Ischia cosa fare in 4 giorni

Ischia cosa fare in 4 giorni

“… ora sono commosso dalla Partenopea intrisa di luce,
il mio grazie è per te, Ischia,
cui un buon vento m’ha portato
a goderti con dei cari amici …”

 

Ischia  in 4 giorni

Senza dubbio girare  Ischia  in 4 giorni è stato un antidoto efficace alla mia nostalgia dell’isola verde. La bellezza di questo atollo campano mi ha stregato a tal punto che ci sono tornata una terza volta. Così a Ottobre ho fatto le valigie e sono partita!

Sono stata ospite presso  l’ ‘Abergo Locanda sul Mare’  in via Iasolino , 80  a Ischia Porto . Grazie alla posizione strategica di questo delizioso hotel , ho  esplorato quasi tutta Ischia. Per cui  in questo articolo vi propongo degli itinerari da fare per le vostre prossime vacanze : dal porticciolo borbonico  a Sant’Angelo , da Forio  a Lacco Ameno .

Per di più perlustrare Ischia  in 4 giorni mi ha fatto capire che qui di straordinario c’è qualcosa di più  delle sue rinomate terme. Infatti gli spazi sono infiniti e variegati,  e accolgono un immenso patrimonio storico, artistico, culturale ed enogastronomico. Ecco perchè  vi consiglio di non starci solo per un weekend . Troppo poco tempo per perdersi in 46, 3 km2 di meraviglie da scoprire! Seguitemi!

Ischia in 4 giorni. 1° Tappa,  Ischia Porto

Inevitabilmente il mio percorso è iniziato da Ischia Porto ,  in origine chiamata ‘Villa dei Bagni’ per via delle fonti termali di ‘Fornello’ e ‘Fontana’.   Questo magico borgo marinaro rappresentò la svolta di tutta l’isola  con l’inaugurazione del suo porticciolo il 17 Settembre del 1854.

Fu Ferdinando II di Borbone che ebbe l’intuizione straordinaria di trasformare quello che in passato era un lago vulcanico in un’opera pubblica fondamentale. Uno scalo portuale che favorì lo sviluppo economico locale, collegando la comunità isolana con i traffici commerciali e turistici esterni.

4 giorni a  Ischia Porto per un soggiono sull’isola

Situato tra la collina di S. Alessandro e il ‘Castello Aragonese’, Ischia Porto  costituisce infatti l’ingresso principale per approdare a Ischia . Tuttavia, ci sono altri accessi portuali sia  a Forio che a  Casamicciola Terme (gli altri a Lacco Ameno e Sant’Angelo sono per lo più approdi per le barche da diporto).

Nello specifico a  Ischia Porto  attraccano:

Ischia Porto, il cuore dell’isola 

Sicuramente Ischia Porto  è la zona perfetta dove alloggiare perché è servitissima. Ed è connessa a tutte le principali attrattive isolane per la presenza di:

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La ‘Rive Droite’ di Ischia Porto!

Che dire! Ischia Porto  è il cuore pulsante d’Ischia  per la vivacità diurna e notturna del porto borbonico sulla riva destra. Questa è soprannominata ‘Rive Droite’, e da queste parti si trovano tanti bar e localini dove ci si può divertire, mangiare e bere qualcosa.

A proposito, vi suggerisco:

Via Roma e Corso Vittoria Colonna, il fulcro di Ischia Ponte

Proprio a due passi dalla ‘Rive Droite’  per lo shopping basta imboccare via Roma e Corso Vittoria Colonna.  Queste sono le principali arterie di Ischia Porto  , che costituiscono un boulevard pieno di botteghe, gioiellerie, e bazar di prodotti tipici . Non mancano gli accessi alle spiagge più vicine.

Come quelle del ‘Lido’ e di ‘San Pietro’ di fronte il quale si erge l’ ‘Acquario’ (1905). L’artefice di questo edificio dal caratteristico color porpora fu l’ architetto Carl Sattler  su commissione di Anton Dohrn (1840-1909), un insigne zoologo marino. Lo scienziato tedesco ci abitò quando ci studiava .  Spesso ospitava i suoi amici con i quali si svagava e si dilettava in colte dissertazioni. Negli anni ’60 l’ ‘Acquario’ diventò un distaccamento della Stazione  Zoologica Napoletana e Laboratorio di Ecologia del Benthos’   , istituzioni fondamentali per  le ricerche nel campo dell’ecologia marina.

Un panino alla ‘Zingara’ con Massimo Venia

A Ischia Porto  non mi sono fatta scappare  Massimo Venia, illustratore delle migliori etichette della ‘Cantina Pietra di Tommasone’ . Appena entrata nel suo atelier al numero 32 di via Roma questo timido pittore ischitano, mi ha stretto calorosamente la mano. Erede del maestro Mario Mazzella , i suoi acquerelli sono una celebrazione degli scorci più incantevoli d’ Ischia

Non finirò mai di ringraziarlo per avermi fatto compagnia con uno spritz al  ‘Bar dell’Orologio’ , famoso bistrot in   via Vittoria Colonna, 195 . Di rito per uno spuntino sostanzioso si è provata un’eccellenza ischitana, cioè il ‘panino alla Zingara’! Cosa è? Due golose fette di pane ‘cafone’ farcito con prosciutto, mozzarella (o fior di latte), maionese e lattuga. La ricetta originale prevede le pagnotte del leggendario ‘Panificio Boccia’ a Ischia Ponte, dove è nata nel 1977 nel pub-paninoteca ‘La Virgola’ .

Clicca qui per itinerario a piedi  in centro a Ischia Porto su ‘Google Maps’ 

 

10 cose da fare a Ischia Porto 

1. ‘Villa Altana’: in via delle Fornaci si nasconde una palazzina dai tratti arabeggianti, che incanta con le sue cupole moresche, finestre bifore, e muri merlati. Era il rifugio del colonnello e avventuriero Giovanni Masturzi. Nella II°  Guerra Mondiale il duca S. Camerini comprò e salvò dall’oblio questa  imponente costruzione.

A sua volta essa era ricavata da un precedente tempietto cinese in legno. Questo fu ingegnato da Ferdinando II di Borbone per i gran galà  dell’inaugurazione del porto  .   Era noto con l’appellativo di Pagoda’ con cui ancora oggi ci si riferisce a questo punto a sinistra di Ischia Porto.

2. ‘Chiesa S. Maria del Porto Salvo’  : posizionata sotto il  Montagnone  fu fatta  nel 1856 per volere dei Borbone su progetto dell’ Ingegner  Quaranta .

