“Immaginatevi un mondo primordiale, un susseguirsi di montagne separate da stretti burroni dove scorrono i torrenti; non esistono pianure, ma immense crepe di granito e gigantesche onde di terra ricoperte da macchie intricate o da immense foreste di castagni e di pini.”
Guy de Maupassant
Corsica in 10 giorni
Senza dubbio la Corsica in 10 giorni rimarrà una delle vacanze più indimenticabili che abbia mai fatto in vita mia. Nessuna decisione presa a tavolino. Una mattina di Luglio ho comprato una tenda da campeggio e via su quattro ruote verso l’isola che c’è!
Non mi è mai capitato di avere un contatto così forte con la natura come in Corsica in 10 giorni . Il mio respiro e il battito del mio cuore sono stati gli unici suoni che ho sentito in mezzo all’infinito del mare e i sughereti. Così questo articolo è un modesto tentativo di condividere il mio incredibile viaggio in Corsica in 10 giorni raccontandovi di quei luoghi che mi hanno più emozionata. Buona lettura!
Come arrivare dall’Italia
Sicuramente i mezzi più comodi per raggiungere la Corsica dalla nostra penisola sono 2 :
- Traghetto ( per i più fortunati la barca a vela): ci sono due compagnie principali. La prima è la Corsica Ferries , la seconda è la Moby:
- Auto o moto: entrambe dovrebbero essere di piccole dimensioni a causa della morfologia isolana . Questo perché le strade corse secondarie sono strette e difficoltose specie nell’interno.
3 collegamenti meno consigliati per l’isola
- Treno: ci sono solo due sole linee ferroviarie del 1800 che collegano Ajaccio, Bastia e Calvi (https://cf-corse.corsica/) . Problemi di orario e spostamenti non mancano mai;
- Aereo: se volete volare spesso c’è da fare uno scalo in Francia on in altri hub principali. Esistono 4 aeroporti: l’ aeroporto di Bastia Poretta, quello di Figari Corsica del Sud, di Ajaccio Napoleone Bonaparte, e di Calvi Sainte-Catherine;
- Autobus: offrono una buona copertura (https://www.corsicabus.org) , ma hanno partenze solo una o due volte al giorno tra i comuni più grossi . Meglio sempre aggiornarsi per tabelle orari con gli uffici locali turistici.
Libri da leggere prima di partire
Nel XIX secolo grazie ad autori illustri come Prosper Mérimée (Colomba), Alexandre Dumas ( I fratelli corsi) , Guy de Maupassant (Una vita), e Gustav Falubert (Viaggio nei Pirenni e in Corsica) la Corsica iniziò a incuriosire gli stranieri. Intanto in loco si era generata una letteratura fatte di poesie e narrazioni tramandate di bocca in bocca da contadini e mandriani. Un’apertura letteraria più significativa si è avuta solo nel 1900 in lingua francese e corsa, di cui Rinatu Coti fu uno dei massimi rappresentanti.
Seguirono altri importanti scrittori tra i quali:
- Angelo Rinaldi : reporter classe ’40 i suoi La Maison des Atlantes, e L’ultima festa dell’Empire sono uno specchio dettagliato della società corsa ritenuta una prigione. A un certo momento però quella galera si rivelerà un rifugio per i protagonisti delle sue opere ;
- Marie Susini (1916-1993) con La Renfermee, e La Corse e Marie Ferranti (1962) con La Fuite aux Agriates : due scrittrici sulla stessa scia di sentimenti contraddittori per la patria ;
- Jean Claude Rogliano: (1942) è un po’ il padre della letteratura corsa Affronta le tematiche della ruralità e delle usanze popolari (Mal’ Concilio , Visa pour un Miroir , Contes et légendes de Corse , Justice en Corse ).
Capolavori letterari sulla Corsica
Uscendo poco a poco dall’oscurità la Corsica ha richiamato l’attenzione di molti intellettuali che l’hanno immortalata in best seller . Da avere nella propria libreria:
- La Corse: di Dorothy Carringhton, una donna inglese che si immerge nei misteri isolani degli anni ’50 e se ne innamora al punto da trasferirsi ;
- Tempi fa: di Pierre Jean Luccion, un giornalista che rievoca i saperi della gente corsa con cura dei dettagli ;
- Amor di Corsica : di Stefano Tomassini è un omaggio alla Corsica in tutto il suo splendore con una descrizione minuziosa di tutto ciò che l’ha resa così affascinante .
Corsica in 10 giorni. Dov’ è ?
La Corsica (8680 km2) è la quarta isola più grande del Mediterraneo , dopo la Sicilia , Cipro , e la Sardegna , da cui è separata dalle Bocche di Bonifacio (11 km). Divisa dal 1976 in Alta Corsica e Corsica del Sud , è una regione della Francia (da cui dista 170 km) con statuto speciale. Ha come capitale Ajaccio e conta circa 279.600 abitanti .
Con la sola eccezione della piana di Aleria, il territorio corso è prevalentemente montuoso (Monte Cinto, 2706 m) con fiumi brevi e a regime torrentizio (come quelli più rilevanti del Golo e del Tavignano). Il suo clima è mite . Mentre la sua vegetazione è tipicamente mediterranea con molti boschi e parchi . La sua economia si basa prevalentemente sul turismo, viticoltura e l’olivicoltura (inesistente l’industria , se non quella di tipo artigianale ).
Storia della Corsica
Incerte sono le ipotesi sul significato del nome di Corsica . Esso che potrebbe derivare da :
- Còruioi, come i Greci chiamarono i primi autoctoni ivi insidiatesi;
- Corsus che forse fu un ipotetico conquistatore romano o un amico di Enea;
- Cyrnum, un leggendario figlio di Ercole che si sarebbe stabilito sull’isola.
