Barcellona in 5 giorni

Barcellona in 5 giorni

‘Visitare terre lontane e conversare con genti diverse rende saggi gli uomini.’

M . De Cervantes

Barcellona in 5 giorni

Undostres  ,  Barcellona in 5 giorni!  Come dimenticare  la capitale della Catalogna  ,  terra  fiera e ribelle  a Nord Est della Spagna . Una metropoli immensa e super organizzata che vanta una miriade di paesaggi che vanno dalla montagna al mar Mediterraneo.  Senza tralasciare il fatto che detiene un patrimonio artistico, culturale, storico ed enogastronomico da fare invidia! C’è l’imbarazzo della scelta su cosa vedere e  fare !

Indubbiamente Barcellona in 5 giorni non è un tempo sufficiente per girarla tutta.  Però ci si può fare un’idea chiara del suo carisma.  E soprattutto della sua  sbalorditiva architettura .  Quest’ultima è  imponente quando è del periodo Medievale. Per poi essere  moderna e   stravagante quando è firmata da Antoni Gaudí. Se ci si ferma un po’ di più  a  Barcellona vale la pena fare  anche delle gite fuori porta nei suoi più immediati  e spettacolari dintorni. Tra questi sono stata solo al Parco del Montjuc  . Ma per la prossima volta mi riservo il resto: Montserrat, il  Parco del Tibidad  , Sitges e Tosse de Mar . Questi ultimi due  sono dei deliziosi paesini di  pescatori situati nella Costa Brava.

Barcellona  in 5 giorni capiterà come nel mio caso di saltare qualcosa, perché è gigantesca. Però si avrà più di un motivo per ritornare. Allora si parte? Eccovi un articolo con dei  suggerimenti di viaggio utili per perlustrare Barcellona in 5 giorni.  Buona lettura!

Storia di Barcellona

Il modo migliore per godersi Barcellona in 5 giorni non è solo  seguire un itinerario eccezionale! Ma è sopratutto  perdersi tra le sue strade o carres , come si dice in catalano, che è  la lingua ufficiale della  Catalogna. Questa è una regione fatta da 17 comunidades che  sono molto eterogenee tra loro etnicamente, linguisticamente e  culturalmente parlando! Ma hanno in comune una certa autonomia politica e la volontà di sganciarsi completamente dal governo della Spagna. Questa è una questione ancestrale che affonda le sue radici in una storia antica  fatta di sangue , sconfitte e qualche momentanea vittoria!

Secondo leggenda, Barcellona  sarebbe stata fondata dal cartaginese Amilcare Barca , padre di Annibale . Tuttavia non ci sono prove di una Barcellona punica né tantomeno greca. Si  suppone che ai suoi albori fosse un insediamento iberico   (III sec.) rioorganizzato in un   catrum dai Romani   . Esattamente dove c’è oggi il  Mons Taber Plaça de Sant Jaume . In seguito Barcellona fu occupata  dai:  Visigoti (V sec.)  , dai Mori (VIII sec.) . E  dai Franchi che,  sotto Carlo Magno (IX sec.)  la resero magnifica,  un vero e proprio contado.

Medioevo

Dopo tanti saccheggi  durante il X secolo  Barcellona si arricchì per un gioco di varie alleanze politiche.  Specie con la contea di Aragona. Così diventò un importante snodo commerciale nel Mediterraneo. Tra il XIII e il XIV secolo in poi si eressero straordinarie costruzione gotiche e nuove cinte murarie.

Nel tardo XIV secolo invece  il matrimonio tra Federico II d’ Aragona e Isabella di  Castiglia segnò il declino  di Barcellona. Questo perché fu annessa  a un impero  e  venne esclusa dalle rotte dell’America che era stata  ormai scoperta. Neppure la Guerra di Secessione (XVI sec. ) liberò Barcellona .  Perse definitivamente  ogni forma di autogoverno  quando poco dopo  fu dominata da Filippo V. Questi era il contendente francese che salì al trono di SpagnaIl re proibì l’uso del dialetto e fece erigere un enorme forte  per sedare i sudditi infedeli.


Fin de siècle

L’ inizio dell’Ottocento fu la Belle Époque per Barcellona . Tra modernizzazione  urbanistica, rivoluzione industriale , tensioni sociali, e una sfrenata joie de vivre ! Si respirava un’aria di rinascita e ripresa economica e sociale testimoniata dalle Esposizioni Universali del 1888 e del 1929.  Uno scenario che richiamò in città migliaia di contadini dalla campagna circostante, e determinò la rapida ricostruzione urbana di BarcellonaNel XIX secolo fu ampliata con l’abbattimento delle mura medievali  e l’inclusione della periferia più estrema.

Di pari passo a Barcellona vi fu una vera e propria impennata  demografica e l’inaugurazione della prima linea metropolitana nel 1924. Pure la cultura,  sulla scia della corrente del Romanticismo europeo , riacquistò vigore e centralità. Oltretutto nel 1899 fu eretto il Futbol Club Barcelona da Hans Gamper, gloria  per lo sport nazionale.

Francisco Franco

Ad ogni modo, l’euforia di quell’era durò molto poco.  La golden age causò  disuguaglianze sociali e  formazione di baraccopoli a Barcellona. Il colpo di grazia le fu dato dalla Guerra Civile Spagnola (1936-1939)  . Questa fu un conflitto armato tra il parito della sinistra republicana  e quello della destra nazionalista del generale  Francisco Franco (1982-1975) che alla fine  vinse .

Il temuto caporale  impose una dittatura totalitaria marcata da repressione politica, culturale e linguistica. Nonché da censure per l’informazione e da sorveglianza sulla popolazione. Un regime terroristico che  terminò solo nel 1975. Con la  morte di Franco nel 1975  si arrivò  alla termine del regime terrotistico e della soppressione dei cittadini della Catalogna  . Come per miracolo però  Barcellona  rifiorì grazie al  boom del turismo degli anni ’60 . La situazione peggiorò nel 1978 quando diventata repubblica  tentò due referendum (2014-2017) per l’attuazione della independência . Il risultato fu l’apertura di un processo contro ogni tentativo di anarchia di Madrid. Lotta che persiste ancora. Chissà cosa riserva il futuro!

Barcellona in 5 giorni. La Ciutat Vella

Sicuramente Barcellona attrae milioni di viaggiatori da ogni parte del globo a cui è connessa con ogni tipo di trasporto .  Questa non è l’unica motivazione dell’overbooking annuale registrato nelle strutture turistiche in città! Anzitutto è versatile, cioè è adatta a tutti , a ogni esigenza , e budget , da quello più basso a quello ultra lussuoso ! In aggiunta racchiude arte, divertimento, viste stratosferiche, e temperamento latino . Senza tralasciare l’ospitalità della sua gente ,  il  suo carattere cosmopolita  e un clima pressoché mediterraneo tutto l’anno . Insomma   trasmette un’energia contagiosa che fa vibrare ogni centimetro della pelle!

Nonostante Barcellona  sia divenuta piuttosto turistica, non ha perso la sua anima spagnola . Il suo lato più autentico si scopre nei suoi contrasti : vecchio e nuovo, miseria e nobiltà convivono in perfetta armonia.    Non finirà mai di sedurre per il suo spirito selvaggio e al contempo borghese. È generalmente tranquilla, basta usare buon senso: evitare l’ hinterland, non girare soli di notte , e custodire con attenzione borse e oggetti di valore!

