Corfù l’isola greca che non c’è

Corfù l’isola greca che non c’è

“Ancora una volta sentii quanto la cosa semplice e frugale fosse felicità: un bicchiere di vino, una castagna arrosto, un bracerie malconcio, il suono del mare. Nient’altro.”

Nikos Kazantzakis, Zorba the Greek

Corfù l’isola greca che non c’è

Senza dubbio Corfù è l’isola greca che non c’è! Nel senso che dopo averla visitata questa estate mi è sembrato di essere a Venezia,  Parigi o Londra! Questo perché   l’isola di Corfù è stata anticamente dominata da svariate popolazioni , che nel corso dei secoli l’hanno plasmata rendendola il gioiello che è oggi. Il risultato di questo passato  eterogeneo è una società cosmopolita abituata ad accogliere lo straniero e con un forte senso dell’ospitalità. Senza dimenticare che quello che ne è venuto fuori da tutte queste dominazioni è soprattutto un museo a cielo aperto, ovvero una piccola Europa con un’anima squisitamente greca . di scoprire qualcosa Vediamo in questo articolo di una meta esclusiva per cui ne è valsa la pena staccare un biglietto aereo!

Già al momento dell’atterraggio all’aeroporto Internazionale di G. Capodistria mi sono fatta un’idea della bellezza che mi aspettava. Lasciando la Puglia alle spalle, nei pressi di Kanoni   la vista di una laguna  in mezzo a una fitta vegetazione si è alternata e  una distesa di uliveti . E un senso di pace mi ha pervaso. Come quando ho intravisto dal finestrino il rosso delle tegole di paesini sonnecchianti sotto qualche timida nuvola banca. Sono stati cinque giorni di pura felicità che ho condiviso in un altro post (clicca qui) con 4 interessanti itinerari da non perdere!

Dove si trova l’isola di Corfù? Tra mito e realtà

Dovete sapere che l’isola di Corfù è immensa. Essa è la seconda (dopo Cefalonia) più estesa (613,6 km²) dell’arcipelago delle Isole Ionie . Posta tra il nostro stivale e l’Albania conta circa 110. 000 abitanti, di cui 36. 000 vivono nella sola capitale omonima. Per cominciare vediamo un po’ di notizie curiose al riguardo!

Intanto l’isola di Corfù  è anche conosciuta con il suo nome greco Kerkyra. Così si chiamava  una ninfa amata da Poseidone rapita e  ivi trasportata. L’appellativo Italiano invece deriverebbe dalla parola greca Κορυφώ (Koryphō), cioè  ‘i due picchi’(a indicare probabilmente le due cime della  Fortezza Vecchia  ).

L’isola dei Feaci di Ulisse

Secondo il mito  Corfù potrebbe essere l’isola dei Feaci dove Ulisse incontrò Nausicaa.  Una giovane fanciulla il cui padre Alcinoo avrebbe fornito la nave all’intrepido marinaio per tornare in patria.
Certo è solo che l’isola di Corfù trasuda di storia.

Da originale colonia corinzia (734 a. C.) passò dall’Impero romano (229 a.C.) a quello di Costantinopoli (395-1204) . Successivamente diventò per 400 anni uno dei possedimenti strategici di Venezia (1386) nel Mediterraneo. Mossa che assicurò alla Serenissima l’opposizione al dominio ottomano per ben due volte nel XVI sec.

Corfù e i francesi e gli inglesi

In seguito nell’isola di Corfù f u la volta di Napoleone e dei francesi (1797). E infine arrivarono ancora gli inglesi (1809-1815) sotto il cui protettorato si ottenne l’indipendenza come Repubblica indipendente. Solamente nel 1864 le isole ioniche si annessero alla Grecia libera dai Turchi.

Da allora ci fu una ripresa fiorente in ogni settore da quello agricolo e industriale a quello artistico. Merito del primo ministro G. Theotokis. Quella fu una breve estate. Le conseguenze disastrose delle due guerre mondiali impoverirono lo stato. Inseguito subentrò   la crisi di debito pubblico del XX secolo , che spezzò l’animo dei corfioti . Si trattò di  una malattia cronica,  praticamente inguaribile. Oggi nell’isola di Corfù  si sopravvive per lo più  con gli aiuti dell’Unione Europea e del turismo emergente.

Perché andare nell’isola Corfù?

Basterebbe solamente la natura rigogliosa dei paesaggi variegati e mozzafiato dell’isola di Corfù a farvi innamorare. Se ci si aggiunge il suo ricco patrimonio storico, artistico e culturale il danno è fatto per tornarci più volte! Cosa aspettarsi allora?

Tesori nascosti da scovare ovunque. Dalle cittadine più sofisticate ai borghi dell’interno nascosti fra fitti boschi. Dalle sontuose località balneari attrezzate alle piccole baie nascoste da faraglioni giganti baciati dal sole.

Corfù la vicina d’Italia

Cosa di non poco conto inoltre è che  l’isola di Corfù è facile da raggiungere in aereo o in traghetto dall’Italia. Ed  è davvero per tutte le tasche. E non ultimo soddisfa ogni tipo di viaggiatore, da quello che cerca la semplicità e la pace a chi ama il lusso e la mondanità. Oltretutto è adatta a solitari, a comitive, coppie e famiglie con bambini!

L’ideale per girare l’isola di Corfù sarebbe di affittare una macchina. Tuttavia , se per voi l’auto è uno stress come per me, vi consiglio di soggiornare al centro storico di Corfù città  . La  old city del capoluogo  è infatti il cuore pulsante di tutto il territorio. La zona più organizzata per trasporti, strutture ricettive, vita notturna, cosa da fare e vedere.

 Cosa visitare?

Così la mia avventura nell’isola di Corfù è partita dal versante est dell’atollo greco per proseguire poi verso nord e ovest. A parte Corfù città  devo ammettere che il lato orientale non mi ha particolarmente entusiasmato (Gouvia in particolare, un po’ meglio Ipsos) , esclusa   la deliziosa Kanoni. Forse per il troppo cemento delle rinomate catene alberghiere presenti laggiù. In questi punti le spiagge sono strette e prevalentemente fatte di ghiaia e ciottoli lisci.

Al contrario ho scovato qualche chicca a  nord (Kassiopi, Sidari) e a ovest  (Paleokastrista) . In effetti i lati settentrionali e occidentali sono i più suggestivi dell’isola di Corfù . La sabbia si fa fine e dorata e il mare più aperto si accende di un blu cobalto che abbaglia! Ho escluso il sud dal mio  tour per mancanza di tempo. Ed è stato un gran peccato perché sarebbe stato quello più interessante perché più deserto e lontano dalle orde di turisti. Prossima volta non me lo farà scappare!

Cibo e vino a Corfù

Se si vuole scoprire l’essenza dell’isola di Corfù bisogna provare anche  i suoi piatti tipici e il suo buon vino. In generale la cucina locale  è fatta di piatti mare e monti, che sono poco elaborati ma gustosissimi. Alla loro base c’è la ricerca della freschezza e della stagionalità dei prodotti. Senza dimenticare che ogni popolo ci ha lasciato traccia della propria cuisine  creando una tradizione di ricette uniche e appetitosissime.

In merito al vino che da millenni ha visto la Grecia come protagonista in Europa, oggi i riflettori sono accessi su altre nazioni. Tuttavia il settore enologico è in rapida ricrescita . E può contare (oltre la classica Retsina , vino dolce da uva  Savatiano aromatizzato con resina di Aleppo) su una serie di vini di tendenza. Tra questi : Assyrtiko,  Moschofilero, Agiorgitiko, Xinomavro, Vinsado, Mavrodafni.

Per gli appassionati di nettari particolari nell’isola di Corfù   non mancano delle cantine da visitare:

Cosa mangiare nell’isola di Corfù ?

Sicuramente avrete provato una volta nella vita qualche specialità greca, dove regna sovrana la feta . Quest’ultimo è un formaggio leggero  con cui si preparano di solito la famose horiatiki , ovvero le insalate a base di succosi pomodori, peperoni , cipolle, e olive . Non molto digeribile, ma salutare e fresca. Oppure la moussaka, una sorta di parmigiana di carne, patate, melanzane e una crema simile alla besciamella. E tante altre portate con agnello e maiale con cui si preparano i gyros  pita, che è il tipico pane sottile simile a una piadina. Queste ultime sono l’essenza dello street food greco , a cui si aggiungono:

  • Souvlaki: carneo pesce e verdure infilzate su spiedini e cotte sulla griglia;
  • Bifteki: polpette di carne fritte servite con la classica salsa tzatziki (fatta con yogurt, erbe aromatiche, aglio, menta ,  aneto, cetrioli).

Oltre queste delizie nell’l’isola di Corfù si possono assaggiare primi e secondi molto originali frutto di contaminazioni straniere. Ed è proprio a tavola che osservi le abitudini dei corfioti accorgendoti che per loro mangiare e bere non è una questione di sopravvivenza ma è un piacere, non solo per il palato, ma anche per stare in  buona compania !

