La ‘Cantina di Roberto Cipresso’. La teoria rivoluzionaria del parallelo 43

La ‘Cantina di Roberto Cipresso’. La teoria rivoluzionaria del parallelo 43

La ‘Cantina di Roberto Cipresso’ un modo rivoluzionario di fare vino! 

Fabio mi porta in macchina nella cantina di Roberto denominata ‘Cipresso 43’, situata a pochi passi da ‘Poggio al Sole’.  Si trova esattamente in Località Bivio dell’Asso, 53024 . Qui trovo Roberto  all’entrata con il suo inconfondibile sorriso .

Ci sediamo su un gradino e Roberto . Ed ecco che mi anticipa che il nuovo marchio delle sue creazioni sarà  denominato ‘La Cantina di Roberto Cipresso’ . Ciò al fine di  un più immediato riconoscimento del suo laboratorio divino. Vista la sua crescente notorietà. Questo è un piccolo anticipo di quello che bolle in pentola!

La ‘Teoria rivoluzionaria  del parallelo 43’ 

‘La Cantina di Roberto Cipresso’ , a breve sarà operativa! Intanto Roberto mi spiega meglio con il suo fare gentile l’asse portante della sua filosofia aziendale ovvero la sperimentazione e la ‘Teoria del parallelo 43′:

“Quando assaggio un vino eccellente, mi chiedo qual è la sua posizione geografica, non la parcella di vigneto da cui proviene. La mia visione di terroir è ampia, perché basata su coltivazioni allineate su uno stesso orizzonte, il parallelo 43.

Un ambiente pedoclimatico diffuso di cui, in collaborazione con l’Università di Firenze, sto tuttora studiando tutte le caratteristiche, vale a dire la geografia, la geologia, le altitudini, l’orografia, il clima.  Il parallelo 43 è una linea immaginaria, che passa attraverso tutte le tappe fondamentali della viticoltura, dalla Mesopotamia agli Stati Uniti. 

Un filo magico, che avvolge tutto il globo, e ci fa viaggiare dal Tigri e l’Eufrate (nel massiccio del Monte Tauro ci sono state le prime forme di viticoltura) e si arresta all’Oregon (la capitale del vino del nuovo mondo), dopo avere toccato regioni con uve sacre come  Croazia (Plavac Mali), Marche, Umbria, Toscana (Montepulciano, Sagrantino e Sangiovese) , Corsica, Midì francese (Viogner e Grenache) e i Paesi Baschi (Txacoli).

Non sono religioso, ma credo ci sia qualcosa di mistico, sovrannaturale nel parallelo 43, se è vero che su questa asse si adagiano Medjugorje, Assisi, Santiago De Compostela e Lourdes”.

La ‘Quadratura del Cerchio’

Esiste un vino perfetto? No, ma si può imparare a farlo! 

‘La Cantina di Roberto Cipresso’  mira a creare un vino inimitabile a partire dai terroir più vigorosi ed espressivi del parallelo 43°, all’interno del quale i requisiti propri dei singoli componenti si esaltano l’uno con l’altro anziché ottenebrarsi a vicenda.

Si tratta di un concetto quasi rivoluzionario, che scandalizzò quando nel 1995 venne fuori ‘La Quadratura del Cerchio’, che:

Non si può raggiungere la perfezione, ma ci si può provare.  Così come non si può ottenere un cerchio da un quadrato a meno che non lo si smonti in puntini! Roberto monta i suoi vini brevettando delle quadrature perfettibili, e li smonta nuovamente fino a quando non è del tutto soddisfatto. Roberto vuole offrire qualcosa di insolito, sorprendente e speciale, e si cimenta con la testa, con l’anima e l’istinto.

André Tchelistcheff , un maestro di vino e di vita

Roberto  si sforza di rincorre continuamente il vento giusto. Come quando scoprì un trattato di André Tchelistcheff. In questo scritto  il famoso enologo russo discuteva sulle possibili forme di supertuscan negli USA ! Roberto  sposò le convinzioni del maestro e le mise in pratica. Come? Abbinando il Sangiovese  alla versione italiana dello Zinfandel,   ovvero il Primitivo di Manduria.

Roberto lotta per scovare le armi e le tattiche giuste per essere più che un vincitore un bravo stratega nel fare vino. Roberto  studia, coopera con Università, ed esplora, mantenendo il suo porto fermo a Montalcino. Da cui però si allontana come un marinaio per compiere altre gesta del vino.

Come quelle fatte in più di venti regioni italiane e oltre confine in Croazia, Brasile, Spagna, Romania, California, Perù, Turchia, Slovacchia, Cile. Ma per lo più in Argentina ( ‘Achaval Ferrer’ e ‘Matervini) e Brasile (‘Bellavista Estate).

Con l’aiuto di altri imprenditori, in ognuno di questi anfratti sperduti e lontani, Roberto aspira a valorizzare il più remoto dei terroir . E anche a  generare a vini di carattere, dal Malbec argentino alla Dorona veneziana .

Oltre ad avere ricevuto tantissimi premi e scritto molti libri , Roberto riveste un ruolo importante nel panorama enoico italiano. DNel 1990 fondò  ‘Winemaking’ , un gruppo di consulenza vitivinicola. Questo poi fu ribattezato  ‘Cipresso 43’  nel 2001. Che dire ,  Roberto   è stato sempre un fiume in piena , che è ancora pronto ad esondare!

La cantina di Roberto Ci
‘La Cantina di Roberto Cipresso’

La nuova ‘Cantina di Roberto Cipresso’. Cosa bolle in pentola!

Siamo nella cantina  ‘Cipresso 43’ . Questa è senz’altro  un punto di riferimento per i vignaiuoli, che, in assenza momentanea degli strumenti giusti, vogliono provare a vinificare, mettendo alla prova le loro potenzialità. Ci addentriamo nella lounge degustazione per un’apericena di benvenuto. L’atmosfera è intima e raccolta con musica jazz in sottofondo. Particolare è l’arredamento decisamente urban chic:

  • un lungo tavolo in legno;
  • foto e quadri d’autore per tutto il corridoio.

Sbalorditiva è l’adiacente  ‘Terroteca’, una collezione di ampolle in vetro con  tutti i terreni calpestati da Roberto durante i suoi sopralluoghi professionali.

Bollicine di Sangiovese per andare altrove a Milano e tornare giù Montalcino!

Al bancone di materiale riciclato  Roberto stappa e mi versa le soavi bollicine del suo ‘Altrove’.  Esso è un metodo Charmat  del cru di Brunello a ‘Poggio al Sole’ .  Proseguendo la visita della sala, Roberto mi svela finalmente i suoi quattro piani  segreti:

  1. ‘Milano da bere’: Roberto vuole installare dei  vitigni pensili sulle terrazze dei più colossali e importanti grattacieli nella zona vip di ‘City Life’. Questa è a Portello , nord-ovest della metropoli. Un altro mega progetto fatto in collaborazione con  noto otorino milanese. Per questo intento,  Roberto sta allevando delle uve speciali , dette  Sauvignon  Kretos . Questa è una varietà particolare di uve resistenti alle malattie (dette PWI, dal tedesco ‘pilzwiderstandfähig’, ossia ‘viti resistenti ai funghi’) ;
  2. ‘Eureka’: è una linea di bottiglie di 35 uve vinificate senza scopi commerciali destinate a un club di wine experts per un totale di 4000 aderenti , che vi accederanno tramite tesserà;
  3. ‘Parco del parallelo 43’: se c’è una cosa a cui   Roberto è allergico è la monotonia ! Come la geometria perenne delle Langhe.! Se c’è una cosa che per Roberto è un credo, questa è la sostenibilità in tre fattori:
  • impatto ambientale della coltivazione,;
  • tollerabilità economica dell’operazione;
  • sfruttamento consapevole della terra.

