O’ Vagnitiello, parco termale a Ischia

O’ Vagnitiello, parco termale a Ischia

“Quando torno ad Ischia le ordino di essere perfettamente uguale a come era, e lei, la mia fattucchiera, mi obbedisce”
Erri De Luca

O Vagnitiello , parco termale a  Ischia. Il gioiello di Casamicciola

Ancora una volta O’ Vagnitiello parco termale a Ischia   mi ha curato temporaneamente  l’ischite acuta. Cosa è? Una dipendenza d’amore verso l’isola verde, perla indiscussa del Golfo di Napoli. Chi me l’ha trasmessa ?  Il vino della cantina Tommasone e l’ospitalità e l’affetto di Peppino e Olimpia, gestori di Albergo Locanda sul mare, a Ischia Porto.

Grazie alla mia ormai famiglia campana ho scoperto O’ Vagnitiello parco termale a Ischia  .   Nel cuore della deliziosa cittadina di Casamicciola si adagia questa oasi termale , dove per qualche giorno di giugno ho staccato la spina . Rigenerandomi. Che aspettate a farlo anche voi? Non esitate nemmeno un secondo a prenotare un soggiorno in questi posti unici al mondo . Un regalo che fate al vostro corpo e alla vostra anima. Buona lettura.

Luciano Schiano

Sono stata ospite una giornata intera a O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. Luciano Schiano  , il proprietario , e la figlia Roberta mi hanno aperto le porte di questo paradiso termale . Incastonato come una gemma in una natura  di una bellezza prorompente O’ Vagnitiello parco termale a Ischia mi ha letteralmente sedotto non solo per le sue acque benefiche. Infatti oltre le terme si può anche pranzare , bere un drink o cenare a picco sul mare!

A gestione familiare e curato da uno staff giovane e altamente professionale la prima cosa che mi ha colpito del O’ Vagnitiello parco termale a Ischia è la sua posizione . Lontano dal caos cittadino di Casamicciola ci si arriva a piedi o per mezzo di piccoli mini van che fanno servizio giornaliero di trasporto.

Come è fatto  O’ Vagnitiello parco termale a Ischia?

Si cammina lungo gli scogli che si affacciano direttamente sul blu cobalto del Tirreno . I primi ad accoglierti sono i gabbiani che volteggiano quasi fossero i padroni di questi luoghi benedetti da Dio e baciati dal sole.

Poi si arriva all’ingresso che raccoglie tutto il complesso de O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. Esso è costitutio di :

O ‘ Vagnitiello , la storia di Luciano Schiano

Senza dubbio la cucina ischitana a base di esce fresco e i panorami mozzafiato su Napoli e il Vesuvio sono stati dannosi per la mia salute! Nel senso che devo andarci presto un’altra volta per riprendermi dal mio male, cioè il desiderio di tornare sempre a Ischia!

Dopo avere fatto un tuffo nel parco termale e nelle acque cristalline da cui si scorgevano i fondali, ho intervistato Luciano . Aveva molto da fare . Ma mi ha concesso un po’ del suo prezioso tempo per parlarmi della sua storia . E  di come nasce O’ Vagnitiello parco termale a Ischia, che   comunque affonda le sue origini in una leggenda. Il gesuita Camillo Eucherio Quinzi (1726) riporterebbe in un poema che in questo posto Acmeno, il figlio di una ninfa, sarebbe stato trasformato in un torrente guaritore.

Dal mito a oggi 

Per quanto affascinante possa essere una favola antica, esistono diverse testimonianze dell’utilizzo a scopo terapeutico delle acque di questa parte di Casamicciola. Precisamente nei documenti del medico calabrese Giulio Iasolino, diede un impulso decisivo alla moderna medicina termale (1500).

Vi riporto  intanto il testo dell’intervista con Luciano Schiano  che mi ha commosso. Traspare da ogni parola la  passione per la propria terra , per il proprio lavoro e gli affetti di sempre. Valori che non sono del tutto perduti e che ancora restano in piedi per farci sognare. Come la nascita de O’ Vagnitiello parco termale a Ischia. 

o-vagnitiello-terme-casamicciola-ischia-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Due chiacchiere con Luciano

Io: “Salve, mi chiamo Stefania . Sono del blog Weloveitaly.eu . Oggi sono al O’ Vagnitiello  con il signor Luciano , che  in un minuto o forse  meno racconterà la storia di questo paradiso a Ischia”

Signor Luciano: “Allora, questo signore che vedi in foto era mio nonno, il quale era il colone di questa proprietà.  Allora giustamente lui ogni anno quando faceva il mosto portava le botti di vino giù.  A lavarle con l’acqua di mare .

Essendo che l’acqua di mare era piena di alghe, il nonno fece un pozzo.  E scoprì l’acqua calda.  Intorno a questa sorgente di acqua calda che mio nonno scoprì è nato tutto O’Vagnietiello che oggi noi vediamo”

Io: “Le faccio una domanda, come si chiamava suo nonno?”

Signor Luciano: “Luigi”

Io: “Dopo Luigi, signor Lucino?”

Signor Luciano: “Dopo Luigi è venuto il mio papà che si chiama Niello, che ha cominciato con le barche a fare il trasporto da Casamicciola a O’ Vagnietiello . E poi con il tempo abbiamo comprato una barca nuova.  Più grande  con il pontile. E portavamo i  primi tedeschi. E quando mio nonno faceva la vasca di pietra per arrotondare un po’ mio nonno mi faceva l’occhiolino .

Io andavo nel terreno facevo l’uva, i fichi.  Facevo le prugne, le albicocche e le portavo ai tedeschi con un cassettina. Mi facevo rosso rosso ma ho buscato le prime venti lire”

Io: “Che meraviglia, e in tutto questo che periodo era , che anni erano ?”

Signor Luciano: “Anni ‘60 , ‘70. E poi da tutta questa avventura iniziale è nato questo posto che si chiama O’ Vagnitiello”

Io: “Signor Luciano La ringrazio per la sua gentilezza, il suo tempo e ci si rivedrà in un altro tempo”

Signor Luciano: “Tante cose belle”. 

albergo-locanda-sul-mare-ischia-porto-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Conclusioni . O’ Vagnitiello parco termale a Ischia

O’ Vagnitiello parco termale a Ischia è una meta esclusiva per trascorrere delle vacanze all’insegna del benessere fisico e mentale. Diventa anche un modo per visitare Ischia , che è vasta e offre tanto da vedere e fare. Dal mare alla montagna sarete sedotti da angoli di un fascino unico.

Una permanenza O’ Vagnitiello parco termale a Ischia vuol dire  coccolarsi e viziarsi Per poi procedere alla scoperta di questo atollo campano che ha fatto innamorare attori, imprenditori e registi. Un pezzo d’Italia che ci invidiano all’estero per il suo ricco patrimonio culturale, artistico, paesaggistico ed enogastronomico. E soprattutto per il calore e il sorriso della gente che è quello che non va più via dalla vostra testa.

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Ischia film Festival 2023

Ischia film Festival 2023

ischia-film-festival-2023-la-cura-francesco-patierno

“L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore.”

A. Camus

Ischia film Festival 2023

Senza dubbio Ischia Film Festival 2023 è una delle kermesse cinematografiche più significative d’Italia tenutasi all’interno della splendida cornice del Castello Aragonese d’ Ischia . Dal 24 Giugno al 01 Luglio ci sono state proiezioni cinematografiche d’autore che mi hanno rapito l’anima. Ed è così che Piazzale delle Armi, la Cattedrale dell’Assunta e la Casa del Sole  sono diventate sale sotto un cielo trapuntato di  stelle . Un biglietto staccato il mio per uno straordinario evento annuale di alto livello culturale. Un appuntamento imperdibile quello dell’ Ischia Film Festival 2023 , che con un programma vario e internazionale cerca di raccontare l’umanità nel bene e nel male.

Ancora una volta Ischia Film Festival 2023 mi ha riportato alla bellezza d’ Ischia. Ormai l’atollo campano mi ha creato dipendenza . Un’oasi che diventa sempre occasione per me di una pausa rigenerante e necessaria per il corpo e la mente. Tappa fissa in questo luogo del cuore è sempre l’Albergo Locanda sul Mare in via Iasolino 80 a Ischia Porto. Una casa ormai più che un albergo. Ci  torno tutte le volte che mi manca la poesia, e  il calore dei suoi gestori. Un posto in cui vi consiglio di soggiornare per vivere Ischia in tutta la sua magia.  Vediamo meglio  cosa è il Ischia Film Festival 2023.  Buona visione!