Di sicuro invece c’è che la Corsica fu abitata sin dalla preistoria come documentato dai vari ritrovamenti megalitici risalenti al 2° millennio a.C. Tra i vari invasori ci furono i Romani (IV secolo a.C.) , che ci rimasero più a lungo (circa 7 secoli).
Seguirono nel Medioevo: Vandali, Bizantini, Ostrogoti, Longobardi fino all’arrivo dei Pisani (1092) e dei Genovesi che praticamente la plasmarono. Subentrarono poi i Francesi e la rivoluzione per la libertà dell’eroe nazionale P. Paoli , che garantì 14 anni di indipendenza, fondando una costituzione repubblicana.
La mano della Francia
Successivamente il dominio ripassò alla Francia di Re Luigi XV nel 1769. In questo anno nasce in Corsica Napoleone Bonaparte , che all’inizio fu fedele agli ideali di autogoveno territoriale per poi sposare l’annessione a Parigi (1789).
Dopo un fallimentare intervento degli Inglesi la nazione subì le sventure dello stivale conseguenti alla due guerre mondiali, fino alla proclamazione dello stato indipendente nel 1982. Da allora fino ad oggi sono stati tanti i movimenti terroristici che si proclamano contro gli investimenti nel turismo e un aumento dei poteri della classe politica isolana (come il movimento FLNC nato nel 1976). Di religione cattolica i corsi parlano ufficialmente il francese , mentre il Corsu è il loro dialetto (molto simile affine al toscano).
Periplo della Corsica in 10 giorni on the road
La Corsica in 10 giorni è stato un immergersi nella sua essenza selvaggia ancora poco ordinata dall’uomo. Questo è il lato più avvincente di questo eldorado che è ancora incontaminato. Soprattutto nell’entroterra dove tra cascate, laghi , e torrenti con le loro lagune gelide, si aprono valli verdeggianti e 120 cime oltre i 2000 metri .
Lo scenario più sorprendente della Corsica è quello delle aree protette e del Parco Naturale Regionale , che si spiega per 1500 km di sentieri. Il più famoso è il GR20. Questo è uno degli itinerari di randonnée più impegnativi d’Europa (dislivello di 1300 metri) , che traversa in diagonale l’intera Corsica ( 200km da Calenzana a Conca).
Alle zone costiere che si estendono per 1000 km la Corsica lascia la mole più cospicua del nucleo abitativo e il lusso delle catene alberghiere . Per il resto è tutto un susseguirsi di baie da sogno attrezzate e libere e anfratti nascosti raggiungibili solo in barca come il Desert des Agriates .
Corsica in 10 giorni : 4 camping da provare!
Senza pensarci un attimo d’estate sono partita da Livorno in nave con approdo a Bastia in macchina. Faceva caldissimo. Ma non me ne importava. Perché l’adrenalina era in circolo per tutto il tragitto, che è iniziato a est e finito all parte settentrionale della Corsica .
Afferrare lo spirito della Corsica in 10 giorni in camping è stata un’esperienza sensazionale. Dormire sotto le stelle, cenare con il canto delle cicale, e svegliarsi al mattino baciati dalla brezza marina è una poesia ancora da rimare.
La scelta delle stazioni di pernottamento è ricaduta strategicamente su questi 4 in basso:
- U Punticchiu , Camping Caravaning, 20230 , Santa Lucia di Moriani;
- Acciol , Route D70, 20126 Evisa ;
- La Rondinara, Route de la plage, 20169 , Bonifacio;
- Marina Camping , T30, 20220 Aregno.
1 Tappa. Corsica in 10 giorni verso est
Il mio primo giro prende il via da Bastia in giù verso la costa orientale della Corsica (80 km) , che è meno gettonata rispetto a quella meridionale ma a torto. Perché riserva dei paesaggi incredibili.
Consta di 3 microregioni: Costa Verde verso Moriani Plage, Costa Serena su Aleria, e Costa Madreperla dal lato di Solenzara.
Ho attraversato la Riserva Naturale della Biguglia (Furiani) e mi sono spinta fino alla Spiaggia della Mariana vicino San Nicolao con un inversione alla Fonte di Orezza. Altre chicche da non farsi scappare ni paraggi sono:
- Il Sentiero Botanico di San Giovanni di Moriani (3 ore e 30; 782 m; dislivello 317m) : tra la spiritualità di vecchie chiese e la biodiversità è qualcosa da fare per ricaricare le pile;
- Aleria: rovine romane, musei, centri di talassoterapia , Stagno di Diana , che è conosciuto per le sue ostriche, e i suoi bizzarri villaggi naturisti presenti anche a Linguizzetta ;
- Solanzara: solcata dal fiume omonimo è una paesino che è bagnato da un mare cristallino come quello della Spiaggia della Scaffa Rossa. Ha molte piscine naturali , un eccezionale parco di arrampicate in cui osare la propria resistenza fisica . Si possono praticare : tree climbing , canyoning e paintball ;
- Spiaggia di Chiola a Solaro: fiancheggiata da tamerici è molto spaziosa e panoramica, si affaccia sulla catena montuosa delle Aghi di Bavella.
Bastia
Come un gabbiano appollaiato su uno scoglio gigante , Bastia (45715 abitanti) si rivela in tutto il suo charme adagiata su un promontorio da cui si può contemplare il traffico marittimo. L’unica nota dolente è trovare parcheggio (clicca qui per info). Se lo scovate é piuttosto caro , ma ne vale la pena per Bastia. Fatta di tre quartieri: Place Saint-Nicolas, Terra Vecchia-Vieux Port e Cittadella, si sviluppa in basso .
Per il mio tour mi sono mossa dal suo vivace porto . Qui sono concentrati ristorantini , bar , boutique , che si snodano tra le facciate fatiscenti degli edifici medievali. I pescherecci colorati si alternano a yatch da urlo , un contrasto tutto da contemplare.
