Cantina Ribote, Dogliani. Prima Parte

Cantina Ribote, Dogliani. Prima Parte

“..Ci sono dei momenti significativi nella vita di ognuno di noi che possono ispirare la letteratura. Questo è ciò su cui si dovrebbe scrivere… ” 

R. Carver

‘Cantina Ribote’, Dogliani. Prima Parte

Fabrizio Porro , proprietario della ‘Cantina Ribote’,  viene a prendermi alla stazione di Savona in un pomeriggio afoso di Luglio. Nonostante un evidente male alla gamba, che lo fa faticare a camminare,  Fabrizio  mi accoglie con un sorriso smagliante. Si rompe subito il ghiaccio con una stretta forte di mano. Il suo benvenuto è meraviglioso!

Fabrizio  e io saliamo sul suo fuoristrada. Il caldo è davvero insopportabile, per cui si pompa a manetta  l’aria condizionata . Durante il tragitto intravedo dai finestrini le acque cristalline di Savona. Quest’ultima è una deliziosa località ligure, che per Fabrizio  rappresenta il rifugio estivo per eccellenza. Qui scappa  quando possibile con la sua compagna Monica  Virgilio, brillante manager  del laboratorio estetico ‘Essenza .

Piemonte e il mare della Liguria

Fabrizio  seguita a descrivere con orgoglio confinanti borghi liguri di  Bergeggi, Noli, Varigotti e Finale Ligure .  Intanto non riesco a credere che a breve sarò nelle Langhe , precisamente a Dogliani, dove risiede la sua  ‘Cantina Ribote’

Sto per vivere  l’esperienza di un altro nuovo ed avvincente wine reporting firmato Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale con base a MontalcinoRoberto Cipresso è consulente e  soprattutto ‘nume tutelare’ della ‘Cantina Ribote’ Mi auguro che il mio racconto possa essere all’altezza di farvi provare  le stesse emozioni che Fabrizio  mi ha suscitato con questo pellegrinaggio divino  in  Piemonte .

Le Langhe, rotolare verso Nord fra paesaggi mozzafiato e tesori da scoprire

Lungo il percorso in macchina intravedo la maestosità delle Langhe, un fazzoletto di terra tutto prevalentemente collinare del basso Piemonte . Questo è compreso tra la provincia di Cuneo e quella di Asti  . Inoltre è suddiviso in Alta Langa (fino a 896 m.) e Bassa Langa (con quote genericamente inferiori ai 600 m.).

Un alone di mistero avvolge l’etimologia del termine Langhe,  che deriverebbe o da  ‘langenses’ ,  cioè gli antichi popoli liguri che qui si insediarono. Oppure si riferirebbe al latino ‘linguae’, in riferimento alla forma di morbide lingue dei dolci pendii stretti , che caratterizzano questa oasi verde del settentrione d’Italia.

Conformazione delle Langhe

L’intero comprensorio , a esclusione della Langa Astigiana (con un picco di 851 m. in prossimità di Seròle, Asti,) è grande quanto la Maremma in Toscana , e si snoda per 120 mila ettari . Esso è attraversato dai fiumi TànaroBelboBòrmida di Millesimo e Bòrmida di Spigno , ed è confinante con l’Astesana, il Monferrato e il Roero.

Qui prima c’era il mare Padano, che poi è sparito durante il Quaternario. I sollevamenti terrestri , dovuti alle spinte del continente Africano, hanno generato queste floride e spettacolari dorsali appenniniche. Queste oggi sono infatti ricoperte di strati sovrapposti di gessi, calcari, e sabbie, in cui si trovano facilmente conchiglie marine, frammenti di fossili, scheletri di pesce e alghe.

Cantina Ribote, Fabrizio Porro, Dogliani. Langhe
‘Cantina Ribote’, Fabrizio Porro, Dogliani. Langhe

‘Cantina Ribote’, Fabrizio Porro. Le Langhe. Non solo Barolo!

Fabrizio  e io arriviamo nella Valle del Belbo a  Montezemolo, la porta delle Langhe, che è molto rinomata per le 22 specie rare di orchidee. Ci fermiamo per prendere un po’ d’aria. Lo sguardo sconfina in un vasto prato verdeggiante puntellato da papaveri e fiori di campo, che poggiano i loro petali su covoni di paglia.

Fabrizio  comincia ad accennarmi a qualcosa di sé e della sua attività vitivinicola presso la sua ‘Cantina Ribote’ . Insieme al papà Bruno, lui  cura di preciso  l’aspetto enologico . Invece il compito dell’ospitalità è affidato alla mamma Irma . Infine la gestione commerciale e la comunicazione aziendale  alla sorella Cristina .

Il segreto del successo della ‘Cantina Ribote’

Così come un gran pittore crea un capolavoro con pennelli e tavolozza di colori, allo stesso modo Fabrizio  dipinge con parole precise e ricche di particolari questi luoghi. Questo sono per  lui sacri, perché sono quelli dell’infanzia. Quelli dove risiede davvero  la sua felicità fatta di: amore per la sua famiglia, il suo territorio e il suo vino.

Tre fattori essenziali questi ultimi che spiegano chiaramente il successo della ‘Cantina Ribote’,  che da cinque generazioni sono il simbolo dell’eccellenza della Dogliani DOCG. Questa è una  denominazione di origine riservata dal 2005 ai vini ‘Dogliani’ e ‘Dogliani superiore’ , prodotti dal vitigno Dolcetto in purezza.

Il Dolcetto di Dogliani

 ‘Cantina Ribote’  è operativa dal 1980, quando era ancora una minuscola cascina nelle vicinanze della località San Luigi.  Essa attualmente è senza dubbio il  crù del Dogliani DOCG , le cui altre sottozone sono:

Proprio in quest’ area Fabrizio coltiva 35 ettari di terreni distribuiti su colline esposte a Sud Ovest . Questi  sfiorano un’altitudine tra i 200 e i 600 m.  La presenza di argilla e calcare favorisce il fiorire dei pregiatissimi  DolcettoBarbera, Nebbiolo e Chardonnay.

Questi sono i  vitigni principe da cui derivano i loro rossi e bianchi. Si tratta di  piante di vite di 20-60 anni d’età con sistema di allevamento a guyot . Chiaramente la coltura è  rigorosamente biologica,  a partire dalla lotta contro la Tignola che aggredisce il Barbera attraverso la confusione sessuale.

