Cantina Benanti: un viaggio nel cuore dell’Etna. II Parte

Cantina Benanti: un viaggio nel cuore dell’Etna. II Parte

“La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo… Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.”

“Cantina Benanti” , carattere etneo dal 1734

Il sogno di visitare la Cantina Benanti” a Viagrande in Sicilia, si realizza per il mio compleanno l’08 Ottobre 2018.  Io e la mai amica Anna arriviamo in tarda serata all’aeroporto di Catania e noleggiamo una  Fiat Cinquecento e ci avviamo in albergo.

Sistemiamo le valigie e ci dirigiamo in un ristorante nei pressi del “Castel Ursino”, vicino il centro storico di Catania. L’ aria è ancora estiva, e c’è tanta gente seduta fuori ai tavoli dei locali che rallegrano l’ atmosfera . Per cena ordiniamo vino rosso e carne di cavallo alla griglia, specialità di queste parti.

Io e Anna facciamo un giro per le strade illuminate di  via Etnea,  boulevard di Catania, e parliamo dei  ricordi legati alla nostra isola e di come è difficile starle lontani. E per questo motivo voglio condividere questa visita alla Cantina Benanti” , per suggerirvi un posto unico per le vostre prossime vacanze!

La visita alla “Cantina Benanti”, Rovitello, Catania

All’indomani del nostro arrivo in terra patria, la prima tappa è la colazione da Saiva”,  storica pasticceria e tavola calda di Catania. Ci concediamo caffè nero bollente e due dolci enormi tipici della gastronomia siciliana.

Cariche di energia dopo circa 20 minuti da Catania   facciamo finalmente tappa alla  Cantina Benanti”,  a Viagrande. Si apre un cancello in ferro battuto e vediamo un lungo viale alberato, ci incamminiamo ed è come essere entrati in un altro mondo.

Lascito  il caos di Catania è come entrare in un’ altra dimensione:  un parco privato con un vulcano in mezzo,  dove ogni cosa sembra essere messa al posto giusto.

Davanti a noi c’è un grande palazzo a due piani in pietra lavica e  un parco adiacente, dove Giuseppe Bennati  ci aspetta con il suo inseparabile  Jo, un pastore tedesco affabile e cordiale.

L’antico palmento

Giuseppe accoglie me e  Anna nella sua straordinaria azienda con un magnifico sorriso e una magnum di “Noblesse”, bollicine di puro Carricante. Successivamente entriamo insieme nel vecchio palmento, antiche vasche scavate nella roccia e collegate da un canale, in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto.

Giuseppe spiega con un rigore quasi scientifico l’importanza di quel vecchio palmento e la sua funzione per la produzione del vino. E con una nota di melanconia ricorda i profumi del mosto di quando è piccolo, quando il nonno lo porta a “pistare la racina ” (“pestare l’uva”). Il cvaliere cita anche in dialetto catanese i versi dei canti dei contadini di un tempo , che accompagnavano le fatiche e le gioie dei campi.

Il palmento è rimasto integro, e da lì attraverso una porta a vetri si va al salone delle feste. Questo è infinito  con il suo  pianoforte a coda,  e adornato da mobili di prestigio ,   specchi antichi e quadri di valore.

“Noblesse”, bollicine di puro Carricante. Un successo programmato!

Giuseppe ama, cura e celebra l’arte e la bellezza in tutte le sue forme.  Che siano  le sue vigne alle pendici dell’Etna o le tele secolari,  i cui personaggi enigmatici sono oggi alcune delle etichette dei suoi vini. Come quella che adorna il “Noblesse 2003”, primo metodo classico di Carricante dell’ Etna  Si tratta del ritratto di un nobile misterioso, che Giuseppe trova  e rispolvera a  Palermo, che si fa risalire al periodo in cui Antoon Van Dick vise  in Sicilia.

La hall delle degustazione della “Cantina Benanti”

Altre parti interessanti della cantina sono:

  • L’ala dedicata alla degustazione: questa è molto  luminosa. Ci sono tavoli e sedie di prestigio. Spicca una gigantografia colorata che ha come soggetto l’Etna, proprio come tutti i libri cartonati da collezione sparpagliati ovunque;
  • La cella dove dorme il vino, pieno di barrique e tonneau, che stanno lì ad aspettare di finire il loro lavoro;
  • Una magnifica piscina da cui si vede il Monteserra.

“Cantina Benanti”, un giardino di natura e d’arte alle falde dell’Etna

Il brontolio dello stomaco ci suggerisce che è ora pranzo, ci allontaniamo io, Anna e il cavaliere  iper pranzare alla “Trattoria Scalo Grande”, a Santa Maria La Scala. Ci deliziamo con gamberoni freschi e  linguine alla vongole.

Siamo seduti con di fronte un panorama mozzafiato: un mare blu cobalto, delle barche che ondeggiano e dei gabbiani , che virando nell’aria sembrano quasi darci il benvenuto.

Vini Benanti , vini d’autore

Tornati in cantina  Giuseppe ci inizia alla magnifica degustazione dei vini Benanti, e fornisce dei dettagli sulla Cantina Benanti”, sui vigneti, e in particolare sull’importante contributo di tutto lo staff aziendale. In particolare  quello dei due figli , Antonio e Salvino, a cui oggi è affidata la direzione.