Cosa è Ischia film Festival 2023 ?

Che dire , Ischia Film Festival 2023  è una manifestazione artistica che vede in concorso lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Capolavori in grado di valorizzare le tradizioni, la storia, i paesaggi di quei territori scelti per la narrazione filmica.

Giunto alla sua XI° edizione Ischia Film Festival 2023 è sostenuto dalla:

Da puntualizzare che  Ischia Film Festival 2023 nasce dall’idea dell’imprenditore Michelangelo Messina. Un uomo così appassionato della sua Ischia e del cinema, che è riuscito a creare  un evento di fama internazionale. Qualcosa di unico nel suo genere che ha fatto rinascere il cinema sull’isola dai tempi d’oro di Angelo Rizzoli.

Ischia e il cinema

Comunque Ischia era  abituata ai riflettori . E precisamente da quando a Ischia Ponte nel 1909 aprì Unione, la terza sala cinematografica più ampia dello stivale. Tuttavia, le luci della ribalta si accesero quando nel 1936 vi cominciarono le riprese del:

Decisamente un colossale avvenimento fu quando nel 1957 Charlie Chaplin scelse Ischia  come anteprima planetaria per il suo capolavoro  Un Re a New York . La fortuna continuò nel 1963 quando in varie zone  d’ Ischia   la  20th Century Fox girò il colossal di Cleopatra’ con Liz Taylor  e Richard Burton  ! Una produzione parecchio costosa , in cui si possono ancora apprezzare alcune inquadrature della Baia di San Montano .

Da Lucchino Visconti all’era moderna

Certamente un’altra figura di rilievo per Ischia   fu Lucchino Visconti. Questi fu  padre del Neorealismo  primo movimento cinematografico di spicco in Italia del secondo dopo guerra. L’illustre regista lombardo si trasferì a Ischia  . Dal barone Fassini comprò un vistoso immobile. In seguito lo modificò in uno splendido cottage in stile liberty . Di poi fu conosciuto meglio e localmente come  ‘La Colombaia’   .  Esso oggi è  il mausoleo dedicato al regista). 

Lucchino Visconti  ci visse fino al 1976 e fu il suo quartier generale . Qui è dove creò  pellicole eccezionali quali ‘Senso’, ‘Rocco e i suoi fratelli’. Fu un via vai di collaboratori e celebrità quali PasoliniElsa MoranteMoravia

Il cinema a Ischia oggi

Dal 1970 in poi il cinema Italiano subì una crisi irreparabile . E si spense anche  Ischia   , che si allontanò dal genere della commedia sexy all’italiana di quell’epoca.  A parte  la novità nel 2003 di Michelangelo Messina che lanciò appunto  l’  Ischia Film Festival , al presente si possono annoverare pochi risvegli di prestigio con setting a Ischia, quali:

Come è articolato Ischia film Festival 2023?

Ischia Film Festival 2023  è un palinsesto ricco di anteprime d’eccezione e grandi nomi. In questo modo ha garantito nel corso del tempo successo e la fidelizzazione di un pubblico sempre più vasto. In particolare  Ischia Film Festival 2023  si è articolato in diverse sezioni:

  • Best of : sono lungometraggi nazionali ed internazionali che esprimono al meglio l’attuale stagione cinematografica;
  • Sezione competiva: lungometraggi, documentari e cortometraggi che hanno avuto come protagonista principale e colonna portante del racconto le location dei filmati;
  • Location Negata: film, documentari e corti che raccontano gli spazi del pianeta violentati dal progresso, quelli in cui vengono negati i diritti ai popoli, quelli distrutti dalla guerra, o fagocitati da calamità naturali ;
  • Scenari Campani : lungometraggi, corti e documentari che hanno come tema portante la Campania e la sua identità culturale.

Delle 72 opere dell’ Ischia Film Festival 2023  36 sono inserite nella  Sezione competiva . E  le atre   36 nel resto della lista in alto (24 delle quali saranno proiettate esclusivamente online  su www.ischiafilmfestivalonline.it ).

Momenti salienti dell’ Ischia film Festival 2023

Di notevole effetto è stata l’inaugurazione dell’ Ischia Film Festival 2023  con la consegna di un premio alla carriera a Christopher Lambert, stella indiscussa e mondiale del panorama cinematografico. Riconoscimento che nelle edizioni passate è toccato ad altre star importanti quali :

California, l’Emila di Andrea Roncato

Sono stati otto giorni indimenticabili quelli dell’ Ischia Film Festival 2023    tra giornalisti,  registi  e attori di spessore.  Tra loro c’è stato anche Andrea Roncato. Mi ha commosso con le sue parole di coraggio rivolte alla sua Emilia Romagna dopo il tragico evento delle inondazioni d fine Maggio. La sua regione natale è pronta a rialzarsi . Egli  chiede agli Italiani non bonifici , ma di visitarla rilanciando così un turismo responsabile e attivo.

La sua terra è stato il leitmotiv della pellicola in gara California (2022) di Cinzia Bomoll con la partecipazione di Silvia e Giulia Provedi. Da maschera solitamente comica Andrea Roncato mi ha colpito nella parte responsabile del nonno di due gemelle . Una figura centrale per la salvezza di una parte di una famiglia della provincia emiliana. Un nucleo affettivo che è apparentemente tranquillo. Perché in realtà nasconde tante violenze contro le quali si eleva una denuncia forte e spietata. Specie per quella degli uomini contro le donne. Oltre a California vi descrivo in basso altri due audiovisivi estremamente significativi ed emblematici . Entrambi affrontao il dilemma del legame indisslubile tra l’essere umano , le proprie radici e l’esistenza riconsociuta come dono divino. Mi sto riferendo a La Cura di Francesco Patierno e a An Irish Goodbye di Tom Berkeley e  Ross White

La Cura di Francesco Patierno

Con la La Cura  torna alla ribalta il famoso regista napoletano Francesco Patierno (2022) .  Tra i suoi innumerovoli  traguardi profssionali si ricorda  il lungometraggio il  Mattino ha l’oro in bocca del 2007. Esso è tratto dall’autobiografia de Il Giocatore di Marco Baldini (interpreti Elio GermanoLaura Chiatti e Martina Stella)  .  Si tratta di  una condanna a tutti i tipi di dipendenze estreme.  Come quelle per il gioco d’azzardo che hanno massacrato il celebre conduttore radiofonico.

La Cura   vede nel cast il bravissimo Alessandro Preziosi e  parla di una troupe cinematografica, che per l’arrivo del Covid interrompe  le riprese della La Peste, un romanzo dello scrittore Albert Camus. Un film che evolve dal master piece inizale fino a confodersi e fondersi  con esso . Suo obiettivo è quello di esporre in maniera diversa da un documentario il dramma del planetario del lockdown, che ha segnato e cambiato per sempre la nostra società. Dalla finzione si passa alla realtà e non si capisce davvero quale sia il confine, quale sia la parte vera da interpretare!

Il flagello della black death si sposta dall’Argentina a una Napoli contemporanea , che smette di pulsare come è solita fare. Un caos immane in cui si perde il senso dell’orientamento. Il  virus  ha messo a dura prova e fatto rilevare come effimeri , se non modulati nel giusto modo,  i perni saldi della nostra era: soldi e sviluppo industriale.  Inolre a piegato fisicamente e moralmente per solitudine e povertà migliaia di persone in tutto il globo. Una malattia per cui esiste un unico rimedio l’amore e il rapporto con l’altro.

An Irish Goodbye

An Irish Goodbye di Tom BerkeleyRoss White ha vinto il Premio Oscar come Miglior cortoemetraggio Live Action alla 95a edizione degli Academy Awards.  E si è aggiudicato il premio come Miglior cortometraggio ai Premi BAFTA 2023.

An Irish Goodbye   è una black commedy  che descrive l’unione difficile e picaresca  dei fratelli  Turlough  (Seamus O’Hara) e Lorcan (James Martin). Quest’ultimo  è affetto da sindrome di Down.  Dopo la scomparsa improvvisa  della madre Turlough non vuole più affidare  Lorcan a una zia grazie al ritrovamento di una lista di desideri incompiuta della mamma. Da sfondo a questa trama così ironicamente drammatica e a lieto fine è l’Irlanda del Nord con le sue campagne e il suo assordante silenzio e infinita quiete.

Questo corto è un inno all’amore che vincit omnia . 23 minuti di genialità assoluta e pura che ha avuto il record di essere proiettato al cinema come qualsiasi altro film. Primato che era toccato solamente al cortometraggio di Pedro Almodóvar, The Human Voice.

 

Ischia film Festival 2023, ciak le premiazioni !