Ho proseguito verso alto la cittadella o Terra Nova , e dopo avere superato il Giardino Romieu con le sue scale terrazzate ho apprezzato l’ old city . Il centro storico è un labirinto di viuzze lastricate, che recano le tracce dell’occupazione dei genovesi (XIV sec. ), che contribuirono al suo sviluppo.
Cosa visitare a Bastia
Oltrepassata la Porta Luigi XVI ho venerato alcune delle gemme di Bastia:
- Piazza San Nicolas : è lunga 300 metri ed è costellata di localini alla moda. Domina una massiccia statua di Napoleone (1853) con toga romana e sguardo all’orizzonte di Lorenzo Bartolini. Piazza San Nicolas si allarga qualche passo dopo alla via dello shopping , che è rue Napoléon. Qui ci si può recare all’ Oratorio della Confraternita di San Rocco e quello dell’Immacolata ;
- Cattedrale Santa-Marie de l’Assomption: costruita nel 1619 in stile barocco fu consacrata dal vescovo Giulio del Pozzo. Internamente si aprono tre navate che conservano una statua della vergine in argento del 1853 ;
- Chiesa di St-Jean-Baptiste: su Place du Marché oltre il mercato rionale gli occhi si fermano su questa splendida chiesa con una facciata neoclassica, che fu rimodellata nel 1860 da Augustin Viale. I suoi imponenti campanili furono aggiunti nel XIX sec. Le decorazioni interne sono estremamente ricche con pregiati affreschi e un’altare in marmo policromo. La volta (1870 ) è un capolavoro degli artisti fiorentini Olimpio Bandinelli e Oreste Malfanti;
- Palazzo del Governatore : inizialmente fu fatto nel 1380 da un nobile genovese Leonello Lomellino. In seguito nel XV secolo si prestò a funzione di castello per i governatori liguri , poi a caserma militare e nel 2010 a Museo Etnologico della Corsica ( che incorpora una collezione di gioielli italiani del Cardinale Fesch);
- Sainte-Croix: è una deliziosa cappella in barocco genovese del 1543 . La struttura esterna è lineare ed è a forma di capanna con finestre laterali. Si contrappone al gioco elaborato dei decori interni e alla magnificenza di un Crocifisso Nero . Di alto valore è la pala d’altare e l’Annunziata del pittore fiorentino Giovanni Bilivert (1630).
Fonte di Orezza
Dopo un tuffo nel verde smeraldo della Spiaggia di Mariani (senza infrastrutture ma con servizi vari nelle vicinanze ) ho raggiunto San Nicolau . Questo è un delizioso paesino ai piedi del Monte Castello d’ Osari .
Siamo nel cantone della Castagniccia. Appena mi sono addentrata tra i suoi rigogliosi arbusti ho scovato un sito industriale del 1800. Questo (rimesso a norma nel 1998) è quello delle Acque Minerali di Orezza, tra le più costose (82,68 euro a pezzo) e salutari (ferro) in circolazione. L’acqua da bere in questione sgorga dall’alto e penetra nelle rocce millenarie fino a una profondità di 70 metri, trascinando calcio, magnesio e diossido di carbonio.
Zilia e Saint Georges
Ottima per la salute, le Acque Minerali di Orezza sono un’istituzione tra i corsi insieme ad altre due sorgenti:
- Zilia : istituita nel 1995 a qualche chilometro dalla baia di Calvi è un’ acqua minerale povera di minerali e altamente digeribile, perfetta per i neonati e le donne in gravidanza;
- Saint-Georges: scorre dal Monte Serra-Cimaggia tra Ajaccio e Sartene ed è un’acqua consigliata per i bambini per assenza di nitrati. Particolari le sue bottiglie dal design firmato Philippe Starck.
2 Tappa . Corsica in 10 giorni verso il centro
La Corsica centrale è stata scandagliata da Evisa e poi in direzione Corte con immersione finale nella Valle della Restonica dentro il Parco Naturale e Regionale della Corsica. Posso dire che questa deviazione è stata un sospiro di sollievo alla folla e all’arsura estiva!
Mi ha incantato la quiete di questi meandri meridionali lontani dal chiasso festoso del litorale corso. Ci si proietta decisamente in un’altra dimensione , fatta di borghi medievali, vette infinte, e mini giungle fluviali. Per cui l’appellativo di ile de beautè della Corsica (“isola della bellezza”) dei francesi ha qui davvero preso forma e significato .
La maquis della Corsica
Qui si lasciano alle spalle ombrelloni e secchielli per imbattersi in pianure di castagni e nella maquis , ovvero la macchia corsa. Questa include 78 specie endemiche e 42 tipi di orchidee e ancora: il corbezzolo, il mirto, e l’elicriso.
Paradossalmente si può nuotare anche in questi punti insoliti della Corsica mediana . Precisamente in 10 laghetti , e ci vuole proprio coraggio a immergersi per quanto ci si gela a 12°! Smarritevi pure in queste oasi di pace . Tra passeggiate nelle piazze di borgate fantasma , abbellite dai resti della tradizione contadina come : fontane , lavatoi e casi padronali. Non scordatevi di infilarvi nelle botteghe sparse ovunque per acquistare dei souvenir dell’artigianato corso: manufatti in vetro e in legno (coltelli) , ceramiche, coralli, ecc.
Evisa
Evisa è uno dei tanti pittoreschi villaggi montani (850 m) della Corsica da cui si vede il mare. Precisamente a circa 40 km ci stanno le spiagge di Porto e di Sagone . Di stampo prettamente medievale Evisa è stata una gioia infinita per la frescura e i ritmi lenti dei corsi che ci abitano. Ricordo perfettamente le camminate per le sue viuzze tranquille e i passanti che ti sorridevano a ogni ora.
