Nautilus Restaurant, Tirrenia: Renato Keber incontro con il Produttore DiVino

Nautilus Restaurant, Tirrenia: Renato Keber incontro con il Produttore DiVino

Al “Nautilus”di  Tirrenia, Pisa

Appuntamento ormai immancabile quello del  giovedì sera con Andrea Baldeschi, esperto Sommelier AIS, che nel suo “Nautilus”, elegante ristorante a Tirrenia, intrattiene i suoi ospiti con una cena a tema.  Trovo questa iniziativa geniale.  Senza andare troppo lontano , direttamente a Pisa , ogni settimana  ho la possibilità di divertirmi, fare nuove amicizie, mangiare e bere di qualità, scoprire bottiglie importanti e grandi nomi della produzione vitivinicola italiana.

Andrea è un appassionato di Enogastronomia e lo scorso Aprile ha fatto il grande passo di mettersi in proprio, dopo una lunga  esperienza  di lavoro in  bar e catering. Così a Tirrenia, una delle località balneari più affascinanti della Toscana, nasce il “Nautilus”. Si tratta  di un piccolo ristorante raffinato, che racchiude tante innovazioni, a partire dalla cucina, non nascosta da muri e porte, ma a vista per permettere ai clienti di scrutare tra i vetri i cuochi all’opera. Andrea, affiancato da due chef professionisti nonostante la giovane età , ha scommesso sulla sua Passione per il Cibo e il Vino. Ha  iniziato un’avventura, puntando soprattutto sulla ricercatezza dei piatti: pranzi, cene e apericene, primi, secondi, pesce e  carne,  tutto preparato al momento con prodotti locali, toscani e sempre freschi. E le soddisfazioni non mancano! Andrea  ha già una sua  clientela fissa e l’affetto di tanti, me compresa, perché  oltre a essere un ristoratore esperto, è  soprattutto  un gran padrone di casa. Andrea ti accoglie sempre con un grande sorriso, ti  fa sentire come in famiglia, e ti fa venire voglia di ritornare.  Non  ti stanchi mai di ascoltare  i suoi  aneddoti sui suoi giri per le cantine Italiane. Da Nord a Sud Andrea esplora lo stivale per collezionare Vini d’Autore, tutti gelosamente esposti nella cantina del suo “Nautilus”. In questo prezioso scrigno divino scintillano le etichette di Renato Keber, Winemaker Friulano, protagonista indiscusso di questa indimenticabile serata. 

L’Azienda Renato Keber.

Renato Keber è un  enologo , un numero uno tra i Produttori di Vini Friulani,  che ha dedicato la sua vita alla propria famiglia e  alla sua Azienda Vinicola .  

L’ Azienda Keber si trova in Friuli Venezia Giulia,  una  terra di grandi vini, e precisamente a Zegla, a nord  di  Cormons, sul Collio, ai confini con la Slovenia. Le colline di Zegla sono un territorio meraviglioso dal punto di vista panoramico, e ideale per la viticoltura di qualità. Le colline  godono di un microclima eccezionale, grazie all’esposizione favorevole e ad un’escursione termica ideale. Il resto lo fa il terreno: le marne arenarie del periodo Medio Eocenico  (ponka) , che in questa zona conferiscono ai vini eleganza e longevità.  Renato Keber produce vino in questa zona  da quattro generazioni  dal lontano 1900.  La storia di famiglie contadine attaccate al loro lavoro, al proprio territorio, per cui l’allevamento di bestiame, e le coltivazioni agricole, la viticoltura, sono state da sempre le principali attività di sostentamento.  
L’Azienda Keber si estende per  15 ettari terrazzati , impianti fitti, allevati con sistema Gujot11  a Zegla, 2  a Cormons e 2 al confine di Plessiva. Vengono prodotte dalle 60 mila alle 70 mila bottiglie. Essa punta in prevalenza sui bianchi, non solamente  gli  autoctoni Friulano e Ribolla Gialla, ma anche gli internazionali Pinot Bianco, Pinot Grigio, e Chardonnay. Non mancano le varietà a bacca rossa: Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon. L’ Azienda Keber si è oggi evoluta, adattandosi alle esigenze di utilizzare macchinari più moderni e complessi, senza rinunciare alla qualità del lavoro in vigna ed in cantina, che ha sempre contraddistinto i vini di Renato Keber.