Barcellona in 5 giorni. La città vecchia

Barcellona in 5 giorni è stato un arco temporale più che adeguato per immergersi nelle principali attrazioni  della Ciutat Vella , la città vecchia . Il centro storico rimane una comunità briosa e frizzante. Al suo interno si distinguono quattro  quartieri (barris ) , ognuno dotato di  una sua  personalità. Questi sono:

Esplorare la  Ciutat Vella   è come navigare un ruscello straripante in una cascata. Si cammina in un dedalo di stradine che solo per qualche istante sembrano essere  desolate. Poi all’improvviso lo spettacolo della vita quotidiana esplode. I garzoni che spingono carrelli di bibite tra gatti assonati e  murales colorati e giganti. Balconcini adorni di fiori su cui svolazzono lenzuola bianche che profumano di fresco.

Barcellona in 5 giorni . 20 Luglio. Il Barrio Gotico

Il Barrio Gotico è una delle arterie  primarie di Barcellona . Passeggiando tra i suoi blocchi di pietra si torna indietro a Barcino, il primitivo insediamento romano voluto dall’imperatore Augusto (I sec- a. C.) . Si tirò fuori da pochi ettari incastonati tra il monte Tabor e due torrenti rispettivamente  il Collserola (La Rambla) e Junqueras (Via Layetana).

Il nome Barcino evoca mistero perché deriverebbe da tre teorie intriganti:

Cosa è rimasto di Barcino

La Barcellona romana  prosperò accanto alla dominata Tarragona . Fino al suo declino per instabilità politica (III -IV sec. d.C.) . Le sue tracce sono ancora visibili nel  Barrio Gotico  e precisamente:

Si pensa che nei pressi del Barrio Gotico ci dovesse essere anche un anfiteatro romano . La sua piazza principale coincideva con l’attuale e limitrofa Plaça de Sant Jaume. Questa  oggi  ospita il rinascimentale e gotico Palau Centelles (XV sec.) il Palazzo della Generalitat e il Municipio di Barcellona.

piazza-Catalunya-Barcellona-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Plaça Catalunya

L’ ombelico di Barcellona è  Plaça de Catalunya  , il ritrovo in assoluto per il pueblo e  i vacanzieri. Questo per la sua posizione strategica poiché collega la  Ciutat Vella  con l’ Eixample , che è la sezione più recente  della capitale. In sostanza è la punta della matassa da cui si dipanano alcune vie  principali di  Barcellona . Tra queste : la Rambla, il Passeig de GràciaRambla de Catalunya, la Ronda de Sant Pere, la Ronda de l’Universitat, il carrer de Pelai e la Avinguda del Portal de l’Àngel.

Le sue origini risalgono al XIX secolo . Fino al 1927 fu oggetto di diverse ristrutturazioni e abbellimenti . Questi includono fontane, monumenti importanti  e altro ancora dovuto agli interventi di artisti eccezionali. Tra questi gli architetti:  Pere Falqués, Puig i Cadafalch e Francesc de Paula Nebot. E scultori come Clarà e Llimona.

Fiori all’occhiello in Plaça de Catalunya   sono :

Ovviamente la sua vivacità  è dovuta anche a una moltitudine di ristoranti, caffè, centri commerciali, trasporti pubblici, e uffici che la popolano. La piazza è spesso palco per manifestazioni politiche. Come la protesta per il referendum d’autodeterminació de Catalunya , che fu  quella sull’autonomia politica del paese del 2017. Ci si fanno anche concerti, e ci si tiene il famoso Barcelona Jazz Festival (tra N

Rambla-Barcellona-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Rambla

Barcellona non sarebbe la stessa senza la sua leggendaria  Rambla .  Inizialmente era il letto di un fiumiciattolo stagnante che vi scorreva . Nel XV secolo, le autorità cittadine fecero deviare il percorso della fogna e lo pavimentarono.  Conosciuta anche come Las Ramblas ( plurale in catalano)  , perchè  si riferisce ai cinque tratti che compongono questa striscia pedonale lunga quasi un miglio. 

La Rambla è un ampio  boulevard alberato che  congiunge il Nord di Barcellona , in Plaça de Catalunya , con il Sud a  Port Veil . Si tratta di   un circo multicolore di persone . Tra forestieri e locali fanno la loro comparsa acrobati, fioristi, ristoratori, ambulanti, musicisti e vagabondi  . Uno show che dura  tutte le ore del giorno e della notte . Fate solo un po’ di attenzione ai borseggiatori e alle centinaia di taverne laterali vere e proprie trappole per globetrotter!

Alcuni tesori laterali

Lungo la a Rambla è possibile ammirare:

Cathédrale de la Santa Creu i Santa Eulàlia

La Cathédrale de la Santa Creu i Santa Eulàlia (info orari e costi) è un miscuglio di stili in cui prevale quello Gotico. Con pianta a croce latina e splendide finestre a vetri il duomo  commemora la  Santa Croce .  Si eleva per 90 metri ed è  larga 53 metri  . Nel  1298 la si innalzò grazie ai proventi di  confraternite e corporazioni  medievali. Si sotterrò una precedente basilica paleocristiana ( IV sec.) per farla. Questa era  stata devastata dalle truppe del generale andaluso Al-Mansur ( X sec.) . I suoi principali artefici furono: Jaime Fabre, Bernat Roca , Arnau Bargués, Andrés Escuder, Josep Oriol Mestres . Ci vollero sei secoli per terminarla.

Internamente gli elementi chiave sono :

All’esterno colpisce la sobria eleganza delle mura e il portale decorato con la Vergine col Bambino scolpita nel XIV secolo. L’interno è luminoso, ed è dominato da una navata unica e da vetrate colorate che lo riempiono di una calda luce dorata e azzurra.

Santa-maria-del-pi-barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Santa Maria del Pi

Santa Maria del Pi (info costi e orari)  si erge silenziosa e maestosa come un angelo custode di Barcellona . Del XI secolo,  essa fu edificata sui resti di una piccola chiesa romanica. Lo stabile attuale ,  in stile Gotico Catalano, è del Trecento e fu consacrato nel 1453. Nei secoli ha superato guerre, incendi e  restauri. Ma è sempre rinata come il pino antistante la piazza in cui giace da cui sarebbe stata denominata! L’albero veniva sostituto dopo ogni calamità!

All’esterno, la basilica strega  per la sua sobrietà . Le sue mura sono imponenti e rinforzate da contrafforti. Il suo portale gotico è impreziosito con la Vergine col Bambino scolpita nel XIV secolo . Inoltre si può apprezzare:  un campanile che svetta fino a 54 metri . E un solenne rosone (1936) che illumina tutto intorno.

L’interno sorprende per la sua navata unica, spaziosa  e luminosa, caratteristica questa tipica  del Gotico Catalano. Le volte a costoloni, alte e slanciate, donano un’atmosfera austera ma accogliente. Le cappelle laterali serbano opere e memorie della storia della città. Venerare  Santa Maria del Pi significa scoprire non solo un capolavoro architettonico, ma anche uno scrigno di eventi  storici e di spiritualità a Barcellona.

