Ischia film Festival 2023

Ischia film Festival 2023

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“L’autunno è una seconda primavera dove ogni foglia è un fiore.”

A. Camus

Ischia film Festival 2023

Senza dubbio Ischia Film Festival 2023 è una delle kermesse cinematografiche più significative d’Italia tenutasi all’interno della splendida cornice del Castello Aragonese d’ Ischia . Dal 24 Giugno al 01 Luglio ci sono state proiezioni cinematografiche d’autore che mi hanno rapito l’anima. Ed è così che Piazzale delle Armi, la Cattedrale dell’Assunta e la Casa del Sole  sono diventate sale sotto un cielo trapuntato di  stelle . Un biglietto staccato il mio per uno straordinario evento annuale di alto livello culturale. Un appuntamento imperdibile quello dell’ Ischia Film Festival 2023 , che con un programma vario e internazionale cerca di raccontare l’umanità nel bene e nel male.

Ancora una volta Ischia Film Festival 2023 mi ha riportato alla bellezza d’ Ischia. Ormai l’atollo campano mi ha creato dipendenza . Un’oasi che diventa sempre occasione per me di una pausa rigenerante e necessaria per il corpo e la mente. Tappa fissa in questo luogo del cuore è sempre l’Albergo Locanda sul Mare in via Iasolino 80 a Ischia Porto. Una casa ormai più che un albergo. Ci  torno tutte le volte che mi manca la poesia, e  il calore dei suoi gestori. Un posto in cui vi consiglio di soggiornare per vivere Ischia in tutta la sua magia.  Vediamo meglio  cosa è il Ischia Film Festival 2023.  Buona visione!

Cosa è Ischia film Festival 2023 ?

Che dire , Ischia Film Festival 2023  è una manifestazione artistica che vede in concorso lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Capolavori in grado di valorizzare le tradizioni, la storia, i paesaggi di quei territori scelti per la narrazione filmica.

Giunto alla sua XI° edizione Ischia Film Festival 2023 è sostenuto dalla:

Da puntualizzare che  Ischia Film Festival 2023 nasce dall’idea dell’imprenditore Michelangelo Messina. Un uomo così appassionato della sua Ischia e del cinema, che è riuscito a creare  un evento di fama internazionale. Qualcosa di unico nel suo genere che ha fatto rinascere il cinema sull’isola dai tempi d’oro di Angelo Rizzoli.

Ischia e il cinema

Comunque Ischia era  abituata ai riflettori . E precisamente da quando a Ischia Ponte nel 1909 aprì Unione, la terza sala cinematografica più ampia dello stivale. Tuttavia, le luci della ribalta si accesero quando nel 1936 vi cominciarono le riprese del:

Decisamente un colossale avvenimento fu quando nel 1957 Charlie Chaplin scelse Ischia  come anteprima planetaria per il suo capolavoro  Un Re a New York . La fortuna continuò nel 1963 quando in varie zone  d’ Ischia   la  20th Century Fox girò il colossal di Cleopatra’ con Liz Taylor  e Richard Burton  ! Una produzione parecchio costosa , in cui si possono ancora apprezzare alcune inquadrature della Baia di San Montano .

Da Lucchino Visconti all’era moderna

Certamente un’altra figura di rilievo per Ischia   fu Lucchino Visconti. Questi fu  padre del Neorealismo  primo movimento cinematografico di spicco in Italia del secondo dopo guerra. L’illustre regista lombardo si trasferì a Ischia  . Dal barone Fassini comprò un vistoso immobile. In seguito lo modificò in uno splendido cottage in stile liberty . Di poi fu conosciuto meglio e localmente come  ‘La Colombaia’   .  Esso oggi è  il mausoleo dedicato al regista). 

Lucchino Visconti  ci visse fino al 1976 e fu il suo quartier generale . Qui è dove creò  pellicole eccezionali quali ‘Senso’, ‘Rocco e i suoi fratelli’. Fu un via vai di collaboratori e celebrità quali PasoliniElsa MoranteMoravia

Il cinema a Ischia oggi

Dal 1970 in poi il cinema Italiano subì una crisi irreparabile . E si spense anche  Ischia   , che si allontanò dal genere della commedia sexy all’italiana di quell’epoca.  A parte  la novità nel 2003 di Michelangelo Messina che lanciò appunto  l’  Ischia Film Festival , al presente si possono annoverare pochi risvegli di prestigio con setting a Ischia, quali:

Come è articolato Ischia film Festival 2023?

Ischia Film Festival 2023  è un palinsesto ricco di anteprime d’eccezione e grandi nomi. In questo modo ha garantito nel corso del tempo successo e la fidelizzazione di un pubblico sempre più vasto. In particolare  Ischia Film Festival 2023  si è articolato in diverse sezioni:

  • Best of : sono lungometraggi nazionali ed internazionali che esprimono al meglio l’attuale stagione cinematografica;
  • Sezione competiva: lungometraggi, documentari e cortometraggi che hanno avuto come protagonista principale e colonna portante del racconto le location dei filmati;
  • Location Negata: film, documentari e corti che raccontano gli spazi del pianeta violentati dal progresso, quelli in cui vengono negati i diritti ai popoli, quelli distrutti dalla guerra, o fagocitati da calamità naturali ;
  • Scenari Campani : lungometraggi, corti e documentari che hanno come tema portante la Campania e la sua identità culturale.

Delle 72 opere dell’ Ischia Film Festival 2023  36 sono inserite nella  Sezione competiva . E  le atre   36 nel resto della lista in alto (24 delle quali saranno proiettate esclusivamente online  su www.ischiafilmfestivalonline.it ).

Momenti salienti dell’ Ischia film Festival 2023

Di notevole effetto è stata l’inaugurazione dell’ Ischia Film Festival 2023  con la consegna di un premio alla carriera a Christopher Lambert, stella indiscussa e mondiale del panorama cinematografico. Riconoscimento che nelle edizioni passate è toccato ad altre star importanti quali :

California, l’Emila di Andrea Roncato

Sono stati otto giorni indimenticabili quelli dell’ Ischia Film Festival 2023    tra giornalisti,  registi  e attori di spessore.  Tra loro c’è stato anche Andrea Roncato. Mi ha commosso con le sue parole di coraggio rivolte alla sua Emilia Romagna dopo il tragico evento delle inondazioni d fine Maggio. La sua regione natale è pronta a rialzarsi . Egli  chiede agli Italiani non bonifici , ma di visitarla rilanciando così un turismo responsabile e attivo.

La sua terra è stato il leitmotiv della pellicola in gara California (2022) di Cinzia Bomoll con la partecipazione di Silvia e Giulia Provedi. Da maschera solitamente comica Andrea Roncato mi ha colpito nella parte responsabile del nonno di due gemelle . Una figura centrale per la salvezza di una parte di una famiglia della provincia emiliana. Un nucleo affettivo che è apparentemente tranquillo. Perché in realtà nasconde tante violenze contro le quali si eleva una denuncia forte e spietata. Specie per quella degli uomini contro le donne. Oltre a California vi descrivo in basso altri due audiovisivi estremamente significativi ed emblematici . Entrambi affrontao il dilemma del legame indisslubile tra l’essere umano , le proprie radici e l’esistenza riconsociuta come dono divino. Mi sto riferendo a La Cura di Francesco Patierno e a An Irish Goodbye di Tom Berkeley e  Ross White

La Cura di Francesco Patierno

Con la La Cura  torna alla ribalta il famoso regista napoletano Francesco Patierno (2022) .  Tra i suoi innumerovoli  traguardi profssionali si ricorda  il lungometraggio il  Mattino ha l’oro in bocca del 2007. Esso è tratto dall’autobiografia de Il Giocatore di Marco Baldini (interpreti Elio GermanoLaura Chiatti e Martina Stella)  .  Si tratta di  una condanna a tutti i tipi di dipendenze estreme.  Come quelle per il gioco d’azzardo che hanno massacrato il celebre conduttore radiofonico.

