Zagabria in un weekend

Zagabria in un weekend

“Bez cilja i nada mi smo samo mjerači vremena/Senza obiettivi e speranza, siamo solo misuratori del tempo”

Ranko Marinković

Zagabria in un weekend. Una Croazia inaspettata! 

Sicuramente girare per  Zagabria in un weekend è stata una forte emozione che non dimenticherò mai. Situata sulle pendici della collina Medvednica e attraversata dal fiume Sava  , Zagabria è la capitale della  Croazia , un paese straordinario dell’Europa sudorientale. Ha la forma di una mezzaluna ,  e incanta milioni di turisti per gli incredibili e variegati   scenari naturali .

Senza dubbio visitare Zagabria  in un weekend non fa afferrare lo spirito della Croazia per intero, ma è già qualcosa.  E in fondo anche in maniera alternativa perché non ci i fionda nelle sue spiagge dorate come fan tutti ma nel suo interno! Lasciamo quindi per un attimo i lidi sconfinati della Dalmazia bagnati dall’Adriatico , o  l’isola di Pag , famosa per la sua  movida notturna e voliamo  a Zagabria  in un weekend.

Mi chiedete il perché osare Zagabria in un weekend? Per staccare la spina, per divertirsi senza troppi frastuoni e lontano dal turismo di massa. Il  suo fascino mitteleuropeo , perfettamente visibile nella sua architettura urbana , vi ammalierà. Camminare per le sue strade è impressionante perché si avverte la convivenza tra miseria e nobiltà, tra vecchio e nuovo. Un susseguirsi di contrasti che ti seduce , un segno evidente di una globalizzazione che ancora tiene il passo il lento. Arte, cultura, e una ricca tradizione enogastronomica si aggiungono alle ragioni per cui vale la pena farci un salto. Oltre che per i suoi  calici di vini pregiatissimi. Tra questi il  mio preferito è il Plavac Mali, un rosso corposo e rotondo  da capogiro. Buona lettura!

Zagabria in un weekend.  Un po’ di storia !

La storia di Zagabria , che è quella della Croazia,  è difficile da riassumere in breve. Anzitutto ci sono numerosi siti archeologici che  testimoniano una piena esistenza dell’essre umano sin dai tempi preistorici. Bisogna aspettare il 1094 per   la fondazione di Zagabria.  In origine è nata come sede di una diocesi sul  colle Kaptol per volere del re ungherese Ladislao I sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Esztergom. Quell’atto la legò  alla dinastia reale magiara,  che mosse di poi le fila del  del suo destino.

Kaptol si sviluppò rapidamente. Ben presto furono costruite residenze canoniche, monasteri e chiese, trasformandola  nel centro della chiesa cattolica croata. La rinascita durò poco quando nel XIII secolo ci fu l’invasione dei Tartari, mentre  la borghesia, e l’aristocrazia croata si espandeva sotto  Kaptol , in un’area che ora è chiamata Gradec. Quest’ultima  si ingrandì pure vertiginosamente . Ottenne privilegi e favori da Bela IV, un altro re ungherese  ,   fino a risultare una libera città reale.

Zagabria in un weekend. Dalla dominazione dei Turchi all’era contemporanea

L’impero ungherese  governò  la Croazia per oltre quattro  secoli. Seguì la conquista ottomana (battaglia di Mohač ,1526 ) e l’annessione al regno asburgico fino alla Prima Guerra Mondiale. L’Austria influenzò molto  la terra croata sotto ogni punto di vista compresa la lingua nazionale. Ma il sogno d’indipendenza non tardò ad attendersi.  Il XIX secolo fu quello  della rivoluzione e del matrimonio  tra il sacro e il profano, ovvero la congiunzione tra  Kaptol e Gradec.  Cosa che generò l’attuale Zagabria, che godette di una certa libertà sotto la neonata federazione slava del  casato dei  Karađorđević.

Nel 1929 la sua democrazia fu  minacciata dalla dittatura del re Alessandro che  creò il Regno di Jugoslavia . Finalmente nel  1991 si manifestò la  repubblica  dilaniata a intervalli dalle ambizioni espansionistiche  dell’allora presidente serbo  Milošević.

Oggi Zagabria è  il nucleo  politico e istituzionale di tutta la  Croazia, che è  il 28° membro dell’Unione Europea (2013)  , e membro della NATO  dal  2013. Ha un sistema politico parlamentare, con un Presidente come capo di Stato e un Primo Ministro come capo del governo. Questo  attualmente è guidato da Andrej Plenković, leader dell’Unione Democratica Croata (HDZ). Con il suo  terzo mandato consecutivo dopo le elezioni del 2024.

Zagabria in un weekend . L’ old city

A Ottobre  sono partita da Pisa e atterrata all’aeroporto di Franjo Tuđman di Zagabria. (15 km) . Ci sono varie possibilità di arrivare nell’urbe .   Dai  taxi e  i transfer privati , che sono i più cari, ai bus che ho preso io , che sono i più economici .  Si può pagare sia in euro che con la kuna , che è la moneta locale , di cui vi consiglio di avere qualche spicciolo in tasca. Non si sa mai per le emergenze . Più che altro perché ho notato che nei ristoranti la prediligono! Dove fare il cambio di valuta? Ci sono uffici ovunque dall’hub aeroportuale alle vie più centrali di Zagabria.

Mi hanno chiesto tutti se tre giornate bastano per ammirare Zagabria . La risposta è sì se volete  soffemarvi sul suo centro storico, che racchiude le attrattive più interessanti. Questo coincide con le due zone di Gradec e di Kaptol, di cui ho già accennato. La prima è la parte alta quella più medievale e monumentale. La seconda è quella bassa ,  più moderna e trafficata perché residenziale.

I tram di Zagabria

I miei itinerari si sono articolati  sulla old city , e si sono tutti diramati dalla strategica e centralissima Piazza Ban Jelačić, il salotto cittadino per antonomasia. Conviene pernottare in questi paraggi. Vi segnalo  il mio alloggio: B&B View in 3 Trg bana Josipa Jelačića, Lower Town, 10000. Prenotato su booking era molto  comodo, elegante con vista mozzafiato sui tetti di Zagabria  . La  colazione , abbondantissima sia dolce che salata, era un buon risveglio, .

Quartier generale perfetto insomma perché servitissimo.  Ci sono i locali più alla moda, i negozi più introvabili e mercati popolari che colorano la piccola metropoli. Punto di snodo principale oltretutto della rete tranviaria (ZET Zagrebacki Elektricni Tramvaj )  che  conduce dal 1891 nella periferia più estrema. Si estende per  53.5 km, e  conta 256 stazioni complessive. I suoi tram sono ormai il suo stesso simbolo e la colorano di azzurro sfrecciando in maniera veloce e regolare a ogni ora.