In conclusione  manca solo annunciare il vincitore dell’ Ischia Film Festival 2023 (clicca qui per sapere delgl altri riconoscimenti)  :

  • Mountain Onion (Kazakistan, 2022) di Eldar Shibanov :    l’undicenne Jabai vemde  cipolle di montagna lungo l’autostrada in Kazakistan e farà di tutto per riportare il padre nella sua famiglia . Un grido di speranza per i dolori universali come quelli della sparazione dei genitori. Perché nonostante show must go on !

Ischia Film Festival 2023  è stata un’esperienza unica che mi ha fatto apprezzare ancora una volta Ischia .  Come è facile da intuire questa perla del Golfo di Napoli non affascina solo per il suo passato, il suo patrimonio archeologico. E ancora per le sue terme, i suoi paesaggi esotici e un clima mediterraneo, che ne fanno un buen ritiro in ogni momento dell’anno. E Ischia Film Festival 2023   è la conferma che a  Ischia    ci si può perdere per infinite ragioni all’insegna di un turismo di altà qualità e sostenibile. Questo è il trend da seguire per un solido futuro economico , perché è l’unico modo per prosperare senza danneggiare l’ambiente e valorizzare al massimo le risorse territoriali. Sarà l’inizio di un cambio di tendenza che vorrà sbarazzarsi della globalizzazione di massa? E quello che ci auguriamo tutti per rivedere splendere ogni angolo della nostra Italia.

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Giardini della Mortella, Ischia

Giardini della Mortella, Ischia

“Every man and woman alive is gifted by God in some special way. People who have a self-image of worth are going to see value in what they do. This is the attitude that motivates them to be and to do their best. It’s a drive that comes from within people”

Giardini della Mortella, Ischia 

I Giardini della Mortella sono un ottimo motivo per visitare Ischia , una delle tre perle del Golfo di Napoli, che offre tantissime attrattive . E che non contemplano solo le sue famose terme e le baie cristalline. L’atollo campano incanta il visitatore per il suo ricco patrimonio storico, culturale, artistico ed enogastronomico. Non ultimi i paesaggi isolani spaziano dal mare alla montagna, alle colline terrazzate a vigneti.

Non si possono perdere i Giardini della Mortella, che si trovano in Via Francesco Calise Operaio Foriano, 45 a Forio . Incastonati all’interno di un paradiso che vi può accogliere tutto l’anno per il suo clima mite farete un biglietto per il paradiso.  Si tratta della villa faraonica dei coniugi Walton che si erano trasferiti a Ischia definitivamente dopo essersene rimasti stregati. Come biasimarli. Una love story di altri tempi , che c ha lasciato   un’eredità inestimabile che oggi continua a essere preservata e valorizzata. Buona lettura.

Storia dei Giardini della Mortella

Giardini della Mortella è stata la residenza aristocratica circondata da lussureggianti giardini del compositore Sir William Walton  e della moglie Susana. Fu proprio la bella e giovane argentina a volere questa meraviglia dell’architettura realizzata nel 1956 dal paesaggista Russel Page.

Inizialmente non c’era proprio nulla in questa parte del promontorio di Zaro, tranne che il deserto e tanta terra vulcanica. Pian piano invece prese forma questo orto botanico che fu diviso in due zone. Una a valle e l’altra in collina. La prima era adibita dalla flora di  tipo subtropicale per via del clima umido. La seconda era destinata alla macchia mediterranea perché più soleggiata e ventilata.

Così i Giardini della Mortella si espansero su un’area di circa 2 ettari inglobando più di 3000 specie di piante esotiche e rare. Ad arricchire quest’opera d’arte si aggiunsero in seguito ruscelli ,  laghetti, fontane, piscine, corsi d’acqua. Tutto pensato per fare attecchire meraviglie acquatiche quali il papirofior di loto e le ninfee tropicali. Non mancano i belvedere che regalano una splendida vista sulla stessa Forio.

I Giardini della Mortella , la musica e  Sir William  Walton

I Giardini della Mortella è dunque un immenso orto botanico gestito dalla Fondazione Walton . Scopo dell’associazione non è solo quello di far funzionare e mantenere  Ma anche quello di promuovere eventi culturali che si tengono per lo più all’interno dell’annesso teatro greco di circa 400 posti. Ogni estate qui si tengono dei concerti estivi. Questi insieme a delle borse di studio per musicisti di talento (operate in un centro studio dedicato) ricordano il talento e lo spirito filantropico di Sir William Walton .

Sir William Walton  è annoverato tra i più famosi autori musicali   inglesi del ventesimo secolo. Dopo un periodo trascorso a Londra e una relazione con una donna più anziana di lui, si sposò con Susana dopo un suo viaggio in Argentina. Ebbe un periodo di intensa notorietà negli anni ‘50 e ‘60 negli Stati Uniti. Per la sua carriera di successo la regina Elisabetta lo nominò Cavaliere nel 1951 e nel 1967 gli conferì l’alta onorificenza dell’Ordine al Merito.

I Giardini della Mortella e Susana Walton

I Giardini della Mortella prendono il nome dal mirto che da queste parti cresce spontaneo . Il mirto  è simbolo di amore e vitalità , le stesse virtù che hanno contraddistinto Susana Valeria Rosa Maria Gil Passo (1926-2010). Di origini aristocratiche questa bella ragazza infranse il volere della famiglia andando a lavorare per  il Consolato Britannico di Buenos Aires, dove conobbe Sir William Walton . Gli organizzò la conferenza stampa internazionale della Performing Right Society . Il destino li fece unire nella capitale argentina e per il resto della loro vita.

Non appena giunsero a Forio  la coppia si dedicò incessantemente alla cura della loro tenuta e ne fecero un monumento che fu aperto al pubblico nel 1991. Alla morte di Sir William Walton , Susana continuò ad allargare , impreziosire e preservare il loro eldorado, che è oggi meta di molti turisti provenienti da tutto il mondo.  Lo spirito dei due amanti si avverte in ogni angolo della loro regia e rimarrà per sempre nel ricordo delle future generazioni di romantici e sognatori.

Susana e Sir William Walton. Niente è impossibile se si vuole veramente

Amare è una cosa semplce, succede e basta.   Sir William Walton Susana  si sono innamorati sin da subito e dopo tre mesi sono convolati a nozze. Lei era molto più giovane di lui di venti anni, di ceto borghese molto indipendente e determinata. Lui era già un uomo maturo e di fama internazionale che volle ritirarsi in Campanua per scappare dalla caotica Londra. Troppi rumori,  voleva  respirare la stessa aria che Greci e  imperatori Romani avevano assorbito in questi suoli partenoperi secoli fa.

 Ischia  è stata per loro un rifugio di tranquillità e un tempio di ispirazione. Sir William Walton componeva e viaggiava tanto, e tutte le volte portava a casa dei fiori o delle radici esotiche. Susana  aveva il pollice verde e si prendeva cura della loro villa e dei loro giardini con passione e dedizione. Niente fu lasciato al caso e la loro storia è un esmepio di come si può trasformare un rudere in un castello . Una danza infinita in cui però si è sempre in due!

giardini-mortella-Ischia

Cosa vedere nei Gardini della Mortella

Come vi ho accennato sopra i Giardini della Mortella sono suddivisi in due aree:

Non si può non rimanere estasiati camminati in questo labirinto di tesori dove il genio dell’uomo ha riordinato quello che naturalmente cresce spontaneo. Una sorta di oasi nel deserto per chiunque voglia fare un viaggio nel benessere del corpo e dello spirito. E per chi magari in maniera più pratica voglia avere un po’ di frescura dagli afosi mesi estivi.

Quali sono le specie vegetali più significatine dei Giardini della Mortella?

Giardini della Mortella vantano una straordinaria raccolta di specie vegetali che sono state importate da diverse parti del pianeta. Tra quelle che meritano di essere elencate senza dubbio sono :

a Susana e William piaceva. Quel posto era somigliante “ad un gigantesco vaso di fiori scolpito nel torrente di lava ed in seguito spaccato dai terremoti,

Ischia nel cuore

In conclusione, non si può descrivere in maniera completa l’emozione che ho provato entrando ai Giardini della Mortella  . Bisogna andarci, c’è poco da fare. Per cui vi invito a tenere in considerazione un vostro viaggio a  Ischia  . Penso che non occorre spingersi lontano dall’Italia per trovare posti esotici e di straordinaria bellezza. Allora che aspettate a prenotare?