La Cura   vede nel cast il bravissimo Alessandro Preziosi e  parla di una troupe cinematografica, che per l’arrivo del Covid interrompe  le riprese della La Peste, un romanzo dello scrittore Albert Camus. Un film che evolve dal master piece inizale fino a confodersi e fondersi  con esso . Suo obiettivo è quello di esporre in maniera diversa da un documentario il dramma del planetario del lockdown, che ha segnato e cambiato per sempre la nostra società. Dalla finzione si passa alla realtà e non si capisce davvero quale sia il confine, quale sia la parte vera da interpretare!

Il flagello della black death si sposta dall’Argentina a una Napoli contemporanea , che smette di pulsare come è solita fare. Un caos immane in cui si perde il senso dell’orientamento. Il  virus  ha messo a dura prova e fatto rilevare come effimeri , se non modulati nel giusto modo,  i perni saldi della nostra era: soldi e sviluppo industriale.  Inolre a piegato fisicamente e moralmente per solitudine e povertà migliaia di persone in tutto il globo. Una malattia per cui esiste un unico rimedio l’amore e il rapporto con l’altro.

An Irish Goodbye

An Irish Goodbye di Tom BerkeleyRoss White ha vinto il Premio Oscar come Miglior cortoemetraggio Live Action alla 95a edizione degli Academy Awards.  E si è aggiudicato il premio come Miglior cortometraggio ai Premi BAFTA 2023.

An Irish Goodbye   è una black commedy  che descrive l’unione difficile e picaresca  dei fratelli  Turlough  (Seamus O’Hara) e Lorcan (James Martin). Quest’ultimo  è affetto da sindrome di Down.  Dopo la scomparsa improvvisa  della madre Turlough non vuole più affidare  Lorcan a una zia grazie al ritrovamento di una lista di desideri incompiuta della mamma. Da sfondo a questa trama così ironicamente drammatica e a lieto fine è l’Irlanda del Nord con le sue campagne e il suo assordante silenzio e infinita quiete.

Questo corto è un inno all’amore che vincit omnia . 23 minuti di genialità assoluta e pura che ha avuto il record di essere proiettato al cinema come qualsiasi altro film. Primato che era toccato solamente al cortometraggio di Pedro Almodóvar, The Human Voice.

 

Ischia film Festival 2023, ciak le premiazioni !

In conclusione  manca solo annunciare il vincitore dell’ Ischia Film Festival 2023 (clicca qui per sapere delgl altri riconoscimenti)  :

  • Mountain Onion (Kazakistan, 2022) di Eldar Shibanov :    l’undicenne Jabai vemde  cipolle di montagna lungo l’autostrada in Kazakistan e farà di tutto per riportare il padre nella sua famiglia . Un grido di speranza per i dolori universali come quelli della sparazione dei genitori. Perché nonostante show must go on !

Ischia Film Festival 2023  è stata un’esperienza unica che mi ha fatto apprezzare ancora una volta Ischia .  Come è facile da intuire questa perla del Golfo di Napoli non affascina solo per il suo passato, il suo patrimonio archeologico. E ancora per le sue terme, i suoi paesaggi esotici e un clima mediterraneo, che ne fanno un buen ritiro in ogni momento dell’anno. E Ischia Film Festival 2023   è la conferma che a  Ischia    ci si può perdere per infinite ragioni all’insegna di un turismo di altà qualità e sostenibile. Questo è il trend da seguire per un solido futuro economico , perché è l’unico modo per prosperare senza danneggiare l’ambiente e valorizzare al massimo le risorse territoriali. Sarà l’inizio di un cambio di tendenza che vorrà sbarazzarsi della globalizzazione di massa? E quello che ci auguriamo tutti per rivedere splendere ogni angolo della nostra Italia.

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Reggia di Capodimonte, Napoli

Reggia di Capodimonte, Napoli

“Prendo in prestito dei corpi e degli oggetti, li dipingo per ricordare a me stesso la magia dell’equilibrio che regola l’universo tutto. In questa magia l’anima mia risuona dell’Unico Suono che mi riporta a Dio”
Caravaggio

Reggia di  Capodimonte, Napoli

Sicuramente  la Reggia di Capodimonte a Napoli è uno dei musei più visitati e amati della città partenopea. Mi ci sono ritrovata partendo da Piazza Dante  in autobus (clicca qui per sapere come altro andare) in una giornata afosa di Luglio. Condizione perfetta per stare al fresco dell’aria condizionata  E così ho  esplorato in 124 gallerie i tesori dei re di Borbone , che l’hanno ideata come loro residenza nobiliare e casa per la Collezione Farnese.

Vi assicuro che girare per la Reggia di Capodimonte è un’esperienza unica. Perché vi fare capire il passato glorioso di Napoli   , che raggiunse il suo periodo di massimo splendore artistico culturale nel Settecento. La dinastia Borbone volle infatti fare diventare Napoli  un luogo capace di gareggiare con altre capitali europee come Parigi. E diciamo pure che ci sono riusciti, distinguendosi come una famiglia di politici capaci, lungimiranti, raffinati e dall’animo sensibile. Tra le luci e le ombre dei sovrani più discussi e curiosi degli annali italiani , vediamo più da vicino cosa c’è  di preciso all’interno della Reggia di Capodimonte a Napoli . Buon viaggio!

Storia della Regia di Capodimonte

Ancora una volta  i  Borbone hanno lasciato il segno a Napoli con la loro Reggia di Capodimonte, voluta da   re Carlo III  come sua  villa reale e riserva di caccia  . In più era un’ottima area per contenere la preziosa collezione d’arte della madre Elisabetta Farnese,  seconda moglie del padre Filippo V di Spagna. Chiaramente si scelse come location la collina di Capodimonte , poichè era lontana dalla confusione cittadina. E oltretutto c’era tanto terreno intorno e uno splendido panorama sul Golfo di Napoli! Niente male!

Ci volle un secolo per terminare la Reggia di Capodimonte: 14 000 metri quadri di bellezza artistica iniziata nel XVIII secolo (17381838) ,  inaugurata nel 1775 e aperta al pubblico  nel 1957. Da allora ne passò di acqua sotto i ponti, e ci abitarono altre personalità di spicco tra le quali Murat, i Savoia , i quali poi cedettero il tutto allo Stato nel 1910. E fu una salvezza per  i capolavori custoditi dai regali . Questi  per un periodo furono alloggiati al  Palazzo degli Studi per volontà di Ferdinando IV , figlio di Carlo. Parte di questa sfarzosa eredità oggi è spalmata tra il Museo Archeologico (MANN) e il Palazzo Reale di Napoli

La Collezione Farnese, cosa è ?

Senza dubbio la Collezione Farnese è una delle più importanti raccolte di opere artistiche e archeologiche mai esistita al mondo. Essa spazia da pitturesculture  a  disegnilibri, bronzi, cammei, monete, medaglie e altro ancora.

Prima che i  Borbone diventassero ufficialmente (e per legami di parentelaù) gli unici titolari effettivi, essa era stata avviata da diversi esponenti della famiglia (di origini laziali)  dei Farnese, su tutti i cardinali Alessandro e Odoardo.

Come è strutturata la Regia di Capodimonte?

La Reggia di Capodimonte in stile Barocco e Neoclassico  è il frutto dell’inventiva di diversi architetti tra i quali: Giovanni Antonio Medrano, Antonio Canevari, Ferdinando Fuga e Antonio Niccolini. Lo stabile di un rosso brillante è a pianta rettangolare e sfoggia lateralmente delle colonne in piperno grigio .