12 cose da mangiare nell’isola di Corfù

Nell’l’isola di Corfù ci sono molti posticini dove avrete l’imbarazzo della scelta per tuffarvi in un mondo di sapori eccezionali. Più dei ristorantini eleganti fatevi coccolare dalle  frequenti e graziose   e tradizionali taverne. Queste ultime vi piaceranno molto per la loro atmosfera così genuina e casual. E se siete fortunati magari a cena qualcuno prenderà una chitarra e improvviserà le kantades, delle serenate romantiche come le nostre canzoni napoletane.

Normalmente a tavola si cominciano le danze con una mezedakia , che è un piatto colmo di antipastini vari . Al cestino del pane segue acqua, vino o birra a seconda di cosa ordinate per poi sprofondare in queste prelibatezze locali:

  1. Bakáljros me skordalá: merluzzo con contorno di purè di patate e aglio ;
  2. Bekri mezé : spezzatino di maiale cotto al vino rosso
  3. Bourdéto : zuppa di pesce molto piccante fatto con palombo, scorfano o pastinaca;
  4. Briám : una piccolo teglia di verdure al forno come il ratotouille;
  5. Chélia : Anguilla grigliata, arrosto o in gelatina;
  6. Gópes : sardine arrosto o a forno offerte anche come spuntino;
  7. Juvétsi : pasta gratnata a forno con carne di manzo o agnello;
  8. Kokorétsi :frattaglie messe dentro un budello e cucinate allo spiedo;
  9. Marídes :pesciolini fatti a forno e da inghiottire in un boccone;
  10. Pastisada : bucatini con ragù di manzo o pollo;
  11. Patsária : barbabietola rossa ripiena di spinaci;
  12. Sofrito : manzo arrosto, marinato in aglio e aceto, e dopo rosolato nel vino rosso;
  13. Spanakópitta : pasta sfoglia ripiena di spinaci;
  14. Stifádo : stufato di manzo o coniglio con pomodoro e cannella;
  15. Tirópitta : pasta sfoglia ripiena di formaggio.

corfù-isola-cosa-fare-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Conclusioni

A questo punto potete stare tranquilli sul fatto che  l’isola di Corfù  è una garanzia per una vacanza indimenticabile. Nonostante il mese di luglio sia stato particolarmente caldo non ho sofferto molto perché la brezza marina è stata d’aiuto. Ovviamente è meglio andare in primavera con delle temperature più miti  per apprezzare al massimo il vostro soggiorno. E perché no anche d’inverno qui  la vitalità non manca come del resto durante durante tutto l’anno.

L’isola di Corfù vi regalerà dei momenti unici lontano dal caos delle metropoli. Vi permette di non stare dietro le lancette dell’orologio e di abbandonarvi a voi stessi. Potrete vagare all’interno di qualche villaggio sperduto e sentire il profumo di qualche rosa selvatica. O potrete scambiare due parole magari in inglese con qualcuno del posto che magari vi inviterà a bere uno dei loro liquori e distillati a scelta tra Ouzo, raki, tsipouro e masticha per rallegrare la vostra giornata. D’altronde se Sissi , Guglielmo II, Filippo marito della regina Elisabetta e il miliardario russo Roman Abramovic hanno deciso di viverci ci sarà un motivo! Buon viaggio!

Ristoranti consigliati:

Info generali su Corfù: 

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

Corfù cosa fare 5 giorni nell’isola

“πάντα ῥεῖ, pánta rheî “/ “Tutto scorre”

Eraclito

Corfù  , cosa fare 5 giorni nell’isola

Senza dubbio l’isola di Corfù non è un fazzoletto di terra da esplorare in un solo weekend . Posta tra il nostro stivale e l’Albania è infatti la seconda (dopo Cefalonia) più estesa (613,6 km²) dell’arcipelago delle isole ionie.  In aggiunta alla sua grandezza, si rimane davvero esterrefatti dal suo ricco patrimonio storico, artistico, culturale. E soprattutto dalla varietà dei suoi paesaggi. Si passa dal mare alla montagna, dalla collina alla sua capitale omonima, base perfetta dei miei itinerari che vi propongo in questo articolo.

Sicuramente l’isola di Corfù (110. 000 abitanti) è un luogo ideale dove trascorrere le proprie  vacanze . Ci sono tante buone ragioni. Prime fra le mille motivazione  c’è la sua bellezza sconvolgente. Poi perché l’isola di Corfù  fa gola essendo facile arrivarci dall’Italia sia in aereo che  in traghetto . Non guasta che bene va per tutte le tasche, ed è adatta sia a chi cerca pace,  sia a chi va a caccia di divertimento. Inoltre ci si può andare con gli amici, in coppia o con i bambini. Insomma,  non manca davvero nulla per fare un’esperienza indimenticabile. Buona lettura!

Corfù città

A metà Luglio sono atterrata all’aeroporto Internazionale di G. Capodistria  . Non ci ho messo tanto ad arrivare a Corfù città  (4 km dal centro e raggiungibile con bus , taxi, o transfer), , dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2007. Scegliere il capoluogo come base del mio tour è stata una scelta felice.

Questo non solo perché è uno scrigno di tesori da scoprire (motivo per cui le ho dedicato 3 giorni!).  Ma anche perché è  molto organizzata a livello logistico. Specialmente la old city , dove ho alloggiato. Questa zona è assolutamente l’anima pulsante dell’atollo greco. Suo fulcro nevralgico da un punto di vista economico e politico, sede di uffici pubblici, banche, scuole, e  prestigiose università.

Perchè andare nell’isola di Corfù? 

Ve la consiglio vivamente la old city per il vostro soggiorno perché :

  • C’è tanto da vedere e fare in giro per le sue strade lastricate di marmo su cui si adagiano nobili palazzi, chiese e musei;
  • Offre tante strutture  moderne per dormire e di ogni fascia di prezzo (booking.com);
  • A pochi passi ci sono due linee di bus . Esse  collegano tutta l’isola di Corfù spendendo poco. Una è quella locale che è di colore blu . L’altra è quella di colore verde per le rotte extra urbane (qui maggiori info);
  • La  movida notturna. piena e vivace ;
  • Si può contare su un’ infinità di ristorantini e bar dovedeliziarzi  con il meglio della tradizione in fatto di  cibo e  vino

Corfù città, Grecia o Europa?

Corfù città  è un luogo in cui il vecchio e il nuovo si fondono per creare uno spirito decadente e romantico. Praticamente un’atmosfera unica e introvabile altrove in Grecia. Questo accade perché 4 secoli di dominazione veneziana, e poi francese e  inglese  l’hanno trasformata in una piccola Europa.  Nonstante ciò, la sua essenza mediterranea rimane inalterata,  manifestandosi ovunque sotto varie forme.  A partire dal blu cobalto del suo mare che abbaglia!

Mi raccomando, portatevi scarpe comode! Perché  Corfù città  è vasta e piena di attrattive! Ne sanno qualcosa le mie gambe! Non mi ha fermato neppure il caldo estivo, perché all’occorrenza ho approfittato dei tanti beach bar a disposizione.

Cosa fare in caso di troppo caldo nell’isola di Corfù?

E non appena ho avuto voglia di fare una pausa le alternative sono state davvero tante:

  • Sorseggiare un calice di retsina davanti un tramonto al rooftop dell’hotel Cavalieri o Arcadion!
  • Fare shopping negli eleganti negozi sparsi dappertutto. Good news: non esistono centri commerciali! ;
  • Acquistare nei tanti bazar dei souvenir da portare via come ricordo. Qualcuno di essi è di gran pregio. Come i manufatti in legno di ulivo e i prodotti a base di kumquat. Quest’ultimo è un piccolo agrume simile ad un mandarino (4 cm). Insieme all’olio , e il miele,  è il vanto nazionale. Da esso si ricavano liquori, caramelle, saponi, profumi, ecc.

campiello-san-spiridone-corfù-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Clicca qui per itinerario su Google Map

Primo giorno. 6 cose da fare a Corfù città.

Corfù città  è davvero sicura, compatta e facile da perlustrare. Chiaramente il mio primo itinerario è partito dal suo centro storico, ovvero il suo nucleo primitivo. Esso è delimitato da due fortezze , una vecchia e una nuova. Della prima che si apre a est sul mare vi accennerò più avanti . La Fortezza Nuova a ovest è lineare e massiccia. Un esempio di architettura militare veneziana fatta sotto la supervisione dell’architetto Ferrante Vitelli tra il 1576 e il 1645. Domina dall’alto il porto vecchio e Quello che resta è una porta di accesso (una delle quattro intagliate nelle mura cittadine). Questa reca il simbolo veneziano del Leone di San Marco. Rimaneggiata dagli inglesi nel XIX secolo le sue fortificazioni comprendevano 700 pezzi di artiglieria con una portata stimata fino alla costa albanese. Essa è formata da un castello e altre strutture che ora sono adibite per:

Nel centro storico di Corfù città  si può percepire l’impronta degli invasori stranieri. Tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio in architetture sofisticate e complesse.  Qualcuna delle quali oggi è lasciata un po’ all’abbandono. Un cumulo di contrasti dunque, ma risiede proprio in questo il suo fascino. Può capitare di sedersi in un elegante cafè scrutando la gente ben vestita che passa. Oppure può succedere di  rispondere al sorriso cortese di vecchi signori che giocano a carte. O ancora si possono fissare per qualche minuto delle lenzuola bianche che svolazzano al soffio di un timido vento. Tutto questo è Corfù città  e molto altro ancora!

