Quartiere Sanità, Napoli

Quartiere Sanità, Napoli

“Erano sempre e sempre saranno nel tempo infinito” 

Empedocle

Quartiere Sanità, Napoli 

Senza dubbio il quartiere Sanità  è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita per capire la vera essenza di Napoli . Definito un vero e proprio ghetto per trascuratezza estrema , il quartiere Sanità   oggi è invece  in  fase di rilancio. Questo grazie all’umanità e la professionalità di persone e istituzioni che ci hanno creduto. E hanno fatto bene.  Perchè si vedono già i risultati. Come per esempio nella gestione e fruizione del ricco patrimonio culturale e architettonico  rionale. O ancora nella nascita in loco di centri di studio e aggregazione di ogni genere.

Ma cosa è allora il quartiere Sanità ? Esso è in primis il sorriso e la gioia  del popolo napoletano, la fede mistica nella Madonna e in Maradona . Chi ci va avrà davanti a sè un labirinto di stradine strette . E qui tra bancarelle di vestiti,  frutta fresca e panni stesi al sole, saltano fuori monumenti straordinari. Oggi per il suo fascino e il suo magnetismo il quartiere Sanità  è diventato casa per molti artisti. Geni di ogni parte del globo lo hanno reso una tela urbana con  tanti murales che l’hanno colorato e valorizzato. Di tutto questo parlerò in questo post. Mi auguro che possiate presto visitarlo utilizzando i miei  percorsi che vi porteranno indietro nel tempo glorioso della cttà partenopea.

Quartiere Sanità di Napoli, un grido di speranza

Soprattutto il quartiere Sanità è voglia di vivere, nonostante tutte le difficoltà per la delinquenza, e gli scempi che si sono dovuti affrontare negli anni. Tuttavia, adesso le cose stanno cambiando. Perché si sono attuati dei piani di interventi tra privato e pubblico per il suo recupero sociale e urbanistico culturale.

La risultante di tutti questi sforzi  è stata quella di avere generato una delle zone più  amate del capoluogo campano .  A spiegarlo è difficile, ma ci proverò. Vi invito a scoprire di persona il fascino del quartiere Sanità .  Perché vale davvero la pena farci un salto. Buon viaggio!

Perché si chiama Sanità?

Vi starete chiedendo perché il quartiere si chiama  Sanità . Forse la motivazione sarebbe da ricondurre al fatto che in passato era una zona salubre (1500). Oppure  perché veniva ripulito dal fiume che scorreva da Capodimonte. Questa è  la collina  dov’è ubicato come parte della municipalità 3 Stella-San Carlo all’Arena.

Come arrivarci? Logicamente a piedi (o con  i mezzi) per evitare l’uso della macchina (il traffico di Napoli non ve lo raccomando , tanto meno l’ansia  da parcheggio!). Ci sono vari modi per raggiungerlo. Ma il più comodo è partire dal Centro Storico in direzione di  via Foria di fronte piazza Cavour  (10 minuti circa) . Nei paragi non fatevi scappare  la frontale  Porta di San Gennaro . Questa  è unica nel suo genere perché circondata da palazzi invece che da torrioni laterali. Merita un accenno l’affresco di San Gennaro  che la sovrasta. Questo  è un  ex voto eseguito da Mattia Preti fatto per scongiurare la peste del 1600.

Storia del quartiere Sanità

La storia del   quartiere Sanità   affonda le radici nell’era greco romana di Napoli . Destinato quasi sempre alla sepoltura dei morti (laddove non c’era più spazio nelle chiese o durante i periodi di epidemie) , ebbe il suo periodo di massimo splendore all’epoca dei Borbone.  Molte famiglie nobili si accasarano da queste parti. La golden age durò però poco. Esattamente  fino alla costruzione di un ponte, l’odierno Maddalena Cerasuolo (1806) . Questo collega due importanti snodi stradali, ovvero quello di via Santa Teresa degli Scalzi e corso Amedeo di Savoia.

I re   utilizzarono il ponte come passaggio dalla loro reggia a Capodimonte verso Napoli . Da allota  il quartiere Sanità   rimase abbandonato per anni . Quella infrastruttura diventò uno spartiacque che lo separava dal centro cittadino. Ben presto quella località aristocratica si modificò in una  periferia ingestibile. Di quel transito regale resta traccia in alcuni splendidi palazzi barocchi che descriverò in basso.

Quartiere Sanità ai tempi moderni

Dopo tanto  buio i riflettori si sono riaccesi sul quartiere Sanità   per l’impegno di uomini di valore,  associazioni e commercianti. Con la loro  passione e  dedizione hanno portato la luce laddove c’erano solo macerie. In breve il quartiere Sanità  è  diventando meta di pellegrinaggio  per molti turisti  e street artist di tutto il mondo.

Cè pure qualche  inglese e francese che al presente vi ha fatto fissa residenza. E la curiosità per il quartiere Sanità   è solo all’inizio.  Ed è palesamente  in  crescita. Cosa c’è da vedere e fare al quartiere Sanità   per una vacanza diversa e insolita? Seguitemi!

Padre Antonio Loffredo e il quartiere Sanità a Napoli

Padre Antonio Loffredo ha salvato il quartiere Sanità   dalla dimenticanza  . Lui è decisamente un parroco  visionario che appena si è stanziato da queste parti nel 2001 si è subito prodigato per rilanciarlo.  E sotto ogni punto di vista. Sua mossa  vincente per combattere la guerra allo sfacelo è stata la rincorsa ai fondi (circa 500 mila euro) per amministrare i gioielli rionali.  Il suo passo successivo è stato quello di impiegare gli scugnizzi in erba per riportare in superficie  la bellezza sotterrata del quartiere Sanità . 

Ed ecco che la sua rivolzuione  è scoppiata dalla rivalorizzazione della Basilica di San Severo fuori le mura  . Poi nel 2006 è nata  la prima cooperativa  La Paranza , a cui è stata affidata la guida delle catacombe sotterranee. Ne è subentrata un’altra nel 2014 , che è la Fondazione di Comunità di San Gennaro .

La ragione dell’esistenza di queste istituzioni fu quella di conferire stabilità a ciò che è stato realizzato.  Per cui si sono sempre promossi (e tuttora!)  nuovi progetti per la riqualificazione del quartiere Sanità . Tra questi la riattivazione del tour miglio sacro  che in tre ore vi conduce dalle  Catacombe di San Gennaro al suo Tesoro.

Le associazioni al quartiere Sanità

Si tratta di organizzazioni ONLUS che con effetti incredibili hanno portato avanti una realttà così complessa come quella del quartiere Sanità . Membri attivi sono tuttora quegli stessi ragazzi che sono stati tolti dalla miseria e che ridonano con la loro operosità l’aiuto che hanno ricevuto ! Parte del loro successo è stato un senso di forte collaborazione  che ha visto coinvolta la regione, la curia e altri investitori locali .

Così oltre a quelle relative all’ospitalità (B&B Monacone ) sono state via via promosse diverse  attività nel quartiere Sanità . Tutte quante sono state  dislocate tra le varie chiese e altri edifici come per esempio:

Cosa vedere al quartiere Sanità di Napoli?

Napoli è gigantesca e non basta un weekend per girarla tutta. Però se vi capita di starci per qualche settimana o ci tornate apposta, una giornata dedicatela al quartiere Sanità   . Vi propongo un itinerario di un giorno diviso in due tappe.  Di cui il prima potreste farlo la mattina, il secondo  il pomeriggio.

Mettetevi scarpe comode. E preparatevi ad assistere ad uno spettacolo a cielo aperto. Un biglietto gratuito per immergervi nella meraviglia del quartiere Sanità  . Un tuffo fra  ipogei greci, tombe romane, cimiteri medievali, chiese  e residenze signorili. Si apre un varco insolito tra  grovigli di case dalle facciate decadenti rianimate da murales titanici che abbagliano con i loro colori sgargianti. Il   quartiere Sanità  è dunque un  simbolo di speranza e rinnovamento che parte dal cuore e arriva dritto alle future generazioni che se ne prenderanno cura.

Affrettatevi a venire al quartiere Sanità

Come potrete immaginare la globalizzazione sta causando un’imbruttimento delle maggiori capitali europee. E questo si percepisce anche a Napoli . Molte zone che prima erano anonime e poche battute , come i Quartieri Spagnoli , sono state riprese dal loro deterioramento. E ciò  grazie a provvedimenti di varia natura. Tuttavia attualmente  c’è stato un  eccessivo cambiamento dell’atmosfera di questi angoli cittadini. Perché si sono sovraffolati di visitatori alla ricerca spasmodica del folklore napoletano.

Prima che questo incubo (speriamo di no!) tocchi il quartiere Sanità   vi consiglio di vederlo per afferrare lo spirito vero di una Napoli  . Quella delle donne che gridano a squarcia gola ai figli di rientrare per ora di pranzo. Del profumo della pummorola fresca  e schioppettante che fuoriesce dalle persiane dei bassi. E dei  bambini che giocano liberi nelle piazzette desolate sotto il sole cocente dell’estate o della pioggia battente dell’inverno.

Mappa Google primo itinerario rione Sanità  

Primo itinerario dal Borgo delle Vergini alla casa di Totò

Il primo itinerario che vi propongo comincia da Porta di San Gennaro. Da qui vi immetterete al Borgo delle Vergini , una piccola frazione fatta di vicolini che alternano arte e mercati di ogni genere. Il nome deriverebbe secondo la leggenda dagli Eunostidi. Quest’ultima è una confraternita religiosa di uomini vergini che tramandano il culto di Eunosto. Questi era un giovane bellissimo ucciso da Ocna , la pretendente rifiutata. L’ipotesi più realistica per l’epiteto sarebbe invece da ricollegare al ritrovamento di un tempietto delle Vestali  sacerdotesse romane che praticavano la castità.

Nel primo tratto di Borgo delle Vergini si incontra la Chiesa di S. Maria Succurre Miseris di Ferdinando San Felice (XVIII sec.) +.  In seguito si ammira la Chiesa dei Padri della Missione. La sua facciata è semplice ma il suo interno è molto sontuoso ed è attribuito a padre Andrea Garagni e Luigi Vanvitelli.

Si prosegue dal Borgo delle Vergini verso il terreno calpestato da Antonio de Curtis, alias Totò , il principe della risata . Celeberrimo attore e maschera Italiana , Totò  ebbe i suoi natali al terzo piano di un edificio in via Antaesecula, 110.  Tra il grigiore di abitazioni quasi pericolanti e le strizzatine d’occhio  di qualche guappo in motorino da scansare spuntano poi in ordine queste 5 chicche da non perdere.