Museo-cera- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Museo Cera 

Museo Cera  (info orari e costi) è una pausa eccellente per scampare al trambusto cittadino. Ci sono capitata all’improvviso per rifugiarmi da un temporale estivo! ’ È  sistemato in una ex banca del 1873  e nel 1982 fu abbellito con graziose decorazioni come lo stemma della Catalogna .

Il recente restyling (2020) ha introdotto tecnologie moderne per rendere l’attività museale  più interattiva. All’ingresso ci si a accomoda dentro un piccolo montacarichi che proietta immagini tridimensionali di Barcellona. Tutto questo mentre vi conduce al primo di tre piani.

Da Cervantes a Frec Mercury

Su questi sono dislocate più di 150 figure di cera suddivise per tematiche varie . Esse spaziano da personaggi celebri dello show a quello  della storia. Da quello della cultura a quello   della politica. Il set  che mi ha più entusiasmato è  stato quello riservato alle star della musica.

Il Museo Cera  si gira tranquillamente in un’ora . Se volete fare una sosta per qualcosa da bere e per riposarvi andate nell’adiacente Bosc de les Fades . Questo  è un bar arredato come un bosco incantato. Di sicuro un ambiente surreale che piace sia ai bambini che agli adulti.

Barcellona in 5 giorni. 21 Luglio. Barrio El Born

Se c’è un quartiere capace di raccontare la Barcellona più genuina  quello è senza dubbio El Born.   Il suo fascino medievale si intreccia con l’arte contemporanea.  Ogni suo vicolo  vibra di allegria ed estro artistico. Era una zona commerciale, collegata al porto e al vicino quartiere della Ribera. Si organizzavano feste e persino dei tornei cavallereschi che si svolgevano lungo il Passeig del Born, la via principale.

L’ aria scanzonata d’ El Born. rimane tuttora  . Qui   si fa lo  shopping  più esclusivo e  si vive sia di giorno che di notte . Al calare delle saracinesche di botteghe artigiane, boutique di design, e gallerie d’arte  impazza la movida notturna più entusiasmante . Si popola di bohemien e sognatori , nulla è lasciato al caso ed è tutto una sorpresa .  Come il suo El Born Centre de Cultura i Memòria. Questo è  un ex mercato dell’Ottocento trasformato in spazio culturale con resti archeologici della Barcellona del XVIII secolo. Seguitemi , vi svelerò qualcosa del mistero di El Born,  vi resterà addosso come un profumo !

Santa-maria-del-mar- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Santa Maria del Mar

Santa Maria del Mar (1329-1383) è un must da fare perché è poco affermata ma intrigante e spettacolare! La si deve alla volontà dei lavoratori del porto e degli artigiani del  quartiere. Il loro fu un contributo economico importante per materializzare in eterno la  loro fede .  L’orgoglio della classe operaia fu  affidata alla sapienti mani degli architetti Berenguer de Montagut e  Ramon Despuig.

Anzitutto Santa Maria del Mar eprime in toto la purezza dell stile Gotico Catalano: è  priva di ornamenti superflui.  Il suo disegno complessivo è perfettamente proporzionato.  Corredata da due torri ottagonali gemelle  la sua linearità  diventa potenza visiva e spirituale.

Internamente lo stupore è immediato. Le alte navate sembrano dissolversi verso l’alto, sostenute da slanciate colonne poligonali che  donano  leggerezza e armonia. La luce, filtrata dalle ampie vetrate istoriate, danza sui pavimenti antichi. Ci si sente come avvolti da un abbraccio intenso che conforta e trasmette serenità amplificata da un silenzio reverenziale che quasi sgomenta. Lo stesso che probabilmente scatenò la fantasia dello scrittore Ildefonso Falcones che la contemplò nel suo best seller  chiamato appunto La cattedrale del mare.  Questo  è stato  un successo  letterario, un romanzo che ci descrive una Barcellona povera ma fiera nell’epoca medievale. La stessa che ha permesso la fondazione della cattedrale ormai meta di pellegrinaggio mondiale!

MOCO- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Moco

Il Moco esiste dal  2021 per merito di due collezionisti olandesi Lionel e Kim Logchies-Ten Kate. Il loro goal è stato quello di rendere l’arte contemporanea accessibile a tutti. Fecero qualcosa di simile   anche ad Amsterdam . Fu una mossa vincente , e  nuovamente hanno fatto bingo a Barcellona!

Azzeccata anche l’ospitalità del Moco dentro lo sbalorditivo Palazzo Cervelló ,  una dimora aristocratica  del XVII secolo . Quello che sorprende già all’ingresso  è una gigantografia a forma di cuore umano trafitto.  Un calco della vita che si alterna tra dolore e gioia fatta da Damien Hirst (1965, Bristol)  una delle figure più rappresentative dell’arte moderna.

Ogni sala del  Moco  è una cornucopia di stili, colori e linguaggi diversi. Tra le opere più significative si possono ammirare:

  • Banksy: con le sue provocazioni sulla società dei consumi;
  • Andy Warhol: maestro della pop art e del culto dell’immagine;
  • Jean-Michel Basquiat: con le sue tele cariche di denuncia sociale;
  • Keith Haring: che inneggia all’ inclusione e alla felicità  con le sue figure danzanti;
  • Yayoi Kusama: regina dell’arte immersiva con le sue stanze di specchi e luci infinite;
  • Salvador Dalí e Pablo Picasso:  geni catalani e mentori dell’innovazione artistica

Visitare il Moco è un atto audace che vi farà valutare Barcellona con un visione nuova, più dinamica e senza pregiudizi. Vi costringerà a guardare le cose con una prospettiva diversa.  Riconoscendo l’inevitabile verità che il significato di qualsiasi cosa muta a seconda della prospettiva!

Museo-picasso- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Museu Picasso

Lungo la suggestiva Carrer de Montcada, sorge il museo  dedicato all’eclettico e rivoluzionario artista malagueño. Sto alludendo a  Pablo Ruiz Picasso (1881-1973). Fu  l’ inventore del  Cubismo, una corrente artistica che sovvertì formalmente la pittura scombinando l’immagine in varie forme. Sconvolse radicalmente  il modo di rappresentare l’esistenza . Un insigne artista il cui monito fu che  quella dell’uomo non è la sola possibile visione delle cose.

Il Museo Picassso  è del 1963 e si deve a Jaume Sabartés, amico e segretario personale di Picasso. Suo intento fu quello di promuovere il talento del pittore accentuando il suo attaccamento a Barcellona che frequentò da giovane . Il museo è  all’interno di cinque palazzi medievali interconnessi.  Tra questi spicca il magnifico Palau di Berenguer Aguilar in pittoresco stile gotico.  Metterci piede  significa ripercorre la formazione, l’evoluzione e la genialità di uno degli artisti più influenti del XX secolo. Esso contiene  le sue prime bozze, i ritratti intimi e quelle sue sperimentazioni che lo resero immortale.

Come è organizzato il museo? 

Si sviluppa su più reparti, seguendo un percorso cronologico e tematico che consente di capire la crescita artistica di Picasso:

Parco-cittadella- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Parc de la Ciutadella 

Parc de la Ciutadella   (17,42 ettari ) è uno dei polmoni verdi di Barcellona , denominato così dalla cittadella militare a cui prima apparteneva. Quella che Filippo V di Borbone fece fare all’indomani della Guerra di Successione per sottomettere i catalani. Furono demolite 1200 case e fu un trauma totale per i residentiIl progetto fu affidato all’architetto Josep Fontserè, che iniziò i lavori nel 1872 con la collaborazione di un giovane Antoni Gaudí, allora suo assistente.

