Lucila Veloz Gutiérrez

Lucila Veloz Gutiérrez

“Los impossible tarda un poco  más” 

L. V. Gutiérrez

Lucila Veloz Gutiérrez, l’Andalusia in una palette

Che dire di Lucila Veloz Gutiérrez , se non che è una donna bella dentro e fuori .  Di lei mi ha colpito  la sua arte ed eleganza. Questa forza della natura è nata a Guanajuato in Messico dove ha svolto i suo studi di architettura, che ha poi perfezionata in Canada e Alcalà . Per puro caso ho incontrato Lucila Veloz Gutierrez un pomeriggio  afoso di Luglio  di qualche anno fa.

Precisamente è accaduto a Cordoba dove vive con la sua famiglia. In attesa del mio treno di rientro a Siviglia ero appoggiata sul muro rovente della centralissima fontana di Piazza Tendillas . Lì mi ritrovai Lucila Veloz Gutiérrez che stava abbozzando una torre di un palazzo liberty con un carboncino. Mi sembrò la cosa più bella del mondo. Mi complimentai per quello schizzo così minimale, semplice ma penetrante. Così iniziammo a parlare. Figuratevi una Spagnola e un’Italiana ! E senza che nessuno delle due conoscesse l’idioma dell’altro, si fece subito amicizia. La stessa che mi ha portato nuovamente in Andalusia per ammirare più da vicino i suoi capolavori . Vediamo più da vicino chi è Lucila Veloz Gutiérrez. Buona Lettura!

Chi è Lucila Veloz Gutiérrez?

Senza dubbio non è facile descrivere l’anima e la carriera di successo di Lucila Veloz Gutiérrez. Perché ha fatto tanto nella sua vita e ancora oggi come un uragano non si ferma. Dall’ architettura all’amore per l’arte in tutte le sue manifestazioni il passo è stato breve.

Sin da quando nel 1983 ancora studentessa del primo anno Lucila Veloz Gutiérrez è chiamata a esporre nella Casa-Museo Diego Rivera . Da allora il cammino è stato tutto in salita vincendo delle borse di studio negli anni ’90 per la Cooperazione Iberoamericana ICI  e per l’ Istituto Nazionale della Pubblica Amministrazione della Spagna . Parimenti si è distinta per avere diretto i lavori di sviluppo urbano in alcune aree del Mexico come il suo paese natale  Guanajuato, Celaya, e lo Stato di Querétaro. Un’esperienza che le ha permesso di conoscere la sua terra  più da vicino sotto ogni tipo di sfumatura.

Altri successi

In seguito Lucila Veloz Gutiérrez  si è specializzata  in Restauro del Patrimonio, Design e Paesaggio, e ha conseguito  il Diploma in Architettura del Paesaggio.  Inoltre ha  aderito come membro di varie associazioni e istituzioni tra i quali :

  • Associazione di Architetti del paesaggio, Messico .D.F. ;
  • Comitato Internazionale dei Siti e dei Monumenti;
  • ICOMOS- (UNESCO).

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Altre tappe fondamentali del suo percorso lavorativo 

Non si può bloccare proprio un fiume in piena e nel 2017 Lucila Veloz Gutiérrez è diventata presidente della società tecnologia Innopaisaje dell’università di Cordoba. Attualmente sta lavorando nel suo atelier a Cordoba . Si dedica principalmente  all’architettura stringendo collaborazioni con importanti studi quali quelli di :

  • Jaime Meza Miranda;
  • Carlos Flores Marini ;
  • Gerardo Olivares James

Papalotl, la farfalla messicana

Non mancano realizzazioni artistiche di pittura e design ( Sección Áurea Design ) di grande valore. Lucila Veloz Gutiérrez è anche nota per le sue pubblicazioni e  i suoi convegni sull’arte . Numerose sono state anche le sue mostre artistiche , tutte disseminate tra la sua terra, la  Spagna e altre parti del mondo .

Tra tutte queste vorrei citare quella  del Giugno 2023 svoltasi presso il centro congressi Cosentino di  Malaga. La kermesse è stata intitolata Papalotl , che vuol dire farfalla in antica lingua messicana Nahutl . Una serie di quadri che inquadrano perfettamente lo spirito del filo rouge del suo credo artistico che mira a esplorare il cosmo e ad afferrare di questo il cuore. Il suo slancio artistico è un  volo eterno verso la sezione aurea che vede nella ricerca della perfezione di spirito e corpo la perfezione stessa.  Un’espressione di una forte sensibilità umana, patriottica, paesaggistica che prende forma in capolavori di restauro publico, tele, vestiti, ventagli in seta tutti dipinti a mano con l’uso di decorazioni in oro e argento .

Cordoba, l’Andalusia vera

Non è la prima volta che vado in Andalusia. Questo è un luogo davvero mediterraneo, latino, magico e primordiale. E tornarci con un caldo torrido a Luglio vuol dire esserne stata davvero stregata. E Cordoba mi ha richiamata al suo splendore in occasione della mia visita a Lucila Veloz Gutiérrez , che mi ha fatto sentire come a casa . Per me è stata una settimana di momenti indelebili che mi hanno portato a scoprire una città in tutta la sua bellezza.

Cordoba  , fondata dai Romani, è un concetrato di storia in cui Arabi, Cristiani e Ebrei hanno cercato di plasmarla convivendo fino alla supremazia cattolica dei re Ferdinando e Isabella . Cosa c’è da  fare e vedere a Cordoba ? Troppo in realtà . Se avete deciso di regalarvi un viaggio nel tempo, e una vacanza speciale vi consiglio di non stare solo un weekend . Cliccate in questo sitohttps://www.viviandalucia.com/cordova/cosa-vedere-cordoba/ che vi regala una paoramica generale per perdervi nell’incanto di Cordoba. Buon viaje! 

Contatti di Lucila Veloz Gutiérrez: 

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Bodegas Josè L. Ferrer

Bodegas Josè L. Ferrer

“Quando sei felice bevi per festeggiare. Quando sei triste bevi per dimenticare, quando non hai nulla per essere triste o essere felice, bevi per fare accadere qualcosa.”
Charles Bukowski

Bodegas Josè L. Ferrer 

Senza dubbio la Bodegas Josè L. Ferrer è un’istituzione divina a Maiorca. Diciamo pure che è la cantina per eccellenza dell’arcipelago delle Baleari. Ancora una volta la curiosità verso il vino mi ha portato a scoprire un territorio immenso. Quello di Maiorca appunto , che vanta un ricco patrimonio culturale, artistico, paesaggistico ed enogastronomico.

