“Alcuni non diventano mai folli. I loro vini devono essere proprio noiosi”
Charles Bukowski
Cantina Raustella , Ischia
Senza dubbio la Cantina Raustella (+39 331 784 8052 ) è stata un’altra scoperta d’ Ischia , perla del Mare Tirreno durante uno dei miei immancabili ritorni all’Albergo Locanda sul Mare a Ischia Porto. Questo palazzo antico che fronteggia il porto non è solo un hotel accogliente e strategico dove soggiornare. Si tratta di una seconda casa dove potere rigenerarsi e da cui continuare a esplorare l’atollo campano.
Alla Cantina Raustella ci sono stata un caldo pomeriggio di Luglio . In macchina mi sono avventurata fino a via Lorenzo Fiore, 49 d, 80081 nel comune di Serrara Fontana . Questa è la parte più alta dell’isola alle falde del Monte Epomeo in cui i contadini picconavano per creare delle grotte per conservare l’uva.
C’era una volta…
La Cantina Raustella è la più antica di queste cave. Le sue mura trasudano una storia vecchia di trecento anni . Quando i muli trasportavano sui loro dorsi i grappoli che dalla montagna erano poi scaricati al porto. Oggi è una delle parti più interessanti dell’intera impresa agricola.
Perché dentro ci è stato allestito un piccolo museo di cimeli di prestigio che arredano il resto della struttura : tre giardini e un ristorante. Un locale da mille e una notte imbandito a festa solo per cene ed eventi privati , per pochi e solo su prenotazione. Cosa propone il menù? Solamente coniglio all’ischitana. Quello famoso allevato nelle fossa e cucinato in un tegame di coccio con aglio, olio, peperoncino, piperna (timo selvatico) e i pomodori del piennolo. Con il rimanente sugo si condiscono i bucatini per i più esigenti.
Se poi siete insaziabili si possono anche ordinare antipasti a base di verdure a chilometro zero perché coltivate su un appezzamento di 13. 000 ettari. Un terreno infinito che alimenta parimenti i filari di Biancolella e Piede di palumbo che sono gli unici elisir di bianco e rosso proposti per le loro degustazioni .
La famiglia Mattera
Adesso da tre generazioni la famiglia Mattera porta avanti la tradizione enogastronomica e l’innata ospitalità ischitana con amore e dedizione. Vi parlerò del nonno Francesco, del figlio Giuseppe e del nipote Francesco .
Il primo ha lavorato come fattore la terra, che originariamente appartenne a dei coloni di Vico Equense. Un’instancabile lavoratore che fino a novant’anni fu chiamato raustella, che in dialetto vuol dire “dalle guance rosse”. Soprannome che il secondo diede al podere. Allorquando lo acquistò definitivamente nel 2010 e lo aprì al pubblico nel 2019 trasformandolo in un agriturismo di lusso .
Il terzo ha ereditato il tutto . La sua missione è quella di fare conoscere questo eldorado a una clientela per lo più straniera una delle aziende vitivinicole più esclusive d’Ischia! E gli riesce perfettamente . Sembra essere nato solo quello che fa, e si sa che risiede proprio in questo la felicità. Non è una strategia di marketing la sua, ma una genuina voglia di far star bene l’altro . Forse per ridare davvero quello che la vita gli ha regalato, e che sa egregiamente proteggere e valorizzare, Buon viaggio!
Storia della Cantina Raustella
Posteggiata l’auto in una stretta via di campagna io Olimpia e Alessandra ci siamo sentite spaesate. Non siamo riuscite a capire dove fosse esattamente la Cantina Raustella. Così abbiamo chiesto a una gentile vecchietta appartata con un gatto. Erano gli unici abitanti di quel borghetto. Il canto delle cicale è stato assordante . Il paesaggio era quello di una valle brulla verdeggiata dalle parracine, locali terrazzamenti di tufo verde per favorire la crescita delle viti . Finalmente ci siamo raccapezzate .
Ci addentriamo nel nostro tempio enoico coperto dalle foglie di uva che ci hanno fatto ombra. Abbiamo proseguito fino al portone principale in cui ci ha aspettato il giovane Francesco addetto all’accoglienza. Dopo una forte stretta di mano lui ha dato voce al passato dell’impresa agricola familiare . Ci ha raccontato che ne è passata di acqua sotto i ponti . Ci sono voluti otto anni di sacrifici per modellare questo frigorifero di pietra. Da ex rifugio dai nazisti dove ci si consolava con pane e pomodoro si è trasformata in un’ oasi per il palato e per la mente a disposizione di chi vuole viverla.
Francesco ci ha precisato che fu un boom sin dal primo giorno di apertura. Tanti clienti in prevalenza russi . Se ne contarono 3.500 il primo anno. Un traffico d’affari e una soddisfazione morale che durò fino all’avvento del Covid . Dopo quel periodo disastroso per l’umanità e l’economia globale ci fu una ripresa generale che si mantenne fino al presente. Adesso l’attività promette bene e spopola non solo tra i forestieri (specie Americani) ma pure tra gli italiani. Qual è il segreto del successo della Cantina Raustella ? Calore umano e un ritorno ai valori di una volta. Rarità queste ultime difficili da scovare in una società così tecnologica e globalizzata come la nostra.
Uno scrigno di saperi e sapori
Il nostro tour ha preso il via da un cortile esterno per il ristoro sormontato da lanterne prese dalle regge borboniche . Appesi in ordine sparso i frutti del suolo: da collane di pomodorini gialli a trecce di cipolle .
A seguire ci siamo appostati accanto la porta d’ingresso principale, ovale e in legno. La sua serratura a forma di R , prima lettera del nome della cantina, era tutta in ferro battuto riciclato da mobili d’epoca. Su un lato era affisso un corno, che serviva per benedire il raccolto. Da questo punto ci siamo infilate nella secolare caverna di pietra (1885) attraverso un corridoio lungo e largo. Gli elementi architettonici si distinguevano per la presenza di volte ad ogiva intervallate da sfiatatoi .
Sia a destra che sinistra nelle pareti facevano bella mostra ritratti degli avi, edicole di santi , e utensili agricoli . Pregiati torchi, frantoi, orci per l’aceto, e focolari di pietra decoravano i vecchi palmenti . E ancora laboratori per il vino mutati in salotti per un tête-à-tête romantico o una promessa di matrimonio! Per finire siamo saliti per delle scalette che ci hanno condotto a un iconico presepe napoletano intagliato da famosi artigiani partenopei.
La mia degustazione di Biancolella e Piede di Palumbo
Dopo averci mostrato una massiccia macina per il grano , Giuseppe ci ha mostrato uno dei suoi tanti orgogli . Per la precisione un tavolo in madreperla trafugato in un mercato delle pulci a Bologna. Uno dei tanti che ha perlustrato in giro per l’Italia . Il suo amore per l’arte e il vino gli ha fatto realizzare un regno incantato. Un impero costruito con tanto sudore ed energia alimentata dai suoi affetti pià cari.
Oltrepassate le eleganti sale per i commensali Giuseppe ci ha guidato direttamente in un patio per la degustazione dei loro nettari minerali e profumati. Più leggeri di altre etichette testate a d’ Ischia . Perché le sue uve sono coltivate più in altura . E le accarezza una frescura montana che mitiga dove serve l’aridità dei mesi estivi . Quelli che precedono la loro vendemmia autunnale del 04 Ottobre, quando si festeggia San Francesco.
Tra un calice e l’altro abbiamo anche divorato una bruschetta rossa spolverata di origano e olive . Non ci siamo più alzate dalle sedie. Il lauto banchetto è proseguito con un tagliare cadauno di salumi e formaggi . E si è concluso con profitterol, frutta di stagione e amari di ogni tipo. Eccezionali quelli al asilico e al finocchieto. Nulla da fare venire alla Cantina Raustella significa ubriacarsi ma di benessere , pace e allegria.
Conclusione. Cantina Raustella
Non smetterò mai di ritornare a Ischia, perché è un paradiso terrestre che crea dipendenza. Nuovamente mi ha riconquistata con dei vini eroici frutto dell’impegno e della dedizione di grandi imprenditori . Uomini che attaccati alle proprie radici sentono forte il compito di tramandare la viticultura isolana innovandola e rendendola sempre più sostenibile. Il ritorno di tutta questa straordinaria operazione sono dei vini inimitabili e introvabili, che sprigionano in bocca e al primo sorso tutta la potenza dei loro suoli vulcanici.
Mi piace viaggiare perché si esplorano posti nuovi e culture diverse che aprono gli orizzonti. Ma spesso ritorno in virtù della gente del luogo che incontro . Quella stessa che da semplice ospite è capace di farti diventare una loro amica . Non posso che consigliare vivamente di visitare la Cantina Raustella. Che decidiate di cenare o di fare una giro guidato , vi attende un’esperienza unica, che vi farà vibrare tutti i sensi. Ma soprattutto vi farà tornare a battere forte il cuore. Provare per credere!
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