“Io amo la luna, assai più del sole. Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno cra cra, l’eleganza tetra della notte. È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il giorno.”
‘Cantina Sorrentino’, i vini del Vesuvio
2 Luglio 2020. Abbandono il mio ‘InCentro b&b via Toledo 156’ , la mia porta per Napoli , e mi dirigo verso la ‘Cantina Sorrentino’ Per me è un occasione di un viaggio enoico nel mondo dei vini Vesuviani
Seguitemi in questo percorso affascinante, che vi farà venire la voglia di bere subito questi nettari divini! Prima di arrivare a destinazione nella ‘Cantina Sorrentino’, vi racconto della mia tappa nella mitica Sorrento , a località più visitata della Campania dopo Napoli!
Sorrento e la sua bellezza
Dopo un’ora di treno regionale da Napoli arrivo a Sorrento, una piccola cittadina che si trova nella ‘Penisola Sorrentina’ , di fronte alla baia di Napoli, nella parte sud-occidentale dell’Italia.
Adagiata sulla scogliera che la separa dal suo affollato porticciolo, Sorrento è famosa per la sua bellezza, la sua notorietà e la sua posizione strategica attirano migliaia di turisti da tutto il mondo ogni anno. Si respira un’aria internazionale a scapito magari della sua vera natura di semplice borgo marinaro. Tuttavia il turismo è il principale volano di questo gioiello del Tirreno, che da sempre richiama artisti, scrittori e musicisti!
A differenza però degli altri paesi della ‘Costiera Amalfitana’ e di Capri, Sorrento rimane viva tutto l’anno. Trovare bar, ristoranti e negozi aperti non è mai un problema anche se a gennaio e febbraio molte attività turistiche chiudono.
3 Cose da vedere in ‘Piazza Tasso’ a Sorrento
Dalla stazione a pochi passi mi ritrovo in ‘Piazza Tasso’ , il salotto di Sorrento, dedicata all’illustre e omonimo poeta Torquato Tasso, che qui ha i suoi natali .
Questa piazza è adornata dalla statua del patrono Sant’Antonio Abbate. Inoltre è circondata da preziosi gioielli quali:
- La ‘Casa Correale’ , palazzo signorile con un bel cortile maiolicato;
- La chiesa di ‘Santa Maria del Carmine’ con la sua ricca facciata barocca;
- L’elegante ‘Grand Hotel Vittoria’ , famoso per aver ospitato nel 1921 il grande Enrico Caruso.
2 Cose da visitare nel centro storico di Sorrento
Mi rifugio immediatamente all’ombra di un chioschetto per rianimarmi dall’afa estiva di questo luglio bollente con una spremuta d’arancia ghiacciata.
Subito dopo mi addentro nel centro storico con le sue viuzze strette straripanti di negozi, ristoranti, e di attrattive artistiche e culturali, che richiamano ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo. Meritano sicuramente attenzione:
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- Il ‘Duomo’ del XV secolo in stile Romanico ;
- La ‘Basilica di Sant’Antonio’, che risalente al XI secolo, è uno straordinario esempio di Barocco.
Sorrento, altre 3 cose non perdere
Le sorprese a Sorrento non mancano mai. Ci si sente come immersi in una favola, un sogno ad occhi aperti. Ovunque passeggiando per le viuzze strette del paese, o scendendo giù per qualche scalinata che vi porta in qualche spiaggetta piena di barchette, sarete come in estasi.
Sarete ammaliati dalle infinite meraviglie della natura che si rivela in tutto il suo splendore, dall’odore dei limoni, alla vista di un mare blu cobalto.
Non c’è da stupirsi se Sorrento strega chiunque ci metta piede, e per quanti ancora stanno pensando di andarci in vacanza vi tento con altre 3 attrattive da non farvi mancare. Siete ponti?
1. Il ‘Vallone dei Mulini’ di Sorrento. Fascino ancora poco conosciuto di un solco
A pochi passi da ‘Piazza Tasso’ mi affaccio dalla ringhiera di via Fuorimura per ammirare il ‘Vallone dei Mulini’. Si tratta di un luogo affascinante e molto gettonato dai turisti, un solco profondo che attraversa tutta la montagna. Un insieme di valloni che sono venuti fuori da un’eruzione di 35000 anni fa, che devastò tutta la Campania.