Così ho trascorso la mia Pasqua a contemplare , oltre le coste infinite di questo eden spagnolo. Ho sopratutto peregrinato  verso l’entroterra. E proprio qui  ho avuto un assaggio del meglio dei piatti e dei nettari maiorchini. In questo articolo vi propongo un viaggio enoico nel cuore dell’isola.  Un posto che vale la pena di esplorare non solo per le sue baie cristalline e i suoi monumenti. Venite con me e capirete che ci sono vari motivi per regalarvi una vacanza in questo angolo di paradiso.

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Bodegas Josè L. Ferrer, un salto a Inca per i cellers

In modo particolare il mio tour  ha interessato il lato interno  a Nord Ovest di  Maiorca. Prima  della  Bodegas Josè L. Ferrer c’è stata una tappa molto succulenta , quella a Inca. Questo paesino con le sue viuzze ciottolate e le sue chiese circostanti è celebre per il suo cuoio e le sue scarpe. Non è finita qui. La gloria di Inca sono i suoi  cellers .

I cellers  sono  ristoranti caratteristici, che sono  ricavati da vecchi depositi dove si faceva il vino in casa. Se volete mangiare e bere maiorchino accomodatevi pure in una di queste osterie . Qualcosa di diverso dai soliti  locali più alla moda, assalite dalle orde estive di  stranieri in fuga.

In quale celler andare a Inca? 

Se non avete idea di quale celler scegliere, vi propongo questo in basso, dove  tra l’altro ho beccato i vini della Bodegas Josè L.  Ferrer:

  • DAYLA – Vins i Tapes in Carrer Bisbe Llompart, 4 :   è un celler molto accogliente.  Il personale è estremamente gentile. Ti senti come a casa. I ragazzi dello staff  mi hanno aperto le porte . Nonostante fossi arrivata in orario quasi di chiusura. Il mio menù ha previsto: un fritto di gamberi rossi spadellati con aglio, pomodorini e peperoni. E una serie di calici di bianchi del posto.

La DO di Benissalem

Così dopo il lauto pranzo a Inca,  sono salita in treno per andare a visitare la cantina  Bodegas Josè L.  Ferrer .   Dopo venti minuti mi sono ritrovata a Benisallem.  Quella di Benissalem è la  prima DO (1990) delle Baleari per la produzione di rossi e rosati.

In questo pueblo interno di Maiorca il re dei vitigni è quello  autoctono detto Manto Negro. Esso è anche conosciuto come Callet . Ed è un incrocio tra Callet Cas Concos e Fogoneu. Dato il suo basso contenuto di antociani , la poca acidità e il basso contenuto alcolico,  Manto Negro si presta per rossi leggeri. Il suo  potenziale aromatico medio fornisce aromi di frutta matura e  melograno.

Altri vtigni della DO di Benissalem

A Benisallem ci sono dunque le condizioni ideali per la coltivazione di altri vitigni indigeni e internazionali. Molti dei quali sono gli stessi della Bodegas Josè L.  Ferrer

Il Manto Negro,vitgno re  della  Bodegas Josè L.  Ferrer e di Maiorca

Generalmente il Manto Negro è un’uva decisamente da taglio. E per lo più  si mesce con il Cabernet Sauvignon, il Syrah o il Tempranillo. Ultimamente però i winemaker  maiorchini lo sperimentano in purezza , e con ottimi risultati .

Quella di Benisallem  è un’area davvero privilegiata. Infatti è situata  al centro di Maiorca . Ed è protetta dalla Serra de Tramuntana. Questo è un sistema montuoso che raggiunge i 1.400 metri di altezza . E protegge i filari dal gelo e dai venti freddi del Nord.

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Il Moll , il bianco della  DO di Plà i Llevant 

Un’ altra DO (1999) è  quella di Plá i Llevant a Sud Est di Maiorca.  Raggruppa 19 municipalità :

I terreni (altzza massima di 100 metri slm ) qui  sono abbastanza fertili e rossi per la presenza di ossido di ferro.  Oppure bianchi per il contenuto di  argille, carbonato di calcio e  magnesio. Il drenaggio è buono e permette una profonda penetrazione delle radici. Senza dubbio importante è la temperatura , che  è mite tutto l’anno.

Il vitigno pricipe è quello del Moll o Prensal Blanc . Un’ uva  dalla buccia chiara, che genera bianchi fruttati e minerali, con aroma di di mele verde con finale mandorlato . I rosati sono invece agrumati, e gli spumanti quasi eterei.

Maiorca, vino poco ma eccellente

Il vigneto rappresenta una delle colture maggioritarie di Maiorca,  che si alterna  con mandorli, carrubi, fichi e ulivi. Il sistema di allevamento tradizionale è quello a guyot e cordone speronato. L’intera superficie vitata ammonta a circa 1000/2000 ettari. Non è tanto, per cui si predilige la qualità alla quantità.

Il motivo della poca espansione dei vigneti è dovuto principalmente all’elevato costo della terra. Non c’è da stupirsi, anche perchè Maiorca è diventata una meta immobiliare molto ambita da parte dei norderuopei con i soldi in tasca. Possiamo con certezza affermare che al presente la viticultura è un volano dell’economia maiorchina , che ha davanti un futuro prospero.

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Benissalem, un pueblo di meraviglie

Dalla stazione ferroviaria alla Bodega Ferrer  con sede a Benisallem  c’è una buona mezz’ora di camminata. Durante il tragitto nella cittadina rimarrete ammaliati dalla cura delle abitazioni. Sono tutte lastricate di pietra bianca, basse e adornate di piante. Il silenzio è imperante, interrotto qua e là dal miagolio dei gatti o dalle voci dei bambini che giocano  per strada.

A Benisallem , un  villaggio di appena 8000 anime, senza dubbio merita una menzione  la piazza centrale. In mezzo ad essa si staglia la Chiesa di Santa Maria Robines . Un perfetto esempio di stile barocco del XVIII secolo. Ovviamente questo è il punto di ritrovo di Benisallem,   una sorta di salotto cittadino  , che è vivo  durante tutto l’anno.

Prima di arrivare a destinazione alla Bodega Ferrer , passeggiando per i vicoli ho scovato altre aziende vitivinicole.  In tutto  se ne contano 70 a Maiorca. Purtroppo  erano tutte chiuse per via della festività pasquale.

Storia del vino a Benissalem

Logicamente Benisallem   deve la sua fama alla produzione di vino! La tradizione enologica della DO  di Benissalem  si riflette nei suoi riferimenti storici. L’introduzione della vite risale  al 121 d.C. Già nel I secolo d.C., Plinio parla dei vini delle Baleari, confrontandoli con i migliori d’Italia.

Anche durante il periodo della dominazione musulmana, nonostante i divieti del Corano,  si faceva il vino a Maiorca. Dopo la conquista, le Corti d’Aragona prima, e poi di Castiglia, favorirono la relativa espansione della coltura della vite, attraverso un regime di permessi di piantagione.

