Marrakech , la città rossa

Marrakech , la città rossa

«…Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove, di aver raggiunto la meta del mio viaggio. Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato, ed ecco che ora tutto ritornava in me…”

Elias Canetti

Marrakech, la perla del Marocco

Senza dubbio visitare Marrakech in 4 giorni è stata un’esperienza indimenticabile. Posta al centro-sud del Marocco e a circa 150 km dalla costa dell’Oceano Atlantico, Marrakech  è una città araba con un ricco patrimonio storico, culturale, artistico, architettonico  e paesaggistico . Mi ha sempre attratta,  perché  è piena di contraddizioni, cosmopolita e in bilico tra il vecchio e il nuovo. Cliccando qui vi propongo 4 interessanti itinerari da fare per  esplorare Marrakech   e avere un’idea di questa  terra magica e incredibile.

Praticamente Marrakech in 4 giorni è stata un’avventura infinita.  Arrivarci dall’Italia è facile. Infatti, l’ Aeroporto Menara di Marrakech permette di collegarla con il resto del globo con voli economici e giornalieri. Il turismo così diventa una fonte indispensabile per l’economia locale. E in cambio offre a tutti i viaggiatori una meta unica. Vediamo qualche notizia in generale su questa perla del Marocco. Buona lettura!

Perché andare a Marrakech? 

Viaggiare apre la mente. E visitare  Marrakech  significa soprattutto avvicinarsi a un’Africa europeizzata. Si tratta di un territorio indigeno attaccato profondamente alle sue origini. Ma che al tempo stesso si presenta come una metropoli all’avanguardia, che non ha nulla da invidiare ad altre capitali europee. Infatti  Marrakech  è divisa in due parti distinte una antica (più a sud)  e una moderna (più a nord) .

La prima è quella della medina., il centro storico circondato da una muraglia di arenaria rossa lunga 10 km. Eletta nel 1985 patrimonio dell’UNESCO, al suo interno si racchiudono le principali attrattive di Marrakech  : piazza Piazza Jemaa el Fna , i souk, le moschee, i palazzi, i musei, i riad (tipiche case marocchine da mille e una notte), gli hamman e altro ancora.

La seconda è  quella dei  quartieri periferici di  Gueliz  ,   Hivernag  e Palmaraie. Un’area urbana voluta e pianificata  dal governo della Francia (1912) , che ha allargato i confini di   Marrakech dandole un’impronta decisamente internazionale. Ci trovate di tutto: discoteche, centri commerciali, grandi strade con semafori, stazioni di autobus e treni, ristoranti alla moda, hotel di lusso, gallerie d’arte, e persino campi da golf.

Marrakech, storia di una città imperiale

Marrakech   proviene dalla parola berbera “Mur-Akush”  , ovvero  “Terra di Dio”, e  ha dato  il nome all’intero paese del  Marocco. Questo perché fu la più importante città imperiale del passato insieme a Fès, Rabat, e Meknès.

Le sue origini risalgono al XII secolo quando   Yusuf ibn Tashfin       si stanziò nella piana di Haouz ai piedi dell’Alto Atlante. Questo era un sultano che fondò Marrakech per farne la capitale della dinastia degli Almoravidi ( tribù nomadi sahariane XI-XII) .

Poi succedettero  gli Almohadi (XIII ) che la fecero  risplendere,  come testimoniano  alcune meraviglie dell’epoca. Fra queste si annoverano  la gigantesca fortezza con la moschea della qasba . A seguire ci furono i Sa‘adiani   (XVI sec.), che la resero altrettanto magnifica,  lasciando numerosi monumenti di gran valore.

Dalla dinastia Alawide al protettorato francese

Successivamente a Marrakech  ci furono lotte per la supremazia al potere (dinastia Alawide XVIII sec. ) , fino a quando il centro governativo si spostò altrove. Da allora non ci furono altri grandi stravolgimenti. Marrakech  rimase una base meridionale per controllare le tribù berbere.