A pianta a croce latina  possiede  tre navate, le cui pareti sono decorate da stucchi con diversi motivi . Ci sono due piani ed è ricca internamente di opere di valore.

3. Palazzo Reale’ : in piazza Antica Regia originariamente era una Spa per le classi benestanti appartenente alla famiglia Buonocore. Queste persone furono dei veri e propri pionieri per avere tratto vantaggio dalle sorgenti sottostanti di ‘Fontana’ e ‘Fornello.

Rimane un mistero come la proprietà passò ai Borbone . Dal 1877 dopo molte controversie storiche legate al ‘Regno di Napoli’ , il  Palazzo Reale’ , spettò al demanio militare con uso riservato per lo stesso esercito.

4. ‘Chiesa di Santa Maria delle Grazie’ :  questa chiesa è detta anche di ‘Sant’Antonio alla Mandra’ , perché è posta in località ‘Mandra’, ovvero dove pascolavano greggi.

Risale al XIV secolo ed è in stile Barocco. Dal 30 settembre 2003 vi è custodita la salma di San Giovan Giuseppe della Croce, un altro patrono d’Ischia .

5. ‘Chiesa di San Girolamo’ : questa parrocchia si staglia nell’omonima piazza . Tutta bianca ispirò molti artisti che l’immortalarono nelle loro tele per l’essenzialità delle sue forme. Del 1301 fu edificata poco dopo  l’ultima e tremenda eruzione dell’Arso.

Nel XVI secolo fu gestita dai frati di ‘Santa Maria della Scala’, e continuò a essere rimaneggiata fino al 1950. Tre sue particolarità ci sono:  una lapide che commemora le nozze della poetessa Vittoria Colonna con Ferrante D’Avalos (XVI sec.), un epitaffio per i morti in guerra , e un libro con le immagini dei quattro deceduti a causa della frana Monte Vezzi (2006).

6. ‘Chiesa S. G. G. della Croce’ : una chiesetta gialla piazzata esattamente accanto alla ‘Spiaggia dei Pescatori in contrada  ‘Mandra’,  dove si venera il culto della Madonna bambina . Questo piccolo tempio sacro è minimale e conserva:in via L. Mazzella, 70 questa basilica a croce latina è del 1636 e venne modificata varie volte fino al 1851 per iniziativa di Pio IX. Spicca subito una cupoletta di mattonelle smaltate di giallo e verde, vicino ci sta una torre e la cappella di San Giovan Giuseppe della Croce.

Attraverso una rampa di scalini di marmo si accede all’‘Arciconf. S Maria di Costantinopoli’  eretta nel 1613 . Particolare è l’usanza del 25 Agosto quando si porta in processione una statua della Madonna ivi riposta. C’è solo una navata.  Mentre negli archi reggenti il soffitto sono affrescati i principali episodi del ‘Vecchio e del Nuovo Testamento’. Questi sovrastano un altare del XVIII fatto di marmi policromi. Sparsi qua e là quadri che parlano dell’ecclesia ischitana.

7. ‘Cattedrale dell’Assunta’: questo monumento religioso a tre navate sostituì la primitiva cattedrale ischitana collocata all’altezza del ‘Castello Aragonese’   (fu distrutta dai bombardamenti inglesi) . La sua facciata è barocca ed è protetta da una cancellata in ferro. Al lato c’è un campanile antecedentemente adibito a fortezza per le scorrerie saracene.

Al suo interno di grande effetto è un quadro raffigurante una Madonna. Il suo volto pare essere quello della moglie di Pietro Cossa (figlio di Giovanni Cossa governatore d’Ischia e Procida), che nel XIV secolo fece innalzare lo stesso duomo. Alla  ‘Cattedrale dell’Assunta’ notevole è la cappella con un’altra Madonna alla quale Vittoria Colonna soleva pregare per il ritorno del suo amato sposo.

8. Ischia Ponte: è la parte antica di Ischia Porto  da cui dista poco più di 1, 5 km  ( andando a spasso per tutto  Corso Vittoria Colonna  ci si arriva in venti muniti) . Se ne attesta l’esistenza sin dal XIII secolo. Nel 1300 Ischia Ponte era conosciuta con il nome di ‘Borgo di Celsa’ per i gelsi che l’abbellivano.

Nel 1700 questo semplice villaggio si riempì di gente per lo spopolamento del ‘Castello Aragonese’, che è uno dei suoi principali richiami insieme al ‘Museo del  Mare’.  Quest’ultimo dal 1996 illustra su tre piani rudimentali attrezzi per la pesca, che era la fonte principale di sostentamento d’Ischia un tempo. Altre due mete da non perdere sono: la  ‘Torre di Guevara’ , teatro forse dell’amore tra Vittoria Colonna e Michelangelo, e i resti sommersi della città romana di Aenaria  nella  baia di Cartaromana .

9. ‘Castello Aragonese’ : questa solenne fortezza è arroccata su un isolotto, ed è collegata a Ischia Ponte da un ponte in muratura di 220 metri. Le sue fondamenta furono gettate da   Gerone  di Siracusa474 a.C. ) . Lo stratega lo ricevette dai Cumani per averli aiutati nella guerra contro i Tirreni. Il ‘Castello Aragonese’ comprende quindici soste:

  1. La Chiesa dell’Immacolata;
  2. IlConvento di S. Maria della Consolazione;
  3. IlCimitero delle Monache;
  4. LaCasa del Sole;
  5. LaChiesa di San Pietro a Pantaniello;
  6. I Palmenti per la vinificazione e cellaio;
  7. Il Carcere Borbonico;
  8. LaChiesa S. Maria delle Grazie o dell’Ortodonico;
  9. L’Antica torre di avvistamento e di difesa;
  10. Il ‘Sentiero del sole;
  11. I ‘Gradoni di S. Cristofaro;
  12. La ‘Chiesa della Madonna della Libera;
  13. IlViale dell’Ailantus;
  14. I Resti del tempio del sole;
  15. La ‘Cattedrale dell’Assunta;

Un percorso che ci racconta delle conquiste dei Greci, dei Romani, degli Aragonesi .  E delle gloriose nozze del 1509 tra Fernando Francesco D’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna. Questa  nobildonna per la perdita del marito si immerse totalmente nelle arti, creando in quella rupe abitata un cenacolo culturale.

Dopo varie vicissitudini il  ‘Castello Aragonese’  nel 1912 passò nelle mani della famiglia Mattera , e nel 1996 fu aperto al pubblico. Ci vollero anni di incessanti interventi di restaurazione per portarlo all’attuale splendore. Tuttora è visitabile ed è sede di importanti eventi come l’‘Ischia Film Festival’ ideato nel 2003 da Michelangelo  Messina.

