Cantina “Il Borro Cantina”, I Fasti di San Colombano, Lucca

Cantina “Il Borro Cantina”, I Fasti di San Colombano, Lucca

“San Colombano”, Lucca

Il mio fantastico viaggio nel Mondo del Vino inizia con  l’AIS di Lucca, ed è proprio nelle mura di questa città che stasera proseguo il mio itinerario enoico, fermandomi  in un posto esclusivo,  il Ristorante “San Colombano” . Seguitemi!

Il Natale è nell’aria , fa freddo a Lucca,  però  la città gioiello mi  scalda con il suo fascino e  le sue luci. Ad accogliermi nel ristorante la sua bella proprietaria  la Sommelier Simona Carmassi. L’atmosfera al “San Colombano” è intima e raccolta, e Simona con un sorriso enorme fa accomodare me e il resto dei numerosi ospiti ai tavoli, che sono elegantemente imbanditi per l’ Evento Speciale che mi aspetta: una Cena Degustazione tutta  Made in Tuscany.  Protagonisti dello Spettacolo Enogastronomico  i Piatti Stellati dello chef  Giuseppe Da Prato, preparati con prodotti rigorosamente locali, e i  Vini  della Cantina “Il Borro”, presentati dallo charmant  Berardino Dino Torrone,  responsabile vendita Italia di questa prestigiosa cantina in Valdarno. In regia dietro le quinte  ci sono i Sommelier Fratelli Zanni, che scelgono l’abbinamento Cibo/Vino per un Menù perfetto. Iniziano le danze, e tra una portata e l’altra, cala un  silenzio quasi sacro in sala, interrotto solo dalla spiegazione dello Staff del “San Colombano” sulle portate e sul  nettare divino. Da leccarsi i baffi! Provo a non farvi venire invidia, ma ho i miei dubbi. Siete pronti? Tra candele e scintillii di bicchieri, ecco i  fasti di “San Colombano” :

Provo a chiedere allo Chef  Giuseppe Da Prato di svelarmi qualche piccolo segreto delle sue ricette, ma non c’è niente da fare. Mi invita a ritornare e a provare qualche altro capolavoro culinario preparato da lui e da altri maghi dei fornelli,  che lo aiutano, un gruppo di ragazzi che,  nonostante la giovane età , hanno una grande esperienza nella migliore ristorazione regionale.

E sicuramente Domenica 16 Dicembre 2018 non mi perderò  il prossimo appuntamento al “San Colombano”: “Mille Bolle d’Auguri” , una passerella  dei migliori Champagne per celebrare l’arrivo di queste feste.  Non mancate a quest’altro galà Lucchese, per sorprendervi con  Nuovi Accostamenti ed Etichette che hanno dentro tutta la straordinaria Tradizione Enogastronomica della Toscana, una regione che fa sognare, come la storia che sto per raccontare.

La Cantina “Il Borro”: il Buon Vivere Toscano

La Cantina “Il Borro” è  in Toscana,  in Valdarno, nell’area Chianti DOCG, un ambiente unico per genesi e morfologia, da secoli fondamento per la coltivazione della Vite . Sembra che i primi “esperimenti di Chianti” siano stati fatti proprio in questa ricca vallata , che offre ai suoi visitatori boschi incontaminati, lunghi torrenti e dolci colline.

La Cantina  “Il Borro” si trova precisamente nel comune di Loro Ciuffena e prende il  nome dal borgo castello in cui sorge, detto appunto “il Borro”, che in dialetto toscano vuol dire “fossato”; una delle tante misure di difese prese nel Medioevo da questo posto spettacolare, a difesa delle frequenti incursioni degli stranieri , che  se lo sono conteso frequentemente  per la sua posizione e prosperità. La Cantina “Il Borro” è  un gioiello incastonato in un luogo pieno di storia,  che si estende per 700 ettari tra vigne ed uliveti, all’ombra dei cipressi dell’antica “Via dei Setteponti”,  un territorio vocato all’ Arte e alla Cultura,  tra  Firenze, Arezzo e Siena.  Si tratta di un angolo nascosto della Toscana, che una volta scoperto per la prima volta, fa innamorare e  non andare più via , come è accaduto in un lontano passato alle illustri famiglie dei Medici e dei Savoia, che ne hanno segnato le vicende, e in un presente più recente ai Numero Uno della Moda Italiana Ferruccio e Salvatore Ferragamo.