Gettonatissima da biker ed escursionisti Evisa è immersa nella foresta di Aïtone . Mi è entrata nell’anima per il silenzio e la beltà dei boschi e i pini larici che si insinuano fino al Passo di Vergio (1478 m). In questo colle si può contemplare la caratteristica statua di Cristo Re (in granito rosa alta 6 m.) di Noël Bonardi, che delimita il confine con la regione di Niolo.
Corte
Costruita nel 1420 da Vincentello di Istria, signore feudale corso, Corte è:
- Emblema del nazionalismo corso dopo la parentesi dell’assedio genovese e francese;
- Patria di Paoli con il suo primo governo democratico ;
- Dove si è firmata la prima Costituzione Nazionale nel 1731;
- Base dell’ unica università della Corsica.
Relativamente piccola di dimensione Corte è molto frequentata . Puntellata di barettini e trattorie si anima vicino Piazza Paoli (dedicata all’eroe nazionale), Piazza del Duca di Padova (generale nella rivoluzione francese), e Piazza Gaffory (altro patriota corso ).
Corte dall’alto
L’atmosfera che ho respirato a Corte era davvero allegra , piacevole e internazionale. Svetta in cima con la sua cittadella (XV sec.) arroccata su uno sperone roccioso . Da non perdere :
- Chiesa dell’Annunciazione : in stile barocco (XVI sec. ) e la cappella retrostante di San Teofilo, che a metà Settecento fece un miracolo scongiurando un terribile attacco;
- Museo antropologico della Corsica: collocato nella cittadella il museo regionale (1997) illustra la Corsica tradizionale fino alla sua evoluzione odierna;
- Palazzo Nazionale: tra il 1755 e il 1769 fu la sede del governo di Paoli e dove si fece il primo ateneo della Corsica con 300 studenti (1765) . Al presente alloggia il workshop FABLAB , una rete di laboratori creativi dai lego, al cucito, ecc. ;
- Il belvedere : c’è uno straordinario panorama che guarda le due valli fiancheggiate dai laghi Mélo e Capitello. E solcate dai fiumi Tavignano e Restonica , in cui mi sono refrigerata da un pomeriggio di calura insopportabile. A farmi compagnia le aquile reali .
3 Tappa. Corsica in 10 giorni verso sud
A detta di tutti il sud della Corsica è quello che fa innamorare di più . In effetti è capitato anche a me ! Mi hanno letteralmente stregato: Porto Vecchio , la punta estrema di Bonifacio , le spiagge della Palombaggia , Rondinara e Sperone e i megaliti di Filitosa.
Il sud della Corsica è l’ ideale per chi ha voglia di una vita semplice per chi vuole farsi scompigliare i capelli dal vento. Se volete stendere un telo vicino un catamarano arenato in una battigia e aspettare il tramonto davanti a un calice di nettare divino, Ssete arrivati a destinazione! Perché non è necessario spostarsi alle Maldive quando le hai a portata di mano!
Porto Vecchio
Incassata nel golfo sovrastato dalla Foresta dell’Ospédale, Porto Vecchio è una meta ambita dagli escursionisti per numerosi trekking trai quali quelli più rinomati sono quelli che conducono a :
- Lago dell’Ospedale;
- Cascata di Piscia di Gallo;
- Cima di Vacca Morta ;
- Cascate della Purcaraccia ;
- Gola di Pulischellu;
- Trou de la Bombe ;
- Villaggi dell’Alta Rocca : Altarène, Zonza e Carbini ;
- Guglie di Bavella;
Nell’antichità Porto Vecchio fu uno scalo fondamentale per la variegata successione di sovrani che giunsero in Corsica. Riemersa dalla disgrazia della malaria (debellata grazie agli interventi degli americani nel secondo dopoguerra), si classifica attualmente come una delle località balneari più popolari della Corsica.
Porto Vecchio divisa in due
Incantevole è il porto turistico di Porto Vecchio , che si popola fino a notte con concerti ed eventi vari . A poca distanza sono raggiungibili le più superbe spiagge isolane quali quelle di : Santa Giulia, Cala Rossa , Carataggio, e Pinarello. Porto Vecchio è frizzante con un centro storico davvero esemplare . Qui è possibile camminare tra terrazze panoramiche e chiese storiche come quella barocca di Saint-Jean-Baptiste.
Non potrete certo ignorare i lussuosi negozi e negarvi una pausa nei tanti caffè di Piazza della Repubblica. I prezzi non sono affatto bassi! Il tutto sullo sfondo di una cittadella severa ed elegante ( XVI sec.) fatta dai genovesi. Arrivarci a piedi è faticoso , per cui sono stati messi a disposizione trenini e navette comunali.
Bonifacio
Bonifacio è una delle località corse che mi è piaciuta di più , perché molto elegante e romantica. Si sdraia come una sirena su una scogliera di calcare , che si bagna nelle acque cristalline delle spiagge limitrofe di Faziò e Tonnara .
Incastonata nel cuore della Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, è un santuario che protegge le isole Lavezzi che le stanno di fronte. Ovunque a Bonifacio ci sono lounge bar, negozietti, e locali di ogni tipo per godersi la movida diurna e notturna .