Palazzo dello Spagnuolo 

Il Palazzo dello Spagnuolo  in Via Vergini 19  è  una villa patrizia battezzata così perché appartenuta al nobile spagnolo don Tommaso Atienza. Risale al 1738 e originariamente fu commissionato dal marchese di Poppano Nicola Moscati e fatto dall’ architetto Ferdinando Sanfelice .

Un grande esempio di barocco napoletano specie per la presenza all’entrata della monumentale doppia rampa di scale in marmo che è a forma d ventaglio (che fa sembrare quasi crollare la struttura al centro) .  L’ingegnere Francesco Attanasio e lo stuccatore Aniello Prezioso realizzarono gli stucchi in stile rococò degli interni ed esterni.

Nel corso dei secoli il Palazzo dello Spagnuolo   ha ospitato numerose personalità di spicco, tra cui nobili e personaggi importanti della storia napoletano. Esso è anche stato il set di molte produzioni cinematografche .

Complesso Vincenziano 

Il Complesso Vincenziano in via delle Vergini 51  è posto di fronte al Palazzo dello Spagnuolo . Questo monumento sta al di sopra delle rovine  del Convento dei Padri Crociferi  (1334), che era un ordine ospedaliero di origine medievale. Nel 1669 per volere del Cardinale Innico Caracciolo   vi si erano stanziati  i Missionari Vincenziani. Il primo missionario vincenziano ad arrivare a Napoli   fu Cosimo Galilei, nipote diretto di Galileo Galilei.

Facoltose donazioni della nobiltà napoletana, lungo il 1700, dettero la possibilità  ai Missionari Vincenzian di impiegare le maestranze migliori e gli  architetti di spicco di quel periodo. Ed ecco che internamente si possono ammirare la  cripta, la chiesa (XVIII sec.) , varie cappelle, un refettorio con il dipinto di Gerolamo Cenatiempo (allievo di Luca Giordano), e un altare di Luigi Vanvitelli.

Vicolo Cultura in via Montesilvano 

Vicolo Cultura in via Montesilvano  sta nel cuore del quartiere Sanità  . Qui si è creata una biblioteca all’aperto ricavata da un bene confiscato alla mafia. Abbellito con i murales che ritraggono Massimo Troisi, Pino Daniele, Peppino De Filippo, Totò e Sophia Loren è stata inaurata nel dicembre 2018.

A gestirla è la Opportunity Onlus presieduta da Davide D’ Errico che hanno visto anche la partecipazione  di alcune sezioni del Rotary e di altre realtà associative cittadine. E non ultima l’aiuto di Toraldo, la famosa azienda italiana produttrice di caffè. In flotte si sono uniti all’iniziativa di volontariato, dando un nuvo volto a questo punto straordinario di Napoli.

Palazzo San Felice 

Palazzo San Felice in via Sanità 2 è un palazzo in tipico barocco napoletano  con due rampe di scale in marmo . Esso fu voluto dall’architetto Ferdinando Sanfelice per la sua famiglia appositamente per allontanarsi dalla confusione del centro urbano. I suoi  materiali sono tutti in piperno, e lo avvolgono le sirene che sguizzano nel balcone del primo piano.

Si notano subito le finestre decorate con stucchi che si aprono in tutti e due i piani (al secondo si succedono decorazioni a sesto arcuato e tondi con busti) . Di grande prestigio sono i cortili , gli affreschi di Francesco Solimena e nella cappella privata le sculture di Giuseppe Sammartino (che ad oggi sono sparite).

Via Antaesecula

Via Antaesecula 110  è una  viuzza dove ebbe i natali il celebre Totò . Qui  si possono contemplare la Casa Museo con relativo mureales, e più in là altri  cimeli a lui dedicati. Lui era una forza della natura è ha lasciato il segno  non solo per la sua straordinaria comicità, ma anche per il suo talento nell’intepretazione di alcuni ruoli drammatici. Possiamo annoverarelo tra uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani .

Altre dimostrazioni di affetto concrete per Totò  sono  a  Largò Totò . In particolare mi riferisco a una sagoma di pietra perforata di Giuseppe Desiato, che ritrae Totò in una delle sue tipiche pose. E per finire le installazioni luminose Core Analfabeta fatte da Tiziano Corbelli e molto altro ancora .

Mappa  Google secondo itinerario  rione Sanità

Secondo itinerario, dalla Basilica di Santa Maria al cimitero di Fontanelle

Una passeggiata nell’anima del quartiere Sanità   vi farà penetrare in delle sorprendenti realtà artistiche che non hanno uguali. Cominciamo con una chiesa che si  trova proprio all’inizio del Borgo delle Vergini  . Mi riferisco a quella di Santa Maria Misericordia ai Vergini .

Detta anche della Misericordiella  essa è del XIV secolo (su progetto degli architetti Bartolomeo Granucci e Ferdinando Sanfelice) fu per molto tempo lasciata a se stessa . Rinasce  nel 2015 sotto la spinta dell’associazione SMMAVE e della direzione di dell’artista Christian Leperino. Teatro di vari laboratori artistici  e culturali diventa un esempi da seguire come ripristino efficace dei beni culturali. Non possiamo certamente accontentarci.  Per cui proseguendo con buona lena arriviamo esattamente nelle mete più gettonate del quartiere Sanità   che sono elencati in basso.

Basilica di Santa Maria

Basilica di Santa Maria (1602-1610) in piazza Sanità 14 è un capolavoro del barocco napoletano frutto del genio dell’architetto domenicano Fra Nuvolo.  Essa è chiamata così perché vi è stata rinvenuta una raffigurazione della Madonna del V secolo, la più antica di Napoli. Anche se popolarmente essa  è conosciuta  come  S. Vincenzo, per via della statua di S. Vincenzo Ferrer ( ‘o munacone) , che è qui adorata  per avere allontanato il colera.

La Basilica di Santa Maria si conferma essere l’asse nevralgico e scrigno di tesori dell’intera area. La basilica ha la tipica conformazione a croce greca con la sua distintiva cupola a maioliche gialle e verdi visibile dal ponte della Sanità. Dentro si rimane ammaliati dall’altare maggiore innalzato sopra la cappella antistante l’ngresso delle Catacombe di San Gaudenzio (incorporate nella zona presbiteriale).  Questo è il secondo cimitero paleocristiano più grande di Napoli (dopo le  Catacombe di San Gennaro il cui ingresso è adiacente alla Basilica del Buon Consiglio, in via Capodimonte, 13). San Gaudenzio era un vescovo Africano che arrivò a Napoli nel 439 e ci morì nel 452.

I suoi interni preziozi 

La Basilica di Santa Maria  conserva inoltre opere di correnti manieristiche, classicistiche e barocche e della pittura napoletana del XVII secolo (tra cui Luca Giordano). E quelle di artisti contemporanei come Gianni Pisani, Annamaria Bova e Riccardo Dalisi. Senza scordare che qui si può venerare il  Presepe Favoloso inaugurato il 24 Dicembre 2021 un gioiello dei fratelli Scuotto e del restauratore e scenografo presepiale Biagio Roscigno. In fine fuori la piazzetta  c’è una scultura in bronzo In-ludere di Paolo La Motta che rappresenta Genny Cesarano, un ragazzino di 17 anni  ucciso per errore dalla camorra nel Settembre 2015.

Basilica di San Severo fuori le mura

Basilica di San Severo fuori le mura in piazzetta San Severo a Capodimonte, 8 è un omaggio a San Severo.  Questi  fu l’undicesimo vescovo di Napoli tra il 363 e il 409 d.C. Risalente al XVI nacque per volontà dell’arcivescovo Carafa e rimaneggiata dall’architetto Dionisio Lazzari. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre cappelle per lato e transetto. Vanta e custodisce opere, tra gli altri, di Leandro Carcano (L’Annunciazione), Paolo De Matteis (la Madonna del Rosario con i santi Domenicani), Pietro Lambertucci (Santi Pietro e Paolo).Nel 2017 fu restaurata coinvolgendo in modo particolare  la cupola,e  la  facciata .

Nella piazzetta adiacente spicca Perseveranza , il murales di geometrie colorate del cileno  Matu & Sal. Incastonata come una perla è la Cappella dei Banchi , cioè di quella confraternita che nel XVI secolo aveva il compito di confortare i condannati a morte. Tutte le pareti sono infatti affrescate con scene che rimandano al dolore e alla sorte dei giustiziati per mano di grandi talenti dell’epoca. Infine a fare riflettere sulla tragedia moderna dell’immigrazione c’è la scultura del Figlio Velato di Jago , che è stato aggiunto di recente. Si ispira al Cristo Velato di G. Sanmartino ed è stata tirata fuori a New York da un blocco di marmo del Vermont . Raffigura un bimbo morto con la pancia gonfia. Davvero commovente.

Cimitero di Fontanelle

Cimitero di Fontanelle  (al momento chiuso per messa in sicurrezza, dovrebbe riaprire primavera 2023) è così intitolato per i rigagnoli di acqua che scendono dalla collina di Materdei sotto il quale è ricavato (in un’antica cava di tufo). In 3000 mq sono seppelliti le ossa di tutte quei poveri che morirono di pestilenze. L’usura lo aveva segnato . Fino a quando non venne riordinato nel 1872 dal canonico Don Gaetano Barbati  con l’aiuto di alcune donne del quartiere. Fu poi messo in sicurezza e riordinato dopo il 2002 e riaperto definitivamente nel 2010.

Ci sono varie sezioni al Cimitero di Fontanelle  . Come quella dell’ossario che è suddivisa dentro solchi che accolgono i diversi resti catalogati per provenienza. Poi abbiamo anche un Tribunale . Questo è un crocifisso davanti il quale dovevano tenersi le sedute segrete dei malavitosi. Ci sono anche  degli scolatoi, dove venivano posti i cadaveri per far colare i liquidi.

Al Cimitero di Fontanelle   si praticava pure  il rito delle anime pezzentelle. In pratica chiunque volesse ricevere una grazia adottava un teschio . E se ne prendeva cura . Ma se non esaudivano nessun desiderio, i fedeli passavano ad altra capuzzella! Al riguardo meritano menzione le due cape  più visitate , coè quelle di Concetta e del Capitano.  La prima era venerata per trovare marito , la seconda è una star protetta addirittura da una teca di vetro. Leggenda vuole che la testa del Capitano si vendicò dell’esuberanza di un giovane sposino che non credeva ai suoi poteri. Per ripicca gli apparve insieme alla consorte durante le nozze causandone la morte.