A Tavola con Keber!

La Cena Degustazione al “Nautilus” con i Vini Bianchi e Rossi di Renato Keber, sapientemente abbinati con invitanti portate di pesce e carne, mi portano direttamente in Friuli Venezia Giulia, e vengono fuori i ricordi di questo posto straordinario dove sono stata un paio di anni fa.

Ecco un  viaggio enogastronomico nell’estremo Nord-Est della nostra Penisola attraverso il menù proposto dal “Nautilus” questa sera a cena:

La regia “culinaria” di Andrea e l’ingresso in scena dei Vini di Renato Keber sono un film da oscar. Il premio è per loro l’attenzione quasi sacra di noi commensali. C’è silenzio, parlano Andrea Baldeschi e Renato Keber, che regalano il meglio della Cucina Toscana e della Tradizione Vinicola Friulana, abilmente intrecciati e spiegati in ogni minimo particolare. Ed è questo il momento più bello di questo incontro con il produttore friulano. Siamo tutti incuriositi e rapiti dalle storie di Renato Keber sulla produzione dei suoi vini, che, tra una domanda e l’altra, degustiamo e comprendiamo meglio. I vini di Renato Keber non sono vini modaioli, ma di nicchia. Sono  fini , minerali, intriganti, ma anche molto complessi. Non sono vini facili e immediati, di quelli che ti seducono con poco,  per poi farsi dimenticare. I vini di Renato Keber hanno bisogno di un po’ di tempo per aprirsi, farsi conoscere, un po’ forse come gli stessi friulani, di quelli che all’inizio possono sembrare un po’ alteri, ma poi,  ti danno l’anima . Ciò che mi ha colpito di Renato Keber è la sua personalità, che ti coinvolge piano piano con gentilezza, con riservatezza. Scambiando due chiacchiere con Renato Keber capisci subito che è un uomo genuino, serio, che porta avanti i suoi ideali e con successo, senza gridarlo al mondo. E questo è tanto chiaro quanto il tono della sua voce, che diventa più penetrante, quando durante la serata ci fornisce l’anteprima del suo prossimo traguardo in viticultura, il “Progetto Cru di Zegla”. Renato Keber ha  deciso di creare un Cru seguendo un disciplinare ben preciso:  

E noi aspettiamo che questo sogno si realizzi, perché esiste vento favorevole solo per chi sa cosa vuole, e Renato Keber arriverà presto al suo porto, spinto dalla passione per il suo lavoro, per il vino e per il suo territorio, il   Friuli Venezia Giulia. Renato Keber ama ciò che fa e non lascia nulla al caso, come alcune delle etichette delle sue migliori bottiglie affidate a un artista veneto Maurizio Armellin, che cura anche l’immagine del ristorante stellato “La Madia”, di Pino Cuttaia a Licata, mia bella città natale in Sicilia. Come è piccolo il mondo! Non finisce qui il legame tra Arte e Vino. Renato Keber è tra coloro che finanziano il film del 2013  “Zoran, il mio nipote scemo”, del suo amico regista goriziano Matteo Oleotto. Un film che ha ricevuto vari riconoscimenti  come quello avuto alla 70° Mostra Cinema di Venezia, perché in modo semplice e diretto parla del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia e del rapporto viscerale di questa gente con la terra e il vino! Nel film Paolo Bressan, quarant’anni, inaffidabile e dedito al piacere del buon vino, vive in un piccolo paesino vicino a Gorizia. Trascina le sue giornate nell’osteria del paese, l’”osmiza” ,che nella cultura rurale friulana e slovena è il luogo principale di aggregazione, più del bar, perché somiglia a una casa. Paolo si ostina in un infantile stalking ai danni dell’ex-moglie Stefania. Un giorno muore una sua vecchia zia, unica tutrice di Zoran, quindicenne un po’ strambo, nato e cresciuto tra le montagne della Slovenia, e a Paolo spetta il compito di supplire all’anziana signora. Prendendosi cura del ragazzo, Paolo ne scoprirà una abilità singolare: è un vero fenomeno a lanciare le freccette. Questa per Paolo è l’occasione tanto attesa per prendersi una rivincita nei confronti del mondo.