Il vino di Benissalem in letteratura

Troviamo riferimenti ai vini di Binissalem in queste opere letterarie:

La coltivazione della vite n generale  a Benisallem e a Maiorca ha attraversato momenti di splendore . E counque  altri di declino legati alla prefillosserica, alla postfillosserica, alla guerra civile spagnola e al boom turistico degli anni Sessanta. Si ebbe  una nuova ripresa alla fine degli anni Ottanta. Da allora, c’è stata una continua crescita del settore.

Zona geografica della DO di Binissalem

La zona geografica della DO Binissalem è costituita dai comuni di:

Con un’estensione di 154,75 km quadrati si tratta di una pianura ovoidale molto fertile , tutta esposta a Sud-Est . Si eleva ad un’altezza compresa tra 70 e 140 m s.l.m. 8 (intorno si possono avere anche alture di 400 metri).

Il terroir delle Baleari

Il terroir delle Baleari è il responsabile di rossi e bianchi unici al mondo, che hanno come tratto distintivo i profumi del Mediterraneo.

I terreni sono  ricchi di sedimenti calcarei e di arenarie silicee rosse . Essi danno origine a suoli dai toni bruni o rossastri. Il clima è mite. Al contrario le precipitazioni medie annue diverse in relazione alle stagioni. I monti fanno da scudo  ai venti .Mentre la  vicinanza al mare è responsabile di una vivace mineralità.

Bodegas José L. Ferrer, una storia di amore per il vino 

Appena sono arrivata all’entrata della Bodegas Josè L.  Ferrer sono rimasta affascinata dall’architettura moderna e al contempo retrò dell’impresa vitivinicola. Un edificio color ocra molto lineare e semplice . Esso  vanta degli esterni e degli interni ampi e luminosi. Questi sono  divisi in:  sala degustazione, ristorante , laboratorio e barricaia.  Ci sono circa 130 ettari di vigneto che circondano lo stabile dove crescono:

Inaugurata nel 2017, quella della Bodegas Josè L.  Ferrer è  un’attività di famiglia che dura da quattro generazioni. Sin da quando nel 1931 José L. Ferrer , il fondatore, ha messo su la prima pietra. Da allora sono passati circa 85 anni . Nell’arco d quasi un secolo la Bodegas Josè L.  Ferrer ha  rispettato la tradizione nel fare vino con un occhio attento all’innovazione teconologica.

Bodegas Josè L.  Ferrer , perchè sono stati i pionieri del vino a Maiorca?

Bodegas Josè L.  Ferrer è un’azienda vitivinicola rappresentativa del patrimonio enoico di Maiorca,  e delle Baleari, che   ha un passato  millenario . Sono stati tra i primi  a Maiorca  a :

  • valorizzare i vitign autoctoni ;
  • adoperare tecniche uniche di coltivazione dell’uva; 

  • fare  imbottigliamento meccanico ; 

  • invecchiare i rossi  in botti di rovere di legno ; 

  • favorire l’uso di sistemi di irrigazione all’avanguardia.

La Bodegas Josè L. Ferrer oggi 

Oggi Bodegas Josè L.  Ferrer  è gestita dal nipote José L. Roses e dai figli, María e Pepe. Tutti quanti  seguono  le orme del bisnonno. Gli spazi adella tenuta sono grandi. Ognuno di essi  è dedicato a tutto quello che serve per l’intero processo di vinificazione, che si svolge secondo criteri rigorosi.

Il riusltato di tanto lavoro è una produzione di circa 800, 000 bottiglie all’anno, che si esportano in Spagna e all’estero.  La tenuta offre anche la possibilità di fare dell’ottimo turismo enoico che poggia sulle visite in cantina, sui dei percorsi prenotabili in treno, e su abbinamenti tra vino e specialità della cucina locale.

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Bodegas Josè L. Ferrer, quattro vini in degustazione

Quando mi sono entrata alla  Bodegas Josè L.  Ferrer ho incontrato Sandra Waldmann e Ilhan Kaic Velasco. Lei è un’Italiana esplosiva per metà tedesca. Lui un giovane ragazzo che studia economia . Entrambi fanno parte dello staff dell’accoglienza, che mi hanno guidato nella mia visita alla cantina. Momenti davvero  fantastici.

Chiaramente la parte più interessante del mio arrivo alla Bodegas Josè L.  Ferrer  è stato quello della degustazione . Mi sono seduta su uno sgabello e nella botte fatta a tavolo mi sono state servite  quattro etichette formidabili.  Vi lascio qualche appunto in merito a ciò che questi vini mi hanno trasmesso. Devo confessarvi che non hanno nulla da invidiare a quelli prodotti in Italia o altrove . Sono stati davvero una piacevole sorpresa, perché associavo lo splendore di  Maiorca solamente alle sue acque blu!

Brut e un bianco della Bodegas Josè L. Ferrer

1.Veritas Brut Naure 2022: un brut di 12 gradi fatto con 100% di Moll . Di colore giallo paglierino, le bollicine si espandono fini e in moto costante.

L’aroma è complesso, al naso è come il Verdeho, molto fruttato. Al palato si avvertono note di pera , ananas, e anice. Ha una spiccata acidità, con una punta di amaro che rinfresca;

2. Pedra de Benissalem Blanc 2022 : un bianco di 12, 5 gradi  fatto con 100% di Moll . Le uve sono raccolte a mano durante la prima settimana di Agosto, poi sono tenute in fresco a 2° C e sottoposte a una macerazione pellicolare .

La seconda fermentazione avviene a temperature basse in vasche di alluminio. Alla vista è giallo pallido con riflessi verdognoli, trasparente e brillante. Fresco e aromatico, al palato ha note floreali e fruttate, rilevando un’ acidità equilibrata.

Rossi della Bodegas Josè L. Ferrer

3. Veritas Roig 2022 : un rosè di 11, 5 gradi  fatto con 100 % di Mantonegro. Il suo è un rosa tenue e pulito, ottenuto con una lieve macerazione sulle bucce.Sembra di annusare una rosa, e della frutta bianca. In bocca è come avere delle fragole, con una punta di limone e arancia. Un vino secco, leggero e un tantino amarognolo, bilanciato e con una persistenza intensa e aromatica;

4. Veritas 2012 : un rosso di 14 gradi   fatto con  70 % Mantonegro e 30% di  Cabernet . Dal coloro rosso rubino brillante , affina 40 mesi in  botte di rovere francese. Al naso sprigiona sentori di pepe e liquirizia, lasciando un pò di amaro.  Appena si beve invece risulta più succoso ,  morbido e setoso. Evidenzia una certa acidità che gli conferisce freschezza.