1 Campiello 

Campiello è il quartiere a nord di Corfù città  che vanta origini antichissime. Popolato in maniera esponenziale ha assunto un tratto multietnico. E le sue abitazioni , con soffitti in legno e tegole hand made , sono  a più piani. Questo per contenere le numerose persone che vi ci si sono stanziate.

Pieno di gioielli dell’architettura bizantina e veneziana Campiello  mi ha colpito per i suoi vicoli stretti o kantonuia , come si dice in greco. Questo è davvero il punto forse più autentico dell’isola, dove i commercianti sbrigano i loro affarri.  Un vero e proprio ritrovo per giovani, anziani, e forestieri in cerca di qualche scatto perfetto. In questi paraggi fate un salto anche qui:

2 Chiesa della Santissima Vergine  Spiliotissa

Chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa  è anche conosciuta come Mitropolis per via della piazza in cui sorge (di fronte al porto vecchio) . Abbiamo a che fare con la cattedrale ortodossa di Corfù. È del 1577 ed è stata restaurata in stile barocco. Di notevole impatto è la larga scalinata che conduce all’imponente portale ornato da un rosone. La facciata intera e di colore porpora con decori in marmo.

Dentro si custodiscono le spoglie della Santa Teodora di Augusta. Questa è stata un’imperatrice bizantina canonizzata nel IX secolo, le cui reliquie sono arrivate a Corfù città  da Costantinopoli. Da non dimenticare le numerose icone bizantine come quella della Madonna Dimosiana e le altre della Scuola Ionica ad opera di Damaskino, Tzane e Paramithioti.

3 Cattedrale di San Spiridone

La Cattedrale di San Spiridone è inconfondibile con il suo alto campanile  rosso ispirato alla Chiesa di San Giorgio a Venezia. Se si alzano gli occhi ovunque voi siate a Corfù città è impossibile non notarlo. Risale al  1590 ed è custode dei resti di Spiridione di Trimitonte, che è il santo patrono dell’isola di Corfù.  Questi è stato un pastore cipriota del  IV secolo, che ha compìuto numerosi miracoli. Le sue ossa sono conservate in una teca  d’argento (si dice che profumino di basilico). Vengono portate in processione per la festa patronale (Settimana Santa e Agosto) per celebrare l’aiuto di San Spiridone a Corfù città contro un attacco dei Turchi nel 1453. Tantissimi sono i pellegrini che lo onorano oggi .

Sui fianchi laterali della Cattedrale di San Spiridone si aprono due differenti ingressi per consentirne l ’afflusso dei fedeli.  L ’esterno è decisamente pulito, e slanciato verso l’altro terminante con l’apertura di finestre e di un portale. Internamente è a navata unica, che è sormontata da un soffitto a cassettoni con cornici d’oro.  Altri decori sono pregiati affreschi e icone dal tema sacro.

4 Museo Arte Asiatica al Palazzo Reale

Il Museo di Arte Asiatica è stato fondato dal diplomatico greco Gregorios Manos (1850-1928) . Esso raccoglie tutta l’arte e le antichità dell’Estremo Oriente e  dell’India . Si è ampliato  nel 1973 con delle donazioni di 400 opere provenienti dall’Asia. Al presente gode di un riconoscimento a livello mondiale per il valore e la molteplicità delle sue collezioni . Esse sono così suddivise:

Le mostre del Museo di Arte Asiatica sono esposte non solo come capolavori, ma in modo tale da illustrare sia le somiglianze che le differenze dell’arte di ogni paese e periodo. Esso ingloba inoltre:

  • Laboratori specializzati nel restauro della carta, del legno, della ceramica e dei metalli;
  • Uffici e magazzini;
  • Un archivio fotografico;
  • Una ricca biblioteca;
  • Una moderna aula magna.

5 Palazzo Reale

Nel 1919 il  Museo di Arte Asiatica  è stato sistemato nel magnifico Palazzo di San Michele e San Giorgio ( o Palazzo Reale) . Quest’ultimo è la struttura più significativa, lussuosa e imponente del dominio inglese, ( 1814 – 1864) che protesse la riunificazione  delle isole Ionie con il resto della Grecia. Originariamente è stata abitata dal governatore Sir Thomas Maitland,  e ha ospitato pure l’Ordine di San Michele e San Giorgio.

A cavallo delle due guerre mondiali il  Palazzo di San Michele e San Giorgio  è stato utilizzato come contenitore per varie emergenze. Rinnovato dopo gli anni ’50 esso si distingue per il suo stile neoclassico e la pietra maltese di cui è fatto. Al piano interrato ci sono le sale espositive, alcune delle quali sono destinate ai cimeli del senato ionico.

6 Spianada

La Spianada è il maestoso polmone verde (adibito spesso a campo da cricket, da buon retaggio inglese!)   che divide Corfù città dalla Fortezza Vecchia . Si chiama così perché deriva da una parola veneziana che significa ‘aperta ‘.  Questo perché si fa riferimento a tutta quella superfice qui demolita dalla Serenissima  (1576) per inserire i cannoni e proteggere la sua colonia.

La Spianada  è uno dei siti più popolari di Corfù città ed è considerata la piazza più grande dei Balcani. Ad arricchirla c’è vicino il Liston , che è il celebre colonnato con tanti localini strapieno di turisti a ogni ora. Questo porticato è stato fatto da Matthew de Lesseps su modello della Rue de Rivoli di Parigi nel XIX secolo. Inizialmente pare che solo una stretta cerchia di persone in lista potessero accedere dentro il loggiato (da cui il nome!). Tra le altre perle nelle vicinanze merita un accenno il Duomo dei Santi Giacomo e Cristoforo in stile rinascimentale. A navata unica con sei cappelle laterali fu eretto nel XVI secolo e  distrutto dai bombardamenti dei tedeschi del  ‘43 e poi rifatto nel 1970.

7 Fortezza Vecchia

Vi consiglio di fiondarvi nella Fortezza Vecchia   soprattutto al calare del sole che sprofonda lentamente all’orizzonte. Mi ringrazierete! Qui è dove cercare l’insediamento primordiale di Corfù città che ha la sua genesi come paleopoli nella penisola di Kanoni . Per raggiungerla si attraversa un ponte che dà su un fossato. Fu iniziata dapprima dai bizantini e poi conclusa nel XVI secolo  dai veneziani  per contrattaccare i Turchi .

Alla fine di una galleria si entra nella cittadella che vanta un complesso straordinario che riassumo qui di seguito in breve:

windmill-mon-repos-corfù-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Clicca qui per itinerario su Google Map

Secondo giorno. Altre 6 cose da fare a Corfù città.

Non avrei mai pensato che il quartiere ebreo di Corfù città fosse così suggestivo. Mi ci sono addentrata presto la mattina per scattare delle foto e immortalare gli scorci più belli. Devo ammettere che ogni tanto ho avvertito il fastidio dell’afa. Quando l’ho sentita tutta addosso sono corsa ai ripari all’ombra dei balconi adorni di bouganville e altri fiori colorati. Tutte le volte che ho voluto scovare qualcosa di nuovo mi è sempre bastata una semplice passeggiata!

Proseguendo verso sud di Corfù città mi sono completamente persa nello splendore di questo angolo che è incredibilmente magica. La calura a mezzogiorno è stata al suo picco. Qui ho rimediato con un tuffo a mare che,  pur essendo quello del porto, è stato limpido come un cristallo. Abbellito da un vecchio mulino , questo tratto cittadino è molto frequentato perché comodo da raggiungere per i bagnanti. Poco più in là mi sono inoltrata nella tenuta reale di Mon Repos  da cui dopo mi sono avviata verso la deliziosa cittadina di Kanoni . Qui ho assistito a una sfilata di moda davanti uno scenario da copertina: una vecchia chiesa greca e isolotti costellati da ville magnifiche e imponenti. Per capire meglio le meraviglie di cui sto parlando date un’occhiata in basso!

1 Sinagoga

Come accade in ogni parte del mondo anche a Corfù città   gli ebrei si sono rifugiati a seguito della loro diaspora. Hanno cominciato a colonizzarla dall’occupazione degli Angioini fino a quella dei veneziani che li hanno protetti e salvaguardati per interesse. Gli ebrei si sono fatti valere come abili banchieri . E poiché hanno sempre fatto comodo sono stati spesso esentati da tasse. Questo fatto insieme ad altri privilegi hanno scatenato l’ira degli altri cittadini che hanno lottato per  recluderli in un ghetto.