Bonifacio e le Scalinate del Re di Aragona
Ho perlustrato Bonifacio a fondo suddividendo la mia girata in questo ordine :
- Porto turistico: è il più trafficato della Francia (460 ormeggi ) . Impressionanti la maestosità di certe navi da diporto ( fino a 75 m) e di velieri moderni che nascondono le barchette in legno dei pescatori ;
- Cittadella del IX : si sviluppa intorno a Place d’Armes e Place du Vieux Marché dove si stagliano altri significativi monumenti religiosi quali : la Chiesa di San Domenico (XIII sec.) e la Chiesa di Santa Maria Maggiore ( XII sec.) ;
- Bastione dello Stendardo (a pagamento) : un presidio militare del XIII secolo che controlla l’ingresso della marina . Potrete venerare giardini fantastici affacciati sul mare e una mostra permanente di 1000 anni di storia nelle sale sotterranee;
- Scalinata del Re Aragona (pendenza di 45 gradi ; 65 m.l.m.) : è una delle attrattive più caratteristiche della Corsica . Da cui si può scorgere in lontananza la Sardegna . In sostanza è una scalinata di 189 gradini (occorre prenotare on line ) ricavata da una parete rocciosa . Secondo una leggenda queste scale furono fatte in una sola notte el XV sec dalle truppe di Alfonso V, quando il re d’Aragona tentò di conquistare la Corsica ma invano!
Sartène
Se si vuole fare un salto nel passato corso si possono sfogliare i fumetti di Asterix in Corsica ( René Goscinny , Albert Uderzo , 2016) . Uno dei personaggi è Ocatarinetabelasciscix, un prigioniero corso deportato nel continente perché capo della resistenza.
Dalla preistoria all’Impero Romano la Corsica vanta 8.000 anni di storia testimoniata dalla presenza di famosi siti archeologici delle civiltà megalitiche ( 3500 ed il 1000 a.C.). Queste ultime cominciarono ad erigere costruzioni legate al culto funerario.
Aleria e Cucuruzzu
Le più esemplari sono i menhir e i dolmen, cioè dei blocchi di pietra scolpiti in modo rudimentale rispettivamente in verticale o raggruppate a cerchio. Quale fosse la ragione del loro essere, non si sa. Forse erano solo un modo per rappresentare la fertilità, o un talismano per scacciare i mostri. Oppure avevano la funzione di calendario o di osservatori astronomici .
Meritano una visita anche quelli di Aleria , Cucuruzzu (età del Bronzo) , e quelli di Filitosa e Cauria , che ho visto personalmente. Questi ultimi stanno vicino a Sartène ( 35 minuti e 20 rispettivamente in macchina) nella valle del Rizzanese , un borgo del XVI secolo.
Parco Archeologico di Filitosa
Precisamente a Sollacaro nella valle del Taravo si incontra Filitosa , uno dei più imponenti megaliti d’ Europa. Scopertonel 1946 dal proprietario del terreno Charles-Antoine Cesari , è un insieme di suggestive statue menhir (circa 13) antropomorfe alte 3 metri . Sono sparpagliate in aperta campagna assieme a capanne e altri complessi monumentali che non ancora svelato la loro esatta utilità. Il loro allineamento non è originario, ma è stato ipotizzato da alcuni archeologi.
All’ingresso di Filitosa vengono forniti dei depliant con molte spiegazioni. Lungo tutto il percorso ci sono delle colonnine che forniscono altri dettagli in molte lingue. La passeggiata è di 800 metri e dura 1 ora e mezza. All’uscita è installato un museo che conserva in delle teche vari suppellettili rinvenuti durante gli scavi.
Sito Megalitico di Cauria
Il Sito Megalitico di Cauria si trova invece a circa 20 minuti da Sartène, percorrendo una strada sterrata. L’accesso è libero, seguendo un percorso ben indicato che permette ai visitatori di ammirare :
- Dolmen di Fontanaccia: esempio più bello di dolmen in Corsica. Questo monumento funerario collettivo è il più noto e meglio conservato dell’isola: un’enorme lastra posta su 6 pietre verticali;
- Stantari: 30 statue-menhir posizionate in un campo in maniera perfetta ;
- Rinaiu: un altro gruppo di pietre rialzate. Qui è stata valutata una cronologia. Sembra che ci fossero 60 pietre intorno al 4500 a.C. e 180 intorno al primo millennio a.C..
4 Tappa. Corsica in 10 giorni verso ovest
Esclusivo è il versante occidentale della Corsica . L’ ho esplorato da Ajaccio, dove è nato Napoleone, passando per Cargese, rifugio dei greci, e con sosta onirica sui Calanchi di Piana ! Qui per poco non svenivo . Non solo per l’eccezionale visione dei sassi poliformi, ma anche per la ripidità delle stradine percorse tutte a chiocciola e senza alcuna protezione !
Incastonato come un gioiello tra il Golfo della Sanguinara e il Capo di Muru questo tratto della Corsica vi strabilierà per la trasparenza dei fondali e il proliferare di paradisi interni : quali le colline di Cinarca e Gravona. Queste ultime si fanno montuose nella foresta di Vizzanova fino alle Gole di Prunelli e del comune di Bastelica.
Come se non bastasse se ci capiterete aggiungete alla lista queste meraviglie:
- Riserva naturale di Scandola ;
- Vallé du Fango;
- La foresta di Aïtone;
- Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio.
Ajaccio
Ajaccio è la capitale della Corsica e ha dato i natali a Napoleone (15 agosto 1769 ), intramontabile stratega per alcuni, tiranno per altri. La casa dove visse la sua infanzia con la sua numerosa e modesta famiglia è in via Sait Charles , che è ora il museo più affollato dell’isola. Com’è adesso fu per iniziativa di Napoleone III perché ci furono vari smantellamenti.
Non c’è molto delle mobilia dell’epoca dell’infante prodigio, a parte qualche pannello esplicativo sulla sua esistenza. L’arredamento è piuttosto semplice: una cartina della Corsica (XVIII sec. ), ritratti familiari, un divano , un comò Luigi XVI , una consolle rococò, lampadari italiani , una maschera mortuaria, un albero genealogico, oggetti feticci, ecc.
Ajaccio che stupisce
Anche ad Ajaccio sono stati i genovesi che hanno contribuito più di tutti a darle forma. C’è la classica ripartizione in marina portuale, molto accattivante con le sue spiaggette libere e i viali alberati, e la cittadella posta in alto. Mettete in conto che ad Ajaccio sarete fagocitati dal caos cittadino. L’allegria è una costante specialmente quella del mercato allestito tutte le mattine in piazza Foch .
