Stoccolma in un weekend

Stoccolma in un weekend

“Percorre il suo cammino
Il grande gabbiano dal dorso nero,
Timoniere del sole.
Sotto di lui, l’acqua…”

Tomas Tranströmer

Stoccolma in un weekend

Che dire, Stoccolma in un weekend è stato un capriccio di inizio estate. Ho sempre desiderato andare in Svezia , così ho fatto le valigie e sono atterrata all’aeroporto di Arlanda. Questo dista circa 41 km dalla capitale svedese a cui è ben collegato con i mezzi pubblici. ,Meglio sceglire il  bus per una  scelta più economica,  perché il transfer e il treno sono  più cari

Ovviamente Stoccolma in un weekend è stata un’esperienza indimenticabile , perché mi ha fiondato nel profondo nord alla scoperta di una Venezia scandinava. Ho visitato le attrattive più importanti dislocate su 14 isole e 57 ponti, che affiorano lì dove il lago Mälaren incontra il Mar Baltico. Si può girare tutto facilmente a piedi, in bici o i trasporti urbani. La macchina  quasi non serve, come  i contanti ! Infatti, la maggior parte degli esercizi  è ormai abilitata al pagamento contactless!

Stoccolma in un weekend  ! Una metropoli bellissima, a misura d’uomo.  Dove ti avvolgono  la modernità, la cultura, i paesaggi e il suo passato germanico . Stoccolma in un weekend  mi ha regalato la scoperta della  parte orientale del paese. Con 984 748 abitanti è il centro di riferimento economico e culturale della Svezia e della Scandinavia, nonché sede di governoparlamento, oltre che luogo di residenza del capo dello stato, il re Carlo Gustavo XVI. Leggete qualche consiglio utile in queso articolo per muovervi al meglio. Buon viaggio!

Storia di Stoccolma in breve

Il nome “Stoccolma‘” significa  “isola dei tronchi”.  La sua etimologia è da collegare ai pali di legno che la circondavano e la difendevano nell’antichità. Infatti ha avuto una storia piuttosto turbolenta, segnata da unioni, guerre e molti omicidi.

Le  origini di Stoccolma  sono legate a un nucleo primitivo che è quello di Birka (VIII sec.)  a circa 30 km nel lato occidentale . A questo seguì quello di Sigtuna e ci furono tanti insediamenti dove si trovaroo oggetti dell’era vichinga. Tuttavia secondo le Cronache di Sant’Erik (1320) Stoccolma fu fondata da Birger Jarl , a cui fu dedicata una torre a  Riddarholmen (1530) .  La prima fortezza fu costruita più o meno dove oggi si trova il Palazzo Reale di Stoccolma .

Medioevo

Poco dopo la sua fondazione, Stoccolma divenne un importante porto commerciale . Importava sale, spezie, birra, vino, vestiti e beni di lusso come seta, armi e armature. Le esportazioni erano ferro e rame, pelli locali, pesce essiccato, burro e fuochi.

Nel Medioevo si legò politicamente a Germania e Danimarca fino alla costituzione dell’ Unione di Kalmar  (1380). Ma non andavano molto d’accordo . Si susseguirono 150 anni di battaglie, lotte ,  blocchi e bagni di sangue specialmente tra Svezia e Danimarca . Sempre a favore di quest’ultima con l’incoronazione di Cristiano II nel 1520.

Quello stesso anno tra il 07 e il 10 Novembre il re danese avrebbe massacrato molti sudditi e politici svedesi , pur avendone promesso l’amnestia. Dopo questo  bagno di sangue di Stoccolma ci fu una totale ribellione in Svezia che culminò con la sua vittoria governativa sotto il re Gustav Vasa (1523) A lui subentrò il figlio Eric XIV (1561).  Da allora  il titolo di monarca diventò  ereditario e il regno fu finanziato dalle tasse.

Il secolo d’oro e l’era moderna

Tra il 1600 e il 1700 l’importanza sociale ed economica di Stoccolma aumentò . Sviluppò una società di stampo prettamente mercantile.   Crebbe   tabto anche se non mancavano i problemi.  Anche il suo aspetto mutò . Le case in legno e in pietra vennero sostituite da edifici in mattoni. Si crearono  nuove strade , palazzi e monumenti importanti. Tutto questo sotto l’influenza dei principali stili architettonici europei tra cui il Rinascimento. Processo di urbanizzazione e ammodernamento che durò dall’era industriale fino alla Seconda Guerra Mondiale, da cui ne uscì praticamente intatta!

Nel dopoguerra lavori di rilievo furono la  Tunnelbana , ovvero la metro di Stoccolma, che è   lunga circa 110 km. Considerata ragionevolmente come una vera e propria galleria d’arte perché illustrata da grandi artisti. Mentre fatto curioso nel 1967 si passò (come in tutta la Svezia ) dalla guida a sinistra alla guida a destra. Invece dal 1975 si stabilizzò la monarchia parlamentare come forma di governo.

Stoccolma in un weekend. Kungsholmen

Al di là di ogni aspettativa il mio soggiorno a Kungsholmen è stato davvero piacevole . Molto vicinoe al centro storico di Stoccolma (circa mezz’ora di camminata),  vanta due grandi parchi: il Rålambshovsparken  e  il  Kronobergsparken. Oltretutto dormirci   costa molto meno che altrove, poiché non si tratta di una meta economica! Per saperne di più clicca su https://www.stoccolma.com/dove-dormire.

Kungsholmen è un quartiere poco conosciuto dai visitatori , per cui risulta particolarmente tranquillo e autentico. In sostanza ci si mescola con la gente del posto. Qui si trovano molti ristoranti, bar e caffè , specialmente lungo Hantverkarhgatan e Fleminggatan. La sua esistenza affonda le radici nel 1500 quando era popolato da monaci francescani che ci facevano pascolare il  bestiame. Non resta traccia di nulla neppure dei secoli successivi fino all’avvento dell’industrializzazione .

Cosa vedere a Kungsholmen

L’area di Kungsholmen  è sotto l’amministrazione cittadina ed  è bene collegata al resto di  Stoccolma . Dimenticavo, non perdetevi uno uno scatto davanti alla fermata di T-Centralen dipinta dei fiori del finlandese  Olof Ultvedt .

D’altronde i trasporti sono molto efficienti e veloci. Offettivamente  non c’è molto da vedere , a parte : il tribunale  (Rådhuset ) e la sede della polizia, (Polishuset ). Hanno un loro perché anche:  gli edifici  art Deco che fiancheggiano il ponte Sankt Eriksbron.   E ancora  il palazzo di  Kristineber  fatto nel  1750 per il mercante Roland Schröder.

Merita  un discorso diverso il Municipio (Stadshuset) progettato dall’architetto Ragnar Östberg in stile romantico svedese . Si edificò nel  1911 e ci vollero 12 anni per finirlo  con 8 milioni di mattoni rossi. L’inaugurazione avvenne il 23 giugno 1923, ad esattamente 400 anni dall’arrivo in città di Gustavo I Vasa.

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Stadshuset

Il Municipio di Stoccolma    (visitabile solo su prenotazione con guida) è una delle silhouette più famose di Stoccolma . La sua torre è alta 106 metri ed è ornata con tre  corone dorate, stemma nazionale svedese. Durante i mesi estivi (da maggio ad agosto) vi si può accedere per godersi uno dei migliori skyline di Stoccolma.