Il  vino di Renato Keber è un ottimo motivo per ritornare in Friuli, una terra magica, che anche se a  volte è dimenticata dai consueti itinerari turistici, è molto ricca di cose da scoprire. Storia, Arte, Cultura, e paesaggi diversi e mozzafiato, splendide città e borghi gioiello. Il Friuli Venezia Giulia ha tantissimi luoghi inaspettati e vale la pena andare alla ricerca di questi tesori che non hanno nulla da invidiare al resto del nostro Belpaese, così come i vini di Renato Keber. E se non sapete dove pernottare, Renato Keber ha pensato anche a questo: l’ ”Agriturismo Zegla” , situato proprio nel cuore dei vigneti dell’azienda. 

 Renato Keber, vi aspetta !

Enjoy it!

Stefania

‘Vinoè 2018’ , Florence

‘Vinoè 2018’ , Florence

“One should always be drunk. That’s all that matters…But with what? With wine, with poetry, or with virtue, as you chose. But get drunk.”
Charles Baudelaire

“Vinoè 2018” , a stunning wine exihibition in Florence

“Vinoè 2018” is an event in Florence, which is  dedicated to Italian and international wine wxcellence . Now it is in its third edition and is  organized by FISAR’ (‘Italian Federation of Hotel and Catering Sommeliers’). There are not only exihibitors with their best bottles of white, sparkling, rosé and red wines, but also cooking shows .

15 reasons to go to “Vinoè 2018”,  in Florence

“Vinoè 2018” is a meeting point for wine lovers and expetrs.  It is possible in 3 days  to discover:

  1. 800 wine labels, among the famous and less famous wineries;
  2. 140 tasting counters, chaired by winemakers, providing a special glimpse of  national  and international  wine making tradition;
  3. Wine roducers from all over Italy, from the North to the South; in particular there will be a wide representation of Tuscany with its Brunello di Montalcino. This is a red DOCG Italian wine produced in the vineyards surrounding the town of Montalcino , which is located about 80 km South of Florence in the Tuscany Wine region;
  4. The great  ine excellence from beyond the Alps;
  5. An interesting debate about reduction and replacement of sulphites in wine launched by  Carlos Veloso dos Santos , CEO of “Amorim”
  6. The art of asting chocolate, grapes & distillates with a special workshop presented by Paolo Bini, whois a distillate expert;
  7. The secrets of winemaking in anfora from ancient to modern time with a seminar dedicated on this issue , a meeting whose speaker is the oenologist Francesco Bartoletti;
  8.  The terroir of Burgundy with the vertical tasting of Vosne Romanée Clos des Réas 1er Cru” (Pinot Noir in purity produced between 2011 and 2015);
  9. A masterclass dedicated to champagne vintages led by Cristina Willemsen of  “Fier Ce Fit”;
  10. A vertical tasting of Lauro Costa Toscana IGT Podere la Regola”,  and of Brunello Montalcino Castello Banfi” ;
  11. Food and wine culture of eastern countries, the origins and rituals of  Sakè (a Japanese drink that is made by fermenting rice) told by Giovanni Baldini of “Firenze Sakè” and by Arimitsu Sake Brewery” ;
  12. A professional talk about the physico-chemical composition or the organoleptic  characteristics of the wine by Monica Picchi, teacher at “Agrarian Faculty of the University of Florence”
  13. A journey around the world of the women entrepreneurs in the field of wine making moderated by the sommelier  Genni Setteducati;
  14. Emanuele Costantini, the best FISAR” , who earned a nomination for best sommelier  2018;
  15. Cooking classes with a pool of experts: Michelangelo Masoni, who is  a famous butcher of ViareggioSimone Alessio Sparacino, who is the chef at the starred  “CumQuibus” of San Gimignano; Francesco Secci, who is a member of the “Prato Deak Team”; the partners of ” Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”, which is an Italian consortium for the protecion of native breeds, such as the Chianina  and the white veal from thecentral Apennines.