Murales del quartiere Sanità

Logicamente quartiere Sanità   vuol dire anche street art , che a Napoli esordì già negli anni ’80 e che ebbe il suo picco nel 2015. Un’esplosione di cooperazioni tra i grandi nazionali e internazionali di questo genere artistico  che hanno avuto una duplice funzione.

Da una parte il loro operato ha provocato un rinnovamento di spazi decadenti, e dall’altra un input generale   a risorgere dall cneri. I messaggi di questi disegni giganteschi sono ovviamente urla di protesta contro  tutte le forme di degrado sociale e morale che si insinuano nella comunità napoletana.

Diamo allora uno sguardo generale alle migliori rappresentazioni dei murales che hanno portato good vibes  al quartiere Sanità   . Da quelle più famose a quelle più nascoste (potrete visualizzare meglio cliccando in questa Mappa interattiva dei murales di Napoli).

 

Piazza Miracoli: Maxi  murales di Diego Armando Maradona,   Diez , 2023

Palazzo Sanfelice: Il vento pesa quanto le catene Zilda,  2015

Vico Buongiorno: Nu ‘mmescà ‘e fantasme cu ll’anguile Collettivo FX, 2019

Vico Lammatari: Stencil di Maradona ,  Alex Senna  , 2017

Piazza Sanità:  Luce   e Totò e Peppino (scena del film La Banda degli Onesti ) ,  Cruz , 2016

Ponte della SanitàRe Si Stiamo , Bosoletti, 2016

Ponte della  Sanità: Tienime, ca te tengo , Jerico , 2019

Via Sanità :  Speranza Nascosta  ,  Bosoletti ,  2016

Salita San Raffaele :  Donne Partenopee ,  Bosoletti, 2016

Via Fontanelle: Chiesa della Santissima Maria del Carmine, Tono Cruz & Mono Gonzalez, 2016

Via Fontanelle: E Vir Napule e po’ muorFratelli Toqué, 2018

La cucina Napoletana 

La cucina a Napoli  non è solo pizza , anhce se qui non ha eguali ! La cucina napoletana è variegata, gustosa e fa sognare. Essa è la risultante delle varie domnazioni che hanno invaso e plasmato Napoli. In ogni piatto c’è qualcosa dei Greci, dei Romani, dei Francesi e degli Spgnoli. Sono le pietanze più povere quelle più apprezzate che sono state l’emulazione dei banchetti nobiliari dell’aristocrazia partenopea.

Mangiare Napoli vuol dire quind ripercorre le pagine della sua storia e l’offerta è logicamente infinta. Dallo street food, alle ricette di pesce e carne a una pasticcerria che solo a pensarci si ingrassa. Che soddisfazione però, compresa una tradizione enoica di bianchi e rossi che dalla Falanghina al Taurasi soddisfano i palati da quelli più semplici a quelli più raffinati. Vi è venuta fame? Ecco in baso un elenco delle principale pietanze :

Dove mangiare al quartiere Sanità

Quartiere Sanità, un’altra Napoli

In conclusione il quartiere Sanità rappresenta il lato più sacro e profano di Napoli, dove miseria e nobiltà camminano abbraccetto. Dove alle morti per sparatoie di rese dei conti si sovrappongono le vite di tutti coloro  che stanno camminando verso un futuro migliore. Il cammino verso il paradiso è ancora lungo ma la voglia di fare e di riscatto è tanta. Nonostante tutte le problematiche legate al rilancio del  quartiere Sanità  sono stati colmati tanti vuoti. E ce ne saranno ancora tanti da riempire. Però il motore è in azione e la linea di tendenza verso la ripresa è quella di una collettività unita che tenta di rispondere a tutti i bisogni e i diritti dell’essere umano.

Chissa cosa proverebbe Edoardo de Filippo se vagasse per le viuzze del quartiere Sanità .  Magari sarebbe ancora una volta  fonte di ispirazione per un’altra pièce teatrale irriverente  come Il Sindaco del Rione Sanità .  Forse avrebbe affiancato alle figure dei  camorristi anche quelli di eroi che si rimboccano le maniche per ricominciare da capo verso il traguardo  della legalità!

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‘Via dei Tribunali’, Napoli

‘Via dei Tribunali’, Napoli

“Trovo nel popolo napoletano la più geniale e vivace industria,

non per diventare ricchi, ma per vivere senza occupazioni”
J.W. Goethe

‘Via dei Tribunali’, Napoli

Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di  Napoli, che si può  vivere  a pieno solo girandola a piedi. Camminare in questa zona così autentica e verace , vi permetterà di capire la memoria e lo spirito di questa metropoli, che seppure moderna è ricca di tradizione e folklore.

Sono stata a  Napoli   la prima settimana di Luglio. Così, nonostante l’afa estiva, ho avuto  nuovamente modo di perdermi nella bellezza, nella storia, e nel ricco patrimonio artistico ed enogastronomico della capitale partenopea. Ci sono tornata per esplorare meglio  Via dei Tribunali’  , andando oltre i classici itinerari  di questa parte così sorprendente del  centro storico di  Napoli  (di cui tra l’altro vi ho parlato in un precedente articolo).

Quello che ho scoperto di insolito e misterioso di Via dei Tribunali’  ve lo propongo in basso in due percorsi particolari . Questi vi porteranno in giro  nel centro storico di  Napoli fra guglie, chiostri, cavità sotterranee, e i vicoli ciottolati di sanpietrino   . Vi auguro buon viaggio tra le meraviglie nascoste di Via dei Tribunali’  a  Napoli  , la città più affascinante del Sud Italia. Qui ancora potrete respirare  l’odore di lavanda  delle lenzuola bianche stese al sole . Oppure il profumo  del soffritto d’ aglio , che le massaie usano per preparare la pummarola fresca a pranzo.

‘Via dei Tribunali’, il decumano maggiore di Napoli

 ‘Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di tutto il centro storico di  Napoli  . Quest’ultimo si estende per 17 km a est della città, inglobando  i quartieri di ‘San Giuseppe’, ‘Porto’, ‘Pendino’, ‘San Lorenzo’, e ‘Mercato’. Un gioiello di inestimabile valore che  è stato riconosciuto dall’ ‘UNESCO’ nel 1995 e inserito tra i beni dell’umanità.

‘Via dei Tribunali’  per di più è una delle tre strade principali dell’antico impianto urbano greco . Per questa ragione è detto decumano , ed è quello maggiore di Napoli. Ce ne sono altri due:

Perché si chiama ‘Via dei Tribunali’ ?

‘Via dei Tribunali’  si snoda  per 800 metri . Comincia  a ‘Porta Alba’ e ‘Piazza Bellini’ e  finisce,  dopo l’incrocio con ‘via Duomo’ , in corrispondenza del ‘Castel Capuano’. In questo edificio nel XVI secolo Don Pedro di Toledo riunì cinque terribili corti di giustizia .  La loro spietatezza era talmente rinomata che si battezzò quest’area come quella   ‘via dei tribunali’ da non dovere mai percorrere nella vita! Fatto curioso è che la stessa ‘Piazza San Gaetano’  , quella che si staglia esattamente in mezzo a ‘Via dei Tribunali’   ,  sorge su una precedente agorà greca e foro romano.

Adesso andiamo a spasso per ‘Via dei Tribunali’   per esplorare  posti esagerati che vi faranno apprezzare  la storia, l’arte e la cultura del centro storico di  Napoli . Poi vi darò delle dritte su dove gustarsi una pizza bomba o specialità locali, e su dove godersi la  movida notturna a Napoli . Siete pronti? Let’s go! 

5 cose da vedere in ‘Via dei Tribunali’. Primo itinerario a piedi 

Sono rimasta colpita dalla numerosità dei tesori che ‘Via dei Tribunali’   riesce a offrire . Queste prime cinque cose da vedere vi faranno conoscere una Napoli diversa, quella più buia e nascosta.

Nelle viscere di  Napoli , quelle del sottosuolo, si celano strati di epoche diverse da quelle greco-romane a quelle medievali, da quelle del potente Settecento al Secondo Dopo Guerra. Un passato fatto di gloria e di sconfitte, di miseria e di nobiltà, che hanno regalato all’urbe quel fascino e quelle contraddizioni che non potrete trovare in nessun altro posto al mondo!

Napoli è energia pura e sfrenata. Napoli  è un luogo di scorci inaspettati che commuovono l’anima, di incontri casuali, di conversazioni spontanee ed eleganza  inimitabile. Benvenuti nel capolavoro più improbabile d’Italia!

1. ‘Napoli sotterrata’ 

La ‘Napoli sotterrata’  è un sito archeologico di 10 metri di lunghezza. Si trova in ‘vico Sant’Anna di Palazzo 52’   al di sotto del  Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore’  , un capolavoro architettonico che comprende:

Pagando in loco (oppure on line) 9 a persona nella ‘Napoli sotterrata’  si può contemplare questa ampia area che anticamente i Greci e i Romani utilizzavano come piazza, macello e mercato. Una stratificazione di epoche diverse che desta stupore e che rappresenta un vero e proprio tesoro artistico (da non confondere con la ‘Napoli Sotterranea’ in  ‘piazza San Gaetano, 316’  e la ‘Napoli Sotteranea’ in ‘vico S. Anna di Palazzo, 52’ ).

2. ‘Palazzo Marigliano’ 

‘Palazzo Marigliano’ (detto anche ‘Capua’) in ‘via San Biagio Dei Librai, 39’   è un palazzo nobiliare  del 1550 dell’architetto Giovanni Francesco Mormando. Il  centro storico di  Napoli  era il punto preferito dai nobili reggenti per edificare le loro residenze aristocratiche durante il periodo del regno aragonese e del vice regno spagnolo (XV-XVI secolo) . Per questa ragione qui se ne contano numerose.

‘Palazzo Marigliano’  è in stile Rinascimentale all’esterno e Barocco all’interno . Esso è intitolato al tenente di vascello Marigliano, eroe di guerra deceduto a Taranto agli inizi del XX secolo. Le sue particolarità decorative sono  i rivestimenti in marmo bianco e  piperno e il delizioso giardino pensile.

Al ‘Palazzo Marigliano’ furono fatte delle modifiche tra il XVIII e il XIX secolo. In particolare il suo vecchio portale  fu snellito per uno più ampio al fine di consentire l’apertura di botteghe. Di notevole interesse è pure il cortile interno che è costituito da una scala a doppia rampa. Accanto a questa ultima ci sono dei piani abbelliti dagli affreschi di Giovan Battista Maffei. Oggi è sede dell’ ‘Museo e Ospedale delle Bambole’ e della ‘Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania’.

