Costiera Amalfitana

Costiera Amalfitana

“Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”

Renato Fucini

‘Costiera Amalfitana’ , un teatro a cielo aperto

Chi non hai mai desiderato sentirsi come una star in un film di quelli  girati nella ‘Costiera Amalfitana’?  Dal 1800 la  Costiera Amalfitana’  stimolò la fantasia di scrittori e pittori stranieri che la immortalarono in eterno nei loro libri o acquerelli. Ci sono arrivati per qualsivoglia motivo, o più spesso per ricercare un rifugio al loro ‘ozio ricreativo’.

Da allora si parlò della  Costiera Amalfitana’  come un porto felice per la sua bellezza. Essa continuò a essere un approdo ambito e ricercato per i vacanzieri d’èlite  negli anni Sessanta in pieno boom turistico . E sicuramente attirò  nell’olimpo dongiovanni di tutte l’età nel loro tentativo di abbordare qualche svedese. Esattamente come facevano  gli smidollati personaggi di  ‘Leoni al Sole’ del regista Vittorio Caprioli.

La mia estate è volata via  nella Costiera Amalfitana’ tra villaggi di pescatori soprammontati dai  Monti Lattari . E ancora presepi di case variopinte, che sbucano fuori da boschi, terrazzamenti di vigneti, limoneti, e frutteti. Uno scenario sublime interrotto da vallate strette e profonde e bastioni di rocce calcaree sfiorate dal riflesso di luce delle marine circostanti.

Seguitemi, vi consiglio cosa vedere e fare per le vostre vacanze in questa meraviglia tutta Italiana!

‘Costiera Amalfitana’ 12 gioielli per un viaggio nella bellezza

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’ ‘UNESCO’ nel 1997 , la Costiera Amalfitana’ ( 11.231 ettari  tra aree agricole e riserve naturali) è un eden di  enorme valore naturale e culturale. Essa  si snoda per 60 km attraverso la SS 163 e i suoi tornanti a senso unico attraverso 12 comuni a picco sul Mar Tirreno di :

  1. Vietri;
  2. Cetara; 
  3. Erchie;
  4. Maior;
  5. Minori;
  6. la Repubblica Marinara di Amalf; 
  7. il fiordo di Furore; 
  8. Praiano;
  9. Positano;
  10. Ravello; 
  11. Scala ; 
  12. Tramonti.

Storia della ‘Costiera Amalfitana’ 

Ci fu traccia della presenza dell’essere umano nella Costiera Amalfitana’  fin dall’epoca preistorica, come testimoniato da alcuni resti archeologici risalenti al Paleolitico e al Mesolitico rinvenuti a Positano.

Diventata colonia etrusca, greca e poi romana nel IV secolo, la zona è stata intensamente popolata sin dall’inizio del Medioevo, per poi essere assalita dai Saraceni . Dai pirati  si provava a difendersi con l’innalzamento di molte torri di avvistamento tuttora presenti, come:

Cetara, l’inizio della ‘Costiera Amalfitana’ 

Superata Vietri, che è   famosa per le sue ceramiche e per ilDuomo di San Giovanni Battista (X secolo) con la sua cupola maiolicata, giungo a Cetara, posta sotto il monte Falerio .

Ritrovarsi a Cetara significa fermarsi un attimo e respirare per godere di piccoli momenti infiniti: il dondolio lento delle barche legate a qualche scoglio basso, le palazzine colorate imbiancate dai panni stesi al sole, il calore dei passanti, che allegri ti salutano per strada.

Il tempo qui si è arrestato, quasi a proteggere questa oasi lontana dalla frenesia cittadina. Qui  i bambini mangiano un gelato sporcandosi felicemente la bocca, e le coppie si abbracciano e si tengono per mano.

La ‘Roccaforte Vicereale’ di Cetara

Una quiete che mi pervade le vene . Al punto di volermi isolare qui e prendere dimora nella ‘Roccaforte Vicereale’ innalzata nel 1500 per l’avvistamento delle incursioni dei terribili pirati!

Il nome di Cetara deriva da ‘tonnara’

Dal latino ‘Cetaria’, ‘tonnara’, o da ‘Cetari’, ‘venditori di pesci grossi’, Cetara deve la sua notorietà :

  • ‘Pesca del Tonno’;
  • ‘Colatura di alici’: questo è il liquido ambrato, ricavato dalla salatura delle alici, con cui per tradizione a Natale si condiscono le linguine. Specialità che ho divorato al noto  ristorante  ‘Convento’. Questo posto è una  tappa obbligatoria per chi volesse  assaggiare questa semplice e gustosa pasta all’ aglio , olio e peperoncino impreziosita dal prezioso condimento!

Ravello, l’entroterra della ‘Costiera Amalfitana’

Ravello è situata all’intenro della Costiera Amalfitana’ , su una vetta a circa 365 metri s.l.m. Durante l’Ottocento fu il salotto culturale di nobili inglesi, intellettuali e musicisti . Tutte queste personalità ne fecero il loro ritiro spirituale, trasformandola in un parco di ville.

2 cose da  vedere a Ravello

  1. ‘Villa Cimbrone’ : è un edificio storico oggi adibito ad albergo. L’area è in gran parte occupata da dei spettacolari giardini , che sono tra gli esempi più importanti della cultura paesaggistica e botanica anglosassone. Quello che si ammira è un parco ornato di statue, antichità, fontane e grotte. Si tratta di un vero e proprio gioiello d’arte, di cui la parte più grandiosa è il suo  superbo ‘Belvedere dell’Infinitocon una vista mozzafiato sul Golfo di Salerno’;
  2. Villa Rufolo’ : è un affascinante edificio risalente al XIII secolo, posto di fronte al ‘Duomo’ nella ‘Piazza del Vescovado’. Esso  ospitò  le famiglie più potenti di Ravello . Dai ‘Rufolo’ , che la fecero costruire per testimoniare la loro potenza,  ai Confalone’ .