Delle quattro sinagoghe ne rimane solo una al civico 4 di via Velisariou risalente al XIX sec. Si tratta di un complesso monastico con finestre ad arco e facciate quasi disadorne. Dentro è colmo di preziose iconografie di importanti pittori (Kantounis, Koutouzis). Nel primo livello ci sono gli uffici della comunità ebraica e la sala funeraria. Al secondo invece c’è l’area di culto. Inoltre, una targa esterna ricorda i natali del celebre scrittore Abraham Albert Cohen (1895-1981)

2 Casa Parlante

Tra tutte le gemme di Corfù città   mi ha particolarmente entusiasmato la Casa Parlante in Nikiforou Theotoki 16. Una tipica abitazione del XIX sec. che fa rivivere il benessere di quell’era che è stata la golden age dell’intera isola. Cioè di quando parecchi nobili hanno profittato delle speculazioni straniere.

Lo staff della Casa Parlante che mi ha accolto è stato molto professionale e gentile. Mi hanno fatto accomodare, e nell’attesa del mio turno mi hanno servito un distillato di rose. Buonissimo! Doveva essere lo stesso che era servito agli ospiti dei ricchi padroni. Nella  Casa Parlante  ci sono diverse stanze che raccontano i vari momenti della vita  quotidiana dei gentilizi isolani . Da come pranzavano a come prendevano il tè.  Da come educavano i figli all’uso della toilette. Dallo studio alle stanze della servitù. Gli attori sono stati dei robot esemplari che hanno interpretato i membri di una famiglia aristocratica di allora.

3 Museo Archeologico

Il Museo Archeologico  in Vrela Armeni 1  è del 1962 . Da principio è stato studiato per conservare i resti del  Tempio di Artemide in stile dorico ritrovato durante le guerre Napoleoniche. Il pezzo forte è una rappresentazione di Gorgone in pietra (590-580 aC),  che è la più antica di quelle rimaste dell’antica architettura greca.

Dal 1994 il  Museo Archeologico  raccoglie 1.600 reperti che narrano dalla preistoria alla tarda antichità dell ’isola di Corfù  . Le collezioni riguardano reperti di:

4 Windmill 

Dopo tanta cultura mi sono fermata per un bagno nella baia di Garitsa . Alla fine del molo fa bella mostra un mulino a vento detto Anemomylos . Questo è opera dei veneziani allo scopo di produrre grano. Fu ritoccato nel 1998 e caratterizza questo punto di Corfù città   . La Repubblica Marinara  del Veneto si è sempre  preoccupata di tutelare i suoi domini mettendoli in grado di provvedere a sè stessi .

Ci sono tanti bar e localini dove qui che è anche appellata in inglese windmill  .  Si può sostare sostare per mangiare o bere qualcosa. Non è necessario indirizzarsi troppo lontano per naufragare in mondi esotici distanti come le Maldive o simili. Dovremmo imparare ad apprezzare molto di più quello che è vicino a noi.

5 Mon Repos

In dieci minuti ho poi raggiunto un altro gioiello di Corfù città    , ovvero il parco di  Mon Repos    . Dentro questo bosco di 104 ettari ci si può comodamente venire per un picnic (portatevi qualcosa dietro perché non ci sono negozi) o per nuotare tra i pesci. Di forte impatto è una  villa estiva in stile neoclassico del 1924 fatta per volere  dell’Alto Commissario Frederick Adam .   Questa è  passata al principe Filippo marito della regina Elisabetta. .  Oggi è un museo che vanta svariati ritrovamenti (fatti tra il 1936 e il 1955) bizantini, suppellettili e vestiti dell’egemonia  britannica.

6 Kanoni

Kanoni è un delizioso posto di villeggiatura che fiancheggia l’aeroporto . Battezzata così  per un cannone dell’artiglieria francese ivi presente, fronteggia i simboli di Corfù città  . Questi sono:

Gouvia-Ipsos-Vido-Corfù-wine-travel-blog-welovitalyeu

Terzo giorno. Ancora 4 cose da fare a Corfù città e dintorni

Corfù città  mi ha stregato. Il terzo giorno l’ho passato a contemplare le fortezze , altri musei e l’isolotto di Vido . Non ci sono parole per descrivere  la profondità della cultura corfiota e il fascino dei suoi paesaggi. Mi sono resa conto che qui hanno provato a convivere razze diverse nel corso dei secoli . E quello che ne è venuto fuori è una raltà cosmopolita che non ha nulla da invidiare ad altre capitali europee!

A Corfù città non ho mai smesso di provare forti emozioni , dal labirinto del suo  centro storico  fino  alle sue scogliere da sogno. Ovunque ho alzato gli occhi c’è stato un particolare che mi ha attratto. Questo modo di conoscere l’ambiente circostante è stata la mossa vincente. Staccarsi da una guida cartacea e vagare senza orologio o bussola, lasciarsi andare  ha indiscutibilmente  il suo perché !

1 Museo Bizantino di Antivouniotissa 

Il Museo Bisantino di Antivouniotissa  è un museo che celebra la gloria dell’arte bizantina che ha toccato l’apice della sua gloria durante la presenza dei veneziani. Creta ne è stata  il centro di massima diffusione.  Fino all’arrivo dei Turchi, quando parte del meglio delle maestranze si è catapultata a  Corfù città .

Al  Museo Bisantino di Antivouniotissa Vi si accede dalla monumentale scalinata di via Arseniou che costeggia il lungomare. Esso è ricavato su due palchetti della  Basilica di Panagia Antivouniotissa  (XV sec.) . Qui sono custodite icone rare firmate e anonime, oggetti in argento, abiti accuratamente ricamati e altro ancora. Nato grazie all’iniziativa dei suoi proprietari (le famiglie Mylonopoulos, Rizikaris e Scarpa) che lo donarono allo Stato Greco nel 1979,  è stato inaugurato nel 1984 . E non si  smette di celebrare la santa messa nelle feste mariane del 26 Dicembre e del 23 Agosto.

2 Vido

Vido invece è una piccola isoletta boscosa a un miglio da  Corfù città .  Ci sono delle  barchette che mi ci hanno portato con 4 euro (verificate sempre gli orari di persona). Essa è stata una roccaforte ottomana per gli assedi e dopo è stata trasformata in prigione. Durante la prima guerra mondiale vi si sono ritirati 150 000 soldati serbi in fuga dalla patria. Ci si sono confinati per fare la quarantena per la peste ed evitare epidemie per tre anni, ma  sono morti quasi tutti. I loro corpi sono stati consegnati al mare che qui è tristemente noto come blue grave. Per commemorare quel tragico evento è stato innalzato un mausoleo commemorativo dall’artista Nikola KnJazev nel 1936. A Vido si possono fare lunghe passeggiate fino alle spiagge seguendo le indicazioni della riserva naturale. Sono presenti anche punti di ristoro.

3 Gouvia  

Sinceramente Gouvia  non mi ha fatto impazzire. L’ho trovata molto commerciale. E  questo perché da  tranquillo villaggio di pescatori si è evoluta  in una località turistica molto affollata da tedeschi e olandesi. Per cui troppo cemento, cioè quello deli residence e degli hotel. Questi  fanno comodo ma quando sono tanti deturpano ogni cosa. In compenso il relax e il divertimento è assicurato specie  nel porticciolo turistico e nelle spiagge adiacenti.

L’unica nota positiva di Gouvia  è il panorama frontale con la Chiesa di Ypapantis . Essa è collegata al prоmοntoriо di  Kοmmeno da un ponte. Del 1713 è stata eretta durante la reggenza del doge Daniel Kombitsi. Si è deteriorata nei vari passaggi di proprietà delle famiglie Theotoki e Scarpa. Fino a quando nel 1996 Eleftherios Lingos si è impegnato per ripristinare la sua luce dalle fondamenta.

4 Ipsos

Ipsos  è al contrario più carina. C’è  una stretta spiaggia di ghiaia costellata da ombrelloni e lounge bar . Per lo più mi sono accorta che è per un target di giovanissimi. Posso affermare che mi ha un po’ più elettrizzato di Gouvia .  Sarà perché ho preso un fantastico Martini bianco in riva al mare e mi sono fatta coccolare dalle onde! In lontananza ho intravisto delle colline sinuose sulle quali si adagiavano delle ville molto eleganti abbracciate da giganteschi alberi.

Kassiopi-Sidari-Paleokastritsa-Corfù-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Quarto giorno a Nord dell’isola di Corfù

A nord l’isola di Corfù  fa da padrone  il Monte Pantokrator , che è la vetta più alta con i suoi 900 m di quota . Esso è  facilmente raggiungibile anche in bici.  Per gli appassionati di montagna e di trekking può essere sicuramente un diversivo. Da non farsi scappare è il paese fantasma di Perithia,  fiorente fino a quando è stato abbandonato nel 1960 . Si è ravvivato per una nicchia di forestieri curiosi che qui hanno la possibilità di trovarci tanta tranquillità.

Dalle cime del Monte Pantokrator lo sguardo a settentrione è rapito dalle distese di ulivi centenari (in tutto circa 4 milioni) piantati per fornire prima a Venezia olio per lanterne e insalate. Naturalmente adesso la produzione di olio extravergine di oliva è una considerevole risorsa economica nazionale.

Per continuare a nord verso  oriente e occidente sarete folgorati dall’infinità delle coste che da frastagliate si fanno via via più sabbiose. E se per caso capitate a Sidari l’obiettivo della vostra macchina fotografica sarà puntato su Capo Dastris. Questa scogliera aveva già conquistato l’attenzione di Lord Byron perché gli ricordava lo spettacolo naturale di Dover sul canale della Manica.