L’entrata principale alla Reggia di Capodimonte è quella di Porta Milano (ce ne sono altre due Porta Piccola e Porta Grande) . Si estende su tre livelli con cortili interni. Il piano terra è adibito all’accoglienza dei visitatori con i vari servizi. Tra questi  la biglietteria, il  guardaroba, un bookshop, la caffetteria e un auditorium. Diamo un’occhiata agli itinerari da fare al suo interno.

Ammezzato

Questo  intermezzo ingloba il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe (2500 fogli e 25000 pezzi) di cartoni che sono da ricondurre a Michelangelo, Raffaello, alla scuola parmense, bolognese e romana. Si distingue anche la Collezione Mele. Questa è l’insieme delle migliori affiches di fine Ottocento di Emiddio e Alfonso Mele. Furono fatte per i Grandi Magazzini Italiani che aprirono  nel 1889 in via S. Carlo a Napoli  .

Dall’ammezzato poi una scala esagonale conduce alla Ottocento Privato, che era una estensione degli ambenti abitati dalla corte dei Borbone e dei Savoia. Si possono venerare oltre 200 dipinti, sculture, mobili e arredi che ci riportano a come era la vita a palazzo.

Piano Nobile

Al primo piano fa bella mostra la perla della Reggia di Capodimonte , ovvero la Collezione Farnese (sale 1-30). Tra i membri più in vista di questa famiglia patrizia appare tra le cornici appese il Ritratto di Paolo III .  Il pontefice  romano che fu come fotografato da Tiziano con le pennellate del suo immancabile e intramontabile rosso. Colpisce il particolare della mano del papa, che cerca di nascondere il bottino dallo sguardo dei nipoti ai lati. Questo allude alle difficoltà dei rapporti tra eredi.

Di notevole impatto e valore è poi la Crocefissione del Masaccio (sala 3) che del 1426 rappresentava il comparto centrale superiore del Polittico di Pisa . Un capriccio che fu commissionato da Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella. Essa mostra la scena della Crocifissione con  la VergineSan Giovanni e la Maddalena . Si evidenzia un forte patos e  uno studio preciso dello spazio e del corpo umano . In questo modo Masaccio rivoluzionò la pittura del Quattrocento anticipando quella del Rinascimento.

Cosa altro vedere al piano nobile?

Da non perdere all’interno del piano nobile tra le altre cose :

Secondo Piano

Questa galleria include tutte quei beni napoletani che provengono per lo più dalla Collezione d’Avalos e da chiese e monasteri soppressi nell’Ottocento per ordine di Gioacchino Murat.

Tra queste pareti sono custodite preziose tele databili dal 1200 al 1700 firmate da geni quali Colantonio, Caracciolo, Jusepe de Ribeira, M. Stanzione, A. Gentleschi, A. Vaccaro, A. Falcone e A. Caravaggio con la sua Flagellazione.  I colori scuri di questo Cristo morente sono tipiche del magnifico pittore lombardo, che contrastano con il chiaro del corpo dilaniato illuminato da un fascio di luce a sinistra. Un gioco di colori che mettono l’accento sulla tensione emotiva e psicologica dei personaggi.

All’epoca barocca si rifanno invece i dipinti di Mattia Preti e Luca Giordano. Mentre appaiono anche incanti artistici del XVIII di Francesco de Mura, Francesco Solimena e Paolo de Matteis . Di prestigio è anche la Gallleria degli Arazzi d’Avalos, che sono 7 tessuti giganti la battaglia di Pavia del 1525 tra le armate di Francesco I e quelle di Carlo V                   

Terzo Piano

Qui  spicca la Galleria dell’Ottocento che è ricca di opere neoclassiche dei pittori della Scuola di Posillipo (da Anton Pitloo a Giacinto Gigante e Francis Vervolet) e dei maestri del Naturalismo come Domenico Morelli, Francesco Saverio Altamura e Michele Cammarano.

Di grande interesse è anche la Collezione Fotografica con opere di Mimmo Jodice e la sezione dell’arte contemporanea , che è stata inaugurata nel 1798 e che annovera Burri, Warhol, Alfano, Buren, Kosuth, Pistoletto, Konellis, Merz, Bourgeonis.

Il parco della Reggia di Capodimonte

Il parco della Reggia di Capodimonte è di circa 130 ettari ed è stato progettato da Ferdinando San Felice (1734) come riserva di caccia del re Carlo di Borbone. Esso fu restaurato da Federico Dehnhardt (metà del XIX secolo).

Esso fu realizzato sulla stregua dei modelli dei giardini Inglese e Francesi. Ma ne venne fuori un qualcosa di originale e tipicamente barocco: 5 lunghi viali alberati che si irradiano dal piazzale dell’entrata abbelliti da statue di marmo (al presente ne resta solo una forse dedicata a una dea romana). Oltretutto disseminate ovunque si trovano panchine in bronzo abbellite con dei piedi a forma di serpente.

All’interno del parco della Reggia di Capodimonte furono piantate 400 diverse specie vegetali, tra cui orti, frutteti e alberi secolari, tra cui oggi risplendono una spettacolare Magnolia e una Canfora. Successivamente furono messe piante da frutta, e altre specie esotiche. Entrare in questo immenso paradiso significa immergersi in una natura rigogliosa e ordinata che è stata arricchita attualmente di molte palme.

Gli edifici del Parco di Capodimonte

Di enorme impatto sono i circa 17 edifici presenti che servivano a soddisfare le esigenze venatorie, agricole e spirituali dei Borbone. Tra i più caratteristici ricordiamo la Torre, la Fontana del Belvedere, la Vaccheria, il Casino della Regina, il Fabbricato Cattaneo, l’Eremo dei Cappuccini, il Granaio, la Cappella di San Gennaro, e la Real Fabbrca di Porcellana , che è sede dell’Istituto professionale per l’industria della Ceramica e della Porcellana.  Quest’ultimo merita un accenno perché era una vera e propria fabbrica che soddisfava le vanità dei Borbone. Ballavano e organizzavano banchetti con altri aristocratici di stampo internazionale. Perciò l’esigenza di avere un servizio di piatti numeroso e di alto livello. A tal proposito si può ammirare nella Reggia di Capodimonte .

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Reggia di Capodimonte, c’era una volta Napoli !

In conclusione posso dire che da sola la  Reggia di Capodimonte vale un viaggio a Napoli . Ci vuole una giornata intera per visitarla tutta, e vi garantisco che anche in estate è un’ottima alternativa all’afa cittadina!

Napoli stupisce sempre e non si finisce mai perché dietro ogni angolo di questa metropoli c’è sempre qualcosa che ti fa alzare lo sguardo verso l’alto. Per questo motivo non si può mai pensare di perlustrare Napoli in un weekend . E se volete perdetevi pure per una settimana senza programmi nell’urbe , perché è davvero l’unico modo per afferrarne la vera anima. Buone vacanze!

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Banksy

Banksy

“Nothing in the world is more common than unsuccessful people with talent, leave the house before you find something worth staying in for. ”
Banksy

Banksy, l’anima pop di Bristol

Classe 1974, Banksy è uno degli street artist più famosi al mondo. Non ci sono dubbi al riguardo! Nel giro di poco tempo la sua notorietà è aumentata sempre di  più. Originario di Bristol  la sua esistenza è avvolta dall’anonimato, che a quanto pare inizialmente è stata involontaria. Cosa che però per ovvie ragoni gli è tornata comoda, visto che ancora non ha deciso di mostrare il suo volto a nessuno!

Pare che  sia  stata colpa di alcuni giornalisti di Londra! Questi non avrebbero avuto molta voglia di identificare uno a uno a  Bristol   il personaggio che imbrattava la capitale inglese. Perciò hanno dato per scontato (non avendo mai saputo realmente chi fosse) che Banksy  si mantenesse in incognito per volontà sua. Scopriamo qualcosa di più su questo personaggio straordinario in questo articolo!