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Ferruccio Ferragamo rimane folgorato dalla bellezza di questo Antico Borgo Toscano durante una battuta di caccia nel 1985,  e nel 1993 decide di acquistare definitivamente la proprietà dal Duca di Savoia, lasciandolo poi in eredità al figlio Salvatore Ferragamo.

Da allora Ferruccio e Salvatore hanno lavorato incessantemente e con amore, per trasformare quello che prima era un rudere distrutto dalla Seconda Guerra Mondiale in quello che oggi è diventato un Relais di Lusso.  “Il Borro Relais & Châteaux” è pensato per chi vuole prendersi una pausa fuori dal tempo. Un’Oasi interamente dedicata all’Arte, alla Cultura, al Cibo & Vino di Qualità, e  all’Ospitalità . Un lembo di paradiso che racconta una Toscana inedita, dove trovano rifugio dagli appassionati più esigenti di Spa, Golf ed Equitazione, ai Wine & Life Lovers più semplici, che si emozionano davanti alla natura, che qui  si manifesta in tutto il suo rigoglio nei filari di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot e il più tipico Sangiovese. La famiglia Ferragamo porta in alto il nome del Made in Italy nel mondo attraverso il Vino firmato “Il Borro”  , un’ Etichetta  d’Autore, con qualità, classe, semplicità, rispetto della tradizione e del territorio, e con uno sguardo verso il futuro. Oggi  i Ferragamo  hanno salvaguardato la preziosità di questi paesaggi, mantenendone intatto il fascino,  e contribuendo così ad affermare  sempre più il brand Toscana nel Mondo, nel Turismo e nei Prodotti di Eccellenza.

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 Scusate , adesso vado a preparare le valigie.

Alla prossima!  Sempre se ritorno…

Enjoy It! 

Stefania

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

“Non invidio il paradiso, perché sono soddisfatto di vivere in Sicilia” 

Federico II di Svevia

“Cantina Benanti”, Etna: la  Sicilia che vorrei

Curiosa come tutti i  Sommelier,  penso che il vino sia un modo per guardare posti già battutti con occhi diversi. Il mio viaggio nei vini dell’Etna  mi ha dato la possibilità di esplorare  meglio lo  straordinario patrimonio vitivinicolo della Sicilia  , l’isola in cui sono nata.  Seguitemi in questo  racconto che parla di un Sud che vale!

Per questa scoperta devo ringraziare i miei colleghi toscani del  gruppo AIS di Lucca” . Sono loro i responsabili , che mi ha fatto innamorare  della “Cantina Benanti” con la degustazione di 2 dei lori vini:

“Cantina Benanti” , primo incontro al “Vinitaly 2018 “

Il sogno di  conoscere meglio la  “Cantina Benanti”  si è realizzato a Verona, in occasione del   Vinitaly 2018″  , celebre manifestazione dedicata al mondo del vino.

Giuseppe Benanti e  i figli Antonio e  Salvino , sono i titolari della  “Cantina Benanti” . Una realtà che in questi trent’anni è stata un vero e proprio traino per  la Trinacria, al punto da scatenare un vero e proprio “miracolo etneo” .

L’ uggiosa domenica di Aprile al Vinitaly 2018″ si è scaldata con la famiglia Benanti, appena mi hanno parlato della loro storia, del loro legame profondo con la terra, con la gente e la Sicilia.

I vitigni autoctoni dell’Etna

E ancora una volta la Sicilia mi è venuta in mente in tutto il suo splendore attraverso la degustazione delle  migliori  etichette della “Cantina Benanti , provenienti da sole uve tipiche  dell’Etna. Tra le quali:

  • Nerello Mascalese: questo è il principe dei vitigni rossi autoctoni dell’Etna,  Portato originariamente dai greci, questo vitigno arriva a maturazione nella terza decade di ottobre. Esso si presta a lunghe macerazioni, ed esprime il suo meglio quando il vino viene affinato per molti anni. Il vino che ne origina è fine ed elegante, scarico di colore, sapido e con tannini setosi;
  • Nerello Cappuccio (detto anche Mantellato) :  anch’esso un rosso autoctono di prestigio dell’Etna. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazione della pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota , ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni. La sua produzione è andata calando anno dopo anno . Per un certo periodo se ne è temuta pure  l’estinzione. Esso viene raccolto molto tardi, verso la metà del mese di ottobre. Il vino rosso che se ne ricava è fine, leggiadro ma al tempo stesso deciso;
  •  Carricante : anche questo è vitigno autoctono a bacca bianca  dell’Etna , ed  è un tesoro immenso.  Anch’esso tardivo nella maturazione, dà al vino un colore giallo paglierino e delle note minerali molto spiccate. Sorprendentemente per un vino bianco esso si presta ad invecchiamenti anche superiori ai dieci anni, caratteristica che lo pone idealmente prossimo ai Riesling alsaziani

Ecco la mia top list dei vini della “Cantina Benanti”

“Cantina Benanti”, la rinascita dei vini dell’Etna

La  “Cantina Benanti”  è stata  protagonista della “rinascita dei vini dell’Etna. Giuseppe, Antonio e Salvino hanno lavorato per primi  e con amore i frutti generosi del territorio Etneo. Lo hanno ridisegnato e potenziato con ingegno e perfezione, davvero  un esempio lodevole di “viticultura eroica” alle pendici dell’Etna.

Il successo dei  dei vini dell’Etna è dovuto anche a un terroir unico nel suo genere :

  • Microclima mediterraneo e di montagna (Catania è, infatti, alla stessa latitudine della punta settentrionale della Tunisia,  e la vite sull’ Etna arriva fino ai 1300 m di quota);
  • Grandi escursioni termiche;
  • Suoli vulcanici ricchi ed eterogenei per composizione ( con la presenza di cenere e lapilli);
  • Diversa altitudine ed esposizione solare;
  • Età avanzata dei vigneti (spesso pre-fillosserici).

Intervista a Giuseppe Benanti. Castello di  Falconara

Sicuramente il Vinitaly 2018″ è stato un primo approccio importante per avvicinarmi  alla “Cantina Benanti” . Al rientro  nell’isola per le mie vacanze estive, ne ho approfittato per fissare un’intervista con Giuseppe Benanti, il fondatore nel 1988  della storica impresa vinicola .

L’incontro è avvenuto presso il favoloso Falconara Resort” (Butera) . Ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere come tra buoni amici sotto un pergolato di palme e ulivi , che ci hanno riparato dall’afa di un sabato d’Agosto. Location perfetta per accogliere una personalità di spicco  come Giuseppe Benanti .

Tra un aperitivo e l’altro , davanti lo spettacolo di un mare africano , e di un orizzonte infinito , il cavaliere si presenta con tutta la semplicità e la classe che contraddistingue la sua prorompente personalità.

La storia del Cavaliere Giuseppe Benanti

Giuseppe Benanti  è un imprenditore catanese nel campo della farmaceutica da generazioni. Giusto per essere precisi il cavaliere è stato promotore della “Sifi” , la società catanese del settore oftalmico . Questa è terza in Italia per quote di mercato, dietro due multinazionali !

Giuseppe Benanti è un uomo di altri tempi , che ha  una grinta e una voglia di vivere da fare invidia a un ventenne! Ha avuto varie nomine per il suo grande genio, tra queste quella di Cavaliere del Lavoro, ed Accademico Aggregato dei Georgofili.

Giuseppe Benanti ha fatto di un’ antica passione di famiglia per il vino un punto di riferimento ed un fiore all’occhiello per l’intera economia del  territorio Etneo e Siciliano.

Come è iniziata l’avventura di Giuseppe Benanti nel vino?

Tutto iniziò quasi per caso a fine anni’ 80 al Picciolo Golf Club” di Castiglone di Sicilia. Giuseppe Benanti era per caso a pranzo con Francesco Micale, suo caro amico medico .  Rimanendo insoddisfatto di un rosso ordinato al tavolo, scommise che si poteva e si doveva fare di meglio in fatto di vini a Catania.  Perché l ‘Etna  era un luogo ricco di grandi potenzialità.