Ravello è un tripudio di buganville e citazioni poetiche sparse ovunque da restare impietriti. La cittadina  è conosciuta anche per il celebre  ‘Ravello Festival’, un evento musicale istituito in onore del compositore Richard Wagner.

Amalfi, la ‘Repubblica Marinara’ della ‘Costiera Amalfitana’

Amalfi  fu una ‘Repubblica Marinara’, una potenza nel traffico commerciale con l’Oriente , e i suoi rapporti con gli arabi e i bizantini la resero ricca e grassa . Il genio degli Amalfitani è legato alla bussola di Flavio Gioia e alle ‘Tavole Amalfitane’, il padre dei codici di diritto marino.

6 Cose vedere ad Amalfi

Appena dalla darsena si tocca il suolo di Amalfi, si viene catturati dalla magnificenza del superbo:

  1. ‘Duomo di Sant’Andrea’ : principale luogo di culto cattolico della città, risale al IX secolo . Prevale lo stile Romanico Arabo-Normanno. Esso è stato più volte rimaneggiato, e comprende l’annessa ‘Basilica del Crocifisso’ (IX sec.),  la ‘Cripta di Sant’Andrea’ e il famoso ‘Chiostro del Paradiso’; 
  2. ‘Cripta di Sant’Andrea’: Sant’Andrea è il patrono di Amalfi . Questi evangelizzò la Grecia e la Russia e le sue spoglie attraversarono il mondo fino a giungere nella cittadina nel 1208. Questo episodio è il tema di un affresco all’interno della cripta (XVIII sec.) barocca del pittore Aniello Falcone. Sempre qui c’è l’altare sotto cui si trova il sepolcro e  la grande statua in bronzo del santo di 8 quintali;
  3. Chiostro del Paradiso’: posto sul lato sinistro del Duomo,  è l’ingresso ufficiale della cattedrale. La meraviglia degli archi bianchi in stile gotico colpiscono subito appena si entra. I due più significativi sono quelli del II sec. che rappresentano ‘il Ratto di Proserpina’ e quello delle ‘Nozze tra Peleo e Teti’ . Sono ancora visibili tracce di affreschi antichi;
  4.  ‘Arsenale’:  antico cantiere dove si costruivano le invincibili galee, che oggi è sede del ‘Museo della bussola e del Ducato’:
  5. ‘ Mulini’ erano i vecchi motori che pompavano energia per la produzione della ricercata  ‘Carta di Amalfi’‘Charta Bambagina’ , a cui è stato dedicato il ‘Museo della Carta di Amalfi’ ;
  6. ‘Valle delle Ferriere’: è un percorso all’interno della riserva che conduce  dai ‘Monti Lattari’ verso Amalfi attraversando i boschi e ruscelli. Il nome deriva proprio dai ruderi di ferriere di origine medievale che è possibile trovare lungo il percorso. L’ultima parte del percorso presenta mulini azionati ad acqua, impiegati per la produzione della famosa carta di Amalfi;

Positano, l’incanto della ‘Costiera Amalfitana’

Positano è una dea,  che come Venere dalle onde di Cipro, si mostra dalla Costiera Amalfitana’  in tutte le sue forme morbide e prorompenti.  Quasi a sfidare la forza di gravità con le sue costruzioni in verticale intonacate a calce.

I suoi terrazzi fioriti degradano romanticamente sugli abissi azzurri, le cui acque trasparenti lambiscono le spiagge dorate di:

Perché si chiama Positano?

Positano è dove  il mito si confonde con la storia e viceversa.  Si narra fu il dio Poseidone a modellarla per la sua amata ninfa Pasitea.

E si dice che fu chiamata  così da   ‘Posa’ ‘Posa’ . Si tratterebbe dell’invocazione di arresto che l’icona di una  Madonna Nera imprecò a  dei monaci marinari nel XII     per salvarli da un naufragio, inducendoli a sbarcarvi.

Dappoi in segno di gratitudine ai santi, fu edificata a  Positano la gloriosa  ‘Chiesa dell’Assunta’ (sorta su una precedente abbazia del X secolo consacrata a San Vito) . Questo edificio sacro   la custodisce come un angelo, aprendo le sue ali sul villaggio più desiderato e modaiolo della Costiera Amalfitana’  .

Perché Positano è cosi famosa? 

La bellezza disarmante di Positano è motivo del suo successo planetario, quasi sconosciuta e poco affollata nel 1800 e meta esclusiva  del jet set internazionale, artisti, bohemien e hippies negli anni Novanta.

Positano è un luogo dove tutti dovrebbero recarsi almeno una volta nella vita! Perché? Non credo ci sia altro modo che venire a Positano  per rispondere a questa domanda!

4 Cosa da vedere a Positano

  1. Visitare il centro storico di Positano: il centro storico non è grande . Si può visitare in un paio di ore. Vi si può accedere solamente a piedi dalla ‘Piazza dei Mulini’, punto di ingresso principale della parte storica. Si prosegue addentrandosi in una serie di stradine, vicoletti o scalinate che vi porteranno fino giù al mare e alla spiaggia;
  2. La ‘Chiesa di Santa Maria Assunta’ : risalente al X secolo, questa stupenda chiesa apparteneva a un vecchio monastero benedettino. Essa è la principale attrazione di Positano grazie soprattutto alla sua originale cupola ricoperta di maioliche gialle, verdi e blu;
  3. Prendere il sole nelle spiagge libere e negli stabilimenti di Positano;
  4. Fare il ‘Sentiero degli Dei’: lungo 10 chilometri parte da Agerola (frazione di Bomerano) e arriva a Nocelle-Montepertuso. Ci vuole una giornata intera per percorrere questo lungo percorso, e soprattutto occorre essere un po’ allentati.  Vi aspetta una vista incredibile sulla costiera camminando a qualche centinaio di metri di altitudine sul profilo;

La moda Positana

Positano  è magia allo stato puro. Positano  è leggerezza, libertà, lusso della semplicità, gli ingredienti oltretutto del successo della Moda Positana’.