Attorno al  Municipio di Stoccolma    si estende un magnifico giardino adorno di fiori colorati e  statue femminili con lo sguardo perso all’orizzonte. Dietro le magnifiche facciate del complesso ci sono uffici e sale di riunione per politici e funzionari.  Tra  queste spiccano: la camera del consiglio (Rådssalen) , e la Sala Blu, dove si  celebrano il premio Nobel, nato proprio a Stoccolma. Tutte le decorazioni interne sono un riferimento al passato di  Stoccolma, le sue leggende,  la sua collocazione  geografica, il suo ruolo politico, la perenne ricerca di una propria identità artistica.

Ristoranti a Kungsholmen

 

Norrmalm

Da Kungsholmen   mi sono spostata nel distretto di  Norrmalm (entrambi sono separati dal canale artificiale di Barnhusviken.  A nord del centro storico di Gamla Stan, Norrmalm è un vecchio quartiere anni’ 50 ripensato assolutamente in chiave moderna.

Prima  Norrmalm era adagiato sulla  collina di Brunkeberg ,  e  con il nascere di  nuove esigenze architettoniche  furono abbattute le vecchie case  e fu fatto ex novo. Questo per fare posto a un punto in cui si concentrassero vari servizi.  Quali negozi, uffici, banche, sedi governative, istituzioni culturali e grandi magazzini , come quello attuale  di Ahlens city . Cosa vedere a Norrmalm? Seguitemi.

Cosa vedere a Norrmalm?

Norrmalm è un cantiere aperto in continua evoluzione per i numerosi interventi di riqualificazione e manutenzione. Un caos perenne , dove si assiste a un continuo cambio di persone che vanno e vengono. Proprio perché qui c’è tutto quello che serve ai cittadini.

Dalla affollatissima strada Drottninggatan alla piazza di  Sergels torg facilmente riconoscibile dall’obelisco di cristallo (37 m., fatto da  Edvin Öhrström) posizionato al centro di una fontana . Non lontano svetta un obelisco di vetro  intorno al quale sorge  una rotatoria per il traffico urbano.

Sparpagliati si alternano qui la Kulturhuset, la casa della cultura, sede di una biblioteca. E ancora il Teatro di Città,  che organizza sempre mostre d’arte ed altri eventi di vario genere. Mercati all’aperto e coperti e altre attrazioni fantastiche si susseguono uno dopo l’altro tra complesse gemetrie e spazi artistici.

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Drottninggatan 

Drottninggatan   significa in Italiano la “strada della regina” , poichè è  dedicata  a  Cristina di Svezia ( XVII secolo). In definitiva è il boulevard di Stoccolma.  Quasi interamente pedonale ,  è un must per lo  shopping . Sfoggia botteghe artigiane e boutique di lusso, caffetterie. Un vero e proprio parco giochi per turisti spendaccioni e amanti delle ultime novità della moda.

Fate un salto anche al  Museo Strindberg  fatto in onore del noto drammaturgo svedese. Come pure  alla vicina chiesa storica di Adolf Fredrik , che con la sua splendida architettura e l’atmosfera serena offre un riparo al traffico cittadino.

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Hötorget

Uno dei posti più accoglienti che ho visto a Stoccolma   è stata Hötorget  , ovvero   la “piazza del fieno” . Di particolare c’è la   Konserthuset, la casa dei concerti. Questo è il palco dove suona l’Orchestra Filarmonica Reale svedese e dove si svolge la cerimonia annuale dei Premi Nobel. È davvero un edificio significativo e uno dei pochi che ha resistito agli ultimi interventi di ristrutturazione nella città.

Tuttavia il pezzo forte è Hötorgshalle , un mercato di prelibatezze svedesi e internazionali a cui si accede da una scala esterna (chiuso la domenica). La struttura originaria era del 1880 progettata da Axel Fredrik Nyström . Negli anni ’60 il livello inferiore fu ideato e innovato dall’architetto David Helldén .

Sicuramente Hötorgshalle è un’ottima scelta per scovare di tutto un po’. Dai formaggi francesi e frutti esotici ai  tipici prodotti della Scandinavia. Soprattutto è molto più conveniente del suo alter ego  chic che si chiama Östermalms Saluhall a est di Stoccolma.

Cosa si beve in Svezia?

Discorso a parte si deve fare per le bevande alcoliche. Poiché per vari motivi in Svezia l’alcolismo era diventato un problema grosso, il governo fece di tutto per eliminarlo. Per cui con una gradazione superiore al 3,5%  per il consumo domestico ci si mise di mezzo  la Systembolaget , società governativa che detiene il monopolio esclusivo per la loro vendita.

Se si va in Svezia non è per  Il  vino? Pare che i winemaker svedesi si stiano dando da fare. Andrebbe a loro favore    il cambiamento  climatico! Nel senso che a breve il parallelo più temperato sarà proprio in Scandinavia!   Per cui  il vino si fa anche in Svezia , specie nella punta meridionale di Skåne , che è la più temperata . Tutto inizia verso la fine degli anni Novanta, periodo in cui tutto cercavano di coltivare uva in ogni varietà. Tra le più diffuse il PIWI, il rondo e il solaris. Tuttavia gli svedesi  sono meglio specializzati nella birra, acquavite,  sidro ,  vodka. Alcuni tra i più comuni elisir svedesi sono :

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Sergels torg e dintorni

Sergels torg  è un’importante piazza pubblica di Stoccolma  fatta con  mattoni a  triangolo  bianchi e grigi. Costruita sul finire degli anni ‘50 è  intitolata allo scultore  Johan Tobias Sergel (XVIII sec.) . Dove passano i pedoni è un  livello più basso rispetto al manto stradale. Per gli abitanti di Stoccolma Sergels torg  è semplicemente chiamata Plattan . Un punto di contro per chi vuol fare acquisti, fermarsi per una pausa pranzo, o bere un drink in compagnia.

A volte qui si svolgono manifestazioni politiche. Sfortunatamente sono diffusi criminalità e traffico di droga per cui non è molto frequentata e piena di attrattive. Pure in un posto così ordinato certamente non mancano i problemi da risolvere!

Cos’altro fare  vicino Sergels torg ?

Altro da non dimenticare di visitare nei pressi della  Sergels torg  :

  1. Teatro Reale Drammatico di Stoccolma :  del 1909 e in stile Art Nouveau si trova dentro la  Casa della Cultura. Simbolo del modernismo in Svezia, fu fatto  dall’architetto Fredrik Lilljekvist. Collaborarono alla sua realizzazione geni quali  Carl Milles e Carl Larsson ;
  2. Chiesa di Klara : del 1280 fu demolita da Gustavo Vasa nel 1527. Giovanni III   la riedificò  nel 1572 . Di particolare c’è l’annesso cimitero (XVII sec.) , e il campanile . Questo è alto 116 metri , ed  è la risultante dei lavori di restauro nel 1880 ;
  3. Kungsträdgården: è il parco cittadino più visitato in assoluto , celebre per la fioritura dei suoi alberi di ciliegi giapponesi in primavera.  Si anima in  estate con numerosi concerti, e diventa  pista da pattinaggio in inverno;
  4. Opera reale svedese :  è il teatro nazionale d’ opera lirica e balletto in Svezia, con sede nel pieno centro storico di Stoccolma;
  5. Museo Hallwyl : residenza invernale dei von Hallwyl,è un palazzo storico di una straordinaria raffinatezza che colleziona porcellane e arredamenti dell’epoca ;
  6. Museo del Paradosso: ci si diverte lasciando andare per un attimo la logica e affidandosi al sesto senso e al pensiero laterale attraverso un labirinto di giochi e paradossi vari;
  7. Avicii Experience: qui è dove ripercorre la carriera di uno dei Dj più famosi del globo,  Tim Bergling. Morto per suicidio ad appena 28 anni per causa di depressione.
Ristoranti a Norrmalm