3. ‘Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’

Il Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’  in ‘via San Biagio ai Librai’ fu voluto a partire dal 1591 dalla ‘Corporazione dell’Arte della Seta’ . Proprio la seta fu un tessile che diede gloria e ricchezza a Napoli dall’Alto Medioevo  fino all’avvento della ‘Rivoluzione Industriale’.

L’ aspetto attuale del  Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’   è frutto del restauro dell’architetto Gennaro Papa e di altri geni del Settecento napoletano. In stile Barocco e a navata unica, esso possiede inestimabili capolavori  di Giuseppe Sanmartino e del suo allievo Giuseppe Picano. E ancora quelli dei più noti  marmorai di quel periodo come Trincano e Francesco Pagano. E non mancano affreschi pregiati degli autori Jacopo Cesari, Ippolito Borghese e Marco Antonio Tibaldi.

Attualmente sono emersi due nuovi spazi sotterranei : un antico sistema viario di Napoli del 1300 e un ipogeo con un enigmatico altare. Dal 2003 l’ ‘Ass. Respiriamo Arte’ gestisce il Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’ . Questo è un patrimonio artistico di grande valore, che ci ricorda  quanto un tempo Napoli fosse importante da un punto di vista economico.

4.‘Galleria Artiaco’

In ‘piazzetta Nilo, 7’  si fa notare la sobria  ‘Galleria Artiaco’.  Essa promuove  un tipo di arte concettuale e minimalista, direzione intrapresa dal 2010 , quando fu inaugurata  con le mostre degli artisti Liam Gillick e Sol LeWitt .

Alfonso Artiaco è stato il promotore di questa fucina di riqualificazione urbana e artistica .  A soli ventidue anni aveva già avviato la sua   ‘Galleria Artiaco’   a Pozzuoli. In seguito e per caso un’amica avvocato gli fece acquistare gli attuali saloni espositivi. Questi sono collocati all’interno di uno stabile antico largo 600 mq , che ha in tutto 10 stanze e una foresteria per gli artisti.

5.‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’

La ‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’ è situata in ‘via  Via dei Tribunali, 39’, e fu voluta da alcune nobili famiglie napoletane. Fatta da Giovan Cola di Franco (XVII secolo), questa chiesa fu concepita come luogo di sepoltura e di celebrazione delle anime ‘pezzentelle’ (ovvero la cura dei resti dei defunti di identità ignota che vagano per il Purgatorio in cerca di alleviamento di pene).

II culto dei morti è molto sentito a Napoli, perché si crede possano influenzare le esistenze dei vivi (più nel  bene che nel male!). A dimostrazione di ciò proprio, in questo santuario si continua a venerare il leggendario ‘teschio di Lucia’ . Questo è ciò che rimane di una nobildonna sfortunata in amore che è luce di speranza invece per chi vuole sposarsi.

‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’  è  un articolato monumento, che accoglie oltre il tempietto religioso :

La presenza di un ampio cimitero non dovrebbe sconvolgere più di tanto,  se si considera che a quei tempi Napoli era la città più popolosa d’Europa (seconda  solo a Parigi ). Per cui si cercava sempre di dare un decoro alla morte.  Specie quando la crescita demografica fu bloccata e mortificata dalla peste.

Altre 5 cose da vedere in ‘Via dei Tribunali’. Secondo itinerario a piedi 

Queste altre quattro attrattive di ‘Via dei Tribunali’    vi rallegreranno l’anima . Vi condurranno a spasso in luoghi divertenti e altri pieni di inestimabile valore architettonico. Non c’è da stupirsi se avrete le idee confuse appena visiterete Napoli , perché c’è davvero troppo da fare e da ammirare.

Per cui mettevi un paio di scarpe comode e addentratevi nelle stradine ciottolate affollate da turisti , venditori ambulante di frutta e verdura e sconosciuti che vi sorridono. E non dimenticate di guardare ovunque, perché le sorprese qui sono dietro ogni angolo. Buona lettura!

1. ‘Museo dell’acqua’ 

Il ‘Museo dell’acqua’  ci racconta l’antico sistema idrico di Napoli .Vi si accede dalla ‘piazzetta Pietrasanta 17/18’ ,  ed è stato aperto al pubblico  nel 2021. Esso è ubicato nel sottosuolo del complesso della ‘Basilica della Pietrasanta’ , una monumentale opera architettonica fatta dell’architetto Cosimo Fanzago  (metà del  XVII s.)  sui resti di un antico tempio della dea Diana

In soli venti secondi con un ascensore ci si può catapultare a 35 metri di profondità e fare un percorso di un chilometro fra rami e cisterne dell’antico Acquedotto della Bolla’. Questo è stato il primo acquedotto cittadino creato dai Greci e ampliato dai Romani tra la zona di Caponapoli e lo sbocco a mare del Chiatamone.

L’ambiente intorno è valorizzato da un sofisticato impianto illumino-tecnico. Questa trovata enfatizza volumi e volte, attraverso luci e colori, in modo da immergersi totalmente nei meandri storici di una Napoli sotto terra.

2. ‘Busto di Pulcinella’

Il ‘Busto di Pulcinella’ è una scultura dell’artista  Lello Esposito , che rappresenta  Pulcinella  , la  maschera napoletana  dall’attore Silvio Fiorillo  inventata ad Acerra a inizio Seicento. Dal 2012 il ‘Busto di Pulcinella’  (alta un metro e venti e fatta di bronzo) è posizionata in  ‘vico del Fico al Purgatorio  .

Il ‘Busto di Pulcinella’ è sicuramente ormai l’attrazione più fotografata dai turisti . Ricordatevi che se toccate il naso e il becco, vi porterà fortuna ! Per cui non esitate a fare una fermata e concedervi un momento tutto per voi per chiedere ciò che desiderate all’universo! Chissà che non vi accontenti!

3. ‘Basilica di San Paolo Maggiore’ 

LaBasilica di San Paolo Maggiore’  (XVI secolo)  in ‘piazza San Gaetano’  è dedicata a Gaetano da Thiene, fondatore dei padri Teatini. Essa è stata costruita sul tempio dei Dioscuri  del I secolo d. C. (questi erano secondo la mitologia greca i  gemelli figli di Zeus , considerati miracolosi guaritori).

In stile Barocco la Basilica di San Paolo Maggiore’  è il risultato della maestria degli architetti Francesco GrimaldiGiovan Battista Cavagna, e Giovan Giacomo di Conforto. Di grande impatto visivo è sicuramente la sua facciata con  due imponenti colonne corinzie, che fu progettata da Giovan Battista Cavagna e completata da Giuseppe Astarita

 A magnificare la Basilica di San Paolo Maggiore’  sono:

  • Due nicchie laterali con le statue raffiguranti i santi Pietro (a sinistra) e Paolo (a destra), entrambe di Andrea Falcone del 1671;
  • L’interno, a croce latina a tre navate piena di decorazioni e tele di valore;
  • Il chiostro grande, situato alle spalle dell’abside, adibito ad archivio dei documenti notarili (dal 1700 in poi);
  • Il chiostro piccolo caratterizzato da una serie di colonne antiche appartenenti all’originaria chiesa paleocristiana. Un leggenda narra che l’acqua del pozzo centrale fosse la più fresca della città e che i fedeli vi accorressero per dissetarsi.

4. ‘Pio Monte della Misericordia’ 

‘Pio Monte della Misericordia’  è un’ istituzione benefica napoletana in ‘via dei Tribunali , 153’  fondata nel 1601 da nobili napoletani . Sorge dentro  le mura di un palazzo nobiliare del Seicento fatto dal regio architetto Francesco Antonio Picchiati

La ‘Cappella’, lo scalone monumentale che raggiunge la ‘Quadreria’ al primo piano, il suo ‘Archivio storico-Biblioteca’ e le ‘Associazioni ospitate’, raccontano oltre quattro secoli di attività ininterrotta a favore dei più deboli. L’ammirevole attività di sostegno sociale continua ancora oggi

Nella  cappella è conservata la tela delle Sette opere di Misericordia’ del Caravaggio, tra le più importanti pitture del Seicento italiano e  napoletano.  Il noto  pittore lombardo trovò rifugio a Napoli  dopo la sua condanna per omicidio. Nella tela un gruppo di personaggi presi dalla strada . Questi sono disposti a raggiera, e simboleggiano la missione dell’ente. Questa era quella appunto di fare  azioni caritatevoli verso i bisognosi. Tra queste sette opere pier per esempio si possono scorgere:

  • Dare da bere agli assetati (l’uomo a sinistra che beve);
  • Fare visita alle carceri ( un uomo con la barba che si sporge dalla prigione) ;
  • Seppellire i morti (i piedi di un defunto che sbucano fuori da una fessura sulla destra) , tema molto sentito visto il problema a quei tempi delle carestie e delle pestilenze.

5. Quartiere Sanità 

Senza dubbio il quartiere Sanità  è un’esperienza da fare una volta nella vita per capire la vera essenza di Napoli . Definito un vero e proprio ghetto per trascuratezza estrema , il quartiere Sanità   oggi è invece  in  fase di rilancio. Questo grazie all’umanità e la professionalità di persone e istituzioni che ci hanno creduto. E hanno fatto bene.  Perchè si vedono già i risultati. Come per esempio nella gestione e fruizione del ricco patrimonio culturale e architettonico  rionale. O ancora nella nascita in loco di centri di studio e aggregazione di ogni genere.

Ma cosa è allora il quartiere Sanità ? Esso è in primis il sorriso e la gioia  del popolo napoletano, a fede mistica nella Madonna e in Maradona dell’urbe. Chi ci va avrà davanti a sè un labirinto di stradine strette . E qui tra bancarelle di vestiti e frutta fresca e panni stesi al sole, saltano fuori monumenti straordinari. Oggi per il suo fascino e il suo magnetismo il quartiere Sanità  è diventato casa per molti artisti. Geni di ogni parte del globo lo hanno reso una tela urbana con  tanti murales che l’hanno colorato e valorizzato.

‘Enoteca Scagliola’, dove degustare il vino in ‘via dei Tribunali’ , Napoli

‘Enoteca Scagliola’ in ‘via Via San Pietro a Maiella 15’ è la mia cantina preferita nel centro storico di  Napoli . Ci sono affezionata perché ha partecipato al colossale progetto enoico di  ‘Mosaico per Procida 2022’ .

Quando ho varcato la soglia dell’ ‘Enoteca Scagliola’  mi ha colpito il vasto assortimento di champagne , liquori, e nettari divini. Nicola, il proprietario, è un sommelier professionista e, che ama tantissimo il suo lavoro. Con molta gentilezza mi ha fatto accomodare nel piccolo salottino della hall di degustazione posto di fronte il bancone e la cassa.

‘Asprinio’ in bolle !