Se volete un consiglio su dove alloggiare vi suggerisco l’hotel ‘Albergo sul Mare’ a Ischia Porto. Ormai sono di casa visto che ci sono stata tre volte! Non solo per la posizione strategica (praticamente di fronte il terminal degli aliscafi a pochissimi metri da quello dei traghetti), ma soprattutto per l’accoglienza e la professionalità dei gestori. Vi lascio sognare e intanto mi riprometto di ritornare presto nell’isola perché crea seria dipendenza. Io vi ho avvertito!

Info utili sui giorni di apertura

  • Stagione 2023:da Sabato 1 Aprile a Domenica 5 Novembre;
  • Il Giardino è aperto al pubblico nei seguenti giorni: Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso alle ore 18.00);
  • Tariffe d’ingresso: € 12,00  intero ; € 10,00  ridotto 1 ( ragazzi da 12 a 18 anni; adulti oltre 70 anni; residenti dei comuni dell’ isola d’Ischia);  € 7,00 ridotto 2 (bambini da 6 a 11 anni);  € 0,00 gratuito (bambini fino 5 anni, disabili con attestato di invalidità oltre 51%).

Info utili su ingresso:

  • Il giardino ha due entrate: una in Via Francesco Calise 45 che è l’ ingresso pedonale e l’altro in Via Zaro che è quello carrabile con parcheggio gratuito – indicazioni del percorso QUI;
  • L’ingresso è consentito fino a 1 ora prima della chiusura;
  • Superficie circa 2 ettari su vari livelli, collegati con scale e rampe;
  • La visita non è guidata, si consigliano almeno due ore;
  • Disponibili in biglietteria mappa del giardino ed itinerario di visita;
  • Visita interattiva fruibile lungo il percorso tramite QR-Code.

Per altre info utili cliccare qui

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Negombo, il parco termale a Ischia

Negombo, il parco termale a Ischia

“Perché correre affannosamente qua e là senza motivo? Tu sei ciò che l’esistenza vuole che tu sia. Devi solo rilassarti”
Osho

Negombo, il parco termale a Ischia

Senza dubbio il Negombo  è uno dei  parchi termali più suggestivi d’ Ischia. Il direttore Marco Castagna mi ha dato la possibilità di perdermi in questo paradiso una domenica di fine Aprile. E così oltre a dimenticare i miei affanni, mi sono rigenerata fisicamente tra gli zampilli di acqua  e agavi giganti.

Come potrete immaginare il Negombo  è un’oasi di benessere immersa all’interno di una natura esotica dalla prepotente bellezza. Occorrono circa due ore per vagare in questo eden, che degrada dolcemente nella baia di San Montano. Questa è una delle spiagge più  esclusive d’ Ischia, una mezza luna di mare cristallino che che abbaglia per i suoi colori e la sua tranquillità.

Vi assicuro che una volta entrati al Negombo   non sarete più gli stessi di prima! Perché vi abbandonerete alle gioie dell’esistenza . E vi prendenderete cura del corpo e della mente . Per cui seguitemi in questa altra avventura ischitana, che mi ha riservato altre sorprese infinte. Come quella del Negombo  di cui vi parlerò in questo articolo. Buona lettura!

Negombo un piacere a cui cedere! 

Ancora una volta il mio viaggio a Ischia mi ha fatto scoprire qualcosa di nuovo e di straordinario, che è il parco del Negombo. Così mi sono incamminata dal mio  ‘Albergo Locanda sul Mare’   un delizioso hotel in via Isolino 80 a Ischia Porto per continuare il giro dell’isola.

Al Negombo ci si può arrivare con i mezzi oppure in macchina o in motorino (c’è un ampio parcheggio coperto).  E addirittura potrete anche farvi una passeggiata e raggiungerlo dal centro di Lacco Ameno, uno dei sei comuni d’Ischia .

Appena  ho attraversato il cancello d’ingresso del Negombo mi sono precipitata verso gli spogliatoi per cambiarmi. Ho affittato un telo. E dopo aver pranzato nel bar adiacente, mi sono incamminata per esplorare questo dedalo di palme e ibiscus rosa confetto.

La baia di San Montano

Ho iniziato il mio tour dalla spiaggia di San Montano, che era davvero incantevole e quasi deserta. Sedermi in riva con la compagnia di qualche gabbiano e sentire solo il fruscio degli alberi è un lusso che non ha prezzo.

Sarà stato perché era primavera, stagione perfetta per soggiornare nell’atollo campano, lontani dalla confusione e dal caldo estivi. Questa è una sensazione meravigliosa , perché si è circondati da un’atmosfera più intima e serena.

Santa Restituta e i gigli bianchi 

Adesso capisco perché Santa Restituta , patrona d’Ischia , trovò conforto alle torture dei Romani  in questo angolo di terra benedetto da Dio. Si dice che le sue spoglie di furono poi devotamente recuperate e custodite nei secoli dai lacchesi.

Ancora oggi ogni 16 di Maggio si celebra la martire con una formidabile festa .  Si tiene sulla sabbia cosparsa di gigli bianchi. Un appuntamento ormai che è diventato un’istituzione a Ischia.   Partecipano in flotte da ogni dove per venerare questa Madonna africana.

Il Negombo , il  giardino verticale del duca  Camerini

Sicuramente la perfezione non esiste. Ma ad avvicinarsi a qualcosa di simile nel 1947 ci è riuscito un romantico aristocratico del Nord con la creazione del Negombo  Si tratta di Luigi Silvestro Camerini ,  un veneto benestante dal cuore d’oro.

Il suo era un animo ribelle specie contro il fascismo. Ciò gli costò alla fine della seconda guerra mondiale l’esilio a Ponza. In seguito gli alleati liberarono Luigi Silvestro Camerini  , che finita la sua galera fu dirottato a  Ischia.  Qui poi  si trasferì definitivamente.

Chi era il duca Luigi Silvestro Camerini?

Figlio di un ricco industriale, e viaggiatore instancabile il duca Luigi Silvestro Camerini aveva avuto un’infanzia agiata. Vagabondò per l’India e l’Asia, appassionandosi alla botanica e al paesaggismo. Laureatosi in lettere, possedeva una grande cultura umanistica, che affinò la sua indole  già sensibile.

Da quando il duca mise piede a Ischia rimase stregato da un preciso punto.  Quello situato tra il Monte Vico e il promontorio di Zaro, dove sorge attualmente il NegomboInizialmente la sua idea era quella di riprodurre  la baia del Negombo (nell’isola di Ceylon, l’attuale Sry Lanka). Un luogo di cui si era innamorato e che diede il nome alla sua regia termale.

Paolo Fulceri e Ermanno Casasco: un sogno diventato realtà

Inevitabile fu la fatica per il duca di concretizzare il suo progetto. Una delle principali difficoltà fu acquistare tutti i poderi che erano divisi tra famiglie locali. Tuttavia, presto si aggiudicò una grande proprietà dove agì indisturbato. Il  passo successivo fu quello di importare piante di ogni genere: africane, australiane, giapponesi e brasiliane. In questo modo ebbe inizio un’impresa straordinaria.

Chiaramente il peso del mantenimento di quel patrimonio il duca lo avvertì subito. E per sostenere la struttura la trasformò da privata a pubblica. Questo accadde nel 1970 per intervento di suo figlio Paolo Fulceri. Questi ingentilì la tenuta per realizzare qualcosa di meno selvaggio.  Da lì si rivolse al Ermanno Casasco, un famoso paesaggista. Un genio che creò un fil rouge all’interno del Negombo oltre ad aree esterni da destinare a svariati usi.

Le novità del Negombo

Certamente gli interventi successivi fatti al Negombo  lo hanno tanto migliorato e valorizzato. Un lavoro certosino di manutenzione e sperimentazione che continua ancora adesso. E non si è mai fermato rispettando l’ambiente e ricorrendo alle tecnologie più moderne laddove è stato necessario. Un impegno costante che è cominciato con:

  • Introduzione di piante mediterranee che c’erano ma non in grandi quantità. Quali per esempio: il mirto, l’olivo, il sughero e altre specie vegetali di origine australiane e americane. Cosa che si allineava con la funzione originale di orto botanico del Negombo    ;
  • Recupero dei terrazzamenti, dei muri a secco e di altre innovazioni, che hanno reso il Negombo  una meta di un turismo internazionale  di qualità;
  • L’istituzione di eventi speciali che contribuiscono al richiamo di molti visitatori ogni anno. Tra questi basta citare Ipomea , una manifestazione che dal 26 al 28 Maggio è dedicata al giardinaggio. Una kermesse allietata da spettacoli e banchetti in cui ammirare rarità in termini di flora.