Punti di interesse attuali del  Parc de la Ciutadella  sono:

Arco-trionfo- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Arc de Triomf

Per raggiungere la Parc de la Ciutadella  si passa attraverso il meraviglioso  l’ Arc de  Triomf ,  alto 30 metri  . Disposto  tra il Passeig de Lluís Companys e il Passeig de Sant Joan, è  il passaggio più emblematico di Barcellona (1888 ,  J. Vilaseca i Casanovas). Chiaramente commissionato  per l’Esposizione, questo arco si distingue per il suo  ricercato stile mudejar:  a mattoni rossi e ornamenti moreschi.

Si fa osservare  per i fregi di Josep Reynés e Josep Llimona . Ci sono intagliati  gli stemmi delle 49 province spagnole che formavano il Regno di Spagna nel 1888. Il tutto sormontato dallo stemma di Barcellona. Oltre che per il suo peso storico l’  Arc de  Triomf  è un vero  proprio landmark urbano. Qui ci si viene a passeggiare, e a celebrare la gloria di Barcellona osservando i  suoi bassorilievi che omaggiano  l’industria, l’arte e la cultura catalana.

Barcellona in 5 giorni. 22 Luglio. Barrio Eixample

L’  Eixample   (dal  catalano  “ensanche”  cioè  “ampliamento” )  è un eccepibile  esempio di allargamento  urbanistico. Fatto  dall’ingegnere Ildefons Cerdà servì a contenere il picco di crescita demografica del XIX di Barcellona. Di pari passo alla sua rapida industrializzazione.

L’  Eixample     fu concepito  per  unire il centro storico di Barcellona con la periferia in espansione. Le sue strade disegnano una perfetta griglia geometrica. Apposta pensata per garantire aria , ordine, ampi viali, cortili interni e incroci ottagonali. Si pensò all’agio di tutti senza distinzione tra poveri e ricchi.  Ad ora è  il distretto più popolato di Barcellona, della Catalogna e di tutta la Spagna in termini assoluti (262 485 abitanti). E il secondo in termini relativi (3. 5586 ab./km²).

Ordine e disordine

Percorre  in lungo e in largo l’Eixample significa sfogliare Barcellona come un libro che descrive tutte le sue epoche. Ma in un contesto raffinato, dove impera lo shopping di lusso e l’alta gastronomia offerta da locali di ogni tipo . Nell’Eixample  è tutto sistemato  con logica: i numeri civici aumentano verso il mare o verso la montagna. E  le strade hanno nomi di città o regioni spagnole. Inoltre, negli anni ’80 furono installati alcuni semafori parlanti per non vedenti, tra i primi in Europa.

Una curiosità? Le corsie dell’Eixample sono state progettate per facilitare la circolazione dei cavalli e i raggi  solari. Ciò lo rese uno dei primi prototipi di architettura urbana  sostenibile. Un motivo in più per smarrirsi tra i suoi isolati smussati nelle sue prospicienze. Lasciandosi sorprendere da ogni dettaglio architettonico e dall’armonia senza prezzo di questo straordinario sobborgo.

Passeig-de-gracia- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Barcellona in 5 giorni. Antoni Gaudì  

È nell’  Eixample     che il Modernismo catalano ha trovato la sua massima espressione grazie ad alcune  opere indimenticabili di Antoni Gaudí. Questi è l’architetto visionario di Barcellona,  che ha saputo trasformare la città catalana in un museo a cielo aperto. Nato nel 1852 a Reus, in Catalogna, Gaudí studiò architettura a Barcellona, dove fin da giovane ebbe la virtù straordinaria di coniugare  inventiva, simbolismo e natura.

Le sue opere non si limitano a costruzioni.  Ma sono vere e proprie esperienze sensoriali.  Dove ogni arcata, colore e dettaglio esprimono un pensiero, una fede. La sua influenza ha travalicato i confini della Spagna, addivenendo uno dei maestri del Modernismo mondiale.

Arte e fede di Gaudì

Per comprendere la profondità dell’arte di  Gaudí  occorre considerare la sua   religiosità , che si fece sempre più intensa con il passare degli anni. Essa  permeò  ogni progetto. Come la Sagrada Familia. Questo è   il suo master piece  incompiuto, elemento inconfondibile dello skyline di  Barcellona.  Purtroppo mi è sfuggito perché avrei dovuto prenotare con largo anticipo.

Il credo in Dio di  Gaudí   si avverte anche nelle sue Casa Batlló e Casa Milà che fanno da padrone a Passeig de Gràcia. Questa è  una delle aree più sofisticate di Barcellona resa indimenticabile  dalla sua vena estetica visionaria  e spirituale. Capacità che furono sostenute economicamente  da grossi mecenati come Eusebi Güell e la famiglia Batlló non le avrebbe mai fatte! Gaudí   vedeva la natura come espressione divina . E per questo, la imitava e reinterpretava applicando il trencadís. Questa era la sua tecnica che prevedeva il  riutilizzo fantasioso di frammenti di ceramica e vetro colorato. Da quei pezzi irregolari otteneva una grazia artistica. Esattamente come la fede che converte l’ordinario in straordinario.

La-pedrera- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Casa Milà

Casa Milà o  Pedrera  è il fiore all’occhiello di Gaudí , fatta tra   il 1906 e il  1912  . Il primo appellativo è legato alla famiglia Pere Milà e Roser Segimon per cui venne fatta. I coniugi sognavano una residenza nobiliare a Passeig de Gràcia. Il secondo rimanda   al catalano “Pedrera” , che equivale in Italiano a quella  “cava di pietra”  a cui assomiglia. Quello che mi ha più impressionato sono le sue mura esterne.  Perché sembrano come delle onde che fluttuano nell’oceano. In mezzo a 32 finestre in ferro battuto realizzate da Josep Mraria Jujol.

Casa Pedrera  sembra un organismo vivente  scolpito nella roccia con quell’effetto dinamico delle sue linee curve prive di spigoli,  marchio  di una  Barcellona fortemente modernista.   Gaudí  si ispirò  a Le Corbusier, padre dell’ architettura moderna. Ma si spinse venti anni avanti. Imitò il mare e articolò il complesso su nove livelli. Un piano seminterrato destinato ai magazzini e alle carrozze. Un altro sopra con spazi commerciali. I rimanenti furono destinati a appartamenti di lusso, un attico con archi catenari da cui si scorgono ancora adesso i tetti di Barcellona la Sagrada Tibidado.  Qui fanno sempre sfoggio dei mitici camini a forma di  guerrieri  che fanno da guardia al focolare domestico. Sono lavorati con  la tecnica trencadís  per simulare il fuoco con il riflesso del sole.

park-guell-piazza-Barcellona-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Park Güell

Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1984,  Park Güell  fu fatto  tra il 1900 e il 1914 . Fu frutto della visione dell’ industriale Eusebi Güell . Questi era ossessionato dalla magnificenza dei  giardini inglesi . Aveva in mente  di mettere a punto un  quartiere residenziale per l’alta borghesia catalana .  Così chiese a   Gaudí di fagli avere un modello da elaborare. Tuttavia, questa pianificazione  immobiliare non ebbe molti consensi . E successivamente fu convertito in parco pubblico nel 1926.

