa di Susanna  è delimitata ‘alla bordolese’ da cartelli , che nominano ogni metro quadro di proprietà. Un eden circondato da impianti ordinati e nuovi tirati su dalle sapienti mani di Enrico , che nel frattempo mi informa di alcuni dettagli tecnici chiestigli per la mia intervista.

Il dotto toscano mi riferisce che la prima scintilla per l’avviamento del loro business scocca nel 2017 per merito di finanziamenti Europei , e che  con la pazienza delle ore cominciano a vinificare a Terralba con la collaborazione della ‘Cantina del Bovale’, con la speranza in un futuro immediato di camminare con le loro gambe.

Il virus del Covid. Ce la faremo!

Nel 2019 le prime bottiglie firmate ‘Pedra Niedda’ arrivano sulle tavole di rinomati ristoranti locali .  Ma la gioia di questa meritata partenza viene stroncata sul nascere dal Covid, il maledetto virus che allenta ma non frena la loro grinta.

Durante il lockdown Susanna  ed Enrico  pertanto approfondiscono il loro sapere, finiscono lavori lasciati in sospeso, e studiano nuove strategie di marketing . Un modo non solo per reagire, ma anche per non farsi trovare impreparati al momento della ripartenza  in cui il morbo  sarà debellato in maniera definitiva .

E il piano funziona perfettamente, perché dopo momenti di comprensibile smarrimento e dubbi, la loro positività li premia e adesso Susanna  ed Enrico   sono sulla cresta dell’onda per ricominciare da dove avevano interrotto.

I vitigni della cantina ‘Pedra Niedda’ a ‘Villa Verde’ 

Passeggiando per ‘Villa Verde’, Enrico   mi descrive il singolare terroir di questi posti, che si trovano a 300 di altezza . Qui i suoli  sono vulcanici, argillosi, pieni di fosforo, potassio, ossidiana, e buona sostanza organica. Tutto ciò dona ai  vini leggerezza ed eleganza.

Altri fattori che concorrono alle complesse caratteristiche organolettiche dei vini della cantina ‘Pedra Niedda’ sono:

  • un’ottima esposizione a Nord Est;
  • una buona ventilazione e illuminazione solare;
  • un clima mite;
  • un’umidità praticamente uguale a zero!

Il Cannonau e il Semidano, l’oro rosso e bianco di Sardegna

Da queste parti il Cannonau ed il Semidano crescono rigogliosi con una densità d’impianto di 6000 piante per ettaro.  I loro capi a frutto sono interrati ad appena 50 c.m. , e così garantiscono in caso di siccità un certo approvvigionamento idrico e di sostanze nutritive con un ridotto dispendio di energie.

Questa tecnica si avvicina all’alberello. Questo è un tipo di allevamento concepito per adattare la vite a condizioni ambientali quasi ‘eroiche’. Se queste garantiscono rese quantitative più basse, esaltano però in modo considerevole le proprietà vitali del vitigno.

 ‘Petra Niedda’ è green! 

I vigneti della cantina ‘Pedra Niedda’ sono gestiti in maniera completamente biologica con la pratica agronomica del ‘sovescio’ . Questa è in buona sostanza un mix di leguminose e graminacee, e talvolta con specifiche concimazioni organiche per evitare il ricorso a espedienti chimici.

Dopo questo interessante excursus , con Enrico   e Susanna  ci spostiamo sotto gli ulivi per cercare un po’ di ombra e bere un po’ di acqua , che si versa anche in delle scodelle di alluminio, per dissetare cinque tartarughe . Questi buffi animaletti sono posti in un recinto adiacente e sono ormai  custodi di quel regno fatato.

Ci appollaiamo su delle rocce per rilassarci un po’, e il nostro sguardo si perde nell’orizzonte.  Laddove l’azzurro della volta celeste si confonde nel verde della macchia mediterranea, puntellata da ciuffi di margherite gialle e papaveri.

‘Basca 2019’, il  vero Cannonau di Sardegna

Si fa sera, ed Enrico  raccoglie della legna per la cena. Si torna al focolare domestico e aiuto Susanna  ad imbandire la tavola per una grigliata nel camino di squisite costine d maiale. Queste sono abbinate al rosso di punta della loro produzione vinicola,  il ‘Basca 2019’:

  • ‘Basca 2019’: ‘basca’ in Sardo significa  ‘che caldo’, come quello che si avverte nel palato appena si assaggia questo Cannonau in purezza. Enrico  mi dice che in realtà quello che fanno loro è il vero Cannonau , quello autentico della Sardegna. Un rosso molto diverso da quello a cui si è abituati di solito a  reperire in commercio. Quello fatto da loro è infatti un Cannonau più delicato,  e scarico di  colore, che addirittura lo rende simile al  Nebbiolo!
Cosa è il Cannonau?

Con una DOC ottenuta nel 1972, il Cannonau è l’uva principe della Sardegna, simile alla Grenache e all’Alicante spagnoli, e al Tocai Rosso e alla Vernaccia Nera .  Esso è speziato all’olfatto, e morbido  al palato, con  un retrogusto un po’ amarognolo. Un vino che  è ideale per l’invecchiamento, e si sposa perfettamente  con arrosti e formaggi stagionati.

Susanna  ed Enrico   sono l’incarnazione del calore della Sardegna. I grilli cantano fuori in giardino, ma le nostre batterie sono scariche e  decidiamo di andare a riposarci per ricaricarle.