Negombo e la storia delle terme a Ischia

La complessa origine geologica e vulcanica d’ Ischia è responsabile del suo ricco patrimonio termale. Esso si sviluppa lungo tutta la fascia costiera (fino a 100 metri da essa) e in prevalenza nei centri d’Ischia Porto , Casamicciola, Lacco Ameno , Forio e Sant’Angelo.

Possiamo dire che il Negombo , insieme al Poseidon , è il fiore all’occhiello d’Ischia  in fatto di terme, splendida invenzione nota sin dai tempi degli Etruschi. Sia i Greci che i Romani sfruttarono al massimo i poteri curativi delle acque termali d’Ischia, costruendo molti edifici pubblici.

Il Rinascimento e il medico Iasolino

In seguito durante il Rinascimento ci fu un grande salto in avanti parallelamente alla fioritura della balneazione. Infatti il medico calabrese Giulio Iasolino  studiò e censì la  ricchezza termale ischitana , che venne impiegata in medicina.

Perciò si cominciò a raggiungere  Ischia specificatamente per lenire ferite, e guarire malattie e disturbi di vario genere. Il risultato dell’operato di   Iasolino fu che ad  Ischia  dal 1600 al 1900 cominciarono a spuntare numerosi stabilimenti e alberghi. Proprio in prossimità delle più rinomate sorgenti termali.

Qualcosa di fenomenale che non era solo per ricchi, ma anche per i più poveri con la fondazione nel 1610 Casamicciola delle terme ‘Pio Monte della Misercordia’. Da allora in poi Ischia venne riconosciuta come la stazione termale più famosa del mondo!

Le acque termali d’Ischia

Ischia  deve  parte del suo successo alle sue acque termali che sono curative . Queste acque sono calde o caldissime.  E alimentano i singoli stabilimenti e i giardini termali. Altre invece sgorgano quasi infuocate direttamente in alcune spiagge o nel mare.

Oltretutto in talune parti dell’isola si assiste allo spettacolo dei getti di vapore acqueo, che risalgono verso l’alto con altre sostanze aeriformi. Questo si vede spesso lungo i crinali dell’Epomeo, nelle stufe di molte strutture dedicate, o nelle fumarole di alcuni arenili.

Tre tipi di acqua a Ischia

Ci sono tre tipologie di acqua a Ischia :

  1. Acqua piovana: questa è giovane e rimane piuttosto in superficie dopo essersi insinuata nel sottosuolo. Una parte della pioggia evapora, e un’altra riempie alcuni fiumiciattoli e il mare;
  2. Acqua fossile: è quella invece bloccata in una falda acquifera per migliaia, milioni, o addirittura miliardi di anni;
  3. Acqua juvenile: è quella che è contenuta nel magma, e viene fuori da grandi profondità̀. Per cui è completamente nuova. Ed è  pronta a partecipare per la prima volta al ciclo dell’acqua fuoriuscendo sotto forma di sorgente.

Tipologia delle acque del Negombo

Durante questo up and down nell’acqua si concentrano minerali e miscele gassose, che sono contenuti nelle rocce millenarie che attraversa.  Appena poi si riscalda si gonfia e risale tra fenditure e fratture della crosta terrestre.

Questo fenomeno è percepibile nelle acque del Negombo,   il cui effetto benefico è garantito dalla presenza  del Radon . Questo è un gas definito nobile in quanto stimola l’assorbimento dei sali e il tono muscolare.

In base a degli studi fatti, le acque sorgive del Negombo possono essere così classificate:

  • Minerali : sono quelle che hanno un residuo secco superiore a 1 grammo per litro;
  • Ipertermali: son quelle che escono fuori dalla fonte a una temperatura superiore ai 40° gradi;
  • Salso-alcaline: sono quelle ricche di cloruro di sodio.

I 14 percorsi termali del Negombo

Al Negombo  si contano in tutto 14 piscine termali incastonate in un perimetro di alture che si affacciano su paesaggi mozzafiato. La vista spazia dal mare alle montagne fino ai   pendii scoscesi terrazzati a vigneto. Uno spettacolo a cielo aperto in cui ci si può sempre ritemprare per via di un clima che è sempre mite.

In aggiunta, al  Negombo non c’è un percorso suggerito da seguire. Per cui mi sono abbandonata a vagabondare in questo labirinto magico senza seguire il filo di Arianna. Vediamo da vicino e in breve quali sono i percorsi termali presenti al Negombo  e le loro caratteristiche principali.

1 Buco Nero

Il Buco Nero è un agglomerato di cascate di acqua termale a 32° C che finiscono in  una grotta di  roccia trachitica di origine vulcanica . Si forma una pozza verde smeraldo in cui potete perdere anche i sensi e sognare a occhi aperti.

2 Templare

I doccioni termali a 30° C del  Templare vi coccolano, migliorando il tono dei muscoli della nuca e delle spalle e riducendo la loro tensione. Grande giovamento ne traggono quindi i soggetti sofferenti di cervicali. L’ideale per scordare le fatiche di una giornata e i pensieri negativi o la semplice routine quotidiana.

3 Nesti

Nesti sono tre vasche collegate fra loro a gradoni che terminano in un getto-cascata di 30° C. Sorge davanti una parete di tufo stratificata in un punto molto panoramico. Appartata e silenziosa, è adatta per la riabilitazione motoria. Nella zona sottostante, un pavimento di legno ad uso solarium.

4 Onphalos

Onphalos è una grotta di tufo per antroterapia  profonda 12 mt e   alta 4 mt. Questa è dotata di una base fonda a 32° C dove ci si rilassa.  Segue un flusso di acqua fredda e un pozzo termale. Ci sono dei sedili per doccioni e una serie di tre getti per  le cervicali. Tutta una serie di ambienti diversi per trascorre un weekend in pace con voi stessi.

5 Maya

Maya  e piscina Kneipp (18-38°C) sono due vasche, una maggiore calda, una minore fredda, con gradini e massi. Si passa dall’ una all’altra. Lo sbalzo termico stimola la circolazione periferica e provoca una tonificazione generale corporea e sensoriale.

6 Piccola Vasca Marina

La Piccola Vasca Marina misura mt. 3.40 x mt. 1.65, ed è bassa mt. 1.45. Fondamentalmente è fatta per chi preferisce un idromassaggio forte in vasca con acqua di mare. Un qualcosa di davvero insolito che prende forza dagli abissi per tornare gentile sulla vostra pelle.

7 Irrgang 

L’ Irrgang  o  Labirinto Giapponese è diviso in due piste separate da un muretto, che sono cosparse di ciottoli. Ognuna ha due temperature, una di acqua termale calda (38° C) e una fredda (18° C). Camminando almeno cinque volte da una sezione all’altra, si effettua una frizione plantare per via dei sassi. Questo attiva alcuni punti cruciali del sistema venoso e linfatico.

8 Hamam

L ‘Hamam  o bagno turco presenta elementi simili alla sauna. Favorisce una generale vasodilatazione e l’eliminazione, attraverso una profusa sudorazione, delle tossine accumulate.

9 Piscina grande di mare

Piscina grande di mare è una piscina olimpica a temperatura ambiente per nuoto leggero. Dimensioni: lunghezza mt. 33, larghezza mt 15. Due profondità, mt. 0.90 e mt. 3. È adatta a tutti, e si può comodamente nuotare senza avere paura magari di andare al largo!

10 Piscina marina dell’Arco

La Piscina marina dell’Arco è sia a temperatura ambiente che riscaldata. Questa è principalmente pensata per i bambini. Diametro mt. 6, profondità mt. 1.50. Per le famiglie è un toccasana, perché possono tranquillamente lasciare i propri piccoli a giocare indisturbati senza correre nessun pericolo.

11 Ribollita

La Ribollita è una vasca termale Jacuzzi di 38 ° C. Può ospitare fino a un massimo di 8 persone (mt. 2.20 per mt. 1.80, profondità mt. 0.80).  La sensazione di relax appena ci siede lateralmente su degli appositi sedili con gli spruzzi d’acqua che vi solleticano è sublime.

12 Piscina termale 8

Piscina termale 8 è a 34° C ed è stata pensata a doppio circolo (due diametri di mt. 4.40 e mt. 5.50, profondità mt 1.40) con idromassaggio forte in vasca e caduta di acqua termale dai bordi, a media temperatura. Si consigliano movimenti lenti e una permanenza di 10 min.

13 Piscina grande termale

Piscina grande termale è a 30° C. La bassa temperatura permette ampi movimenti e nuoto leggero. Dopo i primi 15 min. si assorbono oligoelementi essenziali per la terapia analgesica. Con movimenti specifici, le articolazioni acquistano più mobilità ed elasticità.