Con queste premesse è facile innamorarsi di un altro spettacolo che spunterà a breve a  Montalcino:

 Brunello e  Rosso di Montalcino firmati  Roberto Cipresso

Cena sarda a Montalcino, ‘Osteria dei Briganti’

Fare due chiacchiere con Roberto è un attimo di crescita culturale e spirituale, al prezzo di una sbornia. Perché letteralmente ti ubriaca. Ci si può avvicinare a Roberto  , se si possiede la giusta dose di empatia e si è on wine , ovvero collegati al vino! Il vino  è infatti primae una  bevanda seduttrice e  un’opera d’arte .

Roberto è un vulcano e se qualche volta avete la fortuna come me di beccarlo in pausa fumante, approfittatene, prima che riprenda a scoppiettare! Anche Roberto è un essere umano, non preoccupatevi, specie se ha fame! Lo stomaco brontola, e allora si decide per una cena sarda nell’ ‘Osteria dei Briganti e dei Poeti’:  porcheddu e patate esaltato da un  Savigny Les Beaune ler Cru Les Narbantons Domaine Mongeard Mugneret’ , un  Pinot Nero da urlo!

Risveglio a ‘Poggio al Sole’. Brunello e  Rosso di Montalcino firmati  Roberto Cipresso

L’indomani la tranquillità a ‘Poggio al Sole’ è distratta dalla piacevole incursione di clienti di Padova e Bologna. Questi hanno giustamente selezionato questo buen ritiro per staccare la spina. Faccio colazione con caffè nero bollente e delle brioche calde , che Fabio mi omaggia prima di tuffarsi nella sua routine quotidiana.

Vedo dei bambini che inseguono Kyra, il barboncino di Roberto.  Le mamme sorvegliano i loro pargoli, beatamente sdraiate su dei dondoli. Stanno beate  all’ombra di ulivi per proteggere la loro pelle bianca dal sole settembrino, che ancora scotta.

Lascio la mia suite campestre e mi perdo nella natura della tenuta.  Passeggio tra grappoli, viste sconfinate e un silenzio rigenerante. Al mio rientro mi accingo verso la cucina all’aperto di  ‘Poggio al Sole’ . Attendo l’imbrunire per aiutare Roberto   e Fabio a imbandire una tavolata per il banchetto della sera.

I rossi di Roberto Cipresso: Brunello e Rosso di Montalcino

Sopraggiungono gli invitati, persone affabili e contenute all’inizio. Decisamente più allegre dopo i miei spaghetti alla mediterranea, la grigliata e i rossi di Roberto :

  • ‘Brunello di Montalcino 2018’: 100 % Sangiovese, con affinamento di un anno in barrique di rovere francese. Il colore è rosso rubino con riflessi granata, si apre al naso con le sue note di frutta rossa e liquirizia, cuoio, e cioccolato. I suoi tannini sono morbidi, al palato è strutturato e persistente;
  • ‘Rosso di Montalcino’ : 100% Sangiovese, rosso rubino con sfumature porpora, all’olfatto molto intenso, sa di amarena e vaniglia.  Un vino che possiede una giusta acidità, delicato al palato, e che permane a lungo.

La ‘quadratura del cerchio’ non è solo un enigma! Si tratta   di un’ attitudine misurabile in tre vini! 

Quello che mi colpisce di Roberto oltre il talento, la classe e l’umiltà, è l’attenzione per i dettagli,  l’abilità di osservare le cose da un’altra prospettiva, l’ha appreso in montagna.

Come si è già accennato, un quadrato non può mai raggiungere l’area di un cerchio, per una semplice questione di Pi greco’, il numero irrazionale. Però si può osare ragionarci su! Per Roberto non è una questione di avere per forza una soluzione a un problema, ma di avvicinarsi quanto più si può alla verità.

D’altra parte, questo anelito alla conoscenza ha spinto  Roberto  alla creatività nel vino, alla maestria di migliorarlo, dosando le peculiarità singolari di ogni vitigno.

4 vini di Roberto Cipresso  fuori dal comune 

Ne risultano dei sorsi sorprendenti, come quelli di questi tesori decantati da Roberto  a un gruppo di giovani wine experts  l’ultimo giorno prima della mia permanenza:

1. ‘Punto Bianco 2020’:un matrimonio perfetto tra la verticalità e l’ossatura del Vermentino Toscano e la vivacità del Verdicchio Marchigiano, i due vitigni autoctoni del parallelo 43, quelli che più esprimono la storicità delle lande attraversate da questa linea magica.

Il valore aggiunto di due mari che s’incontrano, l’Adriatico e il Tirreno in un calice che fa stupire. Sono due terroir diversi che però si amalgamano nello stesso parallelo e vibrano. Giallo paglierino scarico, al naso note floreali di tiglio e acacia con piacevoli sensazioni aromatiche di basilico.

La beva denota una buona freschezza con l’equilibrio leggermente spostato su mineralità e sapidità. Con affinamento di otto mesi in contenitori di acciaio, è un bianco di buon corpo, gradevole e contemporaneo;

2. ‘Punto Rosso  2019’ : la sensualità e l’acidità del Sangiovese Toscano prende forza e vigore grazie al Montepulciano Marchigiano, che lo arricchisce con la sua carnosità . Pensato come vino da mescita, questo vino è un passepartout , cioè sta bene con tutto.

Un rosso dal colore rubino, dai sentori olfattivi schietti e intensi, con profumi fruttati e sfumature delicatamente speziate. In bocca ha un buon corpo, mostra una media tannicità e una buona finitura;

3. ‘Pi Greco 2012’ : è un Sangiovese da San Quirico d’Orcia in purezza , un tripudio di spezie, frutta nera e rossa, fichi . Esso ha una buona acidità, e non vuole confrontarsi con le grandi DOC e DOCG dell’impero toscano.

Prende quindi un’altra strada, un rischio calcolato nelle complessità, nelle altitudini e in terroir finora poco valorizzati, che però esprimono un carattere personale e percettibile.

4. ‘Quadratura 2017’: Sangiovese di San Quirico d’Orcia (SI); Montepulciano di Moresco (FM) e Sagrantino di Spello (PG) , le tre uve autoctone più rinomate del nostro bel paese. La scommessa è stata quella di co-fermentarle tutta sulla stessa frequenza, quella del parallelo 43.

Un’accordatura che ha l’ambizione di rivelare il massimo bilanciamento. Una sorta di metamorfosi fermentativa di tre uve apparentemente distanti ma, nel risultato finale, molto affini. Il colore è di un rosso prepotente, all’olfatto è raffinato con il suo pepe e tabacco al mentolo.

Energico e ben rispondente, è un rosso che sfodera una morbidezza sinuosa e tannini abbondanti quanto vellutati. Freschezza senza cedimenti e struttura compatta lasciano presagire grande potenziale evolutivo.

Bisogna alzare lo sguardo in cielo per vedere le stelle

Bisogna alzare lo sguardo in cielo per vedere le stelle

Non è solo una questione di determinazione, passione e duro lavoro se Roberto    ha sempre ottenuto ciò che ha voluto.  Ci vuole sensibilità e apertura mentale. Roberto è un visionario, guarda in alto le stelle, immagina la realtà diversamente dagli altri, mette in discussione sempre. Impara, mischia, mescola e shakera, ci crede e poi lo fa!

Mi auguro per lui  che ogni tanto possa fermarsi per godere della bellezza di cui si è circondato, ma non sarà mai forse fattibile.

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“Arrighi Winery”, Elba

“Arrighi Winery”, Elba

The most important thing is not what you find at the end of a race, but what you feel inside while running”  

Antonio Arrighi

“Arrighi Winery”, Porto Azzurro. Elba

At the end of the month of July , I visited  “Arrighi Winery”  . Meanwhile, I had the possibility to discover  all the beauty of  Elba , which is the largest  island of  the seven jewels of the   “Tuscan archipelago”.  According to a legend,  losing  her necklace in the  Tyrrhenian sea, Venus  created the  “Tuscan archipelago” , which also consists of :

Yes of course, rolling hillsides, sunflowers, cypresses and beautiful towns, but there’s much more in Tuscany, like  Elba,  a slice of paradise. This amazing Tuscan island is destined to be turned into one of the coolest destinations of Italy . Why? Becasue of f its terrific beach-laced coves, vineyards, azure waters,  mind-bending views, and more over!

“Arrighi Winery” a way to discover Elba

Elba is  probably most famous due to being the place, which Napoleon choose  for his exile in 1814–15 after his defeat at WaterlooNot a bad place to be banished I have to say! As a result of being elected  “Emperor of Elba” in 1814 , he left  a significant mark of his short reign. Whta? In particular , these magnificent  noble residences in Portoferraio, which is the main city of the island:

Elba is located 6.2 miles from the coastal town of Piombino, and, with an area of 86 square miles (223 square km), it’s an unspoilt pearl of  Tuscany: clear blue sea, sandy beaches, wonderful landscapes, and mild climate. There is  a varied vegetation of Mediterranean type, which is rich in olive groves and vineyards.

Elba is not a typical tourist destination

Being a spot off the beaten path , Elba is not a typical tourist destination,   Elba is infact mostly frequented by Tuscany residents. You’ll not find hordes of people or lines and crowds like in other Mediterranean islands, such as in Sicily or in Sardinia. So, if you want to avoid them too, book a trip in spring or early autumn !

Moreover, Elba is a land full of history: remains of the Etruscan, Roman and Medieval ages testify a fascinating past and  rich wine cultural heritage .

Above all, Elba is well worth being seen for the flavours of its cuisine too, which is made from simple dishes and fantasy. Being an island, Elba has several fish restaurants. Every morning, fishermen go offshore and fish all day. Lovely, in the late afternoon, they bring their catch to the island’ s restaurants.

If you haven’t visited Elba yet, you need to . Right now! This gorgeous small island is destined to be turned into one of your  must-see places !

Elba History

Being inhabited since pre-historic times,  Elba was discovered early on to be ripe with iron-ore deposits. Elba attracted a lot of ancient people, such as the Etruscans and the Greeks. They called it  “Aethalia” (which means “smoky place”, probably because of the smelting furnaces). Later the Romans, renamed   it “Ilva”,  established a naval base on the island.

Over the centuries Elba underwent many other invasions and dominations. In the early Middle Ages, Elba was ruled by Pisa, in 1290 by Genoa, in 1399 by the “Dukes of Piombino”, and in 1548 by Cosimo I de Medici of Florence. From 1596 until 1709 the Eastern part of Elba was under the Spanish Empire control for about 150 years, then the whole territory was conquered first by Naples, and finally by the French in 1802.

When Napoleon I abdicated in 1814, he was exiled to Elba, where he landed on May 4. Since then, Elba was recognized as an independent principality with Napoleon as its jing until February 26, 1815.  Thereafter, Elba was restored to Tuscan, with which it passed to unified Italy in 1860.

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1st day , 23th July. Arrival in Portoferraio

Elba, is surprisingly easy to reach as well! I took a train from Pisa to Piombino Marittima . Then  from the station I had a short walk  to the ferry reaching  Elba in 45 minutes!

Approaching Elba, I was amazed at how massive and densely forested it was. After disembarking in pastel-hued Portoferrario, Elba’s largest city  founded by Cosimo I  de’ Medici in 1548, I headed down the red pedestrian pathway towards the town with a  tour of Napoleon’s Residences above mentioned.

I took lots of photos strolling around the cobbled streets of the cute Portoferrario, both in the city center and in the old town. I kept walking taking a hike to the De Medici fortress” , a great  example of a defensive military architecture of the XVI century.

Grand Duke of Tuscany Cosimo l  built this big complex of fortified walls  and  old forts (“Fort Falcone” , “Fort Stella”  and“Linguella Tower”)  as a defence against the Turkish attacks.  Without any doubt  from there I enjoyed  breath taking panoramic views.

Porto Azzurro is waiting for me! 

Then as the day was really sultry, I had to rest,  drinking a cold cola in one of  the many beach cafes which dotted the little port . My cola ice cubes turned into water fort the summer heat, while I was waiting in Portoferrario for   Antonio Arrighi. This multitalented wine entrepreneur  welcomed me at his winery in Elba for an  interview . Antonio picked me up at the bar and  drove me to  Porto Azzurro, a tiny fisher village where he lives and works.

Porto Azzurro  is  the second most important inhabited center of the island . It was a fortune to  spent three days in this quaint village, staying at the central  “Belmare Hotel” . After I unpacked my bags , Antonio and me had our lunch at “Sopravento restaurant” to speak about the interview.

First  my attention was captured by our succulent seafood dishes:

During our delicious lunch , Antonio started to talk about his life, while I was listening carefully. That’s all, time went by faster and faster . Yes, I can say that I was totally enchanted by his words, being completely absorbed in his speech!

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Antonio Arrighi , the famous winemaker of Elba island

What about Antonio Arrighi ? Well, he was born in the room number 13 of  “Belmare Hotel” (where I was hosted, what an happy coincidence!) in Porto Azzurro.  Once this hotel belonged to his father, therefore Antonio was raised in a family of experienced hoteliers and restaurateurs with a long tradition of  hospitality in Elba.

In 1960, when tourism was booming in Elba, the  Arrighi Family started the hotel business, and in 1970 run a farm for its hotel clients producing different types of meat (pork, rabbit, etc), flowers, peaches and grapes. As a child Antonio was always involved behind the scenes.

In 1980 Antonio became  a sommelier (he is still being part of the Elba Delegation of “AIS Toscana”),  not only to take care of  his vineyards, but also for making excellent wine!

In 1995 a great opportunity knocked on his door , when Antonio undertook an ambitious project in collaboration with the Tuscan Region and with Paolo Storchi (senior researcher at CREA (“Council for Agricultural Research and Agricultural of Arezzo”).

The ambitious idea of Antonio was about understanding which international grape varieties along with the local ones could grow in Elba. He found the answer in these grapes:

Antonio went on with planting these selected international grape varieties in Elba, being drought and diseases resistant.  Moreover, these international grape varieties complied with high quality standards and delivered consistent results time after time.

Antonio Arrighi’ s family

Since 2000 onwards Antonio was fully dedicated to his winemaking passion, which turned into his main activity. His family is very supportive .  Each of them helps Antonio with the wine business: Giulia is the young oenologist, Ilaria  deals with the marketing, and the little Matteo  is still growing up!

Piazza Matteotti in Porto Azzurro, Elba

After my  fantastic  lunch with Antonio  ,  I  went back to my hotel to sleep a little bit. Late in the evening after my little nap, I wandered through the narrow streets of Porto Azzurro:

From “Piazza Matteotti”  I continued down the main streets of the harbour:

  • Via Vitaliani” and “Banchina 4 Novembre” , which were coloured by the balcony flower pots,  by the souvenirs shops and by the moon which had risen over the harbour.

While I was relaxing with a wonderful “apericena” in the  nice “Bar Corinto”, I looked all around  noticing how much beauty was in every corner of this old fishing town.

Promise, I was fascinated  by the lush natural beauty of  Elba , by its enchanting harbour, and by its people sweetness. Though I am hardly in a position yet to recommend “the best’ of anything”, I experienced enough to suggest an enjoyable two-day itinerary. What’s more, I  will give you a glimpse of the treasures that Elba has to offer!

To begin with, I can tell you that most of the island is very panoramic. Definitely, It is because  there are no ugly buildings to be found .

Belmare Hotel, Porto Azzurro

2nd Day. The “Arrighi Winery”  in Elba island

My morning breakfast  “Belmare Hotel” in Porto Azzurro was an abudant buffet with fresh bread, marmalade and an hot black coffe  espresso .  I set outside on the terrace looking out to see the first light of the day. Meantime, the sea-gulls were playing with the wind,  while  the  fishermen where spreading their nets.

I was embraced by a warm  and Mediterranean atmosphere. Soon after , as the heat was closing in on me, I took a refreshing dip  in a small cove near Porto Azzurro city center. Nothing better than this! It set me up perfectly  for the upcoming wonder of my your in Elba, that is my visit to “Arrighi Winery”

“Arrighi Winery”, in the heart of Porto Azzurro

At about eleven o’ clock Antonio collected me from my hotel to visit  his estate in “Piano al Monte”,. Thi is  an area in the eastern hills of Porto Azzurro, within the “Tuscan Archipelago National Park” . We arrived at his winery after only a  few minutes drive. Then Antonio and I rode on a Quad , going  around  his amphitheatre of grapevines and his trekking wine paths in “Piano al Monte”.

While we rode  he talked about his tremendous existence! From what he said it’s clear that Antonio is very fond of his family and of his farmhouse, whose secret ingredients are passion, tradition, and innovation. With a production of about 40,000 bottles per year,  Antonio‘s property extends over 12 hectares, of which 7 are vineyards with 300 olive trees.

After this wine trip, I went into the office of  Antonio , writing down all that was useful for a better understanding of the wine production in Elba.

Elba , the terroir and the goal of Antonio Arrighi in  wine production 

If asked what Elba‘ s flagship wine is , we would probably answer Aleatico, or Ansonica. Of course,  these grapes  expresses the cultural roots and spirit of the island! In particular the goal of Antonio is not only to produce wine from these local grapes, but also to experiment with new ones. Those grapes,  which are best suited to the Elba with a proper  terroir  , which is unique in the world.

In brief, Antonio pointed out that viticulture has been always florid in Elba  for this particular terroir, that is the result of of the geological past of the Elba itself ! Elba  was infact the largest remaining portion of land that once connected the Italian peninsula to Corsica.

That’ why the Tuscan island  boasts a wide variety of  fertile terrains.  Basically Elba is made from iron and  clay, and different landscapes with high mountains, valleys, and small coastal plains. A third of the surface area is above 200m, and the highest point, which is  “Monte Capanne” (1019 meters above sea level).

Thus all of these pedoclimatic characteristics of Elba together with sea, sun and a mild climate, are fundamental for an high quality of its  wine production. Surely  , Elba  is full of wineries and vineyards , which occupy different terrains from distinct geological formations.  Because of these varied soils,  Elban wines flourish with unique organoleptic characteristics.

“Arrighi winery”, two lines of wine production

Antonio reminded me that the origin of Elban viticulture was very old.  This sector together with farming, fishing and iron and granite mining activities made up  a significant portion of the economy , before tourism’s environmental and social affected the island.

The best quality of Antonio is creativity. He has the imagination to create in his mind a wine . Later he knows how to  realise it in his winery. That’s because as Antonio says: ” winemaking is an art  as well as a science, and having the ability to think outside the box and to improvise, when needed, are critical skills to be successful”.

Antonio is intuitive and perceptive enough to be able to understand Elba ‘s  terroir and coax out its maximum potential. In this way,  his wines reflect their origin and have their own personality. It has led him to develop two lines of wine production:

  1. The first line is based on the historic grape varieties of the island:  Procanico (or Trebbiano), Ansonica (or Inzolia), Biancone, Riminese (or Vernaccia) for the white wines. Sangioveto, Tintiglia and the famous Aleatico for the red wines;
  2. The second line is  based on the international grape varietiesChardonnay, Incrocio Manzoni (Riesling and Pinot Blanc) and Viognier for the white wines.  Syrah, Sagrantino  and Tempranillo for the red wines.

What about wine tradition in Elba island? 

Furthermore, Antonio could already glimpse the enormous potential offered by Elba as a wine-making region. Its  wine heritage dates back to Greek  (10th Century B.C.), Etruscan (6th Century B.C.), and Roman (5th Century B.C.) period. All these ancient settlers left their indelible signs on winemaking in the island.
For example, there are traces of a glorious past in wine production and trading in two recent discoveries in Elba (2013) : five large terracotta amphorae in  a Roman Villa  , and other ones  found on board of roman shipwrecks around the island. These findings attest attest that the wine trade was already widespread in the island . This happened  thanks to methods suitable for the conservation and transport of this product.

Specifically, the importance of traditional knowledge in wine can be recognised for example in the the  vinification in terracotta amphorae.  As you’ll see in my post, Antonio displayed this old  technique thatwith scientific rigor in his winery!

However, viticulture in Elba wasn’t always picnic during the centuries. In general, there is no evidence relating to the  viticulture of Elba during Middle Age. But it’s documented that Elban wine had a good reputation and a trading for fair price in Tuscany.
On one hand, at  the end of 18th and for all the 19th century tthe  viticulture of Elba  enjoyed remarkable development, thanks also to Napoleon’ s attention to wine-growing and to the wines. On the other hand, between 1850 and 1860, following several disasters (mildew; vine louse), the wine production dropped dramatically in Elba.
Suddenly, in 1878  the wine production in the island recovered again. First It produced about 20 times more as the current production. F went down again. At that time Elba landscape was marked by vineyards terraces, covering the hillsides as high as 400 m above sea level.

What about wine production today in Elba island? 

By the way, from the ’60s there was a continuous decrease in number of vineyards in Elba due to the increase of tourism and urbanization. To summarize, today vineyards cover about 300 hectares of the island, and only about 125 of them are on the official “D.O.C. register”.
Until now,  most of the previous terracings are either covered in wild bushes and trees. Besides,  buildings have been put in their place.  Lastly, people tend to prefer growing vines where the ground is flat,  picking the grapes with modern machinery too.
It’s only in recent years that wines from Elba have gone up in quality, thanks to the commitment of a handful of well organised wineries and local organizations,  whose only aim is to obtain  high quality products.
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The wines of “Arrighi Winery”, Elba

Listening to Antonio tall about his passion for Elba makes you wish to return again and again. I absolutely believe it , especially after tasting his labels in his winery with other wine lovers , all there aiming to grab  Elba‘s spirit.

Besides Antonios  Aleatico vinegar “Ace di Ale” , his liquors “Limoncino” / “Arancino”, and his olive oil, here are my top 9 reasons for your next trip to Porto Azzurro :

Unquestionably, my favourite products of this wonderful wine tasting from 2018 have been:

Why is Antonio Arrighi a talented winemaker in Elba island? Passion and hard work is the right answer ! 

Sometimes you just start to wonder if you actually want to recommend a place.  Because it will become even more popular and lose some of its authentic charms! However, “Arrighi Winery is just too good not no be mentioned! The wines were as fabulous as their reasonable prices.

Besides providing a very high standard wine tasting, Antonio went on answering all the question of other guests attending that incredible wine event in his winery.  Each of us was very happy  with  Antonio . He is such a gorgeous person . You can just feel the passion that he puts behind his work. Please, make yourself comfortable, and relax ! That’s not all about  Antonio !  Follow me for a litte bit more!

“Nesos”:  how the Greek made the sustainable underwater wine 2500 years ago

“Nesos”  is an attempt to revive, on the island of Elba, the mysterious  wine of Chios, famous in ancient times for its intense flavour  and its secret recipe!

At this point the question arises, whether Antonio is crazy or not! Certainly, he is a visionary pioneer with professional skills. Thereupon, wine experts and universities decided to collaborate with him to support this challenge, that combines oenology and archaeology .

To begin with, in 2018 Antonio  organized the  “Elba Aleatico Day “ , a wine and oil exhibition supported by the “AIS of Elba” and by the “Ministry of Agriculture”. In this conference he met Attilio Scienza, a well-known agronomist at Milano University, which was his main partner in launching this extraordinary   experiment.

Why don’t to resurrect a marine wine said to be favoured by Julius Caesar?

Primarily, this experiment witness the  interest of Antonio in recreating a kind of  sustainable wine as ancient vine growers did in Chios! Reviving the underwater wine was a big discovery  for this crazy winemaker from  Elba  for two important reasons.

First, because of  saltwater! It worked as a  natural  antioxidant and disinfectant agent! Subsequently, there is no more need for sulphites in making wines!  Second, saltwater get rid of  the waxy white surface bloom, and allows the fruit to dry quickly in the sun. This preserves more aromas, being  so tasteful unlike anything else.

The adventure of producing “Nesos” in the blue sea of Porto Azzurro

First of all, Antonio and his team reproduced this ancient process using Ansonica grape variety, also known as Inzolia. They are which are similar to the old grapes used  for  making the famous wine in Chios. After the harvesting, he pulled down Ansonica grapes into the sea water of Porto Azzurro down to approximately 7 meters for 5 days.

After that, Antonio took Ansonica grapes held in Sardinian wicker baskets out of the sea water. In the end, he dehydrated these grapes , drying them on mats. Finally,  Antonio   vinified the grapes in terracotta amphorae, which found its place once again in winemaking after many centuries a with minimal interventions!

What kind of wine is “Nesos”?

Previewing this “old greek wine” at “Arrighi Winery”, before it’s improved year after year and released to retail, makes me feel real special  ! “Nesos”  is a strong and sapid wine ,  gold in colour. The nose is round. It  is played on particular hints of  yellow apple fruit  followed by peat and seaweed aromas, as well as broom flowers typical of Elba. It is delicate and refreshing, with a savoury olive finish.

“Vinum Insulae”, a video trailer by Stefano Muti about “Nesos”

Given that, there is also a documentary film called “Vinum Insulae” shot by Stefano Muti , which immortalizes  Antonio’s undertaking . This is a 15 minutes trailer, which was awarded at the Marsille’s Film Festival “Aenovideo 2019” .

My wine and life experience at “Arrighi Winery was unforgettable. It’s really unbelievable how a strong passion for the territory and wine drove  Antonio to make his dreams come true. He  must try new approaches and think out of the proverbial box!

antonio-arrighi-winery

Before saying Bye Bye to the magic Elba! 

After the superb wine tasting, I wallowed in a turquoise sea at “Barbarossa Beach” on the way  back to my hotel on the last day of my holiday. “Barbarossa” is one of the most beautiful and popular beaches of the of Porto Azzurro. You can get there on foot from Porto Azzurro harbour thanks to a path that runs along the coast, passing under the prison’s walls.

Walking along this beautiful scenic path you can arrive at the “Barbarossa Beach” in about 15 minutes. “Barbarossa Beach”  has a sandy shore mixed with multicoloured pebbles ranging from red to grey and brown. It has both free access and beach clubs, offering rental services of umbrellas, sunbeds and paddle boats.

“Locanda Cecconi”, where to eat in Elba island

It was pleasant to stay at the “Barbarossa Beach” till my stomach rambled! I went away to have a shower in my hotel dreaming for my last dinner in the Island. I booked at “Locanda Cecconi” as Antonio suggested! Federico with his mother run this cosy and friendly restaurant in the heart of Porto Azzurro.

I had the best grilled octopus of my life, which was served on a creamy potato and on home-made bread. My friend Walter Tripicchio joined me for the dessert time. He entertained me finely with his anecdotes about Elba and about his delightful  “Scoglio Bianco Hotel”, which is situated in the appealing bay of Viticcio.

Thanks Antonio!

Antonio never ceases to amaze! When he doesn’t work at his vineyards, he jogs early at 5 o’ clock in the morning. In this way , he proves his fidelity to have been an excellent triathlon runner  and traveller in the past.

Due to lack of time, cannot travel so much  anymore. Furthermore,  being ambassador of his island, Antonio  does not have a moment of rest, participating  in the most important trade fairs, or attending university lectures halls as a teacher . I have fallen in love with Elba . I cannot wait to return! Go to Elba if you want a good  life, and  let me know if you need my help and tips !

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Poggio al Sole, il buen ritiro di  Roberto Cipresso a Montalcino

Poggio al Sole, il buen ritiro di Roberto Cipresso a Montalcino

“…Se riesci a parlare con la canaglia
senza perdere la tua onestà
o a passeggiare con i re
senza perdere il senso comune…

…Se riesci a colmare l’inesorabile minuto
con un momento fatto di sessanta secondi
tua è la terra e tutto ciò che è in essa
e quel che più conta sarai un uomo, figlio mio…”

Rudyard Kipling

Intervista ‘Poggio a Sole’ a Roberto Cipresso, winemaker di fama internazionale 

Nulla è per caso, c’è sempre una ragione perché qualcosa accada. E senza dubbio la fortuna fu dalla mia parte l’08 novembre del  2008 quando per la prima volta incontrai Roberto Cipresso , winemaker di fama internazionale!

In quella data speciale si organizzò una cena con la degustazione dei vini di Roberto Cipresso   al ristorante ‘Nautilus’  di Tirrenia , vicino Pisa. Tutti gli ospiti rimasero travolti dal carisma e dalla sua personalità. Tutti quanti rimanemmo immobili ad ascoltare la storia della sua vita e dei suoi successi.

Da allora  Roberto Cipresso è stato  il mio mentore del vino e non finirò mai di ringraziarlo  per la fiducia che ha sempre dato alla mia penna! Mi ha spedito  un po’ ovunque in Italia per raccontare di vigne e di territorio presso le aziende a cui fa  da consulente. E ancora una volta vorrei tentare di parlarvi in questo post  dell’eclettico vigneron che hatto del vino una missione di vita!

Il mio primo report sul vino della Sardegna per Roberto Cipresso

Per me Roberto Cipresso fu,  e continua a essere, un’ occasione unica. Per cui non dimenticherò mai  il primo  wine report per l’enologo nazionale. Un articolo dedicato alla cantina dei ‘Garagisti di Sorgono’ alla scoperta della Sardegna e della ‘DOC Mandrolisai’  .

Quella fu un’esperienza indimenticabile, che mi portò continuamente a riempire le pagine del mio blog sul meglio del panorama enoico italiano! E da lì il passo a intervistare Roberto Cipresso fu breve. Mi ospitò un weekend di Giugno  a  ‘Poggio al Sole‘ , il suo agriturismo cinque stelle a Montalcino. Non potei essere più felice! Per me fu un modo per avvicinarmi in punta di piedi al suo fantastico mondo . E spero con questo mio articolo di farlo conoscere anche a voi!

‘Poggio al Sole’,  splendore della campagna toscana

Era inizio estate quando soggiornai a ‘Poggio al Sole’, un’ esclusivo  wine relais vicino Montalcino , immerso in due ettari di terra coltivati per lo più a Brunello . Nel 1996 Roberto Cipresso trasformò un vecchio rudere del 1700 in quello che oggi è ‘Poggio al Sole’ . Cioè un casale  stellato di  cinque appartamenti in perfetto stile toscano , dotato di tutti i comfort per una vacanza diversa dall’ordinario. Un eden in cui rifugiarsi sito tra  Castelnuovo dell’Abate , Sant’Angelo in Colle, e il Monte Amiata .

La mi camera si chiamava  ‘Sole’ . Sistemate le valigie,  rimasi  sul davanzale di un balconcino intrappolata dalle bellezza di una natura, che si rivelava in tutto il suo rigoglio. Filari infiniti, e borghi medievali dal sapore antico , che si intravedevano tra le morbide colline che circondavano tutta la tenuta.

Poggio al Sole

A cena  con Roberto Cipresso e la sua famiglia

A distrarmi da quella meraviglia e pace fu solo la fame! Appena lo stomaco brontolò, scesi giù dalle scale e montai in macchina con Roberto Cipresso  per andare a mangiare una pizza con la sua famiglia. E il suo braccio destro, Fabio Degli Stefani. Giunti a destinazione ci sedemmo a una trattoria  molto intima e accogliente.  Per tutta la serata  Roberto Cipresso   mi raccontò su di lui, i suoi affetti e la sua passione per il vino  . Prendendo qualche appunto, lo ascoltavo meravigliata.

Si fece  tardi e ritornammo  sfiancati dall’afa a ‘Poggio al Sole’. Andai a letto, ma non chiusi occhio. Il cielo era  un manto di stelle, che giocavano con le punte dei cipressi alti nel viale alberato all’ingresso del casolare.

Vino, il Romanzo Segreto’,  il libro di Roberto Cipresso

L’ndomani mi alzai verso le cinque. ero proprio insonne. Forse perché ero emozionata  per quello che stavo vivendo.  Dalle persiana della mia stanza l’occhio cadde su delle sagome di alcuni contadini, che stanno vendemmiando. Era come ammirare  un quadro di Monet.

Non potei riprendere sonno, così aspettai in giardino l’alba sdraiata su una chaise longue. Mi svegliai quando Macchia,  il gatto di quell’oasi,  con le sue zampette si strusciò addosso a me . Dopo un’ abbondante colazione mi misi all’ombra di una quercia a  mettere in ordine gli appunti su Roberto Cipresso e la sua esistenza. Non fu facile, ma di seguito troverete un riassunto su di un uomo, che  ha stravolto  in meglio il modo di fare vino !

La storia di Roberto Cipresso 

Classe 1963, Roberto Cipresso è nativo di Bassano del Grappa. La passione per la montagna contraddistinse in assoluto la sua esistenza. Questa gli insegnò a  essere curioso . E gli  procurò anche la forza di superare i propri limiti , con la capacità di sapere  fin dove potere arrivare. Tuttavia da giovane Roberto ebbe un grave incidente durante un’arrampicata, che lo distolse dalle vette innevate. E da allora si dedicò al vino, facendone il suo mestiere!

Nel 1987 Roberto Cipresso concluse gli studi di agraria a Padova.  Spronato e referenziato dall’allora suo professore e oggi amico Attilio Scienza, poi si recò a Montalcino   per un incarico di lavoro. I tre mesi di permanenza, si prolungarono fino al suo trasferimento definitivo nella città del Brunello. Qui mise su famiglia, sposando Marina Fiorani, proprietaria del ‘Boccon Divino’, noto ristorante ilcinese. Da lei ebbe due figli Gian Marco e Mattia.

Roberto Cipresso, tanta esperienza e sogni nel cassetto

Da subito Roberto Cipresso collaborò con alcuni dei più importanti produttori di vino di Montalcino . Già negli anni ’90 fu  direttore aziendale di  ‘Ciacci Piccolomini d’Aragona. Con questa rinomata cantina ottenne i suoi primi successi :

La tensione faustiana di Roberto Cipresso nei suoi primi anni toscani fu  inarrestabile. La sua sete di conoscenza, di azione, di conquista del bene, lo  portarono dritto al successo.

La teoria dei vini del Parallelo 43

Parallelamente alla nascita dei celebri e blasonati super tuscan, nel 1995 Roberto Cipresso sviluppò la sua  ‘Teoria dei vini del Parallelo 43’! Cioè  pose le basi alla sua filosofia aziendale, che è:

  • Sperimentazione;
  • Mescolanza dei terroir più espressivi e vigorosi sul piano nazionale ed estero.

Roberto Cipresso  brevettava formule nuove di  vino, Come? Semplice, mescolando vitigni selezionati , tutti allineati sul ‘parallelo 43′, Questa venne nda lui  definita come una sorta di itinerario enologico, situato tra l’Equatore e il Polo Nord, passante tutti  i luoghi  più vocati  della vite:  dalla Mesopotamia agli USA.

Quella di Roberto fu  una visione ambiziosa e globale del concetto di terroir , che  scandalizzò gli addetti del settore di allora. Una  sorta di ‘taglio della tela’ di Lucio Fontana!  Così come l’artista argentino  muoveva  il suo capolavoro avanti lo spazio e fuori da ogni cornice fisica, Roberto usciva  fuori dai comuni canoni . Perché  anelava a fare  un vino quasi  perfetto! 

Pur essendo ateo, Roberto Cipresso era  convinto inoltre ,  che ci fosse qualcosa di ultraterreno nel 43° Parallelo.  Essendo la stessa retta dei pellegrinaggi religiosi più suggestivi:  da Santiago di Compostela alla Grotta di Lourdes, dalla Francescana Assisi a Medjugorje.

Il vino ideale non esiste, ma ci si può provare !

Nel 1995 Roberto Cipresso materializzò le sue intuizioni sul vino con la bottiglia de  ‘La Quadratura del Cerchio’. Questo era infatti la prima prova di un rosso ideale.  Ne venne fuori un blend di Sangiovese,  Montepulciano ,   e Sagrantino , cioè  i vitigni più rappresentativi d’Italia,  rispettivamente di ToscanaUmbria e  Marche. E guarda caso erano proprio quelle regioni a essere  toccate  dal  43° Parallelo!

Da quel momento in poi poche chiare e importanti regole caratterizzarono il modus operandi di Roberto Cipresso per fare vino:

  • Vitigni autoctoni;
  • Coltivazione all’interno del 43° Parallelo,;
  • Provenienza  da vigneti di proprietà;
  • Totale vinificazione nella  cantina di Roberto Cipresso;
  • Pratiche di viticultura  sostenibili, con rese contenute (1 pianta, 1 bottiglia);
  • Continua ricerca e   collaborazione con le più importanti Università d’Italia.

‘Winecircus’  , la svolta del vino a Montalcino

Da allora in avanti Roberto Cipresso non si fermò più, fondando Winecircus’ a Montalcino nel 2000 ‘, che era un gruppo di consulenza agronomica. La stessa società  poi fu battezzata nel 2016  ‘Cipresso 43‘, l’attuale cantina di Roberto Cipresso in   Bivio dell’Asso, 53024 Montalcino , Con l’aiuto del fratello Gianfranco mise a disposizione di imprese vitivinicole nazionali ed estere (soprattutto in Sud America) il suo sapere e un supporto tailor made!

A sua volta nel 2019 Roberto Cipresso acquistò un rudere nelle vicinanze di Montalcino  . Lo rimodernò dando alla luce a ‘Poggio al Sole’ , quell’angolo di  paradiso dove alloggiai per conoscere qualcosa in più di Roberto Cipresso!

Il maestro André Tchelistcheff  

Durante il suo percorso professionale Roberto Cipresso affinò le sue capacità di winemaker allorché scovò un trattato di André Tchelistcheff  . Questi era un agronomo russo, padre della viticoltura californiana ( a cui gli americani dedicarono una statua nella Napa Valley ).

Leggendo tra le righe del suo maestro, Roberto Cipresso ebbe l’intuizione di combinare il Sangiovese al Primitivo di Manduria ed eureka! Un equilibrio perfetto per dei vini strepitosi da rifare e perfezionare!

Da Montalcino all’Argentina, il sogno continua

Come è facile intuire, Roberto Cipresso non smise più di esplorare, facendosi aiutare da professionisti , Università ed Enti del specializzati in vino. Dal suo porto sicuro  di Montalcino, Roberto Cipresso si muoveva dall’ Europa al Nuovo Mondo per oltrepassare nuove frontiere.

In ognuno di questi anfratti sperduti e lontani  Roberto Cipresso, con l’aiuto di altri impresari, valorizzò  il più remoto dei terroir , generando vini di carattere.

Tra i suoi primi grandi traguardi da ricordare sono  il suo contributo alla nascita di :

Roberto Cipresso

Roberto Cipresso e le sue wine hits parade

Prendete fiato ! Roberto Cipresso fu come un vulcano attivo che non si arrestò mai nel settore del vino! Non si limitò solo a farlo e anche in grande. A un certo punto sentì la necessità di raccontarlo in pubblico , nero su bianco. Eccovi una lista dei suoi più incredibili trionfi:

Grigliata argentina  al  ‘Poggio al Sole’,  Montalcino

Grigliata Argentina a ‘Poggio al Sole’

Dopo avere sistemato i miei appunti su Roberto Cipresso , calò la sera e si cenò con lui sotto il pergolato di ‘Poggio al Sole’. C’erano degli ospiti speciali:  Simone Lago , la  moglie Cristine e il loro piccolo Pablo. 

Simone e Cristine proprietari della ditta ‘Demetra di Vicenza , fecero visita a Roberto Cipresso per fornire le loro preziose anfore in ceramica . Questo materiale permette al vino, mentre riposa, di mantenere integre le proprie qualità e caratteristiche. Questo succede per merito della facoltà di questo materiale  di essere impermeabile, resistente e isolante.

3 Vini top firmati Roberto Cipresso

Davanti a un’ appetitosissima grigliata di carne argentina, tutti quanti insieme degustammo i seguenti rossi di Roberto Cipressooberto Cipresso :

‘Cipresso 43’, il laboratorio cantina di Roberto Cipresso

Sentirsi a casa era quello che più mi faceva stare bene a ‘Poggio al Sole’. Un tranquillo  barbeque tra amici era nello stesso tempo una fonte inesauribile  di conoscenza su ogni tipo di argomento, vino compreso. E su quest’ ultimo appressi tantissimo  il mattino seguente con la mia visita a ‘Cipresso 43 ‘  ,  la cantina laboratorio di Roberto CipressoMontalcino. Ricavata da un ex fabbrica abbandonata,  la cantina   ‘Cipresso 43 ‘   era una struttura   immensa , con una architettura esterna lineare e gli arredamenti eleganti  e sobri.

Un edificio a tre piani moderno  con barriccaie, uffici e sale degustazioni . Quando giunsi lì ,  Roberto Cipresso stava facendo fare un giro a un gruppo folto di Wine Lovers argentini e colombiani. Mi aggregai a loro, e assaggiai  in anteprima le etichette più esclusive  dei suoi vini .

Cucina sarda a Montalcino sotto un sol leone 

Finiti gli assaggi di vino , si fece ora di pranzo e Roberto Cipresso portò tutti a Montalcino a mangiare sardo presso l’ ‘Osteria dei Briganti e dei Poeti. Protagonisti di quel banchetto  furono  i  toscanissimi pici  al ragù’  e i succulenti  ‘culurgiones’, specialità  della ‘Terra dei Nuraghi’ . Questi erano  degli gnocchi di patate ripieni di formaggio, menta e conditi al sugo di pomodoro semplice.

Una vera delizia che si sposò benissimo con un  Achaval Ferrer 2000′. Questo era un rosso   di Malbec, Cabernet Sauvignon e Merlot dal colore, profumo, e gusto decisamente esplosivo! Era tutto talmente perfetto che non si sentiva addosso neppure l’afa estiva!

Tutto un Sorso 2019 Montalcino
‘Tutto in un Sorso 2019′,  Montalcino

‘Tutto in un Sorso 2019’, evento sul vino a  Montalcino

Congedati i Sud Americani, per degli appuntamenti urgenti  Roberto Cipresso si allontanò dalla sua cantina e salutò i clienti e me. Lo ringraziai per tutto e sorrise sparendo velocemente per i suoi affari. Ne approfittai per  avviarmi con Simone e Cristine a ‘Tutto  in un sorso 2019‘,  una kermesse sul vino in  centro a Montalcino,

All’interno del  ‘Complesso di Sant’Agostino’ , un’antica fortezza medievale, si svolse questa interessante fiera enologica di vini importanti provenienti da tutta Europa. Quello che più mi colpì fu:

Finito lo spettacolo divino,   Cristine e il marito mi riaccompagnarono a  ‘Poggio al Sole .  Quello a Montalcino fu davvero un  interminabile e indimenticabile  weekend nel cuore della Toscana e dei suoi tesori!

Roberto Cipresso

Roberto Cipresso, un vulcano in continua eruzione! 

Che dire ! Roberto Cipresso è alla perenne ricerca dell’ eccellenza, della tradizione e dell’innovazione per il vino. Non smette mai un momento di pianificare cose nuove. Roberto Cipresso e Montalcino sono dei punti fermi per l’enologia nazionale e internazionale. Perché  Roberto Cipresso vede l’orizzionte laddove gli altri invece segnano un confine!

Immaginatevi di riuscire a indovinare alla cieca le percentuali dei diversi vitigni di uno  Châteauneuf-du-Pape’Non è una cosa che almeno io sarei mai in grado di fare ! Perché  questo è  il celebre rosso francese fatto da ben tredici  varietà di uve diverse sia a bacca nera che bianca!

Ecco, la stessa cosa succede con Roberto Cipresso! Nel senso che è difficile cogliere le singole componenti della sua personalità, perché è complessa. La si percepisce al massimo nella sua interezza, come accadde a me  a   ‘Poggio al Sole’ a Montalcino!

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Who is Roberto Cipresso?

Who is Roberto Cipresso?

If you want to thrill someone,  first try to feel  the same emotions you desire to awake…” .

R. Cipresso.

Roberto Cipresso, international winemaker of Montalcino

Scanning across the bookshelves in my flat, it dawns on me that my collection falls into three categories: wine, food and  travel! The three passions that form the  main plot of  Wine, the secret Novel , a book written by Roberto Cipresso. Roberto Cipresso presented his  outstanding work at ‘Nautilius, an elegant restaurant by the sea and close to  Pisa .

It was an unforgettable event  that allowed me  to meet  one of the most important winemaker in  Italy, Roberto Cipresso . He is a special person, as well as a great wine entrepreneur.  From his base in Montalcino, Tuscany, he has changed winemaking worldwide. How?  Read his incredible story, and you will find the answer!

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‘Wine the Secret Novel’ , a novel by Roberto Cipresso

Andrea Baldeschi , the owner of the ‘Nautiliusrestaurant,  hosted that memorable dinner in honour of  Roberto Cipresso.  A crowd of people were waiting to hear the famous vigneron speak about his life and his professional achievements.

First of all, Roberto Cipresso greeted us all with a big smile and then went on to introduce  ‘Wine, the Secret Novel‘  , one of  the three books he has written about wine.  It is an attempt to give a general outline of the history of wine.  Wine has rolled its barrel from the shores of the  Black Sea to the mountains of the Andes, following humans and their dreams. His book goes back through time  retracing the grape’s conquest of the world, stopping in each winemaking country, from the oldest to the most recent,  discovering wines past and present, while also looking to the future.

3 tops wines of Roberto Cipresso 

That evening at the ‘Nautiliusrestaurant there was also a fantastic wine tasting, including some of the best wines of Roberto Cipresso :

    • ‘Punto Bianco Toscana IGT :  This is a white wine made from Vermentino and Verdicchio. These grapes are the most representative of Italy, being cultivated in the region of the  the 43rd Parallel. This is  an imaginary line, which  traces through all the places that have given origin to viticulture throughout the world from Europe to the New World. The wine had a dry and even astringent taste , with a  contrasting rich coconut aroma, giving a nice round feel in the mouth, and a long-lasting finish.  It was paired with a delicious tuna pasta;
    • ‘Pi Greco Toscana IGT ‘ : This is a red wine made of 100%  Sangiovese   . It  offers primary flavours of tart cherry, red plum, strawberry, and fig, with subtle notes of roasted pepper, leather, and clay.  In its nose offers aromas of earth and tea leaf.  On the palate it is a full-bodied wine,  displaying a marked acidity, an important tannic structure and a long and intense persistence. It  was paired with a pasta enhanced with wild boar ragù;
    • Quadratura del Cerchio’ : This wine is made from  Sangiovese (60%),  Montepulciano (20%) , and  Sagrantino (20%).  This is Roberto Cipresso‘s first attempt to make the ideal wine and it is his first attempt at wine experimentation. Its grapes are the best in Italy, and above all they grow along  the 43rd  Parallel!  This wine went perfectly with a  dish of (soft) veal and tiny roast potatoes.

Guests enjoyed the pleasant atmosphere of that unforgettable dinner at the ‘Nautilius restaurant, while  Roberto Cipresso was seducing us all with his beautiful spell.  Here  are some important acts about his life  and professional background.

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Who is Roberto Cipresso? 

I felt the power of Roberto‘s personality,  while he was presenting his book that evening at the ‘Nautilius restaurant! Roberto Cipresso is an oenologist, an international  winemaker, and writer. Without any doubt he is also a visionary leader . His way of  life makes him stand out from the rest of the crowd as regards the field of wine.

He can imagine things that others cannot imagine and sees the whole  landscape of winemaking as a big picture,  and not a single step. He is present and focused. You can connect with him, when  he talks about what he has in mind, or  when he teaches you something about wine,  or when he tells you about his travel, his previous job experiences, and his life!

The story of Roberto Cipresso 

Roberto Cipresso was born in  Bassano del Grappa (Veneto) in 1963 . Initially his first love was the mountains. He studied agriculture and received a master’s degree in viticulture in Padua, Northern Italy only out of necessity.  He thought  that skiing and climbing would  be his future,  though a terrible accident caused him to  change his ideas.

In order to study with Professor Attilio Scienza, a respected Italian scientist in the field of vine, in 1987 Roberto moved to Montalcino  . Forgetting that tragic episode,  he fell in love with the world of the wine,  thus  starting his winemaking career at three outstanding estates in Tuscany :

Mountains have played a large role in the life of  Roberto Cipresso.  In fact, he learnt how to survive and how to know  his limits! At the same time he improved his skill in observing nature, developing an extraordinary knowledge  of the vineyards of Tuscany in order to create wine.

He  learnt a lot about wine during his younger years in Montalcino , from the planting of grapes to how  the wine was bottled. It was the most challenging and formative step of his fantastic life’s work with wine.

The goals of Roberto Cipresso

Roberto Cipresso soon gained success, being invited to advise Italian producers  as well as wineries around the world, including those in South America (‘Achaval-Ferrer Winery’,  Argentina). Travelling helped  Roberto Cipresso open his mind. He experienced different realities of wine ,  observing wine from a different angle,  and eventually was ready to work as a wine consultant !

The opportunities Roberto Cipresso had to put his professional skills and ideas  as regards wine into practice are exemplified by  four of his major projects:

  1. ‘Fattoria La Fiorita’In 1992 together with two popular partners, he founded this boutique winery in Castelnuovo dell’Abate, near Montalcino , which is still running. This boutique winery produced the iconic Brunello , gaining  numerous prestigious awards, including Parker points of 99, 98 and 97; 
  2. Winemaking project’: In 1999 at the behest of wine industry professionals he created a team of qualified consultants in the field of agronomy and oenology  in collaboration with his brother Gianfranco, and his friend Santiago Achaval, who is the founder of  the stunning ‘Matervini winery’ in Argentina ;
  3. ‘Wine Circus’: In 2001 he created this big  wine lab  in Montalcino  , where ideas and projects are shared with wine experts and universities   in order to solve  problems  regarding the winemaking process;
  4. ‘Poggio al Sole’: In 1990 he crafted this modern five starred wine relais , which is situated between Siena and Florence.  Here  Roberto Cipresso  planted his precious grapes of   Brunello   , which are used in  the making of the  best labels of his red wines.
The wine hits parade of Roberto Cipresso 

Recalling the most important enterprising ventures of Roberto Cipresso together with his lifetime achievements awards in terms of wine and food  culture, means understanding his complex and sensitive soul: 

The 3 books about wine written by Roberto Cipresso

The list here above would already be too long, taking into account that  Roberto often gave  lectures and speeches at wine schools and important universities in the world ! Already famous for his achievements in Italy and Argentina,  Roberto  rapidly obtained recognition in Europe and North America as one of the world’s elite winemakers.

Roberto is a creative and multitalented man. Along with the benefits of his many abilities and passions, there is his love for writing, represented by  another three books he has written about wine and its mystery, published between  2006 and 2009::

The ‘Cipresso 43rd project’. How to  make the wine of the future!

Without any doubt, Roberto Cipresso  is a  charismatic, brilliant and enthusiastic wine entrepreneur! He still continues on his incredible adventure in his inspiring  wine experiment entitled ‘Cipresso 43 rd project’. According to Roberto Cipresso, rules are important  in producing a perfect wine,  though they cannot stop evolution. We should consider rules as a point of departure, not as a point of arrival!

Bearing this in mind, Roberto  started his revolution in the world of wine, thereby provoking scandal! He went beyond the traditional concept of terroir, which was not identified as such as being in a specific area of the world, though within the same horizon!

The theory of the 43rd Parallel 

According to Roberto’s recent research this horizon is  the 43rd Parallel, a magical  line containing singular physical and spiritual features regarding wine production,  situated halfway between the Equator and the North Pole.  This parallel runs through central and florid places, which have shaped the main grapes and phases in the evolution of vine culture from Mesopotamia to the USA:

‘The Cipresso 43 rd project is an attempt to create an oenological itinerary using only grapes grown at a Northern latitude of 43rd degrees.  It could be considered an attempt to make the wine of the future.

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The X-factor of Roberto Cipresso

The life of Roberto Cipresso is about striving for excellence and harmony  not only in wine,  though  also in life.  Roberto doesn’t  limit himself only to his own thoughts and ideas. When you talk to him, he listens to whatever you have to say  attentively. He  encourages you to be as creative as possible and never to be afraid of presenting your own point of view!

Roberto  explained to me  the big picture of  his vision of wine and how to live  in this world. His  work is an essential part of his existence. It is not only about running a laboratory or doing analysis, it is mainly about being part of making something amazing. It  is by combining science, creativity and love, that you keep things interesting, and it is a great industry to be involved with as well. Roberto Cipresso  experiments with unconventional colors to find inspiration for his next masterpiece, that is still to come! I’m looking forward to it!

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