Giuseppe Benanti, uomo di mondo, sofisticato, ma anche profondamente legato alla Sicilia, tornando in patria, non  si accontentò certo di  bere vino mediocre! Cominciò così a cercare quel qualcosa in più nel vino  che altri non furono in grado di scovare

Un visionario dall’ animo inquieto, che nel giro di pochi anni realizzò il “rinascimento” dei vini Etnei. a dispetto del più  modaiolo Nero d’Avola di quel periodo.

Francia e Piemonte come modello per dei vini Etnei nuovi e di tendenza

Giuseppe Benanti comprese velocemente  il tremendo potenziale non sfruttato sulla “muntagna” , e si circondò di uno staff di autorevoli personalità dell’ enologia provenienti dalle Langhe e dalla Borgogna. Tra questi :

Giuseppe Benanti fu  un pioniere in fatto di vino, perché  intravide una punta di diamante laddove gli altri fermarono lo sguardo su uno strato di carbone.

Valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’Etna

Giuseppe Benanti ebbe un’intuizione importante  che  poi diventò una filosofia aziendale:

Il cavaliere  capì che bisognava puntare a Nord dell’Etna per i rossi autoctoni,  quali il Nerello Cappuccio, e il Nerello Mascalese. Per i bianchi autoctoni, quali il Carricante, Giuseppe Benanti puntò  invece più a Sud dell’Etna,  precisamente nel comune di Milo  .

Per cui il primo polo dellla cantina  nasce nel 1988,  a Castiglione di Sicilia  con l’originario nome  di “Tenuta di Castiglione”.

Giuseppe Benanti , un visionario del vino

Dopo nel 1994  Giuseppe Benanti lavorò per conto di terzi l’area vitivinicola a  Santa Maria di Licodia (Etna sudovest). Poi  finì per allagarsi fino a  Monte Serra a Viagrande (Etna sud est), zona del nonno, riprendendo con ben altra visione l’attività amatoriale di famiglia avviata qui alla fine del 1800.

Giuseppe Benanti investì tutto e subito con decisione su tali varietà. Effettuò circa 150 prove di micro vinificazione. Inoltre valorizzò sia i tradizionali assemblaggi tipici della DOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese più Nerello Cappuccio) , che i mono vitigni , che  all’ epoca  erano una vera rarità.

Famiglia Benanti,  carattere Etneo dal 1734

Nel  giro di pochi anni la “Cantina Benanti”  ispirò diversi produttori giunti in seguito sull’ Etna e diventò in breve tempo  un  distretto vinicolo di eccellenza.

Dal  2000 a oggi la “Cantina Benanti”  contribuì  ad incrementare ancor di più la visibilità e la conoscenza dei vitigni autoctoni etnei, e si evolse attraverso importanti tappe aziendali.

Tra queste:

  • 2003 primo spumante metodo classico dell’Etna da uve Carricante;
  • 2010 selezione ed ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni, ancora oggi, esempio unico sull’ ’Etna. 

Cambio generazionale: Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012  si affiancarono a   Giuseppe Benanti  i figli Antonio e Salvino. Classe 1974, i brillanti gemelli erano reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia.

Antonio e Salvino interpretarono con ancora maggiore focalizzazione e rigore il modus operandi dell’azienda .  Agirono da subito con grande decisione facendo scelte importanti.

“Cantina Benanti”, un modello da seguire per una Sicilia migliore!

Si era fatto tardi al Falconara Resort”Giuseppe Benanti e io ci avviammo a cena  alla “Bottega”, un rinomato ristorante del lussuoso  “Relais Villa Giuliana” (Agrigento)

Un piatto gigantesco di crostacei freschi serviti su ghiaccio e una bottiglia di “Seleziona di Familia di Cantine Milazzo” fu l’unica cosa capace di far scendere improvvisamente il silenzio tra me e il cavaliere.

In conclusione ,   Giuseppe Benanti  è un motivo in più per essere fiera delle mie origini siciliane. La sua carriera professionale , e il suo modo di pensare vanno oltre il provincialismo italiano, motivo per cui ha creato un impero che corre come al presente come un treno!