Chi è Banksy? 

Chi è Banksy allora? Bella domanda!  Ci sono varie  ipotesi , tra cui quella che sia una donna o addirittura un gruppo di sconoscuti. Comunque, in riferimento alle tesi più accreditate del momento, una di queste due personalità   potrebbe essere Banksy:

Banksy, qualcosa sulla sua biografia

Come potete capire Banksy è un rebus da risolvere.  Ma questo ha ulteriormente rafforzato il suo successo. Ci sono molti comunicati sparsi sulla sua biografia.  Come per esempio la leggenda legata al suo nickname, che  farebbe riferimento alle sue doti calcistiche. Infatti pare sia stato inventato in base al nome del mitico portiere Gordon Banks . A diffondere questa  congettura sarebbe stato Nobby Stiles, calciatore del Manchester .

Sveliamo qualcosa sulla sua famiglia e la sua adolescenza  secondo alcuni studi pubblicati sul ‘Mail on Sunday’   nel 2008.  Banksy sarebbe cresciuto a Yate, un sobborgo piuttosto malandato di Bristol  . Figlio di un tecnico stampanti e di un’infermiera, avrebbe frequentato una scuola privata. Ma non si sarebbe mai iscritto a nessuna facoltà a indirizzo artistico.

‘Barton Hill’, starting point dell’arte di  Banksy

Dati più sicuri sono quelli che riguardano  la susseguente carriera   di Banksy . A ‘Barton Hill’ ,  un’ area periferica di Bristol, sarebbe iniziato il suo amore  per la street art . Cosa che si è  concretizzata inizialmente nel dipingere le pareti di un’assocazione  giovanile di accoglienza.

Successivamente nel 2000  Banksy  si è trasferito a Londra , che  ha rappresentato il  trampolino di lancio per i suoi primi esordi artistici  (soprattutto da Shoreditch  a Portobello Road). Da allora in poi si è spostato parecchio,  e   negli USA  è rimasto per ben un mese.

L’arte secondo Banksy

La street art di Banksy è irriverente, ribelle ed è intrisa di una satira pungente. Le sue opere sono graffiti che hanno come tema:

  • Politica;
  • Cultura;
  • Etica;
  • Brutalità della società moderna;
  • Sfruttamento degli animali.

Le  tele di Banksy sono le superfici di spazi pubblici in disuso e abbandonati . Un modus operandi di natura anarchico e sovversivo, che spesso gli ha causato guai con la legge!

Oltretutto per scongiurare l’arrivo della polizia e velocizzare i tempi delle sue creazioni,  Banksy è dovuto ricorrere alla tecnica dello stencil  .

Cosa è lo stencil

Cosa è lo stencil ? Si tratta di riprodurre sagome sui muri attraverso degli stampi di carta, che poi sono spruzzati di colore nero . Suo maestro in questo campo è stato l’artista francese Blek Le Rat. La conferma della sua firma la rivela attraverso i suoi canali sociali, come quello di instagram.

Lo stencil  è per Banksy qualcosa di immediato da realizzare , ma che parimenti affida all’apparente e voluta semplicità della composizione il compito di denunciare ogni forma di abuso. Con tutti i problemi e le difficoltà della nostra società a Banksy non mancheranno certamente gli spunti per avere altro per cui fare rivoluzioni con bombolette a spray!

memorabili tasselli del mosaico Banksy!

Banksy è un artista poliedrico che spazia da opere di strada di enormi dimensioni a progetti multimediali e di altro genere. Non si sa mai cosa gli salta in mente. E credo che sia questa la sua arma vincente e il segreto della sua popolarità. Altrimenti non si spiegherebbe come mai si fanno art exhibition rivolte al suo genio artistico in ogni angolo del pianeta.

In basso vi propongo delle pazzie artistiche di Banksy che  lo hanno immortalato nell’eternità. Da quadri che ha fatto fuori mentre erano acquistati a prezzi vertiginosi a negozi che hanno avuto la durata di un battito di ciglia. E il bello penso che debba ancora venire. Ci si può aspettare davvero di tutto da Banksy!

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‘The Girl with the balloon’ 

 ‘The  Girl with balloon’  del 2022  è il graffito di una bambina che lancia un palloncino rosso a forma di cuore. Simbolo indiscusso di  speranza, esso si ammira nelle scale del Waterloo Bridgesul lato di South Bank a  Londra.

Nel 2018 l’iconica ragazzina venne battuta all’asta di ‘Sotheby’s’ per poi essere distrutta nello stesso attimo della vendita! Aperta protesta quella di Banksy contro la mercificazione dell’arte. Nel 2019, più di 500 suoi lotti sono stati battuti per un valore di circa 23 milioni di dollari.

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2.  ‘Think Tank’  

Nel 2023 Banksy ha eseguito il disegno per  la copertina di ThinkTank, settimo album dei ‘Blur’ Il gruppo musicale era stato già reduce da molt problemi di salute e perdizione dei singoli membri. Il disco era nato in Marocco , dove avrebbero abitato in una sorta di riad tra gli ulivi.

Le visioni avute a Marrakech, furono tante insieme a dissenteria. Tra le loro  visioni mistiche si racconta di ambulanti  andalusi  che strimpellavano  melodie senza senso , o trattori presi a bastonate e altre follie. Per cui Banksy è stato il fiore all’occhiello per etichettare le loro note più popolari.

3. ‘Flowers’ 

‘Flowers’ del 2005  è il graffito di un manifestante con il volto coperto che lancia un mazzo di fiori. Anche qui c’è allusione al desiderio di pace. ‘Flowers’   è stato fatto sulla cortina eretta da Israele per isolare la Cisgiordania.

In questi paraggi nel 2017 Banksy ha pure  arredato il   ‘Walled Off Hotel . Questo è un albergo gioiello, e volutamente ha decorato le stanze con affaccio sulla barriera di separazione israeliana a Betlemme. Un gesto decisamente provocatorio per attirare l’attenzione verso questa realtà disumana.

Altre cose strane di Banksy! 

Difficilmente si potrà mai avere un’idea completa di Banksy . Per questa ragione bisogna accontentarsi di pillole informative sul suo conto . Senza logicamente  dare mai  nulla per definitivo, perché ci potrebbe sempre essere qualche altra stupefacente novità che stravolge!

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Banksy in Italia

Anche in Italia sono presenti opere di Banksy:

Non si finisce mai con Banksy!

Impossibile dilungarsi ancora su tutto quello che è l’arte di Banksy . Tra le altre cose spesso si è presentato all’interno dei più gradi musei del globo. Ci ha lasciato di nascosto caricature di capolavori . Ovviamente l’intento è stato quello di sottolineare il suo essere un fiero detrattore del feticismo collezionistico.

Banksy non finisce mai di stupire. Adesso vi propongo di seguito qualche chicca del genio della bomboletta , che ho beccato negli angoli più nascosti di Bristol .

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‘Via dei Tribunali’, Napoli

‘Via dei Tribunali’, Napoli

“Trovo nel popolo napoletano la più geniale e vivace industria,

non per diventare ricchi, ma per vivere senza occupazioni”
J.W. Goethe

‘Via dei Tribunali’, Napoli

Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di  Napoli, che si può  vivere  a pieno solo girandola a piedi. Camminare in questa zona così autentica e verace , vi permetterà di capire la memoria e lo spirito di questa metropoli, che seppure moderna è ricca di tradizione e folklore.

Sono stata a  Napoli   la prima settimana di Luglio. Così, nonostante l’afa estiva, ho avuto  nuovamente modo di perdermi nella bellezza, nella storia, e nel ricco patrimonio artistico ed enogastronomico della capitale partenopea. Ci sono tornata per esplorare meglio  Via dei Tribunali’  , andando oltre i classici itinerari  di questa parte così sorprendente del  centro storico di  Napoli  (di cui tra l’altro vi ho parlato in un precedente articolo).