La storia della  famiglia Benanti

L’origine della famiglia Benanti è bolognese e va indietro nel lontano 1734. A quel tempo si chiamano “Benati”. Poi grazie a un provvedimento regale, si chiede a un loro antenato di spostarsi in Sicilia e fare fiorire un ramo e al tempo stesso di cambiare il nome da “Benati” a “Benanti”.

Sono da generazioni proprietari terrieri, dediti alla viticultura dell’Etna. Successivamente diventano anche imprenditori nel campo della farmaceutica,  fondando nel 1935 a  Catania   la  Sifi, una delle più importanti imprese in campo oftalmologico.

Giuseppe Benanti e le origini della cantina

Il vino è una passione di famiglia trasformato da  Giuseppe Benanti, anche lui imprenditore farmaceutico, nella Cantina Benanti”  nel 1988 a Viagrande, versante Est dell’Etna.

Tutto comincia quando Giuseppe è a pranzo con l’amico medico Francesco Micale al pranzo al ” Picciolo”, Castiglione di Sicilia. Lui desidera un gran vino rosso dell’Etna, ma non trova  niente di simile sul menù ! Giuseppe sceglie di valorizzare il territorio Etneo, da sempre comunque votato alla viticultura, ma non vuole solo la qualità, vuole l’eccellenza.

Francia e Piemonte come modello per la rinascita del vino etneo

Ed ecco che Giuseppe inizia un progetto portato avanti in collaborazione con  numi dell’enologia, tra questi:

  • Salvo Fot:  il più importante agronomo ed enologo siciliano;
  • Rocco Di Stefano,   professore dell’ “Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti” ;
  • Jean Siegrist professore dell’ ’ “INRA” di Beaune.

Da quel momento in poi si pongono le basi per produrre grandi vini sull’ Etna e si dà inizio “rivoluzione dei vini etnei”.

Le vigne acquistate o gestite nei comuni di Castiglione di Sicilia (Etna nord) e Milo (Etna est), sono già impiantate o vengono coltivate a Nerello Mascalese (Castiglione di Sicilia) e Carricante (Milo), i vitigni autoctoni del vulcano.

A metà degli anni novanta Giuseppe scommette da  subito e  con decisione su tali varietà. Effettua circa 150 prove di micro vinificazione, e valorizza sia i tradizionali assemblaggi tipici dellaDOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese e  Nerello Cappuccio) che i monovitigni, all’epoca una vera rarità!

Le vigne  della “Cantina Benanti”

Giuseppe collabora con coltivatori di Santa Maria di Licodia (Etna sudovest), mentre nel 1998,  dieci anni dopo la  creazione  della sua cantina,  l’azienda si espande anche sul Monte Serra a Viagrande (Etna sudest).

Un lavoro pionieristico quello di Giuseppe , che vuole da sempre portare in un calice tutto il terroir dell’Etna.

Il risultato :

La rivoluzione della famiglia Benanti con il vino dell’Etna

Grazie alla passione e al genio di Giuseppe Benanti, l’Etna fa parlare  di “rinascita” e successo. L’Etna diventa un nuovo distretto vinicolo d’eccellenza. Inoltre attira altri produttori ella “muntagna”, ispirati dai traguardi ottenuti dalla Cantina Benanti” negli anni ‘9o nella lavorazione del Carricante, del Nerello Mascalese e del Nerello Cappuccio.

Nel 2005 Cantina Benanti”   avvia una lunga ed importantissima sperimentazione che porta nel 2010 alla selezione ed all’ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni. Ancora oggi, esempio unico sull’Etna.

Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012 i gemelli Antonio e Salvino, classe 1974, reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia, accompagnano il padre Giuseppe Benanti in questa splendida avventura imprenditoriale.

Antonio e Salvino portano energia e innovazione nella Cantina Benanti, mantenendo intatte la filosofia aziendale, cioè la valorizzazione dei vitigni Autoctoni Etnei. I fratelli Benanti si  formano alla “International School di Ginevra” ed in seguito alla “European Business School” ed all’ “Imperial College di Londra”.

Un ricco percorso accademico, seguito da altre importanti esperienze lavorative formative nel campo della finanza anglosassone.

Un ricambio generazionale vincente

L’idea di Antonio e Salvino è quella di portare i vini Benanti in giro per l’Italia e il mondo, vini di alto livello pensati per tutti. E non solo per esperti e palati sofisticati. Una tattica vincente che conferma il grande successo dei vini Benanti nel mercato nazionale e internazionale.

Antonio e Salvino portano avanti strategie molto chiare e pienamente condivise, ed agiscono da subito con grande decisione facendo scelte importanti, come quelle di seguito riportate:

  •  Dal 2004 attribuzione del ruolo di enologo, responsabile tecnico di  vigna e  cantina ad Enzo Calì;
  • Dismissione di alcune proprietà ed alcuni vigneti e terreni considerati non strategici, con conseguente abbandono dei vini ad essi collegati;
  • Acquisto di ulteriori tevigneti, in parte anche da conferitori storici, ubicati in sotto zone di eccellenza sull’Etna a Rovittello e a Milo;
  • Avvio formale della certificazione biologica per i vini.