Gamla stan 

Indubbiamente la vena pulsante di Stoccolma è Gamla Stan, che èil suo centro storico  , un blocco urbano pedonale , che è pieno di meraviglie . Tra queste le sue vie più glamour:

Gamla Stan è la città vecchia, con i suoi musei e monumenti è un must da fare a Stoccolma. Ci stavano i primi insediamenti che sorsero sull’ isola di Stadsholmen . Un nucleo primitivo che comprendeva anche le altre isole di Riddarholmen, Helgeandsholmen e Strömsborg .

Cosa vedere a Gamla Stan

A Gamla Stan  altre minuscole stradine si  intrecciano tra loro convergendo  in    Stortorget , la scenografica piazza centrale con le sue case colorate . Tra queste spiccano i coloratissimi palazzi  Schantzska e Seyfridtzska Huset, diventati ormai  il simbolo della old city.

Curiosità : addentratevi  nel vicolo di Mårten Trotzig  intitolato a un ricco mercante tedesco. Si dice essere il più stretto di Stoccolma (90 cm) !  Si chiuse  a metà del XIX secoloma  ma fu riaperto nel 1945.  Il commercciante emigrò a Stoccolma nel 1581 e acquistò proprietà nel vicolo nel 1597 e nel 1599, aprendovi anche un negozio.

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Riddaholmen e la Terrazza di Evert Taube

Per arrivarci ho attraversato un’altra parte interessante di Stoccolma, che è Riddaholmen, che colpisce per l’omonima chiesa e uno slargo imponente.  La prima è del XIII secolo in mattoni rossi che accoglie le spoglie dei reali svedesi . La seconda è la Terrazza di Evert Taube , affacciata sul lago Mälaren . Fu pensata per immortalare un illustre  trovatore, compositore e cantante svedese del Novecento. Se riuscite a essere qui a fine Aprile assisterete alla celebrazione della notte di Valpurga, festa pagana che con tanto di fuochi abbraccia l’arrivo della primavera.

Se siete alla ricerca di scorci da fotografare qui avrete l’imbarazzo della scelta. Come il profilo del Municipio di Stoccolma, il Västerbron (“Ponte dell’Ovest”) , è Lady Hutton, uno yacht di lusso che da albergo. Barbara Hutton, una delle tanti moglie dell’attore Cary Grant, fu l’artefice di questa incredibile trovata, allorquando ereditò l’imbarcazione dal padre.

Punti panoramici di Stoccolma

Nelle vicinanze altri panorami mozzafiato sono visibili da Fjallgatan una piccola strada verso Soderlman. Se siete armati di pazienza potrete pure osare altro spettacolo sul mar Baltico  dalla collina di  Monteliusvagen .

Se siete stanchi poi fate una pausa nello storico caffè Fafangan, per poi proseguire verso la meta hippy di Sofo, vecchia arteria cittadina recuperata ad hub modaiolo  e alternativo . Perché in fine  non ammirare qualche scatto d’autore al Fotografiska? Vi aspetta una collezione di instantanee di tutta la Svezia, di artisti del calibro di : Martin Schoeller, Annie Leibovitz e David Drebin! Adesso addentriamoci nelle gemme più gettonati della città vecchia di Stoccolma .

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Parlamento svedese (info orari e visite)

Il Parlamento svedese o  Riksdag è situato nell’ isola di Helgeandsholmen  dal 1971.  Composto da due corpi  collegati da passaggi coperti e canali sotterranei fu costruito tra il 1897 e nel 1905 su progetto dall’architetto Aron Johansson.

In stile neobarocco ha dimensioni monumentali ed è caratterizzato da vari ambienti. Quali  l’emiciclo, che è la tribuna dei dibatti parlamentari.  Seguono una scala e hall in marmo, e diverse sale . Una per la discussione sulle finanze.  Un’altra piena di affreschi e sormontata da volte di vetro , cosa che dona un tocco di estrema raffinatezza all’intera struttura ottagonale. E per finire quella per i ricevimenti che si srotola in una  una galleria di 45 metri.

Se siete attenti ai dettagli non potete non scovare La statua della volpe  ,  (Laura Ford)  rappresenta un clochard  con viso di volpe, vestito co stracci  . Il messaggio è la triste contrapposizione tra la ricchezza dei centri urbani e la miseria in cui stanno i senza tetto. 

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Kungliga Slottet   (info orari e visite)

Il  Kungliga Slottet  (1697) è  il palazzo reale . Costruito su un vecchio castello medievale e distrutto da un incendio è  un esplosione di  Barocco.  Capolavoro di    Nicodemus  Tessin  il giovane che si ispirò al palazzo Bernini di Roma ,  è la  residenza ufficiale dei reali di Svezia.

Troverete  :  appartamenti reali, gioielli della corona, biblioteca, trono della regina, carrozze, e tre  musei . Di notevole interesse è la cappella reale : decorata in oro e marmo risale alla fine del XVII secolo. Il suo elegante organo cattura l’attenzione di tutti i visitatori, così come le sculture, le statue e gli affreschi del tetto. Assicuratevi di assistere al cambio guardia delle Forze Armate svedesi ( lunedì – sabato 12.15 ;  domenica 13.15 , cantando l’ inno degli  ABBA) .

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Storkyrkan Cattedrale (info e visite)

Storkyrkan è la Cattedrale intitolata a San Nicola. Frutto di mix di stili architettonici (gotico e barocco) risale al XIII sec. Storia millenaria , fu la prima chiesa di Stoccolma . Già citata  in alcune fonti  nel 1279 è il tempio  cristiano più sacro  per gli abitanti. Al suo interno sono avvenute cerimonie di investitura, matrimoni reali e altri eventi di grande portata storica.

Tra gli elementi più singolari: la Statua lignea di San Giorgio e il drago che celebra il potere sulla Danimarca (1489).  Si menziona ancora  il dipinto Vädersolstavlan, che è la più antica immagine conosciuta di Stoccolma ( 1632)  Il monumentale pulpito è in stile barocco francese .

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 Chiesa Finlandese 

La  Chiesa Finlandese è l’acquisto di un tempio in barocco nel 1725 dalla comunità finaldese autorizato dal re Fredrik I. Semplice all’esterno e senza campanile internamente è di forma rettangolare e abbellito da una croce,  stemmi e un altare ( Lorens Gottman ,  1734) raffigurante la Resurrezione di Cristo, e lampadari. Si può accedere gratuitamente come nella Chiesa Tedesca di Sanata Gertrude (XIV),  fatta per volere di mercanti tedeschi,

La vera star sta nel cortile adiacente , che è   Jarnpojken  o Iron Boy , ovvero il monumento più piccolo della città di 15 cm del 1957 . Cosa è?  Una scultura in ferro, metà del secolo , di  Liss Eriksson .  Si è ispirato alla sua infanzia; ogni volta che non riusciva a dormire si rannicchiava nel suo letto e guardava la luna dalla finestra. 

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Nobelmuseet (info e visite)

Come non recarsi presso il  Nobelmusee o Muse Nobel   ( 1895 ) racconta di questo premio dato alle menti eccelse della scienza. Fu istituito dal chimico svedese Alfred Bernhard Nobel   (1833–1896), che  ha vissuto tra San Pietroburgo, Stoccolma e Parigi. Con le sue geniali invenzioni ha contribuito al progresso tecnologico .

Prima di morire si convinse a lasciare per testamento il suo immenso patrimonio a un premio da conferire annualmente a menti illustri responsabili dell’evoluzione dell’umanità in tutti i campi del sapere. Al presente è uno dei riconoscimenti più prestigiosi che un essere umano possa ricevere per le sue scoperte a prescindere dall’umanità.

Ristoranti a Gamla Stan

Strandvagen

Come non rilassarsi percorrendo il lungomare di Stradvagen , un viale (XIX sec.) di Östermalm, altra stupefacente zona di Stoccolma.  Subito si notano file di nobili ed eleganti costruzioni in stile jugend .  Si susseguono per 1200 metri fino al ponte di Djurgården , il polmone verde dove si tenne la Grande Esposizione  del 1897.

Proprio in questa distesa di verde ci stanno due musei eccezionali che non mi  farò scappare al prossimo ritorno. Esattamene il Museo degli Abba, consacrato alla mitica band svedese , e il Museo Vasa, che custodisce un vascello vichingo del 1600.

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Arcipelago svedese , un giro in battello

A Stradvagen si passeggia tra splendidi caffè ,  pittoresche imbarcazioni e rinomati hotel quali  l’  Esplanade e il Diplomat .  Posizione strategica oltretutto per le gite per l’arcipelago svedese,  24.000 isolotti   di varie dimensioni.

Non potevo sottrarmi a questa magia e dal molo 15 per due ore mi sono immersa in una natura dal sapore tutto nordico in direzione di  Vaxholm . Per info :  get on your guide,  molo 15, battello   M/S Östanå  del 1906 .

Cucina Svedese

Dopo questo assaggio di Svezia, sono passata a qualcosa di più serio mettendo le gambe sotto il tavolo del ristorante Slingerbulten in Stora Nygatan 24, 111 27 a Gamla Stan- Consigliatissimo da ogni guida di rispetto, in un ambiente in informale e intimo ho divorato delle deliziose silltallrik, acciughe al burro e panna acida .

Vi chiederete se ho provato le  immancabili polpette affogate nel purè di patate e  marmellata di mirtilli rossi. La risposta è assolutamente sì. Sono le cosidette köttbullar med mos och sylt . Una ricetta che affonda le radici in Turchia, trasportate in loco dal re Carlo (XVIII secolo) dopo che aveva trascroso un periodo di permanenza nell’impero Ottomano per motivi bellici e politici. Naturalmente sono migliori di quelli che si mangiano all’Ikea!

Come nasce Ikea!

Sta a voi decidere se passare  nello store  a Norrmalm del colosso svedese di mobili ormai sdoganato in tutto il globo ( 300 negozi in 25 nazioni) . Di certo è singolare la sua nascita. Fu ormai il defunto Ingvar Kamprad (1936-2008) a concepire il mobilificio per eccellenza a soli 17 anni. Dislessico e povero cominciò registrando la sua attività che inizialmente si limitava a vendere articoli per la casa. Più tardi si allargò alla mobilia conquistando il pianeta.

Questo motore di arredamenti prese il titolo dalle sue iniziali seguite da quelle della fattoria di famiglia (Elmtaryd) e del suo villaggio natale (Agunnaryd). Tanto di cappello al signor Ikea che ha riportato il design alla sua funzione originaria cioè quello scatenato dal Bauhaus: costare poco perché deve portare il bello a tutti!

Alcuni tra i più tipici piatti svedesi

Tornando alla cucina svedese  c’è differenza tra il nord dove si prediligono le carni (alcevitellorenna e maiale) e il sud dove prevalgono le verdure. Per noi italiani è difficile forse apprezzare totalmente questi gusti così semplici, severi anche se molto salutari, che prevedono comunque dei contrasti notevoli . Pensate al loro piatto unico il flygande jacob , uno sformato svedese  di pollobananebaconpanna montatasalsa chili e arachidi tostate. O la pölsa, un intingolo di varie frattaglie di manzo.

Tra i primi vanno forti le zuppe di ogni tipo, per i secondi pesce e carni sono tra i più comuni con contorni di patate e verdure varie. Il salmone impera sovrano in ricette piuttosto basiche come il gravad lax , marinato in sale grosso, aceto, zucchero, aneto e pepe nero. Oppure più complesse come nel laxpudding, pasticcio preparato con patate, cipolle, burro, uova e latte. Se siete di palato più fine per voi c’è l’aragosta blu di Göteborg.

7 specialità svedesi

Ricca in  pani di diverse farine, cereali integrali, proteine ​​e omega-3 ecco un breve elenco di alcune  specialità della gastronomia salata svedese :

  1. Toast Skagen: antipasto di cocktail di gamberi sgusciati insaporiti con maionese, aneto , limone, e guarniti con uova di pesce e serviti su pane croccante spalmato con mostarda di Digione ;
  2. Rodbetsallad: un’insalata di barbabietolerosse bollite, mele ,  cetriolini sottaceto ,  e  rafano ;
  3. Falukorv: wurstel svedese fritto o grigliato infilato nel panino e voilà un hot dog spennellato da senape ;
  4. Husmanskost: spezzatino di vitello cotto nell’aneto, carote, alloro, panna, e cipolla e sfumato con dell’aceto.
La fika svedese è pazzesca!

Non siate maliziosi! Non mi sto riferendo alle bellissime sventole svedesi chilometriche, bionde con tanto di occhi azzurri! La fika in Svezia è quella breve pausa da fare in qualsiasi momento della giornata quando il corpo lo richiede. Da fare sorseggiando qualcosa di caldo come un buon caffè, da cui deriverebbe la stessa parola (con le sillabe invertite!) .

La fika è dunque un rito per gli svedesi che generalmente l’accompagnano con dolci come i kanelbulle,  brioche a forma di girella aromatizzate alla cannella, vaniglia e leggermente zuccherato. Altre prelibatezze zuccherose sono:

  1. Risgrynsgröt e Pepparkakor : budino di riso e biscotti alla cannella per celebrare il Natale o quando si crede più opportuno per gola!
  2. Nyponsoppa: è una zuppa  di rosa canina .  Si assume  come bevanda o come dessert con latte , panna o gelato alla vaniglia insieme a piccoli biscotti alle mandorle;
  3. Filmjölk: uno yogurt acido a cui si aggiunge muesli e zucchero;
  4. Prinsesstårta: è un tipo di torta svedese, costituita da fette di pan di Spagna farcite con crema alla vaniglia;
  5. Lingonberries: una golosità di dolce ai mirtilli e mele molto popolare che fa breccia tra adulti e bambini;

Skeppsholmen

Incastonato tra Gamla Stan e DjurgårdenSkeppsholmen è una piccola terra collegata alla località chic e blasonata   di  Östermalm dal Skepssholmsbron,  il famoso ponte della corona . Fatto in ferro è del  1861. In realtà qui esisteva un ponte di legno sin dal 1600.  Sparì dopo  un incendio. E’ lungo 165 metri ed è noto per la corona dorata, fissata alla ringhiera, che lo decora più o meno al centro.