Il vallone sparì con l’era moderna a fronte di riempimenti necessari per donare salubrità alla zona. Sinceramente la parte più bella di Sorrento per me sono i suoi due borghi marinari, che mi appaiono come un tripudio di colori , con le onde del loro mare azzurro, che si infrangono sugli scogli bianchi, su cui si affacciano case color pastello e strabilianti hotel di lusso!
2. ‘Marina Grande di Sorrento’
Il primo borgo marinaro è ‘Marina Grande’, a cui si accede da una strada di gradini ripidi. Un delizioso villaggio di pescatori, dove a parte qualche stabilimento balneare alla moda, pare che il tempo si sia fermato con tutte le barche e le reti tirate sulla riva.
‘Marina Grande’, è il setting del celebre film ‘Pane, amore e fantasia’ con la prorompente Sofia Loren. Rimane invece poco dei vecchi cantieri dove venivano realizzati i famosi ‘gozzi sorrentini’, imbarcazioni per la pesca fatti di legno, sia a remi che a vela.
3. ‘Marina Piccola di Sorrento’
Il secondo borgo marinaro è ‘Marina Piccola’, che in sostanza è il porto di Sorrento, importante approdo di traghetti e aliscafi. Il porto è ubicato in una caratteristica insenatura, chiamata prima ‘Marina di Capo Cervo’ dal nome del promontorio che lo sovrasta. Anche qui ci si può crogiolare al sole nei deliziosi lidi che per lo spazio esiguo sono fatte come delle palafitte sull’acqua.
‘Cantina Sorrentino’, un viaggio nel cuore del ‘Parco del Vesuvio’
Lascio a malincuore Sorrento e raggiungo Torre Annunziata , dove mi viene a prendere Giuseppe Sorrentino , titolare della ‘Cantina Sorrentino’ nel cuore del ‘Parco del Vesuvio’ , che mi invita per un’intervista . La fortuna premia gli audaci, specie se entri nelle grazie del mio amico sommelier Gabriele Massa, che mi fornisce questo prezioso contatto!
Entriamo in macchina e durante il tragitto Giuseppe Sorrentino racconta del suo lavoro, della sua vita, dei suoi affetti, e dei suoi sogni, che si intersecano l’uno con l’altro senza problemi chiudendo il cerchio della sua esistenza che è assolutamente felice.
Boscotrecase, da riserva di caccia angioina a comune della ‘DOC Lacryma Christi’
Ci fermiamo a circa in località Boscotrecase 250 metri sopra il livello del mare. Prima di essere uno dei più rinomati comuni della ‘DOC Lacryma Christi’ , questo paesino dal 1337 è poco più di un folto bosco detto “Sylva Mala , che diventò riserva di caccia angioina con tre monasteri al suo interno.
Prima di arrivare nel suo laboratorio divino, Giuseppe Sorrentino mi parla dell’amore per la sua famiglia e della sua azienda la ‘Cantina Sorrentino’. Qui da tre generazioni si producono: vini di altissima qualità, olio, e confetture di frutta.
E che dire del fiore all’occhiello della produzione:
Questo pomodoro è un fiore all’ occhiello dell’agricoltura campana, orgoglio puro per la sua squisitezza, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale presepe napoletano. Giuseppe Sorrentino mi fa scendere dalla sua vettura, che di bianco ormai non ha più nulla per via della polvere grigia, che la copre per intero non appena parcheggia davanti l’ingresso della cantina.
Pranzo alla ‘Cantina Sorrentino’ con vista sul ‘Golfo di Napoli’
La tenuta della ‘Cantina Sorrentino’ consiste di 35 ettari di proprietà prospiciente il Vesuvio. L’ imponente vulcano fa da sfondo con tutta la sua solennità al mio pranzo luculliano all’interno dell’elegantissima sala degustazione. Questa è un terrazzo in legno tutto a vetrate, da cui si ha una vista mozzafiato sulla:
- ‘Penisola Sorrentina’;
- Capri;
- Pompei ;
- L’isolotto di Rovigliano, una fortezza costruita dagli aragonesi per difendere quei confini.
