“…Se riesci a parlare con la canaglia
senza perdere la tua onestà
o a passeggiare con i re
senza perdere il senso comune…
…Se riesci a colmare l’inesorabile minuto
con un momento fatto di sessanta secondi
tua è la terra e tutto ciò che è in essa
e quel che più conta sarai un uomo, figlio mio…”
Intervista a ‘Poggio a Sole’ a Roberto Cipresso, winemaker di fama internazionale
Nulla è per caso, c’è sempre una ragione perché qualcosa accada. E senza dubbio la fortuna fu dalla mia parte l’08 novembre del 2008 quando per la prima volta incontrai Roberto Cipresso , winemaker di fama internazionale!
In quella data speciale si organizzò una cena con la degustazione dei vini di Roberto Cipresso al ristorante ‘Nautilus’ di Tirrenia , vicino Pisa. Tutti gli ospiti rimasero travolti dal carisma e dalla sua personalità. Tutti quanti rimanemmo immobili ad ascoltare la storia della sua vita e dei suoi successi.
Da allora Roberto Cipresso è stato il mio mentore del vino e non finirò mai di ringraziarlo per la fiducia che ha sempre dato alla mia penna! Mi ha spedito un po’ ovunque in Italia per raccontare di vigne e di territorio presso le aziende a cui fa da consulente. E ancora una volta vorrei tentare di parlarvi in questo post dell’eclettico vigneron che hatto del vino una missione di vita!
Il mio primo report sul vino della Sardegna per Roberto Cipresso
Per me Roberto Cipresso fu, e continua a essere, un’ occasione unica. Per cui non dimenticherò mai il primo wine report per l’enologo nazionale. Un articolo dedicato alla cantina dei ‘Garagisti di Sorgono’ alla scoperta della Sardegna e della ‘DOC Mandrolisai’ .
Quella fu un’esperienza indimenticabile, che mi portò continuamente a riempire le pagine del mio blog sul meglio del panorama enoico italiano! E da lì il passo a intervistare Roberto Cipresso fu breve. Mi ospitò un weekend di Giugno a ‘Poggio al Sole‘ , il suo agriturismo cinque stelle a Montalcino. Non potei essere più felice! Per me fu un modo per avvicinarmi in punta di piedi al suo fantastico mondo . E spero con questo mio articolo di farlo conoscere anche a voi!
‘Poggio al Sole’, splendore della campagna toscana
Era inizio estate quando soggiornai a ‘Poggio al Sole’, un’ esclusivo wine relais vicino Montalcino , immerso in due ettari di terra coltivati per lo più a Brunello . Nel 1996 Roberto Cipresso trasformò un vecchio rudere del 1700 in quello che oggi è ‘Poggio al Sole’ . Cioè un casale stellato di cinque appartamenti in perfetto stile toscano , dotato di tutti i comfort per una vacanza diversa dall’ordinario. Un eden in cui rifugiarsi sito tra Castelnuovo dell’Abate , Sant’Angelo in Colle, e il Monte Amiata .
La mi camera si chiamava ‘Sole’ . Sistemate le valigie, rimasi sul davanzale di un balconcino intrappolata dalle bellezza di una natura, che si rivelava in tutto il suo rigoglio. Filari infiniti, e borghi medievali dal sapore antico , che si intravedevano tra le morbide colline che circondavano tutta la tenuta.
A cena con Roberto Cipresso e la sua famiglia
A distrarmi da quella meraviglia e pace fu solo la fame! Appena lo stomaco brontolò, scesi giù dalle scale e montai in macchina con Roberto Cipresso per andare a mangiare una pizza con la sua famiglia. E il suo braccio destro, Fabio Degli Stefani. Giunti a destinazione ci sedemmo a una trattoria molto intima e accogliente. Per tutta la serata Roberto Cipresso mi raccontò su di lui, i suoi affetti e la sua passione per il vino . Prendendo qualche appunto, lo ascoltavo meravigliata.
Si fece tardi e ritornammo sfiancati dall’afa a ‘Poggio al Sole’. Andai a letto, ma non chiusi occhio. Il cielo era un manto di stelle, che giocavano con le punte dei cipressi alti nel viale alberato all’ingresso del casolare.
‘Vino, il Romanzo Segreto’, il libro di Roberto Cipresso
L’ndomani mi alzai verso le cinque. ero proprio insonne. Forse perché ero emozionata per quello che stavo vivendo. Dalle persiana della mia stanza l’occhio cadde su delle sagome di alcuni contadini, che stanno vendemmiando. Era come ammirare un quadro di Monet.