Il Camoidano, tour indimentica

I tesori della ‘Marmilla’ e del ‘Campidano’. Dal ‘Parco della Giara’ alla ‘Penisola del Sini’

Dalle persiane di Casa Susanna’ entra la luce gentile della mattina, che mi accarezza il viso. Crollata tra le piume del mio giaciglio, non riesco ad alzarmi, fino a che non mi risveglia il borbottio della caffettiera.

Scendo a pianterreno e mi rifocillo con un tè freddo e dei ‘mustazzolus’ (‘mustaccioli’), semplici e gustosi biscotti al latte tipici del Campidano’, che mi anticipano e preannunciano le sue meraviglie. Carichi come non mai io , Susanna  ed Enrico partiamo in jeep per una escursione da urlo, che riassume tutta la bellezza di questi luoghi . Venite con me!

‘Parco della Giara’

‘Parco della Giara’ ,  deriva dal  termine  ‘jara’ in gergo indica il basalto, la materia prima che compone questo eden compreso tra Gesturi, Genoni, Tuili e Setzu. Si tratta di un tavolato di 2,5 milioni di anni, lungo 42 Km2, che a 550 metri di altitudine sviluppa una variegata vegetazione e originali specie animali. Tra questi  i cavallini selvatici ‘quaddeddus’ , immersi in una prateria di ranuncolo bianco che ricopre i  laghetti temporanei ‘paulis’ .

Si contano circa 700 di questi esemplari, che vivono allo stato brado e che hanno tratti distintivi: piccola statura, folta criniera, e occhi mandorla. Questo spettacolo continua con la presenza delle  capanne in paglia e muratura dei pastori, e dei Nuraghi, di cui il più famoso è quello di Su Nuraxi’ a Barumini.

‘Su Nuraxi’ , il Nuraghe a Barumini, Sardegna

Tra il 1951 e il 1956 in seguito alla campagna di scavi dell’archeologo Giovanni Lillu, salta fuori Su Nuraxi’ a Barumini  questo villaggio di casupole e imponenti torrioni megalitici ,  costruiti da clan che vi ci vivevano isolati probabilmente a scopo difensivo .

Dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 1997 è databile tra il 1500 e l’800 a. C. , ‘Su Nuraxi’ ci riporta alla civiltà nuragica, e quindi alla preistoria  della Sardegna.  Sviluppatesi a partire dal Bronzo (XVI sec a. C.) fino al Ferro (X-VI sec. a. C.).

A detta di molti studiosi, queste enormi costruzioni sono da ritenersi eccezionali monumenti a metà tra l’edilizia difensiva e quella civile. Sono soprattutto simbolo di una cultura millenaria collegata alla civiltà megalitica del bacino del Mediterraneo.

Come sono fatti i Nuraghi

La particolarità dei Nuraghi sono le torri a due o tre livelli a forma di cono fatte con pietre quadrangolari , disposte a secco in cerchi concentrici sovrapposti che si stringono verso la sommità. I Nuraghi variavano in dimensioni, quelle grandi si alterano con quelle più piccole all’interno di recinti collegati da muri massicci.

Con le sue sale interne e coperture a pseudo cupola , ‘Su Nuraxi’ a Barumini  è una regia antica che attira ogni anno milioni di turisti da tutto il globo, e costituisce perciò un importante volano per l’economia locale.

‘Castelli Giudicali’

I ‘Castelli Giudicali’  sono disseminati in tutto il Medio Campidano’ , al confine tra i Giudicati di Arborea e Cagliari’ . Abbiamo a che fare con   resti di castelli come quelli di Monreale (Sardara) e Las Plassas, che erano delle fortificazioni strategiche erette nel XII secolo , legati perciò sia alla vita militare che alla sussistenza dei agglomerati umani sorti ai loro piedi.

La Penisola del Sinis’

La Penisola del Sinis’, ritrovamenti fenici, campanili spagnoli, chiese medievali, lo ‘Stagno di Cabras’  e un’ enogastronomica di tutto rispetto, sono solo alcuni delle ottime regioni per fare un salto in questo posto di straordinario fascino e magnetismo.

Metteteci il richiamo di infinte spiagge di sabbia e  sassolini di quarzo (San Giovanni di Sinis, Is Aruttas, Mari Ermi e Capo Mannu, mitico ritrovo di tutti i migliori surfisti della nostra Penisola) e di mare cristallino, e vi manca solo di staccare il biglietto!

San Giovanni e le ‘Rovine di Tharros’

In lontananza dall’incantevole borgata di San Giovanni , vecchio avamposto commerciale cartaginese, si ammira il Golfo di Oristano e l’omonima città , le cui radici sono da  collegare alle limitrofe  ‘Rovine di Tharros’ (fondata verso la fine dell’VIII secolo a.C. e poi abbandonata attorno al 1050 d.C.) , precisamente situate vicino il comune di Cabras .

Tharros’  si trova all’estremità meridionale della ‘penisola del Sinis’ e, grazie ad un istmo di terra, è connessa a Capo San Marco, un’alta falesia dominata da un imponente faro visibile dalle imbarcazioni fino a una distanza di 18 miglia. La ‘penisola del Sinis’ insieme all’ isola granitica di ‘Mal di Ventre’ (o ‘Malu Entu’) e al piccolo ‘Scoglio del Catalano’   sono un’ area marina protetta  e orgoglio dello spirito isolano Sardi.

