Cantina Benanti: un viaggio nel cuore dell’Etna. II Parte

Cantina Benanti: un viaggio nel cuore dell’Etna. II Parte

“La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo… Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.”

“Cantina Benanti” , carattere etneo dal 1734

Il sogno di visitare la Cantina Benanti” a Viagrande in Sicilia, si realizza per il mio compleanno l’08 Ottobre 2018.  Io e la mai amica Anna arriviamo in tarda serata all’aeroporto di Catania e noleggiamo una  Fiat Cinquecento e ci avviamo in albergo.

Sistemiamo le valigie e ci dirigiamo in un ristorante nei pressi del “Castel Ursino”, vicino il centro storico di Catania. L’ aria è ancora estiva, e c’è tanta gente seduta fuori ai tavoli dei locali che rallegrano l’ atmosfera . Per cena ordiniamo vino rosso e carne di cavallo alla griglia, specialità di queste parti.

Io e Anna facciamo un giro per le strade illuminate di  via Etnea,  boulevard di Catania, e parliamo dei  ricordi legati alla nostra isola e di come è difficile starle lontani. E per questo motivo voglio condividere questa visita alla Cantina Benanti” , per suggerirvi un posto unico per le vostre prossime vacanze!

La visita alla “Cantina Benanti”, Rovitello, Catania

All’indomani del nostro arrivo in terra patria, la prima tappa è la colazione da Saiva”,  storica pasticceria e tavola calda di Catania. Ci concediamo caffè nero bollente e due dolci enormi tipici della gastronomia siciliana.

Cariche di energia dopo circa 20 minuti da Catania   facciamo finalmente tappa alla  Cantina Benanti”,  a Viagrande. Si apre un cancello in ferro battuto e vediamo un lungo viale alberato, ci incamminiamo ed è come essere entrati in un altro mondo.

Lascito  il caos di Catania è come entrare in un’ altra dimensione:  un parco privato con un vulcano in mezzo,  dove ogni cosa sembra essere messa al posto giusto.

Davanti a noi c’è un grande palazzo a due piani in pietra lavica e  un parco adiacente, dove Giuseppe Bennati  ci aspetta con il suo inseparabile  Jo, un pastore tedesco affabile e cordiale.

L’antico palmento

Giuseppe accoglie me e  Anna nella sua straordinaria azienda con un magnifico sorriso e una magnum di “Noblesse”, bollicine di puro Carricante. Successivamente entriamo insieme nel vecchio palmento, antiche vasche scavate nella roccia e collegate da un canale, in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto.

Giuseppe spiega con un rigore quasi scientifico l’importanza di quel vecchio palmento e la sua funzione per la produzione del vino. E con una nota di melanconia ricorda i profumi del mosto di quando è piccolo, quando il nonno lo porta a “pistare la racina ” (“pestare l’uva”). Il cvaliere cita anche in dialetto catanese i versi dei canti dei contadini di un tempo , che accompagnavano le fatiche e le gioie dei campi.

Il palmento è rimasto integro, e da lì attraverso una porta a vetri si va al salone delle feste. Questo è infinito  con il suo  pianoforte a coda,  e adornato da mobili di prestigio ,   specchi antichi e quadri di valore.

“Noblesse”, bollicine di puro Carricante. Un successo programmato!

Giuseppe ama, cura e celebra l’arte e la bellezza in tutte le sue forme.  Che siano  le sue vigne alle pendici dell’Etna o le tele secolari,  i cui personaggi enigmatici sono oggi alcune delle etichette dei suoi vini. Come quella che adorna il “Noblesse 2003”, primo metodo classico di Carricante dell’ Etna  Si tratta del ritratto di un nobile misterioso, che Giuseppe trova  e rispolvera a  Palermo, che si fa risalire al periodo in cui Antoon Van Dick vise  in Sicilia.