Kassiopi 

Kassiopi mi ha letteralmente folgorato. Fondata forse da Pirro , si affaccia a nord est dell’isola di Corfù  sulle coste albanesi.  Si è presentata in tutto il suo charme con una piazza centrale molto ben curata. Da qui mi sono poi diretta a perlustrare le sue sontuose insenature e la marina in cui sono attraccate barche di ogni tipo.

Di notevole impatto è anche il castello bizantino che l’ho però trovato in uno stato di totale abbandono. Non sono rimasta indifferente al candore della Chiesa di Panagia  Kassiopitra fatta su un precedente tempio di Cassius Zeus (in onore del quale è stato battezzato il borgo marinaro!).  Il suo aspetto attuale di chiesa romano cattolica è del XVI secolo . Ha subito varie modifiche sotto i veneziani.

Sidari

Continuando verso ovest da Kassiopi verso Sidari lungo  il tragitto in autobus ho dato uno sguardo ad Acharavi e Roda . Queste ultime sono amate dagli stranieri per la comodità di ogni tipologia di servizi turistici (essendo piene di spiagge poco profonde e sabbiose).

Ma se si vuole il massimo dello scenario Sidari è indiscutibilmente quello che fa per voi. Oltre a mille svaghi come una intesa vita notturna e sport acquatici come snorckeling e surf  il richiamo per antonomasia qui è il celebre Canal D’Amour. Questa è una calanca di arenaria che è stata modellata dal vento e dal mare , che a quanto pare porta fortuna a chi vuole sposarsi!

Paleokastrista

Paleokastritsa è un miracolo di due insenature e sei spiagge da favola per dimenticare ogni problema. Secondo la leggenda, sarebbe stata proprio questa l’ultima la fermata di Ulisse prima di fare ritorno a Itaca. La sua trasformazione da villaggio marinaro a destinazione turistica esclusiva è stato per merito dell’Alto commissario britannico Frederic Adam. Anche Guglielmo II  l’ha apprezzata tanto come soggiorno di un certo livello e tale è rimasto fino e dopo gli anni Cinquanta.

In questi paraggi vale la pena ammirare il castello di  Angelocastro   fatto da Michelangelo I, principe dell’Epiro (10 minuti di scalini!) . E ancora il villaggio montano di Lakones (se siete automuniti)  e il famoso Monastero Panagia .  In quest’ultimo  posso assicurare che esserci stata è stata una sensazione incredibile. Mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Una senso di pace mi ha pervasa quando mi sono addentrata nei meandri di questo spazio sacro. Accanto alla Grotta bar ho poi sorseggiato un caffè e mi sono sentita come a Positano nella Costiera Amalfitana.

corfù-cosa-fare-5-giorni-nell-isola-wine-travel-blog-weloveitalyeu

 

Conclusioni a Corfù

Purtroppo il mio viaggio nell’isola di Corfù  è durato poco. Ma presto tornerò perché me ne sono innamorata. Sarà perché somiglia molto alla mia Sicilia. Prima della partenza ho fatto un aperitivo a Imabari nello stabilimento balneare di Faliraki (sotto la old city) . Non c’è sabbia o ciottoli , ma una sorta di basamento da cui tuffarsi in mare non spostandosi molto dalla città. Ecco perché ho avuto difficoltà a ritagliarmi un posticino tutto per me!

Quando decidere di volare verso l’isola di Corfù ?. In verità ad ogni stagione, visto che il clima qui è mite tutto l’anno. Tuttavia è preferibile scegliere la primavera o i mesi di Giugno e Settembre, cioè di inizio e fine estate. Le temperature miti aiutano meglio ad apprezzare questo paradiso terrestre, a cui si possono aggiungere le vicine Paxos (una magnifica isola a sud ) e Saranda in Albania . Per info sulla prima cliccate su Ferryhopper e sulla su Finika lines  . Allora cosa aspettate a staccare il biglietto? Non esitate, perché sarà un’esperienza indimenticabile. D’altronde se Sissi , Guglielmo II, Filippo marito della regina Elisabetta e il miliardario russo Roman Abramovic hanno deciso di viverci ci sarà un perché ! Buon viaggio!

Ristoranti consigliati:

Info generali su Corfù: 

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Banksy

Banksy

“Nothing in the world is more common than unsuccessful people with talent, leave the house before you find something worth staying in for. ”
Banksy

Banksy, l’anima pop di Bristol

Classe 1974, Banksy è uno degli street artist più famosi al mondo. Non ci sono dubbi al riguardo! Nel giro di poco tempo la sua notorietà è aumentata sempre di  più. Originario di Bristol  la sua esistenza è avvolta dall’anonimato, che a quanto pare inizialmente è stata involontaria. Cosa che però per ovvie ragoni gli è tornata comoda, visto che ancora non ha deciso di mostrare il suo volto a nessuno!

Pare che  sia  stata colpa di alcuni giornalisti di Londra! Questi non avrebbero avuto molta voglia di identificare uno a uno a  Bristol   il personaggio che imbrattava la capitale inglese. Perciò hanno dato per scontato (non avendo mai saputo realmente chi fosse) che Banksy  si mantenesse in incognito per volontà sua. Scopriamo qualcosa di più su questo personaggio straordinario in questo articolo!

Chi è Banksy? 

Chi è Banksy allora? Bella domanda!  Ci sono varie  ipotesi , tra cui quella che sia una donna o addirittura un gruppo di sconoscuti. Comunque, in riferimento alle tesi più accreditate del momento, una di queste due personalità   potrebbe essere Banksy:

Banksy, qualcosa sulla sua biografia

Come potete capire Banksy è un rebus da risolvere.  Ma questo ha ulteriormente rafforzato il suo successo. Ci sono molti comunicati sparsi sulla sua biografia.  Come per esempio la leggenda legata al suo nickname, che  farebbe riferimento alle sue doti calcistiche. Infatti pare sia stato inventato in base al nome del mitico portiere Gordon Banks . A diffondere questa  congettura sarebbe stato Nobby Stiles, calciatore del Manchester .

Sveliamo qualcosa sulla sua famiglia e la sua adolescenza  secondo alcuni studi pubblicati sul ‘Mail on Sunday’   nel 2008.  Banksy sarebbe cresciuto a Yate, un sobborgo piuttosto malandato di Bristol  . Figlio di un tecnico stampanti e di un’infermiera, avrebbe frequentato una scuola privata. Ma non si sarebbe mai iscritto a nessuna facoltà a indirizzo artistico.

‘Barton Hill’, starting point dell’arte di  Banksy

Dati più sicuri sono quelli che riguardano  la susseguente carriera   di Banksy . A ‘Barton Hill’ ,  un’ area periferica di Bristol, sarebbe iniziato il suo amore  per la street art . Cosa che si è  concretizzata inizialmente nel dipingere le pareti di un’assocazione  giovanile di accoglienza.

Successivamente nel 2000  Banksy  si è trasferito a Londra , che  ha rappresentato il  trampolino di lancio per i suoi primi esordi artistici  (soprattutto da Shoreditch  a Portobello Road). Da allora in poi si è spostato parecchio,  e   negli USA  è rimasto per ben un mese.

L’arte secondo Banksy

La street art di Banksy è irriverente, ribelle ed è intrisa di una satira pungente. Le sue opere sono graffiti che hanno come tema:

  • Politica;
  • Cultura;
  • Etica;
  • Brutalità della società moderna;
  • Sfruttamento degli animali.

Le  tele di Banksy sono le superfici di spazi pubblici in disuso e abbandonati . Un modus operandi di natura anarchico e sovversivo, che spesso gli ha causato guai con la legge!

Oltretutto per scongiurare l’arrivo della polizia e velocizzare i tempi delle sue creazioni,  Banksy è dovuto ricorrere alla tecnica dello stencil  .

Cosa è lo stencil

Cosa è lo stencil ? Si tratta di riprodurre sagome sui muri attraverso degli stampi di carta, che poi sono spruzzati di colore nero . Suo maestro in questo campo è stato l’artista francese Blek Le Rat. La conferma della sua firma la rivela attraverso i suoi canali sociali, come quello di instagram.

Lo stencil  è per Banksy qualcosa di immediato da realizzare , ma che parimenti affida all’apparente e voluta semplicità della composizione il compito di denunciare ogni forma di abuso. Con tutti i problemi e le difficoltà della nostra società a Banksy non mancheranno certamente gli spunti per avere altro per cui fare rivoluzioni con bombolette a spray!

memorabili tasselli del mosaico Banksy!

Banksy è un artista poliedrico che spazia da opere di strada di enormi dimensioni a progetti multimediali e di altro genere. Non si sa mai cosa gli salta in mente. E credo che sia questa la sua arma vincente e il segreto della sua popolarità. Altrimenti non si spiegherebbe come mai si fanno art exhibition rivolte al suo genio artistico in ogni angolo del pianeta.