Tra il XVII ed il XIX secolo subentrò un devastante declino con una ripresa definitiva alla fine del Settecento con il regno di Sultan Muhammad Ibn Abdullah. Con l’istituzione  del protettorato francese nel 1912, Marrakech   si ingrandì. Proliferarono numerosi distretti periferici. Alcuni di essi erano costellati di ville Art Déco (ne rimangono poche) per la classe dirigente. Altri erano pieni di edifici in cemento piuttosto anonimi  per la massa degli abitanti che volle urbanizzarsi.

Marrakech oggi

Dall’indipendenza dalla Francia nel 1956 a ora Marrakech     conta più di un milione di abitanti. Come tutto il Marocco è regolata da una monarchia costituzionale  , sociale e democratica (1962). Dal 1999 regna  Mohammed VI  con una politica fatta di alti e bassi.

Nonostante il monarca sia stato fortemente attaccato per  il suo assenteismo dopo il terribile terremoto a Marrakech di questo settembre 2023,  si è fatto comunque apprezzare per aver favorito una certa stabilita politica nel suo regno. Un’Africa che sta cambiando in meglio, anche se a macchia di leopardo, nonostante tutte le difficoltà. Ha promosso  varie riforme, che hanno rilanciato l’economia, laicizzato la società e mitigato  l’Islam

Marrakech e l’Islam del  XX secolo

Sebbene lIslam sia  un credo religioso molto impattante nella vita privata e pubblica dei suoi credenti, ha smesso di essere troppo conservativo oggi.  Si sta moderando , e non è poca cosa  . Se si considera che  è  la seconda religione monoteista più diffusa nel pianeta con oltre 1,8 miliardi di fedeli.  Ci sono stati  chiari segni di apertura al presente da parte dell’Islam.

Per esempio qualche decennio fa ci fu  l’approvazione di una legge sulla libertà di culto Costituzione del 2011 ). Motivo per cui c’è una piccola minoranza di cristiani nello stato del Marocco . E ancora  molto significativa è stata  la Dichiarazione di Marrakech del 27 Gennaio 2016 si è palesemente espressa contro:

Queste riforme sono state fatte per una tutela del benessere della popolazione? O sono mosse governative nate prevalentemente per mantenere vive le relazioni commerciali tra il Marocco e il vicino Occidente?  Qualsiasi sia il motivo, rimane un dato di fatto: all’alba del XX secolo i paesi islamici si stanno allineando alle potenze occidentali.

Ma siamo ancora lontani da una loro radicale trasformazione. Perché il mondo islamico è immenso e poggia su un tessuto sociale complesso e millenario, che ragiona comunque ancora secondo logiche tribali difficili da sradicare.

Islam, la diversità è un valore condiviso

Non dobbiamo dimenticare che  il mondo islamico vanta  quattordici secoli di esistenza  e ha dato tanto all’umanità.  Abbiamo a che fare con una grande  civiltà  di cui si ha poca conoscenza, e su cui si hanno molti pregiudizi.

Quante volte si fa coincidere l’Islam con i fenomeni degenerativi del fondamentalismointegralismo e terrorismo  islamico? E che dire degli stereotipi della donna islamica sottomessa all’uomo , che  lo è a sua volta completamente a Dio? Chiaramente c’è un fondo di verità in tutti questi preconcetti.

Stando alle news purtroppo si verificano episodi di violenza a causa di gruppi isolati di estremisti. Quelli che per sete di prevaricazione interpretano in maniera assoluta le parole dei loro testi sacri. Ma questo accade anche in altri credi religiosi. E se è vero che le donne  in Iraq e Afghanistan non hanno diritti, in Tunisia e Turchia sono  più libere .

Non si può considerare l’Islam un blocco unico, statico senza una sua etica. Occorre accettare l’Islam come tante altre religioni monoteiste (Ebraismo e Cristianesimo) , che non sono esenti da imperfezioni!  La diversità e un valore condiviso . Ma vediamo nel dettaglio qualcosa in più sull’Islam.