Bodegas Josè L.  Ferrer , un motivo per ritornare a Maiorca

Non è facile descrivervi i vini della Bodegas Josè L.  Ferrer , bisogna recarsi in loco e provarli di persona. Ho appreso in modo molto semplice sui vini maiorchini , capendone  i loro  caratteri distintivi .

Per esempio ho imparato alla Bodegas Josè L.  Ferrer che i bianchi maiorchini alla vista hanno un giallo pallido dorato. Essi sono molto aromatici , ricordano l’odore di fiori e frutta delicata.  Si fanno notare per la loro freschezza. Al contrario i rosati variano dal rosa pallido all’arancione, sono sfavillanti e limpidi. E infine i vini rossi hanno una grande personalità , specie se in blend, e affinati. Il loro sapore è molto persistente e sono ricchi di tannini.

La mia esperienza alla Bodegas Josè L.  Ferrer è stata indimenticabile . E  posso garantirvi che vale la pena concedersi una sosta di vino  se volerete a Maiorca. Ve lo suggerisco vivamente di staccare presto un biglietto. Resterete abbagliati dalla luce del Mediterraneo, dalla sua bellezza dirompete e dal calore della sua gente.  ¡ Buen viaje!

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Maiorca

Maiorca

“El mundo es un libro y aquellos que no viajan solo leen una página”
Agostino d’Ippona

Maiorca è il Mediterraneo

Che dire di Maiorca, che è la più grande isola  dell’arcipelago  delle Baleari in Spagna. Una terra  che fa sognare. Si estende per circa  3.640 km² . E conta circa  923.608 abitanti. Nonostante sia meta di un turismo internazionale di alto e medio livello, Maiorca è ancora tutta da esplorare. Perché a gli spazi sono infiniti.

Davvero Maiorca mi ha conquistato assieme alla sua capitale che è Palma . Il versante occidentale è quello che mi ha colpito maggiormente . Per le sue dolci colline e le sue baie cristalline.  L’ho perlustrato in quattro giorni a Pasqua. Ed è proprio di questo viaggio che  vi parlerò in questo articolo. Così avrete qualche spunto per una prossima vacanza magari proprio a  Maiorca! Buona lettura!

Palma di Maiorca, c’est la vie !

Senza dubbio Palma  di Maiorca è il luogo ideale dove soggiornare per visitare tutto l’atollo spagnolo. Vi consiglio vivamente  di scegliere un albergo a Plaza España Palma . Quest’ultima è la stazione principale in cui corrono tutti i mezzi di trasporto per girare Maiorca:

Inoltre Plaza España Palma  è dotata di cassette sicurezze per i bagagli. E ancora ci sono  postazioni per affitto bici, supermercati e bar.

Praticamente chiunque vorrebbe stare a Palma di Maiorca , perché è dinamica, e  organizzatissima. Oltretutto  il clima è mite tutto l’anno. Invidiabile  l’aeroporto Son Sant Joan che fa scalo in tutto  il pianeta e dista appena 8 km dalla metropoli (clicca qui per info) .

La fine dei viaggiatori romantici!

Sostanzialmente  Palma di Maiorca è un eden facile da raggiungere. Non a caso è sovraffollata costantemente da migliaia di turisti . E molti stranieri (per la stragrande maggioranza  nordeuropei in pensione) ci svernano!

Il volto di  Palma di Maiorca  è cambiato con l’avvento del   boom del turismo degli anni ’50. Ovviamente questo ha avuto vantaggi per l’economia locale.  Ma al contempo ha mortificato  la sua  natura  con il cemento delle  catene alberghiere che dilagano ovunque. Per questo motivo , Maiorca  rischia di perdere  molto del suo charme esotico.

Primo giorno. Nel cuore di Palma di Maiorca

Come potete immaginare, metà della popolazione risiede a Palma di Maiorca . Fondata dai Romani, il suo passato coincide con quello dell’intero territorio . Esso è stato devastato dai Vandali, e poi  plasmato dai Musulmani   e dai  Cristiani. Un crocevia  di culture diverse,  che hanno lasciato traccia del loro passaggio in ogn dove.

Palma di Maiorca  è   molto animata sia di notte che di giorno specialmente in due punti:

  • Lungomare e porto : qui si può fare sport . Oppure si può ascoltare musica davanti a un drink. Oltretutto esso è uno dei più importanti della Spagna. Infatti si distingue per l’intenso traffico di navi da crociera   e  per le famose regate . Tra queste vanno menzionate  quella della Coppa del Re e  del  Trofeo SAR Princesa Sofía;
  • Playa de Palma : questa è la spiaggia cittadina di 4km che è sia libera che attrezzata. Non sarà paragonabile agli anfratti sabbiosi più remoti di Maiorca. Ma è una fortuna averla così vicina. Per godersi il sole della city , accovacciati  come dei gabbiani nel relax più totale.

4 Cose da vedere nei dintorni di Palma di Maiorca in una mattinata

Non è una novità ,  Palma di Maiorca è gigantesca.  Ad ogni modo una giornata sarà sufficiente per rimanere affascinati dai sui tesori.  Quelli che vi propongo in due tappe. Una fatta la mattina , che ha toccato i posti semicentrali. E un’altra fatta il pomeriggio , che ha interessato il centro storico.

L’elenco di cosa vedere e fare a Palma di Maiorca è sinceramente interminabile. Perciò se avete meno di una settimana, vi suggerisco  di fare una selezione. Venite con me ad  afferrare lo spirito popolare e artistico dell’urbe.

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1. Il  Mercato Olivar e il Mercato di Santa Catalina

Il Mercato dell’ Olivar  (1951) e il Mercato di  Santa Catalina (1900) sono i due principali mercati al chiuso di Palma di Maiorca(clicca qui per saperne su altri ). Sinceramente è stata un’avventura enogastronomica formidabile. Perché  si possono sia acquistare che assaporare le specialità enogastronomiche più tipiche. Tra i banchi di pesce, carne, verdura, dolci, e i bazar di souvenir , le delizie che ho divorato sono:

Altre specialità della cuisine maiorchina sono:

Dove avere un assaggio di tutte queste bontà? Fate come me e recatevi in due osterie a Palma di Maiorca:

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2. La  Basilica di San Miguel

La Basilica di San Miguel  risale al XIII secolo . Essa è la chiesa più antica di  Palma di Maiorca , insieme a quelle di  Santa Eulalia, Sant Jaume and Santa Creu . In origine era una moschea.   Poi diventò tempio cristiano dedicato all’Arcangelo Gabriele.