Quello che ho scoperto di insolito e misterioso di Via dei Tribunali’  ve lo propongo in basso in due percorsi particolari . Questi vi porteranno in giro  nel centro storico di  Napoli fra guglie, chiostri, cavità sotterranee, e i vicoli ciottolati di sanpietrino   . Vi auguro buon viaggio tra le meraviglie nascoste di Via dei Tribunali’  a  Napoli  , la città più affascinante del Sud Italia. Qui ancora potrete respirare  l’odore di lavanda  delle lenzuola bianche stese al sole . Oppure il profumo  del soffritto d’ aglio , che le massaie usano per preparare la pummarola fresca a pranzo.

‘Via dei Tribunali’, il decumano maggiore di Napoli

 ‘Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di tutto il centro storico di  Napoli  . Quest’ultimo si estende per 17 km a est della città, inglobando  i quartieri di ‘San Giuseppe’, ‘Porto’, ‘Pendino’, ‘San Lorenzo’, e ‘Mercato’. Un gioiello di inestimabile valore che  è stato riconosciuto dall’ ‘UNESCO’ nel 1995 e inserito tra i beni dell’umanità.

‘Via dei Tribunali’  per di più è una delle tre strade principali dell’antico impianto urbano greco . Per questa ragione è detto decumano , ed è quello maggiore di Napoli. Ce ne sono altri due:

Perché si chiama ‘Via dei Tribunali’ ?

‘Via dei Tribunali’  si snoda  per 800 metri . Comincia  a ‘Porta Alba’ e ‘Piazza Bellini’ e  finisce,  dopo l’incrocio con ‘via Duomo’ , in corrispondenza del ‘Castel Capuano’. In questo edificio nel XVI secolo Don Pedro di Toledo riunì cinque terribili corti di giustizia .  La loro spietatezza era talmente rinomata che si battezzò quest’area come quella   ‘via dei tribunali’ da non dovere mai percorrere nella vita! Fatto curioso è che la stessa ‘Piazza San Gaetano’  , quella che si staglia esattamente in mezzo a ‘Via dei Tribunali’   ,  sorge su una precedente agorà greca e foro romano.

Adesso andiamo a spasso per ‘Via dei Tribunali’   per esplorare  posti esagerati che vi faranno apprezzare  la storia, l’arte e la cultura del centro storico di  Napoli . Poi vi darò delle dritte su dove gustarsi una pizza bomba o specialità locali, e su dove godersi la  movida notturna a Napoli . Siete pronti? Let’s go! 

5 cose da vedere in ‘Via dei Tribunali’. Primo itinerario a piedi 

Sono rimasta colpita dalla numerosità dei tesori che ‘Via dei Tribunali’   riesce a offrire . Queste prime cinque cose da vedere vi faranno conoscere una Napoli diversa, quella più buia e nascosta.

Nelle viscere di  Napoli , quelle del sottosuolo, si celano strati di epoche diverse da quelle greco-romane a quelle medievali, da quelle del potente Settecento al Secondo Dopo Guerra. Un passato fatto di gloria e di sconfitte, di miseria e di nobiltà, che hanno regalato all’urbe quel fascino e quelle contraddizioni che non potrete trovare in nessun altro posto al mondo!

Napoli è energia pura e sfrenata. Napoli  è un luogo di scorci inaspettati che commuovono l’anima, di incontri casuali, di conversazioni spontanee ed eleganza  inimitabile. Benvenuti nel capolavoro più improbabile d’Italia!

1. ‘Napoli sotterrata’ 

La ‘Napoli sotterrata’  è un sito archeologico di 10 metri di lunghezza. Si trova in ‘vico Sant’Anna di Palazzo 52’   al di sotto del  Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore’  , un capolavoro architettonico che comprende:

Pagando in loco (oppure on line) 9 a persona nella ‘Napoli sotterrata’  si può contemplare questa ampia area che anticamente i Greci e i Romani utilizzavano come piazza, macello e mercato. Una stratificazione di epoche diverse che desta stupore e che rappresenta un vero e proprio tesoro artistico (da non confondere con la ‘Napoli Sotterranea’ in  ‘piazza San Gaetano, 316’  e la ‘Napoli Sotteranea’ in ‘vico S. Anna di Palazzo, 52’ ).

2. ‘Palazzo Marigliano’ 

‘Palazzo Marigliano’ (detto anche ‘Capua’) in ‘via San Biagio Dei Librai, 39’   è un palazzo nobiliare  del 1550 dell’architetto Giovanni Francesco Mormando. Il  centro storico di  Napoli  era il punto preferito dai nobili reggenti per edificare le loro residenze aristocratiche durante il periodo del regno aragonese e del vice regno spagnolo (XV-XVI secolo) . Per questa ragione qui se ne contano numerose.

‘Palazzo Marigliano’  è in stile Rinascimentale all’esterno e Barocco all’interno . Esso è intitolato al tenente di vascello Marigliano, eroe di guerra deceduto a Taranto agli inizi del XX secolo. Le sue particolarità decorative sono  i rivestimenti in marmo bianco e  piperno e il delizioso giardino pensile.

Al ‘Palazzo Marigliano’ furono fatte delle modifiche tra il XVIII e il XIX secolo. In particolare il suo vecchio portale  fu snellito per uno più ampio al fine di consentire l’apertura di botteghe. Di notevole interesse è pure il cortile interno che è costituito da una scala a doppia rampa. Accanto a questa ultima ci sono dei piani abbelliti dagli affreschi di Giovan Battista Maffei. Oggi è sede dell’ ‘Museo e Ospedale delle Bambole’ e della ‘Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania’.

3. ‘Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’

Il Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’  in ‘via San Biagio ai Librai’ fu voluto a partire dal 1591 dalla ‘Corporazione dell’Arte della Seta’ . Proprio la seta fu un tessile che diede gloria e ricchezza a Napoli dall’Alto Medioevo  fino all’avvento della ‘Rivoluzione Industriale’.

L’ aspetto attuale del  Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’   è frutto del restauro dell’architetto Gennaro Papa e di altri geni del Settecento napoletano. In stile Barocco e a navata unica, esso possiede inestimabili capolavori  di Giuseppe Sanmartino e del suo allievo Giuseppe Picano. E ancora quelli dei più noti  marmorai di quel periodo come Trincano e Francesco Pagano. E non mancano affreschi pregiati degli autori Jacopo Cesari, Ippolito Borghese e Marco Antonio Tibaldi.

Attualmente sono emersi due nuovi spazi sotterranei : un antico sistema viario di Napoli del 1300 e un ipogeo con un enigmatico altare. Dal 2003 l’ ‘Ass. Respiriamo Arte’ gestisce il Complesso dei Santi Filippo e Giacomo’ . Questo è un patrimonio artistico di grande valore, che ci ricorda  quanto un tempo Napoli fosse importante da un punto di vista economico.

4.‘Galleria Artiaco’

In ‘piazzetta Nilo, 7’  si fa notare la sobria  ‘Galleria Artiaco’.  Essa promuove  un tipo di arte concettuale e minimalista, direzione intrapresa dal 2010 , quando fu inaugurata  con le mostre degli artisti Liam Gillick e Sol LeWitt .

Alfonso Artiaco è stato il promotore di questa fucina di riqualificazione urbana e artistica .  A soli ventidue anni aveva già avviato la sua   ‘Galleria Artiaco’   a Pozzuoli. In seguito e per caso un’amica avvocato gli fece acquistare gli attuali saloni espositivi. Questi sono collocati all’interno di uno stabile antico largo 600 mq , che ha in tutto 10 stanze e una foresteria per gli artisti.

5.‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’

La ‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’ è situata in ‘via  Via dei Tribunali, 39’, e fu voluta da alcune nobili famiglie napoletane. Fatta da Giovan Cola di Franco (XVII secolo), questa chiesa fu concepita come luogo di sepoltura e di celebrazione delle anime ‘pezzentelle’ (ovvero la cura dei resti dei defunti di identità ignota che vagano per il Purgatorio in cerca di alleviamento di pene).

II culto dei morti è molto sentito a Napoli, perché si crede possano influenzare le esistenze dei vivi (più nel  bene che nel male!). A dimostrazione di ciò proprio, in questo santuario si continua a venerare il leggendario ‘teschio di Lucia’ . Questo è ciò che rimane di una nobildonna sfortunata in amore che è luce di speranza invece per chi vuole sposarsi.

‘Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio’  è  un articolato monumento, che accoglie oltre il tempietto religioso :

La presenza di un ampio cimitero non dovrebbe sconvolgere più di tanto,  se si considera che a quei tempi Napoli era la città più popolosa d’Europa (seconda  solo a Parigi ). Per cui si cercava sempre di dare un decoro alla morte.  Specie quando la crescita demografica fu bloccata e mortificata dalla peste.

Altre 5 cose da vedere in ‘Via dei Tribunali’. Secondo itinerario a piedi 

Queste altre quattro attrattive di ‘Via dei Tribunali’    vi rallegreranno l’anima . Vi condurranno a spasso in luoghi divertenti e altri pieni di inestimabile valore architettonico. Non c’è da stupirsi se avrete le idee confuse appena visiterete Napoli , perché c’è davvero troppo da fare e da ammirare.

Per cui mettevi un paio di scarpe comode e addentratevi nelle stradine ciottolate affollate da turisti , venditori ambulante di frutta e verdura e sconosciuti che vi sorridono. E non dimenticate di guardare ovunque, perché le sorprese qui sono dietro ogni angolo. Buona lettura!

1. ‘Museo dell’acqua’ 

Il ‘Museo dell’acqua’  ci racconta l’antico sistema idrico di Napoli .Vi si accede dalla ‘piazzetta Pietrasanta 17/18’ ,  ed è stato aperto al pubblico  nel 2021. Esso è ubicato nel sottosuolo del complesso della ‘Basilica della Pietrasanta’ , una monumentale opera architettonica fatta dell’architetto Cosimo Fanzago  (metà del  XVII s.)  sui resti di un antico tempio della dea Diana

In soli venti secondi con un ascensore ci si può catapultare a 35 metri di profondità e fare un percorso di un chilometro fra rami e cisterne dell’antico Acquedotto della Bolla’. Questo è stato il primo acquedotto cittadino creato dai Greci e ampliato dai Romani tra la zona di Caponapoli e lo sbocco a mare del Chiatamone.

L’ambiente intorno è valorizzato da un sofisticato impianto illumino-tecnico. Questa trovata enfatizza volumi e volte, attraverso luci e colori, in modo da immergersi totalmente nei meandri storici di una Napoli sotto terra.

2. ‘Busto di Pulcinella’

Il ‘Busto di Pulcinella’ è una scultura dell’artista  Lello Esposito , che rappresenta  Pulcinella  , la  maschera napoletana  dall’attore Silvio Fiorillo  inventata ad Acerra a inizio Seicento. Dal 2012 il ‘Busto di Pulcinella’  (alta un metro e venti e fatta di bronzo) è posizionata in  ‘vico del Fico al Purgatorio  .

Il ‘Busto di Pulcinella’ è sicuramente ormai l’attrazione più fotografata dai turisti . Ricordatevi che se toccate il naso e il becco, vi porterà fortuna ! Per cui non esitate a fare una fermata e concedervi un momento tutto per voi per chiedere ciò che desiderate all’universo! Chissà che non vi accontenti!

3. ‘Basilica di San Paolo Maggiore’ 

LaBasilica di San Paolo Maggiore’  (XVI secolo)  in ‘piazza San Gaetano’  è dedicata a Gaetano da Thiene, fondatore dei padri Teatini. Essa è stata costruita sul tempio dei Dioscuri  del I secolo d. C. (questi erano secondo la mitologia greca i  gemelli figli di Zeus , considerati miracolosi guaritori).

In stile Barocco la Basilica di San Paolo Maggiore’  è il risultato della maestria degli architetti Francesco GrimaldiGiovan Battista Cavagna, e Giovan Giacomo di Conforto. Di grande impatto visivo è sicuramente la sua facciata con  due imponenti colonne corinzie, che fu progettata da Giovan Battista Cavagna e completata da Giuseppe Astarita

 A magnificare la Basilica di San Paolo Maggiore’  sono:

  • Due nicchie laterali con le statue raffiguranti i santi Pietro (a sinistra) e Paolo (a destra), entrambe di Andrea Falcone del 1671;
  • L’interno, a croce latina a tre navate piena di decorazioni e tele di valore;
  • Il chiostro grande, situato alle spalle dell’abside, adibito ad archivio dei documenti notarili (dal 1700 in poi);
  • Il chiostro piccolo caratterizzato da una serie di colonne antiche appartenenti all’originaria chiesa paleocristiana. Un leggenda narra che l’acqua del pozzo centrale fosse la più fresca della città e che i fedeli vi accorressero per dissetarsi.

4. ‘Pio Monte della Misericordia’ 

‘Pio Monte della Misericordia’  è un’ istituzione benefica napoletana in ‘via dei Tribunali , 153’  fondata nel 1601 da nobili napoletani . Sorge dentro  le mura di un palazzo nobiliare del Seicento fatto dal regio architetto Francesco Antonio Picchiati

La ‘Cappella’, lo scalone monumentale che raggiunge la ‘Quadreria’ al primo piano, il suo ‘Archivio storico-Biblioteca’ e le ‘Associazioni ospitate’, raccontano oltre quattro secoli di attività ininterrotta a favore dei più deboli. L’ammirevole attività di sostegno sociale continua ancora oggi

Nella  cappella è conservata la tela delle Sette opere di Misericordia’ del Caravaggio, tra le più importanti pitture del Seicento italiano e  napoletano.  Il noto  pittore lombardo trovò rifugio a Napoli  dopo la sua condanna per omicidio. Nella tela un gruppo di personaggi presi dalla strada . Questi sono disposti a raggiera, e simboleggiano la missione dell’ente. Questa era quella appunto di fare  azioni caritatevoli verso i bisognosi. Tra queste sette opere pier per esempio si possono scorgere:

  • Dare da bere agli assetati (l’uomo a sinistra che beve);
  • Fare visita alle carceri ( un uomo con la barba che si sporge dalla prigione) ;
  • Seppellire i morti (i piedi di un defunto che sbucano fuori da una fessura sulla destra) , tema molto sentito visto il problema a quei tempi delle carestie e delle pestilenze.

5. Quartiere Sanità 

Senza dubbio il quartiere Sanità  è un’esperienza da fare una volta nella vita per capire la vera essenza di Napoli . Definito un vero e proprio ghetto per trascuratezza estrema , il quartiere Sanità   oggi è invece  in  fase di rilancio. Questo grazie all’umanità e la professionalità di persone e istituzioni che ci hanno creduto. E hanno fatto bene.  Perchè si vedono già i risultati. Come per esempio nella gestione e fruizione del ricco patrimonio culturale e architettonico  rionale. O ancora nella nascita in loco di centri di studio e aggregazione di ogni genere.