La hall delle degustazione della “Cantina Benanti”

Altre parti interessanti della cantina sono:

  • L’ala dedicata alla degustazione: questa è molto  luminosa. Ci sono tavoli e sedie di prestigio. Spicca una gigantografia colorata che ha come soggetto l’Etna, proprio come tutti i libri cartonati da collezione sparpagliati ovunque;
  • La cella dove dorme il vino, pieno di barrique e tonneau, che stanno lì ad aspettare di finire il loro lavoro;
  • Una magnifica piscina da cui si vede il Monteserra.

“Cantina Benanti”, un giardino di natura e d’arte alle falde dell’Etna

Il brontolio dello stomaco ci suggerisce che è ora pranzo, ci allontaniamo io, Anna e il cavaliere  iper pranzare alla “Trattoria Scalo Grande”, a Santa Maria La Scala. Ci deliziamo con gamberoni freschi e  linguine alla vongole.

Siamo seduti con di fronte un panorama mozzafiato: un mare blu cobalto, delle barche che ondeggiano e dei gabbiani , che virando nell’aria sembrano quasi darci il benvenuto.

Vini Benanti , vini d’autore

Tornati in cantina  Giuseppe ci inizia alla magnifica degustazione dei vini Benanti, e fornisce dei dettagli sulla Cantina Benanti”, sui vigneti, e in particolare sull’importante contributo di tutto lo staff aziendale. In particolare  quello dei due figli , Antonio e Salvino, a cui oggi è affidata la direzione.

La storia della  famiglia Benanti

L’origine della famiglia Benanti è bolognese e va indietro nel lontano 1734. A quel tempo si chiamano “Benati”. Poi grazie a un provvedimento regale, si chiede a un loro antenato di spostarsi in Sicilia e fare fiorire un ramo e al tempo stesso di cambiare il nome da “Benati” a “Benanti”.

Sono da generazioni proprietari terrieri, dediti alla viticultura dell’Etna. Successivamente diventano anche imprenditori nel campo della farmaceutica,  fondando nel 1935 a  Catania   la  Sifi, una delle più importanti imprese in campo oftalmologico.

Giuseppe Benanti e le origini della cantina

Il vino è una passione di famiglia trasformato da  Giuseppe Benanti, anche lui imprenditore farmaceutico, nella Cantina Benanti”  nel 1988 a Viagrande, versante Est dell’Etna.

Tutto comincia quando Giuseppe è a pranzo con l’amico medico Francesco Micale al pranzo al ” Picciolo”, Castiglione di Sicilia. Lui desidera un gran vino rosso dell’Etna, ma non trova  niente di simile sul menù ! Giuseppe sceglie di valorizzare il territorio Etneo, da sempre comunque votato alla viticultura, ma non vuole solo la qualità, vuole l’eccellenza.

Francia e Piemonte come modello per la rinascita del vino etneo

Ed ecco che Giuseppe inizia un progetto portato avanti in collaborazione con  numi dell’enologia, tra questi:

  • Salvo Fot:  il più importante agronomo ed enologo siciliano;
  • Rocco Di Stefano,   professore dell’ “Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti” ;
  • Jean Siegrist professore dell’ ’ “INRA” di Beaune.

Da quel momento in poi si pongono le basi per produrre grandi vini sull’ Etna e si dà inizio “rivoluzione dei vini etnei”.

Le vigne acquistate o gestite nei comuni di Castiglione di Sicilia (Etna nord) e Milo (Etna est), sono già impiantate o vengono coltivate a Nerello Mascalese (Castiglione di Sicilia) e Carricante (Milo), i vitigni autoctoni del vulcano.

A metà degli anni novanta Giuseppe scommette da  subito e  con decisione su tali varietà. Effettua circa 150 prove di micro vinificazione, e valorizza sia i tradizionali assemblaggi tipici dellaDOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese e  Nerello Cappuccio) che i monovitigni, all’epoca una vera rarità!

Le vigne  della “Cantina Benanti”

Giuseppe collabora con coltivatori di Santa Maria di Licodia (Etna sudovest), mentre nel 1998,  dieci anni dopo la  creazione  della sua cantina,  l’azienda si espande anche sul Monte Serra a Viagrande (Etna sudest).