La Sardegna nel cuore

L’estate si avvicina, e vi state chiedendo ancora dove andare per le vostre vacanze? La Sardegna attrae da sempre per i suoi litorali limpidi e trasparenti, ma ultimamente è meta indiscussa di wine lovers per il suo ricco patrimonio enoico e viaggiatori alternativi, che possono ritrovare nell’entroterra sardo qualcosa di sconosciuto e suggestivo da vedere.

Questo per sottolineare che la Sardegna non è solo Costa Smeralda,  resort per vip, movida notturna alla maniera di Alghero e San Teodoro, ma è soprattutto una regione rappresentativa delle straordinarie attrattive turistiche dell’ Italia, che merita di essere circumnavigata soprattutto per la quiete e la pace dei suoi spazi immensi, che come Sini rimangono nel cuore e per questo non finirò mai di ringraziare Susanna  ed Enrico .

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Tenute Delogu, Alghero. Sardegna

Tenute Delogu, Alghero. Sardegna

“Faremo scherzi al vento,  lo chiuderemo in una stanza,

ma promettiamo di liberarlo , se ci aiuterà a volare” 

P. Marras

‘Tenute Delogu’, Alghero in un bicchiere

Andare ad  Alghero è come essere in ‘compagnia di uno straniero’, parafrasando una famosa canzone di Juni Russo .Ti innamori e hai voglia di ritornarci! A Luglio, in  meno di un’ora di volo da Pisa e attero per la seconda volta ad Alghero   per dirigermi alle ‘Tenute Delogu .

Per fare cosa ? Per riprendermi il cuore lasciato in questo gioiello incastonato nella ‘Riviera del Corallo’  a  Nord Ovest della Sardegna . Ancora ebbra dei paesaggi, della gente, dei colori, degli odori, e del vino,  sorseggiando un calice di bollicine  Chelos’  delle ‘Tenute Delogu  , vi racconto la mia storia!

 ‘Tenute  Delogu’, Alghero

Piero Delogu  , proprietario del wine resort le  ‘Tenute Deloguviene a prendermi all’aeroporto di ‘Fertilia Alghero’ . Ci eravamo già conosciuti all’ hotel ‘Carlos V di Alghero’, in occasione di una degustazione dei vini d’eccellenza, grazie a Valeria Crabuzza, manager di ‘Alghero Conciergie’.  Dopo pochi minuti  di tragitto raggiungiamo la nostra destinazione , cioè le  ‘Tenute Delogu, dove ci aspetta il figlio Lorenzo.

Piero , classe 1962, nasce a Ittiri , Sassari.  Praticamente Piero  inizia la sua carriera lavorativa alla fine degli anni Ottanta.  Partendo da zero  si dedica alla produzione di  impianti all’avanguardia di mungitura degli ovini.

Nel giro di pochi anni raggiunge un grande successo e reinveste quanto guadagnato nella realizzazione dell’azienda ‘Carpenterie Metalliche’  (attività di progettazione sviluppo e realizzazione di strutture in profilati di acciaio), nell’acquisto di dieci ettari di zona industriale e nella costruzione di appartamenti da rivendere a Olmedo.

Il Film ‘Bianco di ‘Babbudoiuou’ girato a ‘Tenute Delogu’ con ‘Pino e gli anticorpi’

Questi sono alcuni dei  capitoli della vita di Piero, raccontanti  con un gran sorriso, che dura per il tutto il tempo che siamo in macchina verso la  sua elegante bottaia. Proprio in questi spazi dove ci troviamo con  Piero, è stato girato il film comico ‘Bianco di Babbudoiuou’ del 2016  diretto da Igor Biddau .

Con l’esordio cinematografico del trio comico ‘Pino & gli anticorpi’ e la partecipazione dell’ esotica Caterina Murino, la vicenda narra di tre fratelli sardi, Michele, Roberto e Giusy. Questi giovani mandano avanti  un vigneto, che produce l’ottimo ‘bianco di Babbudoiu’.  Volenterosamente loro desiderano esportare il vino anche in Cina, ma quando il fondo europeo necessario per il progetto viene a mancare, gli sfortunati devono restituire una somma considerevole alla banca. Tutto ‘made in Sassari’ !

‘Vini Delogu’, il meglio di Alghero 

Nel 2004 nasce ‘Tenute Delogu‘,  da 5 ettari di superficie vitata sotto il  Nuraghe di Palmavera  tra le campagne dorate e pianeggianti  della Nurra e il mare cristallino di Alghero, la cui brezza soffia gentile in una zona dove la coltivazione della vite è una tradizione antica.

Si tratta di un terreno con caratteristiche uniche per la viticoltura, con i suoi inverni miti ed estati ventilate.  Ed è proprio in questo territorio, fatto di argille rosse, calcare e ricco in minerali, che si adagiano i filari (allevamento Guyot) di:

Vitigni autoctoni e internazionali di grande pregio,  che Piero cura personalmente insieme al giovane enologo Antonio Puddu e la consulenza esterna di Piero Cella ( della scuola di Tachis!) .

6 etichette di vino firmate Delogu

Un patrimonio vitivinicolo straordinario , di cui  Piero ne ha subito  capito il valore. Amore e attaccamento alla terra e ai suoi collaboratori è tutto racchiuso  nei  nomi delle sei  etichette dell’azienda vinicola (circa 100 mila bottiglie annue):

7 giorni in Paradiso, wine relais  ‘Tenute Delogu’

Piero e Lorenzo mi accolgono come se fossi di famiglia. La mia vacanza  inizia sotto un sole cocente di Luglio nell’orto delle ‘Tenute Delogu,  ettari di terra in cui sono coltivati e allevati  tutti i loro prodotti a km 0!