Ma cosa è allora il quartiere Sanità ? Esso è in primis il sorriso e la gioia  del popolo napoletano, a fede mistica nella Madonna e in Maradona dell’urbe. Chi ci va avrà davanti a sè un labirinto di stradine strette . E qui tra bancarelle di vestiti e frutta fresca e panni stesi al sole, saltano fuori monumenti straordinari. Oggi per il suo fascino e il suo magnetismo il quartiere Sanità  è diventato casa per molti artisti. Geni di ogni parte del globo lo hanno reso una tela urbana con  tanti murales che l’hanno colorato e valorizzato.

‘Enoteca Scagliola’, dove degustare il vino in ‘via dei Tribunali’ , Napoli

‘Enoteca Scagliola’ in ‘via Via San Pietro a Maiella 15’ è la mia cantina preferita nel centro storico di  Napoli . Ci sono affezionata perché ha partecipato al colossale progetto enoico di  ‘Mosaico per Procida 2022’ .

Quando ho varcato la soglia dell’ ‘Enoteca Scagliola’  mi ha colpito il vasto assortimento di champagne , liquori, e nettari divini. Nicola, il proprietario, è un sommelier professionista e, che ama tantissimo il suo lavoro. Con molta gentilezza mi ha fatto accomodare nel piccolo salottino della hall di degustazione posto di fronte il bancone e la cassa.

‘Asprinio’ in bolle !

L’ atmosfera dell’ ‘Enoteca Scagliola’   è conviviale, intima, e allegra. L’assortimento di etichette dell’ ‘Enoteca Scagliola’  è disarmante. Essa spazia dalle migliori bollicine francesi, ai più introvabili rossi e bianchi del mercato internazionale e nazionale. Ovviamente trovandomi in Campania, ho fatto una verticale delle migliori bottiglie di Asprinio, il vitigno autoctono per eccellenza del casertano.

All’ ‘Enoteca Scagliola’  si organizzano spesso  serate con musica live per  apprezzare le migliori etichette svagandosi e stando in compagnia.  Vi lascio adesso a una lista imperdibile di locali dove gustare il meglio della pizza, del cibo e del caffè nel centro storico di  Napol Buon appetito!

Wine & Food  in ‘via dei Tribunali’, Napoli

Napoli  è acclamata in tutto il pianeta per la sua pizza e per la sua abbondante e variegata tradizione gastronomica. Quest’ultima spazia dallo street food ai  piatti di pesce e  carne, dai contorni ai dolci. Un susseguirsi di sapori genuini e stagionali che assicurano al vostro palato un’esperienza unica di sapori genuini e stagionali.

Ovviamente  l’esclusività dell cucina locale è data anche dalla fantasia stessa dei Napoletani e dall’ottimo rapporto prezzo qualità.  Volete qualche suggerimento dei piatti più tipici di Napoli? Eccovi una breve lista:

  1. ‘Ragù napoletano’;
  2. ‘Pasta e patate’ ;
  3. ‘Spaghetti con le vongole’;
  4. ‘Mozzarella di Bufala’;
  5. Spaghetti alla puttanesca’;
  6. ‘Cuoppo di fritture’;
  7. ‘Pastiera’;
  8. Sfogliatella;
  9. ‘Babbà’.

Adesso invece vi consiglio qualche posticino dove potete sul serio leccarvi i baffi e divertirvi nei pressi di ‘Via dei Tribunali’   . Buon appetito!

10 pizzerie top in ‘via dei Tribunali’, Napoli

1.     ‘Pizzeria Sorbillo’: in ‘via dei Tribunali, 32’;

2.     ‘Pizzeria da Matteo’: in ‘via dei Tribunali, 94’;

3.     ‘La figlia del presidente’: in ‘via del Grande Archivio, 24’;

4.     ‘Pizzeria dei Decumani’: in ‘via dei Tribunali 60/61’ ;

5.     ‘Antica pizzeria Aiello’: in ‘via Santa Maria di Costantinopoli, 2’;

6.     ‘Palazzo Petrucci’: in ‘piazza Domenico Maggiore’, 5/7’;

7.     ‘Pizzeria Vesi’: in ‘via San Biagio dei Librai, 115’;

8.     Pizzeria Attilio’: in ‘via Pignasecca, 17’;

9.     ‘Pizzeria 400’: in ‘via Concezione a Monte Calvario’;

10.  ‘La Masardona’: in ‘via Giulio Cesare Capaccio, 27’.

4 Ristoranti top in via dei Tribunali’, Napoli

  1. ‘Etto’: in ‘via S. Maria di Costantinopoli, 103’, si paga in base al peso. Proposta varia che cerca l’equilibrio dei nutrienti: verdure fermentate, riso venere e rosso, piatti ricchi di probiotici;
  2. ‘Ristorante da Carmine’: in ‘via dei Tribunali 330’;
  3. ‘Trattoria Enoteca la Campagnola’: in ‘via dei Tribunali 47’ ;
  4. ‘Osteria Ippolito’: in ‘via dei Tribunali, 328’ .

4 Cafè Bar top in via dei Tribunali’, Napoli

  1. ‘Leopoldo Cafè bar’ : in ‘via Benedetto Croce, 30/31’;
  2. ‘Pasticceria Capparelli’: in ‘via dei Tribunali 323/327’;
  3. ‘Spazio Nea’: in ‘via Santa Maria di Costantinopoli, 53, Piazza Bellini, 59’
  4. ‘Mexico’ : in ‘p.za Dante, 86’.

2 Locali notturni top in via dei Tribunali’, Napoli

1.     ‘Galleria, 19’: in ‘via San Sebastiano,19’;

2.     ‘Punk Tunk Cafè’ : in ‘piazza Dante,40’.

Napoli, la grande bellezza

Napoli   ti ammalia  tra sua la miseria, come quella  dei palazzi sgarrupati del rione ‘Sanità’ , e la sua nobiltà, come quella prorompente della ‘Reggia di Capodimonte’. Queste due sono state le ultime incredibili tappe della mia permanenza in questo paradiso caotico, che mi hanno fatto capire la grandiosità dei Napoletani,  riassunta in una celebre citazione di Pier Paolo Pasolini :

“Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c’è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all’ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.”

‘Quanno uno s’à da mbriacare è meglio che se mbriacasse de vino buono’ (‘Quando ci si deve ubriacare è meglio farlo con del vino buono’) ! Nei proverbi c’è tanta verità, per cui se volete regalarvi un qualcosa di straordinario che farà bene all’anima venite a Napoli, e fatemi sapere!

 

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‘B&B Domus Gemi’ , via dei Tribunali 309, Napoli

‘B&B Domus Gemi’ , via dei Tribunali 309, Napoli

“…Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de’ criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca’ non si sulo…”

Pino Daniele

b&b ‘Domus Gemi’ ,   Napoli

Il b&b ‘Domus Gemi’ in via dei Tribunali 309 di Pasquale Lomolino è il posto dove alloggiare se volete godervi il centro storico di  Napoli . Si trova a  19 minuti dalla Stazione Garibaldi e a 10 minuti dalla fermata della metropolitana ‘Cavour’ . Questo vi permetterà di raggiungere tranquillamente a piedi (e con i mezzi dove necessario)  i principali punti di interesse turistico della capitale partenopea.

Alloggiare la prima settimana di Luglio al b&b ‘Domus Gemi’  in via dei Tribunali 309  mi ha permesso infatti di perlustrare ancora una volta  Napoli . Mi sono nuovamente inebriata  della sua bellezza, dal blu del suo mare fino alla vetta del Vesuvio, imbiancata  dal volo di mille gabbiani. Per cui seguitemi in questo altro incantevole viaggio nella metropoli più incantevole del Sud Italia. Scoprirete altri tesori nascosti di questa parte così verace e autentica del  centro storico di  Napoli.

‘Napule è’…

Napoli è molto grande, conta circa un milione di abitanti. Per cui scegliere un alloggio strategico è fondamentale. E allora quale scelta migliore  del  b&b ‘Domus Gemi’  in via dei Tribunali 309?  E per questo contatto devo ringraziare Fabio Comella , la guida turistica  che  ho scelto  per vivermi la Napoli più verace!