L’ atmosfera dell’ ‘Enoteca Scagliola’   è conviviale, intima, e allegra. L’assortimento di etichette dell’ ‘Enoteca Scagliola’  è disarmante. Essa spazia dalle migliori bollicine francesi, ai più introvabili rossi e bianchi del mercato internazionale e nazionale. Ovviamente trovandomi in Campania, ho fatto una verticale delle migliori bottiglie di Asprinio, il vitigno autoctono per eccellenza del casertano.

All’ ‘Enoteca Scagliola’  si organizzano spesso  serate con musica live per  apprezzare le migliori etichette svagandosi e stando in compagnia.  Vi lascio adesso a una lista imperdibile di locali dove gustare il meglio della pizza, del cibo e del caffè nel centro storico di  Napol Buon appetito!

Wine & Food  in ‘via dei Tribunali’, Napoli

Napoli  è acclamata in tutto il pianeta per la sua pizza e per la sua abbondante e variegata tradizione gastronomica. Quest’ultima spazia dallo street food ai  piatti di pesce e  carne, dai contorni ai dolci. Un susseguirsi di sapori genuini e stagionali che assicurano al vostro palato un’esperienza unica di sapori genuini e stagionali.

Ovviamente  l’esclusività dell cucina locale è data anche dalla fantasia stessa dei Napoletani e dall’ottimo rapporto prezzo qualità.  Volete qualche suggerimento dei piatti più tipici di Napoli? Eccovi una breve lista:

  1. ‘Ragù napoletano’;
  2. ‘Pasta e patate’ ;
  3. ‘Spaghetti con le vongole’;
  4. ‘Mozzarella di Bufala’;
  5. Spaghetti alla puttanesca’;
  6. ‘Cuoppo di fritture’;
  7. ‘Pastiera’;
  8. Sfogliatella;
  9. ‘Babbà’.

Adesso invece vi consiglio qualche posticino dove potete sul serio leccarvi i baffi e divertirvi nei pressi di ‘Via dei Tribunali’   . Buon appetito!

10 pizzerie top in ‘via dei Tribunali’, Napoli

1.     ‘Pizzeria Sorbillo’: in ‘via dei Tribunali, 32’;

2.     ‘Pizzeria da Matteo’: in ‘via dei Tribunali, 94’;

3.     ‘La figlia del presidente’: in ‘via del Grande Archivio, 24’;

4.     ‘Pizzeria dei Decumani’: in ‘via dei Tribunali 60/61’ ;

5.     ‘Antica pizzeria Aiello’: in ‘via Santa Maria di Costantinopoli, 2’;

6.     ‘Palazzo Petrucci’: in ‘piazza Domenico Maggiore’, 5/7’;

7.     ‘Pizzeria Vesi’: in ‘via San Biagio dei Librai, 115’;

8.     Pizzeria Attilio’: in ‘via Pignasecca, 17’;

9.     ‘Pizzeria 400’: in ‘via Concezione a Monte Calvario’;

10.  ‘La Masardona’: in ‘via Giulio Cesare Capaccio, 27’.

4 Ristoranti top in via dei Tribunali’, Napoli

  1. ‘Etto’: in ‘via S. Maria di Costantinopoli, 103’, si paga in base al peso. Proposta varia che cerca l’equilibrio dei nutrienti: verdure fermentate, riso venere e rosso, piatti ricchi di probiotici;
  2. ‘Ristorante da Carmine’: in ‘via dei Tribunali 330’;
  3. ‘Trattoria Enoteca la Campagnola’: in ‘via dei Tribunali 47’ ;
  4. ‘Osteria Ippolito’: in ‘via dei Tribunali, 328’ .

4 Cafè Bar top in via dei Tribunali’, Napoli

  1. ‘Leopoldo Cafè bar’ : in ‘via Benedetto Croce, 30/31’;
  2. ‘Pasticceria Capparelli’: in ‘via dei Tribunali 323/327’;
  3. ‘Spazio Nea’: in ‘via Santa Maria di Costantinopoli, 53, Piazza Bellini, 59’
  4. ‘Mexico’ : in ‘p.za Dante, 86’.

2 Locali notturni top in via dei Tribunali’, Napoli

1.     ‘Galleria, 19’: in ‘via San Sebastiano,19’;

2.     ‘Punk Tunk Cafè’ : in ‘piazza Dante,40’.

Napoli, la grande bellezza

Napoli   ti ammalia  tra sua la miseria, come quella  dei palazzi sgarrupati del rione ‘Sanità’ , e la sua nobiltà, come quella prorompente della ‘Reggia di Capodimonte’. Queste due sono state le ultime incredibili tappe della mia permanenza in questo paradiso caotico, che mi hanno fatto capire la grandiosità dei Napoletani,  riassunta in una celebre citazione di Pier Paolo Pasolini :

“Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c’è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all’ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.”

‘Quanno uno s’à da mbriacare è meglio che se mbriacasse de vino buono’ (‘Quando ci si deve ubriacare è meglio farlo con del vino buono’) ! Nei proverbi c’è tanta verità, per cui se volete regalarvi un qualcosa di straordinario che farà bene all’anima venite a Napoli, e fatemi sapere!

 

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‘B&B Domus Gemi’ , via dei Tribunali 309, Napoli

‘B&B Domus Gemi’ , via dei Tribunali 309, Napoli

“…Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de’ criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca’ non si sulo…”

Pino Daniele

b&b ‘Domus Gemi’ ,   Napoli

Il b&b ‘Domus Gemi’ in via dei Tribunali 309 di Pasquale Lomolino è il posto dove alloggiare se volete godervi il centro storico di  Napoli . Si trova a  19 minuti dalla Stazione Garibaldi e a 10 minuti dalla fermata della metropolitana ‘Cavour’ . Questo vi permetterà di raggiungere tranquillamente a piedi (e con i mezzi dove necessario)  i principali punti di interesse turistico della capitale partenopea.

Alloggiare la prima settimana di Luglio al b&b ‘Domus Gemi’  in via dei Tribunali 309  mi ha permesso infatti di perlustrare ancora una volta  Napoli . Mi sono nuovamente inebriata  della sua bellezza, dal blu del suo mare fino alla vetta del Vesuvio, imbiancata  dal volo di mille gabbiani. Per cui seguitemi in questo altro incantevole viaggio nella metropoli più incantevole del Sud Italia. Scoprirete altri tesori nascosti di questa parte così verace e autentica del  centro storico di  Napoli.

‘Napule è’…

Napoli è molto grande, conta circa un milione di abitanti. Per cui scegliere un alloggio strategico è fondamentale. E allora quale scelta migliore  del  b&b ‘Domus Gemi’  in via dei Tribunali 309?  E per questo contatto devo ringraziare Fabio Comella , la guida turistica  che  ho scelto  per vivermi la Napoli più verace!

‘Napule è mille culuri’, così canta  Pino Daniele   .  L’intramontabile cantautore napoletano ha sapientemente  racchiuso in un solo verso della sua canzone  l’essenza di questa incredibile megalopoli.  Napoli è variopinta , perché è tanto affascinante quanto problematica.

La perfezione annoia! 

Eppure nella sua emblematica imperfezione Napoli  ti entra a prepotenza dentro, al punto da creare dipendenza. Perché è piena di meraviglie  paesaggistiche, artistiche , e architettoniche. Perché qui puoi essere come vuoi, senza che nessuno ti giudichi. Rispetto ad altre parti d’Italia Napoli   mantiene uno stile do vita  semplice, e resiste all’appiattimento della globalizzazione e del boom del turismo!

Poi dovete sapere che a Napoli  ci si viene e ci si  ritorna principalmente per il calore della gente. Lo stesso che Pasquale Lomolino e Fabio Comella mi hanno trasmesso . Come? Ospitandomi e facendomi sentire come a casa!  La stessa cosa potrà succedere a voi,  se seguirete i miei consigli su dove dormire, cosa vedere e fare a Napoli . Buona lettura!

Clicca qui per visionare e prenotare le camere del b&b ‘Domus Gemi’ , via dei Tribunali, 309, Napoli

b&b ‘Domus Gemi’ ,  dove prenotare al centro storico di Napoli

Attiva dall’Aprile 2007, il b&b ‘Domus Gemi’   è una piccola e graziosa struttura posta al terzo piano di un palazzo d’epoca in via dei Tribunali 309. E più precisamente è il luogo da dove mi sono persa tra le viuzze strette , affollate e straboccanti di vita  di  Napoli.

Il b&b ‘Domus Gemi’   prende il nome dall’unione delle iniziali di Gerardina e Mimmo,  i genitori di Pasquale Lomolino . Li ha voluti così ricordare dopo la loro tragica scomparsa, quando era appena ragazzino. Da allora ereditò  un appartamento di famiglia , che  ristrutturò,  trasformandolo in un business di successo qual è oggi.

Nonostante questa perdita immane, Pasquale Lomolino non ha perso il sorriso, perché è quello che ti scalda appena ti accoglie nel suo b&b ‘Domus Gemi’ . Questo è quello che ha fatto con me ! In modo timido e gentile si è messo a mia completa  disposizione, rendendo  il mio soggiorno indimenticabile. Vediamo più da vicino com’ è questo mio nuovo rifugio nel  pieno  centro storico di  Napoli.

b&b ‘Domus Gemi’ ,  Napoli. Tre stanze su ‘piazza San Gaetano’

Appena  sistemata nella mia stanza nel b&b ‘Domus Gemi’ ,  l’ afa estiva di Napoli è stata alleviata dall’aria condizionata  . Questa è uno dei tanti comfort che si hanno a disposizione nelle tre camere. Inoltre quello che ho  apprezzato è stato:

Il b&b ‘Domus Gemi’  è l’ideale per chi è alla ricerca di una sistemazione confortevole e semplice. Si respira un’aria familiare all’interno di questa abitazione spaziosa dagli arredamenti un po’ retrò e lineari. La sua più grande caratteristica è la posizione strategica, che mi ha permesso di scovare altri angoli nascosti del centro storico di  Napoli.

‘Via dei Tribunali’ a Napoli secondo Fabio Comella

Quando ti affidi a un professionista per ottenere il massimo, la differenza la noti. E nel mio caso sto parlando di Fabio Comella, una giovane e brillante guida locale. In poche ore mi ha spiegato tutto quello che  il centro storico di  Napoli poteva offrirmi fuori dai consueti circuiti turistici. Mi ha cucito addosso un  tour personalizzato da fare a piedi a partire da ‘Via dei Tribunali’,  dov’è ubicato il b&b ‘Domus Gemi  .

Via dei Tribunali’  è la parte più autentica di  Napoli, dove la macchina non serve, piena come è di ZTL. L’ho percorsa in lungo e in largo. Ho sentito il profumo del soffritto di aglio , che le massaie usano per preparare la pummarola fresca a pranzo. Così sono andata oltre i classici itinerari  del centro storico di  Napoli  (di cui tra l’altro vi ho parlato in un precedente articolo) fra guglie, chiostri, cavità sotterranee, e i vicoli ciottolati di sanpietrino .

‘Via dei Tribunali’, il decumano maggiore di Napoli

 ‘Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di tutto il centro storico di  Napoli  . Quest’ultimo si estende per 17 km a est della città, inglobando  i quartieri di ‘San Giuseppe’, ‘Porto’, ‘Pendino’, ‘San Lorenzo’, e ‘Mercato’. Un gioiello di inestimabile valore che  è stato riconosciuto dall’ ‘UNESCO’ nel 1995 e inserito tra i beni dell’umanità.

‘Via dei Tribunali’  per di più è una delle tre strade principali dell’antico impianto urbano greco  . Per questa ragione è detto decumano , ed è quello maggiore di Napoli. Ce ne sono altri due:

Perché si chiama ‘Via dei Tribunali’ ?

‘Via dei Tribunali’  si snoda  per 800 metri . Comincia  a ‘Porta Alba’ e ‘Piazza Bellini’ e  finisce,  dopo l’incrocio con ‘via Duomo’ , in corrispondenza del ‘Castel Capuano’. In questo edificio nel XVI secolo Don Pedro di Toledo riunì cinque terribili corti di giustizia .  La loro spietatezza era talmente rinomata che si battezzò quest’area come quella   ‘via dei tribunali’ da non dovere mai percorrere nella vita! Fatto curioso è che la stessa ‘Piazza San Gaetano’  , quella che si staglia esattamente in mezzo a ‘Via dei Tribunali’ ,  sorge su una precedente agorà greca e foro romano.

Adesso andiamo a spasso per ‘Via dei Tribunali’per esplorare  posti esagerati che vi faranno apprezzare  la storia, l’arte e la cultura del centro storico di  Napoli . Poi vi darò delle dritte su dove gustarsi una pizza bomba o specialità locali, e su dove godersi la  movida notturna a Napoli . Siete pronti? Let’s go! 

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2 itinerari da fare a piedi in  ‘via dei Tribunali’, Napoli

Napoli è piena di sorprese, e sta  diventando una meta turistica molto ambita non solo dagli stranieri ma anche dagli stessi Italiani. Perché? Provate a farci un salto e vi accorgerete che non basta una volta per dire che la conoscete abbastanza. Anche gli stessi Napoletani si stupiscono della loro città,  perché trovano  sempre qualcosa di nuovo da vedere o fare.

Non è semplice quantificare le attrattive di ‘Via dei Tribunali’ perché sono infinite. Quando ci si entra si ha come la sensazione di entrare in un labirinto fatto  di stradine ciottolate, affollate da turisti e puntellate da famose pizzerie e ristoranti. Qui  avrete un posto in prima fila per un grande spettacolo, quello della vita in tutte le sue forme. Le signore anziane che stendono i panni bianchi al sole ,  i commercianti che lavorano per guadagnarsi la pagnotta, e i motorini che sfrecciano senza casco impaurendo qualche passante distratto.

Cosa dire, ‘Via dei Tribunali’  è un teatro a cielo aperto. Qui  gli sconosciuti vi sorridono, e si fa facilmente amicizia . E tra una chiacchiera e l’altra scorgerete residenze nobiliari, chiese, che spuntano qua e là tra venditori ambulanti di frutta e verdura e zingare che leggono le carte. Per voi ho creato :

Buona Napoli !

‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

“Ho visto un angelo nel marmo e l’ho scolpito fino a liberarlo” 

Michelangelo 

‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

Attendere certe volte è solo un rimandare qualcosa, che in realtà hai già dentro di te, e che è pronta a venire fuori all’improvviso! Napoli è proprio questo: voglia di andarci da sempre! E sempre ho aspettato un’occasione speciale. E dopo un periodo così  meditativo come quello del Covid 19 prendo coscienza del fatto che la vita è adesso. Così un giorno a Luglio 2020, semplicemente ho fatto la valigia e sono partita!

InCentrob&b’ in via Toledo 156 a Napoli è la mia porta per Napoli. Roberta di Porzio , imprenditrice Napoletana vulcanica e solare, gestisce questo centralissimo e lussuoso b&b. Qui  mi ha ospitato per 1 settimana  in cambio di un post emozionale per  vivere  Napoli   in tutta la sua magia! Se volete venire a Napoli  per le vostre vacanze, seguitemi! In questo articolo vi darò alcuni suggerimenti per cercare di esplorare al massimo l’urbe partenopea!

Napoli, perla del Tirreno

Napoli si affaccia sul Tirreno con tutta la sua prorompente bellezza e storia. Essa è delimitata a sud-est dalla Penisola Sorrentina’ e a nord-ovest dalla ‘Penisola Flegrea’, che a sua volta abbraccia il  Golfo di Pozzuoli’  tra capo Miseno e Posillipo.

Insieme al suo arcipelago,  e il VesuvioNapoli è la terza città d’Italia dopo Roma e Milano per numero di abitanti che sfiora quasi il milione. Con un passato glorioso e una realtà difficile da vivere da un punto di vista sociale ed economico, Napoli guarda al futuro con ottimismo, perché si sta lavorando per renderla sempre più vivibile e ospitale.

Arte e vita in 17 kilometri quadri 

Pochi luoghi in un territorio così esteso per 17 kilometri quadri possono vantare una presenza costante di paesaggi mozzafiato, storia, arte, musica, letteratura, cinema, teatro come Napoli. Il mio invito è quello di lasciarvi trasportare dalla memoria e dallo spirito di questo eden metropolitano, con tutti i suoi pregi e difetti!

Vivendo alle falde del Vesuvio, i Napoletani sanno bene interpretare il motto ‘carpe diem’. La scomparsa di Pompei ed Ercolano (IX sec. a. C.) è un memento moris corrente di questo popolo straordinario, che ritrova nella sua leggerezza di vivere l’esistenza il suo stesso antidoto!

Come orientarsi a Napoli 

I quartieri di Napoli sono circa 30, e non esistono delimitazioni nette. Gli  itinerari che vi propongo a Napoli si concentrano tra il  quartiere di  ‘San Ferdinando’ (che è la parte moderna e antica insieme) ,   la zona del porto  e il ‘Vomero’ (la zona più nuova e residenziale). Tutto è  facilmente raggiungibile in pochi minuti dall’ InCentrob&b’  in via Toledo 156.

Vi avviso, c’è troppo da vedere e fare a Napoli ! Datevi pure una tabella di marcia, ma è garantito che non riuscirete mai a rispettarla! Ma è proprio questo  il bello di Napoli , e così  l’unico segreto per venirne fuori è chiacchierare con la gente e fidarsi dei loro consigli! Proprio come ho fatto io con Roberta di Porzio !

5 itinerari a piedi per scoprire Napoli in 7 giorni

Mi rendo conto che è inutile cercare il paradiso all’estero, perché si trova a  Napoli , la città più bella del mondo!  Seguitemi in questo viaggio infinito che inizia dal ‘Cristo Velato’ e prosegue per altri 5 itinerari urbani da fare a partire dall’ ‘InCentrob&b’  in via Toledo 156 a Napoli:

  1. ‘Via Toledo’, ‘Città Antica’ e ‘Centro Storico’ ;
  2.  ‘Piazza del Plebiscito’ e ‘Lungomare Caracciolo’ ;
  3. ‘Quartieri Spagnoli’, ‘Pignasecca’ e‘Vomero’;
  4. ‘Via dei Tribunali’ ;
  5. ‘Quartiere Sanità’ ;
  6. ‘Reggia di Capodimonte’.

5 Aree protette e green  di Napoli 

Infine, anche fuori Napoli  se avrete ancora fiato vi attend0no dei percorsi naturalistici che dalla montagna vi portano al mare e viceversa:

  1. Parco Nazionale del Vesuvio’;
  2. Parco Regionale dei Campi Flegrei’ ;
  3. ‘Parco Sommerso di Baia’ ;
  4. ‘Parco Sommerso di Gaiola’;
  5. ‘Regno di Nettuno’ .

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‘Incentrob&b’ via Toledo 156,  Napoli. Una casa a Napoli!

Il mio primo giorno a Napoli  è scandito dal suono al  campanello del  portone dell’ ‘InCentrob&b’  in via Toledo 156 .  Una posizione davvero  strategica , perché  permette di godersi Napoli in lungo e largo!

In ascensore mi fermo al quinto piano di un gigantesco grattacielo. Roberta di Porzio, mi accoglie come se la conoscessi da sempre. Mi stringe forte la mano e ci mettiamo a sedere in un bel divano della reception. Prima di mostrarmi il suo capolavoro, mi offre un bel caffè e mi racconta qualcosa della sua vita e della sua carriera.

La storia di Roberta di Porzio

Roberta di Porzio è una donna  mediterranea , belle e solare. Mi colpisce subito la sua  spontaneità e la sua classe innata. Da generazioni  insieme ai suoi cari Roberta di Porzio si occupa di ‘ Umberto’ , uno dei ristoranti più noti e antichi di Napoli, che è situato in via degli Alabardieri 30  .

Si tratta di locale prestigioso , che affonda le radici nel lontano  1916. Quella  della famiglia Di Porzio è una passione infinita per la terra partenopea, il suo cibo e il  suo vino. E ancora oggi con le loro pizze e la loro cucina locale deliziano  tutti i tipi di palati , da quelli più semplici a quelli più esigenti.

A questa sua prima attività, insieme a una qualifica di sommelier e una passione smodata per la fotografia, Roberta di Porzio gestisce anche il  InCentrob&b’  in  via Toledo 156.   L’architetto Salvatore di Vaia è suo socio in questa avventura,  un carissimo amico d’infanzia e collega d’università.

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‘Incentro b&b’ in via Toled0 156 , l’alloggio chic  per visitare Napoli!

‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 è più che un business! Senza dubbio è la realizzazione del sogno di Roberta di Porzio e Salvatore di Vaia. Quello cioè di fare amare Napoli  ai viaggiatori che la visitano o ci ritornano. E ci riescono perfettamente!

L’appartemento è moderno , lineare e raffinato. Gli arredamenti sono sobri, minimali e avvolgenti. I colori che predominano sono quelli del blu, del giallo e del rosso , cioè quelli  di  Napoli. Ci sono 4 stanze:

  1. Borgomarinaro’; 
  2. ‘Pizzofalcone’; 
  3. ‘Spaccanapoli’
  4. ‘Posillipo’

‘Posillipo’, la mia suite a Napoli!

In omaggio ad uno dei quartieri più suggestivi di , Roberta Di Porzio mi accompagna alla mia suite. Questa si chiama ‘Posillipo’, che dal greco vuol dire ‘riposo dagli affanni’ . Quanto mai di più vero, dopo il mio  viaggio interminabile dalla Toscana!

Il design degli interni dell’ ‘InCentrob&b’ in  via Toledo 156   è semplice e ricercato.  Come i suoi controsoffitti a forma di vela, che sovrastano il mio  letto pieno di cuscini e coperte profumate! L’azzurro è la tonalità principale di questo mio nido.

Il Vesuvio ed il mare sono i  temi inevitabili dei quadri e degli scatti particolari di Roberta di Porzio che adornano le pareti dell’ InCentrob&b’   in  via Toledo 156.

‘Incentro b&b’ in via Toled0 156, eleganza e comfort!

Tutte le camere dell’ ‘InCentrob&b’   in  via Toledo 156  hanno il nome delle parti più suggestive di Napoli. Esse sono anche dotate di tutti i comfort:

  • Aria condizionata;
  • Asciugacapelli;
  • Cambio biancheria;
  • Cassaforte;
  • Doccia;
  • Frigo;
  • Internet;
  • Smart tv.

Il ‘Cristo Velato’, quando l’arte riscalda il marmo

Lascio l’ ‘InCentrob&b’  in via Toled 156 e e saluto Roberta di Porzio . Poi allaccio il casco e  Salvatore di Vaia mi lascia nei pressi di Piazza San Domenico’. Mi avverte di non versare troppe lacrime per il  ‘Cristo Velato’ conservato nella  Cappella di San Severo’ in via Francesco de Sanctis, 19/21. Si tratta di uno dei maggiori capolavori della scultura mondiale e meta di migliaia di visitatori ogni anno.

Raimondo di Sangro Principe di San Severo, noto scienziato e alchimista della prima metà del ’700, ordinò il   ‘Cristo Velato’ come coronamento della ristrutturazione della  Cappella di San Severo’, che era patrimonio dei suoi avi .

Storia del ‘Cristo Velato’

Raimondo di Sangro  aveva un’idea ben precisa per il suo tempietto per cui ingaggia il meglio della maestria allora disponibile. Questi diede il suo contributo ingegnandosi a produrre anche le pitture per gli affreschi interni.

Inizialmente il Principe di San Severo commissionò il Gesù morente al veneto Antonio Corradini, esperto della tecnica delle trasparenze. Questi però morì prima di terminarla e Giuseppe Sanmartino , costruttore di presepi e di pastori, fu incaricato di continuare la sua opera.

Chi ha scolpito il ‘Cristo Velato’?

Nel 1753 Giuseppe Sanmartino creò il  ‘Cristo Velato’ da unico blocco  di marmo di Carrara per  dare corpo  alla visione geniale del suo titolato e poliedrico committente. Sanmartino ignorò la bozza in terracotta del  Corradini (oggi custodita al ‘Museo di San Martino’ di Napoli). Sanmartino impose il suo tocco personale dando alla luce un tesoro inestimabile ed una delle migliori rappresentazioni del Barocco Napoletano. Il  ‘Cristo Velato’ è una testimonianza di come l’arte possa avvicinare l’uomo a Dio, nell’atto di concepire una creatura marmorea così realistica da volerla toccare!

La freddezza del marmo cede il passo al calore del  ‘Cristo Velato’

Non mi accorgo quasi che accanto a me ci sono altri spettatori, che in un silenzio quasi imbarazzante e mistico ammirano questo Cristo nei suoi attimi dopo la crocefissione. Il Cristo redentore è adagiato su di un letto funebre.

Il Salvatore è coperto solo da un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere il corpo. Da questo si intravedono i segni del martirio e della sofferenza, divenendo simbolo del destino e del riscatto dell’intera umanità.

La cura dei dettagli mi incanta: il capo chine con gli occhi socchiusi, quasi a serena accettazione di un momentaneo dolore prima della sua risurrezione. E ancora il costato lacerato dal supplizio, e gli strumenti della tortura giacenti accanto al sudario tra cui la corona di spine, la tenaglia ed alcuni chiodi.

Il  mistero del  ‘Cristo Velato’

Il drappo di marmo che avvolge la salma è impalpabile. Sembra talmente vero che una leggenda lo attribuisce ad un’invenzione chimica del Principe di San Severo piuttosto che all’abilità del  Sanmartino. C’è molto  mistero attorno al ‘Cristo Velato’ , e non a caso esso continua a destare l’attenzione dei più grandi studiosi .

Tra i grandi estimatori del ‘Cristo Velato’  si annovera lo stesso Antonio Canova, che si dichiarò disposto a dare dieci anni della propria esistenza per acquistare questa incomparabile magnificenza e attribuirsene la paternità! Non posso altro che augurarvi di avere la mia stessa buona sorte, cioè di commuovervi di fronte a un miracolo della mente umana qual è il  ‘Cristo Velato’.

Le ‘Macchine per Studi Anatomici’ della ‘Cappella di San Severo’

I custodi ci buttano fuori dalla Cappella di San Severo’,  perché devono chiudere. Mi soffermo nella cavea sottostante inquietata alla visione di due scheletri, quelli noti come le ‘Macchine per Studi  Anatomici’ . Pare che il  Principe di San Severo  li avesse acquistati per analizzare la funzionalità dell’apparato circolatorio. La loro realizzazione è attribuita al medico siciliano Giuseppe Salerno .

Anche in questo caso la verosimiglianza estrema del sistema arterovenoso ripropone l’enigma (ormai sfatato!) che quelle ossature appartenessero a due servi fatti ammazzare apposta dal  Principe di San Severo per utilizzarli come da cavia.

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‘Santa Chiara Cafè’ a Largo Banchi Nuovi 2, Napoli

Cala la sera. Le stelle iniziano a  luccicare sopra Napoli. Mi concedo una bevuta con degli amici al ‘Santa Chiara Cafè’ a Largo Banchi Nuovi 2′. Tutto intorno ha un qualcosa di familiare. Sorseggiamo  un bianco ghiacciato  di pura Falanghina  godendoci  Napoli, che ad un tratto mi ricorda Catania per il nero della pietra delle case circostanti.

Luca Bianco , il Napoletano più esuberante della brigata, insiste nel montare tutti in macchina su verso la ‘Chiesa di Sant’Antonio’ . Rimaniamo a bocca aperta davanti lo scenario di Posillipo accarezzata da un vento dolce e scaldata dalle lanterne delle barche della marina. Il tempo vola a Napoli , perché è un oceano traboccante di sorprese.  Per  navigarlo devi solo veleggiare oltre la riva!

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Napoli è!

Raccontare di Napoli non è cosa semplice. Ci si perde a parlare delle sue bellezze, della sua storia, e della sua accesa  complessità. Senza ombra di dubbio a Napoli non si puo’ trascorre qualche giorno. Perché come il suo caffè va assaporata lentamente e gustata in tutta la sua inebriante totalità.

Non a caso la leggenda dice che in origine Napoli fosse Partenope, la sirena incantatrice che ammaliò Ulisse! Andandoci si ripete lo stesso incantesimo, perché chiunque ci mette piede ne viene ammaliato. E se volete perdervi a Napoli nel modo giusto vi consiglio di alloggiare all’ ‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 , perché qui siete di casa e straviziati da Roberta di Porzio e Salvatore di Vaia.

 

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‘Piazza Plebiscito’ e ‘Lungomare Caracciolo’, Napoli

‘Piazza Plebiscito’ e ‘Lungomare Caracciolo’, Napoli

“Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli”
Luciano De Crescenzo

Napoli. Itinerario a piedi da ‘Piazza Plebiscito’ al ‘Lungomare Caracciolo’

Altra giornata, altra gloria! Ora di pranzo e mi regalo in  via Toledo un  ‘cuoppo di pesce fritto’ in un cono di delizie di mare a soli sei euro.  Bevuta una cola ghiacciata mi rialzo per fare una passeggiata a ‘Piazza del Plebiscito’.

Patrimonio dell’ ‘UNESCO dal 1995’,  ‘Piazza del Plebiscito’ è il ventre ellissoidale di Napoli ed è immensa e suggestiva. ‘Piazza del Plebiscito’ è epicentro di avvenimenti clamorosi e considerevoli, come appunto  il plebiscito che la battezza , quello del 21 Ottobre 1960 per l’annessione del regno delle Due Sicilie all’Italia.

Questo giardino di pietra è ricco di monumenti e tesori artistici di alto valore e da qui in poi si prosegue verso il mare di Napoli, il  ‘Lungomare Caracciolo’  , da cui si ha una vista mozzafiato sul Vesuvio! Siete pronti? Seguitemi in questo giro dal centro al mare di Napoli!

‘Piazza del Plebiscito’, il salotto di Napoli

Per secoli  ‘Piazza del Plebiscito’  è stata punto di ritrovo per tutti i Napoletani. Originariamente si chiamava ‘Largo di Palazzo’ e ‘Largo San Francesco di Paola’.

‘Piazza del Plebiscito’  visse un periodo glorioso tra  il 1890 e i tardi anni Trenta, quando l’apertura di bar storici quali il ‘Gambrinus’ e il ‘Turco’ (poi ribattezzatoTripoli’) la animavano giorno e notte.

Oltretutto  ‘Piazza del Plebiscito’  non smise mai di essere palcoscenico di manifestazioni, installazioni d’arte e concerti. Però con il ridimensionamento e la chiusura dei noti locali sempre in festa , la piazza sembrò invasa da un’atmosfera rigorosa e severa che proprio non le si addiceva. Ed è solamente negli anni’ 90 che  è stata resa accessibile unicamente ai pedoni, diventando così  il simbolo del ‘Nuovo Rinascimento Napoletano’.