8 modernità della “Cantina Benanti”

Con i fratelli Benanti la parola d’ordine è investimenti, e tra quelli più importanti che sono stati fatti , ricordiamo:

  1. Nuovi sistemi di controllo delle temperature;
  2. Nuova strumentazione di laboratorio,;
  3. Una nuova pressa pneumatica;
  4. Botti grandi in sostituzione di legni più piccoli;
  5. Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili;
  6. Allestimento di nuovi e moderni spazi sia per lo stoccaggio e la movimentazione (circa 250 posti pallet) che per il lungo affinamento (circa 200 posti pallet) del vino imbottigliato, con impianti di condizionamento all’ avanguardia;
  7. Sviluppo di un’attività di accoglienza e degustazioni in cantina;
  8. Ampliamento, rinnovamento e consolidamento della rete commerciale, composta da distributori e importatori specializzati in vini di eccellenza, oggi in grado di coprire circa quaranta mercati in circa trenta paesi nel mondo.

Antonio e Salvino portano a termine il  passaggio generazionale, ma il core business   rimane sempre  loro padre  Giuseppe Benanti !

Quali sono le zone dell’Etna più vocate per la “Cantina Benanti”?

La Cantina Benanti” si estende per 20 ha, nei comuni di:

Quali sono i migliori vini della “Cantina Benanti”?

La produzione, altamente specializzata, oggi ammonta a circa 160.000 bottiglie (obiettivo nel medio periodo 190.000-200.000).  I vini Benanti prodotti sono:

Spumanti:

Classici:
Monovitigni:

I vini Benanti nel mondo

I vini Benanti sono esportati in importanti mercati esteri, tra i quali spiccano :

  • gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna, la Francia, la Scandinavia, la Svizzera, il Belgio, la Russia, l’Austria, Singapore, Hong Kong, la Cina continentale, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda.

I vini Benanti ricevonoapprezzamenti convinti ed unanimi e creando consenso tra gli appassionati e tra i professionisti.

6 riconoscimenti dei vini Benanti

Fra i principali riconoscimenti ottenuti risaltano quello di “Cantina Italiana dell’Anno”:

Una Sicilia dall’anima nobile

La Cantina Benanti” è diventata un’azienda di nicchia specializzata nella produzione di vini dell’Etna, votata all’eccellenza qualitativa.

I Vini Benanti esprimono appieno  il Terroir Etneo,  sono vini autentici, fatti per durare nel tempo ed accompagnare i piatti delle migliori cucine. Non sono vini alla moda, né puntano ad esserlo. Essi ambiscono invece ad entrare nell’élite dei grandi vini d’Europa.

Il vino non è un business è una passione! Ed ecco il mio regalo per il mio compleanno,  un giorno  con la mia amica Anna e il cavaliere Benanti.  Un’esperienza che non dimenticherò mai, insieme al profumo, al  sapore dei vni Benanti.  Un articolo che è un omaggio alla bellezza e allo splendore dell’ Etna, che vi invitio a vederre presto!

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Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

Cantina Benanti, Sicilia. Parte I

“Non invidio il paradiso, perché sono soddisfatto di vivere in Sicilia” 

Federico II di Svevia

“Cantina Benanti”, Etna: la  Sicilia che vorrei

Curiosa come tutti i  Sommelier,  penso che il vino sia un modo per guardare posti già battutti con occhi diversi. Il mio viaggio nei vini dell’Etna  mi ha dato la possibilità di esplorare  meglio lo  straordinario patrimonio vitivinicolo della Sicilia  , l’isola in cui sono nata.  Seguitemi in questo  racconto che parla di un Sud che vale!

Per questa scoperta devo ringraziare i miei colleghi toscani del  gruppo AIS di Lucca” . Sono loro i responsabili , che mi ha fatto innamorare  della “Cantina Benanti” con la degustazione di 2 dei lori vini:

“Cantina Benanti” , primo incontro al “Vinitaly 2018 “

Il sogno di  conoscere meglio la  “Cantina Benanti”  si è realizzato a Verona, in occasione del   Vinitaly 2018″  , celebre manifestazione dedicata al mondo del vino.

Giuseppe Benanti e  i figli Antonio e  Salvino , sono i titolari della  “Cantina Benanti” . Una realtà che in questi trent’anni è stata un vero e proprio traino per  la Trinacria, al punto da scatenare un vero e proprio “miracolo etneo” .

L’ uggiosa domenica di Aprile al Vinitaly 2018″ si è scaldata con la famiglia Benanti, appena mi hanno parlato della loro storia, del loro legame profondo con la terra, con la gente e la Sicilia.