Cucina a km Zero!
Dalla cucina a vista gestita da mamma Angela Cascone, esce il menù del giorno rigorosamente a chilometri zero.
Cosa mi fa venire l’acquolina alla bocca? Un antipasto di bruschette con contorno di melanzane e zucchine grigliate, assieme a olive verdi, formaggi e salumi locali. E ancora mi gusto un primo di spaghetti ‘sciuè sciuè’ , in dialetto ‘veloci veloci’ , con sugo di ‘pummarola fresca’ , basilico e parmigiano. E per finire una cocotte di parmigiana da urlo!
Storia della ‘Cantina Sorrentino’
Inizialmente la ‘Cantina Sorrentino’ era un podere rustico dell’Ottocento, che con tanta tenacia e determinazione venne trasformata nell’attuale azienda agricola.
Il successo arrivò presto. Al presente l’impresa è di una importanza rilevante per tutta l’economia locale. Inoltre copre tutta la filiera produttiva, da quella agroalimentare e vitivinicola a quella dell’accoglienza turistica.
In principio fu nonna Benigna
Il traino per la realizzazione di un business autentico per la ‘Cantina Sorrentino’ fu nonna Benigna . Classe 1953 e cresciuta a pane e vino, Benigna ereditò dei possedimenti.
Nel 1965, la sua vena di contadina esperta e savia, finì per fare organizzare tutti i suoi averi e quelli del marito per custodire e tramandare a prole e nipoti i suoi tesori, dai vitigni autoctoni a tante varietà di frutta e ortaggi.
Paolo Sorrentino e il sogno di una vita
Da allora l’attività passò nelle mani del figlio Paolo Sorrentino. Questi alternò giacca e cravatta in banca a guantoni da imprenditore agricolo. Nel 1988 Paolo intestò tutti i beni alla moglie Angela , e dal 2001 l’intero impero fu gelosamente e attivamente gestito dalle sue tre creature, un maschio e due femmine.
C’è una forte identità in questa cantina. I Sorrentino sono degli appassionati di vino e sono consapevoli della responsabilità che ricoprono. La loro energia e competenza è devoluta al mantenimento degli elevati standard qualitativi del loro vino vesuviano, che è di nicchia, ricercato e molto di moda, mix perfetto di forma e contenuto!
Il cambio generazionale
A oggi la ‘Cantina Sorrentino’ è gestita da uno staff giovane e dinamico, eredi di questo antico patrimonio vitivinicolo.
Giuseppe Sorrentino è il direttore generale, Benigna Sorrentino è l’enologa, e Maria Paola Sorrentino, si occupa del marketing e della comunicazione.
A loro fianco si aggiungono nuove figure di esperti enoici: da Bonaiuto Santolo e Marco Stefanini a Carmine Valentino, quest’ultimo rimasto fino al 2010.
‘Vini Sorrentino’ il meglio della ‘Lacryma Christi DOC’
Dal 1983 la ‘DOC Lacryma Christi’ è una denominazione che fa riferimento ai bianchi e i rossi prodotti con le uve auctone del Vesuvio.
La ‘Cantina Sorrentino’ ci regala tra i vini più rappresentativi della ‘DOC Lacryma Christi’ fatti con queste secolari varietà locali:
Comuni della ‘DOC Lacryma Christi’
Il comprensorio della ‘DOC Lacryma Christi’ raggruppa 15 comuni interessati: San Sebastiano al Vesuvio, Boscoreale, Boscotrecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Trecase, Terzigno, Torre Annunziata, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia, Cercola e Somma Vesuviana.
Si tratta di un fazzoletto di terra che fa vino dai tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell’uva sul Vesuvio risalgono, infatti, al V secolo a.C.
6 vini della ‘Cantina Sorrentino’ in degustazione
Degustare i ‘Vini Sorrentino’ davanti al panorama mozzafiato del ‘Golfo di Napoli’ insieme a Giuseppe Sorrentino è impagabile.
