Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale a Ischia

Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale a Ischia

“Prendo un piccolo pullman , anzi pulmàn , e in dieci minuti arrivo a Porto d’Ischia . È già sera . Ma questa è una città ! La pace di Casamicciola è un sogno . Qui vie , vicoli , lungomari sono scintillanti , la gente è un fiume”
P. P. Pasolini

Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a Ischia

Certamente la Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia è stata un’esperienza unica che mi fatto scoprire  un altro angolo di paradiso dell’isola verde. Queste terme non sono paragonabili alle altre strutture termali moderne isolane . Nel senso che non sono dotate di piscine artificiali e ambienti di lusso. Qui si fanno le terme con metodi tradizionali ridotti all’essenzialità delle risorse naturali dello stesso stabilimento.   Si trovano incastonate come un gioiello nella macchia mediterranea del comune di Barano. Ci si giunge  sia in auto che con i bus isolani (c’è un parcheggio).

In una calda giornata estiva avevo voglia di stare lontana da tutti e tutto e mi sono rifugiata nell’ eden della Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia. Nonostante il caldo, ho trovato refrigerio tra il verde e la quiete  dei suoi giardini . Per poco più di venticinque euro vi regalerete non solo l’accesso a  un meraviglioso  parco termale dalle origini secolari, autentico e introvabile. Ma coccolerete anche  il corpo e la mente, staccando letteralmente la spina. Penserete solo a voi stessi. Che ogni tanto male non fa! In questo post vi descriverò questo luogo magico, raccontandovi del suo passato ,  dei percorsi termali da fare . E perché sceglierlo tra e mille altre terme isolane! Buona lettura !

Storia della  Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a Ischia

Quella della  Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia è un racconto che affonda le radici nel mondo antico greco e romano. Possono essere classificate come tra le più antiche dell’atollo campano e d’Europa. Il nome deriverebbe dal termine greco “nitron”, che significa “puro, cristallino”  in riferimento alle sue  acque sorgive benefiche e miracolose.

Le prime tracce della sua frequentazione risalgono infatti alla colonizzazione greca d’Ischia. Quando la sorgente era già meta di chi cercava sollievo e guarigione. Da allora si veniva qui per approfittare dei poteri straordinari.  C’era di tutto. Guerrieri feriti, donne in cerca di fertilità, anziani afflitti da artriti o gotta.  E persino matrone romane che rivolevano la giovinezza.

L’acqua degli dei

In un’epoca in cui scienza e religione si confondevano, l’efficacia delle acque di Nitrodi era attribuita al dio Apollo e alle sue ninfe. Queste erano considerate divinità protettrici della cascata divina. La fama di questa area sacra fu tale che, tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C., divenne un importante centro di culto. Ne sono testimonianza gli ex-voto marmorei rinvenuti nel 1757.  In sostanza si tratta di  tavolette che raccontano, attraverso incisioni e dediche, storie di salute rinvenuta.  Questi oggi sono conservati al Museo Archeologico di Napoli. Altri reperti, provenienti dallo stesso sito, sono oggi sparsi in musei internazionali, come l’Hermitage di San Pietroburgo

I primi ritrovamenti risalgono addirittura al Seicento, quando il medico Giovanni Pistoja ne segnalò alcuni nell’edizione aggiornata del De’ rimedi naturali che sono nell’ Isola di Pithecusa . L’opera è del medico calabrese G. Iasolino che nel XVI secolo censì tutte le terme a Ischia con rigore scientifico.

Infine negli anni ’50 Angelo Rizzoli, l’imprenditore che fece conoscere Ischia al mondo,  incaricò il Prof. Mancioli di studiare l’acqua di Nitrodi. Si scoprì allora   che aveva pure altri vantaggi medici. Tra questi : favoriva la diuresi, migliorava le funzioni renali e digestive . La qual cosa contribuì ad attestare sempre di più la celebrità delle suddette terme.

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Fonte delle Ninfe Parco Termale  a Ischia oggi:  un’oasi sospesa tra mare e cielo

Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia è ubicata a 300 mslm  in località Buonopane. Un tocco di modernità glielo ha conferito la recente ristrutturazione della struttura . Si sono anche  introdotte importanti novità grazie all’intervento di illustri personalità come quella del professor Sollino scomparso nel 2022.

Il luminare introdusse dei percorsi particolari detti idroaromaterapici, cioè un viaggio benefico che inizia dalla sua acqua e finisce nei profumi intensi del suo giardino fatto di tante piante . Tra queste alberi di ulivo,  fichi d’India, rosmarino, melograni, aloe vera e lentisco. Molte erbe sono usate dal locale Bio Bar per la preparazione di  tisane e centrifughe fresche.

Struttura delle terme

Magicamente la Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia si  affaccia sulla spiaggia dei Maronti e sul pittoresco Borgo di Sant’Angelo. Sembra un  quadro,  che cambia colore a seconda dell’ora del giorno . La tonalità prevalente è quella del blu del Tirreno e l’unico rumore che si sente è il canto delle cicale

Vi si accede attraverso un vicolo stretto  che conduce all’ ingresso del parco, dove un vecchio alimentari e un  piccolo ristorante tipico accoglie i clienti. All’entrata subito dopo la reception si notano subito le  copie degli antichi ex voto  e un piccolo negozio per souvenir e prodotti termali .