8 great Italian vines at “Vinoè 2018” 

“Vinoè 2018” is a really beautiful and inspiring experience. There are lots of visitors and I have the fantastic opportunity to taste high quality wine such as:
  1. “Tintilia (66)”, Claudio Cipressi, Molise;
  2. Bianco di Mariagrazia”,Tenuta Benedetta Etna Bianco,  Sicily;
  3. “Tommaso Stellino”, Sicily;
  4. “Scalunera Etna Bianco”, Torre Mora/Piccini, Sicily/Tuscany;
  5. “Eleuteria”, Nerello Mascalese, Tenuta del Travale, Calabria;
  6. “Barolo”, Bruna Grimaldi, Piedmont;
  7. “Erbaluce”, Cieck, Piedmont;
  8. “Alta Langa”, Borgo Moncalvo, Piedmont.

3 great Italian wineries at “Vinoè 2018” 

Of course there are lot of wineries which deserve lot of attention, but I have selected three of them . They are located in the South of Italy .  The wines ofItaly’s southern wine districts are bold, full-bodied, and satisfying.

Southern Italy has been producing wine for over 4000 years. The wine business here was already booming in 2000 B.C. when the Phoenicians arrived. The Greeks dubbed southern Italy “The Land of Wine” and the Romans delighted in the wines of the Campania region.

In modern times, however, wine production in southern Italy has languished, and a large portion of wine produced there was sold to France and Germany as a blending wine. All that is changing!

Give a lokk to the rich and fine wine production of these wineries here above which are situated in Molise, Sicily, and Calabria. Have fun!

1. “Claudio Cipressi Winery”, Molise

Claudio Cipressi Winery”, is located in San Felice del Molise, Campobasso. Since 2014 it has become officially certified as organic .  Moliseis a beautiful region with a unique landscape. It is largely uncontaminated and the vineyards have great potential, which is why Claudio Cipressi cultivates 16 hectares with enthusiasm. Claudio Cipressi has reintroduced the Tintilia a native white grape variety.

2. “Tenuta Mora Winery”, Sicily

“Tenuta Mora Winery is owned by the historic Tuscan producer Tenute Piccini”, one of the most popular brand of Chianti, Chianti Classico, and Brunello Wines in Italy and the world. “Tenuta Mora Winery is a boutique winery located on the Etna volcano, a black mountain looking at a blue shining sea, a unique place able to craft hidden wine gems.

The two vineyards of “Tenuta Mora are located at about 650-700m in Contrada Rovittello, in the municipality of Castiglione di Sicilia and Contrada Torre, in the municipality of Linguaglossa. The philosophy of “Tenuta Mora Winery is one grape, one territory. Their main grapes are Nerello Mascalese and Nerello Cappuccio. The average age of vines sits at around 15 years old .

Vineyards on the Etna feature extremely fertile volcanic soils at an altitude of 650-700 meters above sea level (2100-2300 ft), with important temperature variations between day and night considerably influencing the quality of the grapes. Other properties under the Piccini umbrella are Valiano in Chianti ClassicoVilla al Cortille in Montalcino, Tenuta Moraia in the Maremma Toscana, and Regio Cantinain the Aglianico del Vulture DOC zone of Basilicata.  They are passionate about Winemaking!

3. “Tenuta del Travale”, Cosenza

Tenuta del Travale”  is located in Rovito, Cosenza, a thirty minute drive from the spectacular blue sea of the Tyrrhenian coast in Calabria. Calabria is a wine region waiting to be discovered. Calabrian Wine has not received the recognition it deserves, even though the region of Calabria has a very long history of vine cultivation. The territory is gorgeous, but the economic problems of the region have prevented it from achieving its full potential.

A goal that was pursued with determination by the owners of “Tenuta del Travale” , Raffaella Ciardullo and his husband Nicola Piluso. Today they run this stunning  estate revitalising the old territory.  They carry on the intent of defending the ancient Calabrian origin of Nerello Mascalese with one single label “Eleuteria” (there is  some evidence that Nerello Mascalese may be related to Mantonico Bianco, an ancientCalabrian grape). “Tenuta del Travale” covers two hectares of hilly terrain. Founded in 1993, the estate cultivates today only 2 varieties of vines, Nerello Mescalese and Nerello Cappuccio, from which are produced Red Wines with the IGP recognition.

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What is “Vinoè 2018”

“Vinoè 2018”  is not only a sensorial experience. It’s the perfect place where you can understand why the story behind each wine in your glass matters. There’s the value of work according to human passion and effort. An example of authentic life to follow in the caos of these times!