Le origini dell’Islam

Per cominciare Islam significa in arabo  “abbandono alla divinità” . Fu  introdotto nella Penisola Arabica nel 680 d.C ( sottogruppi sono quelli  dei Sunniti, Sciiti e Ibaditi ). Il suo profeta è Maometto ( 570 ). I suoi dogmi sono basati su :

Le fondamenta dell’Islam

Le pratiche cultuali obbligatorie di ogni musulmano sono cinque:

  • Shahādah, cioè la fede e il rispetto dei principi religiosi;
  • Salāt, ovvero la preghiera quotidiana fatta cinque volte al giorno. Un rituale ricordato dal canto del muezzin (talacimanno in italiano ) ;
  • Zakat , che è un tributo verso la comunità per purificare la propria ricchezza;
  • Sawm  , che è l’astensione del mese di Ramadan (niente di cibo, bevande, fumo e rapporti sessuali) ;
  • Hajj pellegrinaggio da fare (almeno una volta prima di morire!)  nella città santa che è Mecca in Arabia Saudita ;
  • A questi assi portanti dell’Islam (arkān) si aggiunge un impegno fondamentale, quello “del singolo sulla strada di Dio” (Jihād ).

I ritrovi dell’Islam

L’’Islam non possiede una gerarchia religiosa, non ci sono sacramenti, istituzioni clericali. Il musulmano non ha intermediari, ha un rapporto diretto con Allah. La  moschea con la sua torre è il tempio dei credenti. Essa è priva di ogni immagine divina, perché  non può essere rappresentata dai mortali. Il suo interno è semplice, decorato  con scritte sacre e qualche figura geometrica  di tipo astratto.

Prima di metterci piede nella  moschea ci si deve:

Cosa è proibito o  ḥarām  nell’Islam?

In definitiva si capisce bene che per gli islamici c’è una insostituibile connessione tra religione e ogni ambito della vita pubblica e privata del seguace. Sopra tutto c’è la Sharīʿah, o legge coranica. Non esiste per loro diversità tra autorità religiosa e statale, ma solo distinzione tra chi crede e pratica e chi no.

Tra le cose vietate (o ḥarām ; halal è ciò che è lecito)  perché non rientranti nei principi religiosi, quelle principali sono :

Marakkech, sirena che incanta il marinaio

A Marrakech    ci si ritrova in una dimensione del tutto fuori dall’ordinario che stimola. Sarà per questo motivo che molti artisti, intellettuali, attori, designer, bohemien, ne hanno fatto e ne fanno tuttora la loro casa alla ricerca di ispirazione.

Si possono citare:  Eugène DelacroixHenri MatisseJacques Majorelle, Bill WillisPaul Getty, e poi Yves Saint Laurent Alain Delon e altri ancora. Marrakech  ha catturato l’attenzione di Vanessa Branson (sorella del famoso magnate inglese Richard Branson) , che ci ha fatto la Biennale  nel 2004.

Marrakech contemporanea

A Marrakech si è costantemente a contatto con una realtà culturale e artistica all’avanguardia e vibrante. Molti riad, le tipiche case marocchine da mille e una notte, cambiano pelle. Si fanno laboratori artistici di ogni genere. Si vedono dappertutto gallerie , atelier, fashion hub creativi e di progettazione.

Meritano un accenno altre particolari raltà quali:

Marrakech e il cinema 

Come potrete immaginare Marrakech è un palcoscenico vivente e  infinito. Tanto che nel 2002  Sua Maestà Mohammed V  ha creato  il Marrakech International Film Festival . Questo per promuovere l’arte e l’industria cinematografica in  Marocco. La sualuce lo rende palcoscenico naturale per ambientarci molti film.

Come hanno fatto registi del calibro di Ridley Scott, Martin Scorsese e Paul Greengrass negli studi di Ouarzawood, nella città di  Ouarzazate, alle porte del Sahara.     E di sicuro non vi annoierete mai. Non siete ancora convinti? Continuo allora a tentarvi.

La gente di Marrakech

A Marrakech  ci vanno quelli  che come me amano un’esistenza semplice e i valori di una volta. Questi sono profondamente radicati nel popolo, quello autentico che vive nella parte antica circondata dall’imponente muraglia reale. Qui c’è quasi un microcosmo dove si lavora e si fa tutto in nome della famiglia. Dove è sempre il momento giusto per bere un tè offerto al forestiero per socializzare o chiacchierare con parenti e amici.