14 Piscina termale circolare

La Piscina termale circolare è a 38° C (diametro mt. 5.80, profondità mt. 0.90). Esattamente dai bordi cade giù dell’acqua e contemporaneamente dal basso si genera un idromassaggio. Dato il calore elevato è bene fare movimenti lenti per una permanenza di circa e non più di 8 minuti.

Installazioni di arte

Negombo  significa un viaggio infinito in una dimensione extraterrestre. Un salto fuori dall’ordinario che poi altro non è che una realtà percettibile e dinamica fatta delle meraviglie del Creato. A cui il genio dell’uomo ha partecipato ridefinendole in delle vere e proprie opere d’arti. Non potevano mancare capolavori presenti sottoforma di installazioni di illustri artisti quali:

Centro benessere del Negombo

Dopo avere peregrinato in questo luna park di tesori nascosti e piaceri sensoriali mi sono abbandonata a un massaggio Ayurvedica rivitalizzante e senza fine. Mi sono accomodata al centro benessere del Negombo   e sono uscita come rinata.

Mi hanno accolto con un gran sorriso  Enzo Nicotra e Angelo Iervolino , due operatori che  come altri si prendono cura dei clienti con professionalità e cortesia. Mi hanno davvero spiegato tutto quello che si può fare all’interno del centro benessere del Negombo   . Il problema è stato che non volevo andare via, perché essere trattati bene fa bene all’anima e crea dipendenza.

Oltre ai massaggi si possono anche prenotare cure inalatorie e altri trattamenti che gioveranno alla vostra salute e al vostro splendore estetico (clicca qui per il listino prezzi) . In tutto si contano 16 cabine, che sono provviste di macchinari super tecnologici. Potete anche fare un po’ di acquarelax in una piscina coperta.

Perché concedersi un massaggio?

Oggi come oggi è un lusso potersi permettere le terme e un massaggio ma una volta nella vita bisogna farlo. Staccare la spina e dedicare un attimo a noi stessi è un dovere , e dovrebbe essere un rituale anche nel mondo del lavoro. Perché se si sta bene si produce anche di più e meglio.

Ma accontentiamoci magari di una vacanza al Negombo  e al suo centro benessere per sciogliere la tensione e tonificarci. I massaggi infatti allentano i muscoli e diminuiscono lo stress. Per noi donne poi è fondamentale il giovamento che donano all’epidermide che risulta più luminosa e levigata. Spariscono le tossine e di conseguenza si rafforza il sistema immunitario e si cancella l’inestetismo della cellulite.

 

negombo-parco-termale-ischia-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Perché andare al Negombo?

In conclusione, posso garantirvi che recarsi al Negombo  è stata un’esperienza unica e indimenticabile. Baciata da un sole ancora tiepido e avvolta da un silenzio assordante non ho fatto caso al trascorre del tempo. Ogni tanto bisognare oziare, perché apporta tanti vantaggi. Ci si concentra su noi stessi e l’unico obiettivo è volersi bene.

Il  Negombo  è un modo per riprendere un dialogo con il nostro Io, per estraniarsi da tutto e tutti. In uno spazio incantato si impara a lasciarsi andare, che dovrebbe diventare una filosofia di vita. Ogn tanto fate in modo che tutto vi scivoli addosso armonicamente senza essere troppo razionali. E allora fatela anche voi una follia, e catapultatevi a Ischia per  sognare ad occhi aperti.

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

‘Albergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto

‘Albergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto

“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta”

Gabriele D’Annunzio

‘Albergo Locanda sul Mare’, Ischia Porto

Senza dubbio l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’    in via Iasolino, 80  a Ischia Porto è stata la scelta giusta per scoprire a fondo Ischia. Ci ho soggiornato per la prima volta la scorsa estate in occasione del mio wine report presso la cantina  ‘Pietra di Tommasone’ .

Inevitabile tornare a Ischia, una delle tre perle del Golfo di Napoli (insieme a Capri e Procida). Perché me ne sono innamorata! Così a fine Ottobre ho fatto le valigie per andarmi a riprendere il cuore lasciato tra i granelli della sabbia dorata  di San Pietro! Dall’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto è  cominiciata la mia avventura nell’isola verde. Una settimana  mi è appena  bastata per toccare quattro dei sei punti cardinali dell’atollo campano:

Il risultato è stato una mini guida in questi 4 articoli dedicati a  Ischia che potrete utilizzare per  farvi  un’idea del fascino di questo angolo di paradiso:

  1. ‘Ischia , Golfo di Napoli’ ;
  2. ‘Ischia in 4 giorni‘; 
  3. ‘Giardini della Mortella’; 
  4. ‘Negombo’.

Mi sono resa conto che Ischia  non vuol dire solo terme. Questo perché vanta  uno straordinario patrimonio storico, artistico, culturale, ed enogastronomico. E l’ospitalità  alberghiera è davvero al top, come quella dell’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto. 

‘Albergo Locanda sul Mare’ , una finestra sul ‘catino borbonico’ 

Per quanto riguarda l ‘ Abergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto  è un palazzo storico del 1900 . La reception è subito all’entrata. Qui  il proprietario  Giuseppe Macrì accoglie i suoi clienti con un gran sorriso. L’edificio è due piani , tutto dipinto di banco. Un’architettura semplice in stile perfettamente Mediterraneo,   ravvivata da rampicanti di bouganville rosa.

Sul pianerottolo c’è un piccolo cancelletto in ferro battuto. Esso dà su un ingresso stretto e lungo decorato con fine ceramica e piccoli mosaici. Da qui si accede a una scala che porta al piano superiore.  I corridoi custodiscono piante esotiche, oggetti da collezione (come delle rare  Olivetti), specchi e vecchie stampe d’ Ischia

Le stanze panoramiche dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ 

All’ Abergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto ci sono in tutto 9 stanze confortevoli e di varie dimensioni (5 sono fino a quattro posti letto) . Esse sono dotate di tutti i comfort possibili, tra i quali:

  • Finestre insonorizzate;
  • Bagno privato con box doccia;
  • Aria condizionata;
  • TV.

Ottimo è il suo rapporto  qualità prezzo  . In questo  oltretutto c’è incluso  il servizio di ricambio giornaliero di lenzuola e asciugamano. L’ordine e la pulizia sono imeccabili. E qualsaisi cosa succeda potete contare sull’aiuto dei proprietari.

Il fattore woh dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ : il porto borbonico!

In particolare la caratteristica principale  dell‘Abergo Locanda sul Mare  a Ischia Porto è che si affaccia sul ‘catino borbonico’. In questa maniera si è soliti soprannominare il porto della cittadina. Questo fu voluto dal   re Ferdinando II di Borbone, che lo  inaugurò nel 1854 . Un’opera faraonica che decretò la fortuna d’ Ischia . Essa  presto passò da un’ economia di stampo agricolo a una più solida e diversificata  basata sui traffici  commerciali oltremare.

Sapevate che il porto borbonico  in origine  era  un lago vulcanico? Questa è una tesi avvalorata non solo da  Plinio il Vecchio. Ma altresì  dalla presenza di un pezzo di tufo che affiora in superfice nel bacino. Si tratta di quella piattaforma rotonda, ormai coperta di pietra , collocata alla fine del pontile in ferro del terminal delle navi. Pochi sanno che il suo nome è  ‘Tondo di Marco Aurelio’ , chiamato in questo modo in onore dell’imperatore romano che ne discuteva nelle sue esercitazioni retoriche al suo precettore Frontone.

6 buoni motivi per prenotare ‘Abergo La Locanda sul Mare’  a Ischia Porto

In breve , l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’Ischia Porto è la soluzione ideale per trasformare la vostra vacanza  a  Ischia  in un’esperienza indimenticabile. Prima di tutto ti senti come a casa . In aggiunta la posizione strategica della struttura è impagabile perché si trova:

  1. Di fronte a voi appena scendete dall’aliscafo , e a 300 metri dal molo dei traghetti;
  2. A due passi dal centro di Ischia Porto , che si snoda da via Roma verso Corso Vittoria Colonna . Queste sono le due strade principali , un boulevard puntellato di negozi , gioiellerie,  lidi attrezzati e spiagge libere;
  3.  A venti minuti da Ischia Ponte, una borgata antica con un concentrato di attrattive monumentali imperdibili ;
  4. Vicino alla ‘Rive Droite’ , ovvero la riva destra del porto. Praticamente questa è l’anima pulsante della movida ischitana. Ci sono tanti locali rinomati, per cui a qualsiasi ora si rientri c’è sempre qualcosa da fare. Qui si possono mangiare ottime specialità di pesce, bere vini pregiati. Qualche suggerimento? Provate la ‘Taverna Antonio’, e ordinate le sarde fritte alla birra . Oppure deliziatevi a degustare un calice di  Biancolella  freddo  da  ‘Perazzo’ , che è un wine bar originale ricavato in grotte di tufo verde del XIX secolo;
  5. Alle spalle del capolinea dei bus in via Baldassarre Cossa, 4 .   Questa è una comodità assoluta, se volete usare i mezzi (clicca qui per gli orari ) per  visitare  Ischia ;
  6. Accanto a servizi di ogni genere: agenzie per prenotare bici, motorini, e auto, supermercati, paninerie, distributori automatici.