Ajaccio, Napoleone e lo zio Fesch
Ecco inoltre cosa vi aspetta:
- Cattedrale di Santa Maria Assunta : forse fu fatta da G. Della Porta, architetto romano del XVII sec. In questo duomo a croce latina e navata centrale molto ampia e baroccheggiante ci fu battezzato Napoleone il 21 luglio del 1771 . Nella prima cappella c’è una vergine dal titolo Il Trionfo della religione di un giovane E. Delacorix ;
- Palazzo Fesch : è la raccolta di tesori che allestì il cardinale Fesch, zio di Napoleone. Appassionato d’arte quando stava a Roma riuscì a farsi proprietario delle 486 opere d’arte che possiamo osservare in questo edificio;
- Biblioteca Municipale: è del 1865 , è sita al seminterrato alla sinistra di Palazzo Fesch e possiede 40 000 volumi). Nell’ala destra è ubicata la Cappella Imperiale (1860) che preserva varie tombe in marmo nero della dinastia Bonaparte;
- Quartiere degli stranieri : verso la fine del 1800 una certa Miss Campbell sponsorizzò Ajaccio in Gran Bretagna tra gli inglesi come posto esclusivo per villeggiare. Piacque talmente tanto che orde di turisti puntualmente vi svernarono. Fu tanta la richiesta e l’affluenza che si ritenne necessario costruire una chiesa anglicana e diversi alberghi di lusso. Il circuito si avvia dall’incrocio tra Place du Diamant (De Gaulle) e la Statua di Napoleone.
Cargese
Nel 1774 a Cargese i francesi ci sistemarono definitivamente n un gruppo di greci di Oitylo (Peloponneso). Erano dei profughi che tentavano di scampare alla morsa dei turchi dal 1776 in Corsica,
Il villaggio crebbe . Si edificò una chiesa cattolica greca ortodossa, quella di Santo Spiridione . Anni dopo i corsi ne fecero una latina , la Chiesa di Santa Assunta. Sicché attualmente stanno una di fronte l’altra e sono il simbolo di Cargese .
La torre genovese
Particolari sono anche la Cappella di Santo Erasmo e quelle di Sant’Elia e Santa Barbara a Paomia. E se avete ancora un po’ di fiato ecco altro da attenzionare:
- Torre genovese : è una torre circolare di 12 metri, su due livelli con terrazza, costruita all’estremità della Punta d’ Omigna del XVI sec. per proteggere i seminativi della costa dai pirati;
L’aria è sottile, e Cargese è molto raffinata con le sue casette bianche e azzurre prospicienti il Golfo di Saidone. Essa è molto fashion all’estero . Forse per il richiamo del Club Mediterranee nella Spiaggia di Chiuni, che ammalia a solo 8 km come quelle di Chiuni, di Topini , Capizzolu, Stagnoli, e Però .
Calanchi di Piana
Solamente le parole di Guy de Maupassant in Una vita possono rendere omaggio allo spettacolo dei Calanchi di Piana :
“Erano picchi, colonne, pinnacoli, figure sorprendenti modellate dal tempo, dal vento rosicchiante e dalla bruma marina. Alte fino a trecento metri, sottili, rotonde, contorte, uncinate, deformate, inaspettate, queste rocce sorprendenti sembravano alberi, piante, bestie, monumenti, monaci in tunica, diavoli cornuti, uccelli sproporzionati, tutto un popolo mostruoso, un serraglio di incubi pietrificato dalla volontà di qualche Dio stravagante”.
I Calanchi di Piana sono delle bizzarre formazioni rocciose a 400 m sul livello del Mar Mediterraneo formatesi per erosione del vento e dell’acqua. Come nelle nuvole potete dare la forma che volete a questo cortile di giganti e nani di pietra tinti di rosso, rosa, ruggine e miele. Sempre se non vi prende un attacco di panico come è successo a me salendo in automobile su la D81 , che è davvero per chi sa tenere le mani al volante!
5 Tappa. Corsica in 10 giorni verso nord
Nella Corsica del nord mi sono spostata tra Aregnu e L’Ile Rousse toccando Calvì e Saint Florent . Mi sono insinuata in una microregione particolarissima, quella della Balagna. Questa fu l’antico granaio della Corsica e oggi si mostra come un magnifico anfiteatro di montagne innevate sul mare .
La Balagna è una distesa di limoni, uliveti, mandorli, e un continuo susseguirsi di festival di ogni genere che rallegrano la sua comunità . Vive principalmente di agricoltura e turismo e fa da sfondo al punto di partenza del celebre Grande Randonnée GR 20.
Per spezzare si può fare una capatina anche a : Lunghignano e il suo vecchio frantoio, Cassano e la sua piazza a punte, Montemaggiore per la veduta mozzafiato sul Golfo di Calvi, il nido d’aquila di Sant’Antonino, e i centri artigianali di Pigna e Corbara.
Aregnu
Aregnu è stata popolata da sempre, come attestano resti di placche bronzee degli eserciti di Vespasiano. Fu dei genovesi fino alla metà del XVIII sec. , dopo divenne proprietà francese. Aregnu , con le sue frazioni di Torre e Praoli, è collinosa con una pianura che si estende fino al mare. Una piana agricola, che nonostante gli incendi, prospera con i suoi frutti. Oltre agli ulivi sono una gloria le sue arance, marchiate Aregno citrus sinensis osbeck .
Altro vanto di Aregnu sono i suoi mandorli che vanno in fiera la prima settimana di agosto . Dal 1997 sono i protagonisti di un festival appuntamento che ha promosso il settore agricolo e l’artigianato della Balagna.
I templi sacri di Aregnu
Da attenzionare ad Aregnu oltre le sue fantastiche spiagge sono:
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- Chiesa di Trinità San Giovanni Battista : costruita in granito policromo, è una perla del XII sec. in stile romanico pisano. All’interno fanno bella mostra interessanti pitture murali del 1449 e del 1458;
- Sant’Antonio Abate : è in stile barocco e ha un alto campanile ocra a tre ordini di arcate. La facciata anteriore è rosa a strisce bianche, ed è corredata da porte laterali scolpite. Affreschi , un pulpito del 1714 e stalli della confraternita in legno a quattro posti del XVIII secolo completano questa chiesa.
Ille Rousse
L’Ile Rousse è come la vedete oggi dal 1758, quando P. Paoli la fortificò per arenare l’invadenza dei genovesi. Un luogo singolare della Corsica. Tanto glamour , da attrarre VIP che ci hanno stabilito le loro fastose residenze estive. Quanto romantico da sedurre bohemien e sognatori d’ogni dove.
L’Ile Rousse è un dedalo di meraviglie dalla Torre dello Scalo (del XVI sec.) alla chiesa al monumento ai caduti di Antoniucci Voltigero. Dall’Hotel Liberata, albergo per straricchi, fino all’ affollatissima Piazza Paoli, salotto urbano e zona in cui si pratica lo sport preferito dai cittadini , ovvero le bocce.
La città vecchia
Per i comuni mortali sempre nei pressi della old city si allestisce un mercato coperto sotto il tetto di un tempio greco. In sostanza L’Ile Rousse è un agglomerato raffinato di architetture sofisticate , casine di pescatori, e isolotti di porfido rosso . Il suo centro cittadino è impreziosito da piazze contenute e un pittoresco lungomare Marinella da godere nei suoi tanti ridenti cafè. Una foto da fare assolutamente è quella con la padrona di questo eden, una Sirena di bronzo realizzata nel 2016 da Gabriel Diana.
Tra questi accumuli di rocce rossastre si distingue l’Isola di Pietra con il suo faro e le sue estensioni di Roccio, Roccetto e Piano. Battezza l’atollo corso e si può perlustrare arrivandoci in soli 15 minuti dal centro, che la battezzano e la colorano di un arancione che si infiamma al tramonto . Le spiagge più paradisiache di Ile Rousse sono : Plage de Caruchetu, Plage de Bodri, Plage de Lozari, Davia , Algajola, Marina di Sant’Ambrogio, Arinella e Sainte-Restitude.
Corsica in 10 giorni : il cibo
La cucina della Corsica è il risultato delle varie dominazioni isolane , per cui prevale l’influenza francese e italiana. Tuttavia ha sviluppato un suo carattere distinto indirizzandosi soprattutto sulle gemme del suo entroterra montuoso.
I verdi pascoli offrono l’ambiente ottimale per l’allevamento di capre e pecore, il cui latte genera squisiti formaggi , di cui i più noti sono:
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- Brocciu: fatto da siero di latte senza lattosio, simile alla ricotta. Può essere consumato fresco o stagionato ed è ingrediente comune in numerose ricette, dagli antipasti ai dolci;
- Tommette de Chèvre: è di capra forte e dal sapore pieno;
- Niulincu: è a pasta molle e piccante ;
- Corsu Vecchiu : è di pecora a pasta semidura e semi stagionato;
- Casgiu merzu : è la versione corsa del popolare casu marzu o formaggio marcio della Sardegna, completo di larve di insetti!
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Charcuterie: salumi e zuppe corse
I pendii boscosi della Corsica brulicano di maiali e cinghiali selvaggi. Ne vengono fuori delle prelibatezze esemplari, molte delle quali a marchio AOC, cioè Appellation d’origine contrôlée (Denominazione di Origine Controllata) . Tra le più note:
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- Figatellu : è una salsiccia di fegato di maiale affumicata ed essiccata, spesso grigliata o utilizzata nella zuppa di lenticchie;
- Coppa o capicollu AOC* : è ottenuto dal muscolo cervicale del maiale disossato e sottoposto a 6 mesi di stagionatura ;
- Lonzu AOC: è un filetto di maiale salato, affumicato e pepato, risulta leggermente untuoso e consistente;
- Prisuttu AOC: è il prosciutto corso d’eccellenza , che viene stagionato minimo 12 mesi ricavato dal maiale razza Questi ultimi sono suini di taglia piccola che girellano liberi ad alta quota nutrendosi di radici ed erbe.
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Queste carni pregiate sono pensate per intingoli e stufati gustosissimi, tra cui si distinguono:
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- Zuppa corsa: è un minestrone di verdure in brodo di osso di prosciutto;
- Civet de sanglier : è uno spezzatino denso di cinghiale, verdure, castagne, vino rosso e finocchietto;
- Veau aux olives: è uno stufato di vitello a cottura lenta, olive pomodori, erbe aromatiche e vino bianco o rosato ;
- Agneau Corse: è l’ agnello arrosto con aglio e rosmarino.
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Pesce
Allora cos’altro potrebbe esserci nel menu dei ristoranti della Corsica? Per quanto riguarda il pesce di mare, troverete tantissime: triglie fresche, orate, acciughe, sarde e scampi. Dai fiumi dell’isola e dalle lagune della costa orientale provengono rispettivamente : abbondanti trote e anguille. La costa orientale è anche un’ importante produttrice di ostriche. Il piatto più strabiliante è :
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- Aziminu: è simile alla bouillabaissedi Marsiglia . Una zuppetta in cui si adoperano lo scorfano, il cantaro, la gallinella, il pesce San Pietro, il branzino, il merlano, granchi e qualche testa di congro. Il tutto viene aromatizzato con il pastis, l’olio di oliva e varie piante aromatiche della macchia mediterranea.
