Barcellona in 5 giorni

‘Visitare terre lontane e conversare con genti diverse rende saggi gli uomini.’

M . De Cervantes

Barcellona in 5 giorni

Undostres  ,  Barcellona in 5 giorni!  Come dimenticare  la capitale della Catalogna  ,  terra  fiera e ribelle  a Nord Est della Spagna . Una metropoli immensa e super organizzata che vanta una miriade di paesaggi che vanno dalla montagna al mar Mediterraneo.  Senza tralasciare il fatto che detiene un patrimonio artistico, culturale, storico ed enogastronomico da fare invidia! C’è l’imbarazzo della scelta su cosa vedere e  fare !

Indubbiamente Barcellona in 5 giorni non è un tempo sufficiente per girarla tutta.  Però ci si può fare un’idea chiara del suo carisma.  E soprattutto della sua  sbalorditiva architettura .  Quest’ultima è  imponente quando è del periodo Medievale. Per poi essere  moderna e   stravagante quando è firmata da Antoni Gaudí. Se ci si ferma un po’ di più  a  Barcellona vale la pena fare  anche delle gite fuori porta nei suoi più immediati  e spettacolari dintorni. Tra questi sono stata solo al Parco del Montjuc  . Ma per la prossima volta mi riservo il resto: Montserrat, il  Parco del Tibidad  , Sitges e Tosse de Mar . Questi ultimi due  sono dei deliziosi paesini di  pescatori situati nella Costa Brava.

Barcellona  in 5 giorni capiterà come nel mio caso di saltare qualcosa, perché è gigantesca. Però si avrà un motivo per ritornare. Allora si parte? Eccovi un articolo con dei  suggerimenti di viaggio utili per perlustrare Barcellona in 5 giorni.  Per cui buona lettura!

Storia di Barcellona

Il modo migliore per godersi Barcellona in 5 giorni non è solo  seguire un itinerario eccezionale! Ma è sopratutto  perdersi tra le sue strade o carres , come si dice in catalano, che è  la lingua ufficiale della  Catalogna. Questa è una regione fatta da 17 comunidades che  sono molto eterogenee tra loro etnicamente, linguisticamente e  culturalmente parlando! Ma hanno in comune una certa autonomia politica e la volontà di sganciarsi completamente dal governo della Spagna. Questa è una questione ancestrale che affonda le sue radici in una storia antica  fatta di sangue , sconfitte e qualche momentanea vittoria!

Secondo leggenda, Barcellona  sarebbe stata fondata dal cartaginese Amilcare Barca , padre di Annibale . Tuttavia non ci sono prove di una Barcellona punica né tantomeno greca. Si  suppone che ai suoi albori fosse un insediamento iberico   (III sec.) rioorganizzato in un   catrum dai Romani   . Esattamente dove c’è oggi il  Mons Taber Plaça de Sant Jaume . In seguito Barcellona fu occupata  dai:  Visigoti (V sec.)  , dai Mori (VIII sec.) . E  dai Franchi che,  sotto Carlo Magno (IX sec.)  la resero magnifica,  un vero e proprio contado.

Medioevo

Dopo tanti saccheggi  durante il X secolo  Barcellona si arricchì per un gioco di varie alleanze politiche.  Specie con la contea di Aragona. Così diventò un importante snodo commerciale nel Mediterraneo. Tra il XIII e il XIV secolo in poi si eressero straordinarie costruzione gotiche e nuove cinte murarie.

Nel tardo XIV secolo invece  il matrimonio tra Federico II d’ Aragona e Isabella di  Castiglia segnò il declino  di Barcellona. Questo perché fu annessa  a un impero  e  venne esclusa dalle rotte dell’America che era stata  ormai scoperta. Neppure la Guerra di Secessione (XVI sec. ) liberò Barcellona .  Perse definitivamente  ogni forma di autogoverno  quando poco dopo  fu dominata da Filippo V. Questi era il contendente francese che salì al trono di SpagnaIl re proibì l’uso del dialetto e fece erigere un enorme forte  per sedare i sudditi infedeli.


Fin de siècle

L’ inizio dell’Ottocento fu la Belle Époque per Barcellona . Tra modernizzazione  urbanistica, rivoluzione industriale , tensioni sociali, e una sfrenata joie de vivre ! Si respirava un’aria di rinascita e ripresa economica e sociale testimoniata dalle Esposizioni Universali del 1888 e del 1929.  Uno scenario che richiamò in città migliaia di contadini dalla campagna circostante, e determinò la rapida ricostruzione urbana di BarcellonaNel XIX secolo fu ampliata con l’abbattimento delle mura medievali  e l’inclusione della periferia più estrema.

Di pari passo a Barcellona vi fu una vera e propria impennata  demografica e l’inaugurazione della prima linea metropolitana nel 1924. Pure la cultura,  sulla scia della corrente del Romanticismo europeo , riacquistò vigore e centralità. Oltretutto nel 1899 fu eretto il Futbol Club Barcelona da Hans Gamper, gloria  per lo sport nazionale.

Francisco Franco

Ad ogni modo, l’euforia di quell’era durò molto poco.  La golden age causò  disuguaglianze sociali e  formazione di baraccopoli a Barcellona. Il colpo di grazia le fu dato dalla Guerra Civile Spagnola (1936-1939)  . Questa fu un conflitto armato tra il parito della sinistra republicana  e quello della destra nazionalista del generale  Francisco Franco (1982-1975) che alla fine  vinse .

Il temuto caporale  impose una dittatura totalitaria marcata da repressione politica, culturale e linguistica. Nonché da censure per l’informazione e da sorveglianza sulla popolazione. Un regime terroristico che  terminò solo nel 1975. Con la  morte di Franco nel 1975  si arrivò  alla termine del regime terrotistico e della soppressione dei cittadini della Catalogna  . Come per miracolo però  Barcellona  rifiorì grazie al  boom del turismo degli anni ’60 . La situazione peggiorò nel 1978quando diventata repubblica  tentò due referendum (2014-2017) per l’attuazione della independência . Il risultato fu l’apertura di un processo contro ogni tentativo di anarchia di Madrid. Lotta che persiste ancora. Chissà cosa riserva il futuro!

Barcellona in 5 giorni. La Ciutat Vella

Sicuramente Barcellona attrae milioni di viaggiatori da ogni parte del globo a cui è connessa con ogni tipo di trasporto .  Questa non è l’unica motivazione dell’overbooking annuale registrato in città! Anzitutto è versatile, cioè è adatta a tutti , a ogni esigenza , e budget , da quello più basso a quello ultra lussuoso ! In aggiunta racchiude arte, divertimento, viste stratosferiche, e temperamento latino . Senza tralasciare l’ospitalità della sua gente ,  il  suo carattere  cosmopolita  e un clima pressoché mediterraneo tutto l’anno . Insomma   trasmette un’energia contagiosa che fa vibrare ogni centimetro della pelle!

Nonostante Barcellona  sia divenuta piuttosto turistica, non ha perso la sua anima spagnola . Il suo lato più autentico si scopre nei suoi contrasti : vecchio e nuovo, miseria e nobiltà convivono in perfetta armonia.    Non finirà mai di sedurre per il suo spirito selvaggio e al contempo borghese. È generalmente tranquilla, basta usare buon senso: evitare l’ hinterland, non girare soli di notte , e custodire con attenzione borse e oggetti di valore!

Barcellona in 5 giorni. La città vecchia

Barcellona in 5 giorni è stato un arco temporale più che adeguato per immergersi nelle principali attrazioni  della Ciutat Vella , la città vecchia . Il centro storico rimane una comunità briosa e frizzante. Al suo interno si distinguono quattro  quartieri (barris ) , ognuno dotato di  una sua  personalità. Questi sono:

Esplorare la  Ciutat Vella  in lungo e in largo è come navigare un ruscello straripante in una cascata. Si cammina in un dedalo di stradine  momentaneamente desolate, e poi all’improvviso lo spettacolo della vita quotidiana esplode. I garzoni che spingono carrelli di bibite tra gatti assonati e  murales colorati e giganti. Balconcini adorni di fiori su cui svolazzono lenzuola bianche che profumano di fresco.

Barcellona in 5 giorni . 20 Luglio. Il Barrio Gotico

Il Barrio Gotico è una delle arterie  primarie di Barcellona . Passeggiando tra i suoi blocchi di pietra si torna indietro a Barcino, il primitivo insediamento romano voluto dall’imperatore Augusto (I sec- a. C.) . Si tirò fuori da pochi ettari incastonati tra il monte Tabor e due torrenti rispettivamente  il Collserola (La Rambla) e Junqueras (Via Layetana).

Il nome Barcino evoca mistero perché deriverebbe da tre teorie intriganti:

Cosa è rimasto di Barcino

La Barcellona romana  prosperò accanto alla dominata Tarragona . Fino al suo declino per instabilità politica (III -IV sec. d.C.) . Le sue tracce sono ancora visibili nel  Barrio Gotico  e precisamente:

Si pensa che nei pressi del Barrio Gotico ci dovesse essere anche un anfiteatro romano . La sua piazza principale coincideva con l’attuale e limitrofa Plaça de Sant Jaume. Questa  oggi  ospita il rinascimentale e gotico Palau Centelles (XV sec.) il Palazzo della Generalitat e il Municipio di Barcellona.

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Plaça Catalunya

L’ ombelico di Barcellona è  Plaça de Catalunya  , il ritrovo in assoluto per il pueblo e  i vacanzieri. Questo per la sua posizione strategica poiché collega la  Ciutat Vella  con l’ Eixample , che è la sezione più recente  della capitale. In sostanza è la punta della matassa da cui si dipanano alcune vie  principali di  Barcellona . Tra queste : la Rambla, il Passeig de GràciaRambla de Catalunya, la Ronda de Sant Pere, la Ronda de l’Universitat, il carrer de Pelai e la Avinguda del Portal de l’Àngel.

Le sue origini risalgono al XIX secolo . Fino al 1927 fu oggetto di diverse ristrutturazioni e abbellimenti . Questi includono fontane, monumenti importanti  e altro ancora dovuto agli interventi di artisti eccezionali. Tra questi gli architetti:  Pere Falqués, Puig i Cadafalch e Francesc de Paula Nebot. E scultori come Clarà e Llimona.

Fiori all’occhiello in Plaça de Catalunya   sono :

Ovviamente la sua vivacità  è dovuta anche a una moltitudine di ristoranti, caffè, centri commerciali, trasporti pubblici, e uffici che la popolano. La piazza è spesso palco per manifestazioni politiche. Come la protesta per il referendum d’autodeterminació de Catalunya , che fu  quella sull’autonomia politica del paese del 2017. Ci si fanno anche concerti, e ci si tiene il famoso Barcelona Jazz Festival (tra N

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Rambla

Barcellona non sarebbe la stessa senza la sua leggendaria  Rambla .  Inizialmente era il letto di un fiumiciattolo stagnante che vi scorreva . Nel XV secolo, le autorità cittadine fecero deviare il percorso della fogna e lo pavimentarono.  Conosciuta anche come Las Ramblas ( plurale in catalano)  , perchè  si riferisce ai cinque tratti che compongono questa striscia pedonale lunga quasi un miglio. 

La Rambla è un ampio  boulevard alberato che  congiunge il Nord di Barcellona , in Plaça de Catalunya , con il Sud a  Port Veil . Si tratta di   un circo multicolore di persone . Tra forestieri e locali fanno la loro comparsa acrobati, fioristi, ristoratori, ambulanti, musicisti e vagabondi  . Uno show che dura  tutte le ore del giorno e della notte . Fate solo un po’ di attenzione ai borseggiatori e alle centinaia di taverne laterali vere e proprie trappole per globetrotter!

Alcuni tesori laterali

Lungo la a Rambla è possibile ammirare:

Cathédrale de la Santa Creu i Santa Eulàlia

La Cathédrale de la Santa Creu i Santa Eulàlia (info orari e costi) è un miscuglio di stili in cui prevale quello Gotico. Con pianta a croce latina e splendide finestre a vetri il duomo  commemora la  Santa Croce .  Si eleva per 90 metri ed è  larga 53 metri  . Nel  1298 la si innalzò grazie ai proventi di  confraternite e corporazioni  medievali. Si sotterrò una precedente basilica paleocristiana ( IV sec.) per farla. Questa era  stata devastata dalle truppe del generale andaluso Al-Mansur ( X sec.) . I suoi principali artefici furono: Jaime Fabre, Bernat Roca , Arnau Bargués, Andrés Escuder, Josep Oriol Mestres . Ci vollero sei secoli per terminarla.

Internamente gli elementi chiave sono :

All’esterno colpisce la sobria eleganza delle mura e il portale decorato con la Vergine col Bambino scolpita nel XIV secolo. L’interno è luminoso, ed è dominato da una navata unica e da vetrate colorate che lo riempiono di una calda luce dorata e azzurra.

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Santa Maria del Pi

Santa Maria del Pi (info costi e orari)  si erge silenziosa e maestosa come un angelo custode di Barcellona . Del XI secolo,  essa fu edificata sui resti di una piccola chiesa romanica. Lo stabile attuale ,  in stile Gotico Catalano, è del Trecento e fu consacrato nel 1453. Nei secoli ha superato guerre, incendi e  restauri. Ma è sempre rinata come il pino antistante la piazza in cui giace da cui sarebbe stata denominata! L’albero veniva sostituto dopo ogni calamità!

All’esterno, la basilica strega  per la sua sobrietà . Le sue mura sono imponenti e rinforzate da contrafforti. Il suo portale gotico è impreziosito con la Vergine col Bambino scolpita nel XIV secolo . Inoltre si può apprezzare:  un campanile che svetta fino a 54 metri . E un solenne rosone (1936) che illumina tutto intorno.

L’interno sorprende per la sua navata unica, spaziosa  e luminosa, caratteristica questa tipica  del Gotico Catalano. Le volte a costoloni, alte e slanciate, donano un’atmosfera austera ma accogliente. Le cappelle laterali serbano opere e memorie della storia della città. Venerare  Santa Maria del Pi significa scoprire non solo un capolavoro architettonico, ma anche uno scrigno di eventi  storici e di spiritualità a Barcellona.

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Museo Cera 

Museo Cera  (info orari e costi) è una pausa eccellente per scampare al trambusto cittadino. Ci sono capitata all’improvviso per rifugiarmi da un temporale estivo! ’ È  sistemato in una ex banca del 1873   e nel 1982 fu abbellito con graziose decorazioni come lo stemma della Catalogna .

Il recente restyling (2020) ha introdotto tecnologie moderne per rendere l’attività museale  più interattiva. All’ingresso ci si a accomoda dentro un piccolo montacarichi che proietta immagini tridimensionali di Barcellona. Tutto questo mentre vi conduce al primo di tre piani.

Da Cervantes a Frec Mercury

Su questi sono dislocate più di 150 figure di cera suddivise per tematiche varie . Esse spaziano da personaggi celebri dello show a quello  della storia. Da quello della cultura a quello   della politica. Il set  che mi ha più entusiasmato è  stato quello riservato alle star della musica.

Il Museo Cera  si gira tranquillamente in un’ora . Se volete fare una sosta per qualcosa da bere e per riposarvi andate nell’adiacente Bosc de les Fades . Questo  è un bar arredato come un bosco incantato. Di sicuro un ambiente surreale che piace sia ai bambini che agli adulti.

Barcellona in 5 giorni. 21 Luglio. Barrio El Born

Se c’è un quartiere capace di raccontare la Barcellona più genuina  quello è senza dubbio El Born.   Il suo fascino medievale si intreccia con l’arte contemporanea.  Ogni suo vicolo  vibra di allegria ed estro artistico. Era una zona commerciale, collegata al porto e al vicino quartiere della Ribera. Si organizzavano feste e persino dei tornei cavallereschi che si svolgevano lungo il Passeig del Born, la via principale.

L’ aria scanzonata d’ El Born. rimane tuttora  . Qui   si fa lo  shopping  più esclusivo e  si vive sia di giorno che di notte . Al calare delle saracinesche di botteghe artigiane, boutique di design, e gallerie d’arte  impazza la movida notturna più entusiasmante . Si popola di bohemien e sognatori , nulla è lasciato al caso ed è tutto una sorpresa .  Come il suo El Born Centre de Cultura i Memòria. Questo è  un ex mercato dell’Ottocento trasformato in spazio culturale con resti archeologici della Barcellona del XVIII secolo. Seguitemi , vi svelerò qualcosa del mistero di El Born,  vi resterà addosso come un profumo !

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Santa Maria del Mar

Santa Maria del Mar (1329-1383) è un must da fare perché è poco affermata ma intrigante e spettacolare! La si deve alla volontà dei lavoratori del porto e degli artigiani del  quartiere. Il loro fu un contributo economico importante per materializzare in eterno la  loro fede .  L’orgoglio della classe operaia fu  affidata alla sapienti mani degli architetti Berenguer de Montagut e  Ramon Despuig.

Anzitutto Santa Maria del Mar eprime in toto la purezza dell stile Gotico Catalano: è  priva di ornamenti superflui.  Il suo disegno complessivo è perfettamente proporzionato.  Corredata da due torri ottagonali gemelle  la sua linearità  diventa potenza visiva e spirituale.

Internamente lo stupore è immediato. Le alte navate sembrano dissolversi verso l’alto, sostenute da slanciate colonne poligonali che  donano  leggerezza e armonia. La luce, filtrata dalle ampie vetrate istoriate, danza sui muri in pietra e sui pavimenti antichi. Ci si sente come avvolti da un abbraccio intenso che conforta e trasmette serenità amplificata da un silenzio reverenziale che quasi sgomenta. Lo stesso che probabilmente scatenò la fantasia dello scrittore Ildefonso Falcones che la contemplò nel suo best seller  chiamato appunto La cattedrale del mare.  Questo  è stato  un successo  letterario, un romanzo che ci descrive una Barcellona povera ma fiera nell’epoca medievale. La stessa che ha permesso la fondazione della cattedrale ormai meta di pellegrinaggio mondiale!

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Moco

Il Moco esiste dal  2021 per merito di due collezionisti olandesi Lionel e Kim Logchies-Ten Kate. Il loro goal è stato quello di rendere l’arte contemporanea accessibile a tutti. Un qualcosa del genere la fecero  anche ad Amsterdam . Fu una mossa vincente , e  nuovamente hanno fatto bingo a Barcellona!

Azzeccata anche l’ospitalità del Moco dentro lo sbalorditivo Palazzo Cervelló ,  una dimora aristocratica  del XVII secolo . Quello che sorprende già all’ingresso  è una gigantografia a forma di cuore umano trafitto.  Un calco della vita che si alterna tra dolore e gioia fatta da Damien Hirst (1965, Bristol)  una delle figure più rappresentative dell’arte moderna.

Ogni sala del  Moco  è una cornucopia di stili, colori e linguaggi diversi. Tra le opere più significative si possono ammirare:

  • Banksy: con le sue provocazioni sulla società dei consumi;
  • Andy Warhol: maestro della pop art e del culto dell’immagine;
  • Jean-Michel Basquiat: con le sue tele cariche di denuncia sociale;
  • Keith Haring: che inneggia all’ inclusione e alla felicità  con le sue figure danzanti;
  • Yayoi Kusama: regina dell’arte immersiva con le sue stanze di specchi e luci infinite;
  • Salvador Dalí e Pablo Picasso:  geni catalani e mentori dell’innovazione artistica

Visitare il Moco è un atto audace che vi farà valutare Barcellona con un visione nuova, più dinamica e senza pregiudizi. Vi costringerà a guardare le cose con una prospettiva diversa.  Riconoscendo l’inevitabile verità che il significato di qualsiasi cosa muta a seconda della prospettiva!

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Museu Picasso

Lungo la suggestiva Carrer de Montcada, sorge il museo  dedicato all’eclettico e rivoluzionario artista malagueño. Sto alludendo a  Pablo Ruiz Picasso (1881-1973). Fu  l’ inventore del  Cubismo, una corrente artistica che sovvertì formalmente la pittura scombinando l’immagine in varie forme. Sconvolse radicalmente  il modo di rappresentare l’esistenza . Un insigne artista il cui monito fu che  quella dell’uomo non è la sola possibile visione delle cose.

Il Museo Picassso  è del 1963 e si deve a Jaume Sabartés, amico e segretario personale di Picasso. Suo intento fu quello di promuovere il talento del pittore accentuando il suo attaccamento a Barcellona che frequentò da giovane . Il museo è  all’interno di cinque palazzi medievali interconnessi.  Tra questi spicca il magnifico Palau di Berenguer Aguilar in pittoresco stile gotico.  Metterci piede  significa ripercorre la formazione, l’evoluzione e la genialità di uno degli artisti più influenti del XX secolo. Esso contiene  le sue prime bozze, i ritratti intimi e quelle sue sperimentazioni che lo resero immortale.

Come è organizzato il museo? 

Si sviluppa su più reparti, seguendo un percorso cronologico e tematico che consente di capire la crescita artistica di Picasso:

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Parc de la Ciutadella 

Parc de la Ciutadella   (17,42 ettari ) è uno dei polmoni verdi di Barcellona , denominato così dalla cittadella militare a cui prima apparteneva. Quella che Filippo V di Borbone fece fare all’indomani della Guerra di Successione per sottomettere i catalani. Furono demolite 1200 case e fu un trauma totale per i residentiIl progetto fu affidato all’architetto Josep Fontserè, che iniziò i lavori nel 1872 con la collaborazione di un giovane Antoni Gaudí, allora suo assistente.

Punti di interesse attuali del  Parc de la Ciutadella  sono:

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Arc de Triomf

Per raggiungere la Parc de la Ciutadella  si passa attraverso il meraviglioso  l’ Arc de  Triomf ,  alto 30 metri  . Disposto  tra il Passeig de Lluís Companys e il Passeig de Sant Joan, è  il passaggio più emblematico di Barcellona (1888 ,  J. Vilaseca i Casanovas). Chiaramente commissionato  per l’Esposizione, questo arco si distingue per il suo  ricercato stile mudejar:  a mattoni rossi e ornamenti moreschi.

Si fa osservare  per i fregi di Josep Reynés e Josep Llimona . Ci sono intagliati  gli stemmi delle 49 province spagnole che formavano il Regno di Spagna nel 1888. Il tutto sormontato dallo stemma di Barcellona. Oltre che per il suo peso storico l’  Arc de  Triomf  è un vero  proprio landmark urbano. Qui ci si viene a passeggiare, e a celebrare la gloria di Barcellona osservando i  suoi bassorilievi che omaggiano  l’industria, l’arte e la cultura catalana.

Barcellona in 5 giorni. 22 Luglio. Barrio Eixample

L’  Eixample   (dal  catalano  “ensanche”  cioè  “ampliamento” )  è un eccepibile  esempio di allargamento  urbanistico. Fatto  dall’ingegnere Ildefons Cerdà servì a contenere il picco di crescita demografica del XIX di Barcellona. Di pari passo alla sua rapida industrializzazione.

L’  Eixample     fu concepito  per  unire il centro storico di Barcellona con la periferia in espansione. Le sue strade disegnano una perfetta griglia geometrica. Apposta pensata per garantire aria , ordine, ampi viali, cortili interni e incroci ottagonali. Si pensò all’agio di tutti senza distinzione tra poveri e ricchi.  Ad ora è  il distretto più popolato di Barcellona, della Catalogna e di tutta la Spagna in termini assoluti (262 485 abitanti). E il secondo in termini relativi (3. 5586 ab./km²).

Ordine e disordine

Percorre  in lungo e in largo l’Eixample significa sfogliare Barcellona come un libro che descrive tutte le sue epoche. Ma in un contesto raffinato, dove impera lo shopping di lusso e l’alta gastronomia offerta da locali di ogni tipo . Nell’Eixample  è tutto sistemato  con logica: i numeri civici aumentano verso il mare o verso la montagna. E  le strade hanno nomi di città o regioni spagnole. Inoltre, negli anni ’80 furono installati alcuni semafori parlanti per non vedenti, tra i primi in Europa.

Una curiosità? Le corsie   dell’Eixample sono state progettate per facilitare la circolazione dei cavalli e i raggi  solari. Ciò lo rese uno dei primi prototipi di architettura urbana  sostenibile. Un motivo in più per smarrirsi tra i suoi isolati smussati nelle sue prospicienze. Lasciandosi sorprendere da ogni dettaglio architettonico e dall’armonia senza prezzo di questo straordinario sobborgo.

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Barcellona in 5 giorni. Antoni Gaudì  

È nell’  Eixample     che il Modernismo catalano ha trovato la sua massima espressione grazie ad alcune  opere indimenticabili di Antoni Gaudí. Questi è l’architetto visionario di Barcellona,  che ha saputo trasformare la città catalana in un museo a cielo aperto. Nato nel 1852 a Reus, in Catalogna, Gaudí studiò architettura a Barcellona, dove fin da giovane ebbe la virtù straordinaria di coniugare  inventiva, simbolismo e natura.

Le sue opere non si limitano a costruzioni.  Ma sono vere e proprie esperienze sensoriali.  Dove ogni arcata, colore e dettaglio esprimono un pensiero, una fede. La sua influenza ha travalicato i confini della Spagna, addivenendo uno dei maestri del Modernismo mondiale.

Arte e fede di Gaudì

Per comprendere la profondità dell’arte di  Gaudí  occorre considerare la sua   religiosità , che si fece sempre più intensa con il passare degli anni. Essa  permeò  ogni progetto. Come la Sagrada Familia. Questo è   il suo master piece  incompiuto, elemento inconfondibile dello skyline di  Barcellona.  Purtroppo mi è sfuggito perché avrei dovuto prenotare con largo anticipo.

Il credo in Dio di  Gaudí   si avverte anche nelle sue Casa Batlló e Casa Milà che fanno da padrone a Passeig de Gràcia. Questa è  una delle aree più sofisticate di Barcellona resa indimenticabile  dalla sua vena estetica visionaria  e spirituale. Capacità che furono sostenute economicamente  da grossi mecenati come Eusebi Güell e la famiglia Batlló non le avrebbe mai fatte! Gaudí   vedeva la natura come espressione divina . E per questo, la imitava e reinterpretava applicando il trencadís. Questa era la sua tecnica che prevedeva il  riutilizzo fantasioso di frammenti di ceramica e vetro colorato. Da quei pezzi irregolari otteneva una grazia artistica. Esattamente come la fede che converte l’ordinario in straordinario.

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Casa Milà

Casa Milà o  Pedrera  è il fiore all’occhiello di Gaudí , fatta tra   il 1906 e il  1912  . il primo appellativo è legato alla famiglia Pere Milà e Roser Segimon per cui venne fatta. I coniugi sognavano una residenza nobiliare a Passeig de Gràcia. Il secondo rimanda   al catalano “Pedrera” , che equivale in Italiano a quella  “cava di pietra”  a cui assomiglia. Quello che mi ha più impressionato sono le sue mura esterne.  Perché sembrano come delle onde che fluttuano nell’oceano. In mezzo a 32 finestre in ferro battuto realizzate da Josep Mraria Jujol.

Casa Pedrera  sembra un organismo vivente  scolpito nella roccia con quell’effetto dinamico delle sue linee curve prive di spigoli,  marchio  di una  Barcellona fortemente modernista.   Gaudí  si ispirò  a Le Corbusier, padre dell’ architettura moderna. Ma si spinse venti anni avanti. Imitò il mare e articolò il complesso su nove livelli. Un piano seminterrato destinato ai magazzini e alle carrozze. Un altro sopra con spazi commerciali. I rimanenti furono destinati a appartamenti di lusso, un attico con archi catenari da cui si scorgono ancora adesso i tetti di Barcellona la Sagrada Tibidado.  Qui fanno sempre sfoggio dei mitici camini a forma di  guerrieri  che fanno da guardia al focolare domestico. Sono lavorati con  la tecnica trencadís  per simulare il fuoco con il riflesso del sole.

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Park Güell

Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1984,  Park Güell  fu fatto  tra il 1900 e il 1914 . Fu frutto della visione dell’ industriale Eusebi Güell . Questi era ossessionato dalla magnificenza dei  giardini inglesi . Aveva in mente  di mettere a punto un  quartiere residenziale per l’alta borghesia catalana .  Così chiese a   Gaudí di fagli avere un modello da elaborare. Tuttavia, questa pianificazione  immobiliare non ebbe molti consensi . E successivamente fu convertito in parco pubblico nel 1926.

Il Park Güell  si sviluppa come un coloratissimo giardino monumentale che si adagia sulle colline del Carmel. Se preferite la metro per salire in cima al Park Güell   prendete la  linea  L3 e scendete alla stazione di Lesseps . Qui  accederete alle uniche scale mobili che funzionano all’entrata di Avinguada del Santuari de San Joseph. Diffusi sono i belvedere panoramici su Barcellona .

Cosa vedere nel Park Güell

Quando si è  Park Güell  si ha l’impressione di fare un sogno  attorniati da simbolismi religiosi, mitologici e patriottici catalani. Tra i suoi interessi più incredibili:

Barcellona in 5 giorni. 23 Luglio. Barrio Raval

Il Raval è il volto più nascosto e anticonformista di Barcellona . Già come nel Medioevo odiernamente è   la borgata della classe lavoratrice più modesta . Per cui  è sempre stato animato da operai,  grinta e  incessante  movimento. Proprio per questo non è raccomandabile fiondarcisi da soli . Magari come me cliccate su Guruwalk  per avvalervi di una guida autorizzata . Mossa azzeccatissima perché in tutta sicurezza ho avuto una panoramica più completa del Raval  . Funziona  a offerta libera (da un minimo di € 15, 00) .

Quello che ha fatto la differenza per il Raval   è stata la  riqualificazione urbana degli anni Ottanta . Ciò è stato possibile grazie all’impegno del comune che ha chiamato  architetti e urbanisti per riscattarlo dalla cattiva fama di cui godeva. Così si sono dislocate università, diversi rami di istituzioni varie . E sono sorti blocchi multifunzionali  e ricreativi che hanno favorito la diffusione dell’arte e l’integrazione sociale.

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I big del Raval

Tra i propulsori del rilancio del Raval   basta citare  Richard Meier, che qui ha fatto il Museu d’Art Contemporani de Barcelona  (1985) . Questa è  una cupola tutta bianca fatta di cemento e vetro.  Combina linee rette e curve con un portone in vetro che espone una vasta gamma di opere d’arte contemporanea (XX sec.)  di diversa provenienza. La sua piazza esterna si estende tanto per la gioia degli skaters! Ma il  Raval non è solo questo, ecco qualche altro suo gioiello:

Barcellona in 5 giorni . 24 Luglio. Barceloneta

Barceloneta è un eldorado residenziale e di svago incastonato a Port Veil . Le sue fondazioni sono del XVIII secolo . Ma si espande nel 1714 come rifugio degli sfollati al seguito della demolizione della Ribera. Questa era un lato di Barcellona fatto a pezzi da Filippo V di Borbone dopo la Guerra di Successione per erigere una cittadella militare. Della cosa se ne occupò l’ingegnere Pròsper de Verboom . Questi recuperò porzioni di abitati enormi dal mare e li  strutturò in modo semplice  con strade, case e superfici funzionali. Ci vollero anni di fatica per migliorare la Barceloneta che intanto era sempre più affollata da marinai e pescatori.

Nel XIX secolo, l’espansione industriale e l’aumento dell’inquinamento causarono la cessazione  delle attività di pesca, modificando parzialmente il quartiere. Questo si riqualificò totalmente in occasione dei  Giochi Olimpici del 1992. Uno dei primi e efficaci interventi fu  la realizzazione di spiagge importando sabbia dall’Egitto, dal deserto del Sahara. Il risultato fu quello che oggi è un litorale di 5 km di spiagge libere più o meno assaltate dalla massa . Uno sfogo alla calura estiva che disseta con i suoi chiringhitos e divieti che ne preservano l’esistenza.

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Barcellona in 5 giorni. Non solo spiagge

Cosa è rimasto delle antiche vestigia? Poco ! Come la chiesa di Sant Miquel del Port in stile Barocco  , che è inconfondibile per  il suo angelo in marmo che infilza un serpente! A questa chiesa  erano devoti . Altro tratto distintivo della Barceloneta è il Museu D’Historia  De Catalunya . Questo è un omaggio alla storia catalana dagli albori al presente tramite documenti, video e altro materiale interattivo.

Sono i giovanissimi che insediano Barceloneta perché c’è ogni tipo di distrazioni in una lingua dorata bagnata da acque non proprio cristalline . In compenso si possono lodare meraviglie artistiche. Tra queste le sculture:

Cos’altro c’è  vicino a  Barceloneta?

Citare tutto che c’è da setacciare a Barceloneta è impossibile perché è smisurata . Finisco proponendovi qualche chicca:

Barcellona in 5 giorni . 25 Luglio. Montjuc

La collina di Montjuïc si innalza a 192 metri a Sud di Barcellona . In italiano il suo significato è quello di “Monte degli Ebrei”, perché di questa stirpe c’era un cimitero. La sua funzionalità era quella di difesa dal nemico per la qual cosa si pervenne a fare un castello nel XVII sec. Effettivamente da lassù si domina il porto e tutta la pianura circostante. Fino ai Pirenei se fuori è limpido.

La collina di Montjuïc fu sempre teatro di scontri e assedi : Guerra di Successione spagnola (1701-1714), Guerra Civile spagnola (1936-1939). Per fortuna dal XX secolo lo si fruttò come polo culturale e artistico per il susseguirsi di due colossali appuntamenti. Indovinate quali? L’ Esposizione Internazionale del 1929 e le Olimpiadi del 1992.

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Cosa osare nella collina Montjuïc ?

Per staccarvi da Barcellona e fare qualcosa di insolito e dinamico qui è per voi. Oltre la Fondazione Joan Miró,  Davvero eccezionali sono:

Barcellona in 5 giorni. Un cibo caliente!

La cucina catalana è una delle più secolari e complesse d’Europa. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando la Catalogna era un importante crocevia commerciale sul Mediterraneo. Le rotte marittime importarono spezie dall’Oriente, ingredienti dal Nord Africa e nuove tecniche di cottura dalla Francia e dall’Italia.

Già nel XIV secolo il Llibre de Sent Soví fece il suo ingresso. Questo fu  uno dei primi ricettari europei Una sinfonia culinaria di autore anonimo che combinava carne, pesce e verdure con un uso sapiente di erbe aromatiche. Quest’ultima una pratica che è peculiarità della gastronomia catalana e spagnola in genere. Questa fusione esprime l’unicità di un territorio che vive a cavallo tra Mediterraneo e Pirenei.

A partire dagli anni ’80, Barcellona  è diventata un workshop gastronomico globale grazie a chef visionari come Ferran Adrià. A lui si deve la fondazione in Costa Brava di El Bulli, un ristorante assolutamente all’avanguardia  Dopo la sua chiusura nel 2011 è stato trasformato in museo.

La cucina molecolare

Ferran Adrià  ha introdotto la cucina molecolare, plasmando consistenze e sapori in vere esperimenti sensoriali.  Sfere liquide, spume e gelatine hanno modificato lo star bene a tavola. Altri grandi chef catalani, come Carme Ruscalleda  e Jordi Cruz, hanno contribuito a elevare il successo della cuisine catalana. Non stanca mai perché non è scontata . Si muove tra le ricette della nonna e sperimentazioni allo stato puro da testare tra bancarelle all’aperto e ristoranti semplici e stellati. Per voi in basso una lista delle delizie salate e dolci più comuni a Barcellona .

Panetteria

Primi , Carni
Dolci
  • Braç de Gitano: rotolo di pasta soffice farcito con crema o cioccolato, ricoperto da zucchero a velo o caramellato;
  • Coca de Sant Joan: focaccia dolce preparata per celebrare la festa di San Giovanni, con frutta candita e crema;
  • Churros con Chocolate: bastoncini di pasta fritta, spolverati di zucchero;
  • Crema Catalana : rema pasticcera aromatizzata a cannella e limone, con una crosticina di zucchero caramellato;
  • Catànies: praline di Vilanova i la Geltrú: mandorle tostate ricoperte di pasta di mandorle, cacao e zucchero;
  • Orelletes: sfoglie fritte zuccherate, simili alle chiacchiere italiane, tradizionali del Carnevale;
  • Panellets: piccole palline di pasta di mandorle, ricoperte di pinoli, tradizionalmente preparate per la festa di Ognissanti;
  • Turrón de Agramunt:  torrone tradizionale della Catalogna, prodotto a mano dal XVII secolo nel villaggio di Agramunt.

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Barcellona in 5 giorni. Dove mangiare a Barcellona

Per quanto mi riguarda se voglio addentrarmi nell’ essenza della tradizione culinaria di un posto nuovo mi fiondo nello street food e le pietanze più semplici. Per Barcellona basta recarsi nei suoi mercati . E questi  sono tanti , sfarzosi e chiassosi. Tra più di tredici quelli più rinomati sono :

Dalle tortillas di patate e i gamberoni alla brace, dai formaggi più grassi alle paste più golose qui le vostre papille gustative si risvegliano a pieno! Oltre al cibo, i mercati fanno parte dei riti cittadini, e sono dei veri e propri centri di vita sociale . Qui ci incontra per chiacchierare, stare un po’ insieme. Mentre i commercianti lavorano e trattano la vendita della frutta di stagione. Bisogna consultare la propria tabella di marcia e fare attenzione agli orari.  Perché chiudono intorno le venti settimanalmente e la domenica .

Ristoranti a Barcellona

Infine se  siete dei food lovers non posso che proporvi un elenco  di ristoranti molto alla moda a Barcellona :

Barcellona in 5 giorni . Il cava

A proposito di Bacco! Se Barcellona stuzzica per liquori particolari come il ratafia , fatto con noci, e  il vermouth , fatto con artemisia ,  allora è il momento di conoscere il suo cava. Mi sto riferendo allo champagne spagnolo, bollicine ricavate (metodo classico) da uve autoctone . Tra queste   Macabeo, Xarel·lo e Parellada  coltivate per la maggiore nella vicina regione di Penedès. Del cava ce ne è uno per ogni gusto: Brut, Reserva o Gran Reserva.

Il suo ideatore fu Josep Raventós Fatjó . Nel 1872 l’audace imprenditore  applicò la rifermentazione in bottiglia alle uve locali  generando lo spumante nazionale. Il suo laboratorio fu la cittadina di  Sant Sadurní d’Anoia, dove istituì la sua monumentale cantina Codorníu, progettata da  Cadafalch. Questa vi dà il benvenuto ancora oggi per delle degustazioni da capogiro. Cosa che è possibile fare anche in altrettante rinomate bodegas limitrofe quali:  RecaredoFreixenet ,  GramonaLlopartJuvé & Camps , Raventós i Blanc .

Il cava fa tendenza

Attualmente il  cava è richiestissimo e ciò  grazie allo sforzo della grandi famiglie di winemaker che portarono all’ eccellenza tra il 1900 e il 1950. Questo periodo fu quello del suo v boom . In questi decenni si superarono grosse crisi  legate alla Prima Guerra Mondiale, alla crisi economica del 1929 e alla Guerra Civile spagnola.

I viticoltori catalani rimasero uniti e cavalcarono l’onda investendo in innovazione, meccanizzazione e marketing  . Essi  trasformarono il  cava in un nettare di  massa ma al tempo stesso di qualità. La diffusione fu tale che divenne protagonista delle celebrazioni popolari, e   delle grandi occasioni della società spagnola del Novecento.

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Conclusioni. Barcellona in 5 giorni

Come avrete capito Barcellona è un universo fatto di opposti che si attraggono . Non smette mai di stupire, ed è capace di regalare emozioni intense e variopinte. Fortemente attaccata alla sua emancipazione, alla sua identità.  Incanta dal  sorriso dei suoi abitanti e la sensualità del flamenco , agli aromi travolgenti dei banchi di mercanzie rionali .

Purtroppo Barcellona  è stata un’avventura che è durata poco per me. Andrebbe assaporata con calma perché  non ci si annoia mai, e ravviva i sensi. Succede che quando ci si allontana resta una nostalgia dolceamara. Naturalmente si desidera rivederla senza aspettare troppo.  Perché  la sua vitalità richiama sempre indietro, è un  battito che non smette mai di pulsare