Un lavoro pionieristico quello di Giuseppe , che vuole da sempre portare in un calice tutto il terroir dell’Etna.

Il risultato :

La rivoluzione della famiglia Benanti con il vino dell’Etna

Grazie alla passione e al genio di Giuseppe Benanti, l’Etna fa parlare  di “rinascita” e successo. L’Etna diventa un nuovo distretto vinicolo d’eccellenza. Inoltre attira altri produttori ella “muntagna”, ispirati dai traguardi ottenuti dalla Cantina Benanti” negli anni ‘9o nella lavorazione del Carricante, del Nerello Mascalese e del Nerello Cappuccio.

Nel 2005 Cantina Benanti”   avvia una lunga ed importantissima sperimentazione che porta nel 2010 alla selezione ed all’ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni. Ancora oggi, esempio unico sull’Etna.

Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012 i gemelli Antonio e Salvino, classe 1974, reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia, accompagnano il padre Giuseppe Benanti in questa splendida avventura imprenditoriale.

Antonio e Salvino portano energia e innovazione nella Cantina Benanti, mantenendo intatte la filosofia aziendale, cioè la valorizzazione dei vitigni Autoctoni Etnei. I fratelli Benanti si  formano alla “International School di Ginevra” ed in seguito alla “European Business School” ed all’ “Imperial College di Londra”.

Un ricco percorso accademico, seguito da altre importanti esperienze lavorative formative nel campo della finanza anglosassone.

Un ricambio generazionale vincente

L’idea di Antonio e Salvino è quella di portare i vini Benanti in giro per l’Italia e il mondo, vini di alto livello pensati per tutti. E non solo per esperti e palati sofisticati. Una tattica vincente che conferma il grande successo dei vini Benanti nel mercato nazionale e internazionale.

Antonio e Salvino portano avanti strategie molto chiare e pienamente condivise, ed agiscono da subito con grande decisione facendo scelte importanti, come quelle di seguito riportate:

  •  Dal 2004 attribuzione del ruolo di enologo, responsabile tecnico di  vigna e  cantina ad Enzo Calì;
  • Dismissione di alcune proprietà ed alcuni vigneti e terreni considerati non strategici, con conseguente abbandono dei vini ad essi collegati;
  • Acquisto di ulteriori tevigneti, in parte anche da conferitori storici, ubicati in sotto zone di eccellenza sull’Etna a Rovittello e a Milo;
  • Avvio formale della certificazione biologica per i vini.

8 modernità della “Cantina Benanti”

Con i fratelli Benanti la parola d’ordine è investimenti, e tra quelli più importanti che sono stati fatti , ricordiamo:

  1. Nuovi sistemi di controllo delle temperature;
  2. Nuova strumentazione di laboratorio,;
  3. Una nuova pressa pneumatica;
  4. Botti grandi in sostituzione di legni più piccoli;
  5. Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili;
  6. Allestimento di nuovi e moderni spazi sia per lo stoccaggio e la movimentazione (circa 250 posti pallet) che per il lungo affinamento (circa 200 posti pallet) del vino imbottigliato, con impianti di condizionamento all’ avanguardia;
  7. Sviluppo di un’attività di accoglienza e degustazioni in cantina;
  8. Ampliamento, rinnovamento e consolidamento della rete commerciale, composta da distributori e importatori specializzati in vini di eccellenza, oggi in grado di coprire circa quaranta mercati in circa trenta paesi nel mondo.

Antonio e Salvino portano a termine il  passaggio generazionale, ma il core business   rimane sempre  loro padre  Giuseppe Benanti !

Quali sono le zone dell’Etna più vocate per la “Cantina Benanti”?

La Cantina Benanti” si estende per 20 ha, nei comuni di:

Quali sono i migliori vini della “Cantina Benanti”?