Il Park Güell  si sviluppa come un coloratissimo giardino monumentale che si adagia sulle colline del Carmel. Se preferite la metro per salire in cima al Park Güell   prendete la  linea  L3 e scendete alla stazione di Lesseps . Qui  accederete alle uniche scale mobili che funzionano all’entrata di Avinguada del Santuari de San Joseph. Diffusi sono i belvedere panoramici su Barcellona .

Cosa vedere nel Park Güell

Quando si è  Park Güell  si ha l’impressione di fare un sogno  attorniati da simbolismi religiosi, mitologici e patriottici catalani. Tra i suoi interessi più incredibili:

Barcellona in 5 giorni. 23 Luglio. Barrio Raval

Il Raval è il volto più nascosto e anticonformista di Barcellona . Già come nel Medioevo odiernamente è   la borgata della classe lavoratrice più modesta . Per cui  è sempre stato animato da operai,  grinta e  incessante  movimento. Proprio per questo non è raccomandabile fiondarcisi da soli . Magari come me cliccate su Guruwalk  per avvalervi di una guida autorizzata . Mossa azzeccatissima perché in tutta sicurezza ho avuto una panoramica più completa del Raval  . Funziona  a offerta libera (da un minimo di € 15, 00) .

Quello che ha fatto la differenza per il Raval   è stata la  riqualificazione urbana degli anni Ottanta . Ciò è stato possibile grazie all’impegno del comune che ha chiamato  architetti e urbanisti per riscattarlo dalla cattiva fama di cui godeva. Così si sono dislocate università, diversi rami di istituzioni varie . E sono sorti blocchi multifunzionali  e ricreativi che hanno favorito la diffusione dell’arte e l’integrazione sociale.

Raval-barrio- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

I big del Raval

Tra i propulsori del rilancio del Raval   basta citare  Richard Meier, che qui ha fatto il Museu d’Art Contemporani de Barcelona  (1985) . Questa è  una cupola tutta bianca fatta di cemento e vetro.  Combina linee rette e curve con un portone in vetro che espone una vasta gamma di opere d’arte contemporanea (XX sec.)  di diversa provenienza. La sua piazza esterna si estende tanto per la gioia degli skaters! Ma il  Raval non è solo questo, ecco qualche altro suo gioiello:

Barcellona in 5 giorni . 24 Luglio. Barceloneta

Barceloneta è un eldorado residenziale e di svago incastonato a Port Veil . Le sue fondazioni sono del XVIII secolo . Ma si espande nel 1714 come rifugio degli sfollati al seguito della demolizione della Ribera. Questa era un lato di Barcellona fatto a pezzi da Filippo V di Borbone dopo la Guerra di Successione per erigere una cittadella militare. Della cosa se ne occupò l’ingegnere Pròsper de Verboom . Questi recuperò porzioni di abitati enormi dal mare e li  strutturò in modo semplice  con strade, case e superfici funzionali. Ci vollero anni di fatica per migliorare la Barceloneta che intanto era sempre più affollata da marinai e pescatori.

Nel XIX secolo, l’espansione industriale e l’aumento dell’inquinamento causarono la cessazione  delle attività di pesca, modificando parzialmente il quartiere. Questo si riqualificò totalmente in occasione dei  Giochi Olimpici del 1992. Uno dei primi e efficaci interventi fu  la realizzazione di spiagge importando sabbia dall’Egitto, dal deserto del Sahara. Il risultato fu quello che oggi è un litorale di 5 km di spiagge libere più o meno assaltate dalla massa . Uno sfogo alla calura estiva che disseta con i suoi chiringhitos e divieti che ne preservano l’esistenza.

Colombo-statua- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Barcellona in 5 giorni. Non solo spiagge

Cosa è rimasto delle antiche vestigia? Poco ! Come la chiesa di Sant Miquel del Port in stile Barocco  , che è inconfondibile per  il suo angelo in marmo che infilza un serpente! A questa chiesa  erano devoti . Altro tratto distintivo della Barceloneta è il Museu D’Historia  De Catalunya . Questo è un omaggio alla storia catalana dagli albori al presente tramite documenti, video e altro materiale interattivo.

Sono i giovanissimi che insediano Barceloneta perché c’è ogni tipo di distrazioni in una lingua dorata bagnata da acque non proprio cristalline . In compenso si possono lodare meraviglie artistiche. Tra queste le sculture:

Cos’altro c’è  vicino a  Barceloneta?

Citare tutto che c’è da setacciare a Barceloneta è impossibile perché è smisurata . Finisco proponendovi qualche chicca:

Barcellona in 5 giorni . 25 Luglio. Montjuc

La collina di Montjuïc si innalza a 192 metri a Sud di Barcellona . In italiano il suo significato è quello di “Monte degli Ebrei”, perché di questa stirpe c’era un cimitero. La sua funzionalità era quella di difesa dal nemico per la qual cosa si pervenne a fare un castello nel XVII sec. Effettivamente da lassù si domina il porto e tutta la pianura circostante. Fino ai Pirenei se fuori è limpido.

La collina di Montjuïc fu sempre teatro di scontri e assedi : Guerra di Successione spagnola (1701-1714), Guerra Civile spagnola (1936-1939). Per fortuna dal XX secolo lo si fruttò come polo culturale e artistico per il susseguirsi di due colossali appuntamenti. Indovinate quali? L’ Esposizione Internazionale del 1929 e le Olimpiadi del 1992.

MNAC-Barcellona-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Cosa osare nella collina Montjuïc ?

Per staccarvi da Barcellona e fare qualcosa di insolito e dinamico qui è per voi. Oltre la Fondazione Joan Miró,  Davvero eccezionali sono:

Barcellona in 5 giorni. Un cibo caliente!

La cucina catalana è una delle più secolari e complesse d’Europa. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando la Catalogna era un importante crocevia commerciale sul Mediterraneo. Le rotte marittime importarono spezie dall’Oriente, ingredienti dal Nord Africa e nuove tecniche di cottura dalla Francia e dall’Italia.

Già nel XIV secolo il Llibre de Sent Soví fece il suo ingresso. Questo fu  uno dei primi ricettari europei . Una sinfonia culinaria di autore anonimo che combinava carne, pesce e verdure con un uso sapiente di erbe aromatiche. Quest’ultima una pratica che è peculiarità della gastronomia catalana e spagnola in genere. Questa fusione esprime l’unicità di un territorio che vive a cavallo tra Mediterraneo e Pirenei.

A partire dagli anni ’80, Barcellona  è diventata un workshop gastronomico globale grazie a chef visionari come Ferran Adrià. A lui si deve la fondazione in Costa Brava di El Bulli, un ristorante assolutamente all’avanguardia  Dopo la sua chiusura nel 2011 è stato trasformato in museo.

La cucina molecolare

Ferran Adrià  ha introdotto la cucina molecolare, plasmando consistenze e sapori in vere esperimenti sensoriali.  Sfere liquide, spume e gelatine hanno modificato lo star bene a tavola. Altri grandi chef catalani, come Carme Ruscalleda  e Jordi Cruz, hanno contribuito a elevare il successo della cuisine catalana. Non stanca mai perché non è scontata . Si muove tra le ricette della nonna e sperimentazioni allo stato puro da testare tra bancarelle all’aperto e ristoranti semplici e stellati. Per voi in basso una lista delle delizie salate e dolci più comuni a Barcellona .