Un regalo da farsi assolutamente, perché potrete degustare il meglio dei vini vesuviani , di cui vi propongo alcune delle migliori etichette firmate ‘Cantina Sorrentino’ :
- ‘Dorè Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Spumante DOC’ : Questo spumante è in assoluto il primo maestoso tentativo di ‘Metodo Charmat’ da ‘DOC Lacryma Christi’ a partire da Caprettone per il 90% e Falanghina per il rimanente 10%. Giuseppe lo chiama ‘Dorè’, per un duplice ossequio alla musica e alla grandezza reale di Carlo D’Angio. Questo spumante fa affinamento per otto mesi in tini di acciaio con delle bollicine tanto fini da sembrare quasi evanescenti. Esso ha un bel colore giallo paglierino chiaro, e sprigiona degli aromi fini e floreali. Alla bocca ha un gusto etereo e fruttato, ed è perfetto da abbinare con antipasti e golosità di mare, e secondi di carne bianca;
- ‘Benita 31 Caprettone DOC Bio 2019’ : Questo bianco è fatto in onore della nonna Benigna, è un vino biologico di Caprettone in purezza. L’etimologia di Caprettone potrebbe fare riferimento alla forma del grappolo, che ricorda la barbetta della capra, oppure ai pastori suoi probabili originari coltivatori. A lungo scambiato per il più affermato Coda di Volpe, il vitigno Caprettone viene alla ribalta nel 2014 con l’inserimento della varietà nel ‘Registro Nazionale delle Varietà di Vite’. Ciò catturò l’attenzione di tanti sommelier ed estimatori, che stanno contribuendo efficacemente al posizionamento del vino sulle principali piazze internazionali. ‘Benita 31 Caprettone DOC 2019’ è un bianco piacevole, deciso al naso con delle note minerali di grafite, mediterraneo nei sentori di finocchietto e timo e piacevolmente agrumato nei toni del bergamotto. Il sorso rimanda ad un’energia piena e succosa e con il suo finale lungo di note balsamiche di menta è l’ideale per calmare l’arsura estiva. Magari davanti a delle invitanti linguine allo scoglio;
- ‘Vigna Lapilli Lacryma Christi del Vesuvio Bianco DOC Superiore 2018’ : Questo bianco nasce da uve selezionate di Caprettone 80% e Falanghina 20% del vigneto ‘Vigna Lapillo’ . Un terreno pieno appunto di lava e lapilli che si riflettono nella mineralità e grazia di questo bianco dal colore giallo paglierino. Dal profumo intenso, è corposo al gusto con sentori fruttati di mandorla, pesca bianca e pera. Se siete travolti dalla bontà di crostacei e molluschi, è il suo!
- ‘Lacryma Cristi del Vesuvio Rosato DOC Bio 2018’ : Questo vino da Piedirosso 100% è il rosé per ogni tipo di banchetto, che dona piacere tanto alle papille gustative quanto alla vista. Un rosato dal colore cerasuolo che colpisce per la sua mineralità , il suo essere amabilmente fruttato. Si presta a essere d’accompagnamento per arrosti di carne bianca, risotti, pesci tipici del napoletano, o per la classica ’zuppa di polipi’ servita con salsa di ‘Pomodorini del Piennolo del Vesuvio D.O.P’.;
- ‘7 Moggi Vesuvio Piedirosso Bio 2018’ : Questo rosso dal profondo color rubino è fuoriuscito dalle mani di papà Paolo , che compra altra terra ove semina Piedirosso di cui questo rosso è fatto al 100% . Si chiama ‘moggio’ come l’unità di misura agraria vesuviana corrispondente ad un terzo di un ettaro. Si presenta fruttato al naso e morbido al palato. La sua dolcezza simile a quella del Pinot Nero gli consente di sposarsi con cibi molto diversi tra loro, come lasagnette di pesce azzurro e pomodorini, ma anche pizza e formaggi assortiti;
- ‘Lacryma Christi Rosso Vesuvio Bio 2016′ : Questo rosso proviene dai 500 m2 dati in gestione agli apicoltori , e da questo punto di alta salubrità dell’aria, viene fuori un rosso di Piedirosso 80% e Aglianico 20% . Esso è contraddistinto da un forte colore rubino e dalle sue inconfondibili note di more. In bocca è molto asciutto e leggero, ma l’affinamento di 12 mesi in botte grande Allier di rovere sloveno ed altri 14 in bottiglia , gli rilascia una punta di piccante e liquirizia, giusto carni, paste e agnello.