La produzione, altamente specializzata, oggi ammonta a circa 160.000 bottiglie (obiettivo nel medio periodo 190.000-200.000).  I vini Benanti prodotti sono:

Spumanti:

Classici:
Monovitigni:

I vini Benanti nel mondo

I vini Benanti sono esportati in importanti mercati esteri, tra i quali spiccano :

  • gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna, la Francia, la Scandinavia, la Svizzera, il Belgio, la Russia, l’Austria, Singapore, Hong Kong, la Cina continentale, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda.

I vini Benanti ricevonoapprezzamenti convinti ed unanimi e creando consenso tra gli appassionati e tra i professionisti.

6 riconoscimenti dei vini Benanti

Fra i principali riconoscimenti ottenuti risaltano quello di “Cantina Italiana dell’Anno”:

Una Sicilia dall’anima nobile

La Cantina Benanti” è diventata un’azienda di nicchia specializzata nella produzione di vini dell’Etna, votata all’eccellenza qualitativa.

I Vini Benanti esprimono appieno  il Terroir Etneo,  sono vini autentici, fatti per durare nel tempo ed accompagnare i piatti delle migliori cucine. Non sono vini alla moda, né puntano ad esserlo. Essi ambiscono invece ad entrare nell’élite dei grandi vini d’Europa.

Il vino non è un business è una passione! Ed ecco il mio regalo per il mio compleanno,  un giorno  con la mia amica Anna e il cavaliere Benanti.  Un’esperienza che non dimenticherò mai, insieme al profumo, al  sapore dei vni Benanti.  Un articolo che è un omaggio alla bellezza e allo splendore dell’ Etna, che vi invitio a vederre presto!

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Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

“Non invidio il paradiso, perché sono soddisfatto di vivere in Sicilia” 

Federico II di Svevia

“Cantina Benanti”, Etna: la  Sicilia che vorrei

Curiosa come tutti i  Sommelier,  penso che il vino sia un modo per guardare posti già battutti con occhi diversi. Il mio viaggio nei vini dell’Etna  mi ha dato la possibilità di esplorare  meglio lo  straordinario patrimonio vitivinicolo della Sicilia  , l’isola in cui sono nata.  Seguitemi in questo  racconto che parla di un Sud che vale!

Per questa scoperta devo ringraziare i miei colleghi toscani del  gruppo AIS di Lucca” . Sono loro i responsabili , che mi ha fatto innamorare  della “Cantina Benanti” con la degustazione di 2 dei lori vini:

“Cantina Benanti” , primo incontro al “Vinitaly 2018 “

Il sogno di  conoscere meglio la  “Cantina Benanti”  si è realizzato a Verona, in occasione del   Vinitaly 2018″  , celebre manifestazione dedicata al mondo del vino.

Giuseppe Benanti e  i figli Antonio e  Salvino , sono i titolari della  “Cantina Benanti” . Una realtà che in questi trent’anni è stata un vero e proprio traino per  la Trinacria, al punto da scatenare un vero e proprio “miracolo etneo” .

L’ uggiosa domenica di Aprile al Vinitaly 2018″ si è scaldata con la famiglia Benanti, appena mi hanno parlato della loro storia, del loro legame profondo con la terra, con la gente e la Sicilia.

I vitigni autoctoni dell’Etna

E ancora una volta la Sicilia mi è venuta in mente in tutto il suo splendore attraverso la degustazione delle  migliori  etichette della “Cantina Benanti , provenienti da sole uve tipiche  dell’Etna. Tra le quali:

  • Nerello Mascalese: questo è il principe dei vitigni rossi autoctoni dell’Etna,  Portato originariamente dai greci, questo vitigno arriva a maturazione nella terza decade di ottobre. Esso si presta a lunghe macerazioni, ed esprime il suo meglio quando il vino viene affinato per molti anni. Il vino che ne origina è fine ed elegante, scarico di colore, sapido e con tannini setosi;
  • Nerello Cappuccio (detto anche Mantellato) :  anch’esso un rosso autoctono di prestigio dell’Etna. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazione della pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota , ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni. La sua produzione è andata calando anno dopo anno . Per un certo periodo se ne è temuta pure  l’estinzione. Esso viene raccolto molto tardi, verso la metà del mese di ottobre. Il vino rosso che se ne ricava è fine, leggiadro ma al tempo stesso deciso;
  •  Carricante : anche questo è vitigno autoctono a bacca bianca  dell’Etna , ed  è un tesoro immenso.  Anch’esso tardivo nella maturazione, dà al vino un colore giallo paglierino e delle note minerali molto spiccate. Sorprendentemente per un vino bianco esso si presta ad invecchiamenti anche superiori ai dieci anni, caratteristica che lo pone idealmente prossimo ai Riesling alsaziani