“Vinoè 2018”   is a way to travel in the world of wine, which is one of the best attractive in Florence. The capital of Tuscany  has remarkable wines, most notably the deep red wine Chianti Classico,  which is made with perfect purple Sangiovese grapes grown in the golden sunlight of the Tuscan hills. You’ll also find fine wines like the Brunello di Montalcino, Pomino Vin Santo and other Trebiano white wines, and Moscadello varieties for sweet wines! It takes a long time to speak about wine in Tuscany, so it’s better for you to come and taste them! Have a nice trip!

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Stefania

 

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

“Non invidio il paradiso, perché sono soddisfatto di vivere in Sicilia” 

Federico II di Svevia

“Cantina Benanti”, Etna: la  Sicilia che vorrei

Curiosa come tutti i  Sommelier,  penso che il vino sia un modo per guardare posti già battutti con occhi diversi. Il mio viaggio nei vini dell’Etna  mi ha dato la possibilità di esplorare  meglio lo  straordinario patrimonio vitivinicolo della Sicilia  , l’isola in cui sono nata.  Seguitemi in questo  racconto che parla di un Sud che vale!

Per questa scoperta devo ringraziare i miei colleghi toscani del  gruppo AIS di Lucca” . Sono loro i responsabili , che mi ha fatto innamorare  della “Cantina Benanti” con la degustazione di 2 dei lori vini:

“Cantina Benanti” , primo incontro al “Vinitaly 2018 “

Il sogno di  conoscere meglio la  “Cantina Benanti”  si è realizzato a Verona, in occasione del   Vinitaly 2018″  , celebre manifestazione dedicata al mondo del vino.

Giuseppe Benanti e  i figli Antonio e  Salvino , sono i titolari della  “Cantina Benanti” . Una realtà che in questi trent’anni è stata un vero e proprio traino per  la Trinacria, al punto da scatenare un vero e proprio “miracolo etneo” .

L’ uggiosa domenica di Aprile al Vinitaly 2018″ si è scaldata con la famiglia Benanti, appena mi hanno parlato della loro storia, del loro legame profondo con la terra, con la gente e la Sicilia.

I vitigni autoctoni dell’Etna

E ancora una volta la Sicilia mi è venuta in mente in tutto il suo splendore attraverso la degustazione delle  migliori  etichette della “Cantina Benanti , provenienti da sole uve tipiche  dell’Etna. Tra le quali:

  • Nerello Mascalese: questo è il principe dei vitigni rossi autoctoni dell’Etna,  Portato originariamente dai greci, questo vitigno arriva a maturazione nella terza decade di ottobre. Esso si presta a lunghe macerazioni, ed esprime il suo meglio quando il vino viene affinato per molti anni. Il vino che ne origina è fine ed elegante, scarico di colore, sapido e con tannini setosi;
  • Nerello Cappuccio (detto anche Mantellato) :  anch’esso un rosso autoctono di prestigio dell’Etna. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazione della pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota , ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni. La sua produzione è andata calando anno dopo anno . Per un certo periodo se ne è temuta pure  l’estinzione. Esso viene raccolto molto tardi, verso la metà del mese di ottobre. Il vino rosso che se ne ricava è fine, leggiadro ma al tempo stesso deciso;
  •  Carricante : anche questo è vitigno autoctono a bacca bianca  dell’Etna , ed  è un tesoro immenso.  Anch’esso tardivo nella maturazione, dà al vino un colore giallo paglierino e delle note minerali molto spiccate. Sorprendentemente per un vino bianco esso si presta ad invecchiamenti anche superiori ai dieci anni, caratteristica che lo pone idealmente prossimo ai Riesling alsaziani

Ecco la mia top list dei vini della “Cantina Benanti”

“Cantina Benanti”, la rinascita dei vini dell’Etna

La  “Cantina Benanti”  è stata  protagonista della “rinascita dei vini dell’Etna. Giuseppe, Antonio e Salvino hanno lavorato per primi  e con amore i frutti generosi del territorio Etneo. Lo hanno ridisegnato e potenziato con ingegno e perfezione, davvero  un esempio lodevole di “viticultura eroica” alle pendici dell’Etna.