Non potei riprendere sonno, così aspettai in giardino l’alba sdraiata su una chaise longue. Mi svegliai quando Macchia, il gatto di quell’oasi, con le sue zampette si strusciò addosso a me . Dopo un’ abbondante colazione mi misi all’ombra di una quercia a mettere in ordine gli appunti su Roberto Cipresso e la sua esistenza. Non fu facile, ma di seguito troverete un riassunto su di un uomo, che ha stravolto in meglio il modo di fare vino !
La storia di Roberto Cipresso
Classe 1963, Roberto Cipresso è nativo di Bassano del Grappa. La passione per la montagna contraddistinse in assoluto la sua esistenza. Questa gli insegnò a essere curioso . E gli procurò anche la forza di superare i propri limiti , con la capacità di sapere fin dove potere arrivare. Tuttavia da giovane Roberto ebbe un grave incidente durante un’arrampicata, che lo distolse dalle vette innevate. E da allora si dedicò al vino, facendone il suo mestiere!
Nel 1987 Roberto Cipresso concluse gli studi di agraria a Padova. Spronato e referenziato dall’allora suo professore e oggi amico Attilio Scienza, poi si recò a Montalcino per un incarico di lavoro. I tre mesi di permanenza, si prolungarono fino al suo trasferimento definitivo nella città del Brunello. Qui mise su famiglia, sposando Marina Fiorani, proprietaria del ‘Boccon Divino’, noto ristorante ilcinese. Da lei ebbe due figli Gian Marco e Mattia.
Roberto Cipresso, tanta esperienza e sogni nel cassetto
Da subito Roberto Cipresso collaborò con alcuni dei più importanti produttori di vino di Montalcino . Già negli anni ’90 fu direttore aziendale di ‘Ciacci Piccolomini d’Aragona. Con questa rinomata cantina ottenne i suoi primi successi :
La tensione faustiana di Roberto Cipresso nei suoi primi anni toscani fu inarrestabile. La sua sete di conoscenza, di azione, di conquista del bene, lo portarono dritto al successo.
La teoria dei vini del Parallelo 43
Parallelamente alla nascita dei celebri e blasonati super tuscan, nel 1995 Roberto Cipresso sviluppò la sua ‘Teoria dei vini del Parallelo 43’! Cioè pose le basi alla sua filosofia aziendale, che è:
- Sperimentazione;
- Mescolanza dei terroir più espressivi e vigorosi sul piano nazionale ed estero.
Roberto Cipresso brevettava formule nuove di vino, Come? Semplice, mescolando vitigni selezionati , tutti allineati sul ‘parallelo 43′, Questa venne nda lui definita come una sorta di itinerario enologico, situato tra l’Equatore e il Polo Nord, passante tutti i luoghi più vocati della vite: dalla Mesopotamia agli USA.
Quella di Roberto fu una visione ambiziosa e globale del concetto di terroir , che scandalizzò gli addetti del settore di allora. Una sorta di ‘taglio della tela’ di Lucio Fontana! Così come l’artista argentino muoveva il suo capolavoro avanti lo spazio e fuori da ogni cornice fisica, Roberto usciva fuori dai comuni canoni . Perché anelava a fare un vino quasi perfetto!
Pur essendo ateo, Roberto Cipresso era convinto inoltre , che ci fosse qualcosa di ultraterreno nel 43° Parallelo. Essendo la stessa retta dei pellegrinaggi religiosi più suggestivi: da Santiago di Compostela alla Grotta di Lourdes, dalla Francescana Assisi a Medjugorje.
Il vino ideale non esiste, ma ci si può provare !
Nel 1995 Roberto Cipresso materializzò le sue intuizioni sul vino con la bottiglia de ‘La Quadratura del Cerchio’. Questo era infatti la prima prova di un rosso ideale. Ne venne fuori un blend di Sangiovese, Montepulciano , e Sagrantino , cioè i vitigni più rappresentativi d’Italia, rispettivamente di Toscana, Umbria e Marche. E guarda caso erano proprio quelle regioni a essere toccate dal 43° Parallelo!
Da quel momento in poi poche chiare e importanti regole caratterizzarono il modus operandi di Roberto Cipresso per fare vino:
- Vitigni autoctoni;
- Coltivazione all’interno del 43° Parallelo,;
- Provenienza da vigneti di proprietà;
- Totale vinificazione nella cantina di Roberto Cipresso;
- Pratiche di viticultura sostenibili, con rese contenute (1 pianta, 1 bottiglia);
- Continua ricerca e collaborazione con le più importanti Università d’Italia.
‘Winecircus’ , la svolta del vino a Montalcino
Da allora in avanti Roberto Cipresso non si fermò più, fondando Winecircus’ a Montalcino nel 2000 ‘, che era un gruppo di consulenza agronomica. La stessa società poi fu battezzata nel 2016 ‘Cipresso 43‘, l’attuale cantina di Roberto Cipresso in Bivio dell’Asso, 53024 Montalcino , Con l’aiuto del fratello Gianfranco mise a disposizione di imprese vitivinicole nazionali ed estere (soprattutto in Sud America) il suo sapere e un supporto tailor made!