Panetteria

Primi , Carni
Dolci
  • Braç de Gitano: rotolo di pasta soffice farcito con crema o cioccolato, ricoperto da zucchero a velo o caramellato;
  • Coca de Sant Joan: focaccia dolce preparata per celebrare la festa di San Giovanni, con frutta candita e crema;
  • Churros con Chocolate: bastoncini di pasta fritta, spolverati di zucchero;
  • Crema Catalana : rema pasticcera aromatizzata a cannella e limone, con una crosticina di zucchero caramellato;
  • Catànies: praline di Vilanova i la Geltrú: mandorle tostate ricoperte di pasta di mandorle, cacao e zucchero;
  • Orelletes: sfoglie fritte zuccherate, simili alle chiacchiere italiane, tradizionali del Carnevale;
  • Panellets: piccole palline di pasta di mandorle, ricoperte di pinoli, tradizionalmente preparate per la festa di Ognissanti;
  • Turrón de Agramunt:  torrone tradizionale della Catalogna, prodotto a mano dal XVII secolo nel villaggio di Agramunt.

ristoranti-Barcellona-in-5-giorni-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Barcellona in 5 giorni. Dove mangiare a Barcellona

Per quanto mi riguarda se voglio addentrarmi nell’ essenza della tradizione culinaria di un posto nuovo mi fiondo nello street food e le pietanze più semplici. Per Barcellona basta recarsi nei suoi mercati . E questi  sono tanti , sfarzosi e chiassosi. Tra più di tredici quelli più rinomati sono :

Dalle tortillas di patate e i gamberoni alla brace, dai formaggi più grassi alle paste più golose qui le vostre papille gustative si risvegliano a pieno! Oltre al cibo, i mercati fanno parte dei riti cittadini, e sono dei veri e propri centri di vita sociale . Qui ci incontra per chiacchierare, stare un po’ insieme. Mentre i commercianti lavorano e trattano la vendita della frutta di stagione. Bisogna consultare la propria tabella di marcia e fare attenzione agli orari.  Perché chiudono intorno le venti settimanalmente e la domenica .

Ristoranti a Barcellona

Infine se  siete dei food lovers non posso che proporvi un elenco  di ristoranti molto alla moda a Barcellona :

Barcellona in 5 giorni . Il cava

A proposito di Bacco! Se Barcellona stuzzica per liquori particolari come il ratafia , fatto con noci, e  il vermouth , fatto con artemisia ,  allora è il momento di conoscere il suo cava. Mi sto riferendo allo champagne spagnolo, bollicine ricavate (metodo classico) da uve autoctone . Tra queste   Macabeo, Xarel·lo e Parellada  coltivate per la maggiore nella vicina regione di Penedès. Del cava ce ne è uno per ogni gusto: Brut, Reserva o Gran Reserva.

Il suo ideatore fu Josep Raventós Fatjó . Nel 1872 l’audace imprenditore  applicò la rifermentazione in bottiglia alle uve locali generando lo spumante nazionale. Il suo laboratorio fu la cittadina di  Sant Sadurní d’Anoia, dove istituì la sua monumentale cantina Codorníu, progettata da  Cadafalch. Questa vi dà il benvenuto ancora oggi per delle degustazioni da capogiro. Cosa che è possibile fare anche in altrettante rinomate bodegas limitrofe quali:  RecaredoFreixenet ,  GramonaLlopartJuvé & Camps , Raventós i Blanc .

Il cava fa tendenza

Attualmente il  cava è richiestissimo e ciò  grazie allo sforzo della grandi famiglie di winemaker che portarono all’ eccellenza tra il 1900 e il 1950. Questo periodo fu quello del suo  boom . In questi decenni si superarono grosse crisi  legate alla Prima Guerra Mondiale, alla crisi economica del 1929 e alla Guerra Civile spagnola.

I viticoltori catalani rimasero uniti e cavalcarono l’onda investendo in innovazione, meccanizzazione e marketing  . Essi trasformarono il  cava in un nettare di  massa ma al tempo stesso di qualità. La diffusione fu tale che divenne protagonista delle celebrazioni popolari, e   delle grandi occasioni della società spagnola del Novecento.

Sagrada-familia- barcellona-wine-travel-blog-weloveitalyeu

Conclusioni. Barcellona in 5 giorni

Come avrete capito Barcellona è un universo fatto di opposti che si attraggono . Non smette mai di stupire, ed è capace di regalare emozioni intense e variopinte. Fortemente attaccata alla sua emancipazione, alla sua identità, Barcellona   incanta dal sorriso dei suoi abitanti e la sensualità del flamenco , agli aromi travolgenti dei banchi dei mercati rionali.

Purtroppo Barcellona  è stata un’avventura che è durata poco per me. Andrebbe assaporata con calma perché  non ci si annoia mai, e ravviva i sensi. Succede che quando ci si allontana resta una nostalgia dolceamara. Naturalmente si desidera rivederla senza aspettare troppo.  Perché  la sua vitalità richiama sempre indietro, è un  battito che non smette mai di pulsare.

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Alghero

Alghero

“…L’ Alguer de sempre se vanta
de ésser país català,
la ginqueta me vol recordar,
a mi ella me canta…”
“La Ginqueta”, song of Pino Piras , voice of Claudia Crabuzza

Alghero 

There are places where I want to go without knowing why. Alghero, in Northen Sardinia, is one of these.  It all starts out with an urge to be somewhere that I’m  not. I travel for several reasons, but even just a short vacation to the beach or an unfamiliar city can serve as a  kind of escape.  I often loosen up, allowing for  learning.

I push myself forward in new cultures, try new things, get myself into uncomfortable situations, and find out the best part of me. It is easy to get high off the sense of anonymity that can be experienced while travelling. It doesn’t matter if it’s for a weekend  or a year long trip, if nobody knows me. I  often feel free to break out of my  shell.

I remember when I started planning my first trip to Alghero, which is only 40-minutes flight from Pisa on  Ryanair , I had no idea what I was doing! I wanted to get lost in Alghero, but at the same time, I didn’t want to miss the most beautiful things of this unique pearl of the ‘Coral Riviera’. I thought it might be impossible for me to arrange everything  by simply  following  my guidebook for two days!

Valeria Crabuzza and the ‘Alghero Concierge’

I had to try something different. I searched the web for information about Alghero. I just needed someone special to hold my hand and show me the way.  That’s why my first choice was Valeria Crabuzza, managing director & founder of  Alghero Concierge’.

Valeria was the first person I turned to for tips and information about Alghero.  She was always prepared to offer help and understanding. Before my departure for Alghero, I contacted Valeria by mail and then by a phone call.

Valeria provided me with outstanding concierge services creating my tailor-made holiday in Alghero. She provided me  with  free advice on accommodations, holiday activities, cultural events, archaeology sites and  other services.  Thanks to Valeria, I saved a great deal of time and effort researching and comparing on the net.

I simply told Valeria my  preferences and I packed my bags!  Valeria was my good angel in Alghero , a paradise just a few steps from home! Valeria made me fall in love with Alghero . Now I long to return to this enchanting place!