Cosa  vedere e fare  a Zagabria in un weekend 

Quello che colpisce di Zagabria è la sua architettura che è un mix intrigante di stili:   da quello gotico e rinascimentale al barocco , da quello  neoclassico  all’  Art Nouveau.  Non potrebbe essere diversamente visto che è stata dominata   da est a ovest per novecento anni.

Una time line storica durante la quale  Kaptol la religiosa e Gradec la borghese hanno fatto a gara per primeggiare . Qui oltre a chiese, palazzi,  gallerie e musei , ci sono migliaia di ristorantini . Questi sono lo scrigno segreto della cucina croata, che è basata su ricette multiculturali e che vi delizierà con ricette che riprendono ogni prelibatezza dal sud e il centro dell’Europa e dai Balcani.  

Cosa  mangiare a Zagabria tra un monumento e l’altro

Il ventaglio culinario della Croazia si assaggia a Zagabria! Ovunque si vada ci sono locande tipiche  da quelle più semplici a quelle  più sofisticate. Il  menù croato è ovviamente mare e monti. Si spazia dalla zuppa di crostacei Brodet e le cozze alla Busara ai pasti sostanziosi dell’entroterra come il  Sarma , che sono involtini di crauti con maiale.

Freschezza e stagionalità dei prodotti e  metodi di cottura consolidati nel tempo sono le caratteristiche peculiari della cuisine croata. Non solo primi e secondi, ma anche i dolci sono una bomba ! I più rappresentativi sono:

  •  Le Palacinke:  una frittella simile alle crepes farcita con marmellate o cioccolata;
  • La  Kremsnita:  una torta simile al   millefoglie arricchita di panna e crema.

8 specialità croate da divorare !

1.       Zagorski štrukli: Fagottini di pasta intrisi  di formaggio fresco, spesso servita come dolce;

2.       Pašticada: Stufato di manzo in salsa di vino rosso, spesso accompagnato da gnocchi;

3.       Pecenje con mlinci: Carne (agnello o maiale) con contorni di pasta al forno e  patate arrosto;

4.       Zagrabacki odrezak: una cotoletta zagabrese  ripiena di prosciutto e formaggio che si scioglie in bocca;

5.       Ćevapčići: Polpettine di carne speziate e aromi fatte alla brace o al barbecue;

6.       Punjene paprike: i peperoni ripieni con macinato di carne e paprika;

7. Formaggio di Pag: un formaggio di pecora pregiatissimo perché fatto dalle pecore del famoso atollo croato. Si nutrono nei  poveri pascoli abbondanti d’erbe medicinali, sono di dimensioni ridotte per cui danno poco latte ma buonissimo;

8. Komiška pogača: Focaccia salata e aromatica originaria di Komiža sull’isola di Vis.

La peka

Ogni ghiottoneria e  tecnica di preparazione croata  si fa identità regionale. Unica per esempio è la peka, che è  un modo di cucinare per lo più balcanico. Cosa è?  Una cottura del cibo su una pentola con coperchio , messa sulla brace di un forno o di un camino. Se volete abbandonarvi alle tentazioni del palato vi suggerisco questi  tre posti cult :

A Zagabria si mangia bene e si beve di qualità, non a caso i nettari croati sono tra i più ricercati del pianeta! Comunque, ricordatevi di munirvi di scarpe comode se vi piace come me esplorare la città a piedi. Adesso vediamo di incamminarci per  Zagabria in un weekend! Buon divertimento!

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Piazza  Josip Jelačić

Impossibile non accorgersi di Piazza Ban Jelačić  se si è a Zagabria perché la interseca nel mezzo. Gli zagebresi ci si danno appuntamento . Ci vanno a passeggiare per sorseggiare un drink o per fare shopping nella vicina e lunghissima strada Ilica. Edifici ottocenteschi ben conservati la  fiancheggiano alternando diversi stili artistici:  l’Art Nouveau, il Postmodernismo e il Biedermeier. Quando serve è palcoscenico a cielo aperto per concerti , parate importanti e altro. Non ha sempre avuto questo aspetto. Questo perché ci sono stati  tanti interventi e ridefinizioni anche toponomastici quanti rivolgimenti storici si sono susseguiti nel territorio.

All’inizio nel 1641 fu utilizzata come bazar chiamato Harmica,  che significa “un trentesimo” (dal nome di una tassa riscossa sui prodotti venduti) . Solo nel 1848  fu intitolata al bano Josip Jelačić, che fu l’eroe nazionale . Il governatore croato aiutò  l’Austria contro la rivoluzione dell’Ungheria . Le sue speranze  di ricevere in cambio autonomia politica furono deluse dall’atteggiamento di un governo austriaco ancora più dispotico.

Fiore all’occhiello della piazza è la statua dedicata al patriota che è del 1866 e fu fatta dallo scultore austriaco Anton Dominik von Fernkorn. Il gigante equestre fu poi rimosso durante la Jugoslavia di Tito perché Josip Jelačić era considerato un venduto allo straniero .  Ma riapparve nel 1991.

Cosa c’è intorno?

Proseguendo verso l’altra estremità di Piazza Ban Jelačić   si staglia la fontana di Manduševac   , che forniva acqua potabile fino al XIX secolo. Riporta il nome di Manda , una bella ragazza di cui, secondo leggenda, si innamorò un soldato croato. Alle sue spalle invece si estende il celebre Mercato di Dolac (1931, aperto tutti i giorni dalle 07:00  del mattino fino al primo pomeriggio). Sulla scalinata ad accogliervi c’è la statua di una contadina tipica  con l’inconfondibile cesta da trasporto merci nel suo capo. Fatta nel 2006 è un omaggio alla fatica delle donne per mandare avanti l’economia locale. L’autore è Stjepan Gračan uno scultore croato che usò  come modella una lavoratrice vera che era Kumica Đurđica.

L’emporio è amato dai locali, che ci vengono  a comprare la robba fresca per imbandire le loro tavole .  Dalla frutta alla verdura, dal pesce alla carne, dalle uova al miele, alle piccole bancarelle di souvenir il Mercato di Dolac piace a grandi e piccini . Tutto attorno sono allineati dei bar che servono piccoli spuntini per calmare fame e sete dei passanti.

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Cattedrale di Zagabria 

Adagiata nella upper town la  Cattedrale di Zagabria è una vera e propria roccaforte spirituale. Costruita in stile romanico nel 1093 per volere del re Ladislao I d’Ungheria fu sottoposta a vai rimaneggiamenti. A causa dell’invasione mongola del 1242  fu fortificata . Venne  ridefinita in stile gotico che si mantenne fino al dopo il terremoto del 1880 (Hermann Bollé )

Il tratto distintivo che ne venne fuori da queste trasformazioni furono le due guglie gemelle , che rimangono La silhouette più iconica di Zagabria. Sono alte  108 metri in altezza e simboleggiano  l’ aspirazione della fede verso il Dio.  In realtà ebbero anche la funzioni  di torri d’avvistamento per per combattere i Turchi (XVI sec.) .  Queste fungevano come avamposti per proteggere questa base religiosa insieme al Palazzo dell’Arcivescovado (non visitabile).

Nei dintorni si possono contemplare il grandioso parco Ribnjak (XIX sec.) e   la Chiesa di San Francesco (1200)  . Quest’ultima , in stile neogotico dopo una ricostruzione nel 1880 ,  è considerata  una delle strutture francescane più significative d’Europa.

Nel 2020 un’ altra scossa sismica causò danni significativi al duomo specie alla sua  facciata . Motivo per cui adesso non si può entrare perché in fase di restauro . Ho studiato  che gli interni sono contraddistinti da volte a crociera . Sono  ampi e decorati con  altari in marmo , un pulpito impreziosito in oro ,  il tutto inondato di luce naturale che penetra dalle magnifiche vetrate .  Ci sta dentro la tomba (XX sec., Ivan Meštrović) dell’arcivescovo croato Aloysius Stepinac. Figura controversa che si dice durante la Seconda Guerra Mondiale fosse un simpatizzante   dei nazizti!

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Piazza Markov , Chiesa di San Marco

Per scattare foto fantastiche sullo skyline di Zagabria, ho fatto una sosta  alla  funicolare di Zagabria. Questa collega i due promontori cittadini ed è il più vecchio mezzo di trasporto pubblico (120 anni)  della city . Attiva ogni giorno dalle 06:30 fino alle 22:00,  misura 66 metri.  Un trenino blu cobalto che ogni 10 minuti percorre 66 metri in 64 secondi (costo biglietto singolo 0,66 €) .

Nelle vicinanze sempre in Città Alta sono custoditi altri gioielli quali : il Palazzo del Parlamento Croato , il Palazzo del Governo  e il Palazzo della Corte Costituzionale. La perla di questo pezzetto di Zagabria è la  Chiesa di San Marco sita nell’omonima piazza. Essa presenta una finestra romanica sul fianco meridionale ( XIII sec. ) . Anche questa chiesa non fu esente da modifiche , come quelle che le aggiunsero tre navate e uno stile tardo-gotico ( XIV sec. )  .

Il tetto a mosaico della Chiesa di San Marco

La  popolarità odierna della Chiesa di San Marco è chiaramente il suo tetto :  un mosaico di tegole colorate che rappresenta l’unione di Croazia, Slavonia e Dalmazia. Le tre sorelle erano sotto il dominio austriaco ma godevano di una loro entità  politica e amministrativa. Questo splendido patch  fu realizzato dall’architetto viennese Friedrich von Schmidt e dal suo collaboratore Hermann Bollé (1876 -1882). Altro suo dettaglio di valore  è il vasto ingresso  in stile gotico ( XV sec.) che è arricchito da 15 sculture . Queste personificano:   Giuseppe e Maria con Gesù bambino (in cima), i Dodici Apostoli (su entrambi i lati), San Marco e il Leone (in basso). 

Porta Pietra

Moltissimi turisti affollano il borgo medievale per la cosiddetta Porta Pietra ( XIII sec.) .  Messa ad est fu l’unica apertura difensiva sopravvissuta di quelle che proteggevano Zagabria dagli attacchi nemici. Attraversatela si accede a un santuario che è fatto in onore della Madonna raffigurata in un dipinto inserito in un’ edicola esterna.

Il tempietto è lastricato in pietra dove sono iscritti i ringraziamenti dei miracoli ricevuti dai credenti. La parola più ricorrente è  Hvala Ti”, che si traduce in “Grazie”! Si può accendere una candela ed esprimere un desiderio!  Altri tesori adiacenti sono: la Statua di Dora Krupiceva, eroina del romanzo  L’oro dell’orafo dello scrittore croato August Senoa e la farmacia più antica di Zagabria  (1355).

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Museo delle Relazioni Interrotte

Il  Museo delle Relazioni Interotte  è una delle tante trovate stravaganti dei zagrebini  per intrattenere i viaggiatori. Ospitato dentro lo  splendido palazzo barocco Kulmer colleziona oggetti con descrizioni che raccontano la sofferenza e la malinconia di separazioni amorose .  La prima esposizione avvenne nel 2006 nella Gipsoteca di Zagabria, in occasione del 41º Salone d’arte di Zagabria.

Un successo adesso planetario se di simili ne sono sorti in : Argentina, Bosnia-Erzegovina, Germania, Macedonia, Filippine, Serbia, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.  Il progetto nacque dopo la rottura tra la produttrice cinematografica Olinka Vištica e lo scultore Drazen Grubisic,  entrambi di Zagabria. Come a dire non si sbaglia mai ad amare! Qualcosa resta,  come il successo di questo museo che nel 2011 riscosse il premio Kenneth Hudson per la sua originalità.

Secondo giorno . Zagabria in un weekend

Innegabile che la voglia di esplorare mi è andata sempre più crescendo man mano che sfogliavo qualche guida cartacea su Zagabria. L’orologio si dimentica a casa quando si viaggia. Ma appena realizzi che giunge il momento di rientrare a casa, lo rimetti al polso! Mi è davvero dispiaciuto non potermi soffermare più a lungo . Perché ci sarebbero state da fare altre incredibili gite fuori porta di cui ho letto e di cui per comodità vi riporto l’elenco:

Ottima ragione per staccare un altro biglietto aereo per Zagabria. Tuttavia in questo breve soggiorno ci ho incastrato delle tappe che sono un must in coppia o in famiglia. Perfettamente raggiungibili con i mezzi di traposto vi mostreranno un altro aspetto magico  di  Zagabria .  Quello legato alla natura rigogliosa che la circonda e che  si manifesta in  polmoni verdi e curati tanto apprezzati dai cittadini.

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Parco Maksimir  e lo zoo di Zagabria

Il Parco Maksimir   (info orari e costi) è  un parco foresta dettato da una seria progettazione voluta dai  tre vescovi croati:   Maksimilijan Vrhovac, Aleksandar Alagović e  Juraj Haulik (XVIII sec.) . Imita il landscape inglese e nonostante una superficie piuttosto ridotta (121 ettari circa)  accoglie cinque laghi  e  centinaia di specie vegetali e animali. Tra i suoi abitanti più curiosi:   Dedek  (“nonno” in Italiano) una quercia  di 600 anni, e una moltitudine di picchi rossi.  Gli ornamenti del parco sono i suoi elementi distintivi , di cui più notevole è il Gazebo

A sud del parco c’è anche un magnifico zoo (1925) . Si estende per 19 e ci sono ben 2.225 animali  . Oltre il leopardo delle nevi e il panda rosso popolano questo eden: l’ okapi, l’ addax, la scimitarra Oryx, il leopardo della Cina settentrionale, lo scimpanzé comune, la Scimmia Diana, l’ippopotamo pigmeo, e il  cammello bactrianus. Al Parco Maksimir   ci si può rilassare , fare un picnic, praticare sport o semplicemente perdersi in questa sorta di paradiso terrestre .  Ho avuto la fortuna di godermi questa oasi nei colori bruni dell’autunno con le foglie che cadevano alle improvvise folate di un vento ancora gentile.

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Museo Archeologico di Zagabria

Il Museo Archeologico di Zagabria  (info orari e costi) iniziò la sua attività nel 1846. Dal 1866 fu suddiviso in un Dipartimento di Storia Naturale e Archeologia e Storia. Nel 1945 fu trasferito nell’attuale Palazzo Vranyczany-Hafner . Subì gravi danni per un terremoto nel 2020.

Il  suo patrimonio conta oltre 450.000 reperti locali. Questi  sono datati dalla preistoria al Medioevo , e ci sono anche numerosi resti provenienti dall’estero.

Oltre alla collezione egizia, il museo  conserva anche diverse illustri  collezioni di manufatti greci e romani. Ma le vere  star del museo sono :

Conclusioni. Zagabria in un weekend

Dopo avervi scritto del fascino discreto di Zagabria non abbiate nessuna remora a partire per scoprirla. Chiaramente la Croazia è un magnete per i viaggiatori per le sue coste e i suoi rari elisir, ma il suo entroterra non è da meno. Perché  vi rivelerà delle gemme nascoste e  misteriosi. E Zagabria è solo la punta di un iceberg!

Zagabria in un weekend è stata una bella scelta. Credo che sia una città per tutti ma non per molti . I ritmi sono lenti e a volte pare che il tempo si sia fermato. Zagabria è a misura d’uomo  e vi incanterà con la sua rilassatezza, la sua eleganza e il suo profilo volutamente basso ! Vi coccolerà con tanto da vedere e fare a cui aggiungo in lista queste altre due attrazioni:

Info utili su Zagabria: 

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Budapest la perla del Danubio

Budapest la perla del Danubio

 

“Dietro la bellezza, che in fin dei conti si compone di una materia fragile e caduca, si agita sempre la fiamma di una fortevolontà”

Budapest , la perla del Danubio

Quale migliore meta di Budapest per il mio Natale 2024 ! Un’esperienza indimenticabile. La maestosa capitale dell’Ungheria si estende per 525 km2, ed è divisa in 23 distretti ( circa 1,7 milioni di abitanti).  La città magiara fa a gara per bellezza con  Vienna e Praga  , ma vince perché meno austera e più romantica. Come ha scritto il germanista Claudio Magris, Budapest è la vera perla del Danubio (largo 350 metri).  Questo è l’osannato fiume, che taglia la metropoli :

  • Nella collinare  e antica Buda   (a  destra);
  • Nella pianeggiante e moderna Pest (a sinistra).

Collegate da 10 ponti   Buda  e Pest sono molto diverse tra loro . Nel centro dell’acqua hanno in comune  solo l’isola Margherita.  Questa è una delle tante oasi verdi , che è  aperta al pubblico dal 1908  (dopo essere stata trasformata  in un harem nel 1700).

Senza dubbio quello che mi ha lasciato senza fiato a Budapest sono  gli ampi viali  (út) e le  strade più strette (útca )  con i loro sontuosi edifici di fin de siècle . Per non parlare delle piazze monumentali (tér ) che incorniciano le  principali attrattive di Budapest , che  illuminata di sera evoca  un’atmosfera fiabesca.

In bilico tra il vecchio e il nuovo Budapest vi farà innamorare  per il suo fascino e il suo ricco patrimonio artistico, culturale, storico ed enogastronomico.  Cliccate nel mio post in questo link per visitare Budapest in 4 giorni .  E leggete quin basso per scoprire qualcosa di più su Budapest! Buon viaggio!

Budapest tra mito e leggenda

Secondo una leggenda  le origini degli ungheresi risalirebbero a Honor e Magor , figli del sovrano Nimròd.  I due fratelli si imbatterono in uno splendido cervo dalle corna d’oro durante una battuta di caccia. Lo inseguirono invano per catturarlo. Ma in compenso si ritrovarono nel bacino dei Carpazi. Qui incontrarono due principesse . La loro unione generò gli Unni e Magiari.

Questi ultimi storicamente furono delle tribù del centro Asia. Nel IX sec. d. C. questi guerrieri nomadi  invasero quell’Ungheria romana che, con qualche sostrato celtico, era detta Pannonia . La sede principale dell’impero romano era ad  Aquincum , l’odierna Obuda.  Il suo nome significava “fonte d’acqua” . Cosa dovuta alla presenza delle terme , che tuttora sono una delle principali meraviglie di Budapest.

Arpad e re Stefano

Capostipite dell’Ungheria fu il condottiero Arpad . Suo nipote cristianizzato Stefano (XI sec. d. C. ) la plasmò definitivamente governandola da re.

Da allora in poi , a parte un’incursione dei Mongoli nel 1241 , il regno ungherese prosperò per 500 anni fino alla corona di Mattia Corvino (XV sec. d. C. ) .

Dovete sapere che  la storia di Budapest fu tanto gloriosa quanto travagliata. Molti stranieri la invasero,  però nessuno mai  riuscì del tutto a domare la natura ribelle di questo popolo geniale e  fiero .

Durante il Medioevo Budapest fu assediata dai Turchi con Solimano il Magnifico (1520–1566) . Dopo la Battaglia di Mohács ( 1526 )  per due secoli rimase nelle mani dell’Impero ottomano (fino al 1699).

Budapest e l’Austria

Subentrarono gli austriaci (1687) . Questi ebbero sempre la meglio contro i tentativi di liberazione dell’Ungheria da parte dei rivoluzionari Rákóczi (1704) e Kossuth (1848).

Sotto il re Francesco Giuseppe (1867)  ci fu una certa autonomia e si  costituì  il regno Austro Ungarico . E nel 1873 Buda si unì   a  Pest e la secolare Obuda generando ufficialmete l’odierna Budapest .

Budapest durante  le 2 Guerre Mondiali

All’indomani della Prima Guerra Mondiale l’Ungheria perse molti territori :  Croazia, Slovacchia, Transilvania e parte dell’Ucraina . Questo accadde per gli accordi della Pace di Trianon (1920). Questo smacco politico scatenò il passaggio dell’Ungheria all’asse Germania Italia nella Secondo Guerra Mondiale.  Tremenda  sconfitta per l’Ungheria.

In seguito gli Sovietici la invasero . Scoppiò una rivoluzione nel 1956 che fu a sua volta repressa nel sangue.Quando cadde la Cortina di Ferro (1989) l’Ungheria diventò una Repubblica Parlamentare.

Nel 1999 passò alla NATO. Mentre nel 2004 entrò a far parte dell’Unione Europea. Questa  elargì un prestito di  20 miliardi di euro per  risanare la crisi economica del paese nel 2008.

Budapest oggi

Al momento il presidente è  Katalin Éva Novák, che  si è da poco   dimessa per uno scandalo giudiziario! Come si vede la situazione politica ungherese è abbastanza complessa e fragile.  Anche se adesso in Ungheria c’è la democrazia,  molti la definiscono illiberale .  Perché è  totalmente sotto il controllo del  primo ministro Viktor Orbán (3 mandati dal 2010) e del  partito di destra Fidesz.

Parecchie sono le critiche mosse al suo governo .  Perché è stato  accusato di: corruzione, di diniego di asilo politico per gli immigrati . E ancora di controllo dei media e magistrati, e di mal funzionamento di scuole e ospedali.  Speriamo in meglio, anche perché la nostra Italia non mi sembra essere messa meglio!

Budapest è l’Ungheria!

Tutto passa da Budapest . Soprattutto l’efficiente sistema infrastrutturale che attraversa la nazione . Ma se non ci abiti gli spostamenti sono praticamente impossibili. In sostanza Budapest   è l’arteria principale dell’Ungheria, dove è concentrata metà della ricchezza nazionale. Si trovano qui la maggior parte degli istituti per la finanza e il commercio e le principali aziende (per lo più di farmaceutica e biotecnologia).

Grazie al turismo Budapest si sta  sempre più arricchendo . Ogni anno accoglie oltre 4 milioni di visitatori da tutto il mondo. Perché  è un mosaico di tesori da non farsi scappare, economica ed organizzatissima per il turista.

Praticamente Budapest è stata un’emozione infinita. Anzitutto tutti i suoi principali monumenti sono concentrati sulle due sponde del Danubio . Per cui è facile muoversi.  E in totale sicurezza perché ovunque c’è sorveglianza ( escluse le periferie anonime dove è inutile addentrarsi ).

Un finesettimana a Budapest potrebbe bastare per perlustrarla al meglio.  Ma non è sufficiente per rubare tutta la sua essenza.  Quando andare? Quando volete, perché ogni stagione offre qualcosa di straordinario. Il clima d’inverno è rigido ma anche secco. L’ideale sarebbe la primavera sarebbe per le temperature miti rispetto alle umide estati.

11 tips prima della partenza per Budapest, a parte un paio di scarpe comode!

  1. Lingua:è l’ungherese ( gruppo  della famiglia ugro-finnica attestata a partire dalla fine del sec. XIII.). L’inglese e il tedesco sono molto parlate;
  2. Religione: cristiana, minoranza ebraica e protestante;
  3. Sport: calcio, ciclismo, trekking, equitazione, basket,  atletica , Gran Premio di Formula 1 nel circuito dell’Hungaroring;
  4. Wellness : a Budapest ci sono 125 sorgenti termali , e i Bagni Termali di Szecheny sono la SPA più gigantesca d’Europa;
  5. Fuso orario: lo stesso orario dell’Italia;
  6. Come telefonare: prefisso + 00 39 per l’Italia  / + 00 36 dall’Italia. Il wi-fi free è  quasi ovunque, per cui meglio chiamare con whatsup, skype o simili;
  7. Film contemporanei: Angi Vera(1978) di Pál Gábor ,  Mephisto  di  István Szabó (1981) , Il trapanatore di muri (1986) di  György Szomjas,  Hamu – Ashes  di Ferenc Cakó (1996);
  8. La moneta a Budapest è il fiorino ungherese HUF: ovunque si può pagare in euro.  Tranne magari nei piccoli negoziConviene portarsi dietro qualche soldo locale per piccole emergenze.  E poi prelevate somme più alte direttamente a Budapest. Si può fare nei centri di cambio più convenienti,  che potete visualizzare in questo link . Evitate aeroporti, stazioni e hotel dove il tasso di cambio è più alto;
  9. Presa elettrica: Tipo C e F, quelle di tipo europeo;
  10. Documenti: passaporto o carta di identità;
  11. Come arrivare a Budapest: in aereo (da Milano, Roma, Bergamo, Venezia, Forlì, Napoli, Bari, Catania e Pisa) . Oppure in treno da Roma, Firenze, Bologna, Milano, Venezia, Udine passando da Vienna ; e da Trieste con un cambio a Lubiana).

Cosa fare prima della partenza e all’arrivo a Budapest! 

Budapest da mangiare!

Budapest  emoziona   non solo l’anima ma anche il palato! La cucina ungherese è una miscela ghiotta di derivazioni asiatiche, turche e mediterranee. In tavola regnano salumi,  carne, verdure, che sono sempre insaporite con crème fraîche, cipolla, aglio,  strutto, e  spezie .Tra queste ultime la regina è la paprika, che è un peperone importato dalla Spagna. Può essere sia dolce (per colorare e insaporire) che piccante (come sostituto del peperoncino).

Molti di voi avranno già assaggiato il loro piatto nazionale , cioè il gulash  (o gulyás) . Si tratta di uno stufato di manzo cotto in abbondante brodo , carote, cipolle, patate , il tutto  spolverato con  l’intramontabile paprika. Il nome della pietanza vuol dire “alla bovara”.  E ci racconta la sua origine: il   companatico povero dei pastori magiari.

Questi mandriani erano soliti divorarlo in un capiente paiolo quando pascolavano le lore vacche dalla pianura della Puszta nei vari mercati europei. Da non confondere con il pörkölt , che è simile ma più concentrato , con pomodoro, cumino e accompagnato con gnocchetti di semola (galuska) . Questa pietanza è quella che è più diffusa all’estero.

12 piatti  ungheresi da leccarsi i baffi!

  1. Crema di lenticchie con fegatini di pollo : è un contorno per selvaggina o arrosti fatto da lenticchie e fegatini;
  2. Fogas egeszaben sutve (luccioperca in padella): è un  pesce che viene lardellato con pancetta affumicata e  con  burro;
  3. Gombapaprikás : è un intingolo di funghi;
  4. Halászlé : è una zuppa a base di pesce gatto, carpa, pesce siluro e luccio servito di solito la Vigilia di Natale;
  5. Krumplimpaprikas: è una crema di patate con peperoni, cipolla e aglio;
  6. Lángos : è una focaccia fritta da condire con panna acida e formaggio e tanto altro ancora;
  7. Lecsó : è come la nostra peperonata;
  8. Libamaj:(fegato grasso in padella): è il  fois gras ungherese , rosolato in grasso d’oca;
  9. Rántott sajt : formaggio (trappista) di mucca a pasta dura fritto, come tutto quello che passa per l mani degli ungheresi;
  10. Szalami : un salume fatto di carne magra di suino della specie Mangalica , unico presidio slow food ungherese. Poi c’ è anche del bovino;
  11. Tokay Herany: stufato di rognone, manzo , maiale, e aromi;
  12. Töltött káposzta : involtini di cavolo ripieni di carne tritata, e riso.

La dolce vita di Budapest in 8 zuccherose golosità!

Gli ungheresi non sono grandi  fan delle colazioni. Prediligono il salato al dolce . E pranzo e cena si fanno in ordine verso le 13:00 e non dopo le 19:30. Comunque a  Budapest  non sono di meno le prelibatezze della pasticceria create e ridefinite durante l’epopea austroungarica.  Tra le più gettonate:

  1. Bejgli: è un rotolo di bontà alla nocciola e semi di papavero . Spesso è servito per le festività natalizie e pasquali;
  2. Kürtőskalács : sono dei cilindri di pasta brioches cotti al forno imburrati e spolverati con semi di papavero;
  3. Flódni: un’elaborata torta multistrato composta da quattro diversi ripieni: prima marmellata di prugne, poi noci, mele e semi di papavero. Ognuno di essi è racchiuso tra fogli di pasta;
  4. Palacsinta : sono uguali alle crepes francesi. Ma all’impasto si mette acqua frizzante e si fanno ripiene di marmellata e nutella;
  5. Rákóczi : è una pastafrolla con ricotta ungherese, marmellata e con chiusura di meringa, perfetta per il tè del pomeriggio!
  6. Somlói: fu ideato nel ristorante Gundel negli anni ’50 . Ed è il pasticcino più in voga fra gli ungheresi. Una golosità di pan di spagna, crema di vaniglia, cioccolata e panna montata;
  7. Torta Dobos: sono 6 strati di pan di spagna a cui si alterna una crema al burro, una al cioccolato e  caramello;
  8. Torta Esterhazy: è fatta da strati di daquoise , che è un disco di albumi montati e farina di frutta secca. La farcitura è di nocciole alternate con crema al burro , e il finale è un tocco di glassa.

Torta Gerbaud e i café storici di Budapest

Merita un discorso a parte la Torta Gerbeaud (o zserbó),  perché   è un’istituzione in Ungheria. Questa è un dolcetto  pazzesco che  alterna pasta frolla, albicocca, noci e cioccolato . Fu inventato da  Emil Gerbeaud . Questi fu il    pasticcere svizzero che acquisì l’ omonimo café  Kávéház Gerbeaud ( da Henrik Kluger nel 1858) in Vörösmarty tér .

Il  Kávéház Gerbeaud non è solo il paradiso delle paste. Sotto l’impero austro ungarico fu rifugio per artisti, scrittori , uominid’affari e cospiratori. Ancora adesso si respira l’atmosfera decadente della Belle Époque (XIX sec) con i suoi soffitti alti, marmi policromi, affreschi e vetrate. Per fama compete solo con il New York Cafè in Erzsébet krt. 9-11 ( clicccate qui per  scovare altri café storici  a Budapest).

Etterem, il ristorante a Budapest!

Budapest   può vantare ristoranti con stelle Michelin. Qui  le  sacre ricette ungheresi dalle radici contadine si rinnovano con la sperimentazione di chef talentuosi e di grido! Di ristoranti soprattutto a Pest ce ne è un’infinità e di tutte le tipologie. Solitamente sono chiusi la domenica e quelli più di livello anche il lunedì. Consigliato lasciare la mancia anche se non è obbligatoria. E spesso nello scontrino viene segnato anche l’importo del servizio (scala da 0, 10 , 15% ).

A Budapest   non rinunciare a una capatina presso i  borozós . Queste sono delle cantinette sparse ovunque , dove servono di tutto a poco prezzo. Sono l’evoluzione dei primi spacci di bevande che apparvero a Pest nel Settecento che proseguirono fino a Buda. Se non volete staccarvi dal banco, fa per voi!

Brindare con la birra a Budapest, si può?

Ma scordatevi di brindare con la birra a Budapest ! Perché i budapestini , almeno la vecchia generazione, ci rinunciò  dal 1848. Gesto scaramantico per allontanare il ricordo dell’invasione degli austriaci, che invece festeggiarono proprio con il luppolo!

Questo trauma nazionale non ha però impedito l’affollamento dei sörözős o birrerie dove si possono provare bionde e altro di tutto rispetto (come le ungheresi Dreher, Borsodi e Soproni)

La mia selezioni dei 6 locali più esclusivi a Budapest

  1. Mercato centrale di Budapest,   Vámház krt. 1-3, 1093  (se desiderate in particolare lo street food e volete acquistare souvenir)  ;
  2. Trofea Grill , Király u. 30-32, 1061 Ungheria  ( cucina classica ungherese e internazionale a prezzo fisso .  Potete mangiare tutto quello che volete fino a quando non vi saziate,  bevande incluse!);
  3. Lecso Hungarian Restaurant,  Szent István krt. 10, 1137 (trattoria cucina tipica ungherese , economica) ;
  4. Dobrumba, Dob u. 5, 1074   ( menù internazionale di piatti europei e mediorientali) ;
  5. Ensō Budapest, Baross u 85, 1082  (cucina asiatica);
  6. Lánchíd Söröző,  Fő u. 4, 1011 (birreria che serve dal pranzo alla cena piatti ungheresi con musica rock, jazz e blues) ;

Budapest da bere!

Con una tradizione vitivinicola antichissima  risalente ai romani l’Ungheira è pure patria di ottimo vino nazionale e internazionale. Le sue colline calcaree ricche di terreni vulcanici  producono dei nettari strepitosi, fra cui il mitico Champagne Törley.

In Ungheria ci sono 22 regioni vinicole regolate da severi disciplinari (1990)  .  Anche se la parte a nord est di Budapest è quella più fertile,  specie per i bianchi. Così se a Eger primeggia il rosso più strutturato che è il Bikavér ( o Sangue di Toro, nella cittadina di Tokaj cresce il furmint.

Questo è il principale vitigno autoctono per i bianchi , responsabile del celebre Tokaj ungherese . Nelle sue varie declinazioni secche e dolci, il più celebre tra tutti è il Tokaji Aszú (passito) a cui  si aggiungono  le  varietà di Hárslevelü, Sárgamuskotály, Oremus.

Tokaji Aszú , palinka e Unicum

Budapest si sorseggia in un bicchiere di Tokaji Aszú . Battezzato l’ elisir degli zar di Russia nacque per caso nel (XVII sec.) da filari abbandonati per l’incursione dei turchi. All’arrivo dell’autunno le muffe nobili attaccarono gli acini .  Sebbene malandati furono raccolti e messi a riposare nelle botti fino a Pasqua. Al primo pop del tappo durante le feste il gusto sedusse fino ai nostri giorni.

E per un dopocena in Ungheria potrete ordinare le loro palinka, che sono dei distillati forti ottenuti dalla frutta (prugne, pere , albicocche). O il classico Unicum l’amaro ungherese per antonomasia .  Ai wine lovers più audaci segnalo il Wine Festival di Budapest . Questa è una  manifestazione enologica di successo che ormai è giunta alla sua 32 ° edizione ( 12/15 Settembre presso il Castello di Buda).

4 enoteche strabilianti

  1. DiVino Bar   Szent István tér 3, 1051 (molto elegante);
  2. Drop Shop Wine Bar,  Balassi Bálint u. 27 (easy chic) ;
  3. Vino wonka, Corvin sétány 2 (intimo e informale); 
  4. Boutiq bar, Paulay Ede u. 5, 1061 (ottimo anche per i cocktail).

Budapest nei secoli  

Logicamente Budapest  è perfetta per  gli appassionati d’ arte e architettura,  che si sono evolute a ritmo delle varie fasi storiche dell’Ungheria. Un melting plot di influenze celtiche, romane, turche, austriache e locali, che si sono fuse tra loro dando alla luce l’incantevole urbe magiara .

Dare uno sguardo generale alla genesi di Budapest  dalle sue fondamenta romane  fino al presente è doveroso per afferrarne il suo vero spirito. Un libro tutto da sfogliare!

Budapest romana

Quello che attualmente è il quartiere di Óbuda-Békásmegyer  racchiude i resti del sito romano che rappresenta il nucleo primario dell’odierna Budapest. Nell’area archeologica sono visitabili :

Budapest medievale

L’ aspetto odierno di Budapest risale invece al Medioevo quando il re Stefano I (X-XI sec.) pose la prima pietra per creare Buda. Da allora si susseguirono muraglie , guglie, e  fortificazioni . E altri capolavori incentivati dal monarca  Bela IV non appena Pest fu distrutta dai Mongoli (1242);

In seguito sotto il regno degli Angioini Buda si ampliò e si abbellì con il Castello Reale . Esso fu dotato di mura  imponenti,  che toccavano il Danubio. Questo ricco complesso, che fa di Budapest una cartolina, fu arricchito dal re Sigismondo di Lussemburgo (1387-1437)  .

Mattia Corvino

A seguire Mattia Corvino (1458)    immortalò  il Castello Reale nell’eternità arricchendolo di ampliamenti in stile italiano. Il suo regno diventò crocevia di intellettuali, filosofi, poeti e anche pittori del calibro del Verrocchio e di Filippo Lippi.

Ovviamente Mattia Corvino amava l’Italia al punto da sposare Beatrice d’Aragona, una nobile napoletana. Perciò il Rinascimento  toccò prima l’Ungheria di altri posti in Europa. Ne è un’esempio la famosa Biblioteca Corviniana , una delle più fastose del vecchio continente.

Budapest turca

Del dominio Ottomano (1541-1699) rimangono a  Budapest :

Budapest  austro ungarica 

 Ben risaputo è che il secolo d’ oro dell’architettura per Budapest fu l’Ottocento sotto l’impero austro-ungarico , quando  diventò  canvas  per i progetti urbanistici più ambiziosi.

Protagonista in assoluto di questa era fu il conte  Ferenc Széchényi (1784-1820). Questi fu un  illustre mecenate, fondatore della Biblioteca e Museo Nazionale . Uomo politico di un pezzo si distinse per aver fondato nel 1808 la Commissione per lo Sviluppo urbanistico di Budapest .

Ferenc Széchényi   con il figlio István rivoluzionarono lo skyline cittadino, realizzando celebri architetture. Tra queste il Ponte delle Catene e gli infiniti boluveard di Budapest , come  la straordinaria Andràssy ut (2, 5 km) . Fra le immense infrastrutture  ottocentesche si annovera anche il quartiere ebraico di Erzsebetvaros e lo straordinario  Parco di Varosliget.

Budapest nel fin de siècle

Nella sua complessità Budapest  si modellò infine  tra fine del 1800 e gli inizi del 1900. Si andò da una sensibilità artistica legata allo spirito patriotico ad un’altra che impose un certo ecclettismo.   Gli architetti di allora mescolarono stili differenti in modo anacronistico, dando vita a strutture uniche che ancora oggi definiscono il panorama della città. Tra questi:

Al passaggio dall’impero asburgico a quello austro ungarico (1867 ) si registrò una certa crescita urbana a  Budapest (si sviluppò oltretutto la scultura ) E   nel 1896 si celebrò una magnifica Esposizione ( una fiera millenaria). Si edificarono nuove residenze aristocratiche, si aprirono strade, la metro e nuovi spazi residenziali al pari .

Budapest dal 1900  al Comunismo

A parte la realizzazione del Ponte di Elisabetta il 1900  non si distinse  gloriosità . Sono i tempi delle fabbriche e delle abitazioni degli operai e degli sfollati e rifugiati di guerra. Il Modernismo prese piede e la funzionalità cominciò a prevalere sugli ornamenti.

Dal 1930 Budapest si ingrandì vertiginosamente e prevalse l’Art Nouveau   , detta szecesszió (secessione) , che  si percepisce :

Optical Art di Viktor Vasanley

Di notevole successo fu solamente la nascita della Optical Art di Viktor Vasanley.  che sbalordiva con gli inaganni ottici delle sue zebre dipinte di bianco e nero.  Per il resto nel primo dopo guerra l’impegno della comunità  fu tutto devoluto alla ricostruzione focalizzata sulla praticità, spesso a scapito della bellezza storica.

Sotto il regime comunista a Budapest pullularono strutture rigide e utilitaristiche.   Come quelli preseti nel quartiere di Újlipótváros. Specchio tangibile di un’epoca in cui l’espressione individuale era inesistente in ogni settore.

Budapest moderna

Dalla caduta del Comunismo a ora Budapest non cambiò molto. In 25 anni di svolta  di regime e mercato (da socialista a libero) ,   non si registrarono  rilevanti effetti sull’  urbanistica cittadina.

I principali interventi riguardano il restauro di edifici storici o il ripristino di spazi pubblici:

Visto poi i grandi introiti del turismo a  Budapest per lo più  si fecero sforzi per il mantenimento dei beni artistici. Per preservare l’old city si destinarono in lontananza da esso le novità architettoniche come :

Ferenc Puskás, il numero 10 non è solo Maradona!

Il calcio non è solo un affare italiano santificato da Maradona. L’ungherese Ferenc Puskás  stravolse il pianeta quando negli anni ’50 battè l’Inghilterra. Una tecnica di gioco da fuori classe che fece da scuola all’Olanda e che lasciò strascichi nei nostri stadi.

Ferenc Puskás iniziò da giovanissimo a correre nei campetti d’erba portandosi dietro la stessa forza interiore di quando lottava da soldato contro gli oppressori. Al culmine della sua carriera calcistica si trasferì a Milano e poi Liguria per le problematiche politiche della sua patria. Amava il cibo e lo stivale . E per una serie di coincidenze si ritrovò dopo una brutta depressione a stravincere nella squadra del  Real Madrid.

Le note di Budapest

Capodanno a Budapest è qualcosa da fare almeno una volta nella vita. A spasso per i suoi viali alberati e addobbati a festa ho sempre notato ovunque manifesti su Zoltán Mága . Quest’ultimo è un ricercatissimo violinista ungherese che benedice ogni  nuovo anno con un suo concerto all’ Arena dello Sport di László Papp (campione di pugilato ungherese).Una performance seguita da più di 10 mila  spettatori con un repertorio   musicale ungherese e non . La sua musica è spesso associata a motivi gitani .

Sì perché l’Ungheria si distingue per l’antichità , la qualità e l’importanza dei suoi canti e delle sue danze popolari . Per il suo ritmo così ardente il ballo  Verbunkosh  simboleggia perfettamente il temperamento ungherese. Poi esso fu ripreso con una transizione graduale da tempi lenti a tempi più veloci da  Strauss, Brahms, Liszt, e  Čajkovskij.

Liszt, Kodály e Bartók

Comunque l’Ungheria affondò le sue radici da un punto di vista musicale  nel 1800 , cavalcando l’onda del sentimento patriottico umanistico del secolo che pervase la Scandinavia .

Per merito di  tre grandi personalità quali Liszt, Kodály e Bartók   la musica ungherese assunse un tono squisitamente nazionale . Il primo si occupò di variegare l’offerta musicale  a un pubblico sempre più vasto e internazionale. Il secondo e il terzo raccolsero tutti i testi musicali di campagna promuovendo contenuti  esclusivamente ungheresi (non furono esclusi  sostrati zingari e del meglio delle varie culture del territorio).

Budapest e la musica di oggi 

Le platee del Teatro dell’Opera di Stato Ungherese , dell’Accademia Musicale Ferenc Liszt , e del Palazzo delle Arti MÜPA sono sempre gremite, che si tratti della messa in scena di capolavori tradizionali, di interpretazioni contemporanee o di brani sperimentali dei giovani innovatori.

Budapest  è orgogliosa anche delle sue band emergenti:

Migliori posti dove ascoltare musica a Budapest
  1. Filarmonica Nazionale Ungherese : è da oltre novant’anni una delle principali orchestre sinfoniche ungheresi. Dal 1997  Zoltán Kocsis è stato assolto come direttore . Ottimo per la musica classica;
  2. A38 (Petőfi híd, 1117 ), Barba Negra (Szállító u. 3) ,  Dürer Kert (Öböl utca 1, 1117 ),  l’Ackuarium Club (Erzsébet tér 12, 1051):  musica dal vivo dei migliori artisti ungheresi e internazionali;
  3. Jazz Club (Hollán Ernő u. 7, 1136 ), Dobló ( Dob u. 20, 1072)  ,  Jedermann (  Ráday u. 58, 1092 ):  musica jazz dal vivo .
3 eventi top a  Budapest
  1. Il Budapest Summer Festival all’aperto sull’Isola Margherita: è  il più emblematico festival artistico dell’Ungheria . Nel teatro all’aperto di  Városmajor si svolgono: concerti di musica classica e moderna , balletti,  e tanto altro ancora;
  2. Festival di Primavera : arrivato alla sua 39° edizione (5-22 aprile) presenta anteprime mondiali sull’arte in generale con eventi di musica classica, opera, e jazz;
  3. Settimane artistiche in autunno: rassegne artistiche di ogni tipo invadono Budapest che si prepara al freddo dell’inverno con il calore di spettacoli di ogni genere.

Ungheria, terra di geni ed eroi

L’Ungheria  è una nazione piccola ma ha dato tanto all’umanità in ogni campo: arte, sport, la musica, poesia, scienza, la matematica e tanto altro ancora. E che dire del cinemaHollywood non sarebbe stata la stessa senza la Twentieth Century Fox e gli studi della  Paramount ideati dai magiari Wilhelm Fuchs e  Adolph Zukor .

Purtroppo dopo la Seconda Guerra Mondiale l’animo degli ungheresi fu distrutto da tanti episodi devastanti,  quali la presenza dei nazisti, l’Olocausto, i russi e i comunisti.  Purtroppo a loro proverbiale  melanconia    spinse molti al suicidio (triste primato per questo fazzoletto di terra magiara). Però in molti casi questa sorta di tristezza atavica fu canalizzata in un fare positivo . L’Ungheria partori talenti di fama internazionale (la maggior parte erano ebrei emigrati specie negli USA) di cui provo a citarne qualcuno.

9 ungheresi famosi nel mondo

  1. László József Bíró  (1899 – 1985) fu  un giornalista e inventore ungherese naturalizzato argentino, famoso per aver ideato la penna a sfera che porta il suo nome;
  2. Robert Capa:1913–  1954), pseudonimo di Endre Ernő Friedmann fu  un fotografo ungherese naturalizzato statunitense. I suoi reportage documentarono cinque diversi conflitti bellici, tra cui la Seconda Guerra MondialeLondra, nel Nordafrica ed in Italia. Ed in particolare lo sbarco in Normandia dell’esercito alleato e la liberazione di Parigi;
  3. Harry Houdini: (1874–  1926), fu un illusionistaattore austro-ungarico  celebre pr le  sue fughe impossibili;
  4. Il caffè di Francesco Illy: ( 1892–  1956) fu un imprenditore e inventore austro-ungarico naturalizzato italiano; fu il fondatore della Illycaffè;
  5. Sándor Márai:1900–  1989) fu  uno scrittore e giornalista ungherese . La sua fama è legata in particolare al romanzo Le braci del 1942 (apparso in Italia nel 1998) e L’eredità di Eszter (pubblicato nel 1999);
  6. Ferenc Molnár: (1878 –  1952), fu uno  drammaturgo  ungherese di origine tedesco-ebraica.  Fu l’autore del libro I ragazzi della via Pál, classico della letteratura per ragazzi, pubblicato nel 1906;
  7. Joseph Pulitzer: (1847 – 1911) fu  un  editore e politico ungherese  Nato a Makó (Ungheria)  e vissuto negli Stati Uniti. A sua memoria e per sua volontà è stato istituito un premio, il premio Pulitzer, il più significativo nel campo giornalistico, assegnato per la prima volta nel 1917;
  8. Ernő Rubik: (1944) è un designer,  e architetto ungherese all’istituto universitario d’arte e design Moholy-Nagy Művészeti Egyetem di Budapest. Deve principalmente la sua notorietà all’invenzione dell’omonimo cubo e di altri giochi di logica e strategia;
  9. Sándor Petőfi : è considerato il poeta nazionale ungherese del romanticismo, nonché una figura chiave della rivoluzione ungherese del 1848;

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Conclusioni

Per concludere Budapest  è stata al disopra delle mie aspettative. Un territorio così minuscolo ma  straboccante di  gioielli  che lo impreziosiscono finemente.   Budapest è senz’altro una tappa da prendere in considerazione per le prossime festività !

Ho avuto modo di immergermi nella cultura ungherese e l’ho trovata poliedrica, attaccata alle sue tradizioni ma desiderosa di innovarsi.  Budapest è  perfetta per qualsiasi tipo di viaggiatore, per le famiglie e per i bambini. Ad ogni angolo  di Budapest vi aspetterà  qualcosa di sorprendente. Mi raccomando non ci lasciate il cuore. Mal che vada potrete andarvelo a riprendere. Io la farò presto!

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