A sua volta nel 2019 Roberto Cipresso acquistò un rudere nelle vicinanze di Montalcino . Lo rimodernò dando alla luce a ‘Poggio al Sole’ , quell’angolo di paradiso dove alloggiai per conoscere qualcosa in più di Roberto Cipresso!
Il maestro André Tchelistcheff
Durante il suo percorso professionale Roberto Cipresso affinò le sue capacità di winemaker allorché scovò un trattato di André Tchelistcheff . Questi era un agronomo russo, padre della viticoltura californiana ( a cui gli americani dedicarono una statua nella Napa Valley ).
Leggendo tra le righe del suo maestro, Roberto Cipresso ebbe l’intuizione di combinare il Sangiovese al Primitivo di Manduria ed eureka! Un equilibrio perfetto per dei vini strepitosi da rifare e perfezionare!
Da Montalcino all’Argentina, il sogno continua
Come è facile intuire, Roberto Cipresso non smise più di esplorare, facendosi aiutare da professionisti , Università ed Enti del specializzati in vino. Dal suo porto sicuro di Montalcino, Roberto Cipresso si muoveva dall’ Europa al Nuovo Mondo per oltrepassare nuove frontiere.
In ognuno di questi anfratti sperduti e lontani Roberto Cipresso, con l’aiuto di altri impresari, valorizzò il più remoto dei terroir , generando vini di carattere.
Tra i suoi primi grandi traguardi da ricordare sono il suo contributo alla nascita di :
- ‘Achaval Ferrer Finca Altamira 2010‘, il Malbec argentino definito come migliore al mondo per il 2013 da ‘Wine & Spirits’ ;
- ‘Venissa’ , una tenuta extralusso a Mazzorbo, vicino Venezia, che puntò tutto sulla rinascita della Dorona veneziana, l’antica uva della laguna.
Roberto Cipresso e le sue wine hits parade
Prendete fiato ! Roberto Cipresso fu come un vulcano attivo che non si arrestò mai nel settore del vino! Non si limitò solo a farlo e anche in grande. A un certo punto sentì la necessità di raccontarlo in pubblico , nero su bianco. Eccovi una lista dei suoi più incredibili trionfi:
- 2000 , realizzazione di una cuvée speciale per il papa , in occasione del giubileo;
- 2001 l’ ‘Associazione Italiana Sommelier’ organizzò presso l’hotel ‘Cavalieri Hilton‘ di Roma una serata dedicata interamente ai suoi vini;
- 2002 Roberto Cipresso fu relatore e ospite in numerosi convegni e conferenze sul vino in Italia e oltr’ Alpe;
- 2004 ci fu il suo esordio in ‘Rai Radio Due‘ con la trasmissione ‘Decanter’;
- Dal 2006 al 2009 ci fu la pubblicazione dei suoi tre libri: ‘Romanzo del Vino’ (vincitore del ‘Premio Veronelli’ ), ‘Vinosofia’ e ‘Vineide’;
- 2007 Roberto Cipresso fu eletto ‘Uomo dell’Anno Categoria Food’ da parte della rivista ‘Men’s Health’ , ed ‘Enologo Italiano nel mondo’ al ‘Merano Wine Festival’;
- 2010 Roberto Cipresso regalò un vino speciale al presidente Giorgio Napolitano su commissione di ‘Città del Vino’ in occasione dei festeggiamenti per il 150° anno dell’Unità d’ Italia.
Grigliata Argentina a ‘Poggio al Sole’
Dopo avere sistemato i miei appunti su Roberto Cipresso , calò la sera e si cenò con lui sotto il pergolato di ‘Poggio al Sole’. C’erano degli ospiti speciali: Simone Lago , la moglie Cristine e il loro piccolo Pablo.
Simone e Cristine proprietari della ditta ‘Demetra‘ di Vicenza , fecero visita a Roberto Cipresso per fornire le loro preziose anfore in ceramica . Questo materiale permette al vino, mentre riposa, di mantenere integre le proprie qualità e caratteristiche. Questo succede per merito della facoltà di questo materiale di essere impermeabile, resistente e isolante.