I vitigni autoctoni dell’Etna

E ancora una volta la Sicilia mi è venuta in mente in tutto il suo splendore attraverso la degustazione delle  migliori  etichette della “Cantina Benanti , provenienti da sole uve tipiche  dell’Etna. Tra le quali:

  • Nerello Mascalese: questo è il principe dei vitigni rossi autoctoni dell’Etna,  Portato originariamente dai greci, questo vitigno arriva a maturazione nella terza decade di ottobre. Esso si presta a lunghe macerazioni, ed esprime il suo meglio quando il vino viene affinato per molti anni. Il vino che ne origina è fine ed elegante, scarico di colore, sapido e con tannini setosi;
  • Nerello Cappuccio (detto anche Mantellato) :  anch’esso un rosso autoctono di prestigio dell’Etna. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazione della pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota , ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni. La sua produzione è andata calando anno dopo anno . Per un certo periodo se ne è temuta pure  l’estinzione. Esso viene raccolto molto tardi, verso la metà del mese di ottobre. Il vino rosso che se ne ricava è fine, leggiadro ma al tempo stesso deciso;
  •  Carricante : anche questo è vitigno autoctono a bacca bianca  dell’Etna , ed  è un tesoro immenso.  Anch’esso tardivo nella maturazione, dà al vino un colore giallo paglierino e delle note minerali molto spiccate. Sorprendentemente per un vino bianco esso si presta ad invecchiamenti anche superiori ai dieci anni, caratteristica che lo pone idealmente prossimo ai Riesling alsaziani

Ecco la mia top list dei vini della “Cantina Benanti”

“Cantina Benanti”, la rinascita dei vini dell’Etna

La  “Cantina Benanti”  è stata  protagonista della “rinascita dei vini dell’Etna. Giuseppe, Antonio e Salvino hanno lavorato per primi  e con amore i frutti generosi del territorio Etneo. Lo hanno ridisegnato e potenziato con ingegno e perfezione, davvero  un esempio lodevole di “viticultura eroica” alle pendici dell’Etna.

Il successo dei  dei vini dell’Etna è dovuto anche a un terroir unico nel suo genere :

  • Microclima mediterraneo e di montagna (Catania è, infatti, alla stessa latitudine della punta settentrionale della Tunisia,  e la vite sull’ Etna arriva fino ai 1300 m di quota);
  • Grandi escursioni termiche;
  • Suoli vulcanici ricchi ed eterogenei per composizione ( con la presenza di cenere e lapilli);
  • Diversa altitudine ed esposizione solare;
  • Età avanzata dei vigneti (spesso pre-fillosserici).

Intervista a Giuseppe Benanti. Castello di  Falconara

Sicuramente il Vinitaly 2018″ è stato un primo approccio importante per avvicinarmi  alla “Cantina Benanti” . Al rientro  nell’isola per le mie vacanze estive, ne ho approfittato per fissare un’intervista con Giuseppe Benanti, il fondatore nel 1988  della storica impresa vinicola .

L’incontro è avvenuto presso il favoloso Falconara Resort” (Butera) . Ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere come tra buoni amici sotto un pergolato di palme e ulivi , che ci hanno riparato dall’afa di un sabato d’Agosto. Location perfetta per accogliere una personalità di spicco  come Giuseppe Benanti .

Tra un aperitivo e l’altro , davanti lo spettacolo di un mare africano , e di un orizzonte infinito , il cavaliere si presenta con tutta la semplicità e la classe che contraddistingue la sua prorompente personalità.

La storia del Cavaliere Giuseppe Benanti

Giuseppe Benanti  è un imprenditore catanese nel campo della farmaceutica da generazioni. Giusto per essere precisi il cavaliere è stato promotore della “Sifi” , la società catanese del settore oftalmico . Questa è terza in Italia per quote di mercato, dietro due multinazionali !

Giuseppe Benanti è un uomo di altri tempi , che ha  una grinta e una voglia di vivere da fare invidia a un ventenne! Ha avuto varie nomine per il suo grande genio, tra queste quella di Cavaliere del Lavoro, ed Accademico Aggregato dei Georgofili.

Giuseppe Benanti ha fatto di un’ antica passione di famiglia per il vino un punto di riferimento ed un fiore all’occhiello per l’intera economia del  territorio Etneo e Siciliano.

Come è iniziata l’avventura di Giuseppe Benanti nel vino?

Tutto iniziò quasi per caso a fine anni’ 80 al Picciolo Golf Club” di Castiglone di Sicilia. Giuseppe Benanti era per caso a pranzo con Francesco Micale, suo caro amico medico .  Rimanendo insoddisfatto di un rosso ordinato al tavolo, scommise che si poteva e si doveva fare di meglio in fatto di vini a Catania.  Perché l ‘Etna  era un luogo ricco di grandi potenzialità.

Giuseppe Benanti, uomo di mondo, sofisticato, ma anche profondamente legato alla Sicilia, tornando in patria, non  si accontentò certo di  bere vino mediocre! Cominciò così a cercare quel qualcosa in più nel vino  che altri non furono in grado di scovare

Un visionario dall’ animo inquieto, che nel giro di pochi anni realizzò il “rinascimento” dei vini Etnei. a dispetto del più  modaiolo Nero d’Avola di quel periodo.

Francia e Piemonte come modello per dei vini Etnei nuovi e di tendenza

Giuseppe Benanti comprese velocemente  il tremendo potenziale non sfruttato sulla “muntagna” , e si circondò di uno staff di autorevoli personalità dell’ enologia provenienti dalle Langhe e dalla Borgogna. Tra questi :

Giuseppe Benanti fu  un pioniere in fatto di vino, perché  intravide una punta di diamante laddove gli altri fermarono lo sguardo su uno strato di carbone.

Valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’Etna

Giuseppe Benanti ebbe un’intuizione importante  che  poi diventò una filosofia aziendale:

Il cavaliere  capì che bisognava puntare a Nord dell’Etna per i rossi autoctoni,  quali il Nerello Cappuccio, e il Nerello Mascalese. Per i bianchi autoctoni, quali il Carricante, Giuseppe Benanti puntò  invece più a Sud dell’Etna,  precisamente nel comune di Milo  .

Per cui il primo polo dellla cantina  nasce nel 1988,  a Castiglione di Sicilia  con l’originario nome  di “Tenuta di Castiglione”.

Giuseppe Benanti , un visionario del vino

Dopo nel 1994  Giuseppe Benanti lavorò per conto di terzi l’area vitivinicola a  Santa Maria di Licodia (Etna sudovest). Poi  finì per allagarsi fino a  Monte Serra a Viagrande (Etna sud est), zona del nonno, riprendendo con ben altra visione l’attività amatoriale di famiglia avviata qui alla fine del 1800.

Giuseppe Benanti investì tutto e subito con decisione su tali varietà. Effettuò circa 150 prove di micro vinificazione. Inoltre valorizzò sia i tradizionali assemblaggi tipici della DOC Etna Rosso” (Nerello Mascalese più Nerello Cappuccio) , che i mono vitigni , che  all’ epoca  erano una vera rarità.

Famiglia Benanti,  carattere Etneo dal 1734

Nel  giro di pochi anni la “Cantina Benanti”  ispirò diversi produttori giunti in seguito sull’ Etna e diventò in breve tempo  un  distretto vinicolo di eccellenza.

Dal  2000 a oggi la “Cantina Benanti”  contribuì  ad incrementare ancor di più la visibilità e la conoscenza dei vitigni autoctoni etnei, e si evolse attraverso importanti tappe aziendali.

Tra queste:

  • 2003 primo spumante metodo classico dell’Etna da uve Carricante;
  • 2010 selezione ed ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni, ancora oggi, esempio unico sull’ ’Etna. 

Cambio generazionale: Antonio e Salvino Benanti

Nel 2012  si affiancarono a   Giuseppe Benanti  i figli Antonio e Salvino. Classe 1974, i brillanti gemelli erano reduci da esperienze accademiche e lavorative di diversi anni all’estero e poi in Italia.

Antonio e Salvino interpretarono con ancora maggiore focalizzazione e rigore il modus operandi dell’azienda .  Agirono da subito con grande decisione facendo scelte importanti.

“Cantina Benanti”, un modello da seguire per una Sicilia migliore!

Si era fatto tardi al Falconara Resort”Giuseppe Benanti e io ci avviammo a cena  alla “Bottega”, un rinomato ristorante del lussuoso  “Relais Villa Giuliana” (Agrigento)

Un piatto gigantesco di crostacei freschi serviti su ghiaccio e una bottiglia di “Seleziona di Familia di Cantine Milazzo” fu l’unica cosa capace di far scendere improvvisamente il silenzio tra me e il cavaliere.

In conclusione ,   Giuseppe Benanti  è un motivo in più per essere fiera delle mie origini siciliane. La sua carriera professionale , e il suo modo di pensare vanno oltre il provincialismo italiano, motivo per cui ha creato un impero che corre come al presente come un treno!

Scheda e info utili della “Cantina Benanti”

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Giulio Adelfio, un giovane artista a Termini Imerese

Giulio Adelfio, un giovane artista a Termini Imerese

“A mio parere, in un’intervista, non sono le domande che contano ma le risposte. Se una persona ha talento, puoi chiederle la cosa più banale del mondo: ti risponderà sempre in modo brillante e profondo. Se una persona è mediocre, puoi porle la domanda più acuta del mondo: ti risponderà sempre in modo mediocre.”

Oriana Fallaci

Giulio Adelfio, un giovane artista siciliano racconta!

Giulio Adelfio è nato a Palermo nel 2000. Vive a Termini Imerese in provincia di Palermo. Fin da piccolo ha avuto la passione per il disegno la quale è cresciuta con lui. Questo piccolo grande genio palermitano è il cugino di Cinzia Nicolosi, la mia migliore amica. Ed è per questo che l’ho conosciuto. Quando era ancora piccolo, appena sei anni. Timido, e molto loquace.

Adesso Giulio Adelfio è cresciuto , ed è una stella emergente nel mondo dell’arte in Sicilia.  Riccioluto e brillante,  questo talento siciliano non disdegna nessuna tecnica pittorica . Per questo motivo i suoi quadri sono molto diversi tra loro, ciò che li accomuna infatti è la voglia di impressionare.

Giulio Adelfio e l’arte

Giulio Adelfio ha frequentato il liceo scientifico coltivando parallelamente la sua passione per l’arte lavorando per il “Teatro Zeta” come scenografo. Nel 2016 fonda un gruppo multi artistico aprendo le porte del suo studio ad altri ragazzi.

Durante il liceo Giulio Adelfio fa diverse mostre e apre una sala mostre con i ragazzi del suo gruppo dal nome “Artists’ home”. Ama dipingere e dedicarsi a tutto ciò che è arte.