1st Day, Tuesday , 12th June 2018. ‘Benebenniu b&bthe best accommodation in Alghero

I landed in Alghero’sFertilia Airport’ on the 12th June 2018.  There were only 6 kilometres from ‘Fertilia Airport’ to the city centre, a short trip of less than 15 minutes drive. The airport is  well connected with the major Italian and European airports with low cost flights the whole year round. If you don’t want to drive or if you don’t want to rent a car, the city has an excellent transport service to and from the airport.

It was lunchtime and I reached Alghero’s old town  , where I met Valeria at Alghero Concierge’, her  holiday counsultancy and tourist services office in the heart of the city. Valeria was my ‘Welcome to Alghero , the best a traveller can wish.

Valeria was charming-a true Mediterranean beauty. The gentle nature of her soul, was reflected in her love for life and for the history and tradition of her beautiful island.  After my arrival in Alghero at midday and my interview with Valeria, I was excited to  uncover and bring to light  what she reserved . It was incredible, and  Valeria did an incredible job to ensure a perfect vacation in Alghero which covered all my requests.

First of all it was very easy for me to visit all the best parts of Alghero , because Valeria booked a nice room  for me in her  ‘Benebenniu b&b  in Via Carlo Alberto,70,  the main street of the medieval town.  It was in a very  central location  in Alghero among its cobblestoned streets (no heels, but comfortable shoes!), few steps away from the picturesque sea-front promenade, the ‘Bastioni and the Towers’.

Bus station, harbour, city beach, all the best bars and restaurants were all in the immediate proximity.  After having unpacked my bags, I walked around Alghero’s main streets, having all its beauty around me , just in the area where I stayed.

A trip near Alghero

I took terrific photos of all that drew my attention and sensitivity . I explored each corner  of Alghero , in any direction from the bottom towards the top and the from left to right! I went on strolling till the afternoon, when Valeria picked me up by car , leading me out of Alghero toward a breathless itinerary :

I enjoyed the awesome scenery and admired the spectacular landscapes of the -North-Western tip of Sardinia. I was enough lucky  to watch the sun dipping down in the blu sea among its impressive cliffs and to hear the seagulls crying out . As soon as I discovered nature again in all its glory,  Valeria remembered it  was time to go away! On the road back to Alghero, while I was thinking about that dreamy holiday,  Valeria explained the value and the importance of those places and the story of her life!

Valeria and his sister Claudia Crabuzza. A reason to come to Alghero

Valeria was born her in Alghero  where she spent the first nineteen years of her life before travelling abroad to work in hospitality. Initial economic hardships during her childhood didn’t stop Valeria cheerful and strong  temperament, but strengthened her character and  her spirit of adaptability.  Valeria reflected on  those hard days with a smile, because they made her grow. Valeria has got a brother, Francesco, and a sister Claudia , who eventually became a very well-known Italia songwriter.

Claudia Crabuzza won the prestigious music award  ‘Targa Luigi Tenco 2016’ (Minority Languages Category) for best album in ‘Algherese” Dialect’. She  worked  as author and interpreter with many famous national artists such as the most popular Sardinian ethno-rock band Tazenda’, Pippo Pollina, Mirco Menna, ‘Il Parto delle Nuvole Pesanti’, and others .

Valeria graduated from the professional hotel school of Alghero and started working in the field of tourism in Italy, Switzerland, Egypt and on  Canouan Island (Eastern Caribbean). She was inevitably drawn back to her native land .

Valeria  wished to combine her experience, her local knowledge and love of Sardinia, her passion and her positive attitude to best welcome and assist anyone coming to visit Alghero and the north-west coast of Sardinia.

On her personal note!  Valeria  is married and had two wonderful children. The love story with her Egyptian husband  Ehab Rashwan  is another incredible and long chapter of her life ! He is  a pro-active hospitality professional with over 25 years in the hospitality industry .

Dinner with Sardinian delicatessen at ‘La Botteghina’ restaurant in Alghero

That one hour drove to Alghero with listening to all  Valeria‘ s tales  astounded me, because it seemed so familiar.  The  sunset was unforgettable . The artificial lights of the lamps adorning Alghero transformed this noble city in an elegant living room. The closed shops were making the way for the night-loving people.

I felt the infinity poetry which emanated from this peaceful and ordered city, but at a certain moment all that enchantment was suspended by my rumbling tummy that looked forward to the dinner time. Soon after  Valeria and me seated  comfortably on a terrace of   the casual ‘La Botteghina’ restaurant . She said it was the right place for tasting local fresh food & wine, and it was true!

 A friend of Valeria, Carlo Deffenu, a very polite person did the honours. He was a lovely worker there and an Italian writer as well, who proposed a vast range of pleasures! I had typical Sardinian food & wine:

  • a sparkling  Vermentino called ‘Sessantaquattro’ paired with a mussels soutè;
  •  ‘fregola’ , that is a type of semolina-based pasta with seafood;
  • ‘culurgiones’ , that is a kind of pasta filled with boiled potatoes, extra olive oil, pecorino cheese, garlic and  mint , seasoned  with tomatoes sauce and parmesan. Best new dish I ever had in the last period!

The night was flowing slowly while Valeria was entertaining me with all her knowledge  about Alghero . I was totally immersed in all those stories.  A journey in the past of  Alghero, and an understanding of its present. A multifaceted world of an island within  the island , that is trying to grow and to improve despite the cumbersome Italian Political system, and the closed-shop mentality of the major part of its  inhabitants.

By the way, I realized  that Alghero  is considered one of the most charming towns of Sardinia. Ryainair flies  at least here twice a day. Take this as an opportunity to explore some of the amazing art the city has to offer.

Alghero is the perfect blend of history, gorgeous beaches, lovely food & wine, traditions and so much more. The town provides excellent hospitality for a constant flow of tourists, with a range of entertainments, facilities and nightlife that is ideal for young and old alike.

History of Alghero

Alghero was inhabited since prehistoric times, and  was founded by the Genoese in the 11th century. For many years, it was controlled by the dynasty of the Doria family’, despite a brief period of Pisan domination in 1283 and 1284.

Many different conquerors launched assaults on Alghero  until the Catalans expelled everyone in 1372 and created a home away from home. From then on, the town came to be known as “Barceloneta”, or ‘Little Barcelona’, and maintains its Catalan identity to this day.

Control of Alghero passed to the House of Savoy’ in 1720 and this marked the start of a long period of steady decline. This continued right up until the ‘Fascist Era’ which resulted in heavy damage to the town during Italy’s participation in WWII.

The removal, from the surrounding countryside, of malaria in the 1950s and the growth in package holidays during the 1960s saw the start of a transformation in the fortunes of Alghero. A large number of hotels and restaurants have been built on the investment in the town and development has spread northwards alongside the city’s sandy beach.

Today, tourism has not completely overtaken Alghero and the town still retains its distinctive Catalan identity with the local fishing industry an important contributor to the local economy.

2nd Day. Valeria & Katia after their professional experience at Canouan Island , Eastern Caribbean

It was late in the night. I opened the window of my room that overlooked one of the main square of Alghero . There was nobody outside, but few tables scattered among cafes and restaurants and a  silhouette of a  bell tower that raised above the rooftops of houses and churches.