3 Vini top firmati Roberto Cipresso
Davanti a un’ appetitosissima grigliata di carne argentina, tutti quanti insieme degustammo i seguenti rossi di Roberto Cipressooberto Cipresso :
- ‘La quadratura del Cerchio 2012’: Un mix di 60% Sangiovese, 20% Montepulciano, 20% Sagrantino. Il suo colore era rosso intenso , come pure il suo profumo e gusto. Si presentava strutturato ma piacevole alla beva;
- ‘Eureka 2000′: Da uve Teroldego del Trentino , mostrava un colore rubino, mentre al naso era avvolgente. Il suo sapore risultava asciutto, ammandorlato e leggermente tannico;
- ‘Brunello di Montalcino Roberto Cipresso 2013’: Il suo colore era di un bel granato vivace assieme a un profumo intenso ed etereo. Si riconoscevano sentori di sottobosco e al gusto aveva corpo e una lunga persistenza aromatica.
‘Cipresso 43’, il laboratorio cantina di Roberto Cipresso
Sentirsi a casa era quello che più mi faceva stare bene a ‘Poggio al Sole’. Un tranquillo barbeque tra amici era nello stesso tempo una fonte inesauribile di conoscenza su ogni tipo di argomento, vino compreso. E su quest’ ultimo appressi tantissimo il mattino seguente con la mia visita a ‘Cipresso 43 ‘ , la cantina laboratorio di Roberto Cipresso a Montalcino. Ricavata da un ex fabbrica abbandonata, la cantina ‘Cipresso 43 ‘ era una struttura immensa , con una architettura esterna lineare e gli arredamenti eleganti e sobri.
Un edificio a tre piani moderno con barriccaie, uffici e sale degustazioni . Quando giunsi lì , Roberto Cipresso stava facendo fare un giro a un gruppo folto di Wine Lovers argentini e colombiani. Mi aggregai a loro, e assaggiai in anteprima le etichette più esclusive dei suoi vini .
Cucina sarda a Montalcino sotto un sol leone
Finiti gli assaggi di vino , si fece ora di pranzo e Roberto Cipresso portò tutti a Montalcino a mangiare sardo presso l’ ‘Osteria dei Briganti e dei Poeti‘ . Protagonisti di quel banchetto furono i toscanissimi ‘pici al ragù’ e i succulenti ‘culurgiones’, specialità della ‘Terra dei Nuraghi’ . Questi erano degli gnocchi di patate ripieni di formaggio, menta e conditi al sugo di pomodoro semplice.
Una vera delizia che si sposò benissimo con un ‘Achaval Ferrer 2000′. Questo era un rosso di Malbec, Cabernet Sauvignon e Merlot dal colore, profumo, e gusto decisamente esplosivo! Era tutto talmente perfetto che non si sentiva addosso neppure l’afa estiva!
‘Tutto in un Sorso 2019’, evento sul vino a Montalcino
Congedati i Sud Americani, per degli appuntamenti urgenti Roberto Cipresso si allontanò dalla sua cantina e salutò i clienti e me. Lo ringraziai per tutto e sorrise sparendo velocemente per i suoi affari. Ne approfittai per avviarmi con Simone e Cristine a ‘Tutto in un sorso 2019‘, una kermesse sul vino in centro a Montalcino,
All’interno del ‘Complesso di Sant’Agostino’ , un’antica fortezza medievale, si svolse questa interessante fiera enologica di vini importanti provenienti da tutta Europa. Quello che più mi colpì fu:
- ‘Charanga Ancestral’: dell’azienda ‘Fernando Angulo‘ a Sanlucar de Barrameda, vicino Cadice. Un bianco da uve Palomino lavorato con il ‘Metodo Ancestrale’, sottoposto a una seconda fermentazione in bottiglia senza aggiunta di ulteriori zuccheri. Questa tecnica rendeva vino in un qualcosa simile allo champagne ma più fresco e leggero,
Finito lo spettacolo divino, Cristine e il marito mi riaccompagnarono a ‘Poggio al Sole‘ . Quello a Montalcino fu davvero un interminabile e indimenticabile weekend nel cuore della Toscana e dei suoi tesori!
Roberto Cipresso, un vulcano in continua eruzione!
Che dire ! Roberto Cipresso è alla perenne ricerca dell’ eccellenza, della tradizione e dell’innovazione per il vino. Non smette mai un momento di pianificare cose nuove. Roberto Cipresso e Montalcino sono dei punti fermi per l’enologia nazionale e internazionale. Perché Roberto Cipresso vede l’orizzionte laddove gli altri invece segnano un confine!
Immaginatevi di riuscire a indovinare alla cieca le percentuali dei diversi vitigni di uno ‘Châteauneuf-du-Pape’ ! Non è una cosa che almeno io sarei mai in grado di fare ! Perché questo è il celebre rosso francese fatto da ben tredici varietà di uve diverse sia a bacca nera che bianca!
Ecco, la stessa cosa succede con Roberto Cipresso! Nel senso che è difficile cogliere le singole componenti della sua personalità, perché è complessa. La si percepisce al massimo nella sua interezza, come accadde a me a ‘Poggio al Sole’ a Montalcino!
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