 

Info utili :

Come raggiungere Ischia Porto;

Dove alloggiare a Ischia Porto ;

Dove mangiare a Ischia Porto ;

Spiagge a Ischia Porto;

Feste Principali a Ischia Porto

Trekking a Ischia Porto;

Gite in barca a Ischia Porto;

Guide a Ischia Porto.

 

Ischia in 4 giorni. 2° Tappa, Sant’Angelo

Sant’Angelo  , presso il comune di Serrara Fontana ,  è l’angolo più chic e suggestivo d’Ischia . Ancor di più che è tutto pedonale (ci sono però a disposizione  parcheggi a pagamento per chi giunge motorizzato).

Sant’Angelo  si sviluppa in alto con  un groviglio di casette dipinte disposte a spirale sulla ‘Madonella’ , una collina in tufo  abbellita da una torre difensiva e dalla Chiesa Arcangelo Michele’  ( 1850) .  Nella parte bassa invece ha mantenuto il tipico aspetto di una borgata di pescatori.  Con un’insenatura stracolma di barchette e di panfili da urlo.

Per la sua tranquillità e atmosfera avvolgente,  Sant’Angelo  attira soprattutto un turismo d’élite  . Come la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ne ha fatto un vero e proprio buen ritiro dalla confusione della politica!

Un Biancolella in riva con i gabbiani!

Dalla fermata del bus a  Sant’Angelo c’è una bella discesa a serpentina di ciottoli e muretti impreziositi con ceramica colorata. Dopo qualche minuto a passo lento mi sono ritrovata in una piazzetta piena di boutiques , ristorantini, e cafè alla moda. Mi sono fermata per una pausa al  ‘Bar della Taverna del Pirata’ in via Sant’Angelo, 77 . Mentre sorseggiavo un calice ghiacciato di Forastera,  scorgevo  Capri in lontananza !

Ho approfittato di quella fermata per capire dove dirigermi. Fra i miei appunti sul da farsi a   Sant’Angelo  ho letto di :

  • ‘ Tropical’   e ‘Aphrodite Apollon’: due enormi parchi termali con decine di piscine a temperature che vanno dai 20° ai 40° e dotate di tutti i comfort immaginabili ;
  • ‘Cavascura ’ :  sono le terme più antiche d’Ischia a 300 m. dalla Spiaggia dei Maronti . Uno scenografico bacino idrologico scavato nella pietra viva di un vallone.  La sua acqua termale che sgorga naturalmente da una roccia a  90°  .  Sono particolarmente indicate per guarire affezioni reumatiche . Per i  postumi di fratture,  e qualsiasi tipo di patologia della pelle e vasculopatie periferiche di tipo venoso e arterioso.

Clicca qui  per itinerario  a piedi in centro a borgo Sant’ Angelo su   ‘Google map’ 

3 Cose da fare a Sant’Angelo

Avendo avuto disposizione   mezza giornata, a   Sant’Angelo mi sono potuta  ritagliare solo questi tre tragitti .  Sono stati davvero una scelta giusta e una gioia  sia per gli occhi che per il palato. Ecco  cosa mi ha stuzzicato i sensi e l’appetito:

1.‘Le Fumarole dei Maronti’ da Sant’Angelo    in dodici minuti circa  sono sopraggiunta in questo arenile . Emana una potente energia termica . Questa  in superficie produce sbuffi di vapore acqueo e bolle di gas alla temperatura di 100°. La sabbia non è bollente ma fuma.

Questo è frutto della natura vulcanica di  Ischia. Uno spettacolo incredibile perché oltretutto si imbandiscono tavole per cucinare! Chef selvaggi e buongustai si dilettano a sperimentare ricette salutari e appetitose con uova, pollo e altro usando questi fornelli naturali!.

2. ‘Spiaggia dei Maronti : vicina alle terme di ‘Cavascura’ , questa è la spiaggia più lunga di  Ischia  (circa 3 km) tanto da bagnare Serrara Fontana e Barano. Metà è libera e metà è dotata di stabilimenti balneari. Il suo fondale è abbastanza profondo ed è circondata da dolci pendii e  rupi che declinano verso le coste.

3. ‘Taverna Pietro Paolo detto Stalino’ : questa popolarissima taverna , molto semplice ed accogliente, è ricavata in un anfratto della Spiaggia dei Maronti  . Ci sono stata apposta per regalarmi un must della gastronomia ischitana,  cioè il  coniglio all’ischitana.

Quello di fossa per intenderci, allevato in buche profonde (3/4 metri)!  Questa tecnica di allevamento dona alle carni dell’animale un sapore e una consistenza del tutto eccezionale. Me lo hanno servito come di regola in un tegame di coccio, fatto con pomodorini e piperna, che è  il timo isolano.

Info utili :

Come raggiungere Borgo Sant’Angelo;

Dove alloggiare a Borgo Sant’Angelo ;

Dove mangiare a Borgo Sant’Angelo ;

Spiagge a Borgo Sant’Angelo;

Trekking a Sant’Angelo ;

Gite in barca a Sant’Angelo ;

Guide a Sant’Angelo .

Ischia in 4 giorni. 3° Tappa,  Forio

Forio è una sontuosa cittadina di 18.0000 abitanti, la più estesa di Ischia  . Come un fiore sboccia tra punta Imperatore e punta Caruso, e si suddivide in varie frazioni: San Francesco, la Chiaia, Citara e  Panza. La mia salvezza è stata incontrare la mia amica  Grazia Parpinel,  che mi ha scorrazzato ovunque alla ricerca dei tesori più esclusivi di Forio.

Forio  splende a Ovest, d’ Ischia  , il  lato più soleggiato, quello più vocato alla viticultura  per la fertilità dei terreni. Non a caso qui si adagia la cantina ‘ Pietra di Tommasone’ ,  che mi ha fatto ubriacare d’Ischia!

Forio, il versante luminoso

Nonostante fosse autunno a Ischia, il caldo era quasi asfissiante. La mia passeggiata a Forio è cominciata inizialmente a piedi: dal lungomare di Forio verso il  viale principale di  Corso Francesco Regine    fino alle torri di avvistamento.

Per stare dietro Grazia Parpinel   è stata necessaria tanta energia! Per cui un rituale inevitabile a Forio sono state le frequenti  pause caffè al ‘Divino Cafè’ in  Via Erasmo di lustro, 6! Ho anche verificato a  cena al  ‘Kantharos’  , raffinata enoteca in via Cesare Calise 3, che  la  parmigiana non è solo stratosferica nella mia Sicilia!