Il successo dei  dei vini dell’Etna è dovuto anche a un terroir unico nel suo genere :

  • Microclima mediterraneo e di montagna (Catania è, infatti, alla stessa latitudine della punta settentrionale della Tunisia,  e la vite sull’ Etna arriva fino ai 1300 m di quota);
  • Grandi escursioni termiche;
  • Suoli vulcanici ricchi ed eterogenei per composizione ( con la presenza di cenere e lapilli);
  • Diversa altitudine ed esposizione solare;
  • Età avanzata dei vigneti (spesso pre-fillosserici).

Intervista a Giuseppe Benanti. Castello di  Falconara

Sicuramente il Vinitaly 2018″ è stato un primo approccio importante per avvicinarmi  alla “Cantina Benanti” . Al rientro  nell’isola per le mie vacanze estive, ne ho approfittato per fissare un’intervista con Giuseppe Benanti, il fondatore nel 1988  della storica impresa vinicola .

L’incontro è avvenuto presso il favoloso Falconara Resort” (Butera) . Ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere come tra buoni amici sotto un pergolato di palme e ulivi , che ci hanno riparato dall’afa di un sabato d’Agosto. Location perfetta per accogliere una personalità di spicco  come Giuseppe Benanti .

Tra un aperitivo e l’altro , davanti lo spettacolo di un mare africano , e di un orizzonte infinito , il cavaliere si presenta con tutta la semplicità e la classe che contraddistingue la sua prorompente personalità.

La storia del Cavaliere Giuseppe Benanti

Giuseppe Benanti  è un imprenditore catanese nel campo della farmaceutica da generazioni. Giusto per essere precisi il cavaliere è stato promotore della “Sifi” , la società catanese del settore oftalmico . Questa è terza in Italia per quote di mercato, dietro due multinazionali !

Giuseppe Benanti è un uomo di altri tempi , che ha  una grinta e una voglia di vivere da fare invidia a un ventenne! Ha avuto varie nomine per il suo grande genio, tra queste quella di Cavaliere del Lavoro, ed Accademico Aggregato dei Georgofili.

Giuseppe Benanti ha fatto di un’ antica passione di famiglia per il vino un punto di riferimento ed un fiore all’occhiello per l’intera economia del  territorio Etneo e Siciliano.

Come è iniziata l’avventura di Giuseppe Benanti nel vino?

Tutto iniziò quasi per caso a fine anni’ 80 al Picciolo Golf Club” di Castiglone di Sicilia. Giuseppe Benanti era per caso a pranzo con Francesco Micale, suo caro amico medico .  Rimanendo insoddisfatto di un rosso ordinato al tavolo, scommise che si poteva e si doveva fare di meglio in fatto di vini a Catania.  Perché l ‘Etna  era un luogo ricco di grandi potenzialità.

Giuseppe Benanti, uomo di mondo, sofisticato, ma anche profondamente legato alla Sicilia, tornando in patria, non  si accontentò certo di  bere vino mediocre! Cominciò così a cercare quel qualcosa in più nel vino  che altri non furono in grado di scovare

Un visionario dall’ animo inquieto, che nel giro di pochi anni realizzò il “rinascimento” dei vini Etnei. a dispetto del più  modaiolo Nero d’Avola di quel periodo.

Francia e Piemonte come modello per dei vini Etnei nuovi e di tendenza

Giuseppe Benanti comprese velocemente  il tremendo potenziale non sfruttato sulla “muntagna” , e si circondò di uno staff di autorevoli personalità dell’ enologia provenienti dalle Langhe e dalla Borgogna. Tra questi :

Giuseppe Benanti fu  un pioniere in fatto di vino, perché  intravide una punta di diamante laddove gli altri fermarono lo sguardo su uno strato di carbone.

Valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’Etna

Giuseppe Benanti ebbe un’intuizione importante  che  poi diventò una filosofia aziendale:

Il cavaliere  capì che bisognava puntare a Nord dell’Etna per i rossi autoctoni,  quali il Nerello Cappuccio, e il Nerello Mascalese. Per i bianchi autoctoni, quali il Carricante, Giuseppe Benanti puntò  invece più a Sud dell’Etna,  precisamente nel comune di Milo  .