La Basilica di San Miguel è a navata unica con cappelle laterali e campanile quadrato. Essa fu rimaneggiata nel corso del XVII secolo in stile gotico . Di notevole impatto è il portale (1398) eseguito dallo scultore Pere de Sant Joan. Vi è raffigurato il teologo Ramon Llull assieme a una Vergine con il Bambino e due angeli sul timpano.

Appena si mette piede dentro la  Basilica di San Miguel , il  Barocco esplode in tutto il suo rigoglio. Si fa notare una pala di altare attribuita a Francisco de Herrera. Qui il tema è quello di San Miguel che sconfigge il diavolo.  Oltre agli arcangeli San Gabriel e San Rafael.

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3.  La   Rambla

 La Rambla  nei paesi spagnoli ( e in America Latina) è un viale lungo e largo adibito a piazza . Fu introdotta nel XIX secolo quando si dovevano riprogettare nuovi impianti urbanistici. L’intento era quello di creare aree comuni per le attività sociali ed economiche.

La Rambla di Palma di Maiorca  sorse dove prima circolava il torrente Riera. Questo fu poi deviato nell’attuale Paseo Mallorca. Si estende per 350m  dall’incrocio di Los Olmos (Calle de los Olmos), Roma (Via Roma) e Baron Piapara (Carrer del Baro de Pinopar) al Teatro Principal.  Da cui i gradini  conducono alla Plaza Mayor (Piazza Principale).

La Rambla di Palma di Maiorca ha un passaggio pedonale al centro. Lateralmente si dtinguomo  due corsie alberate  per il traffico. SI può deifinire un  boulevard a tutti gli effetti . Esso è costellato da chioschi di fiori e piante, che  rallegrano la vista.

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4.  Il museo moderno dell’ Es Baluard

Es Baluard è un museo di arte contemporanea  in Plaça de la Porta de Santa Catalina, 10 . L’edificio è lineare e moderno. Dalla vetrata dell’ingresso si accede ai  tre piani. Qui  si allestiscono le mostre. Al mio arrivo sono state esposte installazioni, e opere.  L’argomento era quello dell’evoluzione degli esseri umani e delle  immigrazioni dall’Africa. Gli autori principali sono stati:

  • Eduardo Eielson e la riflessione sul linguaggio che coincide con i segni che riportano a loro volta a un concetto;
  • Susy Gomez e il ruolo della  memoria;
  • Nauzet Mayor e il senso dell’identità in azione attraverso frammenti ed equilibri.

4 Cose da vedere nel centro storico di Palma di Maiorca in un pomeriggio

Palma di Maiorca  è una metropoli che si può ammirare passeggiando tranquillamenti tra i suoi vicoli.  La mia prima destinazione è stato il suo centro storico, che si può  ispezionare in mezzagiornata .

Mi sono fatta sedurre dal fascino della città vecchia di Palma di Maiorca , che è chiamata  Casco Antiguo in Spagnolo. Il suo labirinto di viuzze pittoresche invita a fare tutto senza fretta. Quello che avrete di fronte è un tuffo in epoche diverse, raccontate da tanti  monumenti, chiese,  patio,  palazzi nobiliari, e molto altro ancora.

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1. La Llotja de Palma

La Llotja de Palma è un palazzo in arenaria del XV secolo, che era adibito a sede della borsa dei mercanti. Il genio maiorchino di Guillem Sagrera ne fu l’artefice. Ci si lavorò fino al 1448. Per cui la  Llotja de Palma rappresenta il massimo dell’espressione del  Gotico a Maiorca.

Internamente alla Llotja de Palma si susseguono sei esili colonne che sono attorcigliate su se stesse . Si uniscono poi ad un’ alta volta ogivale, avvalorata da  una torre ottagonale provvista di merlature. Le facciate laterali sono forate da enormi archi , raffinati trafori e doccioni con l’ aspetto di animali fantastici.

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2.  Il Palazzo Almudaina

Il Palazzo Almudaina era originariamente  la residenza ufficiale dei sovrani arabi.  E poi nel XIV secolo quella del re Giacomo II. Attualmente vi risiede il re spagnolo in qualche occasione ufficiale. La costruzione è ampia e la visita dura un’ora circa . Nella sua pianta quadrata vi  si possono contemplare due ale dstinte, quella a sud del Palazzo del Re e quello a ovest del Palazzo della Regina .

Lo stile è quello gotico e ha subito variazioni sul finire degli anni ’70. Le mura del Palazzo Almudaina proteggono dei piccoli orti botanici interni. Maestose sono le stanze egregiamente conservate, tra cui si annoverano:

  • Il ‘Patio de Armas o de Honor’ ( ‘Cortile delle Armi o dell’ Onore’) , dove adesso si svolgono i ricevimenti della Famiglia Reale;
  • I ‘Baños Árabes’ (‘Bagni Arabi’)  , terme del periodo musulmano ;
  • Il  ‘Salón Mayor’ (‘Salone Maggiore’)  ,  utilizzato  per fare eventi e ricevimenti.

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3. La Cattedrale di Palma di Maiorca, detta la Seu 

La Cattedrale di Santa Maria è qualcosa di davvero memorabile perché costeggia il porto.  Essa rimanda al XIII. Oltre al Gotico   predominano altri stili architettonici,   perché è stata modificata. L’intervento di maggiore spicco fu quello di Antonio Gaudi nel Novecento.

Detta comunemente  La Seu  ,  è  stata progettata dagli architetti Joan RubióJaime Fabre, e Ponç des Coll. Si abbatté una moschea per erigerla.  Palesemente essa simboleggia la potenza cristiana. Questo perchè fu fatta nel XIII secolo quando Giacomo I re d’Aragona cacciò gli Arabi. Il suo corpo e quello del figlio Giacomo II riposano nella Cappella Trinidad .

La Cattedrale di Santa Maria  misura 110 m in lunghezza,   33 m. in larghezza , e 44 m. in altezza. Tutto questo rimanda  alla vicinanza con il cielo e con Dio.  L’ attenzione viene rubata dal suo rosone  sul fronte orientale . Ha un diametro di 12,55 m ed è  composto da oltre 1.200 frammenti di vetro colorato. Quando il sole entra dalla finestra, la luce crea affascinanti riflessi caleidoscopici all’interno.

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4. I Bagni  Arabi

I Bagni Arabi (aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:30) sono collocati proprio dietro il duomo.  Anche se nascosti le indicazioni vi aiuteranno a scovarli. Con soli 3€ accederete ai resti  del dominio musulmano di circa 300 anni a Maiorca durato dal 902 al 1229.

In base alle dimensioni ridotte, si potrebbe suppore che questi Bagni Arabi più che un hammam pubblico potrebbero essere stati il  bagno di una residenza nobiliare.