I misteri di Ischia  

A proposito, dimenticavo in lista un’altra ragione per soggiornare all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’Ischia Porto ! Quale?  La colazione servita a base di caffè e  cornetti ischitani.  Detti ‘ad ape’  perché sono bicolori, questi  sono i tipici crossaint locali. Sono fatti con un doppio impasto di pasta frolla e brioche. Un mix che li rende  leggeri e succulenti. Vuoti o ripieni di crema con la classica goccia di amarena, vanno assaggiati rigorosamente caldi!

Ricordo ancora il profumo di quell’oro nero e di quelle paste. Per non parlare dei racconti di  Giuseppe Macrì  che ogni mattina mi raccontava qualche mistero su   Ischia  ! Ve ne  svelo qualcuno.

1. Vittoria Colonna e Michelangelo

Primo posto per il ‘Castello Aragonese’  (474 a.C.)  . Esso si staglia su un isolotto  nella frazione di  Ischia Ponte a cui è collegato da un ponte di 220 metri. Esso è certamente uno dei richiami d’interesse più affascinanti d’ Ischia, perché è simbolo dei suoi burrascosi trascorsi storici. Ma come ogni castello che si rispetti è ricco  di leggende e spiriti .

Dai Greci, ai Romani, fino agli Aragonesi il ‘Castello Aragonese’  celebrò nel 1509 le nozze tra Fernando Francesco D’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna. Si dice che per la perdita del marito la nobildonna si immerse nelle arti, creando in quella rupe abitata un cenacolo culturale. A questo parteciparono tra gli altri i letterati Ludovico Ariosto, e Jacopo Sannazzaro . Nel gruppo c’era pure il celebre scultore Michelangelo Buonarrotio. Con questi  pare   Vittoria Colonna avesse intrecciato una relazione amorosa vissuta di nascosto attraverso un passaggio segreto nell’ adiacente ‘Torre Guevera’ .  

2. Il ‘Putridarium’ delle Clarisse

Seconda posizione spetta al ‘Putridarium’. Questa era la sala dove si mettevano a colare le monache decedute del  convento  delle Clarisse. Ciò serviva per purificare il loro spirito dalle impurità della vita terrena. L’aristocratica napoletana Beatrice Quadra fondò l’ordine dopo la perdita delconsorte Muzio d’Avalos nel XVI secolo. In quel periodo  il ‘Castello Aragonese’ assunse le dimensioni di un paesino con:

Chissà che in questo Purgatorio non si possa sentire il respiro di qualche defunta! Le suore di clausura sopravvissero per duecento cinquant’ anni.  Precisamente fino al 1810, quando Gioacchino Murat soppresse tutti gli ordini religiosi per impossessarsi delle loro ricchezze. Ceduto alla famiglia Mattera nel 1912 , il ‘Castello Aragonese’   fu recuperato dal suo stato di abbandono .  Negli anni ’90 fu aperto al pubblico  (clicca qui per orari e prezzi biglietti) e a grandiose kermesse di ogni genere artistico.

3. La ‘Grotta del Mago’

Il terzo podio va alla  ‘Grotta del Mago’ . Questo è un  altro enigma che ha appassionato residenti, studiosi e persino le truppe tedesche. Queste forse ci si infilarono per riportare a Hitler qualche tesoro. Si narra che all’interno di questa cava , posta tra  Punta Lume e Punta Parata, dei pescatori fossero come ipnotizzati da una strana epifania. Quella di un vecchio canuto dall’aspetto gentile e di alcune ninfee.  A quanto pare quella visione era di buon auspicio, interpretata come augurio di un abbondante pescato.

Quindi negli anni trenta ci furono numerose spedizioni speleologiche per studiare la ‘Grotta del Mago’ . Si innalzarono parecchie impalcature, che furono poi smantellate da delle forti mareggiate. Da allora si spensero tutti i tentativi di scavare  sui segreti  ‘Grotta del Mago’  , che non hanno mai smesso di suscitare stupore e curiosità.

5. Il crocifisso e il raggio verde della ‘Chiesa del Soccorso’

Numero cinque è la ‘Chiesa del Soccorso’ , che con la semplicità dei suoi esterni candidi  ci ricorda i paesaggi della Grecia. Dedicata alla ‘Madonna della Neve’, essa è custode di tutti i pescatori. Un piccolo tempio sacro del 1350 sito su un promontorio a picco sul mare. Il punto giusto dove ammirare un tramonto.

Se siete fortunati al calare del sole, vedrete per pochi istanti un raggio verde  all’orizzonte. In questo caso non è una leggenda.  Infatti è  un fenomeno ottico raro della rifrazione della luce solare nell’aria. Questo accade se il cielo è limpido. E se non c’è foschia c’è una veduta magnifica sul Lazio fino a Ventotene, Formia e Gaeta.

Superbo è il  piazzale antistante la ‘Chiesa del Soccorso’ , che è stato battezzato  Papa Giovanni Paolo II  ( per la  visita pastorale il  5 maggio 2002). Internamente preserva diversi capolavori di  Cesare Calise , e un  crocifisso ligneo del XVI sec. a.C. Quest’ultimo, secondo alcune voci popolari, era diretto su una nave verso la Sardegna. A causa di una tempesta i marinai si fermarono presso la ‘Chiesa del Soccorso’  . Al momento di togliere le ancore, il  crocifisso ligneo   oppose resistenza. E si lasciò lì a proteggere ogni pellegrino!

6. Il mistero del popolo di Agharti

Numero sei è il rebus più avvincente! Ascoltate bene!  Ischia potrebbe essere una porta al fantastico mondo degli Agarthi, un popolo alieno che vivrebbe sottoterra.  Questo mito risale al Medioevo quando il vescovo Corrado di Querfurt azzardò l’ipotesi che l’accesso alla terra cava di Agarthi coincidesse con un’entrata nelle viscere dell’Epomeo.

Figuratevi che a questa teoria credeva sempre lo stesso Hitler, che era appassionato di esoterismo. Secondo lui gli Agarthi sarebbero stati una sorta di razza madre della stirpe ariana. E di conseguenza i progenitori dell’umanità. Proprio il Führer  ordinò ai sui soldati di scovare a Ischia  il passaggio  per Agarthi . A tal proposito furono scandagliate la ‘Grotta di Mavone’ ( Forio d’Ischia) e  la ‘Grotta del Mago’ , di cui già vi ho accennato in alto.

A essere rigorosamente scientifici non ci dovrebbe essere nulla di vero in tutto questo. L’unica certezza plausibile sarebbe qualcuno anticamente poté perdersi e fantasticare su regni di umanoidi su cui ci si inventò in seguito delle favole!

albergo-locanda-sul-mare-ischia-porto-hotel-artisti-hans-purrmann-wine-travel-blog-weloveitalyeu

‘Albergo Locanda sul Mare’ ,  il rifugio degli artisti. Hans Purrman

Non c’è da meravigliarsi che in passato all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’Ischia Porto ci si rifugiavano spesso personaggi di prestigio nazionali e internazionali. Appena sbarcati a Ischia se lo ritrovavano davanti! Per forza di cose con quelle camere confortevoli, minimali e arredate  con il  blu della marina.

Come la n. 115 dove dormiva l’incisore tedesco Hans Purrman ( nel 1910 partecipò  alla fondazione della scuola di Matisse a Parigi). Dalle persiane spalancate sul porticciolo Borbonico adorava dipingere particolari scorci che per varie vicissitudini non rimasero in loco!

Hans Purrman era un ebreo in fuga che veniva volentieri all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ per allontanarsi da tutti i suoi problemi. E tra le altre cose fu proprio lui il talent scout di Luigi De Angelis, che da barbiere finì per essere un acclamato ritrattista e paesaggista locale!