La baia di Citara e il wine relaix ‘C’est la Vie’

Muoversi in macchina è stato vantaggioso per scovare qualche gioiello nascosto di Forio. Come per esempio il  ‘Ristorante Bagno Viola’  in via G. Mazzella, 109  nei dintorni della spiaggia di Citara .Come scordare quel succulento sauté di vongole divorato all’ombra degli ombrelloni del lido!

Senza dubbio le emozioni più forti a Forio  sono state provocate dai suoi belvedere.  In montagna o nella punta più estrema d’ Ischia  mi hanno regalato dei panorami mozzafiato e una sensazione di libertà infinita. E come dimenticare il fascino d’ Ischia al crepuscolo mentre ero seduta per un aperitivo sulla terrazza del ‘C’est la Vie’, un modernissimo luxury wine relaix  a picco sul mare ! Inebriatevi anche voi con queste tappe imperdibili.

Clicca  qui per itinerario a piedi in centro a Forio (dal n.  1 al n.  10) su ‘Google Map’ 

Clicca qui per itinerario in macchina a Forio (dal n. 10 al n. 14) ‘Google Map’ 

14 cose da fare a Forio

1. ‘Chiesa di San Gaetano o Santa Maria Porto Salvo’ : questa è una sfavillante chiesa dalla cupola gialla che si intravede appena entrati a Forio. Furono i marinai a richiederla nel 1655 a protezione del loro navigare.  Fu rimaneggiata in appresso fino ad assumere tratti prevalentemente   barocchegianti . La sua navata è adornata da un mezzo busto di San Gaetano insieme ad ex voto e barche .

2. ‘Basilica di S. Maria di Loreto’ : lungo l’affollato Corso Francesco Regine    si apre questa basilica a tre navate , che è popolare per le sue calotte moresche, il pavimento maiolicato,  e i suoi orologi (XIII sec.) . Ci furono degli ampliamenti nei secoli a venire.

Dentro è impreziosito da : un’autorevole pinacoteca degli autorevoli pittori Cesare Calise   (XVII sec.) e Alfonso Di Spigna (XVIII sec.),  un archivio colmo di importanti documenti, pilastri fatti di marmi policromi. Considerevole è una statua lignea dell’Immacolata eseguita da  un seguace di Nicola Fumo , il tutto sormontato da un soffitto a cassettoni in oro e legno.

3. ‘Torre Morgera o Quattrocchi’: nel quartiere del Cierco si innalza questa torre in tufo, che è a pianta quadrata e su due livelli. Si fa fatica a identificare le fattezze di un’architettura militare contro l’attacco dei Turchi. Questo perché accanto si confonde con altre abitazioni.

4. ‘Basilica di San Vito’ : addentrandosi a Forio ci si imbatte in questa importante basilica del XIV sec. Essa è dedicata a San Vito, protettore  di Forio   (pare abbia salvato i vitigni da una terribile pestilenza).  A croce latina e a tre navate primeggia per l’imponenza delle campane, ricavate dalla fusione di alcuni cannoni.

Gli interni  sono decorati con:  stucchi di Cesare Starace , alcuni lavori dei geni di  Cesare Calise  e Alfonso Di Spigna, e una massiccia pala d’altare del 1745. Il sagrato al di fuori della chiesa rievoca il triste dilaniamento di tanti cittadini uccisi da delle bombe scagliate la notte dell’8 settembre del 1943 , giorno dell’armistizio.

5. ‘Chiesa del Soccorso’: questo fantastico santuario del 1350 è intitolato alla Madonna della Neve, ed è custode di tutti i marinai. Tutta dipinta di bianco in perfetto stile Mediterraneo si accovaccia su un promontorio a strapiombo sui litorali dorati . Da cui si può contemplare un tramonto unico.

Se siete fortunati, vedrete per pochi istanti un raggio verde  all’orizzonte. Si tratta di un fenomeno ottico raro della rifrazione della luce solare nell’aria che accade se il cielo è limpido. Oltretutto se non c’è foschia c’è una veduta spettacolare sul Lazio fino a Ventotene, Formia e Gaeta.  Superbo è il  suo piazzale battezzato ‘Papa Giovanni Paolo II in occasione della visita pastorale del 5 Maggio 2002.

La ‘Chiesa del Soccorso’ preserva diversi realizzazioni  artistiche di  Cesare Calise , e un  crocifisso ligneo del 1400. Tra il XVIII e la fine del XIX secolo, l’erosione marina a causato alcuni danni. Per questo motivo ci furono degli interventi, come quelli che hanno interessato il sagrato. A questo sono state aggiunte delle croci in piperno , ed il portale a cui furono aggiunte delle pregiate maioliche;

6. ‘Chiesa di S. Francesco d’Assisi’ : questa chiesa spunta in tutta la sua magnificenza in piazza del Municipio assieme a un convento francescano, e all’ Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri’ . Della seconda metà del ‘600 è a una navata. Si dice fu fatta per conseguenza della devastante epidemia del 1656. Non è molto vistosa, a eccezione dei capolavori di Giuseppe Simonelli , del soffitto barocco a botte, e della vetrata alle spalle dell’abside maggiore.

7. ‘Palazzo Covatta’: in via Torrione, 42 questo è uno stabile dalla facciata esemplare per le bizzarre finestre, che per la forma del portone e della scala dovrebbe essere del XVII secolo. Si narra che ci venne confinata Donna Rachele Guidi in Mussolini .  La consorte del Duce fu esiliata a Ischia dove vi rimase fino al 1958. In virtù della sua dolcezza , pare che il popolo ischitano trattasse lei e i suoi tre figli con reverenza.

8. ‘Chiesa di  San Sebastiano’ : in Sant’Antonio Abate, 26, questa chiesa è in pietrame di tufo e dovrebbe essere del XIV periodo della tremenda ed ultima eruzione dell’Arso. Il portale è neoclassico in rosa pastello, e sfoggia una pianta a croce greca con pilastri corinzi e una gigantesca cupola con decorazioni a lacunari.

9. ‘Bar Internazionale’ : in Corso Francesco Regene 41 questo mitico cafè  fu ed è il salotto di Forio   .  Deve la sua fama a Maria Senese , sua fondatrice negli anni ‘50. Da principio era una bettola di paese. E poi si allargò fino a cambiare in un’osteria in cui si servivano pranzi e bevande.