Allievo la calura estiva con  una doccia fredda nella mia camera ‘il Grappolo’, arredata con gusto e dotata di tutti i comfort, un tuffo nella magnifica  piscina tra palme e cicas ed è ora di cena. Mi incammino attraverso un percorso di fiori e statue in pietra.

Una luna gigante e il sottofondo delle cicale mi accompagnano fino al ristorante della ‘Tenute Delogu, composto da una sala interna ed una esterna su prato. Decisamente un’ incantevole  location immersa nel verde alle quali fanno da cornice delle scenografiche cascate.

Cucina sarda per il piacere dei palati più curiosi

Conosco Vincenzo il cuoco, un signore gentile, che mi anticipa il menù della cena, senza svelarmi però i segreti della sua cucina. La tradizione sarda in tavola, tra mirto, vini superbi e tavoli sapientemente imbanditi con antipasti di verdure e altro ancora:

Piero e Lorenzo mi guardano con aria soddisfatta, perché faccio fuori tutto compiaciuta! Si fa tardi e gli ospiti della sala tornano a casa loro con un’aria leggera di chi è stato bene. Piero e Lorenzo continuano il romanzo della loro vita.

Passione, costanza, perseveranza,  duro lavoro, attaccamento alla terra, rispetto delle tradizioni,  modernizzazione strutture aziendali, amore per la gente: gli ingredienti del loro successo. Incredula di quanta bellezza ci sia in ogni gesto loro, mi sento per un attimo come la protagonista di una favola.

L’attenzione ai dettagli fa la differenza e io l’ho provato sulla mia pelle! Ascolto con grande ammirazione un padre e un figlio che portano avanti il loro progetto di vita . E con molta naturalezza mi rendono partecipe di questa gioia tra una telefonata e l’altra, mille pensieri per iniziare la giornata a seguire, compreso il mio tour !

Non ho con me un orologio, e la sveglia per alzarmi  la mattina alle ‘Tenute Delogu,  non serve. Apro la finestra e davanti a me lo spettacolo in prima fila di una natura rigogliosa. Colazione, e giro per le tenute: parcheggio  molto ampio, spazi immensi costellati da due blocchi di appartamenti nuovi del residence,  cantina e  vigneti.

Cerco un po’  d’ombra e la trovo sotto una folta  bouganvillea , leggo la mia guida sulla Sardegna e sogno di percorrere  tutta la costa Nord Occidentale , perché la posizione della tenuta a tal proposito è strategica. Seguitemi!

10 Posti Top da non perdere vicino Alghero

Essendo siciliana, non mi sono stupita del lauto pranzo in famiglia sarda in campagna da amici di Piero ! Divoro voracemente spaghetti al tonno con gamberi freschi, parago con patate, insalata di polpo, tre tipi di formaggio,  ‘casu marzu compreso, e vassoi di dolci infiniti!  Sicuramente avendomi visto un po’ troppo ‘secca’ , come si dice dalle mie parti, Piero ha ben pensato di farmi fare il pieno prima di portarmi ovunque!

‘La spiaggia delle Bombarde’

‘La spiaggia delle Bombarde’ si estende per un  chilometro di sabbia finissima affacciata su un mare azzurro, rallegrato  dalla dolcissima Anna Paola, che prepara le cozze cotte al carbone nel suo lido.  Una mezzaluna sabbiosa lunga quasi un chilometro che si inarca su un mare dai mille riflessi colorati e  incorniciata da rocce vulcaniche .

‘La Spiaggia della Pelosa’

La ‘Penisola di Stintino’ regala angoli di paradiso come la ‘Pelosa’, una spiaggia tropicale che si affaccia  sul  Golfo dell’ Asinara. Una delle caratteristiche più incredibili sono le sue acque calme e limpide. La spiaggia infatti  è al riparo dai venti ed protetta dal mare aperto dai faraglioni di Capo Falcone.

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‘Cala Mugoni’ 

‘Cala Mugoni’ è posta a ridosso di una pineta, che richiama a se nelle ore più calde tanti bagnanti alla ricerca di ombra e refrigerio. Questa cala  di sabbia bianca calda e mare blu si trova nei pressi di Porto Conte.  Si presenta con un lunga distesa di sabbia bianca non troppo fine e calda, di circa due kilometri e mezzo.

Fertilia 

Fertilia  fu fondata nel 1933 con lo scopo di diventare il centro economico amministrativo di tutta la zona rurale della Nurra di Alghero, colpisce per la sua terrazza severa  prospiciente un porticciolo. Si tratta di un progetto del regime fascista , che voleva creare una ‘città ideale’, una sorta di alter ego della catalana Alghero. Oggi  Fertilia  è una borgata tra mare e laguna nel nord-ovest della Sardegna, che conserva memoria di vicende singolari

Sughera di Suni 

Forse abbiamo perso l’abitudine di apprezzare un buon tappo di sughero, di odorarlo, o di giocarci con le dita. Forse non ci siamo mai chiesti come e dove venga prodotto e in che stato di salute si trovi. Ma un viaggio in Sardegna ci può aiutare, specie a Suni. In questa zona nella  provincia di Oristano ci sono delle importanti sughere  come a  Suni  , comune  noto per la produzione di sughero e Malvasia.

Bosa

Bosa è un incantevole e affascinante borgo mediterraneo fatto di case colorate, dove tradizione e modernità si fondono. C’è  un centro storico ottimamente conservato e nei dintorni si possono ammirare colline e valli. Potrebbe essere un’idea per una fuga dalla frenesia della vita quotidiana!