Cosa vedere nei Bagni Arabi

Quello che si può ammirare nei Bagni Arabi sono due sale sotterranee:

  • Una è rettangolare con soffitto a volta. Caratteristica è la cupola in laterizio con lucernari. Questa è sorretta da 12 colonne con capitelli di diverso tipo, forse di origine romana o bizantina. Anticamente questa stanza era l’apodyterium (spogliatoio);
  • Il calidarium (stanza calda) e il tepidarium (stanza tiepida) . I  Bagni Arabi  copiavno  il sistema delle terme romane.

Una porta a ferro di cavallo immette in un piccolo giardino adornato  di palme, aranci . E molte altre piante in vaso , dove ci si può rilassare.

Secondo giorno. Maiorca, verso Nord Ovest

Senza esitare ho deciso di perlustrare la costa nord occidentale di Maiorca, che è quella più collinosa . Logicamente ho avuto la possibilità di fare qualche tappa lungo questo versante. Riserva davvero degli scenari incredibili. Primo fra tutti quello della  Sierra de Tramuntana , polmone verde e roccioso di questa estremità maiorchina.

Non c’è da stupirsi se nel 2011 l’ UNESCO ha dichiarato la Sierra de Tramuntana come  ‘Patrimonio dell’Umanità’ . Questo massiccio di 90 km è la spina dorsale di Maiorca, e si spinge fino a Nord a Cap de Fomentor. Qui fanno da padrone due laghi il Gord Blau ed il Cuber . E ancora le splendide vette di Puig Major, Teix, Massenella e Tomir.

Si rimane stupefatti da questi panorami a Maiorca, spigoli per alcuni versi inaccessibili e molto rurali. Ma è proprio questo il segreto del suo fascino. Occorre essere automuniti per godere della vista degli spettacoli naturali più sorprendenti. Come per esempio quello degli antichi belvederi in pietra, dei solenni declivi rocciosi, e degli ulivi centenari che ammorbidiscono gli scorci più brulli.

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Valdemossa

Solo 17 km separano Palma di Maiorca dal pittoresco borgo medievale di Valldemossa.  La sua vicinanza alla capitale e il suo indiscusso splendore sono alcune delle ragioni per esserci! Valldemossa è un gioiello incastonato in una valle verdeggiante . Essa è posta a 1.064 metri di altezza e protetto dalla vetta del  Puig des Teix .  Non manca il porto e la marina , dove si giunge dopo venti minuti di tornanti. Come in ogn minuscolo paesino di queste frazioni poco lontani dalle coste.

Innanzitutto il nome Valldemossa significa Valle de Mussa, che era un nobile arabo . Questi  ci si stabilì durante il periodo della dominazione islamica.  Gli arabi governarono Maiorca per 300 anni a partire dal X secolo e vi introdussero i terrazzamenti irrigati, consentendo la coltivazione delle colline.

Valdemossa, dove si è fermato il tempo!

La cittadina si è sviluppata attorno alla chiesa di Sant Bartomeu, costruita nel 1245 e trasformata poi secondo lo stile gotico. Ci si  arriva dal centro storico il cui imbocco è alla Plaça Ramon Llull. Questa piazza è dedicata al filosofo locale che fondò il Monasterio de Miramar nel 1276. Il monastero divenne un centro di apprendimento per i monaci francescani. E ha portato all’introduzione della prima macchina da stampa a Maiorca nel 1485.

2 Cose da non perdere a Valdemossa!

Successivamente si passa a Plaça Cartoixa . In questo snofo si sviluppa il  complesso monumentale della Cartoixa del Valdemossa (Certosa di Valdemossa) . Un capolavoro che attira da sempre milioni di visitatori . Si tratta nello specifico di due fabbricati storici:

  1. Real Cartuja: accanto alla Chiesa Cartuja in stile neoclassico datata 1751 sorge questo monastero certosino del XIII secolo in principio concepito come dimora reale. La sua fama è legata però al compositore polacco Chopin e alla compagna Georg Sand . Nell’inverno del 1838 i due amanti si rifugiarono nella cella n. 4 per fuggire dai pettegolezzi di Parigi. Una decisione presa anche per curare la tubercolosi di lui. Ma pare che le temperature furono avverse e l’accoglienza non fu il massimo. Tutto sommato il pianista compose i suoi ‘Preludi’. Mentre  la sua dolce metà , forse per disperazione,  scrisse ‘Un hiver à Majorque’ (‘Un inverno a Maiorca’);
  2. Palacio Rey Sancio: del XIV secolo fu il dono del  re Giacomo II di Maiorca per suo figlio Sancho . Fino a quando non subentrò la corona di Aragona e il tutto andò in disuso. In seguito, lo stesso re d’Aragona lo cedette per farvi la Certosa. Alle sue spalle fate una passeggiata nella promenade di Miranda des Lladroners  che affaccia direttamente nella sconfinata Sierra de Tramuntana .
Food stop a Valdemossa!

Devo confessarvi che i migliori momenti a Valldemossa sono state le fermate culinarie fra le sue piccole contrade  strette e ciottolate. C’è l’imbarazzo della scelta per mangiare . Fra tutti i locali che saltano fuori  qui e lì tra le  abitazioni tinte di  ocra. Ognuna di queste casupole è  ravvivata da vasi di fiori e dagli  azulejos che raccontano il martirio di Santa Catalina, patrona di Maiorca

Nel pomeriggio per un po’ di relax mi sono seduta in uno dei tanti cafè che puntellano il pueblo. E mi sono ristorata con una cioccolata calda accompagnata dalla coca de patata. Questa prelibatezza è un’istituzione . Ed è una sorta di brioche di patate da vellutare con del gelato di mandorla.

Comunque in alto in classifica metto il mio pranzo eccezionale (con tanto di prenotazione!)  all’ Hostal & Restaurant Can Mario  in Carrer Uetam, 8.  Mi ha sedotto l’immobile a due piani arredato  in maniera un po’  retrò e il menù: un’orata alla griglia e contorno di tumbet, una lasagna di verdure fritte da urlo.

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Port de Soler

Lungo i tornanti di queste località sperdute, il mio tragitto è proseguito fino a Port Soller, toccando villaggi indimenticabili come Soller e Deià. Peccato che non sono riuscita a vagabondarci. Fatelo voi se ci capitate. Hanno un trascorso davvero interessante.

Soller fu più affollata dopo l’inaugurazione nel 1970 di una strada che immetteva direttamente a Palma  (prima si poteva solo via binari). Essa è piena di monumenti. Deià dovrebbe contenere le case più chic di Maiorca . Essa è stata anche il buen ritiro dello scrittore bohemien Robert Graves.