Scheda e info utili della “Cantina Benanti”

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Le Palaie winery, Peccioli, Tuscany

Le Palaie winery, Peccioli, Tuscany

“The Wine is on the table” , my second wine tasting at “Le Palaie Winery”, Peccioli 

The “Wine is on the Table”  is the name of  my second wine tasting event at “Le Palaie Winery ”  Peccioli. It was a big  success, which was held on the 10th March 2018 . As always,  all started with a few phone calls and emails with the great stuff of the winery to discuss which wines and the types of food to serve ,  and to double-check my  guest list.

Visiting “Le Palaie Winery ”  Peccioli  is  your way to discover the colours and flavours of Tuscany ,  exploring its stunning  vineyards and rolling hills.

“Le Palaie Winery”, the beauty of Tuscany in a glass

Visiting “Le Palaie Winery is  your way to discover the colours and flavours of Tuscany ,  exploring its stunning  vineyards and rolling hills. It’s also the ideal starting point to enjoy famous and important medieval cities of Tuscany such as:

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The history of the “Le Palaie Winery”

In 1996 Nino Capon   founded    “Le Palaie Winery ”   in Peccioli  . This great entrepreneur loved  the the Valdera area , becasue is considered an emerging wine region in the Tuscan province of Pisa. So he decided to open the farm and then to plant the vines in an area strongly devoted to wine production.

A winery and a farm house among the Tuscan hills

In the first floor “Le Palaie Winery ”    is provided with a modern vat cellar and an underground barrique cellar for the aging of wines where. Here stunning sculptures transform the room in a real art gallery.

In the second floor there is a  big and terrific terrace with a magic view to the Tuscan landscape. It’s also a farm house with 7 apartments and 3 independent houses of various sizes. All of them are modern and equipped with  all facilities and a swimming pool too.

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5 Top wines

There were many people who came to enjoy the top 5 wines of the  “Le Palaie Winery” which were paired with local products: cheeses (one mild, one medium, one strong), fruits, nuts, crackers and chocolates.

Moreover, guests had fun with a wine quiz to determine their  wine knowledge.  Then a very rare thing happened to me. Just before introducing myself to the guests, I started to get nervous! My normal, confident self decided to go on break just when I needed !

Adrian Setright and Stefano Matteucci starring!

Then I  I took a deep breath and  I found my voice and began the wine tasting. Developing my own rhythm, all of my nerves quickly melted away! Of course, we laughed a lot, learned a lot about wine. We all had fun thanks to two artists , who helped me with all the wine event: 

5 Top labels

Here the best 5 labels of “Le Palaie Winery“: 

1.“Rosato”: It’s a rosé made from Merlot and Sangiovese grapes , which grow on hills in loose to medium terroir that leads to sandy soil. A hint of copper to the eye, fruity florals to the nose plus high acidity leads to intense flavours;

2.“Viognier”: It’s a white wine , which is made from Viognier (100%) . This grape originally comes  from the Rhone Valley, France. It’s characterized by floral notes to the nose ( honeysuckle and lavender) along with peaches and suggestions of smoke. Detect hints of white peaches, citrus and dried apricots with a finish of butterscotch and oak;

3. “Gatta Ci Cova”: It’s a red wine made from  Sangiovese (50%), and Merlot (50 %) . This wine has  an intense ruby colour and a typical fruity perfume of a fresh young wine with yummy hints of wild berries;

4. “Sagrestano”: It’s a red wine made from Sangiovese (50%) and  Alicante (50%). Its  scent is  of spices, black pepper , which are mainly present also on the palate;

5. “Bulizio”: It’s a red wine made from Cabernet Sauvignon ( 40 %) , Merlot (40%),  Petit Verdot (20 %) . Its colour is deep ruby, and  the nose detects ripe fruit that leads to spicy notes. Its tannins are strong;

“Le Palaie Winery”, amazing wine tasting in Peccioli, Tuscany

Without any doubt, “Wine is on the table”  was my second best wine tasting experience at the “Le Palaie winery ”   .  Hosting a wine tasting event was a great way to do something fun, classy, and different with my  friends and other guests .

Special thanks! 

As a Sommelier  I never stop learning, growing and building up my experience that goes on with the AIS of Lucca” ( “Italian Sommelier Association”) .

Special thanks to:

All in all, my second wine  tasting was everything I could have hoped for, with such a wonderful host and crowd, it  reconfirmed my decision to be an independent wine consultant!

 

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