La lista di accorgimenti ed espedienti per garantire l’integrità dei vini sarebbe davvero troppo lunga.  Perché operata da circa un secolo, grazie a una combinazione di sapere antico e tecnologie all’avanguardia. Tutto ciò  caratterizza il modus operandi della ‘Cantina Ribote’  in fatto di vino.

Fabrizio Porro, un viaggio nelle Langhe
Un itinerario di gioielli preziosi nelle Langhe

Rimontiamo nella Rav 4 verso la Valle del Tanaro delimitata dalle Alpi Marittime, e ci ritroviamo esattamente a:

Altre tappe che raggiungiamo  con Fabrizio  sono:

Si respira un passato nordico e misterioso nelle Langhe, crocevia di molti popoli stranieri, che la invasero perché attratti dalle sue risorse, e che la sfruttarono fino all’osso.  Dagli originari Celti e Liguri ai Romani e i Carolingi nel Medioevo.

Poi si passò dalla ripresa con i ‘Duca di Savoia’ nel ‘700  alla miseria e al degrado durante la Seconda Guerra Mondiale ( divenendo teatro della lotta di Resistenza, descritta nei romanzi dell’albese Beppe Fenoglio).

Da allora in poi, nell’arco di appena venti anni, le   Langhe  furono improvvisamente segnate da rapida e proficua  rivoluzione industriale , specie nel settore agroalimentare  , basti pensare al colosso  ‘Nutella’  di Michele Ferrero !

I tesori delle langhe: vino, nocciole e tartufi

Verso la seconda metà del Novecento ci fu una rapida urbanizzazione a scapito di un rapido spopolamento delle campagne. Accadde che  i contadini operai, stanchi delle fatiche e avidi di rendite più sicure e redditizie, sacrificarono presto le varietà colturali per le monoculture. Alcune di queste segnarono la fortuna dell’economia del Piemonte e del nostro bel paese. Cioè mi sto riferendo a :

Negli  anni Novanta tutta  questa ricchezza crebbe a dismisura. Attualmente le  Langhe fanno tendenza, e assurgono a un modello di crescita sociale e finanziaria per il nostro paese. Che dire,  una smart country, in cui si  investe nei vari ambiti per migliorare all’insegna di un proficuo vantaggio competitivo.

‘Slow Food’ di Carlo Petrini

Tuttavia, è maturata tra le nuove generazioni di imprenditori piemontesi la consapevolezza della necessità di un benessere, che deve essere gestito con delle politiche sagge all’insegna di uno sviluppo sostenibile.  C’è l’esigenza di garantire un’offerta di produzione che sia in grado di soddisfare ogni domanda senza snaturarsi . Per non ripetere catastrofi come quello del metanolo di Narzole (1986).!

Di conseguenza, si sente la necessità di abbracciare appieno la filosofia di Carlo Petrini , fautore del del fenomeno di ‘slow food’  sbocciato a Bra. Sarebbe  quella che risuona nelle  stesse parole del maestro, ovvero:  “salvaguardare la  biodiversità, perché nulla impatta sull’ecosistema come ciò che mangiamo e beviamo”!

Vini della ‘Cantina Ribote’ . A presto Fabrizio Porro

‘Vini Ribote’   sono green e di alta qualità. Una linea di vini tutta biologica, su cui si interviene solo laddove è estremamente necessario. Essi  sono una prova tangibile , che si può avere forma e contenuto nello stesso prodotto. Preservando parimenti la salute del nostro pianeta. E si spera sia questo il futuro della viticultura nazionale e internazionale.

 Le Langhe sono un quadro che ha i colori del cielo e del vino, dei mattoni e deitajarin’ all’uovo. Non esitate a venire in questo Nirvana, che fa innamorare per le sue bellezze e la gentilezza del suo popolo. E sicuramente programmerò a breve un’altra fuga nelle Langhe. Magari per perdermi nei colori dell’autunno, che è la stagione più indicata per apprezzarne la sua  magica essenza!

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Cantina Ribote. Dogliani. Parte seconda

Cantina Ribote. Dogliani. Parte seconda

Dogliani, il salotto sabaudo delle Basse Langhe. ‘Cantina Ribote’ . Parte seconda

L’afa continua a sfiancarci, fino a quando Fabrizio  non mi accompagna nel mio appartamento di sua proprietà  a Dogliani. Questa è  una piccola ed elegante cittadina piemontese , capitale del vitigno autoctono detto Dolcetto.  Sistemate le valigie, ci salutiamo per rilassarci e ricaricare le batterie.  Sprofondo  in un sonno atavico e mi crogiolo nelle lenzuola di lino bianco fino allo squillo telefonico di Fabrizio  .  Mi invita a preparami per continuare il nostro giro nel suo paesino.

Dopo una veloce rinfrescata, mi vesto, e ad attendermi nell’atrio ci sono Fabrizio   e Monica . In macchina  ci dirigiamo a  Bene Vagienna da ‘Marsam’, un suggestivo ristorante dei loro amici Marco e Alice,. Qui   ceniamo  scegliendo da un menù interregionale!

Eccoci qui, una  cuisine che spazia dalle Alpi alla Sicilia: un delicato vitello tonnato, servito con caponata di melanzane,  alici in agrodolce, e bollicine di un sofisticato  Ettore Germano Rosanna Rosè Metodo Classico Extra Brut’.

La sera cala paziente quasi a fatica per il calore ancora asfissiante.  Uno scenario bucolico di arbusti, querce e vigneti, di cui si percepiscono appena le sagome per il buio imperante. Le cicale intonano il loro canto, e preannunciano l’arrivo dell’estate ormai alle porte.

Un filo di vento ci scompiglia i capelli , e torna il fiato per parlare, per cui apprendo della tappa successiva dell’indomani, ovvero Dogliani, il salotto sabaudo e capitale del Dolcetto. La stanchezza avanza e consegna tutti quanti alle braccia di Morfeo.

Risveglio a Dogliani, il salotto sabaudo delle Basse Langhe
Risveglio a Dogliani

Dogliani

L’indomani mi preparo un caffè nero bollente, che mi dà la carica giusta per godermi il proseguo del mio percorso. Fabrizio mi viene a prendere nella mia dimora per perlustrare Dogliani. Dopo due spremute di arancia ghiacciate al bar ‘Riviera’ , proviamo ad avviarci per il nostro tour .