Ai confini del silenzio

Tutti gli spazi sono dotati del necessario per usufruire delle terme: come spogliatoi , sala massaggi ecc. Il cammino inizia lungo un sentiero che procede  in salita . Ai lati ci sono varie terrazze di piccola dimensione che sono dotate di docce a getto e sdraio e ombrelloni per rilassarsi all’ombra o prendere il sole.

Che dire  la Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia è un posto  talmente bello da sembrare irreale. A ciò contribuisce anche la sua posizione piuttosto isolata rispetto al centro dell’isola. Comunque non è difficile arrivarci né in auto né con i bus isolani , cliccate qui per maggiori informazioni.

Sua maestà l’acqua di Nitrodi

L’acqua che sgorga da Nitrodi è riconosciuta dal Ministero della Salute per le sue proprietà terapeutiche. Fuoriesce  a 27°, è oligominerale e si può anche bere. Leggera, ricca di bicarbonato, calcio e zolfo e  con la sua temperatura è  ideale per curare problemi cutanei, gastriti, irritazioni e disturbi digestivi.

Fin dall’antichità è rinomata per essere un elisir  contro mali e dolori.  E ancora oggi, gli abitanti  la definiscono “l’acqua che guarisce”, tramandando il rituale di raccoglierla in bottiglie durante gli ultimi giorni di apertura stagionale. Cosa che si può fare anche al parco e a pagamento .

La bellezza che nasce dall’acqua dalle Terme di Nitrodi

Dalla  Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia   prende forma  la linea cosmetica delle Terme di Nitrodi realizzata dall’azienda Ischia SPAEH. Questa è  una collezione di prodotti naturali fatti con quest’acqua che è ricca di minerali preziosi , e proprietà lenitive, purificanti e cicatrizzanti. A questa viene combinata l’azione degli  estratti di piante mediterranee, oli vegetali ed essenziali . Il risultato è   un toccasana per la pelle, poiché è capace di restituirle equilibrio, morbidezza e luminosità.

Non sono utilizzati parabeni, siliconi, petrolati e coloranti sintetici, per garantire il massimo rispetto anche delle pelli più delicate. La filosofia aziendale è diretta e chiara: “salus per aquam et herbas”, ovvero salute attraverso l’acqua e le erbe. Ovviamente il tutto è  100% made in Italy . Dietro un marchio così importante e di prestigio c’è tanto lavoro,  anni  di ricerca e soprattutto tanta passione e disciplina.

Le linee e i prodotti della Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia   

La gamma delle Terme di Nitrodi  è ampia e adatta a ogni esigenza:

Tra i prodotti più amati spiccano l’Acqua Termale di Nitrodi in spray, perfetta per rinfrescare e la pelle ogni volta che si sente la necessità . Ogni applicazione di questi cosmetici  è davvero un modo per coccolarsi .

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Conclusioni. Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a Ischia

Visitare  Fonte delle Ninfe Nitrodi Parco Termale  a  Ischia   vuol dire  venire  a contatto con la propria pace interiore e rinvigorirsi da dentro. Come tuffarsi in mare e lasciarsi alle spalle tutto quello che non serve più, che appesantisce.

Lo staff del parco è accogliente, discreto e attento e rendono la permanenza ancora più piacevole. Ti sorridono sempre e sono a disposizione per qualsiasi curiosità o eventuale richiesta.

Orari, periodo di apertura e consigli utili:

Sono aperte stagionalmente da aprile a novembre, con orari variabili in base al periodo:

  • Primavera e autunno: dalle 9:30 alle 18:00;
  • Estate: dalle 9:00 alle 19:00

Il sito ufficiale www.nitrodi.com fornisce aggiornamenti in tempo reale su aperture, tariffe e eventuali modifiche.

📍 Indirizzo: Via Pendio Nitrodi, 80070 Barano d’Ischia (NA)
📞 Telefono: +39 081 904316

 

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Antiche Terme di  Cavascura a Ischia

Antiche Terme di Cavascura a Ischia

“…Il Sole porta il giorno ad altri mondi
Silenziosa sale la luna nel deserto orizzonte
E getta, penetrando le tenebre profonde,
Un velo trasparente sulla fronte della notte…”

A. De La Martenne 

Antiche Terme di  Cavascura a Ischia

Senza dubbio le Antiche Terme di  Cavascura a Ischia sono la risposta giusta  al vostro desiderio di fuga dal caos della vita . Si tratta di regalarsi  un’esperienza indimenticabile legata al benessere di corpo e mente . Esattamente come ho fatto io . Sono stata una giornata intera in questa spa- gioiello.  Mi ha rigenerata lo spirito e il fisico  grazie a una combinazione perfetta di pace , e pacchetti termali particolari e genuini.

Le Antiche Terme di  Cavascura a Ischia  sono situate nel comune di Serrara Fontana . Precisamente  a 10 minuti  a piedi dalla splendida spiaggia dei Maronti che si può  raggiungere in macchina o con i bus isolani.  Non ci sono altre soluzioni per arrivarci, tranne quella di prendere un taxi boat dal vicino e delizioso borgo di Sant’Angelo. Ma cosa le rende così speciali rispetto alle altre terme dell’isola verde? Continuate a leggere e lo scoprirete!

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Antiche Terme di  Cavascura a Ischia .  Perché andare?

Certamente il segreto della bellezza delle Antiche Terme di  Cavascura a Ischia  deriva da un mix sorprendente  di storia, paesaggi mediterranei e modalità di fruizione. Tutto ciò le rende un luogo quasi fuori dal tempo. Ecco  5 motivi per prenotare alle Antiche Terme di  Cavascura :

  1. Sono le più antiche d’ Ischia : è tra le più autentiche d’Italia. Risalgono addirittura all’epoca dei Greci e dei Romani che già sfruttavano le loro acque miracolose. Frequentate nei secoli da nobili e sovrani, furono più volte restaurate dopo frane e abbandoni. Nel 1988 i fratelli Di Iorio le riaprirono al pubblico, preservandone l’aspetto originale;
  2. Sono terme assolutamente naturali : scavate in un canyon di roccia tufacea avvolto da una natura quasi primordiale. C’è poca gente anche in alta stagione , questo è dovuto alla sua posizione piuttosto isolata;
  3. Non ci sono piscine artificiali o ambienti lussuosi:  ma docce e vasche di pietra dove potere beneficiare dei vapori salutari di una sorgente acquifera  che bolle a circa  90°C ;
  4. Le sue acque sono ricchissime : di zolfo, sodio e sali minerali, ideali per curare problemi della pelle, delle vie respiratorie e dell’apparato osteoarticolare;
  5. Si usano tecniche tradizionali per i trattamenti: quelli al viso e al corpo sono fatti con il fango che viene mescolato all’acqua termale . Poi viene  spalmato con un pennello sulla pelle all’aria aperta . Poi ci si risciacqua con una pompa in un bagno adiacente;

Cosa si fa alle Antiche Terme di  Cavascura ?

Quando sono stata alle  Antiche Terme di  Cavascura era luglio . Nonostante il caldo ho trovato rilassante,  tonificante  e salutare il percorso che c’è  stato da seguire che consiste in :

  1. Inizio con un forte getto d’acqua calda a cascata per acclimatarsi;
  2. Sauna naturale nella spelonca tufacea: esalazione drenante e calmante ;
  3. Immersione in acqua calda per circa 20 minuti in una piccola conca rocciosa : ideale per non pensare a niente e nessuno. Sentirete solo il canto delle cicale;
  4. Trattamenti aggiuntivi (se scelti): fango applicato, massaggio curativo, lettino al sole, inalazioni termali;
  5. Relax nella terrazza panoramica : ci si può sdraiare sotto gli ombrelloni per l’ombra o farsi baciare dal sole con gli occhi chiusi.

L’apertura è stagionale: le terme sono accessibili generalmente da aprile a ottobre, in orario indicativo 8:30-18:00 . Verifica sempre  eventuali variazioni sul sito ufficiale:  www.cavascuraterme.it

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Conclusioni . Antiche Terme di  Cavascura

Che dire ! Le  Antiche Terme di  Cavascura a Ischia  è dove staccare la spina, lasciandosi  alle spalle lo stress quotidiano .  Lo staff accoglie ogni ospite con gentilezza e premura.  Ogni gesto, ogni sorriso, racconta la passione di chi custodisce un eden così prezioso. Se poi volete rinfrescarvi in loco c’è un bar che prepara bevande salutari. A soddisfare le vostre papille gustative invece c’è l’adiacente ristorante PietroPaolo Stalino, famoso per il suo super prelibato coniglio all’ischitana!

Questa è una ricetta antica  che risale ai tempi di Ferdinando di Borbone (XIX sec.)  In passato, i contadini allevavano i conigli in fosse scavate nel terreno, da cui il nome.
Era una fonte di cibo preziosa
: carne bianca, nutriente, facilmente reperibile e simbolo di prosperità.

La piperna , erba aromatica d’Ischia

Oggi non sempre si trovano veri conigli di fossa, ma il segreto del piatto resta nella semplicità dei condimenti e nella tecnica di cottura.
Il coniglio viene marinato in aceto bianco per almeno mezz’ora, poi cotto lentamente in un tegame di coccio, insieme a pomodorini, aglio, vino bianco e una spezia unica: la piperna, il timo selvatico che cresce solo sull’isola.

Fare una visita alle  Antiche Terme di  Cavascura a Ischia è qualcosa che bisogna fare almeno una volta nella vita: un viaggio sensoriale che ritempra, coccola e riconcilia con il proprio equilibrio interiore. Un piccolo paradiso dove concedersi il lusso più grande di tutti — prendersi cura di sé.

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Il Borgo di Mare, Ischia Ponte

Il Borgo di Mare, Ischia Ponte

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“Soltanto la musica è all’altezza del mare”
Albert Camus

Il Borgo di Mare , Ischia Ponte

Il Borgo di Mare a Ischia Ponte è una società consortile che offre servizi nautici e turismo culturale a   Ischia Ponte , la parte antica di Ischia  . Se ne attesta l’esistenza sin dal XIII secolo. Nel 1300 Ischia Ponte era conosciuta con il nome di ‘Borgo di Celsa’ per i gelsi che l’abbellivano.

Mi sono rivolta a il   Borgo di Mare  per girare l’isola d’Ischia da un’altra prospettiva, cioè via mare . Mai fatta scelta più felice . Ho chiamato questa straordinaria impresa e mi sono messa d’accordo per effettuare un giro  privato in barca di un’ora accompagnata dal signor Giulio, che è il suo fondatore!

Il  Borgo di Mare , affonda le sue radici nella Cooperativa Ischia Barche che dal 1988 si occupa di assistenza alla nautica di porto . Nel 2010 si è ampliata l’offerta con l’avvio anche del turismo culturale.  Si è creata una società a tutti gli effetti che ottenne le giuste autorizzazioni per valorizzare il ricco patrimonio storico, paesaggistico e culturale ischitano. Così facendo signor Giulio,  artefice di questo impero, ha anche donato ai suoi figli un vento propizio per navigare. Verso una destinazione unica, la valorizzazione del territorio d’Ischia e la sua custodia . Seguitemi e tuffatevi nel blu del Mar Tirreno. Buona lettura!

Da Ischia Porto a Ischia Ponte

Il mio punto di partenza per un’altra avventura nell’atollo campano è sempre la mia seconda casa  , ovvero l’Albergo Locanda sul Mare a Ischia Porto. Da qui in circa mezz’ora di camminata (1, 5 km) ho raggiunto gli uffici de  Il Borgo di Mare a Ischia Ponte   . Ho attraversato   tutto il centrale  Corso Vittoria Colonna  . Un tragitto costellato da negozi raffinati , ristorantini eleganti e hotel di lusso.

A un certo punto sono passata per la deliziosa Spiaggia dei Pescatori’ e l’omonima chiesa . E sono giunta a una piazzetta . Questa è dominata dalla facciata  del ‘Museo del  Mare’.  Quest’ultimo dal 1996 illustra su tre piani rudimentali attrezzi per la pesca. Un mestiere antico , che un tempo era la fonte principale di sostentamento d’Ischia . Dopo lo storico panificio Boccia, finalmente sono approdata al molo in cemento d’Ischia Ponte per il mio tour in gozzo colorato nelle acque cristalline ischitane.

Ischia, poppa a est!

Dopo qualche convenevole di benvenuto il signor Giulio mi ha caricato a bordo e mi ha fatto    perlustrare Ischia  per 60 minuti lungo  la costa orientale. Durante tutto il tragitto mi ha raccontato come è nata Ischia da un punto di vista geologico . E della trasformazione del suo aspetto nell’arco di cinque secoli. Dall’insediamento romano di Aenaria (II sec.)  fino ai nostri giorni. Attraverso la dominazione di molteplici popoli europei che si sono succeduti nel governo di Napoli e delle sue colonie.

Di tutto questo rimane testimonianza nei punti visitati con il signor Giulio. L’unica nota dolente è sono dovuta andare via. Ma tornerù!  E se mi venisse voglia di ripercorrere con la mente questa fantastica esperienza ho con me un bel libro e degli opuscoli donatimi per leggere delle meraviglie e dell’incredibile passato d’Ischia.

Tappe della mia minicrociera con Il Borgo di Mare , Ischia Ponte

Delle tante destinazioni proposte da il Borgo di Mare  la circumnavigazione del lato orientale isolano è stata quello che ho preferito. I tratti più salienti del mio periplo con il signor Giulio sono state: la Baia di Cartaromana , la  Torre di Guevara, il  Castello Aragonese. C’è stata l’ immancabile  sosta per un bagno negli abissi della Baia di San Pancrazio . Con la visione e l’esplorazione a nuoto della famosa  Grotta del Mago e della  Grotta Verde. Quest’ultima antistante Punta della Cannuccia, è un’ insenatura con un fondale bassissimo . Al suo  interno si verifica uno strano fenomeno.  La pelle si colora di verde per effetto dell’ unione del riflesso della luce del sole con quello dell’acqua!

Baia di Carta Romana e Castello Aragonese

Alla Baia di Cartaromana ( II  secolo a.C.) fu attribuito  un insediamento romano caratterizzato da forni per la lavorazione  del piombo e dello stagno. Da cui  l’appellativo del sito come  Aenaria (aenus in latino significa metallo) e anche dell’intera isola insieme ai tanti tra cui Pithecusa. Praticamente accanto la famiglia spagnola dei Guevara ha edificato una delle sue innumerevoli torri che reca il suo nome. Una piccola fortificazione che serviva per avvistare i nemici voluta dal re Alfonso il Magnanimo. Secondo leggenda la suddetta Torre Guevara era collegata al castello con  un passaggio segreto per gli incontri segreti e amorosi tra Vittoria Colonna e Michelangelo.

15 parti del Castello Aragonese

Il  Castello Aragonese è una solenne fortezza arroccata su un isolotto, ed è collegata a Ischia Ponte da un ponte in muratura di 220 metri. Il ‘Castello Aragonese’ comprende quindici soste:

  1. La Chiesa dell’Immacolata’ ;
  2. Il ‘Convento di S. Maria della Consolazione’ ;
  3. Il ‘Cimitero delle Monache;
  4. La ‘Casa del Sole;
  5. La ‘Chiesa di San Pietro a Pantaniello;
  6. Palmenti per la vinificazione e cellaio;
  7. Il ‘ Carcere Borbonico;
  8. La ‘Chiesa S. Maria delle Grazie o dell’Ortodonico;
  9. L’ ‘ Antica torre di avvistamento e di difesa;
  10. Il ‘Sentiero del sole;
  11. ‘Gradoni di S. Cristofaro;
  12. La ‘Chiesa della Madonna della Libera;
  13. Il ‘Viale dell’Ailantus;
  14. Resti del tempio del sole;
  15. La ‘Cattedrale dell’Assunta;

Un percorso che ci racconta delle conquiste dei Greci, dei Romani, degli Aragonesi .  E delle gloriose nozze del 1509 tra Fernando Francesco D’Avalos e la poetessa Vittoria ColonnaQuesta  nobildonna per la perdita del marito si immerse totalmente nelle arti, creando in quella rupe abitata un cenacolo culturale.

Nel 1912 , dopo varie vicissitudini,  il  Castello Aragonese   fu acquistato dalla famiglia Mattera , e nel 1996 fu aperto al pubblico. Ci vollero anni di incessanti interventi di restaurazione per portarlo all’attuale splendore.  Tuttora è visitabile ed è sede di importanti eventi come l’Ischia Film Festival , ideato nel 2003 da Michelangelo  Messina

La Grotta del Mago

Senza dubbio la fermata alla Baia di San Pancrazio  è stato un momento indimenticabile. Di mattina presto non c’era molta gente e per fortuna il caldo era sopportabile. Ci hanno fatto compagnia gli abitanti veri di quell’anfratto esotico, gabbiani e cormorani. Volano in alto a dispetto di noi mortali che non avendo ali non  possiamo spostarci con la stessa agilità in  questa caletta pennellata di blu cobalto ! Altrimenti saremmo accecati dalla bellezza della sua macchia mediterranea dalla imponenza delle sue  rocce frastagliate e scoscese.

Più di tutto mi ha incantato l’ambita destinazione della   ‘Grotta del Mago’ . Una gola marina profonda che è un vero e proprio mistero. Un’ enigma che ha appassionato residenti, studiosi e persino le truppe tedesche. Queste forse ci si infilarono per riportare a Hitler qualche tesoro. Si narra che all’interno di questa cava , posta tra  Punta Lume e Punta Parata, dei pescatori fossero come ipnotizzati da una strana epifania. Quella di un vecchio canuto dall’aspetto gentile e di alcune ninfe.  A quanto pare quella visione era di buon auspicio, interpretata come augurio di un abbondante pescato.

Negli anni trenta ci furono numerose spedizioni speleologiche per studiare la Grotta del Mago . Si innalzarono parecchie impalcature, che furono poi smantellate da delle forti mareggiate. Da allora si spensero tutti i tentativi di scavare  sui suoi  misteri, che non hanno mai smesso di suscitare stupore e curiosità.

Conclusioni . Il Borgo di Mare , Ischia Ponte

Non finirò  mai di ringraziare il  Borgo di Mare ,  perchè mi ha regalato momenti magici  riscoprendo ancora una volta sotto un altro aspetto nuovo  Ischia . Questa mezza gionnata trascorsa con il signor Giulio mi ha regalato una traversata di un territorio immenso e infinito che non finisce mai di stupirmi. Come l’ospitalità innata degli ischitani, abituati allo straniero e ad avere la mente aperta, affacciata ad altri orizzonti.

Che dire gente di mare dal cuore grande che non ci pensa neppure due volte a darti le chiavi di casa e farti restare fino a quando vuoi . Una volta che entri ami la loro terra, loro amano te ed è questo l’unico modo perché da semplice viaggiatore diventi uno di loro, un amico, un membro della famiglia! Come avrete capito a Ischia , non ci annoia mai. Sembra piccola, ma in realtà le cose da fare e vedere sono tante . E se volete saperne di più date un’occhiata a questa mini guida fatta apposta per voi per perdervi e ritrovarvi a Ischia , perla del Tirreno! 

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Cantina Raustella , Ischia

Cantina Raustella , Ischia

“Alcuni non diventano mai folli. I loro vini devono essere proprio noiosi”
Charles Bukowski

Cantina Raustella , Ischia

Senza dubbio la  Cantina Raustella (+39 331 784 8052 ) è stata un’altra scoperta d’ Ischia , perla del Mare Tirreno durante uno dei miei immancabili ritorni all’Albergo Locanda sul Mare a Ischia Porto. Questo palazzo antico che fronteggia il porto non è solo un hotel accogliente e strategico dove soggiornare. Si tratta di una seconda casa dove potere rigenerarsi e da cui continuare a esplorare l’atollo campano.

Alla Cantina Raustella ci sono stata un caldo pomeriggio di Luglio . In macchina mi sono avventurata  fino a via Lorenzo Fiore, 49 d, 80081 nel comune di  Serrara Fontana . Questa è la parte più alta dell’isola alle falde del Monte Epomeo in cui i contadini picconavano per creare delle grotte per conservare l’uva.

C’era una volta…

La Cantina Raustella è la più antica di queste cave. Le sue mura trasudano una storia vecchia di trecento anni . Quando i muli trasportavano sui loro dorsi i grappoli che dalla montagna erano poi scaricati al porto. Oggi è una delle  parti più interessanti  dell’intera impresa agricola.

Perché dentro ci è stato allestito un piccolo museo di cimeli di prestigio che arredano il resto della struttura : tre giardini e un ristorante. Un locale da mille e una notte imbandito a festa solo per cene ed eventi privati , per pochi e solo su prenotazione.  Cosa propone il menù? Solamente  coniglio all’ischitana. Quello famoso allevato nelle fossa e cucinato in un tegame di coccio con aglio, olio, peperoncino, piperna (timo selvatico) e i pomodori del piennolo. Con il rimanente  sugo si condiscono i  bucatini  per i più esigenti.

Se poi siete insaziabili si possono anche ordinare antipasti a base di verdure  a chilometro zero perché coltivate su un appezzamento di 13. 000 ettari. Un terreno infinito che alimenta parimenti i filari di Biancolella e Piede di palumbo che sono gli unici elisir di bianco e rosso proposti per le loro degustazioni .

La famiglia Mattera

Adesso da tre generazioni la famiglia Mattera porta avanti la tradizione enogastronomica e l’innata ospitalità ischitana con amore e dedizione. Vi parlerò del nonno Francesco, del figlio Giuseppe e del nipote Francesco .

Il primo ha lavorato come fattore la terra, che  originariamente appartenne a dei coloni di Vico Equense. Un’instancabile lavoratore che fino a novant’anni fu chiamato raustella, che in dialetto vuol dire “dalle guance rosse”.  Soprannome che il secondo diede al podere.  Allorquando lo acquistò definitivamente nel 2010 e lo aprì al pubblico nel 2019 trasformandolo in un agriturismo di lusso .

Il terzo ha ereditato il tutto . La sua missione è quella di fare conoscere questo eldorado a una clientela per lo più straniera una delle aziende vitivinicole più esclusive d’Ischia! E gli riesce perfettamente .  Sembra essere nato solo quello che fa, e si sa che risiede proprio in questo la felicità. Non è una strategia di marketing la sua, ma una genuina voglia di far star bene l’altro . Forse per ridare davvero quello che la vita gli ha regalato, e che sa egregiamente proteggere e valorizzare, Buon viaggio!

Storia della Cantina Raustella

Posteggiata l’auto in una stretta via  di campagna io Olimpia e Alessandra ci siamo sentite spaesate. Non siamo riuscite a capire dove fosse esattamente la Cantina Raustella. Così abbiamo chiesto a una gentile vecchietta appartata con un gatto.  Erano gli unici abitanti di quel borghetto. Il canto delle cicale è stato assordante .  Il paesaggio era quello di una valle brulla verdeggiata dalle parracine, locali terrazzamenti di tufo verde per favorire la crescita delle viti  . Finalmente ci siamo raccapezzate .

Ci addentriamo nel nostro tempio enoico coperto dalle foglie di uva che ci hanno fatto ombra. Abbiamo proseguito fino al portone principale in cui ci ha aspettato  il giovane Francesco addetto all’accoglienza. Dopo una forte stretta di mano lui ha dato voce al passato dell’impresa agricola familiare . Ci ha raccontato che ne è passata di acqua sotto i ponti . Ci sono voluti  otto anni di sacrifici per modellare questo  frigorifero di pietra.  Da  ex rifugio dai nazisti dove ci si consolava con pane e pomodoro si è trasformata in un’ oasi per il palato e per la mente a disposizione di chi vuole viverla.

Francesco ci ha precisato che fu un boom sin dal primo giorno di apertura. Tanti clienti in prevalenza russi .  Se ne contarono 3.500 il primo anno. Un traffico d’affari e una soddisfazione morale che durò fino all’avvento del Covid . Dopo quel periodo disastroso per l’umanità e l’economia globale ci fu una ripresa generale che si mantenne fino al presente. Adesso l’attività promette bene e spopola non solo tra  i forestieri (specie Americani) ma pure tra gli italiani. Qual è il segreto del  successo  della Cantina Raustella ? Calore umano e un ritorno ai valori di una volta. Rarità queste ultime difficili da scovare in una società così tecnologica e globalizzata come la nostra.

Uno scrigno  di saperi e sapori

Il nostro tour  ha preso il via da un cortile esterno per il ristoro sormontato da lanterne prese dalle regge borboniche . Appesi in ordine sparso i frutti del suolo: da collane di pomodorini gialli a trecce di cipolle .

A seguire ci siamo appostati accanto la porta d’ingresso principale, ovale e in legno. La sua serratura  a forma di R , prima lettera del nome della cantina, era tutta in ferro battuto riciclato da mobili d’epoca. Su un lato era affisso un corno, che serviva per benedire il raccolto. Da questo punto ci siamo infilate  nella secolare caverna di pietra (1885) attraverso un corridoio lungo e largo. Gli elementi architettonici si distinguevano  per la presenza di volte ad ogiva intervallate da sfiatatoi .

Sia a destra che sinistra nelle pareti facevano bella mostra ritratti degli avi,  edicole di santi ,  e utensili agricoli . Pregiati  torchi, frantoi, orci per l’aceto, e focolari di pietra decoravano i vecchi palmenti . E ancora laboratori per il vino mutati in salotti per un tête-à-tête romantico  o una promessa di matrimonio! Per finire siamo saliti per delle scalette che ci hanno condotto a un iconico presepe napoletano intagliato da famosi artigiani partenopei.

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La mia degustazione di Biancolella e Piede di Palumbo

Dopo averci mostrato una massiccia macina per il grano , Giuseppe ci ha mostrato uno dei suoi tanti orgogli . Per la precisione un tavolo in madreperla trafugato in un mercato delle pulci a Bologna. Uno dei tanti che ha perlustrato in giro per l’Italia . Il suo amore per l’arte e il vino gli ha fatto realizzare un regno incantato.  Un impero costruito con tanto sudore ed energia alimentata dai suoi affetti pià cari.

Oltrepassate le eleganti sale per i commensali Giuseppe ci ha guidato direttamente in un patio per la degustazione dei loro nettari minerali e profumati. Più leggeri di altre etichette testate a d’ Ischia . Perché le sue uve sono coltivate più in altura . E le accarezza una frescura montana che mitiga dove serve l’aridità dei mesi estivi . Quelli che precedono la loro  vendemmia autunnale del 04 Ottobre, quando si festeggia San Francesco.

Tra un calice e l’altro abbiamo anche divorato una bruschetta rossa spolverata di origano e olive . Non ci siamo più alzate dalle sedie. Il lauto banchetto è proseguito con un tagliare cadauno di salumi e formaggi . E si è concluso con profitterol, frutta di stagione e amari di ogni tipo. Eccezionali quelli al asilico e al finocchieto. Nulla da fare venire alla Cantina Raustella significa ubriacarsi ma di benessere , pace e allegria.

Conclusione. Cantina Raustella

Non smetterò mai di ritornare a Ischia,  perché è un paradiso terrestre che crea dipendenza. Nuovamente mi ha riconquistata con dei vini eroici frutto dell’impegno e della dedizione di grandi imprenditori . Uomini che attaccati alle proprie radici sentono forte il compito di tramandare  la viticultura isolana innovandola e rendendola sempre più sostenibile. Il ritorno di tutta questa straordinaria operazione sono dei vini inimitabili e introvabili,  che sprigionano in bocca e al primo sorso tutta la potenza dei loro suoli vulcanici.

Mi piace viaggiare perché si esplorano posti nuovi e culture diverse che aprono gli orizzonti. Ma spesso ritorno  in virtù della gente del luogo che incontro . Quella stessa che da semplice ospite è capace di farti diventare una loro  amica . Non posso che consigliare vivamente di visitare la Cantina Raustella. Che decidiate di cenare o di fare una giro guidato ,  vi attende un’esperienza unica,  che vi farà vibrare tutti i sensi. Ma soprattutto vi farà tornare a battere forte il cuore. Provare per credere!

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O’ Vagnitiello, parco termale a Ischia

O’ Vagnitiello, parco termale a Ischia

“Quando torno ad Ischia le ordino di essere perfettamente uguale a come era, e lei, la mia fattucchiera, mi obbedisce”
Erri De Luca

O Vagnitiello , parco termale a  Ischia. Il gioiello di Casamicciola

Ancora una volta O’ Vagnitiello parco termale a Ischia   mi ha curato temporaneamente  l’ischite acuta. Cosa è? Una dipendenza d’amore verso l’isola verde, perla indiscussa del Golfo di Napoli. Chi me l’ha trasmessa ?  Il vino della cantina Tommasone e l’ospitalità e l’affetto di Peppino e Olimpia, gestori di Albergo Locanda sul mare, a Ischia Porto.

Grazie alla mia ormai famiglia campana ho scoperto O’ Vagnitiello parco termale a Ischia  .   Nel cuore della deliziosa cittadina di Casamicciola si adagia questa oasi termale , dove per qualche giorno di giugno ho staccato la spina . Rigenerandomi. Che aspettate a farlo anche voi? Non esitate nemmeno un secondo a prenotare un soggiorno in questi posti unici al mondo . Un regalo che fate al vostro corpo e alla vostra anima. Buona lettura.

Luciano Schiano

Sono stata ospite una giornata intera a O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. Luciano Schiano  , il proprietario , e la figlia Roberta mi hanno aperto le porte di questo paradiso termale . Incastonato come una gemma in una natura  di una bellezza prorompente O’ Vagnitiello parco termale a Ischia mi ha letteralmente sedotto non solo per le sue acque benefiche. Infatti oltre le terme si può anche pranzare , bere un drink o cenare a picco sul mare!

A gestione familiare e curato da uno staff giovane e altamente professionale la prima cosa che mi ha colpito del O’ Vagnitiello parco termale a Ischia è la sua posizione . Lontano dal caos cittadino di Casamicciola ci si arriva a piedi o per mezzo di piccoli mini van che fanno servizio giornaliero di trasporto.

Come è fatto  O’ Vagnitiello parco termale a Ischia?

Si cammina lungo gli scogli che si affacciano direttamente sul blu cobalto del Tirreno . I primi ad accoglierti sono i gabbiani che volteggiano quasi fossero i padroni di questi luoghi benedetti da Dio e baciati dal sole.

Poi si arriva all’ingresso che raccoglie tutto il complesso de O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. Esso è costitutio di :

O ‘ Vagnitiello , la storia di Luciano Schiano

Senza dubbio la cucina ischitana a base di esce fresco e i panorami mozzafiato su Napoli e il Vesuvio sono stati dannosi per la mia salute! Nel senso che devo andarci presto un’altra volta per riprendermi dal mio male, cioè il desiderio di tornare sempre a Ischia!

Dopo avere fatto un tuffo nel parco termale e nelle acque cristalline da cui si scorgevano i fondali, ho intervistato Luciano . Aveva molto da fare . Ma mi ha concesso un po’ del suo prezioso tempo per parlarmi della sua storia . E  di come nasce O’ Vagnitiello parco termale a Ischia, che   comunque affonda le sue origini in una leggenda. Il gesuita Camillo Eucherio Quinzi (1726) riporterebbe in un poema che in questo posto Acmeno, il figlio di una ninfa, sarebbe stato trasformato in un torrente guaritore.

Dal mito a oggi 

Per quanto affascinante possa essere una favola antica, esistono diverse testimonianze dell’utilizzo a scopo terapeutico delle acque di questa parte di Casamicciola. Precisamente nei documenti del medico calabrese Giulio Iasolino, diede un impulso decisivo alla moderna medicina termale (1500).

Vi riporto  intanto il testo dell’intervista con Luciano Schiano  che mi ha commosso. Traspare da ogni parola la  passione per la propria terra , per il proprio lavoro e gli affetti di sempre. Valori che non sono del tutto perduti e che ancora restano in piedi per farci sognare. Come la nascita de O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. 

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Due chiacchiere con Luciano

Io: “Salve, mi chiamo Stefania . Sono del blog Weloveitaly.eu . Oggi sono al O’ Vagnitiello  con il signor Luciano , che  in un minuto o forse  meno racconterà la storia di questo paradiso a Ischia”

Signor Luciano: “Allora, questo signore che vedi in foto era mio nonno, il quale era il colone di questa proprietà.  Allora giustamente lui ogni anno quando faceva il mosto portava le botti di vino giù.  A lavarle con l’acqua di mare .

Essendo che l’acqua di mare era piena di alghe, il nonno fece un pozzo.  E scoprì l’acqua calda.  Intorno a questa sorgente di acqua calda che mio nonno scoprì è nato tutto O’Vagnietiello che oggi noi vediamo”

Io: “Le faccio una domanda, come si chiamava suo nonno?”

Signor Luciano: “Luigi”

Io: “Dopo Luigi, signor Lucino?”

Signor Luciano: “Dopo Luigi è venuto il mio papà che si chiama Niello, che ha cominciato con le barche a fare il trasporto da Casamicciola a O’ Vagnietiello . E poi con il tempo abbiamo comprato una barca nuova.  Più grande  con il pontile. E portavamo i  primi tedeschi. E quando mio nonno faceva la vasca di pietra per arrotondare un po’ mio nonno mi faceva l’occhiolino .

Io andavo nel terreno facevo l’uva, i fichi.  Facevo le prugne, le albicocche e le portavo ai tedeschi con un cassettina. Mi facevo rosso rosso ma ho buscato le prime venti lire”

Io: “Che meraviglia, e in tutto questo che periodo era , che anni erano ?”

Signor Luciano: “Anni ‘60 , ‘70. E poi da tutta questa avventura iniziale è nato questo posto che si chiama O’ Vagnitiello”

Io: “Signor Luciano La ringrazio per la sua gentilezza, il suo tempo e ci si rivedrà in un altro tempo”

Signor Luciano: “Tante cose belle”. 

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Conclusioni . O’ Vagnitiello parco termale a Ischia

O’ Vagnitiello parco termale a Ischia è una meta esclusiva per trascorrere delle vacanze all’insegna del benessere fisico e mentale. Diventa anche un modo per visitare Ischia , che è vasta e offre tanto da vedere e fare. Dal mare alla montagna sarete sedotti da angoli di un fascino unico.

Una permanenza O’ Vagnitiello parco termale a Ischia vuol dire  coccolarsi e viziarsi Per poi procedere alla scoperta di questo atollo campano che ha fatto innamorare attori, imprenditori e registi. Un pezzo d’Italia che ci invidiano all’estero per il suo ricco patrimonio culturale, artistico, paesaggistico ed enogastronomico. E soprattutto per il calore e il sorriso della gente che è quello che non va più via dalla vostra testa.

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