My thoughts wandered and I couldn’t sleep for the excitement of what it happened, but I was tired and I fall asleep. The following day I woke up late in the morning, and the weather was awful.  I thought it was  perfect to visit wineries in Alghero.

Katya-alghero-valeria-crabuzza

I sat down at my table for eating something.  I took a look  in blogs and travel forums about  all the top wines. In the meanwhile ,  Valeria and her friend Katya attended my breakfast with  a  homemade lemon cake, hot coffee and orange juice.

Katya is another fabulous character of this Sardinian novel. At first sight Katya, so pretty with big green eyes, seemed to be an easy going person. Actually, Katya is a  romantic bohemian, a very deep fellow, a strong worker with the soul of an artist  in sewing technique.

She said she was from Pesaro, Marche. She met Valeria on the Caribbean resort 20 years ago. Since that time they were not only colleagues , but above all close friends. After having travelled a lot,  with a long stay in Peru, that changed her mind placing greater emphasis on the ‘being‘ and not on  ‘having’ in this life, Katya wanted to help Valeria . Her aim was to create something unforgettable in Alghero, with the intent of promoting this area in Italy and abroad.

What a marvellous and spiritual conversation! Katya withdrew, bidding me farewell, and saying I was in  a good service with Valeria about my trip in Alghero. Of course she was right! I glanced at the clock on my phone and a last great moment awaited me to complete my journey: visit the best Wineries in Alghero.

The weather promised to get worse, far more than I could expect! Never before had I seen so much rain in summer . Before my  appointment with Valeria and with the divine nectar of Sardinia in the early afternoon , I had little time to visit the old churches of the historic core in Alghero,:

The churches were unadorned, the simple churches of a simple  fishing village. I liked these types of churches- built solely as a religious sanctuary for the towns people with no more boisterous intent. Alghero’s Old Town was large enough to be interesting and small enough to tackle in a day of exploring.

Walking around Alghero, I didn’t feel like I was in Italy, but in a foreign land with such an atmosphere you had to live. Colorful facades, an almost derelict elegance , all complete with beautiful sea views from any given angle.

Vini Delogu, Alghero

It was lunchtime and to my surprise,  Valeria came to take me to a luxury hotel called ‘Carlos V’ in Alghero to attend a wine tasting organized by Tenute Delogu.

The  terrace of  the 5 stars  hotel  ‘Carlos V’ was magnificent , it  afforded panoramic views that encompassed everything from the ‘Capo Caccia’ promontory (which has a silhouette resembling a sleeping giant) to the costal road that conceals the town of Bosa.

The grey of the sky made visible exceptional views that resembled a Monet canvas,  with a mix of rough and soft colours and sparse and evanescent  brushstrokes.

That landscape inebriated my senses just like the top wines  did in the tasting room. A  light seafood buffet accompanied the Wine Tasting that included the best labels of the  ‘Delogu Winery’:

‘Tenute Delogu’ a top winery in the heart of Alghero

‘Tenute Delogu extends across approximately 60 hectares, encasing a modern winery, vineyards, a prestigious wine resort and dining options. Amongst palm and olive trees, the vineyards are immersed in Sardinia ’s  Mediterranean scrub.

This is where the ‘Tenute Delogu arises and from where its wines derive.  I had the honour of knowing personally the owner of the ‘Tenute Delogu  Mr Pietro Delogu. Pietro was present at that event to increase potential with his own customers . He was busy to give interviews to the Japanese press about his wine production, then he was able to spend a little time  with us.

We had lunch in that exclusive hotel and talked about that pleasant moment relaxing over glasses of his bubbles. After a while  Valeria had to go away to  collect her children from the residential home and Pietro invited me to spend a couple of hours at his estate ‘Tenute Delogu . We arrived there after an hour’s drive under that heavy rain!

Piero Delogu, Alghero

Pietro was very proud of all he did in his life, and this was the feeling I perceived during our conversation before to reach his estate.  Finally we arrived at his  ‘Tenute Delogu , and we  had no guided  visit from outside due to the standing rain.  We took  refuge in the estate’s restaurant , where he  made me feel at home.

That place was lovely and the grey overcast made us long for drinking good wines! At the very moment when Pietro was describing last lable of his wine collection, foreign clients entered the reception despite it being closed. As an Islander and a business man, Pietro opened the door . I helped him with attending to them.

He regarded my attitude  as polite, but I explained it was a pleasure for me.  It was also  a way to thank him for his dedicating time to me.  We ended our time in the barrique cellar of his winery , where I finished my friendly interview writing down as much as I could. Pietro’ s passion and love for his job and land emerged from his words.

Pietro wants to pursuit his dream to get better and better.  If only one day the Italian government , in Sardinia as in the rest of the nation, could provide financial and legislative  support for the development of enterprise policies.

Pietro and Valeria are strongly attached to their  native land but open minded by nature . I hope their courageous choice to invest all the necessary efforts in ensuring the implementation of their projects and ideas   will find support in a fair and  effective  policy  at local and national level, as soon as possible.

His was the sort of honesty  speech that does one good and it was lightened with a glass of Canonau . Valeria returned to take me back in Alghero. So, I said goodbye to Pietro, a smart and multi-faced man. I knew that this was not a farewell.

‘Tenuta Sella & Mosca’ winery. The Torbato of Alghero

Sardinia is an island that strikes its visitors with natural contrasts, the lights and colors of a region that boasts old traditions and a wild and pure nature.  Sardinia is a land full of archaic wine traditions.  Sardinia offers fascinating wines, it merits to be considered as one of Italy´s most unique wine regions.

There are international varieties and  indigenous grapes, such as Bovale, CagnulariMonicaCarignano, and others. All this  makes it worth to go for a wine-discovery tour as I did  at ‘Tenuta Sella & Mosca’ .

‘Tenuta Sella & Mosca’  was a nice place to visit, they offered a free tour in their estate and I liked it a lot despite the rain. ‘Tenuta Sella & Mosca’  was  founded in 1899 . It is the second largest contiguous vineyard in Italy and one of the largest wineries in Europe – it is a 1,600-acre property with more than 1,200 acres of Wines.

From vibrant whites to nuanced reds, ‘Tenuta Sella & Mosca’ has a Wine for every mood and meal. My favourite one is Torbato: a grape originally from Spain with only about 200 acres left in the world. Torbato produces refreshing, pale-straw wine marked by white flowers and hints of sea minerals.

The sparkling version is a must as an aperitif but there are also still versions–ranging from gentle, mid-low body to richer, creamier versions. All are definitely worth trying with light fish appetizers, oysters, and clam spaghetti!

Alghero in my heart. Always!

For my last night in Alghero , I spend long hours meditating the goods things in life with Valeria, then after a drink  and an appetizer in a bar , I went to bed .

When the alarm clock rang at 5 o’clock in the morning, I realized I had to leave Alghero. Before to get the airport, I relaxed at the harbour edge while I was investigating  the best picture angles for my  last photos.

As I sat on the bench gazing at the rocky faced hills across the harbour, a local fisherman jumped down from his boat and strolled past. His nutty brown skin indicated a life on the sea, his complete lack of self  consciousness as he sang aloud. I lapsed into a fantasy of a  simple  village life.

Give me a week here, and I’m quite sure I’d sing along! I didn’t really know what to expect, but it’s safe to say this city far , exceeded my expectations.

If you like my blog, please subscribe to my channel here below