Chiaramente, impresa quasi impossibile , perché Fabrizio  si ferma con tutti a chiacchierare , tra conoscenti e parenti , normale in un luogo di appena cinque mila anime ! Un’atmosfera intima e preziosa in contrasto con la frenesia dei soliti ritmi quotidiani.

Un romanticismo però interrotto bruscamente dalla foga e dal desiderio di Fabrizio  di mostrarmi il fascino della sua Dogliani . Due passi  verso il centro storico e  Fabrizio  mi riferisce tutto quello che può su Dogliani, a cominciare dal suo nome.

Origine del nome di Dogliani

Dogliani deriverebbe dal latino ‘Dolium Jani’ , cioè ‘la coppa di Giano’, in riferimento alla leggenda secondo cui la divinità romana giunse in loco per  approvvigionarsi del suo vino. Per questo motivo lo stemma del comune di Dogliani raffigurerebbe un leone che regge una ‘doglia’.

Una sorta di coppa per il vino, a memoria della sua vocazione vitivinicola, che affonda le radici nella preistoria. E che continua nell’eccellenza della produzione del vitigno autoctono del Dolcetto. Questo  in tutte le sue varianti , ed  insieme al Barbera , è alla base dell’economia locale.

Il Dolcetto di Dogliani

Il Dolcetto cresce robusto e vigoroso tra   Asti ,  CuneoAlessandriaOvada , e pure nella Riviera Ligure di Ponente . Esso è anche  noto con l’appellativo di Ormeasco. Si tratta di un rosso semplice, da tutto pasto, dal colore generalmente rubino, dal profumo vinoso e dal gusto di solito asciutto e mandorlato.

Questo va dal più diffuso Dolcetto d’Alba, ad  altre tipologie. Queste  a seconda della provenienza  si ditinguono in :

 

Dogliani, non solo Barolo

Storia di Dogliani 

Dogliani è di dominazione  romana ( I° – II° secolo d.C.). Poi per la difesa dai saccheggi e dalle scorribande di Ungari e Saraceni (X° secolo) . questo minuscolo villaggio si  espanse in cima a una rocca, ove oggi si erge un Castello medievale, che domina dall’alto l’intero abitato.

Il perimetro della cinta muraria delimitato da un lato opposto all’altro rispettivamente da  ‘Porta ‘Soprana’ e  ‘Porta Sottana’ , trasuda il passaggio a Dogliani di Francesi, Spagnoli , dei nobili Sabaudi, e di Bonaparte .

Questi dominatori  l’adornarono di monumenti, palazzi e templi di preghiera. Tutti questi tesori furono ben incastrati e distribuiti all’interno di un sorprendente ed efficace piano di riassetto urbanistico di  Giovan Battista Schellino (1818-1905).

4 buoni motivi per visitare Dogliani firmati Giovan Battista Schellino!

Giovan Battista Schellino fu un eclettico e stravagante architetto, che realizzò per Dogliani opere singolari. Queste rispecchiano nel loro dualismo di vivacità e severità delle forme lo spirito stacanovista del suo popolo genuinamente di stampo agricolo, che la salvò dalla crisi del Dopo Guerra  .

Dogliani infatti divenne presto un mercato importante di primizie e per il vino. Un paesino che trovò nello spirito imprenditoriale dell’economista Luigi Einaudi,  primo Presidente della Repubblica fino al 1955, la massima espressione del suo genius loci .

A fine colazione io e Fabrizio   percorriamo le viuzze strette e a tratti adombrate di Dogliani , dal cuore moderno del Borgo inferiore fino alla sommità del nucleo antico del Castello . Un cammino che attraverso ‘Porta  Soprana’ e  ‘Porta Sottana’ svela  gioielli di straordinaria grandezza, come quelli proposti in basso.

 

1. ‘Chiesa di San Quirico e Paolo’

La ‘Chiesa di San Quirico e Paolo’ è la magia più imponente di Schellino. In stile Neoclassico a croce greca, al suo interno questa superba cattedrale raccoglie numerosissime testimonianze artistiche:

2.Palazzo municipale di Dogliani

‘Palazzo municipale di Dogliani’ è il palazzo comunale che svetta  accanto il duomo con un ampio ingresso e porticato. Esso è ricavato da un convento  dei Carmelitani , costruito nel XVI secolo.

Questo palazzo è una bibbia vivente del passato di Dogliani, con queste quatrro importanti attrattive :

3. ‘Piazza Umberto I’

Io e Fabrizio arriviamo a questa caratteristica ‘Piazza Umberto I’ ,  un’ agorà caratteristica con i suoi empori rionali di Castelmagno e altri formaggi DOP piemontesi.

Fanno bella mostra i  suoi  negozi , e la più blasonata delle macellerie,  quella  di Nello Taricco. Questa ogni anno alla ‘Fiera del Bue Grasso di Carrù vince premi per la migliore bistecca di Fassona, altro fiore all’occhiello del carrello delle prelibatezze langarole.

Un mosaico di foto e manifesti di personaggi famosi della TV e dello spettacolo appesi ovunque, mettono perennemente in risalto il ‘Festival dei Media’. Un appuntamento imperdibile che dal 2012 si tiene dal 03 al 05 settembre per tutti questi vicoli , per capire meglio l’informazione, la televisione e il giornalismo italiano.

4. ‘Belvedere del Castello

Il ‘Belvedere del Castello’  è custodito da un gigantesco e secolare ippocastano di 26 metri  . Questo  è un punto panoramico di incomparabile beltà.  Da cui , adagiati su una scarlatta  ‘Big Bench’, si può contemplare Dogliani dall’alto in tutta la sua magnificenza insieme alla vallata del Rea .