Alghero

Alghero è un esclusivo luogo di villeggiatura a prova di tutte le stagioni. Posta a  Nord Ovest della Sardegna, Alghero incanta per l’atmosfera leggera ed elegante che si respira. E di sangue catalano, una cittadina superba e altezzosa, che ti abbraccia e non si fa scordare con i suoi paesaggi mozzafiato, le strette viuzze piene di storia, e un mare tra i più belli che abbia mai visto.

Ristorante ‘Sa Mesa’ ad Alghero

Per capire ed assaporare in fondo il meglio dell’ enogastronomia Sarda vi consiglio di fare un salto al ristorante ‘Sa Mesa’  ad d Alghero . Qui  si fa una  cucina tipica ,  rivisitata con  la ricerca dei migliori prodotti locali.

Piero Marras e i ‘Tazendas’ nelle magnum dei vini Delogu

L’unico rimpianto quello di non cogliere i segni del destino, del  mio volo di ritorno cancellato per i soliti disagi della Ryanair . Riparto per la Toscana. Qualcuno forse vuole che rimanga  più a lungo ad Alghero e alle ‘Tenute Delogu.

Quel fine settimana mi perdo il concerto dal vivo di Piero Marras , un famoso cantautore sardo,  in occasione dei suoi 40 anni di carriera, un grande artista a cui Piero, dedica una ‘Magnum di Geo’ , come fa  anche con il gruppo dei  Tazendas’. E insieme ai musicisti e i poeti,  Piero canta della sua Sardegna attraverso l’arte del  vino.

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I Garagisti di Sorgono, l’oro rosso di Sardegna

I Garagisti di Sorgono, l’oro rosso di Sardegna

“…siamo il regno  ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, 

 della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.

Siamo  una terra di antichi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,

di montagne bruciate dal sole, e dalla vendetta. 

Noi siamo Sardi…”

G. Deledda

 

‘I Garagisti di Sorgono’ , la cantina del  Mandrolisai della Sardgena

‘I Garagisti di Sorgono’  è il nome di una cantina sarda a Sorgono nel cuore della Sardegna . Questa è gestita da quattro giovani imprenditori :

Si tratta del mio primo wine report firmato Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale. Un viaggio alla scoperta della denominazione del  Mandrolisai DOC  e della provincia di Nuoro. Un’esperienza straordinaria che  rimarrà  sempre indelebile nella mia mente !

‘I Garagisti di Sorgono’ rappresentano una  realtà enoica di nicchia, che sta  esplodendo  nel mercato del vino nazionale e internazionale grazie al nostro enologo nazionale. Seguitemi e vediamo più da vicino cosa c’è da bere, mangiare e vedere nella zona interna della ‘Terra dei Nuraghi’! 

 

‘I Garagisti di Sorgono’, l’ oro rosso della Sardegna

Sono le 10 di venerdì sera. Atterro all’  ‘Aeroporto Elmas di Cagliari’  in un weekend piovoso di fine Maggio. Inevitabilmente  penso alla mia amica Giulia, che vive nella capitale . Lei è un raggiante medico, a cui devo l’onore d’ avermi fatto scoprire per prima questo angolo d’Italia.

Ad attendermi nella sala arrivi c’è Pietro Uras, che mi accoglie con un gran sorriso. Il suo fare gentile e amichevole mi mette subito a mio agio.  Mi fa accomodare in una piccola ‘Fiat Panda’ , e ci dirigiamo verso  Sorgono!

Sorgono, un borgo sardo ricco di arte e cultura

Il lungo e noioso percorso di due ore fino a destinazione per stradine strette e tutte in salita è compensato dalla chiacchiera con Pietro  . Resce a distrarmi dal mio mal d’auto con una parlantina degna di un avvocato. Inizia a descrivermi  non appena la sua Sorgono,  un paesino di appena 1700 abitanti, e di come inizia l’avventura imprenditoriale dei quattro ‘garagisti’.

Durante il tragitto la notte è troppo fonda ed oscura per ammirare il paesaggio intorno, che solo una luna tonda e bianca riesce a tratti ad illuminare. Quelle sagome nere che ci circondano improvvisamente prendono forma nella mia mente, non appena Pietro evoca i suoi ricordi d’infanzia.

Quella è sempre la stessa vegetazione rigogliosa che ricorda da bambino, fatta di querce, mirto, corbezzolo e cisto, che si alternano ai vigneti in una cornice suggestiva, avvolta da un silenzio profondo.

Pietro Uras, la voglia di investire e tornare nell’isola

Rimango un po’ perplessa.  C’è una nota di nostalgia nelle parole di   Pietro.  Come se tutto ciò che ama non è sempre lì a portato di mano. Mi chiedo il perché dal momento che si reca  sempre a Sorgono! Il mio dubbio svanisce quando Pietro mi confessa del suo desiderio di trasferirsi presto in Sardegna per dedicarsi completamente alla sua attività.

Vengo infatti a sapere che Pietro è l’unico che abita fuori, precisamente a Parma.  Qui lui si forma come tecnologo alimentare,  collaborando  con importanti imprese emiliane da 19 anni. In passato quando era studente,  va via per la curiosità e la necessità di vedere cosa c’è oltre la sua isola.  Gli fa bene, ma non può stargli troppo lontano per molto.

Pietro risente della lontananza da casa. Al momento può rientrare solo qualche volta al mese. Non può lasciare definitivamente la sua occupazione attuale. Come del resto gli altri tre soci, perché c’è bisogno continuamente di soldi da investire.