Per cui il primo polo dellla cantina  nasce nel 1988,  a Castiglione di Sicilia  con l’originario nome  di “Tenuta di Castiglione”.

Giuseppe Benanti , un visionario del vino

Dopo nel 1994  Giuseppe Benanti lavorò per conto di terzi l’area vitivinicola a  Santa Maria di Licodia (Etna sudovest). Poi  finì per allagarsi fino a  Monte Serra a Viagrande (Etna sud est), zona del nonno, riprendendo con ben altra visione l’attività amatoriale di famiglia avviata qui alla fine del 1800.

Giuseppe Benanti investì tutto e subito con decisione su tali varietà. Effettuò circa 150 prove di micro vinificazione. Inoltre valorizzò sia i tradizionali assemblaggi tipici della DOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese più Nerello Cappuccio) , che i mono vitigni , che  all’ epoca  erano una vera rarità.

Famiglia Benanti,  carattere Etneo dal 1734

Nel  giro di pochi anni la “Cantina Benanti”  ispirò diversi produttori giunti in seguito sull’ Etna e diventò in breve tempo  un  distretto vinicolo di eccellenza.

Dal  2000 a oggi la “Cantina Benanti”  contribuì  ad incrementare ancor di più la visibilità e la conoscenza dei vitigni autoctoni etnei, e si evolse attraverso importanti tappe aziendali.

Tra queste:

  • 2003 primo spumante metodo classico dell’Etna da uve Carricante;
  • 2010 selezione ed ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni, ancora oggi, esempio unico sull’ ’Etna. 

Cambio generazionale: Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012  si affiancarono a   Giuseppe Benanti  i figli Antonio e Salvino. Classe 1974, i brillanti gemelli erano reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia.

Antonio e Salvino interpretarono con ancora maggiore focalizzazione e rigore il modus operandi dell’azienda .  Agirono da subito con grande decisione facendo scelte importanti.

“Cantina Benanti”, un modello da seguire per una Sicilia migliore!

Si era fatto tardi al Falconara Resort”Giuseppe Benanti e io ci avviammo a cena  alla “Bottega”, un rinomato ristorante del lussuoso  “Relais Villa Giuliana” (Agrigento)

Un piatto gigantesco di crostacei freschi serviti su ghiaccio e una bottiglia di “Seleziona di Familia di Cantine Milazzo” fu l’unica cosa capace di far scendere improvvisamente il silenzio tra me e il cavaliere.

In conclusione ,   Giuseppe Benanti  è un motivo in più per essere fiera delle mie origini siciliane. La sua carriera professionale , e il suo modo di pensare vanno oltre il provincialismo italiano, motivo per cui ha creato un impero che corre come al presente come un treno!

Scheda e info utili della “Cantina Benanti”

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Giulio Adelfio, un giovane artista a Termini Imerese

Giulio Adelfio, un giovane artista a Termini Imerese

“A mio parere, in un’intervista, non sono le domande che contano ma le risposte. Se una persona ha talento, puoi chiederle la cosa più banale del mondo: ti risponderà sempre in modo brillante e profondo. Se una persona è mediocre, puoi porle la domanda più acuta del mondo: ti risponderà sempre in modo mediocre.”

Oriana Fallaci

Giulio Adelfio, un giovane artista siciliano racconta!

Giulio Adelfio è nato a Palermo nel 2000. Vive a Termini Imerese in provincia di Palermo. Fin da piccolo ha avuto la passione per il disegno la quale è cresciuta con lui. Questo piccolo grande genio palermitano è il cugino di Cinzia Nicolosi, la mia migliore amica. Ed è per questo che l’ho conosciuto. Quando era ancora piccolo, appena sei anni. Timido, e molto loquace.

Adesso Giulio Adelfio è cresciuto , ed è una stella emergente nel mondo dell’arte in Sicilia.  Riccioluto e brillante,  questo talento siciliano non disdegna nessuna tecnica pittorica . Per questo motivo i suoi quadri sono molto diversi tra loro, ciò che li accomuna infatti è la voglia di impressionare.