Divenne ritrovo per personaggi illustri nazionali e internazionali. E in taluni casi anche ultimo riparo per intellettuali perseguitati per il loro orientamento sessuale. Come nel caso di Wystan Hugh Auden ,  che con  il suo compagno Chester Kallmann furono accolti da Maria Senese  con calore umano.  A lei W Auden  si ispirò per la protagonista del suo libretto ‘Carriera di un libertino’, musicata da Igor Strawinskji;

10. ‘ Torrione’ : in via Torrione 32, questa torre a base rotonda, emblema di Forio ,  è la più alta di tutte le altre circostanti.  Del 1480 fu fatta per prevenire e fermare le scorrerie dei pirati.  A pianterreno ci si sistemavano le artiglierie, al livello superiore ci alloggiava la guarnigione. Fu restaurata di recente e accoglie un museo civico e le creazioni di Giovanni Maltese, conosciuto  artista foriano che abitò il ‘ Torrione’ dal 1883 fino ai primi anni del ‘900.

11. ‘Punta Imperatore’: questa è l’estremità più incantevole d’Ischia. Sono partita da Campotese, vicino Panza, per farci un sopralluogo. E dopo una mezz’ora attraverso un vecchio sentiero si giunge in questo paradiso.  Un fazzoletto di terra che si affaccia su tutto l’abitato di  Forio ,   la baia di Citara  e il monte Epomeo.

In seguito si procede attraverso degli scalini a un faro isolato, il cui guardiano negli anni ’30 morì fulminato. Sua moglie Lucia Capuano continuò  egregiamente il mestiere di vedetta campana. Merita menzione Lucianna De Falco, l’attrice ischitana che nel  2008 tirò fuori una pièce teatrale su questo commovente  racconto del  faro di Punta Imperatore.

12. ‘Bosco di Zaro: questa foresta a Nord Ovest d’ Ischia  presenta uno scenario indescrivibile di olivi centenari, carrubi, ginestre, ciclamini , mirto e funghi porcini. In un silenzio assordante tra qualche lumino e delle offerte votive  ci si venera la   ‘Madonna di Zaro’ per le sue apparizioni  dal 1994.

Ogni 8 e 26 Settembre le veggenti lasciano una premonizione divina che riguarda tutta l’umanità. Una delle più chiacchierate profezie sarebbe stata quella sugli  attentati dell’11 settembre 2001 . Fu fatta da Simona P. e che nel 1995 fu registrata sul settimanale Epoca .

Celata dagli alberi del ‘Bosco di Zaro    compare ‘La Colombaia’   mausoleo ed ex  abitazione liberty  del  regista Lucchino Visconti . Ci si rinchiudeva per dare sfogo al suo estremo gusto estetico, quello che ha pervaso tutta la sua produzione cinematografica. Dal 2001 ‘La Colombaia’ è una fondazione che si occupa della diffusione e della comunicazione dello spettacolo.

13. ‘Giardini della Mortella’ : questo è un eden botanico disegnato nel 1956 dall’architetto paesaggista Russell Page per  Lady Susanna. Questa giovane donna alla morte del marito il compositore Inglese Sir Walton ampliò il loro nido fino a farla divenire un’esplosione di flora mediterranea, roseti e piante tropicali.

14. ‘Giardini Poseidon’ : con accesso diretto dalla baia di Citara queste terme sono la punta di diamante d’Ischia.  La struttura è immersa in una natura esotica . Dentro ci sono ventidue piscine termali curative, con una temperatura costante da 20° C a 40° C . Circa trenta euro del costo del biglietto (ristorazione esclusa) per regalarvi un attimo di assoluto benessere sia per il corpo che per la mente.

Info utili :

Come raggiungere Forio;

Dove alloggiare a Forio;

Dove mangiare a Forio ;

Spiagge a Forio;

Trekking a Forio;

Gite in barca a Forio ;

Guide a Forio .

Ischia in 4 giorni. 4° Tappa, Lacco Ameno

All’ingresso portuale di Lacco Ameno   mi è restato impresso il pittoresco ‘Fungo’  , ormai simbolo del paesino . Questo è un gigante di 10 metri  di tufo verde caduto dall’ Epomeo che da secoli modellato dal vento si è fissato in mezzo agli scogli.

Lacco Ameno  fu la prima colonia della Magna Grecia  in Occidente  ( VIII  secolo a.c. ) .  Negli anni ’50 il rinomato archeologo tedesco Giorgio Buchner  individuò proprio  nelle pendici del monte Vico le origini di  ‘Pitechusa’ , ovvero la Ischia arcaica fondata dagli Eubei . A questa altezza probabilmente c’era l’area sacra, i templi, e le case. Di queste ultime si conosce poco, forse erano organizzate in piccoli agglomerati. Questi a loro volta erano disposti nelle aree collinari che circondavano le rade portuali.

Dalla darsena , dopo una serie di lidi balneari,  ci si sposta al Corso Angelo Rizzoli, 14 , via principale di Lacco Ameno  , che è colma di negozietti stilosi. Nei paraggi per gli appassionati di vino e della buona cucina si trova l’affermato ristorante la ‘Cantina del Mare’ di Pier Paolo Iovinelli   ( partner di ‘Mosaico per Procida 2022’ )  . Al lato del locale fa bella mostra una chiesetta deliziosa,  quella di ‘Santa Maria delle Grazie’  del XVIII secolo , che fu voluta dalla famiglia Monti.

Angelo Rizzoli e la rinascita di Lacco Ameno

Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte di Lacco Ameno , perché è piena di sorprese. Piazza Santa Restituta si è manifestata in tutta la sua maestosità con lo sfarzo di due mitici hotel. Mi riferisco a  ‘Il Reginella’  e il  ‘ Regina Isabella’  , risultato ben riuscito degli investimenti capricciosi e lungimiranti dell’imprenditore milanese  Angelo Rizzoli (tra gli alberghi cinque stelle c’è anche l’‘Hotel Mozzatore’ ).

Gli anni ’50 furono la golden age d’Ischia quando il Cavaliere ci approdò per villeggiatura su invito dell’amico medico Pietro Malcovati. Fu questo brillante ginecologo che esortò il ‘cummenda’ a fare tutta una serie di investimenti che rimodernarono Ischia, trasformandola in un appuntamento immancabile della mondanità cosmopolita. Anche se ovviamente non fu tutto in discesa!

Ischia, un vulcano sommerso

Ischia  si è formata 55000 anni fa in corrispondenza di una camera magmatica che si è svuotata per la fuoriuscita di magma fluido da crepacci sulla crosta terrestre. Tanti popoli l’hanno conquistata . Ognuno di loro ha lasciato traccia della loro civiltà.  Fino a evolversi nell’era moderna in uno dei posti turistici più richiesti del pianeta.

Una time line d’ Ischia  affascinante che si può approfondire seguendo i percorsi descritti in basso. Purtroppo, alla lista degli appuntamenti irrinunciabili di Lacco Ameno    mi è mancato il  ‘Negombo’.   Questo è un  parco termale degli anni ‘40 ricavato nella splendida  ‘Baia di San  Montano’ per merito del Duca Luigi Silvestro Camerini.

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Clicca qui per itinerario a piedi in centro a Lacco Ameno su ‘Google Map’ 

4 Cose da fare a Lacco Ameno

1 .‘Museo Archeologico di Pithecusae’ : questa è un’enorme galleria di otto sale relativa  alla storia d’ Ischia . Dal Neolitico all’epoca classica, espone anche una panoramica dettagliata  dei principali fenomeni geologici isolani.

Esso  è ospitato nella magnifica ‘Villa Arbusto  , dimora di Angelo Rizzoli  che non si fece sfuggire questo casolare seicentesco appartenuto a Don Carlo Acquaviva Duca d’Atri. Operativo dal 1999 il museo fu voluto dal professor Vincenzo Mennella, sindaco di Lacco Ameno,  che ne curò la nascita dal 1979.

Da allora in poi nei suoi ambienti sapientemente allestiti si possono apprezzare reperti archeologici di pregio quali:

2. ‘Museo Angelo Rizzoli’ : una collezione di memorie varie che rende omaggio ad Angelo Rizzoli , il benefattore e magnate di Lacco Ameno . Ci sono foto che documentano il suo impegno per il risveglio d’ Ischia,  che negli anni ’60 beneficiò dei suoi ospiti singolari: divi, intellettuali, giornalisti, ecc. Altri ricordi, più personali, sono legati al suo successo, come le selezione le gigantografie dei primi numeri del ‘Corriere della Sera’ e della ‘Gazzetta dello Sport’ di cui Angelo Rizzoli fu direttore;

3. ‘Basilica e Museo di Santa Restituta’ : Questo complesso sta al di sopra di un precedente santuario paleocristiano consacrato a Santa Restituta , martira cartaginese che naufragò miracolosamente nella caletta di San Montano .Subì varie distruzioni fino a quando non venne affidata alla custodia dei monaci benedettini intorno il 1000 . Fu poi ampliata nel 1470 con una torre difensiva. Questa fu  fatta nel 1590 apposta per i fedeli in caso di incursioni nemiche . Al presente ci sono gli uffici comunali.

Altri rimaneggiamenti seguirono nel 1600 fino al catastrofico terremoto del 1883, che danneggiò gravemente la basilica, inaugurata poi nel 1866. L’esterno è in stile Neoclassico con a destra un elegante campanile. La singola navata si arricchisce di: dipinti, un pavimento colorato, una statua in legno della santa, e le sue reliquie. Nel 1950 sotto la supervisione del prete Pietro Monti si effettuarono dei restauri alla cappella.

Pertanto  si  rinvennero: necropoli feniciepuniche e grecoromane, ceramiche dell’età ellenistica , quartieri artigianali, come quello metallifero a Mazzola (VII/VI sec a. C. )  .Nel 1974 venne istituito un museo che fu sovraordinato alla ‘ Curia di Napoli’ e alla ‘Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e Caserta.

4. ‘Spiaggia di San Montano’: a pochi passi dal centro cittadino di Lacco Ameno c’è questa caletta di sabbia dorata caratterizza da fondali bassi e  acque  cristalline e dall’ sua ombra  del Monte Vico. Questa ingloba il ‘Parco Termale del Negombo’ , una meraviglia architettonica voluta dal duca di Camerino nel 1947.

Info utili :

Come raggiungere Lacco Ameno;

Dove alloggiare a Lacco Ameno ;

Dove mangiare a Lacco Ameno ;

Spiagge a Lacco Ameno;

Trekking a Lacco Ameno ;

Gite in barca a Lacco Ameno ;

Guide a Lacco Ameno .

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A Ischia , non serve l’orologio!

A Ischia l’estate è eterna. Rimane un luogo che accontenta proprio tutti. Va bene per chi ama il lusso, quello per esempio che si ostenta tra yacht da capogiro attraccati a baie cristalline. Oppure è perfetta per chi ama la semplicità delle piccole grandi cosi, come un sole che scompare dietro qualche scogliera.

Ischia è un’esperienza unica che vi consiglio di fare presto,  e senza fretta. Andarci è un’ ottima soluzione migliore per rigenerarsi . E staccare la spina dai pensieri e dalla routine quotidiana.   Intanto iniziate a sognare e in caso avete già staccato un biglietto, buon viaggio!

 

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‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

“Ho visto un angelo nel marmo e l’ho scolpito fino a liberarlo” 

Michelangelo 

‘InCentrob&b’, via Toledo 156. Napoli in 1 settimana

Attendere certe volte è solo un rimandare qualcosa, che in realtà hai già dentro di te, e che è pronta a venire fuori all’improvviso! Napoli è proprio questo: voglia di andarci da sempre! E sempre ho aspettato un’occasione speciale. E dopo un periodo così  meditativo come quello del Covid 19 prendo coscienza del fatto che la vita è adesso. Così un giorno a Luglio 2020, semplicemente ho fatto la valigia e sono partita!

InCentrob&b’ in via Toledo 156 a Napoli è la mia porta per Napoli. Roberta di Porzio , imprenditrice Napoletana vulcanica e solare, gestisce questo centralissimo e lussuoso b&b. Qui  mi ha ospitato per 1 settimana  in cambio di un post emozionale per  vivere  Napoli   in tutta la sua magia! Se volete venire a Napoli  per le vostre vacanze, seguitemi! In questo articolo vi darò alcuni suggerimenti per cercare di esplorare al massimo l’urbe partenopea!

Napoli, perla del Tirreno

Napoli si affaccia sul Tirreno con tutta la sua prorompente bellezza e storia. Essa è delimitata a sud-est dalla Penisola Sorrentina’ e a nord-ovest dalla ‘Penisola Flegrea’, che a sua volta abbraccia il  Golfo di Pozzuoli’  tra capo Miseno e Posillipo.

Insieme al suo arcipelago,  e il VesuvioNapoli è la terza città d’Italia dopo Roma e Milano per numero di abitanti che sfiora quasi il milione. Con un passato glorioso e una realtà difficile da vivere da un punto di vista sociale ed economico, Napoli guarda al futuro con ottimismo, perché si sta lavorando per renderla sempre più vivibile e ospitale.

Arte e vita in 17 kilometri quadri 

Pochi luoghi in un territorio così esteso per 17 kilometri quadri possono vantare una presenza costante di paesaggi mozzafiato, storia, arte, musica, letteratura, cinema, teatro come Napoli. Il mio invito è quello di lasciarvi trasportare dalla memoria e dallo spirito di questo eden metropolitano, con tutti i suoi pregi e difetti!

Vivendo alle falde del Vesuvio, i Napoletani sanno bene interpretare il motto ‘carpe diem’. La scomparsa di Pompei ed Ercolano (IX sec. a. C.) è un memento moris corrente di questo popolo straordinario, che ritrova nella sua leggerezza di vivere l’esistenza il suo stesso antidoto!

Come orientarsi a Napoli 

I quartieri di Napoli sono circa 30, e non esistono delimitazioni nette. Gli  itinerari che vi propongo a Napoli si concentrano tra il  quartiere di  ‘San Ferdinando’ (che è la parte moderna e antica insieme) ,   la zona del porto  e il ‘Vomero’ (la zona più nuova e residenziale). Tutto è  facilmente raggiungibile in pochi minuti dall’ InCentrob&b’  in via Toledo 156.

Vi avviso, c’è troppo da vedere e fare a Napoli ! Datevi pure una tabella di marcia, ma è garantito che non riuscirete mai a rispettarla! Ma è proprio questo  il bello di Napoli , e così  l’unico segreto per venirne fuori è chiacchierare con la gente e fidarsi dei loro consigli! Proprio come ho fatto io con Roberta di Porzio !

6 itinerari a piedi per scoprire Napoli in 7 giorni

Mi rendo conto che è inutile cercare il paradiso all’estero, perché si trova a  Napoli , la città più bella del mondo!  Seguitemi in questo viaggio infinito che inizia dal ‘Cristo Velato’ e prosegue per altri 5 itinerari urbani da fare a partire dall’ ‘InCentrob&b’  in via Toledo 156 a Napoli:

  1. ‘Via Toledo’, ‘Città Antica’ e ‘Centro Storico’ ;
  2.  ‘Piazza del Plebiscito’ e ‘Lungomare Caracciolo’ ;
  3. ‘Quartieri Spagnoli’, ‘Pignasecca’ e‘Vomero’;
  4. ‘Via dei Tribunali’ ;
  5. ‘Quartiere Sanità’ ;
  6. ‘Reggia di Capodimonte’.

5 Aree protette e green  di Napoli 

Infine, anche fuori Napoli  se avrete ancora fiato vi attend0no dei percorsi naturalistici che dalla montagna vi portano al mare e viceversa:

  1. Parco Nazionale del Vesuvio’;
  2. Parco Regionale dei Campi Flegrei’ ;
  3. ‘Parco Sommerso di Baia’ ;
  4. ‘Parco Sommerso di Gaiola’;
  5. ‘Regno di Nettuno’ .

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‘Incentrob&b’ via Toledo 156,  Napoli. Una casa a Napoli!

Il mio primo giorno a Napoli  è scandito dal suono al  campanello del  portone dell’ ‘InCentrob&b’  in via Toledo 156 .  Una posizione davvero  strategica , perché  permette di godersi Napoli in lungo e largo!

In ascensore mi fermo al quinto piano di un gigantesco grattacielo. Roberta di Porzio, mi accoglie come se la conoscessi da sempre. Mi stringe forte la mano e ci mettiamo a sedere in un bel divano della reception. Prima di mostrarmi il suo capolavoro, mi offre un bel caffè e mi racconta qualcosa della sua vita e della sua carriera.

La storia di Roberta di Porzio

Roberta di Porzio è una donna  mediterranea , belle e solare. Mi colpisce subito la sua  spontaneità e la sua classe innata. Da generazioni  insieme ai suoi cari Roberta di Porzio si occupa di ‘ Umberto’ , uno dei ristoranti più noti e antichi di Napoli, che è situato in via degli Alabardieri 30  .

Si tratta di locale prestigioso , che affonda le radici nel lontano  1916. Quella  della famiglia Di Porzio è una passione infinita per la terra partenopea, il suo cibo e il  suo vino. E ancora oggi con le loro pizze e la loro cucina locale deliziano  tutti i tipi di palati , da quelli più semplici a quelli più esigenti.

A questa sua prima attività, insieme a una qualifica di sommelier e una passione smodata per la fotografia, Roberta di Porzio gestisce anche il  InCentrob&b’  in  via Toledo 156.   L’architetto Salvatore di Vaia è suo socio in questa avventura,  un carissimo amico d’infanzia e collega d’università.

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‘Incentro b&b’ in via Toled0 156 , l’alloggio chic  per visitare Napoli!

‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 è più che un business! Senza dubbio è la realizzazione del sogno di Roberta di Porzio e Salvatore di Vaia. Quello cioè di fare amare Napoli  ai viaggiatori che la visitano o ci ritornano. E ci riescono perfettamente!

L’appartemento è moderno , lineare e raffinato. Gli arredamenti sono sobri, minimali e avvolgenti. I colori che predominano sono quelli del blu, del giallo e del rosso , cioè quelli  di  Napoli. Ci sono 4 stanze:

  1. Borgomarinaro’; 
  2. ‘Pizzofalcone’; 
  3. ‘Spaccanapoli’
  4. ‘Posillipo’

‘Posillipo’, la mia suite a Napoli!

In omaggio ad uno dei quartieri più suggestivi di , Roberta Di Porzio mi accompagna alla mia suite. Questa si chiama ‘Posillipo’, che dal greco vuol dire ‘riposo dagli affanni’ . Quanto mai di più vero, dopo il mio  viaggio interminabile dalla Toscana!

Il design degli interni dell’ ‘InCentrob&b’ in  via Toledo 156   è semplice e ricercato.  Come i suoi controsoffitti a forma di vela, che sovrastano il mio  letto pieno di cuscini e coperte profumate! L’azzurro è la tonalità principale di questo mio nido.

Il Vesuvio ed il mare sono i  temi inevitabili dei quadri e degli scatti particolari di Roberta di Porzio che adornano le pareti dell’ InCentrob&b’   in  via Toledo 156.

‘Incentro b&b’ in via Toled0 156, eleganza e comfort!

Tutte le camere dell’ ‘InCentrob&b’   in  via Toledo 156  hanno il nome delle parti più suggestive di Napoli. Esse sono anche dotate di tutti i comfort:

  • Aria condizionata;
  • Asciugacapelli;
  • Cambio biancheria;
  • Cassaforte;
  • Doccia;
  • Frigo;
  • Internet;
  • Smart tv.

Il ‘Cristo Velato’, quando l’arte riscalda il marmo

Lascio l’ ‘InCentrob&b’  in via Toled 156 e e saluto Roberta di Porzio . Poi allaccio il casco e  Salvatore di Vaia mi lascia nei pressi di Piazza San Domenico’. Mi avverte di non versare troppe lacrime per il  ‘Cristo Velato’ conservato nella  Cappella di San Severo’ in via Francesco de Sanctis, 19/21. Si tratta di uno dei maggiori capolavori della scultura mondiale e meta di migliaia di visitatori ogni anno.

Raimondo di Sangro Principe di San Severo, noto scienziato e alchimista della prima metà del ’700, ordinò il   ‘Cristo Velato’ come coronamento della ristrutturazione della  Cappella di San Severo’, che era patrimonio dei suoi avi .

Storia del ‘Cristo Velato’

Raimondo di Sangro  aveva un’idea ben precisa per il suo tempietto per cui ingaggia il meglio della maestria allora disponibile. Questi diede il suo contributo ingegnandosi a produrre anche le pitture per gli affreschi interni.

Inizialmente il Principe di San Severo commissionò il Gesù morente al veneto Antonio Corradini, esperto della tecnica delle trasparenze. Questi però morì prima di terminarla e Giuseppe Sanmartino , costruttore di presepi e di pastori, fu incaricato di continuare la sua opera.

Chi ha scolpito il ‘Cristo Velato’?

Nel 1753 Giuseppe Sanmartino creò il  ‘Cristo Velato’ da unico blocco  di marmo di Carrara per  dare corpo  alla visione geniale del suo titolato e poliedrico committente. Sanmartino ignorò la bozza in terracotta del  Corradini (oggi custodita al ‘Museo di San Martino’ di Napoli). Sanmartino impose il suo tocco personale dando alla luce un tesoro inestimabile ed una delle migliori rappresentazioni del Barocco Napoletano. Il  ‘Cristo Velato’ è una testimonianza di come l’arte possa avvicinare l’uomo a Dio, nell’atto di concepire una creatura marmorea così realistica da volerla toccare!

La freddezza del marmo cede il passo al calore del  ‘Cristo Velato’

Non mi accorgo quasi che accanto a me ci sono altri spettatori, che in un silenzio quasi imbarazzante e mistico ammirano questo Cristo nei suoi attimi dopo la crocefissione. Il Cristo redentore è adagiato su di un letto funebre.

Il Salvatore è coperto solo da un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere il corpo. Da questo si intravedono i segni del martirio e della sofferenza, divenendo simbolo del destino e del riscatto dell’intera umanità.

La cura dei dettagli mi incanta: il capo chine con gli occhi socchiusi, quasi a serena accettazione di un momentaneo dolore prima della sua risurrezione. E ancora il costato lacerato dal supplizio, e gli strumenti della tortura giacenti accanto al sudario tra cui la corona di spine, la tenaglia ed alcuni chiodi.

Il  mistero del  ‘Cristo Velato’

Il drappo di marmo che avvolge la salma è impalpabile. Sembra talmente vero che una leggenda lo attribuisce ad un’invenzione chimica del Principe di San Severo piuttosto che all’abilità del  Sanmartino. C’è molto  mistero attorno al ‘Cristo Velato’ , e non a caso esso continua a destare l’attenzione dei più grandi studiosi .

Tra i grandi estimatori del ‘Cristo Velato’  si annovera lo stesso Antonio Canova, che si dichiarò disposto a dare dieci anni della propria esistenza per acquistare questa incomparabile magnificenza e attribuirsene la paternità! Non posso altro che augurarvi di avere la mia stessa buona sorte, cioè di commuovervi di fronte a un miracolo della mente umana qual è il  ‘Cristo Velato’.

Le ‘Macchine per Studi Anatomici’ della ‘Cappella di San Severo’

I custodi ci buttano fuori dalla Cappella di San Severo’,  perché devono chiudere. Mi soffermo nella cavea sottostante inquietata alla visione di due scheletri, quelli noti come le ‘Macchine per Studi  Anatomici’ . Pare che il  Principe di San Severo  li avesse acquistati per analizzare la funzionalità dell’apparato circolatorio. La loro realizzazione è attribuita al medico siciliano Giuseppe Salerno .

Anche in questo caso la verosimiglianza estrema del sistema arterovenoso ripropone l’enigma (ormai sfatato!) che quelle ossature appartenessero a due servi fatti ammazzare apposta dal  Principe di San Severo per utilizzarli come da cavia.

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‘Santa Chiara Cafè’ a Largo Banchi Nuovi 2, Napoli

Cala la sera. Le stelle iniziano a  luccicare sopra Napoli. Mi concedo una bevuta con degli amici al ‘Santa Chiara Cafè’ a Largo Banchi Nuovi 2′. Tutto intorno ha un qualcosa di familiare. Sorseggiamo  un bianco ghiacciato  di pura Falanghina  godendoci  Napoli, che ad un tratto mi ricorda Catania per il nero della pietra delle case circostanti.

Luca Bianco , il Napoletano più esuberante della brigata, insiste nel montare tutti in macchina su verso la ‘Chiesa di Sant’Antonio’ . Rimaniamo a bocca aperta davanti lo scenario di Posillipo accarezzata da un vento dolce e scaldata dalle lanterne delle barche della marina. Il tempo vola a Napoli , perché è un oceano traboccante di sorprese.  Per  navigarlo devi solo veleggiare oltre la riva!

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Napoli è!

Raccontare di Napoli non è cosa semplice. Ci si perde a parlare delle sue bellezze, della sua storia, e della sua accesa  complessità. Senza ombra di dubbio a Napoli non si puo’ trascorre qualche giorno. Perché come il suo caffè va assaporata lentamente e gustata in tutta la sua inebriante totalità.

Non a caso la leggenda dice che in origine Napoli fosse Partenope, la sirena incantatrice che ammaliò Ulisse! Andandoci si ripete lo stesso incantesimo, perché chiunque ci mette piede ne viene ammaliato. E se volete perdervi a Napoli nel modo giusto vi consiglio di alloggiare all’ ‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 , perché qui siete di casa e straviziati da Roberta di Porzio e Salvatore di Vaia.

 

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