8 Cose da vedere  a ‘Piazza del Plebiscito’ 

    1. Le  statue equestri di Carlo III di Borbone’ e di Ferdinando I : Firmate dal Canova e dal suo allievo Antonio Calì ;
    2. ‘Palazzo Salerno’: Risale al  XVIII secolo e fu fatto  dall’architetto messinese Francesco Sicuro, e così chiamato da Leopoldo di Borbone-Napoli, principe di Salerno;
    3. ‘Palazzo della Prefettura: Venne costruito nel 1815 dall’architetto Leopoldo Laperuta per volere di re Ferdinando I, per farne un posto dove accogliere gli ospiti.  La facciata si presenta su due ordini, con un basamento bugnato, nel quale si apre anche il portale in piperno, e con le finestre del piano nobile sormontate da timpani triangolari e arrotondati.  Il palazzo, oltre che della Prefettura, dal 1890 è sede del più famoso caffè della città, il ‘Caffè Gambrunus’;
    4. ‘Caffè Gambrunus’ : Il nome di questo storico caffè deriva dal re fiammingo Gambrinus, considerato inventore della birra. Tra marmi, stucchi e specchi i suoi interni sono  stati decorati da 43 pittori e scultori e hanno visto sedersi ai tavoli le più illustri personalità della storia italiana, dai vari presidenti della Repubblica, a letterati come Gabriele D’Annunzio;
    5. Chiesa di San Francesco di Paola’ : Un tempio a pianta circolare con 48 colonne (per questo rievoca il ‘Pantheon’ di Roma) in stile Neoclassico fatto dall’architetto Pietro Bianchi. Fu fatto erigere da  Ferdinando I di Borbone perché riuscì a riconquistare il regno dai francesi;
    6. ‘Palazzo Reale’ : Questo fu uno sfizio del vicerè  Fernando Ruiz de Castro conte di Lemos ! Esso fu rimaneggiato più volte con l’aggiunta di diciannove arcate. Queste vennero tappate dall’ingegnere napoletano Luigi Vanvitelli , perché causavano instabilità . Le arcate furono poi riempite da Umberto I nel 1880 con i busti dei capostipiti fondatori delle dinastie ascese al trono di Napoli: Ruggiero II, Federico II di Svevia, Carlo I D’angio, Alfonso V D’Aragona, Carlo V D’Asburgo  Carlo III, Gioacchino Murat, e Vittorio Emanuele II;
    7. Il ‘Castel Nuovo’: Detto anche ‘Maschio Angioino’, questa imponente fortezza domina il fronte del porto di Napoli. Questo è uno storico   castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli. Il ‘Castel Nuovo’ ha subito varie modifiche nel corso del tempo. Esso è principalmente la rappresentazione plastica della potenza di Alfonso d’Aragona, che aveva conquistato il trono di Napoli nel 1443. Non poteva che essere simbolo stesso di Napoli , e tutto l’anno ospita eventi culturali ed è tra le altre cose sede  del ‘Museo Civico’ ;
    8. ‘Museo Civico’ : Quest’ultimo si trova dentro il ‘Castel Nuovo’ e venne  inaugurato nel 1990 . Esso  vanta capolavori quali la Cappella Palatina’ e ‘La Sala dell’Armeria’ , insieme a sculture, oggetti e dipinti dall’epoca medievale al tardo Ottocento;
    9. Teatro San Carlo di Napoli’: Questo è il più antico teatro d’opera del mondo fondato nel 1737.  Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d’Europa. Affacciato sull’omonima via al civico 98, esso è stato inserito dall’ ‘UNESCO’ tra i monumenti considerati ‘Patrimonio dell’Umanità’;
    10. ‘Chiaia’ : Questa è la zona benestante e dello shopping di Napoli , sono presenti le griffes più importanti. Inoltre  qui è un punto centrale della movida partenopea grazie alla presenza di numerosi locali raffinati e alternativi . Il fascino di ‘Chiaia’ però non si esaurisce di certo qui, poiché è  un quartiere ricco di belle chiese, stupendi edifici storici ed eleganti piazze. Clicca qui per sapeere cosa vedere a Chiaia.

‘Lungomare Caracciolo’, Napoli da mare!

Napoli o la ami o la odi. E io torno sempre a riprenderci il cuore quando posso. Crea dipendenza, perché è un insieme di contrasti infiniti, come noi essere umani. Ha un’anima che vibra in maniera prepotente . Non si può fare a meno di perdersi nella  bellezza di Napoli . Come quella del ‘ Lungomare Caraccioloe delle sue acque cristalline, a cui ci si giunge scendendo da ‘Piazza del Plebiscito’  .

Il ‘ Lungomare Caracciolo’   è lungo 3 km , e comprende 4 strade principali:

  1. ‘Via Nazario Sauro’: Parte  dal  ‘Molo di Santa Lucia’ fino a Castel dell’Ovo, attraversando i più famosi hotel di lusso della città come il ‘Grand Hotel Santa Lucia’ e ‘Hotel Miramare’. Ma anche celebri ristoranti come ‘La Bersagliera  e ‘Zi Teresa’ (clicca qui per altri ristoranti al ‘Lungo Mare Caracciolo’);
  2. ‘Via Partenope‘: Qui si trovano le più  rinomate pizzerie di Napoli come ‘Sorbillo lievito Madre al Mare’  e ‘Vesi Pizzagourmet’, e  altri importanti alberghi  come ilRoyal Continental Hotel’  e il ‘Grand Hotel Vesuvio’ (clicca qui per dove dormire nella zona del ‘Lungo Mare Caracciolo’ );
  3. ‘Via Caracciolo’: Questa è la parte più lunga che fiancheggia la ‘Villa Comunale’ e il mare .  A metà percorso c’è  la ‘Rotonda Diaz’   con la famosa statua equestre dell’omonimo  generale ;
  4. ‘Via Mergellina’:  Si estende da ‘Via Caracciolo’  a ‘Piedigrotta.  Qui siamo  a stretto contatto con la  Napoli più ‘verace’, tra reti di pescatori e barche ormeggiate. Non potete non andare al ‘Porto di Mergellina’, dove partono i traghetti per le isole. Ed è anche dove ci si può fermare in uno dei tanti chioschetti per  bere un caffè, mangiare un gelato o piatti base di pesce con vista mare!

‘Lungomare Caracciolo’, il mare di Napoli

Il Lungomare Caracciolo’ è il mio luogo prediletto perché  da qui si gode di  un panorama strappalacrime sul Vesuvio , Capri ed il promontorio diPosillipo’.  Questa è un’ incantevole  promenade che sta accesa dall’alba al tramonto ed è sempre sovraffollata per i suoi campionati di vela  e i suoi Capodanni. C’è molto da vedere e fare in questo posto, seguitemi.

Storia del ‘Lungomare Caracciolo’

Fino alla fine dell’‘800 il  Lungomare Caracciolo’ non esisteva, ed il mare bagnava Napoli fino alla ‘Riviera di Chiaia’ (dall’altro lato della Villa Comunale’). Al posto di quello che c’è oggi  c’ era una spiaggia molto frequentata dai napoletani, che venne assorbita  dall’asfalto. Dieci anni fa il sindaco di Napoli Luigi De Magistris decise di chiudere il  ‘Lungomare Caracciolo’  al traffico  regalandola finalmente ai cittadini, che qui passano volentieri il loro tempo libero.

2 Cosa da non perdere  al ‘Lungomare Caracciolo’

1. ‘Borgo Marinari’

Al ‘Lungomare Caracciolo’   spicca il ‘Borgo Marinari’ , che è a ridosso del Castel dell’Ovo’, nel quartiere San Ferdinando’. Esso è unito alla terraferma tramite un istmo artificiale collegato col Borgo Santa Lucia’.

Gli studiosi attestano che qui  sarebbe da individuare l’ ‘Isolotto di Megaride’  che sarebbe l’embrione di Napoli . I greci delle colonie di  Ischia e Cuma del IX secolo ci fecero un emporio commerciale. Questo  venne dapprima nominato Partenope,’ in reverenza alla sirena di Ulisse , poi Neapolis’,  cioè ‘città Nuova’ . Volendola  appunto distinguere dalla ‘Paleoplis’ , ovvero ‘città vecchia’ , quando essa si espanse verso Monte Echia (‘Pizzofalcone’). Qui è tutto particolare, è una cittadella dove mangiare e bere di gusto o fumare  unnarghilè’. Tutto è avvolto in un’atmosfera speciale, lontano dai ritmi frenetici di Napoli  .

2. ‘Castel dell’Ovo’

I  resti di un passato glorioso  fanno del  Castel dell’Ovoun must irrinunciabile a Napoli. Quando si salgono gli  scaloni si arriva in cima al secondo piano. Qui a una finestra è scolpito  un piccolo Gallo in Bronzo’ a opera dell’avellinese Antonello Leone), quasi a custodire tutto quel ben di Dio. Appena giunti nella terrazza panoramica, si ammira il blu del Tirreno che pare una cosa unica con il cielo pieno di gabbiani che virano assecondando il buon vento.

Il  Castel dell’Ovo è  una costruzione prestigiosa . Secondo il mito è così soprannominato perché Virgilio celò nelle sue segrete un uovo per mantenere in piedi l’intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi a Napoli.

Perché  è famoso il ‘Castel dell’Ovo’?

C’è una lista di episodi eclatanti che riguardano il ‘Castel dell’Ovo’:

Nel corso del Medioevo la decadenza ‘Castel dell’Ovo’ regna sovrana fino alla riqualifica dei Borbone.  Le colmate al mare della prima metà dell’800 successivamente ampliarono la superficie abitabile, che si riempì di fastose residenze di personaggi illustri.

3 ‘Mergellina’

‘Mergellina’  è  una delle aree più spettacolari Napoli, perché si distribuisce su enormi spazi pubblici, vie larghe e un caratteristico lungomare , dove alle barchette di pescatori si alternano yatch di lusso. L’atmosfera è Mediterranea, e il mare cristallino, lo stesso che ha ispirato pittori, poeti e musicisti che hanno immortalato questa zona nelle loro opere. Pare che il suo nome derivi da una parola latina ‘mergus’, cioè ‘uccello marino tuffatore’ , o da un’altra ‘mare ialinum’,  ovvero ‘mare chiaro’. Clicca qui per sapere cosa vedere a ‘Mergellina’. 

Napoli è una poesia! 

‘Piazza del Plebiscito’‘ Il Lungomare Caracciolo’   sono due tappe da non perdere a  Napoli . Per immergersi nell’arte e nel mare dell’urbe partenopea, e per godere di momenti di relax al mare e  per prendere il sole. La sera sono punti ideali poi per fare delle belle passeggiate e mentre avrete come sfondo un panorama mozzafiato.

Indipendentemente da cosa cercate da una vacanza, Napoli è in grado di soddisfare ogni vostra esigenza. E vi dirò d più, non programmate troppo, perché vi può succedere di cambiare idea semplicemente vivendola come è successo a me.

Ed è per questo che vi consiglio di affidarvi alla gente di Napoli per capirla e girarla in lungo e in largo seguendone i consigli. Io mi sono affidata a Roberta di Porzio proprietaria del ‘InCentro b&b’ in via Toledo 156  a Napoli. E me ne sono innamorata!

 

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