Proprio per essere incastonato in mezzo al Mar Baltico, divenne per Stoccolma  dal XVII secolo base per la Marina Reale. Dal 1968, anno in cui il complesso militare fu spostato in altrove i fabbricati sono stati occupati da scuole, musei e istituzioni culturali.

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Cosa vedere a Skeppsholmen

Si cammina beatamente a Skeppsholmen, che comprende anche l’isola di Kastellholmen .  Lungo il molo Brobänken si possono contemplare splendide barche a vela, pescherecci o navi da guerra , alcune delle quali sono abitate. Qui si celebra il festival estivo dello Stockholm Jazz Festival. Un appuntamento annuale che ha celebrato il suo 20º anniversario nel 2003,

Notevole è  la chiesa Skeppsholmskyrkan ( 1823-1849 ) . Prima c’era una chiesa  in legno andata persa dal fuoco devastante  del  1822. Inaugurata dal re Carlo XIV Giovanni  (1842) fu progettata dall’architetto Fredrik Blom . A parte il parco Skeppsholmsgården protagonista a Skeppsholmen  è in assoluto il Moderna Museet , ovvero  museo moderno di cui vi accenno qualcosa in basso.

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Moderna Museet  ( info orari e visite)

Moderna Museet è uno dei principali musei di arte moderna e contemporanea in Europa! Progettato da Rafael Moneo, si estende per  5000 m2 di aree espositive  che presentano tutta la creazione artistica a partire dal 1900 a oggi

Il museo comprende opere maestose di : Pablo Picasso, Andy Warhol, Ljubov Popova, Salvador Dalí, Meret Oppenheim, Robert Rauschenberg, Donald Judd e Irving Penn, e  tanti altri artisti contemporanei . Accessibile a tutti e interattiva, la collezione comprende : dipinti, sculture (anche poste all’aperto)  installazioni, film, video, disegni e stampe di artisti svedesi e internazionali del XX e XXI secolo, nonché fotografie dal 1840 ai nostri giorni. Oltre alla sua parte museale, il Moderna Museet  comprende anche un negozio e un ristorante che si affaccia sulle incantevoli coste dell’isola.

Maurizo Cattalan

Tra i più chiacchierati ed acclamati artisti italiani Maurizio Cattalan si guadagna un posto d’onore. E me lo sono ritrovato al Moderna Museet  con la sua personale intitolata The third Hand, una riflessione sul potere. Accanto a lui altri artisti del calibro di :  Eva Aeppli, Cecilia Edefalk ,  Lena Svedberg e Rosemarie Trockel

Padovano , classe 1960 Maurizio Cattalan  non ha mai frequentato nessuna scuola o accademia. Dopo il diploma a un istituto tecnico ha fatto vari lavoretti per mantenersi fino al suo impiego da infermiere. Per non annoiarsi elaborava creazioni , le fotografava e le inviava a varie gallerie. Una di quelle che per prime  lo lanciò fu la Neo di Bologna. Artista piuttosto discusso dopo l’acquisto di un collezionista della sua banana attaccata a un muro con del nastro adesivo, può piacere come non piacere . L’arte moderna rimarrà sempre un mistero , ma è l’espressione della nostra era.

Per cui facciamocene una ragione, e ciò fa riflettere. Come dice il maestro ogni cosa può essere rivalutata se cambia il contesto. Pensate appunto al frutto giallo appiccicato in una teca museale! Lui non è mai stato molto versatile a interviste o a spiegare bene cosa vuole trasmettere con la sua arte, perché, a detta sua laddove si capisce perde d’interesse!

The Third Hand a Stoccolma

Mi piace molto l’arte ma posso solo riportare e non criticare quello che è passato davanti i miei occhi, che oggettivamente, mi ha lasciato un po’ perplessa. Tra i vari soggetti strani e comunque ognuno con un loro significato ben preciso mi hanno stravolto:

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National Museum (info orari e visite)

Allocato  nella penisola Blasieholmen Il Nationalmuseum è il museo d’arte più acclamato di   Stoccolma.  Furono  il re Gustavo III e Carl Gustaf Tessin i suoi ideatori e benefattori esponendo un’impressionante collezione d’arte.

Per l’esattezza oltre 700.000 tra oggetti di arte, mobili, ceramica, vetreria, sculture, dipinti, porcellane , grafica e  design moderno dall’Alto Medioevo a ora. Una menzione particolare meritano le teledi :  Carl Larsson, Anders Zorn, B. Liljefors, Ruben, Degas,  Rembrandt , El Greco, Renoir , Goya, Manet, e  Gauguin. Tanto altro ancora  è racchiuso in questo tesoro fatto tra il 1844 e il 1866 in stile rinascimentale per mano dell’architetto tedesco Friedrich August Stüler.

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Conclusioni. Stoccolma in un weekend

Non potrei concludere meglio che invitarvi  a staccare u biglietto per Stoccolma . Una fuga romantica o un regalo per la propria famiglia è adatta a tutti i tipi di viaggiatori che vogliono esplorare il grande Nord e vivere qualcosa di estremamente unico.

Stoccolma è una Venezia tutta scandinava che si adagia sulle sue acque cristalline e si illumina di luce per periodi più lunghi dei nostri. Vedere il sole calare alle 10 di sera è una sensazione forte che  porterò sempre dentro di me . Questo e altro vi aspetta nella severa e briosa urbe.  Non fatevi ingannare dalla sua aria ordinata e pulita , perché sotto sotto è una city che adora fare tardi fino a notte fonda e trabocca di luoghi incantevoli.

Qualcuno anche molto estroso e all’avanguardia come il cimitero  di Skogskyrkogården  (1915-1940) . Ubicato a  Enskede fu realizzato dagli architetti Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz. La loro missione era quella di creare un’unità di paesaggio ed edifici che offrisse ai visitatori un’esperienza di vita e morte, speranza e dolore, luce e oscurità, natura e architettura: il ciclo della vita. Fate buon viaggio!

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Albergo Locanda sul Mare, Ischia Porto

Albergo Locanda sul Mare, Ischia Porto

“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta”

Gabriele D’Annunzio

‘Albergo Locanda sul Mare’, Ischia Porto

Senza dubbio l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’    in via Iasolino, 80  a Ischia Porto è stata la scelta giusta per scoprire a fondo Ischia. Ci ho soggiornato per la prima volta la scorsa estate in occasione del mio wine report presso la cantina  ‘Pietra di Tommasone’ , che volevo conoscere. Perchè  la sua uva è stata donata per il progettoMosaico per Procida 2022′una conferenza stampa tenutasi nel comune di Procida . Vi ho partecipato per celebrare l’omonimo blend di 26 vitigni campani (un bianco) fatto per celebrareProcida capitale della Cultura 2022′Un progetto importante realizzato dall’enologo internazionale Roberto Cipresso e divulgato dal  giornalista Gaetano Cataldo.

Inevitabile ritornare a Ischia  , una delle tre perle del Golfo di Napoli (insieme a Capri e Procida). Perché me ne sono innamorata! Così a fine Ottobre ho fatto le valigie per andarmi a riprendere il cuore lasciato tra i granelli della spiaggia  dorata  di San Pietro! Dall’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ Ischia Porto è  cominiciata la mia avventura nell’isola verde. Una settimana  mi è appena  bastata per toccare cinque dei sei punti cardinali dell’atollo campano:

Il risultato è stato una mini guida in questi 6  articoli dedicati a  Ischia che potrete utilizzare per  farvi  un’idea del fascino di questo angolo di paradiso:

  1. ‘Ischia , Golfo di Napoli’ ;
  2. ‘Ischia in 4 giorni‘; 
  3. ‘Giardini della Mortella’; 
  4. ‘Negombo’; 
  5. Cantina Raustella 
  6. Tour da Baia di Cartaromana alla Grotta del Mago con Il Borgo di Mare, servici nautici di Ischia Ponte

Mi sono resa conto che Ischia  non vuol dire solo terme. Questo perché vanta  uno straordinario patrimonio storico, artistico, culturale, ed enogastronomico. E l’ospitalità  alberghiera è davvero al top, come quella dell’ ‘Abergo Locanda sul Mare’  a Ischia.

‘Albergo Locanda sul Mare’ , una finestra sul ‘catino borbonico’ 

Per quanto riguarda l ‘ Abergo Locanda sul Mare’  a Ischia Porto  è un palazzo storico del 1900 . La reception è subito all’entrata. Qui  il proprietario  Giuseppe Macrì accoglie i suoi clienti con un gran sorriso. L’edificio è due piani , tutto dipinto di banco. Un’architettura semplice in stile perfettamente Mediterraneo,   ravvivata da rampicanti di bouganville rosa.

Sul pianerottolo c’è un piccolo cancelletto in ferro battuto. Esso dà su un ingresso stretto e lungo decorato con fine ceramica e piccoli mosaici. Da qui si accede a una scala che porta al piano superiore.  I corridoi custodiscono piante esotiche, oggetti da collezione (come delle rare  Olivetti), specchi e vecchie stampe d’ Ischia

Le stanze panoramiche dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ 

All’ Abergo Locanda sul Mare’  a Ischia Porto ci sono in tutto 9 stanze confortevoli e di varie dimensioni (5 sono fino a quattro posti letto) . Esse sono dotate di tutti i comfort possibili, tra i quali:

  • Finestre insonorizzate;
  • Bagno privato con box doccia;
  • Aria condizionata;
  • TV.

Ottimo è il suo rapporto  qualità prezzo  . In questo  oltretutto c’è incluso  il servizio di ricambio giornaliero di lenzuola e asciugamano. L’ordine e la pulizia sono imeccabili. E qualsaisi cosa succeda potete contare sull’aiuto dei proprietari.

Il fattore woh dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ : il porto borbonico!

In particolare la caratteristica principale  dell‘Abergo Locanda sul Mare  a Ischia Porto  è che si affaccia sul ‘catino borbonico’. In questa maniera si è soliti soprannominare il porto della cittadina. Questo fu voluto dal   re Ferdinando II di Borbone, che lo  inaugurò nel 1854 . Un’opera faraonica che decretò la fortuna d’ Ischia . Essa  presto passò da un’ economia di stampo agricolo a una più solida e diversificata  basata sui traffici  commerciali oltremare.

Sapevate che il porto borbonico  in origine  era  un lago vulcanico? Questa è una tesi avvalorata non solo da  Plinio il Vecchio. Ma altresì  dalla presenza di un pezzo di tufo che affiora in superfice nel bacino. Si tratta di quella piattaforma rotonda, ormai coperta di pietra , collocata alla fine del pontile in ferro del terminal delle navi. Pochi sanno che il suo nome è  ‘Tondo di Marco Aurelio’ , chiamato in questo modo in onore dell’imperatore romano che ne discuteva nelle sue esercitazioni retoriche al suo precettore Frontone.

6 buoni motivi per prenotare ‘Abergo La Locanda sul Mare’  a Ischia Porto

In breve , l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ aIschia Porto è la soluzione ideale per trasformare la vostra vacanza  a  Ischia  in un’esperienza indimenticabile. Prima di tutto ti senti come a casa . In aggiunta la posizione strategica della struttura è impagabile perché si trova:

  1. Di fronte a voi appena scendete dall’aliscafo , e a 300 metri dal molo dei traghetti;
  2. A due passi dal centro di Ischia Porto  , che si snoda da via Roma verso Corso Vittoria Colonna . Queste sono le due strade principali , un boulevard puntellato di negozi , gioiellerie,  lidi attrezzati e spiagge libere;
  3.  A venti minuti da Ischia Ponte, una borgata antica con un concentrato di attrattive monumentali imperdibili ;
  4. Vicino alla ‘Rive Droite’ , ovvero la riva destra del porto. Praticamente questa è l’anima pulsante della movida ischitana. Ci sono tanti locali rinomati, per cui a qualsiasi ora si rientri c’è sempre qualcosa da fare. Qui si possono mangiare ottime specialità di pesce, bere vini pregiati. Qualche suggerimento? Provate la ‘Taverna Antonio’, e ordinate le sarde fritte alla birra . Oppure deliziatevi a degustare un calice di  Biancolella  freddo  da  ‘Perazzo’ , che è un wine bar originale ricavato in grotte di tufo verde del XIX secolo;
  5. Alle spalle del capolinea dei bus in via Baldassarre Cossa, 4 .   Questa è una comodità assoluta, se volete usare i mezzi (clicca qui per gli orari ) per  visitare Ischia  ;
  6. Accanto a servizi di ogni genere: agenzie per prenotare bici, motorini, e auto, supermercati, paninerie, distributori automatici.

I misteri di Ischia  

A proposito, dimenticavo in lista un’altra ragione per soggiornare all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’Ischia Porto ! Quale?  La colazione servita a base di caffè e  cornetti ischitani.  Detti ‘ad ape’  perché sono bicolori, questi  sono i tipici crossaint locali. Sono fatti con un doppio impasto di pasta frolla e brioche. Un mix che li rende  leggeri e succulenti. Vuoti o ripieni di crema con la classica goccia di amarena, vanno assaggiati rigorosamente caldi!

Ricordo ancora il profumo di quell’oro nero e di quelle paste. Per non parlare dei racconti di  Giuseppe Macrì  che ogni mattina mi raccontava qualche mistero su   Ischia  ! Ve ne  svelo qualcuno.

1. Vittoria Colonna e Michelangelo

Primo posto per il ‘Castello Aragonese’  (474 a.C.)  . Esso si staglia su un isolotto  nella frazione di  Ischia Ponte a cui è collegato da un ponte di 220 metri. Esso è certamente uno dei richiami d’interesse più affascinanti d’ Ischia  perché è simbolo dei suoi burrascosi trascorsi storici. Ma come ogni castello che si rispetti è ricco  di leggende e spiriti .

Dai Greci, ai Romani, fino agli Aragonesi il ‘Castello Aragonese’  celebrò nel 1509 le nozze tra Fernando Francesco D’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna. Si dice che per la perdita del marito la nobildonna si immerse nelle arti, creando in quella rupe abitata un cenacolo culturale. A questo parteciparono tra gli altri i letterati Ludovico Ariosto, e Jacopo Sannazzaro . Nel gruppo c’era pure il celebre scultore Michelangelo Buonarrotio. Con questi  pare   Vittoria Colonna avesse intrecciato una relazione amorosa vissuta di nascosto attraverso un passaggio segreto nell’ adiacente ‘Torre Guevera’ .  

2. Il ‘Putridarium’ delle Clarisse

Seconda posizione spetta al ‘Putridarium’. Questa era la sala dove si mettevano a colare le monache decedute del  convento  delle Clarisse. Ciò serviva per purificare il loro spirito dalle impurità della vita terrena. L’aristocratica napoletana Beatrice Quadra fondò l’ordine dopo la perdita delconsorte Muzio d’Avalos nel XVI secolo. In quel periodo  il ‘Castello Aragonese’ assunse le dimensioni di un paesino con:

Chissà che in questo Purgatorio non si possa sentire il respiro di qualche defunta! Le suore di clausura sopravvissero per duecento cinquant’ anni.  Precisamente fino al 1810, quando Gioacchino Murat soppresse tutti gli ordini religiosi per impossessarsi delle loro ricchezze. Ceduto alla famiglia Mattera nel 1912 , il ‘Castello Aragonese’   fu recuperato dal suo stato di abbandono .  Negli anni ’90 fu aperto al pubblico  (clicca qui per orari e prezzi biglietti) e a grandiose kermesse di ogni genere artistico.

3. La ‘Grotta del Mago’

Il terzo podio va alla  ‘Grotta del Mago’ . Questo è un  altro enigma che ha appassionato residenti, studiosi e persino le truppe tedesche. Queste forse ci si infilarono per riportare a Hitler qualche tesoro. Si narra che all’interno di questa cava , posta tra  Punta Lume e Punta Parata, dei pescatori fossero come ipnotizzati da una strana epifania. Quella di un vecchio canuto dall’aspetto gentile e di alcune ninfee.  A quanto pare quella visione era di buon auspicio, interpretata come augurio di un abbondante pescato.

Quindi negli anni trenta ci furono numerose spedizioni speleologiche per studiare la ‘Grotta del Mago’ . Si innalzarono parecchie impalcature, che furono poi smantellate da delle forti mareggiate. Da allora si spensero tutti i tentativi di scavare  sui segreti  ‘Grotta del Mago’  , che non hanno mai smesso di suscitare stupore e curiosità.

5. Il crocifisso e il raggio verde della ‘Chiesa del Soccorso’

Numero cinque è la ‘Chiesa del Soccorso’ , che con la semplicità dei suoi esterni candidi  ci ricorda i paesaggi della Grecia. Dedicata alla ‘Madonna della Neve’, essa è custode di tutti i pescatori. Un piccolo tempio sacro del 1350 sito su un promontorio a picco sul mare. Il punto giusto dove ammirare un tramonto.

Se siete fortunati al calare del sole, vedrete per pochi istanti un raggio verde  all’orizzonte. In questo caso non è una leggenda.  Infatti è  un fenomeno ottico raro della rifrazione della luce solare nell’aria. Questo accade se il cielo è limpido. E se non c’è foschia c’è una veduta magnifica sul Lazio fino a Ventotene, Formia e Gaeta.

Superbo è il  piazzale antistante la ‘Chiesa del Soccorso’ , che è stato battezzato  Papa Giovanni Paolo II  ( per la  visita pastorale il  5 maggio 2002). Internamente preserva diversi capolavori di  Cesare Calise , e un  crocifisso ligneo del XVI sec. a.C. Quest’ultimo, secondo alcune voci popolari, era diretto su una nave verso la Sardegna. A causa di una tempesta i marinai si fermarono presso la ‘Chiesa del Soccorso’  . Al momento di togliere le ancore, il  crocifisso ligneo   oppose resistenza. E si lasciò lì a proteggere ogni pellegrino!

6. Il mistero del popolo di Agharti

Numero sei è il rebus più avvincente! Ascoltate bene! Ischia   potrebbe essere una porta al fantastico mondo degli Agarthi, un popolo alieno che vivrebbe sottoterra.  Questo mito risale al Medioevo quando il vescovo Corrado di Querfurt azzardò l’ipotesi che l’accesso alla terra Cava di Agarthi coincidesse con un’entrata nelle viscere dell’Epomeo.

Figuratevi che a questa teoria credeva sempre lo stesso Hitler, che era appassionato di esoterismo. Secondo lui gli Agarthi sarebbero stati una sorta di razza madre della stirpe ariana. E di conseguenza i progenitori dell’umanità. Proprio il Führer  ordinò ai sui soldati di scovare a Ischia Porto  il passaggio  per Agarthi . A tal proposito furono scandagliate la ‘Grotta di Mavone’ ( Forio d’Ischia) e  la ‘Grotta del Mago’ , di cui già vi ho accennato in alto.

A essere rigorosamente scientifici non ci dovrebbe essere nulla di vero in tutto questo. L’unica certezza plausibile sarebbe qualcuno anticamente poté perdersi e fantasticare su regni di umanoidi su cui ci si inventò in seguito delle favole!

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‘Albergo Locanda sul Mare’ ,  il rifugio degli artisti. Hans Purrman

Non c’è da meravigliarsi che in passato all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’Ischia Porto ci si rifugiavano spesso personaggi di prestigio nazionali e internazionali. Appena sbarcati a Ischia  se lo ritrovavano davanti! Per forza di cose con quelle camere confortevoli, minimali e arredate  con il  blu della marina.

Come la n. 115 dove dormiva l’incisore tedesco Hans Purrman ( nel 1910 partecipò  alla fondazione della scuola di Matisse a Parigi). Dalle persiane spalancate sul porticciolo Borbonico adorava dipingere particolari scorci che per varie vicissitudini non rimasero in loco!

Hans Purrman era un ebreo in fuga che veniva volentieri all’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ per allontanarsi da tutti i suoi problemi. E tra le altre cose fu proprio lui il talent scout di Luigi De Angelis, che da barbiere finì per essere un acclamato ritrattista e paesaggista locale!

Giuseppe Macrì, il pittore delle vele

Inoltre l’ ‘Abergo La Locanda sul Mare’ a Ischia Porto  è una vera e propria galleria d’arte diffusa, i cui pezzi più pregiati sono i  quadri firmati dallo stesso Giuseppe Macrì .  Con due mostre collettive (1990) alle spalle, questo affermato albergatore è un uomo solitario. E schivo come un gatto, ma con un trascorso da artista tutto da raccontare.  

Giuseppe Macrì vive in simbiosi con la sua Ischia  . Il suo umore è regolato dal  porto borbonico. Ovvero quando è vuoto si rallegra, quando si riempie di turisti diventa un irascibile fascista! Pertanto  ne ho approfittato una serena e tranquilla mattina d’ autunno, quando l’ho invitato a uscire dalla sua tana per mostrarmi qualcosa di speciale  d’ Ischia .

‘Villa Altana’ , le cupole arabeggianti d’Ischia Porto

Dopo una sosta a un bar per delle buone spremute d’arancia, io e Giuseppe Macrì ci siamo avviati verso la parte sinistra d’ Ischia Porto  . Giunti  in via delle Fornaci, mi ha abbagliato la maestosità  delle cupole immense , e arabeggianti di ‘Villa Altana’ .  Questa era la residenza del colonnello Giovanni Masturzi, poi acquistata  e messa a nuovo dal duca L. S. Camerini nel secondo dopoguerra. Ovviamente non ci sarei mai potuta arrivare qui da sola con l’aiuto di una semplice guida.  Questa zona è conosciuta come Pagoda’, in memoria di un tempietto cinese in legno voluto da Ferdinando II per i suoi   gran galà.