In basso vi propongo delle pazzie artistiche di Banksy che  lo hanno immortalato nell’eternità. Da quadri che ha fatto fuori mentre erano acquistati a prezzi vertiginosi a negozi che hanno avuto la durata di un battito di ciglia. E il bello penso che debba ancora venire. Ci si può aspettare davvero di tutto da Banksy!

banksy-mostra-museo-dello-olio-livorno-wine-travel-blog-weloveitalyeu

‘The Girl with the balloon’ 

 ‘The  Girl with balloon’  del 2022  è il graffito di una bambina che lancia un palloncino rosso a forma di cuore. Simbolo indiscusso di  speranza, esso si ammira nelle scale del Waterloo Bridgesul lato di South Bank a  Londra.

Nel 2018 l’iconica ragazzina venne battuta all’asta di ‘Sotheby’s’ per poi essere distrutta nello stesso attimo della vendita! Aperta protesta quella di Banksy contro la mercificazione dell’arte. Nel 2019, più di 500 suoi lotti sono stati battuti per un valore di circa 23 milioni di dollari.

thnik-tank-copertina-album-blur

2.  ‘Think Tank’  

Nel 2023 Banksy ha eseguito il disegno per  la copertina di ThinkTank, settimo album dei ‘Blur’ Il gruppo musicale era stato già reduce da molt problemi di salute e perdizione dei singoli membri. Il disco era nato in Marocco , dove avrebbero abitato in una sorta di riad tra gli ulivi.

Le visioni avute a Marrakech, furono tante insieme a dissenteria. Tra le loro  visioni mistiche si racconta di ambulanti  andalusi  che strimpellavano  melodie senza senso , o trattori presi a bastonate e altre follie. Per cui Banksy è stato il fiore all’occhiello per etichettare le loro note più popolari.

3. ‘Flowers’ 

‘Flowers’ del 2005  è il graffito di un manifestante con il volto coperto che lancia un mazzo di fiori. Anche qui c’è allusione al desiderio di pace. ‘Flowers’   è stato fatto sulla cortina eretta da Israele per isolare la Cisgiordania.

In questi paraggi nel 2017 Banksy ha pure  arredato il   ‘Walled Off Hotel . Questo è un albergo gioiello, e volutamente ha decorato le stanze con affaccio sulla barriera di separazione israeliana a Betlemme. Un gesto decisamente provocatorio per attirare l’attenzione verso questa realtà disumana.

Altre cose strane di Banksy! 

Difficilmente si potrà mai avere un’idea completa di Banksy . Per questa ragione bisogna accontentarsi di pillole informative sul suo conto . Senza logicamente  dare mai  nulla per definitivo, perché ci potrebbe sempre essere qualche altra stupefacente novità che stravolge!

banksy-napoli-madonna-con-pistola-venezia-il-naufrago-bambino-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Banksy in Italia

Anche in Italia sono presenti opere di Banksy:

Non si finisce mai con Banksy!

Impossibile dilungarsi ancora su tutto quello che è l’arte di Banksy . Tra le altre cose spesso si è presentato all’interno dei più gradi musei del globo. Ci ha lasciato di nascosto caricature di capolavori . Ovviamente l’intento è stato quello di sottolineare il suo essere un fiero detrattore del feticismo collezionistico.

Banksy non finisce mai di stupire. Adesso vi propongo di seguito qualche chicca del genio della bomboletta , che ho beccato negli angoli più nascosti di Bristol .

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Bristol

Bristol

“Alcune persone vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo rendere il mondo un posto più bello. Se non ti piace, puoi dipingerci sopra!”

Banksy

Bristol   

Bristol   è una città inglese che sicuramente si può girare in un weekend. Si trova a Sud Ovest della Gran Bretagna (nel Sommerset). Bagnata dal fiume Avon, che la divide da Cardiff  nel  Galles, conta una popolazione di circa 460 0000 abitanti. Un gioiello moderno incastona nell’isola che è facilmente raggiungibile con un volo diretto dall’aeroporto di Pisa!

Si può dire che Bristol    è il sesto centro più popoloso d’Inghilterra e l’ottavo del Regno Unito. Nonostante Bristol sia poco estesa geograficamente, la sua archittettura urbanistica è simile a quella di una metropoli. C’è molto da vedere e da fare a Bristol   . E potrebbe essere  una valida alternativa a Londra! Scopriamo di più su Bristol    in questo articolo. Magari potrebbe essere la vostra prossima metaà per una vacanza!

Bristol, alla ricerca di Banksy!

Senza esitare troppo a fine Gennaio ho fatto le valigie e sono partita per  Bristol   , dove è nato Banksy. Questi  è  il più famoso street artist al mondo . Mi sono appassionata alla sua arte . Ed è stato uno dei motivi per la mia partenza per la cittadina inglese. Il risultato è stata un’esperienza magnfica che auguro anche a voi di fare.

Oltretutto qualche settimana prima ho anche visto una sua bella mostra al ‘Museo della Città Polo Culturale Bottini Dell’Olio’ di  Livorno . Mi sono divertita tantissimo a Bristol     e in tre giorni potrete farvi un’ idea di cosa offre da fare  e vedere .  Volevo ringraziare John Nation, esperto di graffiti e guida turistica di Bristol per i suoi presiozi consigli. Buona lettura!

La  storia di Bristol

Per quanto riguarda le origini di Bristol ,  la sua storia risale all’epoca anglosassone. Allora era poco più di un villaggio intorno a un ponte di legno, che è l’esatta traduzione del suo antico appellativo, cioè ‘Brycgstow’  .

L’insediamento a Bristol     iniziò a crescere sempre più .  Durante il periodo dei Normanni, Bristol    cambiò aspetto .  E a poco a poco sparirono i terrapieni sassoni. Per volere di Guglielmo il Conquistatore le primitive difese  furono sostituite con una cinta muraria e un castello.

Il castello normanno

I resti delle fortificazioni sono oggi visibili  a Castle Park’. L’impianto stradale assunse una sua forma. E il centro della città diventò il punto  in cui convergevano quattro strade principali . Lo stesso snodo in cui oggi si incontrano High Street, Corn Street, Broad Street e Wine Street.

Per continuare, durante il Medioevo il commercio a Bristol  divenne sempre più importante. Le barche salpavano per l’Irlanda, la Francia, la Spagna e il Portogallo . Esse erano cariche di manufatti e tessuti realizzati con lana di Cotswold.  E tornavano con vino, pesce, pelli, mais e ferro. La  potenza commerciale di Bristol  era garantita soprattutto dai traffici portuali . Cosa che le assicurò una ricchezza superiore a quella della regione a cui apparteneva!

Giovanni Caboto e la partenza per il Nord America

Successivamente nel 1497 Giovanni Caboto prese il largo da  Bristol   con la nave ‘Matthew’  e  scoprì il  Canada . Enrico VII finanziò il progetto intuendo le potenzialità dell’impresa. L’ardito Genovese , come Cristoforo Colombo , volle trovare una via alternativa  per approdare in Asia via mare.

Così come era usale all’epoca, Giovanni Caboto seguì la rotta verso Ovest attraverso l’Atlantico . Questo per raggiungere la terraferma, che era identificata erroneamente con le Indie.

Che fine fece Giovanni Caboto? 

Chiaramente la gloria della spedizione di Giovanni Caboto dette a Bristol una fama planetaria. E  alla Gran Bretagna egli consegnò il dominio sul Nord del ‘Nuovo Mondo’. Fu il secolo delle esplorazione transatlantiche inglesi. Pare che Giovanni Caboto fosse ripartito una seconda volta per quei luoghi lontani.

A parte che tra la ciurma c’era il figlio Sebastiano e che si toccò il Labrador, non ci sono altre informazoni al riguardo. Anche l’enigma sulla fine di Giovanni Caboto è abbastanza fitto. Non si sa se sia morto durante la navigazione. O se il vascello fosse naufragato durante il tragitto . O se ci fosse stato un ammutinamento da parte dell’equipaggio.

 

Bristol e il sanguinoso commercio degli schiavi  

Purtroppo Bristol (insieme a Liverpool) è tristemente nota per la tratta degli schiavi. Nell’era dell’interregno di Oliver Cromwell (1649-1660) , i manufatti locali (oltre ai tessuti, carbone, piombo e pelli di animali) erano esportati in Africa. A Ovest di questo continente si scambiavano questi beni con persone. Le stesse che in seguito si vendevano oltreoceano .

Questo accadeva per farli lavorare nelle piantagioni di zucchero, tabacco, rum, riso e cotone. A volte in Europa si adoperavano come servitù per le famiglie più aristocratiche. Qualcosa di meno faticoso, ma non sicuramente di più lodevole!

Una triste pagina della storia della umanità 

Qualcosa di davvero orribile.  Una mercificazione di cane umana che ammontava a circa a 500 000  crani! Per le condizioni disumane in cui erano tenuti, molti di questi poveri uomini morivano prima di essere sfruttati. Perché non avevano cibo a sufficenza e acqua , e altro ancora. 

C’è da sottolineare che in questa barbaria organizzata erano conivolti anche altri popoli tra cui Portoghesi, Olandesi e Francesi. Disgraziatamente la desolante piaga dello schiavismo ebbe il suo culmine tra il 1730 e il 1745.  Per fortuna poi si abolì con lo ‘Slave Trade Act’  del 1807 .