All’orizzonte la visuale è annebbiata  da altre perle di immenso valore artistico:

  • ‘Torre Civica’ : un monumento starodinario  , che è caratterizzato da una  merlatura ghibellina del 1862 , opera di  Schellino;
  • Castello dei Perno di Caldara’: questo è un  fortilizio difensivo Medievale, che adibito a dimora residenziale tra il XVII e il XIX secolo . Nel 1970 esso fu poi acquistato dalla casa editrice ‘Giulio Einaudi’ , che lo trasformò in uno ‘scrittoio’ per famosi intellettuali, tra cui Primo Levi. Nel 2012 esso passa nelle mani del prof. Gregorio Gitti, ordinario di diritto civile dell’Università di Milano. Questi  se ne prende cura con il suo piano di recupero di casa per la cultura , della coltivazione della vite e della vinificazione delle uve di proprietà;
  • ‘Piste ciclabili e sentieri pedonali del  Gal Mongione’ : un percorso per escursionisti da fare a piedi o in bici in mezzo alla natura piemontese. Queste piste esistono per volontà dello stesso Fabrizio .  Con la sua formazione di  guida turistica e attivo ciclista, Fabrizio  ha sempre lottato per variegare l’offerta  turistica di Dogliani,  suscitando non poche invidie. Ha solamente ottenuto molte imitazioni delle sue stesse iniziative e davvero pochissimi se non nessun appogio da parte delle politiche comunali! Un difetto dobbiamo pur averlo noi Italiani. Il peggiore è quello di fare squadra solo sulla carta e mai in pratica, specie negli affari!
Dogliani Alta, Langhe

Tradizione enogastronomica delle Langhe, Barolo, plin e tajarain

Assetati e anche un po’ affamati io e Fabrizio   facciamo una sosta a  Dogliani  alta  presso il  ‘Bistrot Và Langa’,  di Fabrizio Caravero. Questo simpatico signore che è il proprietario del piccolo e scoppientante localino,   ci omaggia di uno spritz .

Fabrizio Caravero è anche titolare del pastificio La Cucina delle Langhe’ . Per cui ci fa vedere degli stratosferici ‘plin’ e ‘agnolotti’. Questa è pasta fresca da condire come volete, che rappresenta il cavallo di battaglia della cucina piemontese. Li ho mangiati  crudi per provarli e sono ugualmente buoni!

‘Plin’‘agnolotti’,  sono delle paste ripiene di verdure e carne. Queste vengono pizzicate o richiuse nella classica forma quadrata,. Normalmente vengono servite con ndei  sughi succulenti di carne!  Sono attimi di ilarità e spensieratezza, e vi prego di non cadere nello stereotipo  scontato , che l’accoglienza e l’ospitalità siano solo prerogativa del Sud! Se ciò ancora accade è perché non avete  messo ancora piede a Dogliani!

Storia del Barolo

Dopo alcuni scatti distratti, a Fabrizio   quasi di dovere, tocca come un cantastorie proferire sul più ricercato e inimitabile dei vini , sua maestà il Barolo, che è fatto esclusivamente da uve autoctone di Nebbiolo !

Il Barolo  (nelle sue quattro varietà Bolla, Michet, Lampia e il poco fruttuoso Rosé) è uno dei rossi più prestigiosi a livello nazionale e internazionale. Esso è paragonabile ai blasonati Bordeaux dei Cugini d’Oltralpe.

Il Barolo  era già apprezzato  2500 anni fa dai Liguri e dai Romani, che con Giulio Cesare iniziarono  a esportarlo nell’Urbe da Alba Pompeiana. Tuttavia, il Barolo  esordì  nel 1751 allorché un gruppo di diplomatici piemontesi ne spedì a Londra una partita .

Si tramanda che fu un grande successo, tanto che persino il futuro Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson, in trasferta in quegli anni in Europa, ne citò la bontà nei suoi diari, definendolo ‘quasi amabile come il Bordeaux e vivace come lo Champagne.

C’è da dire però che il Barolo  di allora era però dolce e leggermente mosso. Poiché  non si sapeva ancora come tramutare in alcol tutti gli zuccheri contenuti nel mosto, il Barolo    era quindi ben diverso da quello fermo, rotondo e strutturato, che al presente appassiona esperti di tutto il globo.

Giulia Corbert e Louis Outard alla base del successo del Barolo in Italia

Per fortuna, nei  primi dell’Ottocento l’enologo francese Louis Outard , chiamato al Castello di Barolo’ dalla nobile Giulia Corbet sposa del Marchese Carlo Tancredi Falletti,  capì subito le virtù del Barolo   e lo processò secondo le tecniche di vinificazione degli chateaux bordolesi.

In appresso l’ascesa del Barolo    venne definitivamente sancita dall’interesse di personalità storiche, dal re Carlo Alberto di Savoia allo statista Camillo Benso di Cavour. Questi ne allargò la resa, fino a quando comparvero in scena dal 1895 la  ‘Opera Pia del Barolo’ e gli Abbona, che ne decretarono la popolarità e l’affermazione nei mercati di settore.

 

Maledetto Barolo, il re dei vini e un vino per i re!

Il Barolo   è frutto del continuo impegno  dei vigneron piemontesi, che ci regalano Barolo   per una superficie totale di 2150 ettari distribuiti in questi 11 comuni:

Perchè si chiama Barolo?

I Piemontesi venerano come una Madonna il loro Barolo  , al punto  ovviamente da farne   una  DOC nel 1966 e una  DOCG nel 1980. Ma sapete perché si chiama Nebbiolo ?  Per via della nebbia di Novembre, quando esso viene vendemmiato. Oppure dicono  per la pruina , che appanna un po’ l’acino una volta che vi si deposita per proteggerlo dai raggi UVA e per idratarlo in caso di necessità.

Ricordatevi che non c’è Barolo  uguale all’altro! Il  Nebbiolo da cui deriva in purezza, possiede  caratteristiche organolettiche, che cambiano a pochi metri di distanza da una zona all’altra in cui viene piantato . Esso  spesso è coltivato con allevamenti guyot a controspalliera e bassa intensità d’impianto (3 500 ceppi/ha.).

Perchè il Barolo è così speciale? Perchè si fa solo in Piemonte! 

Cosa fa del Barolo    un Barolo  ? Il suo terroir  , che è  esemplare nel suo genere per :

  • Alture non superiori ai 540 s.l.m,;
  • Clima continentale temperato;
  • Esposizione collinare a Nord e illuminazione solare;
  • Protezione a Nord Ovest  delle Alpi.

Una varietà di fattori, che rende il Nebbiolo  diverso a seconda della composizione dei suoli, mantenendo però inalterate alcune  peculiarità comuni, quali :

  • Tinta scarlatta trasparente virante all’aranciato se invecchiato; 
  • Bouquet complesso di spezie, cioccolato; 
  • Una  sorprendente longevità.
I migliori Barolo del Piemonte! 

Le migliori versioni del Barolo  sono quelli stagionati !  Per esempio:

Con una esplosione di 15 000 esemplari l’anno, una resa di circa 1, 500, 000 per ettaro, il Barolo   non è certo un vino da tavola. Esso va da una media di 15 euro al pezzo in enoteca , ai più ricercati da collezione come:

'Osteria Baruc', Murazzano, Langhe
‘Osteria Baruc’, Murazzano, Langhe

Murazzano, a cena da ‘Osteria Baruc’

Fabrizio è un’enciclopedia vivente, impossibile stargli dietro.  Monica   ci raggiunge in auto e ci preleva da Dogliani per portarci a Murazzano a stemperare la dotta conversazione dinanzi le pietanze stagionali di ‘Ca’ Baruc’. Questa è la  locanda rustica e accogliente  di Giovanni e della moglie  Marina. Entrambi  ci viziano con:

Cosa vedere a Murazzano?

A fine pasto soddisfatti e felici, ci divertiamo vagabondando per Murazzano, altro brioso quartiere  langarolo da non farsi sfuggire  per le sue più illustri attrattive. Tra queste da non perdere sono:

Quello che mi rimane più addosso è decisamente il brio dei suoi abitanti , che ti sorridono per strada , quasi a ricordarti quanto siano orgogliosi  dei loro natali . Per non parlare infine  del loro passatempo preferito, cioè  il gioco del Pallone Elastico’ o ‘Pantalera’. Questa sorta di pallapugno si  pratica nelle piazze ed è molto diffuso nel basso Piemonte e nella confinante Liguria .

Degustazione Vini Ribote, San Luigi, Dogliani
 ‘Cantina Ribote’  a San Luigi,  crù del vitigno Dogliani

Le etichette di Giovanni Gallo

Domenica la calura si fa sentire già nel primo mattino. Fabrizio mi scorta di buon in un fondo immenso di boschi e anfiteatri di vigneti  di loro proprietà da cui ricavano il loro nettare,  e dove giacciono i ruderi del vecchio cascinale ‘Ribote’,  poco fuori Dogliani

In mezzo a un eden spunta questa immensa  costruzione  su due livelli, malandata, e attaccata a una casina prospiciente. Questa era la dimora  di  Giovanni Gallo, l’illustre ingegnere doglianese disegnatore di sogni ed  etichette dei vini delle Langhe, che firmò pure alcune delle eccellenze.

Sotto l’ombra di un castagno centenario simbolo della  ‘Cantina Ribote’, Fabrizio mi spiega che qui prima erano attivi i monaci  Carmelitani, che si dilettavano a far vino già nel Mille.

Nel Secondo Dopo Guerra queste proprietà invece andarono distrutte a seguito dei bombardamenti  dei Tedeschi, i quali fiutarono la presenza di partigiani, tra cui  Louis Chabas , messo in salvo furtivamente  dallo stesso  Gallo, episodio emblematico che diede luce al film ‘Lulù il Partigiano’  .

Basse Langhe, un tuffo al cuore

Fabrizio  sogna di ristrutturare quelle preziose rovine per ricavarci nuovi spazi da utilizzare per farci le nuove barriccaie , ma un passo alla volta.  Mentre mi illumina dei suoi progetti, andiamo verso le Basse Langhe.

Improvvisamente si apre un itinerario straordinario che tocca :

Il nostro tuffo alcolico finisce nella magnifica Barolo , che si fa contemplare con il suo  castello duecentesco dei  Falletti (ora di proprietà del comune di Barolo) e il suo Museo del Vino’ o ‘WiMu’ , uno spazio espositivo artistico e multimediale dedicato al vino e all’enologia, inaugurato nel 2010.

Degustazione dei ‘Vini Ribote’ 

Mi rendo conto dell’immensa fortuna che ho avuto di navigare il mare verde delle  Langhe  grazie a Fabrizio .  Concludo questa esperienza unica in  Piemonte  con una degustazioni delle sue migliori bottiglie:

Le Langhe un giardino a cielo aperto che incanta 

Fabrizio mi ha traghettato in un paradiso ancora poco conosciuto, quello delle ‘Langhe’, e ho preso coscienza di come il vino sia parte integrante della storia del Piemonte .

I Piemontesi hanno un  carattere fiero  e zelante , e hanno fatto la fortuna di questa regione . Sono passati dall’essere  contadini agli operai e industriali dello Stivale. Un patrimonio di cultura, arte e altro ancora racchiuso nei  libri di famosi scrittori piemontesiquali :

Questa avventura con  Fabrizio  nelle Langhe  mi ha toccato le corde dell’anima fino a farla scoppiare , fomentando in me il  singolo desiderio di ritornare, magari in autunno con un clima un po’ più mite, che accentua la bellezza di questi paesaggi unici al mondo non a caso dichiarati ‘Patrimonio dell’Unesco’ nel  2014.

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Federici Winery, Ortonovo, Liguria

Federici Winery, Ortonovo, Liguria

“With Wine, Poetry, or Virtue, as you choose, but get Drunk!”

Charles Baudelaire

The ‘Federici Winery’, the Lunigiana in a glass! 

There is nothing like the regional products of a territory that can describe its history and culture. The fruits of the earth tell us how  people have shaped the landscape where they live. That is why visiting “Federici Winery is a special way to discover Lunigiana.

Lunigiana is a mysterious land sandwiched between the Ligurian coastal towns of “Cinque Terre” and the Tuscan cities of Lucca and Pisa. Follow me , read my post and explore a new part of Italy!

Federici Winery

A special visit at “Federici Winery”, Ortonovo, Liguria

On the 2nd November I visited the “Federici Winery in Ortonovo, near the ancient ruins of Luni, the famous Roman port, where Roman merchant ships  used to transport precious Carrara marble along the Tyrrhenian Sea.

Luca Federici welcomed me when I arrived at his wine cellar. He was ready to guide me through a tour of his  winery and dedicated his time to share with me the story of his family, his territory and his wines. Luca’s big smile warmed a rainy day, making me realise that if you do what you love, you never work a day in your life!

Federici Family, a Story of vineyards and men

The Federici family, originally from Ortonovo  boast a long tradition of winemaking that has been handed down from father to son.

It all started in 1985, when Giulio Federici and his wife Isa, the third generation of the family restored a country property in Lunigiana , devoting themselves to cultivating the local grapes and to making quality wines.

Luca, the oenoligist, and his brother Andrea, the sales and marketing manager, represent the fourth generation of the Federici family“. Today together they lead their business with passion, professionalism and with care for their territory.

Vermentino, the gold grape of Lunigiana land

The best result of the Federici family‘s love for what they do is  of course one of my favourite wines, the so called Vermentino: a dry white wine that is sleek, tangy and even a little bit sexy.

There are hundreds of white grape types planted throughout Italy,  though the Vermentino for me is really the best  .

This old variety grows well  here , because  the climate is mild , and because the vines are planted close to the sea.

I’m crazy  about the elegance of the Vermentino as well as the , minerality and  saltiness in its finish, and pairing it  with the local cuisine specialities , such as : seafood antipasti and pesto sauce, is something you have to experience once in your life!

“Federici Winery” is located near the ancient Roman port of Luni

“Federici Winery owes its name to the sun shining in the ancient Roman port of Luni. The archaeological site is still intact and just a couple of miles from the winery, and commemorates the thousand year old tradition of winemaking in this area.

“Federici Winery is located near La Spezia in far eastern Liguria nestling against the Apuan Alps (with peaks reaching almost 7,000ft  only 5 km from the sea) and the river plain of the River Magra.

The terroir of “Federici Winery”

This privileged position  provides an incredible microclimate, where the action of sea and mountain breeze, alternating between day and night, creates optimal  conditions for growing vines and producing wines of excellence.

Here the soil in the valley is of an alluvial and sandy  nature with leaner clay on the hills. That is how the Federicis can experiment  different varieties of the Vermentino producing completely different taste profiles in the vineyard, along with other grapes:

Harvest usually starts  towards the end of  August and the beginning of September . Grape picking is one of the most important phases of work for the Federicis and is entirely done by hand just like it used to be when the winery was first set up.

The estate of “Federici Winery” and its cellar

The “Federici Winery is a key player in the local economy and has the objective to constantly work to enhance the quality of its wines. The winery extends over  around 25 hectares with vineyards in prized locations both on the hillside and on the plain.

The winery buys hand-harvested grapes from other small growers in the surrounding countryside paying for quality, and  keeping alive both tradition and wine culture. The winery produces 200.000 bottles a year, including  whites, reds, rosé, sparkling wines, sweet wines and grappa.

Art and thecnology at “Federici Winery”

The Federicis invested a lot of money in the new winery in 2015, which now covers 1600 square metres and it is equipped with  state of the art technology, such as a special isobaric bottling system, which ensures  optimal care in the packaging of the wine .

Moreover, the winery follows  bio-architectural principles in order to  reduce  the impact on the environment as well as maximise energy savings. The beautiful underground cellar, where the wines rest for their final refinement, is a perfect example of the  harmony that exists between the buildings and nature.

The cellar of “Federici Winery”

The cellar is situated around a hundred metres below sea level, which helps harness the natural stability of temperature and humidity provided by the  presence of an underground aquifer.

All this is further supported by constant control of every stage of the production process thanks to ecological  solutions in the wine cellar such as solar panels, natural ventilation and the use of wood, stone and brick.

The Federicis are very proud of their magical reign and passion and patience and experience are key words of their philosophy.  For them viticulture is a family tradition, and their care for the environment, the climate, the vineyards and  their employees produces matchless wines, whose  flavour reflect the beauty of their terroir

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Tasting of the wines of Federici  Winery” 

Wine tasting in “Federici Winery is an intimate and personal experience. The tasting room  is very  large, decorated with frescos and has two magnificent handmade chandeliers the design of which has been inspired by nature.

Luca took me through his line of biological  wines and demonstrated the quality of his best bottles of wine by pouring me a glass of their Vermentino. He  is proud of his wines with good reason and I sipped through his wines with pleasure.

All showed great character and depth as well as a softness you rarely see with natural wines. They seemed stable, substantial and yet so expressively honest.

The “Colli di Luni DOC Area”

Luca explained how the ideal climate for their white wines exists in the “Colli di Luni DOC Area”:

“ During the day there is superb ventilation and optimal  exposure to the sun whilst the evenings are fresh and humid, always with moderate temperatures whether it be winter or summer.

The best white wines  of the “Federici Winery”

Federici‘s  vineyards are situated within two to three miles of the sea, and here are the three versions of  the their  best wines made from 100 % Vermentino:

What you don’t know about the Vermentino!

I learned a lot about Vermentino thanks to Luca. The best Vermentino is medium-bodied, fresh and quite round, with a floral aftertaste, and its freshness is the result of the natural, lively acidity of the grape itself which provides balance as well as a marvellous affinity for pairing with a variety of foods.

Vermentino grows not only in Liguria, but also in Sardinia and Tuscany, and in each of these three territories, the vineyards are very close to the sea,  giving the wines a special character that you don’t find in wines from vineyards in a warmer, inland area.

Vermentino from a maritime climate tends to display a great minerality or saltiness in the finish. Vermentino is one of the most important varieties in Liguria, along with another white known as Pigato.

The best red wines of “Federici Winery”

Lunigiana is one of the smallest region in Italy, but its white wines are among the most distinctive, like the other three wines I sipped at the “Federici Winery :

Lunigiana, a magic land between Tuscany and Liguria

If you are a wine lover or a wine expert, Lunigiana could be your perfect upcoming destination. Lunigiana, in north west Tuscany, has a lot to offer. It is a location to be enjoyed all year round, and above all it is easy to get to via flights to either Pisa or Genoa.

The wine region of Lunigiana is very beautiful, with vineyards on rocky  hillsides that  overlook the sea as well as vineyards higher up in the valleys  and small narrow roads that meander up amongst the vineyards.   With such a large number of grape varieties unique to Lunigiana, this can lead to some confusion though doing research before visiting and wine tasting in such a picturesque region is worthwhile.

What to see in Lunigiana

Lunigiana is also dotted with numerous stunning medieval villages and  is a pearl amongst the other international  and aristocratic hamlets  along the zone of the  “Riviera Ligure di Levante”, such as:

Lunigiana lies between the northern Appenines, the “Versilian Plan”, and the “Gulf of la Spezia” and has real rural character as well as castles, Romanesque churches, and  old towns full scenes of rare beauty starting with Luni and Sarzana.

The ancient Roman port of Luni

Luni  the ancient Roman port which gives the name to LunigianaLuni is surrounded by a valley called “Val di Magra” in the “Montemarcello Magra Park”, which extends from inland Liguria up to the Gulf of Poets”. Points of interest include the remains of an Roman Amphitheatre (1st century AD) and the Archaeological Museum.

Sarzana, a beautiful town in Liguria

Some are born in Sarzana and love it for life, others choose Sarzana as their place. The latter seems to be the case with the family Bonaparte, who were welcomed there in exile and from  where they left to conquer the world.

The Bonaparte family left an important witness to their presence in the form of the “Bonaparte Tower House”, which is located in the first section of the “Via Mazzini”, a few steps away from the ancient church of “Sant’Andrea”.

Sarzana is a quiet city, tourists don’t go there much. You might peek into some of the antique shops in the historic centre, or into the terrific  main square “Piazza Matteotti” .

There are many restaurants in Sarzana, and all of them are good. It’s like the town is waiting for tourists who seldom come.

What to visit in Sarzana 

Sarzana has two nice castles:

Federici Wines are perfect for each moment of your Life

Italy, 100 % of Beauty!

Save your appetite my friends . Stay thirsty. Passion and humility create balance in the heart and balance in the glass. Luca knows this and you can see it in his eyes and taste it in his wines.

It was an incredible experience. I learned a lot about wines and the culture of this land. Without any doubt, I can help you with finding a new place to go for your upcoming holidays in Italy!

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Camogli

Camogli

Camogli, Liguria

Camogli  is situated in the north-west Italian region of Liguria, between Genoa and Portofino. It is a fishing settlement rather than a beach resort. Camogli  is only a short drive from Pisa. I arrived here by car with a friend of mine, and I definitely was able to relate to the ‘hidden’ part. I parked at the top of the town and explored on foot. There is limited access to vehicles in the town itself.

As I  descended from the car park towards the town Camogli was really  pleasant ,  the seafront area was lovely. I fall in love with  the harbour and the seafront, attractively surrounded by tall pastel-painted  houses . There were lots of cafes and shops all around that diverted my attention!

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The  history of Camogli

The origins of Camogli  date back to the prehistory. Around the year one thousand, when the village was property of Milan Diocese, the town started to be known as a maritime hamlet, keeping this characteristic over the centuries, under the dominion of the Republic of Genoa”.

Napoleon in Camogli

In 1797 Camogli  was included by Napoleon Bonaparte in the Tigullio Gulf Department, with Rapallo as county town. After theBattle of Abukir”, where the French fleet was totally destroyed, the Camogli  ship owners began to pour money into new merchant ships, receiving many requests by the main European governments.

In 1856 the Camogli fleet counted on about 580 ships which were all booked in the local “Mutual Maritime Insurance”. In that period this company was the only one of that kind in Europe and Camogli one of the most powerful marine cities.  At the end of 19th century, with the rising of steamboat sailing, Camogli main activities turned into fishing and tourism.

Camogli a gem of Liguria

Camogli is a fishing village that’s located on the west side of the Portofino peninsula. Although somewhat off the beaten path, It  is also a coastal tourist resort packed with rocky beaches and restaurants.

First of all, you should visit Camogli if you want a quieter and more laidback Italian Riviera experience.

Camogli is a a true hidden gem of Liguria.  The little coloured houses face the sea and the sun shines on them. I enjoyed  its picturesque setting. It was simply stunning. I was amazed by the blue colour of the sea, the seafront is essentially divided into two parts: the eastern section with a beach and promenade, and the western part with a harbour. The beach is of stone and pebble rather than sand, and very popular in summer.

What to see in Camogli

From the beach area where you arrive you can stroll along the seafront promenade as far as the small Dragonara Castle”. It  dates from the 15th century and now holds occasional exhibitions.

Also on this headland is the other important historical monument in the town, the Basilica Santa Maria”, which also overlooks the harbour. Originally dating from the 12th century, the basilica has been substantially modified over the centuries . Now has an interior in the baroque style and a neo-classical facade.

Other things to see :

  • “The Church of San Rocco”: is a lovely place of worship that’s perched high into the cliffs. Plenty of people say Camogli to “San Rocco” is an easy hike, but, uh, there are a lot of steps!
  • Relax in the sun on the rocky beach: The beaches are obviously a major attraction in this part of Italy. Pack your swimsuit and towel if you’re planning on coming to the beach. Keep in mind July and August brings incredibly hot weather

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My lunch at “La Piazzetta” 

The best part of the day was my lunch at “La Piazzetta” offering a  unique views of coastline. You’ll find the most regional specialties here cooked to a very high standard including trofie al pesto, lasagna al forno con pesto, fresh calamari and many dishes involving anchovies.

“Pigato”, the Vermentino of Liguria

I had a grilled fish with potatoes and the best White Wine in Liguria the so called “Pigato”. It’s one of Liguria’s most important grapes. Its wine is part of the denomination Riviera Ligure di Ponente”, a DOC from western Liguria and the region’s biggest.

This is one name you’ll want to keep an eye on when perusing the wine menu, if you’re lucky enough to find it. “Pigato” wines of Riviera Ligure di Ponente” are, in their best form, aromatically complex, mineral, long-lived, and with a saline touch that comes from the nearby coastline.

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A presto Camogli!

All in all, Camogli, Italy is worth the visit. Here below an useful link about what to do  in Camogli for the would-be traveller:

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Porto Venere

Porto Venere

“There – comes Triton
from the waves that lap
the threshold of a Christian
temple, and every near hour
is ancient. Every doubt
takes you by hand
as if by a young girl friend..”

E. Montale

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Porto Venere, the pearl of the Ligurian coast

Porto Venere is a town located in Liguria, which is coastal region in North Western Italy, long and narrow, stretching from the French border to Tuscany, between mountains and sea. Porto Venere and the villages of Cinque Terre” were designated by “UNESCO” as a “World Heritage Site” in 1997. The “Regional Natural Park” in Portovenere offers a unique landscape with its high coasts, caves and vegetation that permeates the atmosphere in any season with the changing shades of color.

Among steep vineyards and crystal blue waters, it’s  easy to understand why so many artists in need of inspiration have made this land a must for their creativity. I  climbed countless staircases and enjoyed the main landmarks, food and wine and I have fallen in love with Porto Venere. Why? Read what to see and to do in this angle of Italian paradise  in my post here below!I would definitely rank Porto Venere among the most romantic ones I have ever seen!

 

Porto Venere, the most beautiful sea village in Italy

I decided to have a half day trip in Porto Venere , which is a little Medieval town located in the “Gulf of La Spezia” . Its nickname is “Gulf of the Poets”, because attracted writers, painters and artists  (especially in the 19th and 20th centuries) , including:

All of them are all closely associated with this stretch of water. All of them  praised its beauty throughout time. It is said that the spirit of the English Romantic poets still lives on between the inlets and promontories of this bewitching cove. It is easy to see why.

How to go there

A short trip to Porto Venere  is enough to enjoy the smart atmosphere of this unforgettable place.  I went from Pisa to Porto Venere   by car following Google directions .  There are a lot of blue parking lots (1,50€/h) outside the historic center  delimited by the blue stripes. They continue almost to the town centre. If you park there, you can take a bus, which goes from the parking places to the town centre (1€ round trip ticket).

There is also a parking place in the centre (under the roof) which costs 2,50€/h but it is not very big . It is possible to get to  is enough to enjoy the smart atmosphere of this unforgettable place.  I went from Pisa to Porto Venere   by car  by bus or by ferry

The history of  Porto Venere

Porto Venere is full of history . Here  some interesting information . In the 2nd century AD Porto Venere  was a port used by the Romans for routes to Gaul and Spain. The name of the town comes from “Portus Veneris”, an ancient temple dedicated to the Venus, the Roman goddess of love .

After the fall of the Roman empire, the Byzantines took an interest here . But the Lombards came here  in the 600’s. Later, Porto Venere  was made famous due to the interest taken in its by famous poets and authors. Above all  the English Romantics, who sought its wild bay as a place of meditation. Namely the English poet Lord Byron , who took a chose  this place  for  inspiration for his many works.

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9 things to do in Portovenere 

Every visitor that visit Porto Venere for the first time loves its amazing landscape with its colourful buildings, picturesque harbour and romantic promontory protruding into the sea like a huge ship. The town is small and most of its attractions are within walking distance or a short boat-ride away. But  there are lot of things to do in Porto Venere , such as:

  1. “Porta del Borgo “:  This is the ancient entrance, which dates back to the 12th century and is still intact. Entering this  imposing gate, you reach the historic centre of Porto Venere. Albeit touristy, there’s an air of local life as you walk along the cobbled alleyways of  Porto Venere. You will be immediately struck by the calm and peaceful atmosphere, typical of a small fishing village;
  2. “The colourful houses of Porto Venere”: The  the pastel-colored houses are the main drawing point of this little coastal town. They were once built to function as a defense shield to protect do Porto Venere against the recurring attacks from the enemies. The tall houses don’t have balconies and windows are small. This way it would be impossible for the enemy to scale them. If you walk out on the port you can get nice photos of these cute houses;
  3. “Church of San Lorenzo”: It is a religious building erected in Romanesque style between 1118 and 1130. It is dedicated to Saint Lawrence, which is the local patron saint. “Church of San Lorenzo” is also known as “Sanctuary of the Madonna Bianca”, and It  is situated in a dominant position on a hill overlooking the village of Portovenere, close to the Castello Doria;
  4. “Doria Castle”: It is situated on top of a  hill. The fortified structure goes back to the 1139 when the first written mention of the castle is found. It was the center of the battle between Pisa and Genoa in the 13th century. Then, between the 15th and 17th centuries it underwent major reconstructions again. It was of military importance until it was used as a prison under the French rule in the beginning of the 19th century. Again, in the 1970’s, further restoration was made and today it hosts various cultural events and exhibitions;
  5.  “Windmills”: There are the rests of three ancient windmills. Two at the base of the “Doria Castle” ,  which later were converted  into watchtowers . The other one is located near the gates of the town, and it is called “Mulino di Campiglia”;
  6. “Byron’s Cave”: The “Byron Cave”  is also called  “Grotta Arpaia” . It  seems to be a lively picture.  This incredibly beautiful bay was dedicated to the  Byron, who  swam across the bay of Porto Venere  to visit his fellow English muse, Shelley, who was residing in the village of San Terenzo. The “Byron Cave”  bears a plaque commemorating “the immortal poet who as a daring swimmer defied the waves of the sea from Portovenere to Lerici.”
  7. Church of Saint Peter”: This wonderful  church , which overlooks the “Gulf of the Poets”, is the symbol of Porto Venere , . Sitting on a rock peninsula for defense reasons, the Church of Saint Peter” was built in the 1256 on top of the remains of another church. It’s a great example of Liguria’s Gothic-Geonese architecture. In the first half of the 1900s, it underwent restorations .  Today it sees more peaceful days hosting ceremonial events like weddings. E. Montale, an Italian author, dedicated a poem to this church;
  8. Sail around the islands of Palmaria, Tino e Tinetto : These three islands are a  cultural landscape of great scenic and cultural value. It is wort going there not only for the breath taking landscapes, but also for the many remains of early monastic establishments;
  9. “Hike to Riomaggiore”: You can hike from Porto Venere  to Riomaggiore, the first of theCinque Terre”. It’s a 13,8 km hike and takes about 5-6 hours one way. The lovely  town climbs up along the ridges overlooking the sea and it is characterized from the typical stone houses with coloured façades and slate-roofs;

Porto Venere and the best of the Ligurian cuisine

The geographic position of Liguria makes for interesting and unexpected foods. With mountains to the north and the Mediterranean to the south, Liguria enjoys a temperate climate unlike other areas of northern Italy. That’s why Ligurian cuisine not only makes use of fish, as you would expect from a coastal region, but also of wild herbs, white meat, and locally-made cheese. Delicate flavours abound as well.

The main traditional dishes of Porto Venere best represents the extraordinary heritage of Ligurian food and wine. It is  based on fresh , genuine and simple recipes, including:

7 Top  food in Porto Venere

  1. Olive oil
  2. “Pesto alla Genovese”; 
  3. “Taggiasche olives”
  4. Anchovies, sardines, tuna and squid;
  5. “Porcini Mushrooms”
  6. “Focaccia”; 
  7. “Easter Pie”.

Where to eat 

There are a lot of restaurants and cafes in the harbour of Porto Venere  and, perhaps surprisingly, some of them are quite good value, such as my favourite one:

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Porto Venere, a sea of wonder!

Things to do in Porto Venere  and surroundings can vary according to the season in which you visit. There are obvious summer choices like diving, swimming and being at the beach. But there are also a number of activities that you can enjoy also in spring and autumn: wine tasting itineraries, visiting wine cellars and vineyards , sailing, shopping in the nearby larger towns, attending local traditional events.

Everything is charming in Porto Venere , without being too artificially embellished to please the tourists. With its stunning sea views, narrow streets, and majestic church perched just on the cliffside, it is easy to see why so many famous poets loved Porto Venere  so much. It inspires awe and beauty. It renders you speechless . Porto Venere  is a muse for desolate artists everywhere. So,  have you decided your upcoming holiday?  Porto Venere is of course an extraordinary place where to go!

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