Di questo stile di abbigliamento particolare si accorse già nell’Ottocento il pittore inglese John Ruskin , che in merito  alla iuta tinta indossata dalle ragazze del posto,  così esultava:

 “un fazzoletto obliquo sul petto di colore vivace, corsetto aperto, gonne corte e sandali ai piedi”.

I commercianti di Positano   si sono sempre dati da fare per assecondare le esigenze e i gusti sofisticati dei suoi ospiti viaggiatori quando esplose come fenomeno turistico negli anni Sessanta.

Brigitte Bardot e Jackie Onassis e Positano

Per farli muovere comodamente tra intimi litorali, calette, labirinti di hotel e barche senza rinunciare al glamour e alla qualità .

Essi  inventarono la Moda Positana’: parei, bermuda, pantaloncini, bikini e sandali bassi in cuoio,  che indossati da Brigitte Bardot e Jackie Onassis , decretarono il trionfo di Positano  in fatto di abbigliamento in tutto il mondo.

Non si può più tornare indietro dopo avere vagabondato per la Costiera Amalfitana’ , è un amore non consumato, è un bacio appena schioccato, è un eco che rimbomba nell’anima e che pace non ti darà se mai un’altra volta ci sarà.

‘Costiera Amalfitana’, Dio esiste! 

La Costiera Amalfitana’ è considerata uno dei tratti di costa più caratteristici della nostra penisola. Le coste alte, a picco sul mare, le insenature e le falesie popolate di case colorate, le acque limpidissime impreziosite dai tramonti infuocati fanno di questa zona un luogo turistico per eccellenza.

Solamente adesso posso capire l’estasi di tutti quei girovaghi sentimentali, che in Costiera Amalfitana’ hanno lasciato il cuore, me compresa, e voglio riprendermelo, ripercorrendo presto e nuovamente questi angoli di paradiso! Fatelo anche voi!

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Salerno

Salerno

“Quando gli occhi sono chiusi, comincia il mondo reale

Gore Vidal

Salerno, il fascino del Sud e l’ordine del Nord

Salerno è la porta della Costiera Amalfitana’, e gode di un clima mite per la maggior parte dell’anno . La città campana  è conosciuta per la sua eccellente cucina. Qui, tradizione e modernità, si fondono perfettamente attraverso recenti trasformazioni urbane , che si integrano con il glorioso passato dell’antico principato Longobardo.

Il mio viaggio a Salerno è stato spostato di qualche settimana a Luglio. Questo succede perché mettendo per la prima volta piede a Napoli , me lo rompo letteralmente. Mentre passeggio infatti  inciampo sbadatamente nei quadrettoni sfalsati di basolato lavico di Napoli .

Mi auguro di ripercorrere nuovamente e più in salute a  Salerno   e in primavera, quando le temperature sono più basse! Non si mai, mi farò fare pure una fattura contro il malocchio!  O forse basta farsi regalare un corno rosso, ma di quelli potenti che fanno solo a Napoli ! Intanto seguitemi per scoprire questo gioiello tutto italiano!

Salerno, perla del Tirreno

Salerno ambisce a rafforzare la sua meritata fama di tappa irrinunciabile di una villeggiatura in Italia, non solo perché  transito per Amalfi e Positano.

Sicuramente Salerno è una città che ha fatto del suo ricco patrimonio storico, artistico, ed enogastronomico il suo futuro economico e sociale in termini di accoglienza turistica. Quella che non morde e fugge, ma che rimane e aggiunge valore al territorio.

Ed è così che sal 2012 Salerno  si è lanciata nella sfida di elevarsi al pari di una grande capitale europea, attraverso una serie di trasformazioni urbane promosse dall’ex sindaco Vincenzo De Luca.

Salerno, e l’architettura contemporanea

Un programma ambizioso che, a dispetto di varie difficoltà e critiche (generate in merito alla lentezza e corruzione che purtroppo è nel DNA di noi latini!), è tuttora in corso. Esso consiste nella realizzazione di un calendario di iniziative e di significative infrastrutture pubbliche firmate da personaggi di spicco dell’ architettura contemporanea. Tutti questi  hanno cambiato il volto di Salerno, allineandola tra le promesse turistiche del nostro Bel Paese.

Tra le meraviglie moderne di Salerno, ecco le più interessanti:

Salerno, perla del Tirreno

Salerno o Napoli? Bella domanda!

Salerno (140 000 abitanti) si trova tra la Costiera Amalfitana’, la ‘Piana del Sele’ e la Costiera Cilentana’. Attraversata dal fiume Picentino e Irno  (da cui probabilmente deriva il nome),   Salerno presenta un ambiente variegato, che si spinge dal mare  alle colline,  fino al monte Stella con i suoi 953 metri.

Salerno ha sempre attirato per le sue risorse dominazioni diverse, che hanno segnato il destino e il carattere di un popolo: dai Romani ai Longobardi, dai Bizantini ai Normanni, dagli Angioini alle nobili famiglie del Rinascimento, dai Borbone all’Unità d’Italia fino ai nostri giorni. Non vi nascondo che la prima volta che ho visitato Salerno,  mi è venuto spontaneo paragonarla a Napoli, e messe al confronto direi che sono diametralmente opposte.

Difficile rispondere! 

Nella sua media estensione, Salerno è un concentrato di precisione ed eleganza, ma non è oro tutto quello che luccica. Napoli è vita, ma pur sempre una metropoli meridionale, cioè caos allo stato puro con punte di eccellenza distribuite a macchia di leopardo. Davide contro Golia!

Comunque, sia Napoli  che Salerno sono le risultanti dei potenti che l’hanno attraversate e governate, lasciando in eredità tesori che sono da scoprire , indipendentemente dalla spesso discutibile gestione che ne caratterizza il valore d’ uso e dal torbido quadro politico-amministrativo di riferimento.

4 Cose da fare Salerno in 1 giorno!

Il mio itinerario turistico di 24 ore a Salerno vi permetterà di avere un’idea dello charme disarmante di questo tesoro nazionale. Qui tradizione e modernità, si fondono perfettamente attraverso recenti trasformazioni urbane che si integrano con il glorioso passato dell’antico principato Longobardo.

Salerno  il barocco fa da padrone, sovrapponendosi alle antiche architetture medioevali, comunque visibili e ben documentate in molti edifici.  Eccovi in basso alcuni interessanti consigli sul meglio di Salerno  girandola comodomante a piedi.

1. Passeggiata al ‘Lungomare Trieste’

Passando  per la ‘Fontana dei Delfini’ , simbolo della vocazione marinara di Salerno, ricavata nel 1997 dal genio di  Riccardo Dalisi, si prosegue per   ‘p.zza Flavio Gioia’ (o meglio nota come ‘La Rotonda’) .

Poi ci si puo’ dirigere a fare colazione con  caffè , brioche e gelato  al ‘Bar Nettuno’, il più rinomato bistrò del paese, al numero 136 dello spettacolare ‘Lungomare Trieste’.  Dal ‘Lungomare Trieste’ si mmira tutto lo splendore del Golfo di Salerno . Il ‘Lungomare Trieste’, che si estende per 2 km a ovest di  Salerno,   è il  più famoso degli altri a  oriente, quelli di Tafuri‘, ‘Marconi’ e ‘Colombo’.

Il ‘Lungomare Trieste’ è il punto di ritrovo per eccellenza dei salernitani. Questo è un giardino immenso battezzato nell’Ottocento, ombreggiato da palme, tamerici, lecci, pini d’Aleppo, che costeggia il Tirreno.

Esso comincia  dal nucleo centrale urbano con annesso l’ Arenile di Santa Teresa’ fino al porto turistico. In questa soleggiata parte di Salerno sorgono preziosi palazzi   Liberty , come per esempio il ‘Palazzo Edilizia’  e il ‘Palazzo Natella’.

2. ‘Duomo di Salerno’

Il  ‘Duomo di Salerno’  è noto anche come ‘Cattedrale di San Matteo’, le cui spoglie sono custodite nella cripta. Il Duomo romanico a tre navate fu voluto nel 1075 dal Duca Normanno Roberto di Altavilla  dopo la sconfitta dei longobardi,  ma fu modificato successivamente più volte in seguito a diversi eventi naturali e non. Di enorme effetto è il portale all’ingresso del Duomo. Questo è sorvegliato da due sculture di un leone e una leonessa che allatta, simbolo della potenza e della carità della Chiesa.

In cima, ornato da datteri beccati da uccelli e tralicci di vite, svetta l’architrave ricavato da un unico blocco di marmo istoriato, fusione perfetta di arte ellenistica, orientale e bizantina. Ai due lati si stagliano le raffigurazioni animalesche di una scimmia e di un altro leone, rispettivamente emblemi dell’eresia e della grandezza di Dio.

Superato il ‘Portale dei Leoni’, si apre un ampio atrio con un porticato di ventotto colonne di ordine diverso, che è abbellito da una vasca in granito, ( in origine una fonte battesimale), da vari sarcofagi di fattura romana di ecclesiastici e patrizi salernitani, e dalle statue marmoree di San Matteo, San Bonosio e San Grammario, realizzate dall’artista napoletano Matteo Bottiglieri.

In alto si erge il campanile  del XII secolo, che è  lungo 56 metri,  ed è opera di Guglielmo da Ravenna. Il campanile è di diverse epoche e dimensioni, ed è una testimonianza esemplare della convivenza a Salerno di Arabi e Normanni del periodo. Un’ imponente scalinata settecentesca in marmo e a doppia rampa permette di entrare nel Duomo, ricco di significativi capolavori, la cui porta è di bronzo fuso a Costantinopoli del 1099.

3. ‘Via dei Mercanti’

Dopo avere percorso per intero ‘Corso Vittorio Emanuele ’, ci si ritrova in ‘Via dei Mercanti’ , che è un’altra arteria principale di Salerno, rallegrata da negozi e deliziose trattorie,  abbellita da pregiati monumenti e i palazzi nobiliari ‘Pinto e Carrara.

Sulle mura dei  vicoli di ‘Via dei Mercanti’ sono incise le massime di Alfonso Gatto, giornalista e poeta ermetico salernitano, che fanno riflettere con tono amaro e nostalgico sul senso dell’amore e dell’esistenza.

Particolare interesse merita la ‘Chiesa di San Gregorio’, sepolcro longobardo dell’anno Mille, che ospita il  ‘Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana’,  che è stata la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo (IX secolo), e come tale è considerata da molti come l’antesignana delle moderne università.

4. ‘Architettura fascista’

Il ventennio fascista cambia il volto della città di Salerno, modernizzandola con la realizzazione di opere  pubbliche di cui prima era sprovvista , relegate al di là del fulcro abitato, quali:

Nella stessa epoca furono spostate in aree periferiche di Salerno al di là del fiume Irno attività diventate incontenibili per la loro espansione, come ‘il Macello’, ‘il Campo Boario’ e ‘il Mercato delle Erbe e della Frutta’

Dove mangiare e bere a Salerno

Mi rivolgo all’ ‘Ais di Salerno’ per mettermi in contatto con qualcuno di professionale che possa farmi da guida enogastronomica a Salerno.  Mi viene gentilmente segnalata Pina Gaimari, la bionda e spumeggiante imprenditrice del settore enogastronomico.

Pina   è la fondatrice dell ‘Antica Pagliera Wine House’, uno dei locali più rinomati di Salerno,  dove  per assurdo è in vacanza, essendosi trasferita recentemente a Venezia per formarsi di livello nel settore della ristorazione.  Pina  mi aspetta per un apericena al  ‘Mood Steakhouse & Garden’ in via G.  Angelo Papio 21, alle spalle del tribunale, ed è intesa a prima vista!

‘Mood’ , un pizzico di innovazione a Salerno! 

Pina mi mette subito a mio agio rompendo il ghiaccio con un sorriso smagliante, e cosciente della mia evidente stanchezza, mi fa accomodare all’interno di un garden che precede l’entrata al ‘Mood’, un mix tra una fornitissima e raffinatissima enoteca e un avveniristico steakhouse.

Il  ‘Mood’ è il progetto nato dalla passione per il cibo e il vino degli avvocati Gian Matteo e Nino e del sommelier Dragomir  del 2019, a cui si è unito il suo attuale manager , Roberto Adduono, pluripremiato maìtre , più volte  celebrato nella guida ‘Mangia & Bevi’ di Luciano Pignataro. Alla riuscita di questo piano contribuisce la bravura in cucina dello chef Gianni Mellone, con particolare attenzione agli amanti della carne.

‘Reverse searing’ , come cucinare davvero la carne! 

Il  ‘Mood’ ha come intento quello di ricreare a Salerno un punto d’incontro dove potere tastare il meglio di nettari e piatti campani e di oltre confine, cosa che vivo in prima persona ! Per gentile omaggio dei titolari del ‘Mood’   vivo a Salerno   un’ esperienza culinaria unica: una super degustazione delle migliori bollicine in abbinamento a taglieri di salumi e formaggi di alta qualità, e dei tagli di maialino iberico e manzi giapponesi , preparati alla ‘reverse searing’ ( o ‘metodo Finney’ dal suo inventore).

Si tratta di una prima cottura a 52°C con il forno digitale, per poi grigliare il tutto su una superficie ad altissima temperatura per ‘sigillare’ la parte esterna. In questo modo si ottiene un’interno perfettamente roseo, e un esterno cucinato omogeneamente aromatico e croccante. Mentre sono in piacevole compagnia , cala un silenzio sacro dinnanzi a quel lauto banchetto.

Mi soffermo sulla copertina del menù del ‘Mood’ , che reca la scritta: “Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”, e quanto mai di più vero! Al ‘Mood’ si respira un’aria diversa, si entra quasi in un’altra dimensione, come quella che ritrovo nel giro della barriccaia , dove riposano le più esclusive etichette da collezione .

Salerno, dove dormire

Alloggiando nel  confortevole ‘Albergo Santa Rosa’ del cordiale signor Mauro sito  in ‘Corso Vittorio Emanuele 14’, ho avuto modo di spostarmi agevolmente. ‘Corso Vittorio Emanuele ’, oltre che essere il boulevard di Salerno , è a pochi passi  dalla stazione ferroviaria e  dal  ‘Molo Masaccio’, da dove si salpa per la Costiera Amalfitana.

Oltretutto percorrendo questa strada festosa per tutta la sua lunghezza, in soli venti minuti di passeggiata si capita al centro storico, dove sono concentrate le principali attrattive dell’urbe, visitabili in un’unica giornata. Davvero una scelta azzeccata!

Salerno, a presto!

Si dice vedi Napoli e poi muori, ma vale la pena girare per Salerno . Sarete accarezzati dalla brezza  marina quando sarete vicino il mare che è due passi dal centro storico. Questo è il cuore pulsante della cittadina campana. E sicuramente non vi mancheranno spunti per visite culturali grazie a musei e pinacoteche ospitati in palazzi storici.

Ovunque a Salerno c’è sempre qualcosa da fare e vedere. Cammninate per le sue vie e perdetevi , senza avere una meta fissa ammirando scorci, facciate ed angoli storici. O semplicemente facendovi rapire dall’odore del pane caldo appena sfornato. O della gente che passeggia rilassata sorridendovi appena incorocia il vostro sguardo. Cosa aspettate per prenotare la prossima vacanza a Salerno ? Vi aspetta e sarà una sorpresa tutta da gustare senza la frenesia delle grandi metropoli !

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‘Cantina Sorrentino’, Boscotrecase, Vesuvio

‘Cantina Sorrentino’, Boscotrecase, Vesuvio

“Io amo la luna, assai più del sole. Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno cra cra, l’eleganza tetra della notte. È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il giorno.”

Totò

‘Cantina Sorrentino’,  i vini del  Vesuvio

2 Luglio 2020. Abbandono il mio ‘InCentro b&b via Toledo 156’ , la mia porta per Napoli , e mi dirigo verso la   Cantina Sorrentino’  Per me è un occasione di un viaggio enoico  nel mondo dei vini Vesuviani

Seguitemi in questo percorso affascinante, che vi farà venire la voglia di bere subito questi nettari divini! Prima di arrivare a destinazione nella  Cantina Sorrentino, vi racconto della mia tappa nella mitica  Sorrento , a località più visitata della Campania dopo Napoli!

Sorrento e la sua bellezza

Dopo un’ora di treno regionale da Napoli arrivo a Sorrento, una piccola cittadina che si trova nella ‘Penisola Sorrentina’ , di fronte alla baia di Napoli, nella parte sud-occidentale dell’Italia.

Adagiata sulla scogliera che la separa dal suo affollato porticciolo, Sorrento è famosa per  la sua bellezza, la sua notorietà e la sua posizione strategica attirano migliaia di turisti da tutto il mondo ogni anno. Si respira un’aria internazionale a scapito magari della sua vera natura di semplice borgo marinaro. Tuttavia il turismo è il principale volano di questo gioiello del Tirreno, che  da sempre richiama  artisti, scrittori e musicisti!

A differenza però degli altri paesi della ‘Costiera Amalfitana’ e di Capri, Sorrento rimane viva tutto l’anno. Trovare bar, ristoranti e negozi aperti non è mai un problema anche se a gennaio e febbraio molte attività turistiche chiudono.

3 Cose da vedere in ‘Piazza Tasso’ a  Sorrento

Dalla stazione a pochi passi mi ritrovo in  Piazza Tasso’ , il  salotto di Sorrento,  dedicata all’illustre e omonimo poeta Torquato Tasso,  che qui ha i suoi natali .

Questa piazza è adornata dalla statua del patrono Sant’Antonio Abbate. Inoltre è circondata da preziosi gioielli quali:

  1. La ‘Casa Correale’ , palazzo signorile con un bel cortile maiolicato;
  2. La chiesa di ‘Santa Maria del Carmine’  con la sua ricca facciata barocca;
  3. L’elegante Grand Hotel Vittoria’ , famoso per aver ospitato nel 1921 il grande Enrico Caruso.

2 Cose da  visitare nel centro storico di Sorrento

Mi rifugio immediatamente all’ombra di un chioschetto per rianimarmi dall’afa estiva di questo luglio bollente con una spremuta d’arancia ghiacciata.

Subito dopo mi addentro nel centro storico con le sue viuzze strette straripanti di negozi, ristoranti, e di attrattive artistiche e culturali, che richiamano ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo. Meritano sicuramente attenzione:

    1. Il ‘Duomo’ del XV secolo in stile Romanico ;
    2. La ‘Basilica di Sant’Antonio’, che risalente al XI secolo, è uno straordinario esempio di Barocco.

Sorrento, altre 3 cose non perdere

Le sorprese a Sorrento non mancano mai. Ci si sente come immersi in una favola, un sogno ad occhi aperti. Ovunque passeggiando per le viuzze strette del paese, o scendendo giù per qualche scalinata che vi porta in qualche spiaggetta piena di barchette,  sarete come in estasi.

Sarete ammaliati dalle infinite meraviglie della natura che si rivela in tutto il suo splendore, dall’odore dei limoni, alla vista di un mare blu cobalto.

Non c’è da stupirsi se Sorrento strega chiunque ci metta piede, e per quanti ancora stanno pensando di andarci in vacanza vi tento con  altre 3 attrattive da non farvi mancare. Siete ponti?

1. Il ‘Vallone dei Mulini’ di Sorrento. Fascino ancora poco conosciuto di un solco 

A pochi passi da ‘Piazza Tasso’ mi affaccio dalla  ringhiera di via Fuorimura per ammirare il  ‘Vallone dei Mulini’. Si tratta di un luogo affascinante e molto gettonato dai turisti, un solco profondo che attraversa tutta la montagna. Un insieme di valloni che sono venuti fuori da un’eruzione di 35000 anni fa, che devastò tutta la Campania.

Il vallone sparì con l’era moderna a fronte di riempimenti necessari per donare salubrità alla zona. Sinceramente la parte più bella di Sorrento per me sono i suoi due borghi marinari, che mi appaiono come un tripudio di colori , con le onde del loro mare azzurro,  che si infrangono sugli scogli bianchi,  su cui si affacciano case color pastello e strabilianti hotel  di lusso!

2. ‘Marina Grande di  Sorrento’

Il primo borgo marinaro è ‘Marina Grande’, a cui si accede da una strada di gradini ripidi. Un delizioso villaggio di pescatori, dove a parte qualche stabilimento balneare alla moda, pare che il tempo si sia fermato con tutte le barche e le reti tirate sulla riva.

‘Marina Grande’, è il setting del celebre film ‘Pane, amore e fantasia’ con la prorompente Sofia Loren. Rimane invece poco dei vecchi cantieri dove venivano realizzati i famosi ‘gozzi sorrentini’, imbarcazioni per la pesca fatti di legno, sia a remi che a vela.

3. ‘Marina Piccola di Sorrento’

Il secondo borgo marinaro è ‘Marina Piccola’, che in sostanza è il porto di Sorrento, importante approdo di traghetti e aliscafi. Il porto è ubicato in una caratteristica insenatura, chiamata prima ‘Marina di Capo Cervo’ dal nome del promontorio che lo sovrasta. Anche qui ci si può crogiolare al sole nei deliziosi lidi che per lo spazio esiguo sono fatte come delle palafitte sull’acqua.

‘Cantina Sorrentino’, un viaggio nel cuore del  ‘Parco del Vesuvio’

Lascio a malincuore  Sorrento  e raggiungo  Torre Annunziata  ,  dove mi viene a prendere  Giuseppe Sorrentino  , titolare della  Cantina Sorrentino’     nel cuore del Parco del Vesuvio’ ,  che  mi invita per un’intervista . La fortuna premia gli audaci,  specie se entri nelle grazie del mio amico sommelier  Gabriele Massa,  che mi fornisce questo  prezioso contatto!

Entriamo in macchina e durante  il tragitto Giuseppe Sorrentino racconta del suo lavoro,  della sua vita, dei suoi affetti, e dei suoi sogni, che si intersecano l’uno con l’altro senza problemi chiudendo il cerchio della sua esistenza che è assolutamente felice.

Boscotrecase, da riserva di caccia angioina a comune della ‘DOC Lacryma Christi’

Ci fermiamo a circa in località  Boscotrecase   250 metri sopra il livello del mare. Prima di essere uno dei più rinomati comuni della ‘DOC Lacryma Christi’ , questo paesino dal 1337 è poco più di un folto bosco detto “Sylva Mala , che diventò riserva di caccia angioina con tre monasteri al suo interno.

Prima di arrivare nel suo laboratorio divino, Giuseppe Sorrentino  mi parla dell’amore per la sua famiglia e della sua azienda la Cantina Sorrentino. Qui da tre generazioni si producono: vini di altissima qualità, olio, e confetture di frutta.

E che dire del fiore all’occhiello della produzione:

Questo pomodoro è un fiore all’ occhiello dell’agricoltura campana, orgoglio puro per la sua squisitezza, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale presepe napoletano. Giuseppe Sorrentino  mi fa scendere dalla sua vettura, che di bianco ormai non ha più nulla per via della polvere grigia, che la copre per intero non appena parcheggia davanti l’ingresso della cantina.

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Pranzo alla  Cantina Sorrentino’ con vista sul ‘Golfo di Napoli’

La tenuta della Cantina Sorrentinoconsiste di 35 ettari di proprietà prospiciente  il Vesuvio. L’ imponente vulcano fa da sfondo con tutta la sua solennità al mio pranzo luculliano all’interno dell’elegantissima  sala degustazione. Questa è un terrazzo in legno tutto a vetrate,  da cui si ha una vista mozzafiato sulla:

Cucina a km Zero!

Dalla cucina a vista gestita da mamma Angela Cascone, esce il menù del giorno rigorosamente a chilometri zero.

Cosa mi fa venire l’acquolina alla bocca? Un antipasto di bruschette con contorno di melanzane e zucchine grigliate, assieme a olive verdi, formaggi e salumi locali. E ancora mi gusto un primo di spaghetti  ‘sciuè sciuè’ , in dialetto ‘veloci veloci’ , con sugo di ‘pummarola fresca’ , basilico e parmigiano. E per finire una cocotte di parmigiana da urlo!

Storia della ‘Cantina Sorrentino’

Inizialmente la Cantina Sorrentinoera un podere rustico dell’Ottocento, che con tanta tenacia e determinazione venne trasformata nell’attuale azienda agricola.

Il successo arrivò presto.  Al presente l’impresa è di una importanza rilevante per tutta l’economia locale. Inoltre  copre tutta la filiera produttiva, da quella agroalimentare e vitivinicola a quella dell’accoglienza turistica.

In principio fu nonna Benigna

Il traino per la realizzazione di un business autentico per la  Cantina Sorrentino fu  nonna Benigna . Classe 1953 e cresciuta a pane e vino, Benigna ereditò dei possedimenti.

Nel 1965, la sua vena di contadina esperta e savia, finì   per fare organizzare tutti i suoi averi e quelli del marito per custodire e tramandare a prole e nipoti  i suoi tesori, dai vitigni autoctoni a tante varietà di frutta e ortaggi.

Paolo Sorrentino e il sogno di una vita

Da allora l’attività passò nelle mani del figlio Paolo Sorrentino.  Questi alternò giacca e cravatta in banca a guantoni da imprenditore agricolo.  Nel 1988 Paolo  intestò tutti i beni alla moglie Angela  , e dal 2001 l’intero impero fu gelosamente e attivamente gestito dalle sue tre creature, un maschio e due femmine.

C’è una forte identità in questa cantina. I Sorrentino sono degli appassionati di vino e sono consapevoli della responsabilità che ricoprono. La loro energia e competenza è devoluta al mantenimento degli elevati standard qualitativi del loro vino vesuviano, che è di nicchia, ricercato e molto di moda, mix perfetto di forma e contenuto!

Il cambio generazionale

A oggi la  Cantina Sorrentino è gestita da uno staff giovane e dinamico, eredi di questo antico patrimonio vitivinicolo.

Giuseppe Sorrentino  è il direttore generale, Benigna Sorrentino è l’enologa, e  Maria Paola Sorrentino,  si occupa del marketing e della comunicazione.

A loro fianco si aggiungono nuove figure di esperti enoici: da Bonaiuto Santolo e Marco Stefanini a Carmine Valentino, quest’ultimo rimasto fino al 2010.

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‘Vini Sorrentino’ il meglio della ‘Lacryma Christi DOC’   

Dal 1983 la ‘DOC Lacryma Christi’ è una denominazione che fa riferimento ai bianchi e i rossi prodotti con le uve auctone del Vesuvio.

La Cantina Sorrentino’  ci regala tra i vini più rappresentativi della ‘DOC Lacryma Christi’  fatti con queste secolari varietà locali:

Comuni della ‘DOC Lacryma Christi’ 

Il comprensorio della ‘DOC Lacryma Christi’ raggruppa 15 comuni interessati: San Sebastiano al Vesuvio, Boscoreale, Boscotrecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Trecase, Terzigno, Torre Annunziata, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia, Cercola e Somma Vesuviana.

Si tratta di un fazzoletto di terra che fa vino dai  tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell’uva sul Vesuvio risalgono, infatti, al V secolo a.C.

6 vini della ‘Cantina Sorrentino’  in degustazione

Degustare i  ‘Vini Sorrentino’ davanti al panorama mozzafiato delGolfo di Napoli’ insieme a Giuseppe Sorrentino è impagabile.

Un regalo da farsi assolutamente, perché potrete degustare  il meglio dei vini vesuviani , di cui vi propongo  alcune delle migliori  etichette firmate ‘Cantina Sorrentino’ :

  1. ‘Dorè Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Spumante DOC’ : Questo spumante è in assoluto il primo maestoso tentativo di Metodo Charmat’ da  ‘DOC Lacryma Christi’ a partire da Caprettone per il  90% e Falanghina per il rimanente 10%.  Giuseppe lo chiama  ‘Dorè’, per un duplice ossequio  alla musica e alla grandezza reale di  Carlo D’Angio. Questo spumante fa affinamento per otto mesi in tini di acciaio con delle bollicine tanto fini da sembrare quasi evanescenti. Esso ha un bel colore giallo paglierino chiaro, e sprigiona degli aromi fini e floreali. Alla bocca ha un gusto etereo e fruttato, ed è perfetto da abbinare con antipasti e golosità di mare,  e  secondi di carne bianca;
  2. ‘Benita 31 Caprettone DOC Bio 2019’ : Questo bianco è fatto in onore della nonna Benigna, è un vino biologico di Caprettone in purezza. L’etimologia di Caprettone potrebbe fare riferimento alla forma del grappolo, che ricorda la barbetta della capra, oppure ai pastori suoi probabili originari coltivatori. A lungo  scambiato per il più affermato Coda di Volpe, il vitigno Caprettone viene alla ribalta nel 2014 con l’inserimento della varietà nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite’.  Ciò catturò l’attenzione di tanti sommelier ed estimatori, che stanno contribuendo efficacemente al posizionamento del vino sulle principali piazze internazionali. ‘Benita 31 Caprettone DOC 2019’  è un bianco piacevole, deciso al naso con delle note minerali di grafite, mediterraneo nei sentori di finocchietto e timo e piacevolmente agrumato nei toni del bergamotto. Il sorso rimanda ad un’energia piena e succosa e con il suo finale lungo di note balsamiche di menta è l’ideale per calmare l’arsura estiva.  Magari davanti a delle invitanti linguine allo scoglio;
  3. ‘Vigna Lapilli Lacryma Christi del Vesuvio Bianco DOC Superiore 2018’ : Questo bianco nasce da uve selezionate di Caprettone 80% e Falanghina 20% del vigneto ‘Vigna Lapillo’ . Un terreno pieno appunto di lava e lapilli che si riflettono nella mineralità e grazia di questo bianco dal colore giallo paglierino. Dal profumo intenso, è corposo al gusto con sentori fruttati di mandorla, pesca bianca e pera. Se siete travolti dalla bontà di crostacei e molluschi, è il suo!
  4. ‘Lacryma Cristi del Vesuvio Rosato DOC Bio 2018’ : Questo vino da  Piedirosso 100%  è il rosé per ogni tipo di banchetto, che dona piacere tanto alle papille gustative quanto alla vista. Un rosato dal colore cerasuolo che colpisce per la sua mineralità , il suo essere amabilmente fruttato. Si presta a essere d’accompagnamento per arrosti di carne bianca, risotti, pesci tipici del napoletano, o per la classica ’zuppa di polipi’    servita con salsa di Pomodorini del Piennolo del Vesuvio D.O.P’.;
  5. ‘7 Moggi Vesuvio Piedirosso Bio 2018’ : Questo rosso dal profondo color rubino è fuoriuscito dalle mani di papà Paolo , che compra altra terra ove semina Piedirosso di cui questo rosso è fatto al 100% . Si chiama ‘moggio’ come l’unità di misura agraria vesuviana corrispondente ad un terzo di un ettaro. Si presenta fruttato al naso e morbido al palato. La sua dolcezza  simile a quella del Pinot Nero gli consente di sposarsi con cibi molto diversi tra loro, come lasagnette di pesce azzurro e pomodorini, ma anche pizza e formaggi assortiti;
  6. Lacryma Christi Rosso Vesuvio Bio 2016′ : Questo rosso proviene dai 500 m2 dati in gestione agli apicoltori , e da questo punto di alta salubrità dell’aria,  viene fuori  un rosso di  Piedirosso 80% e Aglianico 20%  . Esso è contraddistinto da un forte  colore rubino e dalle sue inconfondibili  note di more. In  bocca è molto asciutto e  leggero,  ma l’affinamento di 12 mesi in botte grande Allier di rovere sloveno ed altri 14 in bottiglia , gli rilascia una punta di  piccante e liquirizia, giusto carni, paste e agnello.

Cosa rende i ‘Vini Sorrentino’ così speciali?

Ma cos’è che rende i ‘Vini Sorrentino’ così speciali? La risposta è il loro ‘terroir’, unico e irritrovabile! I suoli delle vigne sono ricchi come sono di minerali, pietre pomici, lapilli e potassio. La loro fertilità è conseguenza delle varie eruzioni laviche nel versante sud-occidentale del Vesuvio , proprio dove stanno i vigneti aziendali.

Si tratta di un patrimonio enorme, una distesa di terreni lavorabili fino ad un massimo di altitudine che va dai 280 ai 780 metri, oltre i quali si trovano solo scenari lunari, una fonte di ricchezza custodita e regolamentata dal  ‘Consorzio Tutela dei Vini del Vesuvio’  risalente al 2015.

Un clima mite tutto l’anno

‘Consorzio Tutela dei Vini del Vesuvio’  persegue l’obiettivo di migliorare la viticultura portandola al massimo delle sue potenzialità, unendo  il sapere secolare all’utilizzo della tecnologia per tutto ciò che serve a garantirne il pregio, il monitoraggio e favorire la sperimentazione. Cose queste ultime che stanno alla base della filosofia aziendale della cantina ‘Cantina Sorrentino’ , che ne è membro attivo!

Se a ciò si aggiunge un clima mite d’ inverno e caldo d’estate, una posizione geografica che risente dell’influsso marino, e di un’importante ventosità moderata dall’azione riparatrice delle catene montuose, si può intuire l’incomparabile tipicità di queste viti. Inoltre queste sono tra le poche nel pianeta a essere a piede franco, grazie all’azione della sabbia, che le nutrì e le difese dagli effetti nefasti della fillossera di fine Ottocento.

‘Cantina Sorrentino’ è green

E che dire dell’alta porosità del sottosuolo e del costante stress idrico, che costituiscono un’arma efficace contro gli attacchi di patogeni.

In questo modo infatti si favorisce spontaneamente la conduzione biologica dei vigneti della Cantina Sorrentino’. Sono assolutamente dei prodotti sani, che vengono confezionati in modo naturale senza sconvolgere chimicamente le loro potenzialità.

3 linee tradizionali di vino della ‘Cantina Sorrentino’

La  ‘Cantina Sorrentino’  ha  tre linee aziendali da cui potere scegliere il meglio della ‘DOC Lacryma Christi’ :

5 caratteristiche della viticoltura della ‘Cantina Sorrentino’
  1. Uso di appropriati sistemi di allevamento (da quello usuale della pergola a quello più recente della spalliera);
  2. Accurata selezione delle uve;
  3. Terrazzamenti;
  4. Orientamento studiato dei filari;
  5. Rese equilibrate.

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‘Vesuvio Inn’, dormire tra le vigne del Vesuvio

Inebriata dai ‘Vini Sorrentino’ mi incammino con  Giuseppe Sorrentino  tra le magnifiche vigne aziendali, che avvolgono dei casolari di proprietà ristrutturati a ’Gest Houses’  per la gioia dei Wine Lovers .

Per concludere , posso davvero garantirvi che la famaglia  Sorrentino sanno  trasmettere la passione per la loro terra  attraverso la una produzione vinicola di eccellenza.

A ciò affiancano anche un lavoro di accoglienza turistica di alto livello pensato per  tutti quei viaggiatori, che vogliono concedersi una fuga da tutto e tutti . E per questo scopo mettono a dispozione i loro alloggi e servizi annessi :

Per farvi arrivare a casa tutto lo splendore di Napoli , deliziatevi con un’anteprima dei ‘Prodotti Sorrentino’, cliccando questo link in basso , omaggiandovi al contempo  di un coupon sconto  per un ordine online:

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