Edwuard Colston un Inglese da dimenticare!

Attualmente esistono a Bristol tutta una serie d’ iniziative per ricordare quello che non deve mai più succedere! Per esempio nel 2020 si ribattezzò la vecchia sala concerti ‘Colston Hall’ in ‘Bristol Beacon’ .   L’enorme edificio della   ‘Colston Hall’ era dedicato a Edwuard Colston (1636-1721).

Edwuard Colston era un commerciante inglese, che si arrichhì  con il sangue degli africani deportati. Alla luce delle sue nefandezze , le sue opere caritatevoli furono messi in discussione. Visto appunto  come si era guadagnato i soldi!  E al presente a Bristol si sta cercando di eliminare o modificare tutto quello che è a lui intitolato . Come un suo mezzo buzzo in bronzo  distrutto e gettato via da un gruppo di cittadini ribelli.

L’era moderna, Bristol

A prescindere da tutto e dopo un breve tracollo finanziario, nel XIX secolo Bristol  continuò a prosperare . Era sostenuta da nuove industrie e da nuove entrate finanziare. Però la Seconda Guerra Mondiale segnò fortemente la cittadina, visti i pesanti bombardamenti subiti.

Non tutto il male vien per nuocere! Almeno il dopoguerra si rivelò per Bristol  fondamentale per la sua riprogettazione urbana. Una ricostruzione che interessò notevoli complessi quali:

  • La ‘Council House’ (1956): sede del consiglio di stato fu costruito a forma di mezza luna dall’architetto Vincent Harris ;
  • Il ‘Broadmead’ : concepito nell’autunno del 2008, questo è un grosso centro commerciale con circa 300 negozi , bar, locali e sale multimediali;
  • Il ‘Royal Portbury Dock’ : edificato negli anni ’70, questo è un porto per l’importazione di auto e altri tipi di veicoli a motore.

L’ economia di Bristol

Attualmente Bristol  può contare su un’economia in crescente sviluppo, che, basata su un efficiente sistema bancario  comprende:

  • Agricoltura (frumento , orzo , avena e segale);
  • Pastorizia (con allevamenti concentrati sugli ovini di cui è il primo esportatore in Europa);
  • Industria di vario tipo (di raffinerie, chimiche, petrolchimiche, meccaniche e tessili).

‘Cabot Circus’ 

Dall’aeroporto di Bristol ci ho impiegato venti minuti con il bus per arrivare alla city center (13 km di distanza) . Prima fermata è stata quella di ‘Cabot Circus’ , che è una zona molto residenziale. Questa è caratterizzata dalla presenza di un omonimo ed enorme mall dal tetto trasparente. Esso è strapieno di ristoranti e cafè .

Ci si perde a ‘Cabot Circus’ , e gli Inglesi lo usano spesso come putno di ritrovo. Per stare con gli amici, passare del tempo a fare spese negli shops alla moda. Ci sono le firme più prestigiose e si può anche mangiare e bere , o assaggiare degli ottimi gelati o dolci.

‘Hampton by Hilton’ , dove dormire a  ‘Cabot Circus’

Cinque minuti di passeggiata e mi sono ritrovata nel mio albergo, che è  l’‘Hampton by Hilton’  .  Ve lo consiglio , un po’ vintage ma spettacolare per altri aspetti, quali :

  • Reception aperta anche la notte;
  • Staff gentile e professionale;
  • Colazione internazionale: dal dolce al salato troverete davvero di tutto;
  • Camere ampie, insonorizzate, molto eleganti e dotate di bagno privato e tutti i comfort (TV, aria condizionata e calda, ecc. ).

Cosa fare a  ‘Cabot Circus’ 

 ‘Cabot Circus’ è perfetta per alloggiarvi perché è viva e connessa con i mezzi al resto del territorio. Potete anche fare un salto per esempio nel Galles e perlustrare delizione località inglesi quali :

3-cose-da-vedere-a-park-street-bristol-wine-travel-blog-weloveitalyeu
Clicca qui per itinerario a piedi a  Park Street   su Google map

Venerdì  mattina a ‘Park Street’ 

‘Park Street’  è un distretto culturalmente molto ricco. Nei dintorni vale la pena vagabondare  nella vecchia galleria di arte di   ‘Royal West of England Academy’. E se volete osservare Bristol  in tutto il suo splendore, potrete salire in cima  alla ‘Will Memorial Building’ . Questa è la torre dell’università di Bristol , tappa d’obbligo per i giovani laureati!

Per i palati più sofisticati da provare è  il ‘Browns Restaurant’ , che è stato costruito sulla base del ‘Palazzo del Doge di Venezia’. Per i wine lovers è assolutamente una garanzia la cantina ‘Averys Wine Merchants’ in 9 Culver St, Bristol BS1 5LD, Regno Unito.

2 Cose da vedere a ‘Park Street’ 

1. ‘Cabot Tower’ : questa torre è alta 32 metri , e si trova nel parco collinoso di ‘Brandon Hill’, non lontano dal center di Bristol . Questa  è stata innalzata in onore di Giovanni Caboto, in commemorazione del 400 ° anniversario della sua spedizione. La sua costruzione cominciò  nel 1897 e si  completò nel 1898. In stile neogotico, essa è tutta composta di arenaria rossa e rivestita di pietra calcarea. Al suo interno c’ è una scala a chiocciola che è dotata di due pontegg  , che offrono uno incantevole panorama su Bristol ;

2. ‘Bristol Cathedral’: il duomo è situato nel centro storico di  Bristol. Fu fondato nel XII secolo come abbazia dell’ordine agostiniano, e divenne cattedrale nel 1542, in seguito allo scioglimento di monasteri ed abbazie voluto da Enrico VIII. L’ intero impianto architettonico giunto fino a noi incorpora solo poche parti della chiesa originale. Mentre è stato per lo più ampliato nel XIX secolo in stile neogotico. In essa si trovano sepolte numerose personalità storiche .

Da queste parti all ‘ 1 Unity St. l BS1 5HH  si cela  ‘Well Hung Lover’   di Banksy . Una vignetta  eseguita  su uno stabile, che era una clinica di salute sessuale.  Si intravede un uomo nudo appeso alla finestra della sua amante mentre sfugge allo sguardo del marito di lei .  Dopo una serie di diatribe comunali, ‘Well Hung Lover’   venne a essere il primo graffito  riconosciuto in patria  come legale. Esso è stato danneggiato  con delle macchie di vernice nel 2009 e nel 2018 con frasi offensive.

Il ‘British Museum’ di  Bristol

Non fatevi scappare poi  il  ‘Bristol Museum’  , che è un museo britannico con annessa pinacoteca. Il massive building che lo ospita  è in stile barocco edoardiano . Vi si puà accedere gratuitamente è internamente sono visitabili delle collezioni che  includono: geologiaarte orientale e storia di Bristol .

Di particolare interesse sono delle sezioni che sono rivolte alle ceramiche di Delft di produzione inglese. Al ‘Bristol Museum’   ho scovato un’altra genialata di Banksy che è il  ‘Pait Pot Angel’ .  Questo angelo con la testa coperta da un baratollo rovesciato di vernice rosa è un promemoria della  ‘Banksy versus Bristol’ , sua eclatante  exhibition tenuta in loco nel 2009 .

cosa-vedere-nella-old-city-bristol-wine-travel-blog-weloveitalyeu
Clicca qui per itinerario a piedi nella Old City su Google Map

Venerdì pomeriggio nella ‘Old city’ di Bristol 

L’ ‘ old city ‘ di Bristol   si sviluppa su Corn Street,  che è stato il cuore pulsante della vita amministrativa e finanziaria di tutta la comunità cittadina. Nel corso dei secoli si è trasformata nel salotto principale di Bristol un susseguirsi di strade irte e ciottolose dove pptere fare shopping e trascorrere tempo lbero.

Qui c’ era il vecchio quartiere dei mercanti. Adesso la cultura e la creatività si sono combinate insieme offrendo  attrattive incredibili, botteghe bizzarre e corner speciali . Si può ovunque  mangiare qualcosa di buono, e ascoltare della buona musica , come  all’ ‘Old Duke’ ( jazz) , o all’  ‘Bristol Hippodrome’  (genere del  west end).

2 Cose da vedere nella ‘Old city’ di Bristol 

1 . ‘Christmas’ Steps Market’: sono delle scalinate del 1600 su cui si stagliano bazar di abiti, scarpe, strumenti musicali, mobili e molto altro. Sono da ricercare anche le magnifiche caffetterie, e gli studi di vari artisti.