Ecco la mia top list dei vini della “Cantina Benanti”

“Cantina Benanti”, la rinascita dei vini dell’Etna

La  “Cantina Benanti”  è stata  protagonista della “rinascita dei vini dell’Etna. Giuseppe, Antonio e Salvino hanno lavorato per primi  e con amore i frutti generosi del territorio Etneo. Lo hanno ridisegnato e potenziato con ingegno e perfezione, davvero  un esempio lodevole di “viticultura eroica” alle pendici dell’Etna.

Il successo dei  dei vini dell’Etna è dovuto anche a un terroir unico nel suo genere :

  • Microclima mediterraneo e di montagna (Catania è, infatti, alla stessa latitudine della punta settentrionale della Tunisia,  e la vite sull’ Etna arriva fino ai 1300 m di quota);
  • Grandi escursioni termiche;
  • Suoli vulcanici ricchi ed eterogenei per composizione ( con la presenza di cenere e lapilli);
  • Diversa altitudine ed esposizione solare;
  • Età avanzata dei vigneti (spesso pre-fillosserici).

Intervista a Giuseppe Benanti. Castello di  Falconara

Sicuramente il Vinitaly 2018″ è stato un primo approccio importante per avvicinarmi  alla “Cantina Benanti” . Al rientro  nell’isola per le mie vacanze estive, ne ho approfittato per fissare un’intervista con Giuseppe Benanti, il fondatore nel 1988  della storica impresa vinicola .

L’incontro è avvenuto presso il favoloso Falconara Resort” (Butera) . Ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere come tra buoni amici sotto un pergolato di palme e ulivi , che ci hanno riparato dall’afa di un sabato d’Agosto. Location perfetta per accogliere una personalità di spicco  come Giuseppe Benanti .

Tra un aperitivo e l’altro , davanti lo spettacolo di un mare africano , e di un orizzonte infinito , il cavaliere si presenta con tutta la semplicità e la classe che contraddistingue la sua prorompente personalità.

La storia del Cavaliere Giuseppe Benanti

Giuseppe Benanti  è un imprenditore catanese nel campo della farmaceutica da generazioni. Giusto per essere precisi il cavaliere è stato promotore della “Sifi” , la società catanese del settore oftalmico . Questa è terza in Italia per quote di mercato, dietro due multinazionali !

Giuseppe Benanti è un uomo di altri tempi , che ha  una grinta e una voglia di vivere da fare invidia a un ventenne! Ha avuto varie nomine per il suo grande genio, tra queste quella di Cavaliere del Lavoro, ed Accademico Aggregato dei Georgofili.

Giuseppe Benanti ha fatto di un’ antica passione di famiglia per il vino un punto di riferimento ed un fiore all’occhiello per l’intera economia del  territorio Etneo e Siciliano.

Come è iniziata l’avventura di Giuseppe Benanti nel vino?

Tutto iniziò quasi per caso a fine anni’ 80 al Picciolo Golf Club” di Castiglone di Sicilia. Giuseppe Benanti era per caso a pranzo con Francesco Micale, suo caro amico medico .  Rimanendo insoddisfatto di un rosso ordinato al tavolo, scommise che si poteva e si doveva fare di meglio in fatto di vini a Catania.  Perché l ‘Etna  era un luogo ricco di grandi potenzialità.

Giuseppe Benanti, uomo di mondo, sofisticato, ma anche profondamente legato alla Sicilia, tornando in patria, non  si accontentò certo di  bere vino mediocre! Cominciò così a cercare quel qualcosa in più nel vino  che altri non furono in grado di scovare

Un visionario dall’ animo inquieto, che nel giro di pochi anni realizzò il “rinascimento” dei vini Etnei. a dispetto del più  modaiolo Nero d’Avola di quel periodo.

Francia e Piemonte come modello per dei vini Etnei nuovi e di tendenza

Giuseppe Benanti comprese velocemente  il tremendo potenziale non sfruttato sulla “muntagna” , e si circondò di uno staff di autorevoli personalità dell’ enologia provenienti dalle Langhe e dalla Borgogna. Tra questi :

Giuseppe Benanti fu  un pioniere in fatto di vino, perché  intravide una punta di diamante laddove gli altri fermarono lo sguardo su uno strato di carbone.

Valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’Etna

Giuseppe Benanti ebbe un’intuizione importante  che  poi diventò una filosofia aziendale:

Il cavaliere  capì che bisognava puntare a Nord dell’Etna per i rossi autoctoni,  quali il Nerello Cappuccio, e il Nerello Mascalese. Per i bianchi autoctoni, quali il Carricante, Giuseppe Benanti puntò  invece più a Sud dell’Etna,  precisamente nel comune di Milo  .

Per cui il primo polo dellla cantina  nasce nel 1988,  a Castiglione di Sicilia  con l’originario nome  di “Tenuta di Castiglione”.

Giuseppe Benanti , un visionario del vino

Dopo nel 1994  Giuseppe Benanti lavorò per conto di terzi l’area vitivinicola a  Santa Maria di Licodia (Etna sudovest). Poi  finì per allagarsi fino a  Monte Serra a Viagrande (Etna sud est), zona del nonno, riprendendo con ben altra visione l’attività amatoriale di famiglia avviata qui alla fine del 1800.

Giuseppe Benanti investì tutto e subito con decisione su tali varietà. Effettuò circa 150 prove di micro vinificazione. Inoltre valorizzò sia i tradizionali assemblaggi tipici della DOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese più Nerello Cappuccio) , che i mono vitigni , che  all’ epoca  erano una vera rarità.

Famiglia Benanti,  carattere Etneo dal 1734

Nel  giro di pochi anni la “Cantina Benanti”  ispirò diversi produttori giunti in seguito sull’ Etna e diventò in breve tempo  un  distretto vinicolo di eccellenza.

Dal  2000 a oggi la “Cantina Benanti”  contribuì  ad incrementare ancor di più la visibilità e la conoscenza dei vitigni autoctoni etnei, e si evolse attraverso importanti tappe aziendali.

Tra queste:

  • 2003 primo spumante metodo classico dell’Etna da uve Carricante;
  • 2010 selezione ed ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni, ancora oggi, esempio unico sull’ ’Etna. 

Cambio generazionale: Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012  si affiancarono a   Giuseppe Benanti  i figli Antonio e Salvino. Classe 1974, i brillanti gemelli erano reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia.

Antonio e Salvino interpretarono con ancora maggiore focalizzazione e rigore il modus operandi dell’azienda .  Agirono da subito con grande decisione facendo scelte importanti.

“Cantina Benanti”, un modello da seguire per una Sicilia migliore!

Si era fatto tardi al Falconara Resort”Giuseppe Benanti e io ci avviammo a cena  alla “Bottega”, un rinomato ristorante del lussuoso  “Relais Villa Giuliana” (Agrigento)

Un piatto gigantesco di crostacei freschi serviti su ghiaccio e una bottiglia di “Seleziona di Familia di Cantine Milazzo” fu l’unica cosa capace di far scendere improvvisamente il silenzio tra me e il cavaliere.

In conclusione ,   Giuseppe Benanti  è un motivo in più per essere fiera delle mie origini siciliane. La sua carriera professionale , e il suo modo di pensare vanno oltre il provincialismo italiano, motivo per cui ha creato un impero che corre come al presente come un treno!

Scheda e info utili della “Cantina Benanti”

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