Superato questo monumento , ci addentriamo nella villa comunale adombrata da  alberi secolari e gelsomini. Con tanto di veduta sul  Vesuvio  e Golfo di Napoli ci siamo appoggiati su un muretto rovente per il caldo torrido. Qui San Gennaro ha fatto la grazia, perché il Duchamp ischitano mi ha concesso una breve intervista!

Giuseppe Macrì, l‘ artista dell’ ‘Albergo Locanda sul Mare’ a  Ischia Porto. 

Classe 1960, Giuseppe Macrì ha continuato l’attività alberghiera del padre e del nonno, che di origini calabresi si erano trasferiti per motivi di lavoro a Ischia . Nel 1940 i familiari pian piano acquisirono diverse terre, e aprirono un ristorante, una salumeria, e un minimarket.

Successivamente comprarono una palazzina da un vecchio vignaiolo, che per difficoltà economiche lo mise all’asta di Viareggio. Quel rudere presto fu restaurato , e in appresso si fece fruttare come pensione e infine trasformato nell’ odierno ‘Abergo  Locanda sul Mare’   .

Da venti anni  Giuseppe Macrì porta avanti il suo lavoro con sacrificio e dedizione insieme a Olimpia de Angelis  e il figlio. Il suo contributo all’espansione e al rendimento della proprietà fu decisivo.  Dall’affitto di un gozzo in legno per i clienti per circumnavigare Ischia  , alla modernizzazione della proprietà nel 2006.

L’arte secondo Giuseppe Macrì . In principio fu una caverna!

Giuseppe Macrì  si è sempre dato da fare per mandare avanti i suoi affari e ci è riuscito egregiamente. Gli impegni lo hanno assorbito vorticosamente.  Solo di recente che ha ripreso la sua vera passione, cioè la pittura. Lui ama definirsi un autodidatta. Da quando a sei anni abbozzava i primi schizzi con uno spazzolino da denti e dei tubetti di colore presi dalla spazzatura.

Mi ha confessato che viaggiava parecchio da giovane in Europa. Nelle attrattive delle grandi capitali riusciva a cogliere l’essenza dei principi di un’arte che modellò a piacere suo. La musa ispiratrice di Giuseppe Macrì rimane comunque la bellezza d’ Ischia  , la stessa che ogni giorno meraviglia lui stesso i suoi concittadini. Questo è un atto di amore verso i suoi spettatori.  A loro regala pennellate di poesia, quella che è inesistente in tanti aspetti della società contemporanea.

Vecchie ciabatte e porte d’oriente. Le creazioni artistiche di Giuseppe Macrì

Giuseppe Macrì   trasse nutrimento dalle incisioni rupestri , dalla ‘Cappella Sistina’, dal ready-made. I suoi maestri furono, Marc Chagall, Jackson Pollock,  Vektor Pisani, Aniellantonio Mascolo, Robert Rauschenberg,  Anselm Kiefer, e Piero Manzoni. Come per quest’ultimo per Giuseppe Macrì  : “un oggetto rimane un oggetto fino a quando l’artista non lo trasforma in un’opera d’arte”.

Nasce da questa contaminazione artistica un file ruge che attraversa tutte le creazioni di Giuseppe Macrì , che sono parecchio versatili:

  • Tele con le vele, che rimandano all’utopia di un pianeta migliore;
  • Schizzi stilizzati del Vesuvio, che è emblema di potenza e rinascita;
  • Installazioni fatte di salvagenti, sughero, ciabatte consumate, e rubinetti, che sono rappresentazione della forza distruttiva dell’uomo;
  • Porte con scritte orientali, che diventano un messaggio di speranza per trovare una via d’uscita al consumismo capitalistico.
L’arte , un urlo contro le brutture della società contemporanea

Tutte produzioni autentiche, che sono diverse le une dalle altre, ma simili nell’intento. Ovvero  quello di stimolare l’immaginazione dello spettatore come unica risorsa per sopravvivere alla bugia dell’esistenza moderna.

Giuseppe Macrì  alterna la tecnica dell’acrilico a quella del combine painting. I suoi capolavori austeri, drammatici, teatrali e brutali sparsi per l’albergo diventano dunque concetti, pieni di rimandi simbolici, ed esoterici. Un urlo contro questa società ignorante e consumistica.

 La festa del porto del 17 Settembre 2014

Una foto un po’ sbiadita del porto Borbonico ha catturato la mia attenzione l’ultimo giorno di permanenza presso l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’   . Quella cornice era un ricordo parecchio importante per Giuseppe Macrì  .

Esattamente è lo scatto che immortalava la sua partecipazione il 17 Settembre del 2014 alla ‘Festa del Porto’ . Il  comune e il sindaco Peppe Brandi vollero questo grandioso spettacolo per celebrare i cento cinquant’anni  della nascita del porto d’Ischia nel 1854 per volontà di  Ferdinando II. A bordo di una barchetta  Giuseppe Macrì   celebrava l’ingresso dei galeoni borbonici  del re della regina al porto completamente svuotato al ritmo  del saluto regale con ventuno colpi a salve!

La ‘Festa del Porto’  fu un evento in gran pompa magna, che durò circa quindici giorni per un totale di sei edizioni. Questo era un galà unico nel suo genere arricchito con cortei mostre, stand con cibo e vino, premi, fuochi pirotecnici, e la presenza di una banda musicale e dell’esercito Borbonico. Giuseppe Macrì  girava anche per le scuole per diffondere la grandezza della storia del Sud. Tuttavia, il sipario calò presto. E questo appuntamento imperdibile si spense come una candela al vento per negligenza politica e mancanza di fondi.

L’ ‘Abergo Locanda sul Mare’   , Ischia   nell’anima

Non c’è nulla da fare, l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’ a Ischia Porto  è il  posto perfetto per perlustrare  Ischia. Non solo per la sua centralità che lo collega a tutti i versanti.  Ma principalmente per l’accoglienza di Olimpia de Angelis  e Giuseppe Macrì,  che sono dei gestori di gran talento. E mi hanno trasmesso il loro amore immenso per un territorio che è di un fascino disarmante. Compreso nella prenotazione all’ L‘Abergo Locanda sul Mare’  c’è il lusso delle piccole grandi cose. Come il rumore del mare che sveglia alle prime luci del mattino. O il canto dei gabbiani che la sera addormenta mentre volteggiano sopra le ultime barche che rientrano al molo.

Per concludere, a Ischia si respira un’aria internazionale che è iniziata negli anni ’50 per gli investimenti dell’imprenditore milanese Angelo Rizzoli. Passeggiando per qualche lungomare ci si  gira a guardare stranieri ben vestiti, o magnifici yatch attraccati a qualche baia cristallina. Improvvisamente lo scenario cambia appena ci si addentra in qualche vicolo internato. Assale il profumo del pane appena sfornato.  Tra i banchi di frutta e verdura presi d’assalto dalle massaie per l’ora di pranzo. Queste sensazioni di un tempo autentico che a tratti pare essersi fermato sono quelle che mi sono più rimaste addosso d’Ischia Porto . Adesso è il vostro turno! Vi auguro buon viaggio!

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