Giuseppe Macrì, il pittore delle vele

Inoltre l’ ‘Abergo La Locanda sul Mare’ Ischia Porto è una vera e propria galleria d’arte diffusa, i cui pezzi più pregiati sono i  quadri firmati dallo stesso Giuseppe Macrì .  Con due mostre collettive (1990) alle spalle, questo affermato albergatore è un uomo solitario. E schivo come un gatto, ma con un trascorso da artista tutto da raccontare.  

Giuseppe Macrì vive in simbiosi con la sua  Ischia . Il suo umore è regolato dal  porto borbonico. Ovvero quando è vuoto si rallegra, quando si riempie di turisti diventa un irascibile fascista! Pertanto  ne ho approfittato una serena e tranquilla mattina d’ autunno, quando l’ho invitato a uscire dalla sua tana per mostrarmi qualcosa di speciale  d’ Ischia Porto.

‘Villa Altana’ , le cupole arabeggianti d’Ischia Porto

Dopo una sosta a un bar per delle buone spremute d’arancia, io e Giuseppe Macrì ci siamo avviati verso la parte sinistra d’ Ischia Porto . Giunti  in via delle Fornaci, mi ha abbagliato la maestosità  delle cupole immense , e arabeggianti di ‘Villa Altana’ .  Questa era la residenza del colonnello Giovanni Masturzi, poi acquistata  e messa a nuovo dal duca L. S. Camerini nel secondo dopoguerra. Ovviamente non ci sarei mai potuta arrivare qui da sola con l’aiuto di una semplice guida.  Questa zona è conosciuta come Pagoda’, in memoria di un tempietto cinese in legno voluto da Ferdinando II per i suoi   gran galà.

Superato questo monumento , ci addentriamo nella villa comunale adombrata da  alberi secolari e gelsomini. Con tanto di veduta sul  Vesuvio  e Golfo di Napoli ci siamo appoggiati su un muretto rovente per il caldo torrido. Qui San Gennaro ha fatto la grazia, perché il Duchamp ischitano mi ha concesso una breve intervista!

Giuseppe Macrì, l‘ artista dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ a  Ischia Porto. 

Classe 1960, Giuseppe Macrì ha continuato l’attività alberghiera del padre e del nonno, che di origini calabresi si erano trasferiti per motivi di lavoro a  Ischia. Nel 1940 i familiari pian piano acquisirono diverse terre, e aprirono un ristorante, una salumeria, e un minimarket.

Successivamente comprarono una palazzina da un vecchio vignaiolo, che per difficoltà economiche lo mise all’asta di Viareggio. Quel rudere presto fu restaurato , e in appresso si fece fruttare come pensione e infine trasformato nell’ odierno ‘Abergo  Locanda sul Mare’   .

Da venti anni  Giuseppe Macrì porta avanti il suo lavoro con sacrificio e dedizione insieme a Olimpia de Angelis  e il figlio. Il suo contributo all’espansione e al rendimento della proprietà fu decisivo.  Dall’affitto di un gozzo in legno per i clienti per circumnavigare Ischia, alla modernizzazione della proprietà nel 2006.

L’arte secondo Giuseppe Macrì . In principio fu una caverna!

Giuseppe Macrì  si è sempre dato da fare per mandare avanti i suoi affari e ci è riuscito egregiamente. Gli impegni lo hanno assorbito vorticosamente.  Solo di recente che ha ripreso la sua vera passione, cioè la pittura. Lui ama definirsi un autodidatta. Da quando a sei anni abbozzava i primi schizzi con uno spazzolino da denti e dei tubetti di colore presi dalla spazzatura.

Mi ha confessato che viaggiava parecchio da giovane in Europa. Nelle attrattive delle grandi capitali riusciva a cogliere l’essenza dei principi di un’arte che modellò a piacere suo. La musa ispiratrice di Giuseppe Macrì rimane comunque la bellezza d’ Ischia, la stessa che ogni giorno meraviglia lui stesso i suoi concittadini. Questo è un atto di amore verso i suoi spettatori.  A loro regala pennellate di poesia, quella che è inesistente in tanti aspetti della società contemporanea.

Vecchie ciabatte e porte d’oriente. Le creazioni artistiche di Giuseppe Macrì

Giuseppe Macrì   trasse nutrimento dalle incisioni rupestri , dalla ‘Cappella Sistina’, dal ready-made. I suoi maestri furono, Marc Chagall, Jackson Pollock,  Vektor Pisani, Aniellantonio Mascolo, Robert Rauschenberg,  Anselm Kiefer, e Piero Manzoni. Come per quest’ultimo per Giuseppe Macrì  : “un oggetto rimane un oggetto fino a quando l’artista non lo trasforma in un’opera d’arte”.

Nasce da questa contaminazione artistica un file ruge che attraversa tutte le creazioni di Giuseppe Macrì , che sono parecchio versatili:

  • Tele con le vele, che rimandano all’utopia di un pianeta migliore;
  • Schizzi stilizzati del Vesuvio, che è emblema di potenza e rinascita;
  • Installazioni fatte di salvagenti, sughero, ciabatte consumate, e rubinetti, che sono rappresentazione della forza distruttiva dell’uomo;
  • Porte con scritte orientali, che diventano un messaggio di speranza per trovare una via d’uscita al consumismo capitalistico.
L’arte , un urlo contro le brutture della società contemporanea

Tutte produzioni autentiche, che sono diverse le une dalle altre, ma simili nell’intento. Ovvero  quello di stimolare l’immaginazione dello spettatore come unica risorsa per sopravvivere alla bugia dell’esistenza moderna.

Giuseppe Macrì  alterna la tecnica dell’acrilico a quella del combine painting. I suoi capolavori austeri, drammatici, teatrali e brutali sparsi per l’albergo diventano dunque concetti, pieni di rimandi simbolici, ed esoterici. Un urlo contro questa società ignorante e consumistica.

 La festa del porto del 17 Settembre 2014

Una foto un po’ sbiadita del porto Borbonico ha catturato la mia attenzione l’ultimo giorno di permanenza presso l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’   . Quella cornice era un ricordo parecchio importante per Giuseppe Macrì  .

Esattamente è lo scatto che immortalava la sua partecipazione il 17 Settembre del 2014 alla ‘Festa del Porto’ . Il  comune e il sindaco Peppe Brandi vollero questo grandioso spettacolo per celebrare i cento cinquant’anni  della nascita del porto d’Ischia nel 1854 per volontà di  Ferdinando II. A bordo di una barchetta  Giuseppe Macrì   celebrava l’ingresso dei galeoni borbonici  del re della regina al porto completamente svuotato al ritmo  del saluto regale con ventuno colpi a salve!

La ‘Festa del Porto’  fu un evento in gran pompa magna, che durò circa quindici giorni per un totale di sei edizioni. Questo era un galà unico nel suo genere arricchito con cortei mostre, stand con cibo e vino, premi, fuochi pirotecnici, e la presenza di una banda musicale e dell’esercito Borbonico. Giuseppe Macrì  girava anche per le scuole per diffondere la grandezza della storia del Sud. Tuttavia, il sipario calò presto. E questo appuntamento imperdibile si spense come una candela al vento per negligenza politica e mancanza di fondi.

L’ ‘Abergo Locanda sul Mare’   , Ischia   nell’anima

Non c’è nulla da fare, l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto  è il  posto perfetto per perlustrare  Ischia. Non solo per la sua centralità che lo collega a tutti i versanti.  Ma principalmente per l’accoglienza di Olimpia de Angelis  e Giuseppe Macrì,  che sono dei gestori di gran talento. E mi hanno trasmesso il loro amore immenso per un territorio che è di un fascino disarmante. Compreso nella prenotazione all’ L‘Abergo Locanda sul Mare’  c’è il lusso delle piccole grandi cose. Come il rumore del mare che sveglia alle prime luci del mattino. O il canto dei gabbiani che la sera addormenta mentre volteggiano sopra le ultime barche che rientrano al molo.

Per concludere, a Ischia si respira un’aria internazionale che è iniziata negli anni ’50 per gli investimenti dell’imprenditore milanese Angelo Rizzoli. Passeggiando per qualche lungomare ci si  gira a guardare stranieri ben vestiti, o magnifici yatch attraccati a qualche baia cristallina. Improvvisamente lo scenario cambia appena ci si addentra in qualche vicolo internato. Assale il profumo del pane appena sfornato.  Tra i banchi di frutta e verdura presi d’assalto dalle massaie per l’ora di pranzo. Queste sensazioni di un tempo autentico che a tratti pare essersi fermato sono quelle che mi sono più rimaste addosso d’Ischia  . Adesso è il vostro turno! Vi auguro buon viaggio!

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :