Trieste in 5 giorni

Trieste in 5 giorni

“…Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà….”

Umberto Saba

Trieste in 5 giorni

Senza dubbio  visitare Trieste in 5 giorni a Pasqua per me è stata un’esperienza indimenticabile. Si tratta dello spettacolare capoluogo (199 305 abitanti)  del Friuli Venezia Giulia ,  una regione a statuto speciale vigorosa e da secoli crocevia di culture diverse per la sua posizione geografica. Una realtà quasi a se stante posta come è al confine con Slovenia e Austria e  incastonata tra l’ altopiano carsico l’Adriatico .

Trieste in 5 giorni mi ha anche fatto rendere conto di una cosa. Normalmente ci si riferisce con il termine Friuli Venezia Giulia  all’intera superficie territoriale .  In realtà si tratta  di due aree distinte , che si sono unificate   tra il 1954 e il 1975 dopo tante controversie che non sono ancora finite. In comune hanno solo la discendenza dall’imperatore Giulio Cesare.

Nello specifico il Friuli (da Forum Iuli l’antica Cividale del Friuli) comprende la provincia di PordenoneUdine e  Gorizia. Di quest’ultima una fetta appartiene invece alla Venezia Giulia (nome  proposto dal linguista G. I. Ascoli nel 1863). Essa  ingloba inoltre:   la  circoscrizione di  Trieste , l’Istria, le isole del Quarnaro e la città di Fiume.

Trieste in 5 giorni. Un piacevole ritorno

Ci sono ritornata a distanza di anni a Trieste , perché mi avevano folgorato Piazza Unità d’Italia e il Castello Miramare. La prima è come una baia di pietra  a ridosso di acque cristalline.   La seconda è una delle più impressionanti fortezze nobiliari a picco sul mare mai viste in vita mia.

Ovviamente Trieste in 5 giorni è stata molto di più di queste attrattive. Perché è davvero un luogo pieno di storia, arte, cultura, sapori,  nettari divini, e paesaggi mozzafiato. Un paradiso ancora poco gettonato, che vi accoglierà a braccia aperte. Scoprire Trieste in 5 giorni non basta per afferrarne l’ anima . Ma è un tempo sufficiente per inebriarsi del suo spirito docile e ribelle, e della sua delicata bellezza .

Che dire! Trieste in 5 giorni è stata una vacanza da sogno!  Una seducente città del nord est  baciata dal sole  e spettinata dalla bora  .  Trieste in 5 giorni mi ha regalato forti emozioni , che proverò a raccontare in questo articolo. Il risultato è una piccola guida in cui propongo degli itinerari da fare a piedi (https://www.triestemetro.eu/poi/2). Buona lettura!

Trieste in 5 giorni: tra mito e storia

Trieste in 5 giorni è stato un salto  dal passaggio degli Argonauti agli Illiri del  II millennio a.C. Roma conquistò Trieste (II secolo a.C.), la plasmò e ne fece un esempio riuscito di convivenza tra genti slave e italiche .

Girando per Trieste in 5 giorni non si direbbe fosse stata distrutta dalle invasioni barbariche del Medioevo. Piuttosto si percepisce da subito un’ impronta squisitamente mitteleuropea , che ci riporta alla dichiarazione di porto franco decretata da Carlo VI (1719). Questa  libertà di navigazione promossa dagli Asburgo  a Trieste fu dettata da ovvi vantaggi finanziari  a favore della casata nobiliare.

Fu un atto che però determinò un generale benessere economico per la comunità. A Trieste prosperò  il commercio . E tutto ciò che lo teneva saldo: da una Borsa alle grandi banche, da  importanti gruppi assicurativi  alle varie compagnie di navigazione.

L’età dell’ oro . L’Ottocento

Che dire,  una golden age con gli Asburgo che continuò fino a tutto l’Ottocento. Proprio quando l’impero austriaco (e poi austro-ungarico) si aprì con Trieste una fiorente porta sul Mediterraneo. Così da cittadina contadina e Italiana Trieste  si ritrovò a essere urbana e cosmopolita . Sull’onda di quest’apertura di confini commerciali giunsero molti stranieri. Etnie di ogni nazionalità, che furono perfettamente integrate dal governo al tessuto sociale triestino con il fine di arricchirlo.

La regina Maria Teresa d’Austria  permise ai forestieri di edificare una propria chiesa, scuola e un cimitero. Ovvero le basi religiose e culturali per la sopravvivenza di qualunque civiltà.  Questo spiega la presenza di svariati luoghi di culto camminando a Trieste in 5 giorni .

Trieste a metà Novecento

Il legame tra Trieste  e l’Europa centrale fu sempre basilare per la sua crescita.  Però il suo cuore batteva per l’ Italia fino a quando non venne incorporata nel regno nel 1918. Dopo il Secondo Conflitto Mondiale e la contesa dei suoi territori tra lo stivale e la Jugoslavia subentrò nuovamente l’occupazione italiana (1920).

Purtroppo la questione triestina durò per molto.  Come del resto nel resto del Friuli Venezia Giulia ,  passando sostanzialmente dalle mani di tedeschi e jugoslavi (1943) a quello degli Americani (1947). Altre spartizioni territoriali purtroppo lacerarono Trieste  (Memorandum di Londra 1954) , che finirono per fortuna con il trattato NATO del 1975

Trieste oggi

Nell’immediato dopoguerra Trieste tornò alla ribalta con il suo porto franco e uno slancio nell’ industria (siderurgia). Rimase e rimane comunque inalterata la sua indole  non solo culturale ma anche  scientifica e tecnologica. Ne è una prova il festival annuale della ricerca scientifica (trieste.next) .

Tuttora Trieste  si distingue come enorme hub di più di 30 istituzioni prestigiose di rilevanza internazionale . Tra queste basta ricordare: l’ Università degli Studi di Trieste,  l’ Osservatorio astronomico di Trieste, l’ Istituto internazionale di fisica teorica, l’ Area Science Park, Elettra Sincrotone  , la Scuola Internazionale di Studi Avanzati.

Al presente Trieste  è una realtà vibrante , che guarda verso il futuro, pur mantenendo  inalterate le tracce della sua storia millenaria. Vive di turismo.  Il settore ittico va forte e anche quello industriale . Si pensi ai solidi gruppi quali:  Illy cafePasta Zara, e la  Diaco farmaceutica. Multiculturale e al passo con altre capitali europee, Trieste è tutta da esplorare!

Trieste in 5 giorni. Perché andare? 

Trieste non rientra immediatamente nella lista delle destinazioni preferite di un viaggiatore. Cosa completamente errata! Perché a Trieste ci sono dei tesori inestimabili e riserva mille sorprese.Quello che maggiormente mi ha sconvolto di Trieste è il suo carattere poliedrico.

A tratti ci si sente quasi gelati dal suo spirito nordico fiero e laborioso. Un attimo dopo ci si scioglie con  la solarità del suo inconfondibile carattere mediterraneo. Lo stesso che  si legge nel sorriso della sua gente di mare. Quella  che d’estate invade i bagni cittadini . O  che ai primi raggi solari  si riversa negli ampi parchi di Trieste, che  è green , immersa nella natura e dedita allo sport

Trieste in 5 giorni. 3 cose che trovate solo qui!

Se vi state chiedendo perché svignarsela dal tran tran quotidiano a Trieste ecco altre  3 stravaganti buone ragioni:

1. Montare in bici lungo la ciclabile Cottur: Trieste vanta una straordinaria  ciclopedonale intitolata al triestino Giordano Cottur (1914 – 2006) . Questi fu un ciclista che per  tre volte si classificò terzo al Giro d’Italia. Inaugurata nel 2010 essa  segue il tracciato della ex ferrovia Trieste-Hrpelje (Erpelle) , attiva tra il 1887 e il 1959 e smantellata nel 1966.

2. Assistere alla  Barcarola Trieste è da sempre rinomata per questa regata attiva dal 1969,  che è entrata per i suoi numeri nel  Guinness World Record. Si svolge ogni seconda domenica di  Ottobre . Come in un maxi stadio si radunano circa 400 000 spettatori per assistere allo spettacolo della gara di 2000 vele;

3.  Recarsi presso il Museo della Bora:  che però ho trovato chiuso !  Sarebbe stato interessante esserci stata per imparare qualcosa sulla bora, il vento che da nord est dilania Trieste . I triestini sono abituati a questo uragano , che devono sopportare almeno una decida di giorni all’anno con una potenza di 150 km/h. Passando attraverso la Slovenia , la Bora  si riversa verso il Carso .ì Sfiora Trieste in inverno e letteralmente la sconvolge . La Bbra si manifesta in folate furiose, che fanno vibrare i mattoni, volare i cassonetti dell’immondizia, e pezzi di cornicione.

Trieste in 5 giorni. Le forme di una città

Volete altre motivazioni per aggiungere Trieste  alle vostre prossime vacanze? Allora vi illustrerò delle piccole rotte per godervi  Trieste in 5 giorni. Per di più vi stuzzicherò il palato accennandovi della tradizione eno-gastronomica locale  . In aggiunta vi segnalerò altre attrattive da fare fuori porta! Diamo intanto uno sguardo alla struttura urbana di Trieste.

Trieste forma come un arco lungo il golfo dell’Alto Adriatico, che è  intersecato a metà da Piazza Unità in corrispondenza della quale corrono le Rive . Un quadro d’autore completato dal Porto Vecchio.  Questo è uno dei più importanti esempi di recupero industriale in Europa. Fattore dovuto al suo essere un polo attivo. Possiede  vasti spazi per pedoni ,  per bici e un museo, che è  il Magazzino 26 ,  relativo al rapporto tra Trieste e il mare.

Trieste in 5 giorni. I° Tappa : il centro storico

Un consiglio per farvi ammaliare da Trieste è quello di leggere una buona guida turistica senza  programmare tutto nel dettaglio. Cioè ogni tanto uscite , e avventuratevi senza pensare troppo. Questo è il modo migliore per afferrare lo spirito misterioso di quest’urbe che riserva meraviglie in ogni dove.

Intanto dovete sapere che l’old city  di Trieste  si allarga dal Ghetto ebraico al quartiere di Canava . Esso culmina nel Colle di San Giusto, che è l’ombelico primordiale di Trieste . I grandi viali invece rappresentano la Trieste degli Asburgo e profilano la sua parte nuova di fattura neoclassica tratteggiata da strade regolari.

Il primo tragitto è stato piuttosto lungo. L’ho fatto tra mattina e pomeriggio partendo dal mio alloggio vicino (www.dovedormireatriste.it ) la stazione di Trieste  (1857) . Questa è in piazza della Liberta 8  , ed è capolinea della linea ferroviaria Trieste-Vienna. Nelle vicinanze vi suggerisco una sosta nella popolarissima Gelateria Zampolli  ,  che  da prepara generazioni gelati e granite da urlo. Munitevi di scarpe comode  per  spassarvela a  Trieste  . Per i più viziati e pigri Trieste si gira bene anche con la macchina e con i mezzi pubblici .

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Piazza Unità d’Italia

Mi sono incamminata  verso la Capitaneria di Porto . Davanti i miei occhi si è materializzata  la statua di J . Ressel (2022, G. Delben, 183 cm) , che fu l’ inventore dell’elica. Poco dopo ho rivisto Piazza Unità d’Italia  (chiamata così in onore di Trieste Italiana nel 1918 ) , sontuosa e imponente come era rimasta nella mia mente. Essa è uno spazio urbano unico nel suo genere, circondato da architetture prestigiose con un lato prospiciente il mare come una quinta scenografica.

L’assetto attuale di Piazza Unità risale al XIX sec. , ovvero quando si eliminarono strutture più ingombranti. Nel 2021 l’architetto B. Huet ridisegnò la piazza con un reticolo di fari azzurri rasoterra che la illuminano di notte. Lo slargo è occupato per intero dal Palazzo del Municipio  (1870),  con la torre dell’orologio e una commistione di stili , specchio del gusto eclettico di quel periodo.

I gioielli di piazza Unità

Davanti Piazza Unità  spunta la  stravagante Fontana dei quattro continenti  di G. Mazzoleni (1751) ,  in memoria  della fortuna commerciale di Trieste . Alla sua  destra si sdraia sublime Palazzo Strati (A. Buttazzoni, 139) . Al suo fianco c’è il Palazzo del Governo (E. Artmann, 1905) , dove risiede la Prefettura: fine fattezza con un porticato centrale e una decorazione a mosaico. Dirimpetto la piazza si venera Palazzo Pitteri (U. Moro 1780) , che sopravvisse alla ricostruzione ottocentesca con i suoi elementi di rococò viennese.

Verso il mare si profila  Palazzo Lloyd Triestino,  fatto da H. von Ferstel (1880) , ove si riunisce la Giunta Regionale. Sulla riva del Mandracchio  fanno bella mostra due statue :

Caffè degli Specchi

Ho un debole  per i caffè storici specie per  il memorabile  Caffè degli Specchi di Trieste . Del 1839 esso ha una posizione strategica in Piazza Unità  . Fu frequentato per i concerti diretti da un esordiente Franz Lehar  (Tu che mi hai preso il cuor) .

Era il posto preferito di J. Joyce e I. Svevo|, due dei tanti personaggi famosi che l’hanno abitata. Perché sedersi al Caffè degli Specchi ? Non solo per il suo cioccolato e l’eccezionale panorama, ma anche per il caffè che a Trieste è davvero un’istituzione!

Il caffè a Trieste

Trieste è stato uno dei maggiori scali caffeicoli del Mediterraneo. Questo è  un primato che si riflette nella precisione del lessico sul caffè:

  • nero : è l’espresso in tazzina;
  • capo : è quello macchiato, versato anche in B, cioè bicchiere;
  • goccia: con schiuma di latte

Il  traffico del caffè  ha garantito per secoli a Trieste  enormi introiti. E la sua vibrante vita intellettuale è germogliata tra i tavolini di altrettanti rinomati caffè cittadini quali : Caffè SanMarco , Antico Caffè Torinese , Caffè Urbanis , e Caffè Tommaseo.

Molo Audace

Lasciatevi stregare dalla passeggiata di Trieste  al  Molo Audace , dove non si distingue l’azzurro del mare con quello della volta celeste. Fu fatto nel 1743 usando come base lo scafo della nave San Carlo. Il 3 novembre 1918 fu ribattezzato Audace. Questo era  l’omonimo cacciatorpediniere che attraccò su questo scalo portando le prime truppe italiane sul suolo di Trieste libera. Il Molo Audace è una stretta lingua di pietra lungo 246 m , con pavimentazione in masegni ,  pietra arenaria locale. Al vertice la caratteristica bitta con la rosa dei venti.

Da qui  sguardo si spinge dal Castello di Miramare e  quello di Duino  fino alle Alpi. Poco distante si colloca la Chiesa di San Nicolò dei Greci (Matteo Pertsch, XIX sec) in stile neoclassico, tempio  della comunità greco-ortodossa.

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Quartiere Ebraico

Il centro storico di Trieste è stato investito dai cambiamenti dell’architettura fascista compromettendo il vecchio Ghetto ebraico . Questo è un labirinto di botteghe , vicoli , trattorie, e altro ancora che si sviluppano fino a Piazza della Borsa.

Il ghetto arrivava fino a via del Monte . In questo punto c’era un ospedale ebraico  . Questo adesso ospita il Museo della Comuità ebraica Carlo e Vera Wagner, che documenta l’importanza che gli ebrei ebbero per Trieste. Un segno della  loro persecuzione  è rimasto nella Risiera di San Sabbacampo di concentramento nazista.

Ogni terza domenica del mese c’è un mercatino dell’usato con oggettistica del Carso , che si possono ribeccare nei negozi d’usato la Rigatteria , in via Malcanto 12 e nella Libreria Achille ,  in Piazza Vecchia.

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Teatro Romano  e Arco di Riccardo

Testimone del primitivo cardo romano di Trieste   è invece il non lontano Arco di Riccardo (metà I sec. d.C. ).  Si soprannominò così forse per Riccardo Cuor di Leone, il quale, di ritorno dalla Terra santa, fu tenuto prigioniero anche a Trieste.

Delle lesene semplici solcano i pilastri dell’ Arco di Riccardo sormontati da capitelli corinzi. Alto 7 m e largo 5  rimase sempre problematico inserirlo nel circondario delle varie abitazioni. Specialmente quando si ritrovò il  piedritto occidentale nel 1913 che evidenziò appunto l’area archeologica di epoca romana .

Poco lontano sbuca fuori il Teatro Romano ( anfiteatro de I sec. d. C. ) . Capace di contenere  6000 spettatori, è stato edificato quasi interamente in muratura.  Ad eccezione del palcoscenico che doveva essere in legno. Alle sue spalle domina un Antiquarium in via Donota , che accoglie  i resti di una domus e di un sepolcreto di età romana.

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Il colle e la Cattedrale di San Giusto

Salendo lungo la ripida via della Cattedrale si fanno notare la chiesa di S. Maria Maggiore (1682) con la sua  maestosa facciata barocca;  la  Basilica romanica di S. Silvestro (XII sec.) . Da cui  si giunge al Colle di San Giusto . Questo è il punto più alto di Trieste. E anche il più antico , perché vi sorgeva l’emporio romano.

In cima c’è la  Cattedrale di San Giusto, che risulta asimmetrica perché è la risultante di due chiese accostate preesistenti . Il duomo si contraddistingue:

Interno della cattedrale

Il suo interno è a cinque navate . Una foresta di colonne con decorazioni in legno e dipinti e un magnifico lampadario in ferro battuto (doni del duca Massimiliano d’Asburgo) . Le due absidi ai lati di quella centrale son ornate con dei mosaici di scuola veneto bizantina (XIII sec.) . Ci sono figure di : Cristo, San Giusto, la Madonna e gli arcangeli Michele e Gabriele, e gli Apostoli.

Internamente si custodisce la cappella del Tesoro impoverita da un furto del 1984. Tra gli oggetti di valore:

Le pareti sono istoriate da un Cristo tardogotico (XIV sec.) e un ciclo di affreschi coevo illustra episodi della vita di San Giusto.

Castello di San Giusto

Il Castello di San Giusto fu un capriccio degli imperatori austriaci . I lavori ebbero inizio nel 1468 e finirono nel 1636  conferendo al castello l’attuale forma triangolare munita di bastioni ai vertici . Nel Seicento fu un carcere politico, e nel Settecento si smantellarono le sue mura. Poi fu donato al Comune di Trieste nel 1932 e fu visitabile nel 1936. Quello che si può vedere ora  oltre al lapidario, sono : la cappella, la sala Caprin, l’ampio cortile e gli spalti.

Dal Colle San Giusto attraverso un filare di alberi ci si infiltra  nel Monumento dei Caduti della Prima Guerra mondiale (Attilio Selva, 1935) . E  al Parco delle Rimembranze , un omaggio ai caduti , raggiungibile anche da Piazza Goldoni attraverso la gigantesca Scala dei Giganti.

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Museo Winckelman

Il Museo Winckelman (1800) è ricavato da  uno stabile a tre piani . Raccoglie  testimonianze della preistoria e protostoria di Trieste (rinvenuti da Carlo Marchesetti) e dell’Istria. Esso è arricchito con donazioni private di reperti di diverse civiltà: greca, cipriota, lucana , egizia, maya  e  altro ancora.

Fa particolare effetto l’adiacente Orto Lapidario , un boschetto di epigrafi, monumenti vari . In questo si nasconde il tempietto neoclassico con il monumento a Winckelmann. Il dotto tedesco fu ritenuto il padre dell’archeologia e morì assassinato a Trieste . Ciò accadde nel 1768 mentre era ospite della Locanda Grande. L’ideatore di questo cenotafio  fu Domenico Rossetti, procuratore civico e dotto studioso di storia patria.

Altro superficie museale è  quella del Giardino del Capitano, un insieme di lapidi ed iscrizioni di epoca medioevale-moderna . Nell’agosto del 2000, gli ambienti al piano terra del museo sono stati forniti  di cinque ambienti, nonché del nuovo ingresso con il bookshop.

Per info visite: https://museoantichitawinckelmann.it/

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Piazza Cavana

Piazza Cavana era originariamente il covo di marinai che  alleviavano le fatiche del lavoro tra alcol e donne dei bordelli sparsi qui e lì. Al presente è un rione molto animato . Soprattutto la sera, perfetto per un after dinner in uno dei tanti locali affollati e alla moda, che offrono quasi sempre musica dal vivo.

Nei pressi di Piazza Cavana sono da non perdere:

 Trieste in 5 giorni: le Rive

Le Rive ( XVIII-XIX sec.) di Trieste sono come una terrazza sul mare appena ci si allontana dal suo centro storico. La loro genesi è legata al predominio austriaco ( dal 1382 ) e sono nella fattispecie :

I palazzi lungo le Rive

Le Rive è un giretto lungo dal Porto Vecchio a Piazza Venezia, tra geometrie neoclassiche ed eclettiche. Si alternano le architetture più minimali e  festose  dal Secolo d’Oro di Trieste alla Belle Epoque a seconda del periodo di appartenenza. Tra queste:

  Esso fu il lusso a Trieste dal 1841 per antonomasia. Vi si impiantò oltretutto il primo ascensore (1884)  e riscaldamento centralizzato di Trieste (1910).

Trieste in 5 giorni. II tappa: città nuova

Trieste in 5 giorni è un ricordo indelebile. Dopo aver lasciato il centro storico cittadino la seconda tappa ha coinvolto la Trieste più recente. Da piazza Oberdan (non tralasciate il vicino Museo del Risorgimento) mi sono diretta verso il versante settentrionale che si allunga verso Borgo teresiano. Questo fu opera della regina Maria Teresa (1740-1780). Esso è  fatto  di isolati compresi tra le vie Carducci e Ghega. Qui di particolare fascino sono i fabbricati  a tre piani che erano prima degli ex fondaci.

Successivamente si staglia il Borgo franceschino che confluisce appena a Barriera nuova. Questo è un rione architettonicamente vario . Altamente popolato che va da via Giosuè Carducci a l’intero Viale XX Settembre e  sfoggia delle chicche ,  quali:

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Canal Grande

A sud in verticale si convoglia in via Roma che tramite il Ponte Rosso sobbalza sul Canal Grande. Questo era un rigagnolo di acqua utile per le precedenti saline . Sotto la riurbanizzazione asburgica il ponte tramutato in porto e completato nel 1756. Richiama molti turisti per il suo specchio d’acqua altamente scenografico. Oltre che per la statua di James Joyce in corrispondenza della via Gioacchino Rossi ( Nino Spagnoli , 2004).

Tra i grandi palazzi che orbitano attorno il  Canal Grande meritano di essere citati quello di Gopcevich, dove attualmente c’è il Museo teatrale Carlo Schimdl. Il suo creatore fu G.  Berlam (1823), che realizzò pure quello del Morpurgo (175) prospiciente Piazza Vittorio Veneto. Questo fu l’appartamento di una ricca famiglia della borghesia imprenditoriale triestina dell’800.

Chiesa di Sant’Antonio e San Spiridone

Il Canal Grande è incorniciato alle sue spalle dalla Chiesa di Sant’Antonio (P.  Nobile 1828) in stile neoclassico. Essa fu  necessaria  per  venire incontro alle esigenze religiose della popolazione . Questa si era allargata parallelamente al suo sviluppo tra  il 1700 e  il 1800.

Nelle immediate vicinanze si profila il  Tempio di San Spiridone , (C. Maciachini,1861). Essa è una chiesa serbo ortodossa , una comunità che si insediò a nella  Trieste  fiorente  del 1719 . A croce greca si caratterizza per delle cupole sofisticate. Ci possono stare  1600 fedeli ed è in stile bizantino . Sono d’impatto le decorazioni musive delle facciate e la copertura in pietra dalla cave del Carso, Istria, Carrara e Verona.

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Trieste: Svevo, Joyce e Saba

Il Canal Grande si insinua come un serpente fino  al Borgo giuseppino . Questo sorse sotto Giuseppe II quando Trieste era al massimo del suo splendore. Di pari passo si allargarono i confini oltre l’attuale Molo Bersaglieri e si intensificò la sua produzione culturale e artistica.

 Italo Svevo, James Joyce, e Umberto Saba sono dei pilastri dello straboccante panorama di Trieste , che ha fatto da salotto ai primi del Novecento ai tormenti esistenziali dell’uomo. Qui i tre celebri scrittori riuscirono sfogare il loro genio facendo dell’equilibrismo esistenziale una ragione di vita.

Trekking letterari a Trieste

Di suggestioni letterarie Trieste è pervasa in ogni dove. Per esempio al secondo piano della Biblioteca Centrale in via della Madonna: sono visitabili gratuitamente i Civici Musei Letterari, il Museo Sveviano e il Museo James Joyce.

Trieste ostenta una serie di trekking letterari che prendono spunto dai tre intramontabili autori. Tappe ben segnalate da targhe in colore diversi azzurro per Saba, verde per l’irlandese, e il nero per Svevo.  Una delle fermate più popolari è quella di:

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Piazza della Borsa  

Come è facile dedurre Piazza della Borsa è stato l’epicentro del rilancio economico di Trieste . Impreziosita da una rigogliosa Fontana di Nettuno ( G. D. Mazzoleni , 1755) fu Borsa mercantile prima e dei valori poi. Chissà cosa pensa Gabriele D’Annunzio (A. Verdi, 2029) mentre legge ! Una delle tante statue che si possono contare a Trieste!

Al n 5 della disciplinata schiera di palazzi neoclassici a sud della piazza c’è la Portizza un passaggio che conduce al Ghetto vecchio. La sovrasta un panduro. Elemento architettonico onnipresente a Trieste. Un volto di pietra che riporta alla mente i temibili soldati ungheresi che per secoli la difesero dai Turchi . La loro funzione era quella di scoraggiare i malintenzionati

Cosa c’è attorno a Piazza della Borsa 

La pianta dello slargo è irregolare, antecedentemente protetta da cinte murarie  e fa incontrare la Trieste vecchia con quella nuova voluta da Maria Teresa. Si possono contemplare tutto intorno:

Trieste in 5 giorni. III tappa: Castello Miramare

Il Castello Miramare (Grignano) fu fatto tra il 1856 e il 1860 da C. Junker per volere del duca Massimiliano (1832-67) . Il giovane Asburgo era innamorato dell’Adriatico e di Trieste. Era molto giovane quando era governatore della Lombardia e del Veneto.  Il suo soggiorno con la  consorte Carolina durò poco dopo il suo assassinio in Messico . Qui le sue mire espansionistiche vennero ricambiate con la fucilazione.

Tutto in pietra bianca d’Istria il Castello Miramare si presenta all’esterno con ampi  archi acuti che movimentano la verticalità dei suoi motivi gotici. Un complesso unico  agghindato con  terrazze e un lussureggiante parco che scende a balze verso balconate panoramiche. Da qui si può scorgere tutta la magnificenza della costa triestina e l’estuario dell’Isonzo.

Gli interni del castello

 I suoi interni sono pregevoli con tutti gli arredamenti, i dipinti, e cimeli della coppia regale. Nelle stanze di Massimiliano spiccano la camera da letto, lo studio . Mentre quelle di Carlotta primeggiano per un delizioso boudoir. La sala della rosa dei venti era nella bella stagione una sala da pranzo e da gioco d’inverno. Ci sono altri uffici con storiografia della casa asburgica.

A pranzo mi sono deliziata in un ristorante La Terrazza Villa Tergeste in V.le Miramare, 331.  Personale gentile e professionale e primi e secondi di pesce strepitosi al prezzo giusto. Impagabile la vista sul mare triestino.

Info visite:  https://miramare.cultura.gov.it/acquista/; Info trasporti: clicca qui

Trieste oltre il centro storico

Dopo il lauto banchetto a base di sardine e cozze marinate mi sono avviata in autobus a Trieste .Ho avuto modo di osservare da lontano il resto delle meraviglie che Trieste   riserva oltre il suo centro storico. Tra queste:

Trieste sempre più in alto!

Non è finita qui. Per non annoiarvi potete prendervi di coraggio e salire verso le alture di Trieste : 

Trieste in 5 giorni. IV tappa: Duino e il Sentiero Rilke

Duino è un romantico borgo marinaro adagiato sotto le falde del monte Ermada.  Intorno alla montagna troverete i segni della Grande Guerra: caverne usate come riparo e trincee dell’esercito austro-ungarico .

Anticamente Duino era un  santuario del culto celtico della Luna e del Sole .  Poi i Romani lo conquistarono (I sec. a.C.). Nel Medioevo era un feudo imperiale di cui rimangono le rovine di un vecchio castello (XI sec.) sostituito da un altro nel 1395.

Quest’ultimo è il celebre Castello di Duino , che appartenne ai principi di Torre Hofer Valsassina e al momento a quelli di  Torre e Tasso.  Questi ne furono i secolari proprietari. Si possono prenotare visite perché ne vale davvero la pena . Tra le sue perle : la Scala del Palladio, capolavoro di architettura e il forte-piano del 1810 sul quale suonò Liszt .

Cosa vedere a Duino

Nel 1476 le battaglie fra Veneziani e Saraceni rasero al suolo Duino . Dal ‘600 perse la sua funzione militare e diventò  una corte umanistica che pullulava  di letterati e ospiti illustri.   Gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale è un vaso di pandora tutto da scoperchiare!

Il suo centro storico è davvero piccino e oltre le mura del Castello di Duino di valore è la chiesa del Santo Spirito (1543) e il porticciolo  ricavato da rocce  a  strapiombo sul mare. Una di esse ha  la forma di una donna la Dama Bianca. Secondo la leggenda era l’infelice moglie di un feudatario crudele che finì per gettarsi in acqua. Per pietà divina rimase pietrificata durante la caduta.

Sentiero Rilke

A Duino ci si può anche ritrovare dopo un trekking (2km) di circa un’ora . Basta raggiungere il  comune di Sistiana. Dopo aver parcheggiato con l’auto (da Trieste bus n 44)  avviatevi in uno dei suoi  accessi . Nel giro di pochi minuti attraverserete la Riserva Naturale delle Falesie con tanto di sosta per camperisti!

Un paradiso di macchia mediterranea serrata da cielo e mare che ispirò al poeta praghese Rilke le sue Elegie (1912). Da cui l’appellativo di Sentiero di Rilke ,  uno dei tragitti più incantevoli del Carso triestino. Potrete osservare le postazioni belliche sparse ovunque lungo questo splendido cammino che costeggia le falesie a picco sul Golfo di Trieste.

Duino e dintorni

Altro da perlustrare vicino Duino :

“Avevo una città bella tra i monti

rocciosi e il mare luminoso. Mia

perché vi nacqui, più che d’altri mia

che la scoprivo fanciullo, ed adulto

per sempre a Italia la sposai col canto”

Le osmize

Se vi sentirete provati e affamati potreste provare per una sosta presso degli agriturismi unici nel loro genere . Sono le cosiddette osmize, dalla parola slovena che indica il numero 8 tante quante erano le volte che potevano stare aperti all’anno. Servono solo cibo pronto e  crudo tranne l’uovo . A volte si improvvisa qualche gruppo che suona canti tipici .

Per trovarle dovete stare attenti a delle insegne improvvisate appese ai rami. Sono ormai ridotte  a poco più che venti in tutto per lo più sulla linea slovena. L’ideale per trascorrere una gita fuori porta la domenica.

Trieste in 5 giorni. V Tappa: i musei di Trieste

Trieste  è un sogno anche sotto la pioggia. Più scomoda da girare ma sempre affascinante. Subito dopo un’abbondante colazione faccio un elenco dei musei più esclusivi dove dirigermi. Devo ammettere che quello di Revoltella è stata davvero un’esperienza! Imbottigliato in una villa settecentesca, preserva significativi pezzi d’arte tra cui disegni del Tiepolo.  Mi ha succhiato tutte le energie, per cui ho dovuto  aggirare il Civico Museo Sartorio .

Oltrepassata piazza Venezia sono rimasta a meditare sull’eccezionalità del Museo Revoltella , che vi descriverò in basso . Intanto nei pressi della Marina di  San Giusto, mi sono seduta ai tavolini di Eataly. Ho sbranato dei crostini con acciughe e burro. Mentre stavo sorseggiando uno spritz vedo le gocce d’acqua  lentamente solcare i vetri appannati del mega mercato. Non mi sono fatta mancare nulla come un inaspettato corso sul gin davvero entusiasmante.

 

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Il Salone degli Incanti e Salgado

Il pomeriggio l’ho terminato ammirando Amazonia , una mostra fotografica di S. Salgado (1944) , uno dei più quotati fotografi esistenti . Per sette anni ha vissuto in Brasile . Con i suoi  scatti drammatici in bianco e nero ha documentato gli ultimi popoli rimasti nel più esteso polmone verde del nostro pianeta.

L’evento si è svolto nell’auditorium dell’esclusivo Salone degli Incanti  (1913, G. Polli). Questa era una pescheria , che poi fu  rimessa in uso come centro espositivo polivalente . Nel 1974 Francis Ford Coppola la scelse per il Padrino  . Per la scena  dello sbarco degli immigrati a Ellis Island, New York. 

Museo Revoltella

Accanto al Civico Museo della civiltà Istriana Fiumana Dalmazia si scova il   Museo Revoltella  . Inizialmente era la residenza nobiliare (1853, F.Hitzig) del barone veneto  P. Revoltella (1795-1869).Nel 1902 il municipio ereditò la sua proprietà che insieme ad altri due beni adiacenti (casa Brunner e palazzina Basevi) formarono l’attuale galleria moderna.

Morandi, Manzù, Pomodoro, Fontana e Burri sono alcuni dei maestri che potrete esaminare a fondo. L’unione dei fabbricati fu frutto dell’ingegno di Carlo Scarpa (1962) , che volle così farci un contenitore d’arte a quattro  strati.

Dopo un corridoio con sculture (A . Selva,   M. Mascherini , P. Magni, XX sec.  )  all’ingresso del  Museo Revoltella  c’era  un porticato . Mi ha colpito per una antica libreria in noce fatta dal vicentino Giovanni Moscotto nel 1855.

La camera ottica e Van Gogh

Tante sono le cose che più mi hanno rapito. Per cominciare gli appartamenti del  Revoltella  e una camera ottica attraverso cui scrutava segretamente  le navi  di Trieste! Dopo avere fatto un paio di scale mi è stato assolutamente chiaro quanto l’imprenditore si distinse per il finanziamento del Canale di Suez. Impresa ardita fatta da Lesseps che consentiva di essere in Africa da Bombay  in  4600 miglia invece del doppio! Tema costante per tutto il museo sottoforma di marmi o quadri di Fiedler e Schiavoni (IX sec.).

Ho visto anche  una mostra sul pittore olandese Van Gogh. Muore a 37 anni 10 anni . Non sapevo che la sua mecenate fu Helene Kröller-Müller  .  Nel XX secolo la coraggiosa collezionista sì dedico alla creazione di una fondazione tutta dedita all’intramontabile Van Gogh.

Arte a tutto tondo

Ci ho passato tutta una mezza giornata al  Museo Revoltella . E non mi è bastato. Una buona porzione del museo immortala l’arte del ‘900 (De Chirico e la Secessione Romana) e i più considerevoli traguardi epocali di fine secolo. Come l’introduzione di un acquedotto a Trieste (1850). Questo è impersonificato dalle curve della Ninfa Aurisina scultura che rende leggiadra la scala elicoidale interna . O ancora una tela di Cesare dell’Acqua (1855) sulla Proclamazione Porto Franco di Trieste.

Potevano non esserci dei calchi in gesso di Canova e Houdon di Napoleone? L’insolente imperatore francese le tornò indietro! Per lo meno sappiamo quale ea la sua faccia dai ritratti di Bartolini, suo ritrattista ufficiale toscano! Revoltella fondò una scuola di disegno oggi I .T. A . Volta. Ne vengono fuori grandi artisti locali come N.  Cozzi artista poliedrico e grande alpinista. E. R. Ratman e V .Timmel.

 

Trieste in 5 giorni da mangiare

Non c’è dubbio che l’enogastronomia di Trieste è un melting pot di sapori sloveni, greci, kosher, orientali e mitteleuropei  . Una cornucopia di piatti di pesce e di mare che hanno in comune l’abbinamento con i vini locali. Questi sono i nettari autoctoni delle colline del Carso . Mi sto riferendo rispettivamente al  Terrano (rosso ) e il  Vitovska (bianco). Fatevi versare qualche goccia presso Enoteca Giovinotto in  Via Trento, 9,

Dove gustare la cuisine triestina? Nei tanti ristoranti che in tutta Trieste sono pronti a sfornare la loro specialità giornaliera. In basso vi elenco alcuni di quelli che mi sono piaciuti di più:

Ricette da provare a Trieste in 5 giorni

Se  i triestini si assomigliano per la regolarità dei pasti quotidiani, un’usanza tutta loro è quella del rebechin. Prima era la merenda di metà mattina di lavoratori portuali. Adesso è   un ricco aperitivo con tanto di buffet . Tra i mitici drink meritano un’alta considerazione lo spritz bianco (vino bianco,  acqua gasata o seltz, ghiaccio e limone) e l’hugo , prosecco con sambuco e menta.

La cucina della di Trieste e provincia è opulenta e varia.  Tra le tipicità triestine molto apprezzate ci sono:

  • La jota : che è una zuppa con cavolo, fagioli, maiale e patate;
  • La granseola : che è come uno stufato di granchio ammollato in cipolla, e poi insaporito con aglio e prezzemolo .

In montagna prevalgono carni e formaggi come lo jamar del Carso . Dalla crosta rugisa, sta 4 mesi nelle grotte naturali che gli conferiscono delle sfumature erborine . Se vi è venuta fame vi srotolo un tipico menù triestino a cui ricorrere.

Mare

  • Baccala Mantecato: questa è la tapa triestina per eccellenza. Ovvero una crema di baccala (dissalato, ammollato, e bollito)  da spalmare nei crostini caldi  ;
  • Gamberi alla busara : sono gamberi o a volte scampi sfumati in padella con il brandy . Poi sono messi in una zuppa di mare . Aglio, cipolla, prezzemolo, pomodoro e peperoncino fanno il resto;
  • Sardoni impanai: sono le famose alici impanate e fritte, in umido o in saor , ovvero alla veneziana con cipolle, aceto e alloro ;
  • Pedoci a la scotadeo : sono le cozze alla scottadito, cucinate in bianco con aglio, prezzemolo e pangrattato . Sono un must da provare!

Montagna

Contorni

  • Patate in tecia: sono le patate al tegame . Possono essere lessate e ripassate in padella con cipolla, pancetta;
  • Polenta: consistente come quella alpina che si accompagnano alle luganeghe e ai  fasoi ( salsicce e fagioli) . Oppure al frico, che è una specie di frittata di formaggio, patate e cipolle senza uova   ;
  • Capuzi garbi : sono cavoli cappucci acidi molto invitanti e appetitosi.

Dolci

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Conclusioni . Trieste in 5 giorni

Si dice di Trieste che sia una piccola Vienna sull’acqua. Il paragone calza perfettamente , perché c’è molto  che l’avvicina alla perla del Danubio. Parafrasando U. Saba , Trieste è “come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore”.

Una confessione passionale del poeta triestino per la sua terra scritta in Italiano quando Trieste era ancora imperiale. Non è un dettaglio. Non c’è ragione di nascondere che gli Asburgo l’hanno fatta evolvere nella massima potenza storica della Mitteleuropa. Inestimabile sbocco sul Mediterraneo Trieste è stata la patria di armatori navali, assicuratori internazionali e uomini di affari.

Trieste vi aspetta per svelare tutte i suoi segreti. Non cercate qui gli schiamazzi di una movida sfrenata, o di divertimento allo stato puro. Trieste non è nulla di tutto questo. Calma, tranquilla ed elegante saprà farvi godere dell’atmosfera pacata e a tratti giovane dei suoi localini sparsi per via Torino. Per il resto vi auguro di mettere Trieste nella lista delle vostre prossime vacanze!

 

Siti utili su Trieste: 

 

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Budapest in 4 giorni

Budapest in 4 giorni

“Amit szivedbe rejtesz/Ciò che nascondi nel tuo cuore,
szemednek tárd ki azt/spiegatelo ai vostri occhi; 
amit szemeddel sejtesz/ quello che vedi con i tuoi occhi 
sziveddel várd ki azt/aspettalo con il cuore”

Attila József

Budapest in 4 giorni

Indubbiamente la mia vacanza a Natale a  Budapest  in 4 giorni è stata un’esperienza fantastica. La sontuosa capitale dell’Ungheria mi ha incantato con la sua bellezza . Si estende per 525 km2, ed è divisa in 23 distretti ( circa 1,7 milioni di abitanti).

Che dire! Budapest   in 4 giorni mi ha svelato un ricco patrimonio artistico, culturale, storico, paesaggistico, ed enogastronomico. Per non parlare dell’accoglienza e della gentilezza della sua gente.

Ed ecco che in questo articolo vi propongo come spassarvela a  Budapest   in 4 giorni. Vi suggerirò dei percorsi  che vi guiderano dalla nobile Buda alla giovane e alternativa Pest  , cioè da destra a sinistra del romantico Danubio .  Sia che la perlustriate a piedi o con i mezzi, rimarrete affascinati dalle monumentali architetture di Budapest  , che sì è per molti, ma non per tutti. Strega solo i veri viaggiatori!  Buon viaggio!

Budapest in 4 giorni, un viaggio nel tempo

Quello che più mi ha affascinato di  Budapest in 4 giorni   è stata la sua atmosfera decadente, che si alterna a una sobria  modernità . Tutte le sue principali attrattive sono molto eterogenee e vicine tra loro . E sono il risultato del passaggio degli stranieri che la invasero nei secoli.  Visitare tutti questi tesori significa sfogliare il libro della  storia tanto gloriosa quanto turbolenta di Budapest ,

Originariamente (I secolo a.C.)  l’Ungheria fu una colonia (con sostrrato celtico)   romana (Pannonia)  , come attestano i resti archeologici del quartiere di Óbuda-Békásmegyer . Fino a quando non subentrò Arpad  (  X sec d. C. )  capo dei Magiari, una delle 7 tribù del gruppo degli Unni provenienti   dall’Asia centrale. Questi barbari ormai stanchi di peregrinare e saccheggiare  rimasero fino al nascere della monarchia e al diffondersi del Cristianesimo con re Stefano (X sec). 

Successivamente Budapest   non smise di essere crocevia di popoli invasori .  Mongoli (XIII sec.) ,  Turchi (XVII sec.)  e Austriaci (XVIII)  via via la conquistarono  , ma  non la domarno  mai completamente. Neppure dopo le Due Guerre Mondiali e i Nazisti (XX sec). E superò anche le difficoltà dell’occupazione russa e comunista fino alla proclamazione della tanto agognata repubblica (XX sec.) .

Senz’altro perlustare  Budapest in 4 giorni   mi ha permesso di farmi un’idea della sua complessità.  Mi ha lasciato senza fiato perdermi tra  suoi ampi viali  (út) e le sue piazze monumentali (tér ) , che illuminati di sera  evocano un’atmosfera  da  favola!

Travel tips   per Budapest! 

Nel mio post Budapest , la perla del Danubio  riassumo molte  informazioni  sull’urbe magiara , che vi saranno utili prima di fare le valigie ! Anzitutto vi raccomando di acquistare on line la Budapest Card  , che è una carta che vi darà sconti speciali:  entrate nei musei, trasporti, e altro.

Non dimenticate che Budapest   è mediamente economica e raggiungerla dall’Italia è facile sia in treno che in aereo . In particolare ci sono tanti voli low cost da ogni angolo dello stivale verso l’aeroporto Internazionale Ferenc Liszt di Budapest . Questo è situato a  soli 16 km di distanza  dal centro , ed  è raggiungibile in bus, taxi o minivan .

Per gli alloggi a Budapest  potete sbizzarrirvi perché ce ne sono un’infinita e per tutte le tasche.  Ma vi raccomando di pernottare nei distretti V, VI e VII per avere tutto a portata di mano. Approfittate di scappare via a Budapest in ogni stagione, perché sia d’inverno che d’estate Budapest    merita davvero. Se non vi ho ancora convinto, leggete in basso cosa vi aspetta a Budapest in 4 giorni  

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Clicca qui per  I Itinerario a piedi a Budapest su Google Map 

Primo itinerario. Budapest in 4 giorni

Vienna o Budapest ? Sicuramente  la seconda! Perché? A questa domanda non c’è altra migliore spiegazione di una citazione del germanista Claudio Magris   sull’essenza di  Budapest : “la più bella città del Danubio; una sapiente auto-messinscena, come Vienna, ma con una robusta sostanza e una vitalità sconosciute alla rivale austriaca”.

Il primo itinerario a Budapest in 4 giorni    è cominciato da Oktogen ter , dove ho alloggiato.  E venerando  il Teatro dell’Opera e il Duomo di Santo Stefano è terminato  al Quartiere Ebraico  ( Erzsébetváros ) . Ed è così che mi sono abbandonata alle strade di Budapest , che sono fiancheggiate da nobili palazzi e luoghi  underground . Budapest è cosmopolita, poliedrica, e possiede mille sfumature. Da un punto di vista artistico non la si può etichettare in nessun modo, perché è nella varietà dei suoi stili architettonici che viene fuori  la sua unicità.

Oktagon tér

Oktogon tér è  uno degli incroci principali di Pest. Situato all’incrocio tra Nagykörút e Andrássy út ,  il suo nome deriva dal fatto che  è a pianta ottagonale. Questa piazza è anche una stazione per la  linea gialla M1 della metropolitana di Budapest, che corre fino a Piazza degli Eroi .

I lavori di Oktogon tér  del 1871 furono inizialmente dovuti al riempimento di una grossa buca. Da qui l’architetto Antal Skalnitsky avviò l’innalzamento dei quattro palazzi adiacenti. Un altro ampliamento di  Oktogon tér  ci fu nel 1894-1896 . E da allora fu soprannominata in diversi modi:

  • dal 1936 al 1945 venne ribattezzata Piazza Mussolini ;
  • Dal 1945 al 1990 era conosciuta come Place de la 7 November.

Una curiosità su Oktogon tér  è che fu una delle scenografie principali del romanzo Budapest His Noir di Vilmos Condor del 2012. Un best seller che parla  dell’ Ungheria  prima della Seconda Guerra Mondiale e dei suoi rapporti politici con gli altri paesi, come la Germania in particolare. 

Teatro dell’ Opera di Budapest

Il Teatro dell’Opera di Budapest (o Magyar Állami Operaház ) del  XIX sec.,   è uno dei capolavori neo-rinascimentali più belli d’Europa. Dopo il Teatro alla Scala di Milano e l’Opera nazionale di Parigi esso si classifica come il terzo auditorium più importante del vecchio continente per qualità dell’acustica.

Ospitò le più celebri personalità del mondo della musica, a partire da Gustav Mahler che ne fu direttore per tre stagioni. Il Teatro dell’Opera di Budapest si inaugurò il 27 settembre del  1884 alla presenza del re Francesco Giuseppe I , Aveva una capienza per un totale di ben 1.310 posti a sedere.

Come è fatto il Teatro dell’ Opera di Budapest?

L’ingresso nella parte destra del Teatro dell’Opera di Budapest è caratterizzato dalla presenza di due  statue (dello scultore ungherese Alajos Stróbl) , che sono quelle di :

La sala interna del Teatro dell’Opera di Budapest è a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e loggione a galleria balconata. Fu frutto del genio di Mikós Ybl, una figura di spicco dell’architettura ungherese del XIX secolo. Gli ornamenti comprendono dipinti e sculture di figure di spicco dell’arte ungherese dell’epoca: Károly Lotz, Bertalan Székely, Mór Than e Alajos Stróbl.

Si ditinguono un grande lampadario in bronzo di Magonza e le macchine sceniche  della ditta Asphaleia di Vienna , cheall’epoca  erano  considerati tecnologia all’avanguardia.

Info orari e prezzi: https://www.opera.hu/

Duomo di Santo Stefano di Budapest

Il Duomo di Santo Stefano  (Szent István bazilika) è una basilica cattolica dedicata a Santo Stefano, primo re d’Ungheria . La sua costruzione cominciò  nel  1851 su progetto  di József Hild. E proseguì poi  sotto la direzione di Miklós Ybl e di   József Kauser nel 1905 .

La  sua cupola è alta 96 metri, come tanti altri edifici di Budapest  (compreso il Palazzo del Parlamento) . Questo è un numero sacro per i budapestini, perché ricorre spesso nei principali eventi della loro esistenza. A partire dalla data della nascita del paese che è l’896. Oltre il fatto che assumere lo stesso valore numerico per le costruzioni omologa la prospettiva urbana!

A pianta di croce greca il  Duomo di Santo Stefano  è rivestito di 55 marmi  , ed  è abbellito  da   mosaici, dipinti, statue e vetri al piombo.

C’è da sapere sul Duomo di Santo Stefano che :

Info orari e prezzi: https://www.bazilika.biz/en

Quartiere ebraico e i ruin bar di Budapest

Il Quartiere Ebraico di Budapest   è situato nel VII distretto di Erzsébetváros, traducibile in italiano con “la città di Elisabetta”, ovvero la principessa Sissi . Se c’è da fare serata ed entrare nel vivo della movida budapestina siete dove dovete essere! Negli ultimi anni si sono fatti molti investimenti per rivalutare il Quartiere Ebraico di Budapest   , che si è completamente ristrutturato per farne un punto di ritrovo per una clientela di stampo internazionale. L’atmosfera è decisamente informale.

Per esempio in Kazinczy utca sono collocati i locali più alternativi come il mitico Szimpla (2004), il più famoso dei cosidetti ruin bar. Questi ultimi sono letteralmente dei pub ricavati dalle macerie . Dal look scanzonato e accogliente ci si può mangiare o bere qualcosa e ascoltare musica. Da provare assolutamente!

Gozdu udvar

Tutt’altro che alla mano è la successione di night clubs e negozi alla moda che occupano i sei cortili di Gozdu udvar . A Klauzál ter troverete invece un magnifico mercato coperto di frutta e verdura e chioschi di cibo di strada ungherese.

Nel Quartiere Ebraico di Budapest la  street art regna sovrana perché è davvero il quartiere dei murales di Budapest, graffiti che  ingentiliscono i muri con forti messaggi di amore e protesta sociale.

Grande Sinagoga

La Grande Sinagoga in via Dohány fu fatta in soli cinque anni dal 1854 e il 1859 dal talentuoso architetto austriaco Ludwig Förster. Dicono essere la sinagoga più grande d’Europa capace com’ è di accogliere 3.000 fedeli. Si eleva per 44 metri e copre un’area di 2.000 metri quadrati.  A prte il cimitero  del cortile essa comprende:

Da qui proseguendo per il viale Andrássy út si giunge  alla  Casa del Terrore, un museo che  narra la tragedia  dell’Ungheria sotto il dominio fascista e stalinista.

Info orari e prezzi: https://www.dohany-zsinagoga.hu/

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Clicca qui per II  itinerario a piedi  a Budapest su Google Map

 

Secondo itinerario. Budapest in 4 giorni

Questo altro tragitto  va   dalla collina di Gellert alla Chiesa nella Roccia , dal Castello di Buda  al  Bastione  dei Pescatori . Tutto questo  è praticamente il massimo  della  magnificenza di Budapest    Passeggiando per il suo centro storico vi sentirete catapultati in un’altra dimensione , specie a Dicembre con tutti i mercatini e gli addobbi natalizi.

Le lucine dei tram di Budapest e il fumo del glühwein  sono state una cornice perfetta per dei paesaggi che avrebbero messo in difficoltà il più talentuoso dei pittori. Chiaramente sono queste le zone più famose e preziose di Budapest  ,  che l’hanno posizionata in vetta alle classifiche dei posti più visitati in Europa. Questa è infatti la parte più ammaliante e presuntuosa di una Budapest in 4 giorni  , che a ragione può essere considerata come la  Parigi dell’Est.

La collina di Gellert Budapest

La collina Gellért (perfetta per gli appasionati di trekking) è una roccia dolomitica alta 235 m , che si erge sopra il Danubio a Buda. Qui intorno a parte  si possono ammirare :

Info orari e prezzi: https://www.gellertbath.hu/

Chiesa nella roccia di Budapest

La Chiesa nella Roccia  (Magyarok Nagyasszonya Sziklatemplom) è del 1924  . Essa venne fuori dall’idea di un gruppo di ungheresi,  che visitò la grotta di Lourdes in Francia.

Sotto la guida dell’architetto ungherese Kálmán Lux ebbe inizio la trasformazione della grotta in chiesa fatta in onore di San Gellért. Questi fu un martire ungherese morto nelle vicinanze nel 1046 . La cappella fu  terminata nel 1931.

Come è fatta la Chiesa nella roccia di Budapest ?

La Chiesa nella Roccia ora è composta da due component diverse:

La chiesa è gestita dai membri dell’ Ordine Paolino, originario dell’Ungheria  fondato nel 1250 da Eusebio di Esztergom. Proprio davanti all’ingresso della Chiesa nella Roccia  è collocata una statua in pietra di Santo Stefano , . Fu scolpita nel 2001 da Pál Kő. Raffigura il santo, che è in piedi davanti un cavallo e con in mano il modello di una chiesa romanica.

Info e orari : https://bookinbudapest.com/it/chiesa-nella-roccia

Castello di Buda

Il Castello di Buda  (Budavári Palota) è stato inserito dall’ UNESCO tra i patrimoni dell’umanità nel 1987. Posizionato sopra il colle Várhegy  , questo  è lo storico complesso del castello e del palazzo dei re ungheresi a Budapest. L’illuminazione notturna contribuisce a renderlo ancor più suggestivo, regalando viste mozzafiato dopo il tramonto.

Le sue origini si rifanno a una fortificazione voluta  dal re Béla IV nel  XIII secolo per proteggersi dai mongoli.  Ma di questo non resta nessuna traccia.

Durante il Rinascimento il Castello di Buda   fu ampliato dal re Mattia, dopo fu rovinato dai turchi (1541 – il 1686) e poi ridisegnato dagli Asburgo (XVII sec.) in stile barocco. Allo scoppio  della Seconda Guerra Mondiale  ci furono gravi danni.  Mentre nel 1950 si fece  un’ultima manutenzione eseguita dall’architetto István Janáki in stile classico.

Come raggiungere il Castello di Buda?

Al Castello di Buda si può accedere in diversi modi: bus, taxi, auto, funicolare (piuttosto cara!) . Se volete farvi una bella scalinata di 30 minuti potete andare anche a piedi.

Potete  partire :

Com’è fatto il Castello di Buda

All’ingresso del Castello di Buda vi colpirà:

Il Castello di Buda è costituito da 6 grandi ali (dalla A alla F) che circondano il  Cortile del Leone. Quest’ultimo racchiude:

Cos’altro è possibile vedere nel Castello di Buda?
  • Cappella Reale: qui gli ospiti possono contemplare una serie di importanti sculture gotiche, nonché un delizioso trittico del XV secolo.
  •   Museo di storia militare  :  uniformi, bandiere, armi e munizioni offrono un panorama della storia militare di Budapest   da prima  dell’occupazione del turchi fino al  XX secolo;
  • Appena fuori dalle mura del castello, si notano un assortimento di lapidi turche una statua equestre, che commemora il principe Eugenio di Savoia, che combatté contro i turchi.

Info orari e prezzi: https://www.viaggibudapest.it/castello-di-buda/

Bastione dei Pescatori Budapest

 Il Bastione dei Pescatori (Halaszbastya) è forse il luogo più emblematico della città. Solo per sottolineare il suo lato da mille e una notte, vi dico che la sua silhouette assomiglia al logo dei film di Walt Disney! Si tratta di uno stupefacente belvedere dalle cui terrazze si scorge tutta Budapest    .

Il Bastione dei Pescatori  non ebbe mai uno scopo difensivo.  Si chiamè  in questo modo per dei pescatori  che aitavano nelle vicinanze,  che fungevano da sentinelle durante qualche assedio.

Esso fu concepito tra il 1895 e il 1902 dall’architetto Frigyes Schulek per osannare il millenario della nascita dell’Ungheria. Per questa ricorrenza:

Il Bastione dei Pescatori  fu gravemente rovinato alla fine della Seconda Guerra Mondiale a causa dei bombardamenti tedeschi, ma dopo  fu riportato in buono stato.

Cosa altro visitare nei dintorni del Bastione dei Pescatori ?

Il Bastione dei Pescatori  si incastona come una perla nella Piazza Santissima Trinità (Szentharomsag tér) che ingloba oltre la Colonna della Santissima Trinità (Szentháromság-Szobor)  altri 4 tesori visitabili:

Info orari e prezzi: https://www.budapest.org/cosa-vedere-budapest/bastione-dei-pescatori/

 

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Terzo itinerario. Budapest in 4 giorni

Che dire , passeggiare per Budapest in 4 giorni   significa non solo lasciarsi avvolgere dal suo carsima  mitteleuropeo ma anche capire il suo spirito di resilienza e ribellione.  Questo altro giro è stato il più lungo e faticoso! Comunque sia a  Budapest    vi consiglio di portarvi un paio di scarpe comode , se volete perlustrarla a piedi come piace fare a me.

La mattina mi sono spinta dal boulevard di Andrássy út fino a Piazza degli eroi e poi verso il parco di   Városliget  . Da cui  poi fino alla tomba del monaco  turco Gül Baba su in alto a Mansfeld Park. In questo caso potrete anche utilizzare i mezzi urbani che sono tanti e perfettamente organizzati.

A pranzo sono stata ospite da amici ungheresi e mi sono deliziata con le specialità gastronomiche locali e la palinka (grappa alla frutta ) dell’Ungheria. Ho avuto modo di sfatare il mito degli Ungheresi , che spesso sono dipinti come malinconici e molto seri. Ovviamente è gente del Nord e come tale si presenta molto schiva all’inizio. Ma appena si rompe il ghiaccio e apprezzano l’altro, saranno vostri per sempre!

In seguito ho trascorso il pomeriggio facendo  visita al Palazzo del Parlamento e a tutte le più iconiche statue in bronzo di Budapest.

 

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Clicca qui per III itinerario a piedi a Budapest la mattina su Google Map  

Andrássy út  

 Andrássy út  fu congegnata tra il 1872 e il 1877 dagli ingegneri Lajos Lechner, Frigyes Feszl e Klein & Fraser per l’espansione di Budapest. L’intento fu quello di  collegare il quartiere di Belváros con  Városliget e la periferia della città, provando  a  risolvere  i problemi emergenti del traffico della città.

Andrássy út vi conduce da Piazza Elisabetta , nel cuore di Pest, fino a Piazza degli Eroi (Hősök tere) presso l’ingresso di Városliget , il parco cittadino . Si snoda  per  2, 5 km e  presenta numerosi e raffinati  palazzi residenziali , che appartennero a  famiglie aristocratiche,  facoltosi proprietari terrieri e banchieri. Nel 1885 venne chiamata Andrássy in onore del primo ministro Gyula Andrássy, che era dietro il piano di fare la nuova strada.

Cosa vedere in  Andrássy ut?

Una delle cose migliori da fare su  Andrássy út è di darsi allo shopping, ma ci vogliono tanti soldi! Per gli amanti del lusso ci sono boutique che sfoggiano marchi come Louis Vuitton, Dior, Gucci, Zegna e Armani. Dopo aver camminato e contemplato la sontuosità di  Andrássy út , potrete trascorre mezza giornata presso:

Piazza degli eroi Budapest

Piazza degli eroi  si fece nel 1896 per glorificare il millesimo anniversario della comparsa dell’Ungheria. In mezzo spicca  un’imponente colonna corinzia di  36 metri. Sopra è collocata la statua dell’Arcangelo Gabriele , che innalza la santa corona e la doppia croce del cristianesimo verso il cielo.

In basso fanno bella mostra il  Monumento del Millennio : sono le 7 statue equestri dei capi tribù magiari , che hanno generato l’Ungheria e altre  statue di re e importanti personaggi storici. Il tutto è stato cesellato dall’architetto  Albert Schikedanz e dallo scultore  György Zala insieme ai due musei laterali che sono rispettivamente:

Parco di Városliget

Dopo aver attraversato il Museo di Etnografia  e aver avvistato la La piccola statua degli stivali di Lenin , mi sono immersa nel vasto parco di  Városliget  , che è il polmone verde di Pest. Venne fatto in concomitanza dell’Esposizone del 1896 .

Quello che mi ha affascinato di Városliget  è la sua ampiezza e la mole di cose da fare, come pattinare sul lago , che gelato  d’inverno funge da pista per gli sportivi. Vi elenco i suoi  punti di interesse principali.

Bagni termali di Szechenyi e lo Zoo di Budapest

Il castello del Vajdahunyad Vara e La statua dell’Anonimo

Info orari e prezzi: https://www.budapest.org/cosa-vedere-budapest/parco-municipale/

Mausoleo di Gül Baba

Sono arrivata in cima a Mansfeld Peter Park , che è un parco consacrato al più giovane martire delle punizioni seguite alla rivoluzione ungherese del 1956. Nelle immediate vicinanze ho visto qualcosa fuori dalle piste battute dai turisti . Mi riferisco alla tomba di Gül Baba , un derviscio ottomano che prese parte alla cattura di Buda nel 1541.

Il mausoleo, immerso in uno spettacolare giardino, fu fatto nel 1551 da Mehemmed Pascià su disposizione del Sultano Solimano il Magnifico. Secondo una leggenda era solito portare una rosa nel suo cappello e per questo l’appellativo di padre delle rose. Il santuario è  meta di pellegrinaggio per molti musulmani  europei, e quelli provenienti dalla Turchia, ed è necessario togliersi le scarpe prima di entrare.

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Clicca qui per III itinerario a piedi a Budapest di pomeriggio  su Google Map

Parlamento di Budapest

Il Parlamento di Budapest  (Országház) è ubicato a ovest della Kossuth Lajos tér , una delle più straordinarie piazze  di Budapest . Interamente rifatta nel 2011 omaggia uno dei più considerevoli eroi dell’indipendenza magiara. Si estende per 65 000 m2  e fu il fulcro della sfortunata e sanguinosa rivolta anticomunista del 1956.

Il Parlamento di Budapest  è il simbolo della capitale ungherese. Dallo stile eclettico (un mix di neogotico, neoromanico e neobarocco) si affaccia sulla  sponda est del Danubio . Fu fatto  tra il 1884 e il 1904 da Imre Steindl come un palazzo che rappresentava l’indipendenza raggiunta dagli ungheresi dopo il periodo austriaco.

Il Parlamento di Budapest   è sormontato da una cupola ed è caratterizzato da pinnacoli e finestroni.  Ha una larghezza di 123 metri ,  ed è abbracciato da 233 statue. Comprende 691 stanze , che comprendono diverse sale tra cui quella del Consilio Presidenziale della Repubblica. A  queste si  accede attraverso 20 ingressi impilati in trenta cortili . Per realizzarle furono convocati i migliori artisti ungheresi tra cui: opere d’arte di artisti ungheresi quali Mihály Munkácsy, Károly Lotz, Aladár Kriesch, Zsigmond Vajda, Béla Spányi .

Info orari e prezzi: https://www.budapest.org/cosa-vedere-budapest/parlamento-budapest/

Le statue di Budapest 

Ho afferrato lo  spirito creativo di Budapest in 4 giorni   dappertutto comprese   in tutte le statue sparse per la città  . Di queste ultime sarebbe impossibile farne un elenco, perché sono tantissime. Per cui vi scrivo di  quelle che ho visto ,  che sono tutte in bronzo e parecchio insolite.

Davvero divertente andare a caccia delle scutlure più assurde concepite per i più disparati personaggi che possono essere star del cinema e della musica,dei fumetti, politici, letterati, salvatori, regine, gendarmi, animaletti, e tanto altro ancora.

Statua di Peter Falk e  Scarpe del Danubio

Statua di Peter Falk  ( in Falk Miksa u.): questa  immortala il personaggio della serie americana  Detective Columbo interpretato da Peter Falk .  Del 2004 è stata fatta dallo scultore   Géza Dezső Fekete. Il perché di questo bronzo sarebbe da ricollegare  al fatto che l’attore    discenderebbe dal giornalista e politico ungherese Miksa Falk.

Le scarpe del Danubio (in Antall József rkp) :  questa che è una fila di 60 paia di scarpe disposte lungo il Danubio è stata fatta dallo scultore Gyula Pauer nel 2005.  Per me è molto toccante, perché ricorda  dell’uccisione di migliaia di ebrei (1944-45) . Poveri innocenti   massacrati da parte dei collaborazionisti fascisti ungheresi e poi gettati nel fiume. 

Statua di Bud Spencer e Statua dei Ragazzi della via Pal

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Clicca qui per IV itinerario a piedi a Budapest su Google Map  

Quarto itinerario. Budapest in 4 giorni

Budapest in 4 giorni     è giunta al capolinea al Mercato coperto  e al  Museo Nazionale . Mi sono poi imbattuta in vie alla moda straripanti di boutiques e gallerie d’arte. Attualmente l’interesse per l’arte moderna dell’Ungheria è in rapido sviluppo.  Prova ne è la presenza di due fiere organizzate nella capitale ungherese:  The Budapest Art Fair, aperta alla fine degli anni ‘90 , e l’ Art Market , che si è stabilita dal 2010.

Per  imprimere  nell’anima Budapest     mi sono infine regalata  un’indimenticabile crociera sul Danubio (info orari e prezzi clicca qui) . Dal battello ho intravisto alcuni degli angoli periferici di Budapest    , che sono così dinamici con le loro costruzioni   all’avanguardia.  Segno tangibile  di un’ Ungheria contemporanea , che , dalla caduta del Muro e dalla conseguente fine del regime, ha solo voglia di riscattarsi.

 

Mercato coperto di Budapest

Dopo aver superato la Ruota panoramica di Budapest in Erzsébet tér ho fatto un salto al Mercato coperto di Budapest. Di fine Ottocento è una elegante palazzina architettata dal professore universitario  Samu Pecz. Questa vistosa struttura in acciaio decorata con piastrelle Zsolnay  si sviluppa su tre piani.

Dal basso verso l’alto sono disposti banchi per la vendita di pesce, carne, verdura, spezie e chioschetti e locali dove provare le tradizionali ricette ungheresi. Una giostra di sapori e odori dove venire a fare la spesa e portare a casa qualche ricordo.   Per i  souvenir sbizzarritevi tra questi tipici prodotti artigianali :

Interessanti sono i ristoranti e i chioschetti dove potere assaggiare la cucina ungherese. Io ho addentato il saporito langos, che è una sorta di pizza fritta con dello strutto. Di norma va mangiata con la panna acida e del formaggio ma io ho esagerato e ci ho anche aggiunto funghi e pezzetti di maiale arrosto. Da provare con della birra ghiacciata! Anche se io preferito la coca cola per svegliarmi dalla stanchezza!

Info e orari: https://www.budapest.org/cosa-vedere-budapest/mercato-coperto-budapest/

Museo Nazionale

Il Museo Nazionale di Budapest  è del 1846 e fu disposto nel 1802 da Ferenc Széchenyi quando devolvé alcuni oggetti della sua ricca collezione alla collettività. Il palazzetto neoclassico fu fatto Mihàly Pollack di cui si nota subito la sua maestosa facciata a forma di tempio.

Al suo interno riccamente adornato da marmi, colonne e altro sono protetti dipinti, oggetti e testimonianze di un passato che va dalla preistoria alla modernità. Tra le cose più interessanti sbucano fuori : la Corona di Monomaco, un imperatore bizantino dell’XI secolo , e il Mantello dell’incoronazione dei Re d’Ungheria.

Info orari e prezzi: https://www.infobudapest.it/museo-nazionale-ungherese/

Vigado ter 5 e crociera sul Danubio

Sbalorditivo è il  tratto di strada Deák Ferenc ut, intitolato a un rivoluzionario ungherese (XVIII sec.) contro gli Asburgo. Qui sono concentrati tutti i brand internazionali di moda . Ed è praticamente la via dello shopping. Non a caso viene pure designata come Fashion Street .

L’atmosfera è molto sofisticata e chic e ciò che mi ha affascinato è la magia dei vecchi caffè, come lo storico Gerbeaud  in Vörösmarty tér 7-8. Qui vi ritrovate davanti una tra le  migliori pasticcerie di Pest . Essa  fu avviata nel 1858 da Henrik Kugler, il terzo figlio di una dinastia dolciaria. Da tastare la torta Gerbeaud,  a base di pasta frolla, marmellata di albicocche, cioccolato , noci trittate,  e cioccolato glassato.

Statua di William Shakespeare a Budapest

Giunta a Vigado ter 5 mi sono seduta a prendere una cioccolata da Starbucks .  Qui ho beccato una statua  del bardo dell’Avon, sua maestà William Shakespeare. Il poeta inglese è scolpito nel suo tipico abito elisabettiano, come un attore che fa un inchino sul palco. La targhetta cita  che fu fatta nel 1960 da un famoso scultore australiano di origine ungherese, Andor Mészáros.

Dopo questa piacevole sorpresa al molo 15 sono salita a bordo di una delle tanti navi . Un’ora ti coccole d’inverno con tanto di  vino rosso come cadeau . Un’emozione indimenticabile che mi ha permesso di osservare Budapest    sotto un manto di stelle brillanti .

Sulle onde del Danubio

Dondolati dalle onde danubiane sono rimasta stregata dopo il Parlamento e le sue guglie che facevano capolino con la luna da:

Conclusioni . Budapest in 4 giorni

Non si può arginare   Budapest     in qualche paragrafo di chiusura, perchè è poesia eterna, che sfugge a  ogni tentativo di descrizione.  Per cui mi inchino alla magia di Budapest    riportando  i versi di Attila József,   uno scrittore  ungherese di grido che, come i  suoi antenati ,  glorifica  così l ‘amore per la sua terra:

“Un attimo, e lì è la totalità del tempo

che centomila avi guardano unitamente a me.

Vedo ciò che non  hanno veduto perché zappavano

uccidevano abbracciavano, facevano il dovuto.

E immersi nella materia loro vedono

(devo confessarlo) ciò che io non vedo.

Sapevano l’uno dell’altro cose come gioia e tristezza;a me il passato, a loro il presente.

Scriviamo versi – loro che tengono la mia matita

e io li sento, me ne ricordo

Cos’altro aggiungere su Budapest  se non di ubriacarvi  della sua immensità. Lasciatevi travolgere  dai suoi tratti languidi e dalla sua vitalità nascosta.  Scattate mille foto da attaccare alle vostre pareti, colorate o in bianco e nero.  Perché non esiste miglior quadro di un’istantanea che coglie un attimo di felicità, quella che vi pervaderà i sensi vagando sulle sponde del Danubio, che dolcemente culla la divina in tutto il suo candore.

Szia, kicsim!

Info utili per Budapest in 4 giorni:

 

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