Credo che sia proprio questo aspetto che mi piace molto di Marrakech . Cioè che prende il meglio dell’ Occidente (a volte il peggio come nel triste sfruttamento sessuale delle giovani marocchine da parte dei ricchi stranieri)  preservando al massimo le sue origini.

Marrakech in 4 giorni, un melting pot da brivido

Quella di Marrakech  e dell’intera nazione  è una società di base araba e berbera . Ma anticamente è stata conquistata da altre popolazioni che (spagnoli oltre i cugini d’Oltralpe). Ed è ormai multietnica (ebrei, africani, ed europei occidentali tra cui negli ultimi decenni anche gli inglesi e gli americani! ).

Quello che ne viene fuori è una Marrakech  che è un melting pot sbalorditivo che si riflette su  molti usi, costumi e legislazioni della sua comunità. E poi sulla lingua : quella  ufficiali sono l’arabo moderno e il dialetto berbero, la seconda lingua più parlata è il francese (studiata nelle scuole). Per non parlare dell’arte, dell’architettura, della cucina, della letteratura, del cinema, della musica e della danza e tanto altro ancora.  

La Marrakech  attuale  è poi un puzzle artistico ripensato dai suoi stessi artigiani in chiave contemporanea . A questi si aggiungono altri tasselli . Questi  sono i tanti  talenti  internazionali che, dai tempi della libertà politica, ci hanno trovato terreno fertile per creazioni di ogni genere.

Livello e condizioni di istruzione a Marakkech

Marrakech è sede di molte scuole pubbliche (e private ) di vario livello e della prestigiosa Cadi Ayyad  una delle più grandi università del Marocco. Il sistema educativo qui è suddiviso in: primario, secondario e terziario. Il governo fornisce istruzione gratuita fino al livello secondario, rendendola accessibile a tutti .

Si sono fatti molti passi avanti dall’era in cui erano le istituzioni religiose a occuparsi della scolarizzazione e formazione della classe dirigente. Dopo la fine del colonialismo (primi del Novecento) l’istruzione nazionale si modellò  sulla stregua di quello francese . Anche se  dopo l’avvento dell’autonomia politica degli anni Cinquanta la tendenza è stata sempre quella di dare un’offerta formativa ampia persistono parecchi problemi. Tra questi: un alto tasso di analfabetizazzione (specie femminile) , low tech, rigidità degli insegnamenti, mancanza di infrastrutture adeguate, barriere linguistiche, ecc.

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Marrakech in 4 giorni. Conclusioni

Sicuramente girare Marrakech in 4 giorni è stata un’emozione indelebile . Dentro le sue mura a Marrakech  il tempo scorre lento e l’orologio non serve. Si rimane incantati a guardare qualsiasi cosa, che diventa subito una fotografia da appendere in casa. Le bancarelle sono sempre adorne di ceste azzurre, che straboccano delle più improbabili spezie e prelibatezze. Gli artigiani lavorano indisturbati ogni genere di merce:  pelli, metallo, tessuti, gioielli . E infilano qualche cavigliera ai polpacci di avvenenti americane. I macellai  squartano animali  da vendere a qualche casalinga tutta fasciata di nero. E intanto appendono le teste sanguinanti  nei loro banconi sorridendoti con appena tre denti. I bambini  giocano a palla facendo dispetto ai passanti.

Fuori da quel recinto sacro Marrakech  non ha nulla da invidiare ad altre metropoli europee per benessere economico, sicurezza e  infrastrutture. C’è di tutto: divertimento, centri commerciali, teatri, cinema, strutture sportive, club, ristoranti alla moda, festival.

Ci vorrebbe almeno una settimana  per catturare tutta l’ essenza misteriosa ed esotica di  Marrakech  .  Mi riprometto di tornarci presto, e non solo per le palme, il sole e i cammelli. Ho letto di altri scenari da favola che sono raggiungibili a pochi chilometri di distanza. Come per esempio i villaggi rurali sperduti ai piedi della Jebel Toubkal (4165 mt), che è la cima più alta del Nord Africa . Oppure  la splendida valle del fiume Ourika . Questa si colora di tinte diverse se si attraversa il Sahara . E può anche  diventare una postazione da cui ammirare la neve dei monti, perché nella località di Oukaïmeden si scia!

Arak qrybaan Marrakech !

 

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