Cosa rende i ‘Vini Sorrentino’ così speciali?
Ma cos’è che rende i ‘Vini Sorrentino’ così speciali? La risposta è il loro ‘terroir’, unico e irritrovabile! I suoli delle vigne sono ricchi come sono di minerali, pietre pomici, lapilli e potassio. La loro fertilità è conseguenza delle varie eruzioni laviche nel versante sud-occidentale del Vesuvio , proprio dove stanno i vigneti aziendali.
Si tratta di un patrimonio enorme, una distesa di terreni lavorabili fino ad un massimo di altitudine che va dai 280 ai 780 metri, oltre i quali si trovano solo scenari lunari, una fonte di ricchezza custodita e regolamentata dal ‘Consorzio Tutela dei Vini del Vesuvio’ risalente al 2015.
Un clima mite tutto l’anno
‘Consorzio Tutela dei Vini del Vesuvio’ persegue l’obiettivo di migliorare la viticultura portandola al massimo delle sue potenzialità, unendo il sapere secolare all’utilizzo della tecnologia per tutto ciò che serve a garantirne il pregio, il monitoraggio e favorire la sperimentazione. Cose queste ultime che stanno alla base della filosofia aziendale della cantina ‘Cantina Sorrentino’ , che ne è membro attivo!
Se a ciò si aggiunge un clima mite d’ inverno e caldo d’estate, una posizione geografica che risente dell’influsso marino, e di un’importante ventosità moderata dall’azione riparatrice delle catene montuose, si può intuire l’incomparabile tipicità di queste viti. Inoltre queste sono tra le poche nel pianeta a essere a piede franco, grazie all’azione della sabbia, che le nutrì e le difese dagli effetti nefasti della fillossera di fine Ottocento.
‘Cantina Sorrentino’ è green
E che dire dell’alta porosità del sottosuolo e del costante stress idrico, che costituiscono un’arma efficace contro gli attacchi di patogeni.
In questo modo infatti si favorisce spontaneamente la conduzione biologica dei vigneti della ‘Cantina Sorrentino’. Sono assolutamente dei prodotti sani, che vengono confezionati in modo naturale senza sconvolgere chimicamente le loro potenzialità.
3 linee tradizionali di vino della ‘Cantina Sorrentino’
La ‘Cantina Sorrentino’ ha tre linee aziendali da cui potere scegliere il meglio della ‘DOC Lacryma Christi’ :
5 caratteristiche della viticoltura della ‘Cantina Sorrentino’
- Uso di appropriati sistemi di allevamento (da quello usuale della pergola a quello più recente della spalliera);
- Accurata selezione delle uve;
- Terrazzamenti;
- Orientamento studiato dei filari;
- Rese equilibrate.
‘Vesuvio Inn’, dormire tra le vigne del Vesuvio
Inebriata dai ‘Vini Sorrentino’ mi incammino con Giuseppe Sorrentino tra le magnifiche vigne aziendali, che avvolgono dei casolari di proprietà ristrutturati a ’Gest Houses’ per la gioia dei Wine Lovers .
Per concludere , posso davvero garantirvi che la famaglia Sorrentino sanno trasmettere la passione per la loro terra attraverso la una produzione vinicola di eccellenza.
A ciò affiancano anche un lavoro di accoglienza turistica di alto livello pensato per tutti quei viaggiatori, che vogliono concedersi una fuga da tutto e tutti . E per questo scopo mettono a dispozione i loro alloggi e servizi annessi :
Per farvi arrivare a casa tutto lo splendore di Napoli , deliziatevi con un’anteprima dei ‘Prodotti Sorrentino’, cliccando questo link in basso , omaggiandovi al contempo di un coupon sconto per un ordine online:
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