‘I Garagisti di Sorgono’  devono decollare e non possono permettersi di stare dietro i tempi e la burocrazia infinita e macchinosa delle istituzioni governative di settore. Queste ultime  sono sempre più lente , laddove invece dovrebbero agevolare e favorire lo sviluppo della cittadinanza.

4 amici legati dalla passione per il vino e per la Sardegna

L’Italia è il lupo cattivo di questa favola. I quattro vigneron sardi però non si arrendono di fronte a nessuna difficoltà. Loro sono testardi e risoluti ad andare avanti a tutti i costi, senza mollare mai. Pietro, Renzo, Simone e Andrea si conoscono da sempre. Ciò che li accomuna oltre a un grande affetto, è la passione per la Sardegna, e per le loro vigne, ereditate dai loro padri e dai loro nonni.

Mai arrendersi!

I quattro vigneron hanno competenze tecniche e grinta giusta per imbottigliare quel grosso patrimonio enoico nei loro vini rossi . Questi sono versatili, fini e particolari, e soddisfano ogni tipo di palato, dal più semplice al più sofisticato.

Sono giovani coraggiosi,  amici sin da piccoli, che grazie all’aiuto di Roberto Cipressp stanno avviando un’azienda vinicoladal nome particolare, appunto  ‘I Garagisti di Sorgono’. Si chiamano volutamente in questo modo , perchè si ispirano  al movimento francese dei ‘Vins de Garage’. A  sottolineare la tipologia ricercata e introvabile dei loro vini rossi, garbati, caldi, e destinati a una nicchia di intenditori.

I vini dei ‘Garagisti di Sorgono’ , vini per molti ma non per tutti! 

Il fenomeno dei ‘ Vins de Garage‘, nasce a Bordeaux negli anni ’90.  Esattamente quando Robert Parker stella l’altissima qualità  di alcuni ‘microchateaux’ prima a Pomerol e poi a Saint-Emilion (‘Le Mondotte’ di Chateau Canon-La-Gaffeliere, Le Dome’di Chateau Teysser e il ‘Gracia’) , facendoli diventare carissimi . E soprattutto elevandoli a oggetto dei desideri da parte di collezionisti di tutto il mondo.

Questa buona fortuna sarà anche dalla parte dei   ‘I Garagisti di Sorgono’ . Perché sono questi bravi produttori sono davvero il simbolo  della tradizione vinicola sarda , espressa nelle loro quattro etichette, recanti  il loro cognome e il loro volto :

La ‘DOC Mandrolisai’ di Sorgono, Sardegna

Pietro  mi parla della bellezza di Sorgono , sita nel centro della Sardegna, a 700 metri d’altezza sul versante occidentale della catena montuosa del Gennargentu, a sud ovest della Barbagia di Ollolai. Questa è l’area geografica del Mandrolisai, da cui l’omonima DOC , di cui però ancora non so molto. Pietro   non esita a intervenire dandomi precise informazioni al riguardo, che riporto nel dettaglio perché molto interessanti.

La denominazioneDOCMandrolisai risale al 1981, e comprende:

  • vini rossi e rosati delle zone collinari della Sardegna centro occidentale:
  • Olrre  Sorgono i seguenti comuni: Ortueri, Atzara Tonara, Desulo e Meana Sardo, in provincia di Nuoro e il comune di Samugheo in provincia di Oristano.

I vini della ‘DOC Mandrolisai’

I vini ‘Mandrolisaisono il risultato dell’uvaggio in diversa percentuale dei tre principali vitigni sardi , secondo disciplinare:

I tre vitigni vengono vinificati assieme in maniera da conferire al vino ognuno le proprie qualità migliori:

  • il Bovale il colore, l’intensità, il corpo,  un po’ di rudezza e di tannicità;
  • il Monica la gentilezza, la freschezza e la fruttuosità;
  • il Cannonau l’alcool.

Caratteristiche della ‘DOC Mandrolisai’

A un certo punto Pietro si sofferma sull’unicità della tecnica dell’uvaggio  multi varietale che è praticata solo nel Mandrolisai, ed è antichissima. Con sistematicità i loro nonni e bisnonni, possedendo filari di viti con tante tipologie di uva, dopo la raccolta vendemmiavano tutto insieme. Essi mescolavano anche 5/10 differenti tipi di uva e producevano così quasi esclusivamente vini misti.

Rispetto al passato Pietro fa notare che tale mescolanza non dà più vita ad un miscela casuale. Essa  è bensì il frutto di approfonditi studi dei tempi di maturazione dell’uva, ed è mirata a conferire al vino particolari note e sfumature.

Leggo negli occhi di Pietro la fierezza di preservare questa alchimia enoica, e ne ha tutte le ragioni, perché sono vini rossi pregiati che richiamano i più modaioli Bordeaux, Valpolicella e Chianti, solo per citarne alcuni.

Roberto Cipresso, il cappellaio magico al ‘Wine & Sardinia’ festival di Sorgono

Sabato mattina mi risveglio nel mio accogliente ‘Minù b&b’,  una mansarda elegantemente arredata in centro. Una coccola infinita, con una colazione sublime di dolci e frutta fresca per avere l’energia giusta e vivermi Sorgono. Una minuscola cittadina da esplorare tutta con i suoi tesori e le sue delizie enogastronomiche.

Renzo e Simone vengono a prendermi con una jeep. Parcheggiamo e ci sediamo a un bar vicino il comune per prendere un caffè perché fuori diluvia. Le lancette dell’orologio sembrano fermarsi, tutto a Sorgono scorre lento, ogni cosa è al suo posto e la gente si saluta per strada.

C’è un senso di pace e di quiete che fa bene all’anima. Renzo mi indica fuori dalla finestra una piazza , che è il luogo di ritrovo per i compaesani. Lì si svolgono quasi tutte le più significative manifestazioni  del calendario sorgonese Autunno in Barbagia‘,  tra cui ‘Sa Innenna’, ovvero la vendemmia tradizionale.

Nulla è per caso!

Quell’agorà cambia in meglio il loro destino quando nel 2014 vi si tiene ‘Wine and Sardinia‘. In occasione di questo rinomato concorso enologico , conoscono  Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale. Quest’ultimo è il presidente della commissione esaminatrice. E a lui si rivolgono questi  quattro winemaker  per capire come fare vino e avere successo!

Da lì a poco Roberto Cipresso si reca a Sorgono per studiare più da vicino le loro vigne e rimane meravigliato delle straordinarie potenzialità di quell’angolo di paradiso. E così decide di fargli da guida per tutto il loro percorso imprenditoriale.

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Le prime vittorie dei ‘Garagisti di Sorgono’

Io Renzo e Simone siamo ancora dentro il piccolo cafè sardo, fuori c’è solo qualche passante che si affretta a rientrare in casa, fa freddo e grandina, quale momento migliore per prendere ancora appunti.

Ora è il turno di Simone che prosegue la narrazione citando il 2016 come il loro anno di svolta, quando, contando sul supporto professionale di Roberto Cipresso, lanciano circa 6000 bottiglie della loro azienda vinicola direttamente nel mercato nazionale.

Nel 2017 i loro quattro rossi sono presenti nella gettonatissima enoteca della Locanda Mariella‘, un piccolo e noto ristorante vicino Parma. Subito dopo nel 2018 fanno il debutto ufficiale nel mondo del vino al ‘Vinitaly’  di Verona . E  i loro quattro marchi suscitano la curiosità e l’interesse di innumerevoli Wine Lovers e Wine Experts.

Da Sorgono a Bruxelles! 

Mi rendo conto di avere la fortuna di intervistare un’azienda cult, quella appunto de ‘I Garagisti di Sorgono’ . E proprio quando penso che faranno strada, loro mi giocano d’anticipo! Quasi incredula vedo pubblicato nel giornale del paese un articolo in merito ai premi che i loro rossi strepitosi ricevono nel 2019 :

Quale è la prossima mossa? Non so se riesco a stagli dietro! Proviamoci. Neppure un attimo per rendersi conto di cosa gli stia succedendo di così bello, che questi quattro prodi marinai sono di nuovo in mare aperto. Nuove sfide li aspettano.

Il  Mandrolisai, essenza di un terroir

Qual è il segreto dell’eccellenza dei vini firmati dai quattro ‘garagisti’ sardi? Alla base c’è la loro terra, che anche in altri parti dell’isola in questi ultimi anni dispensa fiumi di oro rosso, apprezzato tanto in Italia quanto all’estero. Non siamo di fronte a un fenomeno o a una moda passeggera del momento.

Molti giovani intraprendenti, tra cui i nostri quattro amici, sanno semplicemente che gli abbondanti terreni che hanno tra le mani. Proprio quelli tramandati dalle generazioni precedenti dopo la crisi dell’edilizia, valgono una fortuna immensa per il presente e il futuro. I beni di madre natura sono così lavorati con sudore e sapere da impresari di nuova era e ne consegue il proliferarsi di piccole aziende.

Spazio ai giovani!

E sono proprio queste piccole aziende,  che stanno dando un certo respiro all’economia regionale, con una produzione enoica di qualità a tiratura limitata. Quella che è sempre più richiesta nel mercato dai consumatori moderni più attenti e con elevato potere d’acquisto.

I vini sardi dunque rappresentano oggi una possibilità di rinascita per il paese e possono contare su prodotti di punta come quelli de ‘I Garagisti di Sorgono‘.

I loro vini fanno impazzire, perché sono un mix perfetto di  tradizione e innovazione .  Si tratta di rossi mediterranei profondi e snelli, complessi e non troppo alcolici o difficili da bere.

I vigneti del Mandrolisai

Il viaggio prosegue verso  uno dei vigneti del Mandrolisai, quello di  Simone in località Pischina/Bau Perdosu’, dove c’è prevalentemente  il Monica per il suo ‘Murru’.

Il paesaggio è costellato da filari splendidi il cui colore verdeggiante è sbiadito da una nebbiolina fitta e densa. Improvviso la nostra passeggiata viene interrotta da un acquazzone, che ci spinge a trovare riparo all’interno di un vecchio edificio lì nelle vicinanze.

I poderi dei ‘Garagisti di Sorgono’

Simone ne approfitta per mostrami almeno in una mappa la posizione degli altri tre complessi di viti, che, suo compreso, offrono le tipiche varietà della tradizione vitivinicola sarda:

Simone, l’enologo dell’azienda, poi con semplicità mi fa luce sul perché i loro vini rossi sono così speciali e possono essere fatti solo lì a Sorgono e in nessun’altra parte del globo terrestre. Le loro uve nascono da terreni di alta collina (a circa 400/600 metri sul livello del mare), soleggiati e magnificamente esposti (sud-est) con un suolo di origine granitico, sciolto, povero.

Come sono i vini di questi angoli di paradiso?

Da qui vini rossi che hanno un bouquet fresco, fruttato, rotondo, e un gusto secco, sapido, pieno, giustamente tannico e bilanciato. Anche il clima, caratterizzato da forti escursioni termiche, poche piogge e da lunghe estati, contribuisce alla buona riuscita dei vini, garantendo una perfetta maturazione dell’uva anche nelle annate più fresche.

Inoltre la maggior parte delle loro vigne essendo per lo più centenarie, e per lo più allevate ad alberello (da sempre diffuso in Sardegna), risultano essere molto poco generose nel produrre una buona quantità di grappoli . La densità è di quattromila ceppi per ettaro e le rese sono  bassissime, non superiori a 35 quintali.

Tutto ciò però è  la condizione ideale per offrire una altissima qualità. Tutte queste caratteristiche geografiche e pedoclimatiche  regalano ai quattro ‘garagisti’ di Sorgono magnifici vini di terroir, che non hanno nulla da invidiare a quelli dei cugini d’Oltralpe.

Agriturismo ‘Su Connuttu’, Sorgono Sardegna

Giustamente vi starete chiedendo se ci è venuta fame dopo questo lungo giro! Certo che sì, e ci siamo egregiamente viziati all’ agriturismo ‘Su Connuttu’ a Sorgono. Ad aprire la porta di questo casolare intimo e accogliente il proprietario Costantino e il figlio Daniele che ci fanno accomodare davanti una tavola ben imbandita piena di delizie sarde da abbinare ai quattro  rossi de ‘I Garagisti di Sorgono’.

Ed è così un po’ on the road che tra un boccone di agnello e ‘carasau’ li tasto uno a uno per la prima volta! Sono una rivelazione dei sensi magnifica. Ogni vino rosso al calice esprime al massimo tutte gli elementi distintivi dei quattro vitigni sardi:

  • colori vivaci;
  • profumi inebrianti;
  • tannini gentili e levigati.

Comunque dei vini  intensi al punto da potere essere perfettamente abbinati al resto del succulento banchetto a base di verdure fritte, polpettine di maiale in umido e delle immancabili ‘seadas’ dolci di pecorino filante e miele.

Come in ogni buona tavola sarda sai quando inizi ma mai quando finisci!  Così termino il sabato sera in pizzeria e poi al pub del paese con Renzo e Simone E sorpresa si aggiunge pure Pietro, arrivato sfatto dalle baldorie di uno sposalizio appena concluso!

La terra di Pietro e Renzo a Sorgono

Dalla parola alla terra il salto è breve. Eccoci arrivati ad un’altra tappa del nostro fantastico itinerario sardo, i  vigneti di PietroRenzo . Questi sono gli ultimi spazi benedetti della mia esperienza sarda, una delle più significative del mio errare per le bellezze del nostro bel paese sia a livello professionale che umano.

Aperta un’inferriata tra trazzere strette e lunghe Pietro guida fino ai suoi 10 ettari di terra seminati tutti a Mandrolisai.  Un vento leggero e gentile soffia su tutto il resto della vegetazione incolta, e mentre affido agli scatti distratti della mia macchina fotografica l’immortalità di quegli attimi.  Pietro sussurra qualcosa a una vite, Renzo e Simone ne abbracciano una,  e io li seguo.

Lì in quell’universo primordiale ritorni all’essenza e alla straordinarietà della vita, che si manifesta in quei gesti spontanei così semplici e veri. Dal poggio della tenuta ci dirigiamo verso la villetta dei genitori di Pietro, dove si rifugia quando può, piena di oggetti che ricordano una mamma dolce e sempre presente, e di quadri che ritraggono Sorgono.

Il legame con la famiglia, il segreto del loro successo!

Questo legame con la famiglia è forte, lo senti a pelle, e lo riavverti nella masseria di Renzo in cui ci spostiamo poco dopo. Una magnifica distesa di Cannonau protetta dal guardiano di turno, Pasqualino il ciuchino. Questa adorabile creatura ci fa qualche festa appena ci vede avvicinare, e poi ci snobba tornando al suo riposino pomeridiano. Renzo  ci presenta intanto uno per uno le facce delle foto in bianco e nero appese nelle pareti dello stabile del suo fondo.

Sono i suoi zii, i suoi cugini, padre, madre, e Simone e Pietro interrompono Renzo perché ci scorgono qualche parente. Mi allontano quasi per rispettare quella loro atmosfera così intima e mi rilasso su una panca di legno. Sotto un albero fronzuto e attorno a un tavolo di marmo io, Pietro, Renzo e Simone finiamo l’ultima bottiglia di Mandrolisai brindando alla bellezza, che, parafrasando Dostoevskij , un giorno salverà il mondo!

A presto ragazzi! Grazie Sardegna, isola dal fascino misterioso e irritrovabile!

E in vino veritas tutti e tre  mi fanno notare che è ora di recuperare le valigie e spedirmi a Pisa! Pietro mi riporta alle partenze dell’aeroporto di Cagliari, augurandosi di rivedermi  presto dalle loro parti  un’altra volta ancora.

Sono siciliana di origine, e conosco il valore dell’ospitalità e il calore del Sud, ma la Sardegna mi ha davvero stupito, perchè è davvero un atollo dalle mille meraviglie dal fascino Mediterraneo. Non esitate a prenotare per le vostre vacanze di visitare quest’area interna di questa regione spettacolare. Non c’è solo il mare , ma tante altre cose da fare e vedere vi attendono!

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