Port Soller è un porticciolo a forma di ferro di cavallo . Esso  è inondato da alberghi cinque stelle e ristorantini per tutti gusti e tutte le tasche. A ridosso del lungomare ci si può prendere il sole a Es TravesPlaya d’en Repic . Queste sono due deliziose spiagge in ghiaia, con acque poco profonde. Il divertimento è assicurato . Sopratutto se prendete lo storico tram di legno per Soller. E e se continuate il percorso fino al paese di Fornatlutx.

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Terzo giorno. Maiorca , verso Cala Major

Se vi piace avere tutto a portata di mano per un soggiorno estivo  comodo Cala Maior è perfetto per voi. Difatti  questa è una tranquilla stazione di villeggiatura, che vanta un’ampia spiaggia protetta dagli scogli . Si contraddistingue per l’abbondanza dei servizi . Ma principalmente per il richiamo turistico esclusivo della Fundaciò  Mirò .

Adagiata su una rupe in Carrer de Saridakis 29  e operativa dal 1992,  la Fundaciò  Mirò è un omaggio a Joan Mirò (1893-1983). Questi fu un illustre pittore spagnolo  , massimo esponente dell’ Espressionismo.

Chi non conosce Joan Mirò! Pur essendo nato a Barcellona, si trasferì definitivamente a Maiorca per vari motivi. La necessità di pace assoluta in anzitutto.  E perché sua moglie Pilar Juncosa era nata qui (si sposarono nel 1929), come del resto  i nonni materni.

La nascita della Fundaciò Mirò

I due coniugi stabilirono nel 1981 di regalare alla città di Palma la collezione di tutte le  creazioni artistiche e i relativi laboratori . Nel 1983 si affidò all’architetto Rafael Moneo  l’incarico di costituire un nuovo blocco per ospitare i pezzi di Joan Mirò. Ecco come venne fuori la Fundaciò  Mirò .

L’architettura della Fundaciò  Mirò è molto acccativante nella sua essenzialità. Sembra quasi una cittadella con le sue aiuole di alberi e piscine all’esterno. Qui sbucano ovunque alcune tra le più significative sculture di Joan Mirò che si ritrovano anche dentro.

Joan Mirò e il suo eldorado a Cala Major

L’nterno della Fundaciò  Mirò  è fatto di poche stanze, che raccolgono le tele più preziose di  Joan Mirò. Ognuna di esse  fa  riflettere sulla sua concezione dell’arte. La  filosofia di Joan Mirò è che ogni oggetto nelle mani dell’artista prende forma.  Per cui con le sue mani faceva diventare eccezionale ciò che era ordinario.

La Fundaciò  Mirò comprende l’atelier del maestro disegnato dal suo amico l’architetto catalano Josep Lluis Sert  e il casale San Boter . In questo maniero Joan Mirò trascorse gli ultimi venticinque anni della sua fervente attività e intensa avventura estetica. Un arco temporale durante il quale lo spirito di lotta e il desiderio di sperimentazione non abbandonarono mai il genio spagnolo.

Quarto giorno. Rotta a Sud Ovest di Maiorca 

Maiorca a Ovest è l’escrusione da fare assolutamente appena si atterra! Rotolando appena verso sud ovest sarete abbagliati dal turchese del mare da centinaia di spiagge stratosferiche. Molte di esse sono accessibili con dei mezzi  attraverso  mulattiere datate. E quando alzate gli occhi in su vi saluta sempre sua maestà la Sierra de Tramuntana .

Il Sud ovest di Maiorca è esattamente come lo descriveva Chopin: ‘Un cielo come il turchese, un mare come il lapislazzuli, montagne come smeraldi e un’aria come il paradiso’ . L’atmosfera è quella che ho riscontrato in due gemme maiorchine che sono in ordine Puerto Portals  e Portal Andtrax.

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Puerto Portals

Posizionata  tra Palma e Palmanova, a Puerto Portals  ci sono venuta in  autobus . Ho fatto  due passi fino a un cancello di legno. Oltrepassato questo vi aspetta poco dopo una chiesetta . Poi c’è una terrazza panoramica , che è affacciata sui fondali verde smeraldo di Maiorca.

Scendendo ancora per un tratto di sentiero scosceso, entrerete in un lido attrezzato , che è quello del  Roxy’s Beach Club . Esso è solitamente pieno di bagnanti che scottano al primo sole di Aprile! Qui concedetevi una birra fresca o uno spritz, e fatevi un bel tuffo!

Superato  il Roxy’s Beach Club  vi immeterete direttamente a Puerto Portals  , che è più di un porto turistico . Esso  è  la mecca dei ricchi e dei famosi.  E probabilmente funziona così bene perché gestito privatamente. Potrebbe essere preso davvero a modello per fare del turismo sostenibile e all’avanguardia. Puerto Portals   è chic ma non ti mette a disagio. Questo dipende da quanto siete versatili verso la classe e l’esclusività che Puerto Portals  ne ha da vendere. Offreuna rada per le grosse imbarcazioni dei VIP, boutique e bistrò esclusivi.

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Portal Andtrax

Portal Andtrax è un ex nucleo di pescatori cambiato in un porto naturale e riparato. Potete piombarci in qualunque modo, perché è facilmente accessibile. Appena sopraggiunta mi si presenta davanti gli occhi un porticciolo di barchette e nasse rosse che a tratti hanno bloccato lo sguardo sui promontori antistanti macchiati da hotel e ville sfavillanti.

Mi sono lanciata nella passeggiata della marina lungo la quale ci si può accomodare in localini raffinati per una sosta di wine & food a tutto spiano. State attenti ai prezzi, un caffè mi è costato 3€, ma va bene a Portal Andtrax! Se volete accomodarvi per assaggiare del pesce fresco o qualche altra specialità, considerate che la spesa è sostanziosa tanto quanto la qualità! Comunque, niente paura è possibile pure ricorrere ai panifici e alle pasticcerie che inondano di odori Portal Andtrax.

Camminare a Portal Andtrax in lungo e in largo fa bene al corpo e alla mente. Non a caso è arrivata a essere come un quartiere residenziale del jet set internazionale,  del calibro di Brad Pitt e Clauda Schiffer !  Le calette più suggestive a Portal Andtrax sono quelle di Cala Lamp e  Cala Blanca . Mentre a 2 km dal centro a picco sui costoni di Cap de Sa Mola potrete immergervi nell’eccentrico Museo che racconta dell’artista tedesco Liedtke (fatto fra il 1987 e il 1993).

Maiorca, una Spagna diversa! 

Maiorca mi ha stregato per la sua bellezza dirompente e il calore della sua gente. Essa è la luce piena  del Mediterraneo.  Ed è  eterea come i fiori di mandorlo che la avvolgono in primavera.  Maiorca  non vi annoierà mai .Tuttavia quello che mi ha sorpreso è che Maiorca possiede un’ alma latina molto leggera e poco irruenta. Cosa che al contrario ho percepito quando sono stata in Spagna , in cui mi ci trasferirei  proprio perchè pulsa di vtalità .