‘Napule è mille culuri’, così canta  Pino Daniele   .  L’intramontabile cantautore napoletano ha sapientemente  racchiuso in un solo verso della sua canzone  l’essenza di questa incredibile megalopoli.  Napoli è variopinta , perché è tanto affascinante quanto problematica.

La perfezione annoia! 

Eppure nella sua emblematica imperfezione Napoli  ti entra a prepotenza dentro, al punto da creare dipendenza. Perché è piena di meraviglie  paesaggistiche, artistiche , e architettoniche. Perché qui puoi essere come vuoi, senza che nessuno ti giudichi. Rispetto ad altre parti d’Italia Napoli   mantiene uno stile do vita  semplice, e resiste all’appiattimento della globalizzazione e del boom del turismo!

Poi dovete sapere che a Napoli  ci si viene e ci si  ritorna principalmente per il calore della gente. Lo stesso che Pasquale Lomolino e Fabio Comella mi hanno trasmesso . Come? Ospitandomi e facendomi sentire come a casa!  La stessa cosa potrà succedere a voi,  se seguirete i miei consigli su dove dormire, cosa vedere e fare a Napoli . Buona lettura!

Clicca qui per visionare e prenotare le camere del b&b ‘Domus Gemi’ , via dei Tribunali, 309, Napoli

b&b ‘Domus Gemi’ ,  dove prenotare al centro storico di Napoli

Attiva dall’Aprile 2007, il b&b ‘Domus Gemi’   è una piccola e graziosa struttura posta al terzo piano di un palazzo d’epoca in via dei Tribunali 309. E più precisamente è il luogo da dove mi sono persa tra le viuzze strette , affollate e straboccanti di vita  di  Napoli.

Il b&b ‘Domus Gemi’   prende il nome dall’unione delle iniziali di Gerardina e Mimmo,  i genitori di Pasquale Lomolino . Li ha voluti così ricordare dopo la loro tragica scomparsa, quando era appena ragazzino. Da allora ereditò  un appartamento di famiglia , che  ristrutturò,  trasformandolo in un business di successo qual è oggi.

Nonostante questa perdita immane, Pasquale Lomolino non ha perso il sorriso, perché è quello che ti scalda appena ti accoglie nel suo b&b ‘Domus Gemi’ . Questo è quello che ha fatto con me ! In modo timido e gentile si è messo a mia completa  disposizione, rendendo  il mio soggiorno indimenticabile. Vediamo più da vicino com’ è questo mio nuovo rifugio nel  pieno  centro storico di  Napoli.

b&b ‘Domus Gemi’ ,  Napoli. Tre stanze su ‘piazza San Gaetano’

Appena  sistemata nella mia stanza nel b&b ‘Domus Gemi’ ,  l’ afa estiva di Napoli è stata alleviata dall’aria condizionata  . Questa è uno dei tanti comfort che si hanno a disposizione nelle tre camere. Inoltre quello che ho  apprezzato è stato:

Il b&b ‘Domus Gemi’  è l’ideale per chi è alla ricerca di una sistemazione confortevole e semplice. Si respira un’aria familiare all’interno di questa abitazione spaziosa dagli arredamenti un po’ retrò e lineari. La sua più grande caratteristica è la posizione strategica, che mi ha permesso di scovare altri angoli nascosti del centro storico di  Napoli.

‘Via dei Tribunali’ a Napoli secondo Fabio Comella

Quando ti affidi a un professionista per ottenere il massimo, la differenza la noti. E nel mio caso sto parlando di Fabio Comella, una giovane e brillante guida locale. In poche ore mi ha spiegato tutto quello che  il centro storico di  Napoli poteva offrirmi fuori dai consueti circuiti turistici. Mi ha cucito addosso un  tour personalizzato da fare a piedi a partire da ‘Via dei Tribunali’,  dov’è ubicato il b&b ‘Domus Gemi  .

Via dei Tribunali’  è la parte più autentica di  Napoli, dove la macchina non serve, piena come è di ZTL. L’ho percorsa in lungo e in largo. Ho sentito il profumo del soffritto di aglio , che le massaie usano per preparare la pummarola fresca a pranzo. Così sono andata oltre i classici itinerari  del centro storico di  Napoli  (di cui tra l’altro vi ho parlato in un precedente articolo) fra guglie, chiostri, cavità sotterranee, e i vicoli ciottolati di sanpietrino .

‘Via dei Tribunali’, il decumano maggiore di Napoli

 ‘Via dei Tribunali’  è il cuore pulsante di tutto il centro storico di  Napoli  . Quest’ultimo si estende per 17 km a est della città, inglobando  i quartieri di ‘San Giuseppe’, ‘Porto’, ‘Pendino’, ‘San Lorenzo’, e ‘Mercato’. Un gioiello di inestimabile valore che  è stato riconosciuto dall’ ‘UNESCO’ nel 1995 e inserito tra i beni dell’umanità.

‘Via dei Tribunali’  per di più è una delle tre strade principali dell’antico impianto urbano greco  . Per questa ragione è detto decumano , ed è quello maggiore di Napoli. Ce ne sono altri due:

Perché si chiama ‘Via dei Tribunali’ ?

‘Via dei Tribunali’  si snoda  per 800 metri . Comincia  a ‘Porta Alba’ e ‘Piazza Bellini’ e  finisce,  dopo l’incrocio con ‘via Duomo’ , in corrispondenza del ‘Castel Capuano’. In questo edificio nel XVI secolo Don Pedro di Toledo riunì cinque terribili corti di giustizia .  La loro spietatezza era talmente rinomata che si battezzò quest’area come quella   ‘via dei tribunali’ da non dovere mai percorrere nella vita! Fatto curioso è che la stessa ‘Piazza San Gaetano’  , quella che si staglia esattamente in mezzo a ‘Via dei Tribunali’ ,  sorge su una precedente agorà greca e foro romano.

Adesso andiamo a spasso per ‘Via dei Tribunali’per esplorare  posti esagerati che vi faranno apprezzare  la storia, l’arte e la cultura del centro storico di  Napoli . Poi vi darò delle dritte su dove gustarsi una pizza bomba o specialità locali, e su dove godersi la  movida notturna a Napoli . Siete pronti? Let’s go! 

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2 itinerari da fare a piedi in  ‘via dei Tribunali’, Napoli

Napoli è piena di sorprese, e sta  diventando una meta turistica molto ambita non solo dagli stranieri ma anche dagli stessi Italiani. Perché? Provate a farci un salto e vi accorgerete che non basta una volta per dire che la conoscete abbastanza. Anche gli stessi Napoletani si stupiscono della loro città,  perché trovano  sempre qualcosa di nuovo da vedere o fare.

Non è semplice quantificare le attrattive di ‘Via dei Tribunali’ perché sono infinite. Quando ci si entra si ha come la sensazione di entrare in un labirinto fatto  di stradine ciottolate, affollate da turisti e puntellate da famose pizzerie e ristoranti. Qui  avrete un posto in prima fila per un grande spettacolo, quello della vita in tutte le sue forme. Le signore anziane che stendono i panni bianchi al sole ,  i commercianti che lavorano per guadagnarsi la pagnotta, e i motorini che sfrecciano senza casco impaurendo qualche passante distratto.

Cosa dire, ‘Via dei Tribunali’  è un teatro a cielo aperto. Qui  gli sconosciuti vi sorridono, e si fa facilmente amicizia . E tra una chiacchiera e l’altra scorgerete residenze nobiliari, chiese, che spuntano qua e là tra venditori ambulanti di frutta e verdura e zingare che leggono le carte. Per voi ho creato :

Buona Napoli !