Intervista a Giulio Adelfio, artista di Termini Imerese, Palermo

Ho fatto una piccola intervista a Giulio Adelfio , all’interno del suo studio, ubicato in un palazzo storico di famiglia . Questo per provare che i giovani siciliani sono talentuosi e hanno voglia di fare, nonostante tutte le difficoltà del Sud! Seguitemi !

“Giulio Adelfio, come è nata la tua passione ?”

” La mia passione è nata insieme a me, ed è andata avanti nel tempo. Sin da quando ero piccolo, sono stato circondato dall’amore per tutto ciò che era bello: la cucina, l’arte e la cultura.

Ho preso le prime matite colorate da piccolo e ricordo il mio primo lavoro, un ritratto a carboncino di mia cugina Cinzia. Lei  mi ha sempre ispirato e incoraggiato, insieme a Norma, mia cara amica di Napoli, e i miei grandi artisti: Milo Manara, Andy Warhol, Salvador Dalì .”

“Giulio Adelfio, cosa vuoi fare da grande?”

“Il prossimo anno, se Dio vuole, mi diplomo e finalmente avrò più tempo per dedicarmi alla mia passione: la pittura e la scultura .

Fondamentalmente, sono un autodidatta e cerco di approfondire le tecniche artistiche attraverso dei corsi particolari.

Tempo fa ho fatto un corso all’Accademia del Fumetto di Palermo, e ultimamente sono stato a Milano per un corso di una settimana all’ accademia  “Naba “.

Si è trattato di un’ esperienza emozionante,  perché mi ha dato la possibilità, tra le altre cose, di accedere direttamente all’università “Nuove Tecnologie per le Arti Applicate” senza fare test di ingresso”

“Cosa fai oggi come artista a Termini Imerese?” 

“Cerco di sfruttare le splendide occasioni che mi sono capitate. In prima linea parlo di Piero Macaluso. Questi è il  proprietario del “Teatro Zeta”  di Termini Imerese , che  mi ha commissionato delle scenografie per i suoi splendidi spettacoli . 

Grazie a Piero Macaluso ho fatto un’ esposizione personale di quadri a tecniche miste nella sala ” Juliano-Mer-Khamis” del teatro.

Altra cosa importante la nascita del mio gruppo culturale e multi artistico “Nchio Pittio” il cui scopo è quello di avvicinare artisti diversi sotto uno stesso tetto!

A Settembre 2018 , in occasione della stagione teatrale del Teatro Zeta di Termini Imerese, ci sarà un nostro evento chiamato “Il Colore dell’Arte”, una collettiva che ha come tema il teatro”

L’arte è la più grande espressione della mente dell’essere umano

Nessuno ha una chiara idea forse di definire cosa sia l’arte. Perché in merito ad un’opera di ogni artista si possono dire tante cose, formulare varie interpretazioni. L’arte può essere tutto: una statua greca di Prassitele, una tela di Van Gogh, ma anche un disegno di un bambino. Qualsiasi cosa è arte, perché esprime un sentimento, un pensiero, la condizione del proprio tempo.

Potremmo solo forse dire dell’arte, che essa  è soggettiva, acquisisce un determinato senso solo se messa in relazione all’individuo che la crea e che la guarda. Non si riesce a fissarla in uno schema ben preciso, oggettivo: il significato di un’opera di solito non ha un confine ben definito, ma è estremamente mobile e fluttuante.

Osservare un’opera aiuta a cambiare prospettiva della realtà e rompe l’abitudine. L’arte abbassa la nostra soglia di guardia,  ci salva dall’indifferenza che riserviamo a ciò che ci sta intorno. Recuperando la sensibilità guardiamo le stesse cose con occhi nuovi. Per cui ubriacatevi di arte, poesia e magari anche vino. La vita è troppo breve per non essere felici, e far decidere agli cosa ne sarà di noi!

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Calici sotto le Stelle 2012. Licata, Sicily

Calici sotto le Stelle 2012. Licata, Sicily

“Calici sotto le stelle”, a great wine exhibition in Licata, Sicily

On the 6th of August 2012, me and the chef  Elena Curzio  met each other in Licata, my home town in Southern Sicily . We had   a job meeting at  the the tourist harbourMarina di Cala del Sole”. 

We talked about our passions for wine and food. That’s why  we worked together for  realizing Calici Sotto le Stelle” (“Glasses under  the Stars”) , which is a famous  national wine exhibition. Every year  this fantastic kermesse takes place exactly on the 10th of August  to celebrate the “Notte di San Lorenzo” (“Night of San Lorenzo”).

The “Night of San Lorenzo”

The “Notte di San Lorenzo”  is a celebration dating back to Roman and Etruscan times, if not earlier. Catholics marked this day in remembrance of the martyr, believing the falling stars represent the tears shed by the saint during his torture.

During this special date, you’ll find a special programme of Calici Sotto le Stelle”  from the North to the South. There are lot of parties and wine festivals for visitors based  in nice villas and wineries.

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Elena Curzio and her biscuits for “Calici sotto le stelle 2022”

Elena Curzio  had the brilliant idea to prepare star-shaped biscuits with the top red wine of  “Estate Barone La Lumia” , a local  winery . They were served with other appetizers during the dinner of Calici Sotto le Stelle” at the tourist harbour of “Marina di Cala del Sole”.

“Marina di Cala del Sole”, a stunning tourist harbour in Licata, Sicily

Marina di Cala del Sole”. is the new modern tourist port of Licata (Agrigent), on the south coast of Sicily  Located in the center of the Mediterranean, it is the ideal base for those who sail to the islands of Malta, Gozo, Pantelleria, Lampedusa, Linosa, Egadi, or to Spain, Greece, Turkey and North Africa.

With 394 berths for boats up to 70 meters, in a safe basin and with excellent services,Marina di Cala del Sole” is an integrated system between sea, water-front and surrounding territory: the marina is full of green areas, pedestrian and cycle paths, with elegant shopping and entertainment areas, one residential village, all just a few meters from the historic baroque town of Licata.

Licata, Agrigent

If your trip in Sicily is all about relaxing, then Licata is a must-visit destination. You can immerse yourself in the unspoiled nature of the coast and enjoy some of Sicily ’s most beautiful beaches.

Plus, if you’re a history and archaeology enthusiast, you’ve got your work cut out for you in this beautiful town: archaeological remains, castles and museums make it one of the most fascinating destinations in the area, shrouded in the charm of history and legend.

Sicily is waiting for you!

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Aeolian Islands

Aeolian Islands

Aeolian Islands, the beauty of Sicily

The Aeolian Islands , located off the coast of north eastern Sicily, are one of southern Italy’s greatest natural and cultural treasures. Formed by volcanic eruptions over time, the  Aeolian Islands are formed up  of seven beautiful islands:

Follow me in this incredible adventure at the Aeolian Islands, it’s a paradise for the travellers , who love nature and life!

Aeolian Islands

Aeolian islands, the 7 pearls of the Mediterranean

The Aeolian Islands are collectively called the “seven pearls of the Mediterranean” and according to history, they were named this way after the Greek god of the wind, Aeolus. The Islands were designated a “World Heritage Site” by UNESCO in the year 2000 in recognition of the pure natural scenery possessed by the islands.
The Aeolian Islands  are ideal for tourists to hike, sun bath or just get lost in their endless and amazing beauty. For the more serious visitors, the islands are rich in history, both architectural and archeological.

1 week at Aeolian Islands

My friend Martina Emanuele  invited me to have an holiday in the Aeolian Islands for one week in July . It was a perfect chance to meet her again and to visit again this gorgeous volcanic archipelago in thw North of Sicily .

I took a ferry from Milazzo. You can reach the Aeolian Islands by ferry and hydrofoil from various points in Sicily. I would recommend pre-booking on line your ferry  tickets in advance,  above all during peak season.

Milazzo, a city to discover

Milazzo is the main departure point for the Aeolian Islands with several  hydrofoils leaving daily throughout the year. Crossings take between 45mins to 3 hours, depending on which island your are heading for .

Take your time walking in the center of Milazzo as well . I  love this town. It’s small, has excellent bread shops, cafes and shopping in general. There is a very Old Castle that you can go to. The promenade is great for just strolling along.

Lipari, the Aeolian Islands

Lipari is the main island of the Aeolian Islands and the main town. Lipari town is a pretty little place and easily visited on foot. It’s the  ideal destination for those who come for the first time to the Aeolian Islands and want to take advantage of its central position for trips and excursions to the other islands.

Top 5 things to do in Lipari in one day

  1. Have a typical Sicilian breakfast with granita e brioche  (baked buns with a frozen dessert that is similar to a sorbetto)  getting  lost in the beauty of it’s main  picturesque port  “Marina Lunga”. It’s a functional port where both large ferries and fast hydrofoils dock. Poke your nose into churches and alleyways;
  2. Walk from “Marina Lunga”   to “Marina Corta” simply following Via Garibaldi: a really cute little pedestrian street filled with cafes, bars and shops where relaxing and doing shopping;
  3. Visit the historic centre of Liparistarting from ”Marina Corta” :  here is the ruins of an ancient namesake fortress on a steep rocky coast (it was an ancient Greek Acropolis, and then the Central part of the Roman, medieval and then Spanish cities). The best attractions here are: the  Archeological Park”,  the “Regional Aeolian Archaeological Museum”,  the “Old Castel”  and  “Cathedral of San Bartolomeo” ;
  4. Have a rest taking photos in “Marina Corta”: the historic harbour in the South of the citadel . In this colourful port  you can contemplate scenes of daily life: children splashing in the water, fishermen playing cards in the piazza,  lazy stray dogs dozing, and the sun illuminating a little church out on the jetty. The atmosphere is very peaceful;
  5. Have an unforgettable dinner ay  “Trattoria del Vicolo”It’s located in vicolo Ulisse, 15, just right in the city center in order to get delicious local food , fresh fish and top white Sicilian Wines !
  6. What about nightlife in Lipari? There’s an answer: “Corso Vittorio Emanuele”. It isa lively little road which runs from “Marina Lunga” along the back of the castle headland. Along the “Corso” you’ll find not only most of the island’s useful shops and services, but also amazing clubs ! Try there  “Il Giardino di Lipari to spend the rest of your long and unique day in company of very hospital people.

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“Castello winery” at Aeolian Islands

Finally thanks to my friend Martina I discovered Castellaro Winery”, where she works. I had  a surprising wine tasting in a stunning location and my first wine grape harvest. Martina has got  a chief role in the marketing and organization of Castellaro Winery”.  She is so sunny and so good at this.

The estate was built by Massimo Lentsch and Stefania Frattolillo because they wanted to create a true work of art on the island where they felt a strong connection. The stunning vineyard and micro residences built from ancient ruins sure felt like art to us!

Vulcano, the Aeolian Islands

I spent my second day in Vulcano , which is a “quieter” version of Lipari . Vulcano is one of the most interesting of the Aeolian Islands , where I relaxed and got inside the spirit of  nature. The island was full of volcanic rocks, therapeutic sulphur mud and also alum caves. Vulcano offered  a quiet, romantic and perfect getaway from  the busy Lipari .

Therefore, if you love the city life, you can stay in Lipari but if you prefer calm and quiet, it is best that you sleep in Vulcano

The rest of my day was all about the food and the local white wine. In Vulcano they are passionate about their specialities: fish and capers. Their Food is so fresh that at noon you might be told there is no menu “because we don’t know what we’re getting in tonight”.

Stromboli, the Aeolian Islands

I visited Stromboli in the third day at the Aeolian Islands. Featured in director Roberto Rossellini’s 1950 film of the same name, this island has Europe’s only dependably active volcano.

I first get impressed by its split landscape: the stark light of wildflowers, caper bushes, and bougainvillea and the barren black of the  slopes where the lava flows.

Stromboli  is an ancient and active volcano rising  from the Mediterranean, with a couple of small settlements on the coast.

There is a unique island atmosphere that attracts not just tourists but also film-makers and style-setters (Italian previous president Giorgio Napolitano and designers Dolce and Gabbana – who own a villa – are among celebrities who holiday here).

2 things to do in Stromboli

There are basically three things to do in  Stromboli:

  • One is to potter around the main village, admiring the views and looking at volcano souvenirs in little shops;
  • The second is to take a boat trip around to theSciara del Fuoco”, the steep black lava scar down the volcano’s side, where you can see Stromboli ’s explosions.

Panarea, the Aeolian Islands

My third day was dedicated to Panarea at the Aeolian Islands in the morning : a charming world of its own where time seems to have stopped.

Panarea is the second smallest and most fashionable of the islands. It owes its fame to the “Hotel Raya”, which in the summer attracts the international jet-set.

It’s often described as the “Capri of the Aeolian islands” for its wealthy and chic summer scene. The population explodes in July and August when tourists arrive  by yacht or helicoptert to have fun  sunbathing  and shopping. Shopping in Panarea is exquisite and expensive.

The colourful houses of Panarea

While Panarea may be populated by extreme “haves” , its charm comes largely from what it has not. whitewashed buildings with blue accents remind many visitors of the Greek islands.  The labyrinthine streets winding through the center are without cars or lamps.

There are no city lights. In addition to lovely coves to swim in, this island has thermal springs, scuba diving . Panarea might be small, but there’s no shortage of things to do – even if you don’t have an enormous luxury yacht floating offshore.

I spend most of my days around “Zimmari Beach”.  It’s about a 30 minute walk from the port and you can’t miss it .

Salina, the Aeolian Islands

I was  intrigued by the coloured doors of the homes in Salina the Aeolian Islands. I wandered through the quiet streets of the town of Santa Marina . Salina’s main street is lined with shops selling ceramics, gourmet food, clothing and shoes.

Almost every house in Salina comes with a view of the sea. There is  also a small salt lake, seven dormant volcanoes, and plenty of coves.

The film il “Postino” and the beach of “Pollara” in Salina

Do you know that some emotional scenes of  Il Postino” (“The Postman” ) , a famous Italian film (1994), were filmed in the rocky beach of  “Pollara”in Salina?  “Il Postino”   was directed by Michael Radford and  tells a fictional story in which the real life Chilean poet Pablo Neruda forms a relationship with a simple postman who learns to love poetry.

Finally, I couldn’t miss  a visit at the “Hauner winery”. I already knew their excellent wine Hierà” and their inimitable and exceptional Malvasia.

Filicudi & Alicudi, the Aeolian Islands

Filicudi and Alicudi are raw and rocky, devoid of celebrity attention and at first sight they seem to be hostile. Their sea is crystal clear with amazing visibility, full of fish, and accessible only by crossing over rocks or small beaches made up of pebbles. There are few restaurants and shops. They are  peaceful and remote islands

After my summer holidays here at the Aeolian Islands it was very hard to go back to my daily life. I had my eyes full of the blue of the Mediterranean sea in the Aeolian Islands  where simplicity is a luxury. The only medicine is to go back here again!

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Aeolian Islands, a magic place where to come again soon! 

The Aeolian Islands have been an important tourist destination since time immemorial due to the cultural treasures, the climate, and the sea which is clear and warm and suitable for various different water sports and activities.

I am  so glad I had this incredible travel experience here. I couldn’t find a better place where to go . Why don’t you plan your upcoming holiday here? I think it’s really a great idea!

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