Mi sono chiesta il perchè , è la risposta è abbastanza scontata. Il fatto è che ormai da quasi sessant’anni Maiorca è inondata da forestieri . Ed è diventata una macchina da guerra per averne ancora di pù e alzare il pil nazionale. Questo è un problema che non si puà trattare in breve, ma che andrebbe risolto urgentemente e non solo a Maiorca .

Per concludere , tutto magnfiico a Maiorca , a parte qualche effetto della globalizzazione . La qualità della vita è alta , ed  è un’ esplosione di emozioni incredibili . Mi sono ripromessa di partire prima possibile per  per completare il mio giro. Non pensateci due volte  staccate un biglietto per Maiorca , e  ¡buen viaje!

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Valencia, Spain

Valencia, Spain

“Life is a journey, not a destination” 

Ralph Waldo Emerson

Valencia, the heart of Spain

Valencia was my most beautiful trip  with my family. It was a perfect summer vacation and had a lot to offer ! Thanks to its dynamism and geographical location, the charming city of Valencia is the ideal destination  for all ages and tastes!

Valencia is the third largest city in Spain after Madrid and Barcelona. It’s  an amazing place full of contrasts. Valencia has quietly risen through the ranks and is now a worthy contender. The city has much going for it; a stunning medieval core, a multitude of architectural styles, urban savvy, colourful festivals, a vibrant nightlife and gastronomic scene, and a laid-back beach vibe.

There are so many things to do in Valencia,  making it an attractive destination for all sorts of visitors. I  love this Spanish eldorado, and that’s why I’m so happy to share some of the best tips on what to do there. It’s one of those European destinations that only gets better each time you return.

Valencia and its beauty

In the vast country of Spain, Valencia is adorned to be the third largest city.  It is one of the autonomous communities of Spain, being part of the Comunidad Valenciana’ , which consists of three provinces namely:

It is a port city located in the east of Spain about three miles from the Turia River and is flowing directly to the Mediterranean  Sea. Valencia is comprised both of natural landscapes and man-made architecture. Mostly, Valencia is composed of mountainous peaks, fertile valleys, terrains and marshlands.

‘Plaza del Ayuntamiento’

What gives Valencia a remarkable sense of beauty is: its mild climate, lot of palm trees, flowers and fauna everywhere in contrast with its  fountains, buildings and cobbled streets.  Valencia is a large and sprawling city.

So if you have a limited amount of time and would like to soak up some of the history of the city, it is best to book an accommodation in the old town like we did in Plaza del Ayuntamiento’.  This area is exciting , it’s not only full of nice restaurants, shops and pubs, but it’s also the home of important historical buildings we visited. Here you’ll find the main tourist office, which offers a variety of tourist information (including ticket sales) in various languages.

In the square’s center is a fountain, which is surrounded by fragrant flower stalls. And if you’re in a shopping frame of mind, simply turn off one of the square’s side streets.  The area is free to peruse any time of day.

Top 9 Buildings to visit in Valencia

Valencia is one of Spain’s most important cities and it boasts a long and interesting history. Its influences are taken from a variety of sources including the Moors, Christians and Romans.

This is all reflected in the architecture and atmosphere of the city. The Golden Era of Valencia’ is said to be during the XIV and XV  centuries in Valencia.

This was a time when the economy flourished due to agriculture and maritime trade. This meant that lots of emblematic buildings were constructed during this period:

  1. ‘Valencia Cathedral’
  2. Torres de Serrano’;
  3. Torres de Quart’;
  4. Lonja’;
  5. ‘Palau de la Generalitat (it is now the headquarters of the ‘Valencia Regional Government);
  6. Basilica of the Virgin de los Desamparados;
  7. ‘Palace of the Marqués de Dos Aguas’;
  8. ‘Plaza Redonda’;
  9. ‘San Pio V Museum of Fine Arts’ ( from the Baroque era and the period of Enlightenment).

The value of art

Another period that is of significance to Valencia history is the creation and continuation of Modernism. This is an architectural style that was pioneered by the likes of Gaudi in the XX century.

It can be distinguished by its use of organic forms (many influences are taken from nature) teamed with Art Nouveau styles. Valencia is one of the Spanish cities with a fair number of Modernist buildings.

Buildings that are of note include:

4 things to see in Valencia! 

In our list of planned things to do :

  1. ‘Bioparc’ : it’s a great zoo that’s not too small or too big ;
  2. ‘Oceanographic’: it’s the largest aquarium in Europe. More than 45.000 species from the sea: belugas, penguins, seals, and sharks live here;
  3. Malvarrosa’: it’s a typical family beach with numerous activities to choose from: playground, volleyball, showers, car park, shops, and restaurants;
  4. Garrofera’: it’s  a quiet beach- secluded with not many facilities – so don’t forget to pack juices and snacks!

7 wine and food specialities which make you happy! 

There’s something for everyone in the Spanish city of Valencia. It’s   also a food and wine lover’s paradise: restaurants and bars fill the city’s streets and the markets are a destination in themselves. You can find all the typical dishes in El Mercado Central’.

El Mercado Central’ is located in the  Old Town, and I’ts the biggest market of fresh products in Europe,  where a lot of the city’s inhabitants buy their groceries. Relax and imagine to taste all these tasty specialities:

  1. ‘Paella’;
  2. ‘Iberico ham’;
  3. ‘Tapas’;
  4. ‘Churros’;
  5. ‘Horchata’ ;
  6. ‘Agua de Valencia’;
  7. ‘Tempranillo Wine’

Where to eat in Valencia

It’s difficult to eat badly in Valencia, frankly. You could eat different dishes every day in Valencia . As well as rice, a fabulous range of vegetables is grown in the countryside around the city, so you get great local produce in restaurants.

And being right on the Mediterranean, the fish and shellfish is really fresh too. My favourite local  restaurants are:

Valencia Amazing City

Valencia is gorgeousIt’s warm and it’s beautiful and it’s interesting. It’s historical and filled with culture but also modern and filled with young creativity. If I knew what I know about Valencia,  now I’m 100% sure I would have come sooner. Valencia is my kind of ideal city. It’s small enough to walk or cycle around , but big enough that there’s a long list of things to see and do.

There’s something photogenic at every turn. Sometimes it’s an incredible monument, a beautiful bridge, a spellbinding church, a colourful market, a delicious meal, cool street art or simply an old bloke drinking his coffee and looking so impossibly Spanish. I think one of the reasons I’m loving Valencia so much is because I hadn’t expected it to be so beautiful.

A special thanks to my mam  and my dad for these unforgettable days !

 

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