Giulio Adelfio e l’arte

Giulio Adelfio ha frequentato il liceo scientifico coltivando parallelamente la sua passione per l’arte lavorando per il “Teatro Zeta” come scenografo. Nel 2016 fonda un gruppo multi artistico aprendo le porte del suo studio ad altri ragazzi.

Durante il liceo Giulio Adelfio fa diverse mostre e apre una sala mostre con i ragazzi del suo gruppo dal nome “Artists’ home”. Ama dipingere e dedicarsi a tutto ciò che è arte.

Intervista a Giulio Adelfio, artista di Termini Imerese, Palermo

Ho fatto una piccola intervista a Giulio Adelfio , all’interno del suo studio, ubicato in un palazzo storico di famiglia . Questo per provare che i giovani siciliani sono talentuosi e hanno voglia di fare, nonostante tutte le difficoltà del Sud! Seguitemi !

“Giulio Adelfio, come è nata la tua passione ?”

” La mia passione è nata insieme a me, ed è andata avanti nel tempo. Sin da quando ero piccolo, sono stato circondato dall’amore per tutto ciò che era bello: la cucina, l’arte e la cultura.

Ho preso le prime matite colorate da piccolo e ricordo il mio primo lavoro, un ritratto a carboncino di mia cugina Cinzia. Lei  mi ha sempre ispirato e incoraggiato, insieme a Norma, mia cara amica di Napoli, e i miei grandi artisti: Milo Manara, Andy Warhol, Salvador Dalì .”

“Giulio Adelfio, cosa vuoi fare da grande?”

“Il prossimo anno, se Dio vuole, mi diplomo e finalmente avrò più tempo per dedicarmi alla mia passione: la pittura e la scultura .

Fondamentalmente, sono un autodidatta e cerco di approfondire le tecniche artistiche attraverso dei corsi particolari.

Tempo fa ho fatto un corso all’Accademia del Fumetto di Palermo, e ultimamente sono stato a Milano per un corso di una settimana all’ accademia  “Naba “.

Si è trattato di un’ esperienza emozionante,  perché mi ha dato la possibilità, tra le altre cose, di accedere direttamente all’università “Nuove Tecnologie per le Arti Applicate” senza fare test di ingresso”

“Cosa fai oggi come artista a Termini Imerese?” 

“Cerco di sfruttare le splendide occasioni che mi sono capitate. In prima linea parlo di Piero Macaluso. Questi è il  proprietario del “Teatro Zeta”  di Termini Imerese , che  mi ha commissionato delle scenografie per i suoi splendidi spettacoli . 

Grazie a Piero Macaluso ho fatto un’ esposizione personale di quadri a tecniche miste nella sala ” Juliano-Mer-Khamis” del teatro.

Altra cosa importante la nascita del mio gruppo culturale e multi artistico “Nchio Pittio” il cui scopo è quello di avvicinare artisti diversi sotto uno stesso tetto!

A Settembre 2018 , in occasione della stagione teatrale del Teatro Zeta di Termini Imerese, ci sarà un nostro evento chiamato “Il Colore dell’Arte”, una collettiva che ha come tema il teatro”

L’arte è la più grande espressione della mente dell’essere umano

Nessuno ha una chiara idea forse di definire cosa sia l’arte. Perché in merito ad un’opera di ogni artista si possono dire tante cose, formulare varie interpretazioni. L’arte può essere tutto: una statua greca di Prassitele, una tela di Van Gogh, ma anche un disegno di un bambino. Qualsiasi cosa è arte, perché esprime un sentimento, un pensiero, la condizione del proprio tempo.

Potremmo solo forse dire dell’arte, che essa  è soggettiva, acquisisce un determinato senso solo se messa in relazione all’individuo che la crea e che la guarda. Non si riesce a fissarla in uno schema ben preciso, oggettivo: il significato di un’opera di solito non ha un confine ben definito, ma è estremamente mobile e fluttuante.

Osservare un’opera aiuta a cambiare prospettiva della realtà e rompe l’abitudine. L’arte abbassa la nostra soglia di guardia,  ci salva dall’indifferenza che riserviamo a ciò che ci sta intorno. Recuperando la sensibilità guardiamo le stesse cose con occhi nuovi. Per cui ubriacatevi di arte, poesia e magari anche vino. La vita è troppo breve per non essere felici, e far decidere agli cosa ne sarà di noi!

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