2 .  ‘St Nicholas Market’ : questo è il mercato inglese più vecchio in assoluto. Dal tipico aspetto vittoriano ha fatto la sua apparizione nel 1743. Si annida dentro il ‘Corn Exchange’,  che è la borsa di scambio merci di Bristol , che fa bella vista con il suo  gigantesco orologio . ‘St Nicholas Market’  è  tutto al coperto e troverete davvero di tutto. Sta aperto tutta la settimana tranne la domenica (gli orari variano per cui consultare il loro sito web) . Lunedì è il day  della cucina vegana, mercoledì e giovedì sono riservati i produttori agricoli locali, giovedì e venerdì si fa la fila per la  street food .

cosa-vedere-clifton-bristol-wine-travel-blog-weloveitalyeu
Clicca qui per itinerario a piedi a Clifton su Google Map

Sabato mattina  a ‘Clifton’ 

‘Clifton’ è il lato periferico di Bristol  , che   e verdeggiante ed è  perfetto per una bella passeggiata. Qui si possono contemplare eleganti palazzi  in stile  Georgiano e Regency. Si può anche gustare un afternoon tea in  qualche accogliente sala da tè , e godersi i ritmi pacati del succedersi delle ore.

‘Clifton’ è molto antica e prospera, che fu in gran parte costruita con i profitti del tabacco e della tratta degli schiavi . Situato a Ovest della  ‘ old city ‘ di Bristol    si è annesso a Bristol  durante l’ era georgiana e vi fu formalmente incorporato  nel 1830.

2 Cose da vedere a ‘Clifton’

1.‘Suspension Bridge’: questo è un ponte sospeso che attraversa l’ Avon ,  e che collegaClifton’ a Bristol  nel North Sommerset . Dalla sua inaugurazione nel 1864 è stato  a pedaggio , e le  varie  entrate fornirono fondi per la sua stessa manutenzione. Esso è stato fatto su progetto dell’ingegnere Isambard Kingdom Brunel .

Il ‘Suspension Bridge’ è il simbolo di Bristol  , e ve lo trovate dappertutto , su cartoline, materiale promozionale e siti web informativi. È stato sfondo per diversi film , pubblicità e programmi televisivi.

Per non farci mancare nulla, è stato anche teatro di diversi episodi storico culturali quali :

2. ‘The Downs’:  costituisce un’appezzamento di terra di 400 acri (1,6 km 2 ) , dove si cammina, e si pratica  jogging e sport di squadra . La sua posizione esposta lo rende particolarmente adatto al volo degli aquiloni .

Originariamente  ‘The Downs’ è stato a lungo devoluto al pascolo e alla agricoltura.  ‘The Downs’ è caratterizzato da ciuffi di biancospini  , ippocastani , pianeggianti distese d’ erba , e fini  case vittoriane .

Nell’Ottocento si svolgevano corse di cavalli , soprattutto a Pasqua , ma anche gare di lotta , di pugilato e di cricket . Non si è èersa la tradizione sportiva che va avanti con la Bristol Downs Football League che gioca su campi allestiti in modo permanente.

Shopping all ‘ ‘Arcade Clifton’ 

L ‘Arcade Clifton’ è una galleria commerciale vittoriana che vide la luce nel 1878.  Per un pò andò in rovina, ma è stato recentemente restaurato. La selezioni di shop di  tipologia insolita  è infinita, e ci si può tuffare in una vasta varietà di articoli desiderabili.

Da quelli economici a quelli selvaggiamente stravaganti. Da oggetti d’antiquariato, mobili e gioielli ad abiti firmati, interni contemporanei e arte (per non dimenticare i libri e la musica.

cosa-vedere-harbour-bristol-wine-travel-blog.weloveitalyeu
Clcca qui per itinerario a piedi nell’ harbour su Google Map

Sabato pomeriggio all’ ‘Harbour’ di Bristol 

A Bristol  il porto è di naturale fluviale (ricavato sul  fiume Avon). Esso si estende tra il  Redclffe Bridge e la Brunel Lock Road  per   70 acri. Forse attraversato già dai Romani, risale al 13 ° secolo, ed è sempre stato essenziale per la crescita di Bristol . La sua struttura odierna è frutto delle modifiche che sobo state fatte a partire dal  XIX° sec.

Dovete sapre che è questo bacino inglese è amorevolmente battezzato come ‘Floating Harbour’ , cioè gallegiante per il livello dell’acqua che è costantemente innalzato dalle maree.

Le jacked potatos allo ‘ Za Za Bazaar’ 

Senz’altro esso è il posto che mi ha affascinato di più per la sua vivacità ,  la sua eleganza e il food  a pranzo allo ‘ Za Za Bazaar’ all’ Harbourside, Canon’s Rd, BS5UH

Mi sono concessa le golosissime jacked potatoes, patate farcite con ragù e fagioli e cosparse di cheddar filante. Un must se siete a tavola con amci inglesi, da abbinare con a un paio di calici di birra fredda! Il  ‘Floating Harbour’ è una certezza in termini di divertimento, perché  è stracolmo di attrattive turistiche.

Cosa  vedere all’ ‘Harbour’

Se piove una soluzione formidabile è quella di entrare a due dei più simbolici musei di Brisitol che sono:

L’Harbour di Bristol , una giostra per i bambini e gli adulti

Se siete con i vodtri figli la piazza del ‘Floating Harbour’ si possono divertire con :

  • La  ‘SS Great Britain’ : al Great Western Dockyard, Gas Ferry Road  (XIX sec) si staglia imponente questo maestoso vascello, che è stato a servizio merci e passeggeri transatlantico . Il suo artefice fu l’ingegnere navale Isambard Kingdom Brunel, che apportò delle rivoluzioni teconoligche per consentire delle velocità più spedite.Tra queste:  l’uso di una elica a quattro pale invece delle tradizionali ruote a pale laterali, un’elica sott’acqua, un ponte di coperta continuo e un sistema di ventilazione a forza d’aria;
  • L  ‘Acquarium’ :   un acquario che protegge diversi esemplari di coralli e pesci , dallo squalo, alle meduse, dalle razze ai granchi, dai cavalucci marini agli anfibi dell’Atlantico. Ci sono diversi cunicli di vetro dove si possono ammirare queste creature che sono uno spasso per i bambini. Per loro nelle adiacenze c’è anche il ‘We the Curious’ , un laboratorio interattivo di fenomen per lo più scientifici. Ma era chiuso a causa di un’incendio;

‘La Ragazza con l’orecchno di Perla’ di Banksy

Nelle immediate vicinanze ad  Hanover place  mi sono trovata davanti gli occhi ‘La Ragazza con l’orecchino di perla’ , altra impresa di Banksy del 20024. In questo caso ha voluto parodiare il rinomato canvas di Jan Vermeer . Solamente che invece dell’orecchino è stato messo un antifurto quadrato.

Sarebbe stato fatto per contrattaccare la falsa news di un suo arresto e della rivelazione della sua vera identità.  In piena emergenza Coronavirus sul volto della fanciulla è stata messa una gigantesca mascherina azzurra, come specchio del grande disagio della nostra esistenza.

cosa-fare-stokes-croft-bristol-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Domenica a ‘Stoke Croft’

‘Stoke Croft’  è il suburb  per eccellenza  di Bristol , che è stato nominato in questo modo per il sindaco  John Stoke che lo ha quasi plasmato nella seconda metà del XIV secolo. Dal secondo dopoguerra ‘Stoke Croft’  è stato affolato da popolari musicisti come i  Massive Attack, Portishead, e Tricky e Roni Size .

Quello che sorprende di ‘Stoke Croft’  sono le sue strade lunghe di cemento , in cui sorgono eserciz commerciali e stand d frutta verdura.

Quello che m ha un pò intristito è il grigiore delle sue abitazioni, che è a tratti e intervalli ravvivato dalle tinte accesse dei graffiti disseminati ovunque. Sfortunatamente è un quaritre a rischio , perché colmo di problematiche sociali.

Il ‘Mild Mild West’ di Banksy 

Nel bel mezzo di ‘Stoke Croft’ ho rinvenuto un’altra meraviglia di Banksy, che è il  ‘ Mild Mild West’ , posizionato al Jamaica St, St Paul’s, Bristol BS1 3QY. Se ci sarete di persona, vi renderete conto che ci vuole fortuna a beccare la direzione giusta. Attivate google map oppure chiedete a un passante. Un modo per mettere alla prova il vostro Inglese!

Nei mattoncini di un  bistrot in alto è stato trattegiato un  orsacchiotto che  lancia una bottiglia molotov accesa contro tre poliziotti che vestono in divisa antisommossa. Con ‘ Mild Mild West’ , Banksy vuole gridare contro i divieti delle forze armate nei confronti di alcuni rave del 1990.

Bristol , a presto! 

Bristol è briosa e in continua espansione. In Inglese si direbe ‘A city that doesn’t just buzz, it thumps”. Ovvero, non solo è una city  in fermento ma è capace anche di lasciare il segno. La mia ultima sera l’ho trascorsa a un concerto pop al ‘ Rough Trade’ 3 New Bridewell, Nelson St, Bristol BS1 2QD 

Mi ha davvero stregato Bristol, e non mi sarei mai aspettata di essere travolta dalla sua bellezza e dalla sua offerta tristica così allettante e differenziata. Un altro appuntamento che vorrei non perdere è quello della Bristol Balloon Fiesta’ . Questa è una  scenografica kermesse di mongolfiere ad aria calda a cui partecipano milioni di persone sui camp verd della  tenuta di Ashton Court , a Ovest di Bristol. Vi auguro di fare un viaggio a Bristol,   rmarrete fanatsticamente stupiti dai suoi tesori.

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :