“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta”
‘Albergo Locanda sul Mare’, Ischia Porto
Senza dubbio l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ in via Iasolino, 80 a Ischia Porto è stata la scelta giusta per scoprire a fondo Ischia. Ci ho soggiornato per la prima volta la scorsa estate in occasione del mio wine report presso la cantina ‘Pietra di Tommasone’ .
Inevitabile tornare a Ischia, una delle tre perle del Golfo di Napoli (insieme a Capri e Procida). Perché me ne sono innamorata! Così a fine Ottobre ho fatto le valigie per andarmi a riprendere il cuore lasciato tra i granelli della sabbia dorata di San Pietro! Dall’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è cominiciata la mia avventura nell’isola verde. Una settimana mi è appena bastata per toccare quattro dei sei punti cardinali dell’atollo campano:
Il risultato è stato una mini guida in questi 4 articoli dedicati a Ischia che potrete utilizzare per farvi un’idea del fascino di questo angolo di paradiso:
Mi sono resa conto che Ischia non vuol dire solo terme. Questo perché vanta uno straordinario patrimonio storico, artistico, culturale, ed enogastronomico. E l’ospitalità alberghiera è davvero al top, come quella dell’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto.
‘Albergo Locanda sul Mare’ , una finestra sul ‘catino borbonico’
Per quanto riguarda l ‘ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è un palazzo storico del 1900 . La reception è subito all’entrata. Qui il proprietario Giuseppe Macrì accoglie i suoi clienti con un gran sorriso. L’edificio è due piani , tutto dipinto di banco. Un’architettura semplice in stile perfettamente Mediterraneo, ravvivata da rampicanti di bouganville rosa.
Sul pianerottolo c’è un piccolo cancelletto in ferro battuto. Esso dà su un ingresso stretto e lungo decorato con fine ceramica e piccoli mosaici. Da qui si accede a una scala che porta al piano superiore. I corridoi custodiscono piante esotiche, oggetti da collezione (come delle rare Olivetti), specchi e vecchie stampe d’ Ischia.
Le stanze panoramiche dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’
All’ Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto ci sono in tutto 9 stanze confortevoli e di varie dimensioni (5 sono fino a quattro posti letto) . Esse sono dotate di tutti i comfort possibili, tra i quali:
- Finestre insonorizzate;
- Bagno privato con box doccia;
- Aria condizionata;
- TV.
Ottimo è il suo rapporto qualità prezzo . In questo oltretutto c’è incluso il servizio di ricambio giornaliero di lenzuola e asciugamano. L’ordine e la pulizia sono imeccabili. E qualsaisi cosa succeda potete contare sull’aiuto dei proprietari.
Il fattore woh dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ : il porto borbonico!
In particolare la caratteristica principale dell’‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è che si affaccia sul ‘catino borbonico’. In questa maniera si è soliti soprannominare il porto della cittadina. Questo fu voluto dal re Ferdinando II di Borbone, che lo inaugurò nel 1854 . Un’opera faraonica che decretò la fortuna d’ Ischia . Essa presto passò da un’ economia di stampo agricolo a una più solida e diversificata basata sui traffici commerciali oltremare.
Sapevate che il porto borbonico in origine era un lago vulcanico? Questa è una tesi avvalorata non solo da Plinio il Vecchio. Ma altresì dalla presenza di un pezzo di tufo che affiora in superfice nel bacino. Si tratta di quella piattaforma rotonda, ormai coperta di pietra , collocata alla fine del pontile in ferro del terminal delle navi. Pochi sanno che il suo nome è ‘Tondo di Marco Aurelio’ , chiamato in questo modo in onore dell’imperatore romano che ne discuteva nelle sue esercitazioni retoriche al suo precettore Frontone.
6 buoni motivi per prenotare ‘Abergo La Locanda sul Mare’ a Ischia Porto
In breve , l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è la soluzione ideale per trasformare la vostra vacanza a Ischia in un’esperienza indimenticabile. Prima di tutto ti senti come a casa . In aggiunta la posizione strategica della struttura è impagabile perché si trova:
- Di fronte a voi appena scendete dall’aliscafo , e a 300 metri dal molo dei traghetti;
- A due passi dal centro di Ischia Porto , che si snoda da via Roma verso Corso Vittoria Colonna . Queste sono le due strade principali , un boulevard puntellato di negozi , gioiellerie, lidi attrezzati e spiagge libere;
- A venti minuti da Ischia Ponte, una borgata antica con un concentrato di attrattive monumentali imperdibili ;
- Vicino alla ‘Rive Droite’ , ovvero la riva destra del porto. Praticamente questa è l’anima pulsante della movida ischitana. Ci sono tanti locali rinomati, per cui a qualsiasi ora si rientri c’è sempre qualcosa da fare. Qui si possono mangiare ottime specialità di pesce, bere vini pregiati. Qualche suggerimento? Provate la ‘Taverna Antonio’, e ordinate le sarde fritte alla birra . Oppure deliziatevi a degustare un calice di Biancolella freddo da ‘Perazzo’ , che è un wine bar originale ricavato in grotte di tufo verde del XIX secolo;
- Alle spalle del capolinea dei bus in via Baldassarre Cossa, 4 . Questa è una comodità assoluta, se volete usare i mezzi (clicca qui per gli orari ) per visitare Ischia ;
- Accanto a servizi di ogni genere: agenzie per prenotare bici, motorini, e auto, supermercati, paninerie, distributori automatici.
I misteri di Ischia
A proposito, dimenticavo in lista un’altra ragione per soggiornare all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto ! Quale? La colazione servita a base di caffè e cornetti ischitani. Detti ‘ad ape’ perché sono bicolori, questi sono i tipici crossaint locali. Sono fatti con un doppio impasto di pasta frolla e brioche. Un mix che li rende leggeri e succulenti. Vuoti o ripieni di crema con la classica goccia di amarena, vanno assaggiati rigorosamente caldi!
Ricordo ancora il profumo di quell’oro nero e di quelle paste. Per non parlare dei racconti di Giuseppe Macrì che ogni mattina mi raccontava qualche mistero su Ischia ! Ve ne svelo qualcuno.
1. Vittoria Colonna e Michelangelo
Primo posto per il ‘Castello Aragonese’ (474 a.C.) . Esso si staglia su un isolotto nella frazione di Ischia Ponte a cui è collegato da un ponte di 220 metri. Esso è certamente uno dei richiami d’interesse più affascinanti d’ Ischia, perché è simbolo dei suoi burrascosi trascorsi storici. Ma come ogni castello che si rispetti è ricco di leggende e spiriti .
Dai Greci, ai Romani, fino agli Aragonesi il ‘Castello Aragonese’ celebrò nel 1509 le nozze tra Fernando Francesco D’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna. Si dice che per la perdita del marito la nobildonna si immerse nelle arti, creando in quella rupe abitata un cenacolo culturale. A questo parteciparono tra gli altri i letterati Ludovico Ariosto, e Jacopo Sannazzaro . Nel gruppo c’era pure il celebre scultore Michelangelo Buonarrotio. Con questi pare Vittoria Colonna avesse intrecciato una relazione amorosa vissuta di nascosto attraverso un passaggio segreto nell’ adiacente ‘Torre Guevera’ .
2. Il ‘Putridarium’ delle Clarisse
Seconda posizione spetta al ‘Putridarium’. Questa era la sala dove si mettevano a colare le monache decedute del convento delle Clarisse. Ciò serviva per purificare il loro spirito dalle impurità della vita terrena. L’aristocratica napoletana Beatrice Quadra fondò l’ordine dopo la perdita delconsorte Muzio d’Avalos nel XVI secolo. In quel periodo il ‘Castello Aragonese’ assunse le dimensioni di un paesino con:
- Tredici chiese;
- Una caserma per la guarnigione;
- ‘La Cattedrale dell’Assunta’ ( gli affreschi interni sarebbero di appartenenza alla scuola di Giotto) .
Chissà che in questo Purgatorio non si possa sentire il respiro di qualche defunta! Le suore di clausura sopravvissero per duecento cinquant’ anni. Precisamente fino al 1810, quando Gioacchino Murat soppresse tutti gli ordini religiosi per impossessarsi delle loro ricchezze. Ceduto alla famiglia Mattera nel 1912 , il ‘Castello Aragonese’ fu recuperato dal suo stato di abbandono . Negli anni ’90 fu aperto al pubblico (clicca qui per orari e prezzi biglietti) e a grandiose kermesse di ogni genere artistico.
3. La ‘Grotta del Mago’
Il terzo podio va alla ‘Grotta del Mago’ . Questo è un altro enigma che ha appassionato residenti, studiosi e persino le truppe tedesche. Queste forse ci si infilarono per riportare a Hitler qualche tesoro. Si narra che all’interno di questa cava , posta tra Punta Lume e Punta Parata, dei pescatori fossero come ipnotizzati da una strana epifania. Quella di un vecchio canuto dall’aspetto gentile e di alcune ninfee. A quanto pare quella visione era di buon auspicio, interpretata come augurio di un abbondante pescato.
Quindi negli anni trenta ci furono numerose spedizioni speleologiche per studiare la ‘Grotta del Mago’ . Si innalzarono parecchie impalcature, che furono poi smantellate da delle forti mareggiate. Da allora si spensero tutti i tentativi di scavare sui segreti ‘Grotta del Mago’ , che non hanno mai smesso di suscitare stupore e curiosità.
5. Il crocifisso e il raggio verde della ‘Chiesa del Soccorso’
Numero cinque è la ‘Chiesa del Soccorso’ , che con la semplicità dei suoi esterni candidi ci ricorda i paesaggi della Grecia. Dedicata alla ‘Madonna della Neve’, essa è custode di tutti i pescatori. Un piccolo tempio sacro del 1350 sito su un promontorio a picco sul mare. Il punto giusto dove ammirare un tramonto.
Se siete fortunati al calare del sole, vedrete per pochi istanti un raggio verde all’orizzonte. In questo caso non è una leggenda. Infatti è un fenomeno ottico raro della rifrazione della luce solare nell’aria. Questo accade se il cielo è limpido. E se non c’è foschia c’è una veduta magnifica sul Lazio fino a Ventotene, Formia e Gaeta.
Superbo è il piazzale antistante la ‘Chiesa del Soccorso’ , che è stato battezzato ‘Papa Giovanni Paolo II’ ( per la visita pastorale il 5 maggio 2002). Internamente preserva diversi capolavori di Cesare Calise , e un crocifisso ligneo del XVI sec. a.C. Quest’ultimo, secondo alcune voci popolari, era diretto su una nave verso la Sardegna. A causa di una tempesta i marinai si fermarono presso la ‘Chiesa del Soccorso’ . Al momento di togliere le ancore, il crocifisso ligneo oppose resistenza. E si lasciò lì a proteggere ogni pellegrino!
6. Il mistero del popolo di Agharti
Numero sei è il rebus più avvincente! Ascoltate bene! Ischia potrebbe essere una porta al fantastico mondo degli Agarthi, un popolo alieno che vivrebbe sottoterra. Questo mito risale al Medioevo quando il vescovo Corrado di Querfurt azzardò l’ipotesi che l’accesso alla terra cava di Agarthi coincidesse con un’entrata nelle viscere dell’Epomeo.
Figuratevi che a questa teoria credeva sempre lo stesso Hitler, che era appassionato di esoterismo. Secondo lui gli Agarthi sarebbero stati una sorta di razza madre della stirpe ariana. E di conseguenza i progenitori dell’umanità. Proprio il Führer ordinò ai sui soldati di scovare a Ischia il passaggio per Agarthi . A tal proposito furono scandagliate la ‘Grotta di Mavone’ ( Forio d’Ischia) e la ‘Grotta del Mago’ , di cui già vi ho accennato in alto.
A essere rigorosamente scientifici non ci dovrebbe essere nulla di vero in tutto questo. L’unica certezza plausibile sarebbe qualcuno anticamente poté perdersi e fantasticare su regni di umanoidi su cui ci si inventò in seguito delle favole!
‘Albergo Locanda sul Mare’ , il rifugio degli artisti. Hans Purrman
Non c’è da meravigliarsi che in passato all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto ci si rifugiavano spesso personaggi di prestigio nazionali e internazionali. Appena sbarcati a Ischia se lo ritrovavano davanti! Per forza di cose con quelle camere confortevoli, minimali e arredate con il blu della marina.
Come la n. 115 dove dormiva l’incisore tedesco Hans Purrman ( nel 1910 partecipò alla fondazione della scuola di Matisse a Parigi). Dalle persiane spalancate sul porticciolo Borbonico adorava dipingere particolari scorci che per varie vicissitudini non rimasero in loco!
Hans Purrman era un ebreo in fuga che veniva volentieri all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ per allontanarsi da tutti i suoi problemi. E tra le altre cose fu proprio lui il talent scout di Luigi De Angelis, che da barbiere finì per essere un acclamato ritrattista e paesaggista locale!
Giuseppe Macrì, il pittore delle vele
Inoltre l’ ‘Abergo La Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è una vera e propria galleria d’arte diffusa, i cui pezzi più pregiati sono i quadri firmati dallo stesso Giuseppe Macrì . Con due mostre collettive (1990) alle spalle, questo affermato albergatore è un uomo solitario. E schivo come un gatto, ma con un trascorso da artista tutto da raccontare.
Giuseppe Macrì vive in simbiosi con la sua Ischia . Il suo umore è regolato dal porto borbonico. Ovvero quando è vuoto si rallegra, quando si riempie di turisti diventa un irascibile fascista! Pertanto ne ho approfittato una serena e tranquilla mattina d’ autunno, quando l’ho invitato a uscire dalla sua tana per mostrarmi qualcosa di speciale d’ Ischia Porto.
‘Villa Altana’ , le cupole arabeggianti d’Ischia Porto
Dopo una sosta a un bar per delle buone spremute d’arancia, io e Giuseppe Macrì ci siamo avviati verso la parte sinistra d’ Ischia Porto . Giunti in via delle Fornaci, mi ha abbagliato la maestosità delle cupole immense , e arabeggianti di ‘Villa Altana’ . Questa era la residenza del colonnello Giovanni Masturzi, poi acquistata e messa a nuovo dal duca L. S. Camerini nel secondo dopoguerra. Ovviamente non ci sarei mai potuta arrivare qui da sola con l’aiuto di una semplice guida. Questa zona è conosciuta come ‘Pagoda’, in memoria di un tempietto cinese in legno voluto da Ferdinando II per i suoi gran galà.
Superato questo monumento , ci addentriamo nella villa comunale adombrata da alberi secolari e gelsomini. Con tanto di veduta sul Vesuvio e Golfo di Napoli ci siamo appoggiati su un muretto rovente per il caldo torrido. Qui San Gennaro ha fatto la grazia, perché il Duchamp ischitano mi ha concesso una breve intervista!
Giuseppe Macrì, l‘ artista dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto.
Classe 1960, Giuseppe Macrì ha continuato l’attività alberghiera del padre e del nonno, che di origini calabresi si erano trasferiti per motivi di lavoro a Ischia. Nel 1940 i familiari pian piano acquisirono diverse terre, e aprirono un ristorante, una salumeria, e un minimarket.
Successivamente comprarono una palazzina da un vecchio vignaiolo, che per difficoltà economiche lo mise all’asta di Viareggio. Quel rudere presto fu restaurato , e in appresso si fece fruttare come pensione e infine trasformato nell’ odierno ‘Abergo Locanda sul Mare’ .
Da venti anni Giuseppe Macrì porta avanti il suo lavoro con sacrificio e dedizione insieme a Olimpia de Angelis e il figlio. Il suo contributo all’espansione e al rendimento della proprietà fu decisivo. Dall’affitto di un gozzo in legno per i clienti per circumnavigare Ischia, alla modernizzazione della proprietà nel 2006.
L’arte secondo Giuseppe Macrì . In principio fu una caverna!
Giuseppe Macrì si è sempre dato da fare per mandare avanti i suoi affari e ci è riuscito egregiamente. Gli impegni lo hanno assorbito vorticosamente. Solo di recente che ha ripreso la sua vera passione, cioè la pittura. Lui ama definirsi un autodidatta. Da quando a sei anni abbozzava i primi schizzi con uno spazzolino da denti e dei tubetti di colore presi dalla spazzatura.
Mi ha confessato che viaggiava parecchio da giovane in Europa. Nelle attrattive delle grandi capitali riusciva a cogliere l’essenza dei principi di un’arte che modellò a piacere suo. La musa ispiratrice di Giuseppe Macrì rimane comunque la bellezza d’ Ischia, la stessa che ogni giorno meraviglia lui stesso i suoi concittadini. Questo è un atto di amore verso i suoi spettatori. A loro regala pennellate di poesia, quella che è inesistente in tanti aspetti della società contemporanea.
Vecchie ciabatte e porte d’oriente. Le creazioni artistiche di Giuseppe Macrì
Giuseppe Macrì trasse nutrimento dalle incisioni rupestri , dalla ‘Cappella Sistina’, dal ready-made. I suoi maestri furono, Marc Chagall, Jackson Pollock, Vektor Pisani, Aniellantonio Mascolo, Robert Rauschenberg, Anselm Kiefer, e Piero Manzoni. Come per quest’ultimo per Giuseppe Macrì : “un oggetto rimane un oggetto fino a quando l’artista non lo trasforma in un’opera d’arte”.
Nasce da questa contaminazione artistica un file ruge che attraversa tutte le creazioni di Giuseppe Macrì , che sono parecchio versatili:
- Tele con le vele, che rimandano all’utopia di un pianeta migliore;
- Schizzi stilizzati del Vesuvio, che è emblema di potenza e rinascita;
- Installazioni fatte di salvagenti, sughero, ciabatte consumate, e rubinetti, che sono rappresentazione della forza distruttiva dell’uomo;
- Porte con scritte orientali, che diventano un messaggio di speranza per trovare una via d’uscita al consumismo capitalistico.
L’arte , un urlo contro le brutture della società contemporanea
Tutte produzioni autentiche, che sono diverse le une dalle altre, ma simili nell’intento. Ovvero quello di stimolare l’immaginazione dello spettatore come unica risorsa per sopravvivere alla bugia dell’esistenza moderna.
Giuseppe Macrì alterna la tecnica dell’acrilico a quella del combine painting. I suoi capolavori austeri, drammatici, teatrali e brutali sparsi per l’albergo diventano dunque concetti, pieni di rimandi simbolici, ed esoterici. Un urlo contro questa società ignorante e consumistica.
La festa del porto del 17 Settembre 2014
Una foto un po’ sbiadita del porto Borbonico ha catturato la mia attenzione l’ultimo giorno di permanenza presso l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ . Quella cornice era un ricordo parecchio importante per Giuseppe Macrì .
Esattamente è lo scatto che immortalava la sua partecipazione il 17 Settembre del 2014 alla ‘Festa del Porto’ . Il comune e il sindaco Peppe Brandi vollero questo grandioso spettacolo per celebrare i cento cinquant’anni della nascita del porto d’Ischia nel 1854 per volontà di Ferdinando II. A bordo di una barchetta Giuseppe Macrì celebrava l’ingresso dei galeoni borbonici del re della regina al porto completamente svuotato al ritmo del saluto regale con ventuno colpi a salve!
La ‘Festa del Porto’ fu un evento in gran pompa magna, che durò circa quindici giorni per un totale di sei edizioni. Questo era un galà unico nel suo genere arricchito con cortei mostre, stand con cibo e vino, premi, fuochi pirotecnici, e la presenza di una banda musicale e dell’esercito Borbonico. Giuseppe Macrì girava anche per le scuole per diffondere la grandezza della storia del Sud. Tuttavia, il sipario calò presto. E questo appuntamento imperdibile si spense come una candela al vento per negligenza politica e mancanza di fondi.
L’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ , Ischia nell’anima
Non c’è nulla da fare, l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto è il posto perfetto per perlustrare Ischia. Non solo per la sua centralità che lo collega a tutti i versanti. Ma principalmente per l’accoglienza di Olimpia de Angelis e Giuseppe Macrì, che sono dei gestori di gran talento. E mi hanno trasmesso il loro amore immenso per un territorio che è di un fascino disarmante. Compreso nella prenotazione all’ L’‘Abergo Locanda sul Mare’ c’è il lusso delle piccole grandi cose. Come il rumore del mare che sveglia alle prime luci del mattino. O il canto dei gabbiani che la sera addormenta mentre volteggiano sopra le ultime barche che rientrano al molo.
Per concludere, a Ischia si respira un’aria internazionale che è iniziata negli anni ’50 per gli investimenti dell’imprenditore milanese Angelo Rizzoli. Passeggiando per qualche lungomare ci si gira a guardare stranieri ben vestiti, o magnifici yatch attraccati a qualche baia cristallina. Improvvisamente lo scenario cambia appena ci si addentra in qualche vicolo internato. Assale il profumo del pane appena sfornato. Tra i banchi di frutta e verdura presi d’assalto dalle massaie per l’ora di pranzo. Queste sensazioni di un tempo autentico che a tratti pare essersi fermato sono quelle che mi sono più rimaste addosso d’Ischia . Adesso è il vostro turno! Vi auguro buon viaggio!
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