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Dolci in Corsica
Per chiudere un pasto ci sono i dolci corsi , ottimi anche per una bevanda bollente durante l’inverno . Stupiscono per varietà , consistenza e bontà . Una menzione speciale va fatta per le castagne, piantate nell’isola durante il dominio genovese (dal 1284 alla metà del XVIII sec.) come alternativa alle colture di cereali, di difficile coltivazione. La farina risultante viene utilizzata in molte ricette corse, come quella per le fritelle . A questa cornucopia zuccherosa si aggiungono altre ghiottonerie:
- Pisticcini: sono delle gallette cotte alla piastra dentro una foglia di castagno;
- Pastizzu: è un dolce domenicale con pane raffermo, latte, uova, zucchero a velo, zucchero vanigliato e burro;
- Falculelle: sono delle brioche tipiche di Corte. Si preparano mescolando brocciu, tuorlo d’uovo, farina, zucchero e buccia d’arancia. Questa miscela viene poi cotta al forno su foglie di castagno;
- Fiadone: è il tradizionale dolce leggero al brocciu;
- Cacavellu: è a forma di ciambella ed è fatto di pasta lievitata ;
- Canistrelli: sono dei biscotti fatti di vino bianco, anice, mandorle o nocciole.
Corsica in 10 giorni: vino
La storia del vino corso è millenaria (VI secolo aC ) . Greci, romani, pisani e genovesi vi introdussero il vitigno autoctono principale che è il Nielluccio . Questo è una variante del Sangiovese toscano. Sotto i francesi ci fu un segno di ripresa per la viticultura corsa grazi all’agevolazione napoleonica dell’esenzione delle tasse sul commercio del vino corso. Tuttavia la filiera della produzione vinicola corsa ebbe un drastico declino con l’arrivo della fillossera nell’800 e con le Due Guerre Mondiali.
Gli anni ’60 segnarono una svolta . Il governo parigino introdusse 18000 algerini ( detti pies noir ) a cui si concessero parecchi poderi a est della Corsica per farli fruttare. Ma gli immigrati puntarono sulla quantità produttiva di vino, causando l’ira dei corsi. Questi si riunirono addirittura in un movimento politico detto il riacquistu che puntava sulla qualità di resa e sulla valorizzazione delle uve autoctone.
Nel ventennio successivo il vino corso fu ricercatissimo perché sinonimo di eccellenza grazie a una vera e propria rinascita enologica . Ciò accadde per merito di grossi investimenti nel settore, per lo sforzo di imprenditori locali e l’introduzione di disciplinari (AOC, DOC e IGP) e nuove tecnologie.
Corsica, la carta dei vini!
I vigneti della Corsica (375.000 ettolitri all’ anno) coprono tutta la costa e il 45% viene venduto nel continente. Si sta parlando di circa 6.000 ettari quasi tutte coltivati biologicamente con le tre principali uve native:
I filari di questi grappoli corsi sono segmentati in generale in questi 2 blocchi:
Il terroir della Corsica
Ls viticultura corsa affonda le sue radici nei pendii a est e nella Valle del Golo , a ridosso di alture che sfiorano i 1200 metri. Il terroir corso spiega la straordinarietà dei suoi vini:
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- Esposizione solare perfetta ( si ricorre ai terrazzamenti per aumentare le entrate di luce);
- Inverni miti ed estati calde;
- Diversi microclimi: mediterraneo (apporta calore) , montuoso (dona umidità buona per la vite specie in primavera) e marino (venti che rinfrescano);
- Diversità di suoli: un misto di scisto, granito, gesso, argilla, sedimenti alluvionali :
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Quali vini corsi assaggiare?
I vini corsi hanno carattere (per la mineralità del terreno) e hanno un finale lungo in bocca. I vini rossi hanno una buona struttura e un colore molto profondo. Sono morbidi, facili da bere e talvolta speziati. I vini bianchi sono molto aromatici, e fini, molto spesso sprigionano note floreali o fruttate (agrumi) uniche. I rosati sono vivaci e colorati, fruttati e freschi, mentre i vini dolci sono setosi ed eleganti. In basso vi propongo una selezione di etichette da degustare:
Bianchi:
Rossi:
Rosati:
Cosa bere in Corsica: birre, vini e liquori
La Corsica ha tante altre valide proposte in fatto di alcolici oltre il pastis e il liquore al mirto :
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- Cap Corse Mattei : si fa a Bastia (Louis Napoleon Mattei) ed è il classico aperitivo dell’isola che è tra l’amaro e il dolce e rievoca i sapori della macchia mediterranea. La ricetta è segreta ma si possono avvertire le essenze di arance e china;
- Birre Pietra, Colombao Serena: La prima è ambrata e ha un sapore deciso e aromatico. La seconda è una birra bianca prodotta con malto d’orzo e frumento, mentre la terza è una birra di puro malto al 100%.
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Corsica in 10 giorni : conclusioni
Concludendo sulla Corsica ve la consiglio vivamente per vostre prossime ferie. Si presta a soddisfare le esigenze di tutti i viaggiatori , compresi i lupi solitari in cerca di pace solitudine . Sta a voi decidere il modo di vivervela e quando metterci piede, perché è una sorpresa in tutte le stagioni.
Personalmente quello che la Corsica mi ha lasciato addosso è la voglia di esplorarla nuovamente in lungo e in largo. A pochi passi dallo stivale ci si catapulta direttamente ai Caraibi . Direttamente in mezze lune di sabbia fine e dorata accarezzate dalle onde gentili in cui sguazzano pesci di ogni razza.. Vi auguro un piacevole soggiorno!
Info utili
Ufficio del Turismo in Corsica
Documenti per la Corsica (carta d’identità)
Moneta e carte di credito in Corsica (Euro)
Le migliori spiagge della Corsica
Vacanze in montagna in Corsica
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