Procida capitale della cultura 2022

Procida capitale della cultura 2022

“…Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino;

mi accontenterei di essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare,

pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua…”

Elsa Morante 

Procida, ‘Capitale della cultura 2022’.  Un’ottima annata!

Mi sono sempre chiesta quale fosse stato il motivo del mio piede rotto la  prima volta che visitai  Procida  lo scorso anno! Ero distrutta in una sedia a rotelle al pronto soccorso dell’isola, con una magnifica vista però su Ischia!

Con il senno di poi capisco che non tutto il mal vien per nuocere! Ci ritorno infatti nuovamente in salute  quando  Roberto Cipresso, winemaker di fama internazionale, mi ha invitato a una conferenza stampa su ‘Mosaico per Procida 2022 ’! Questa iconica  bottiglia celebrativa in onore di ‘Procida Capitale della Cultura 2022’  , mi ha fatto scoprire Procida nell’unico modo in cui forse qualcuno lassù desiderava  che la consoscessi!

Alloggiando al ‘Riccio Apartments’ di Pasquale Persico e della sua famiglia ho trovato poi una casa, più che una struttura ricettiva moderna e accogliente!  Pasquale, capitano di lungo bordo, mi ha fatto da cicerone a Procida per un’esperienza indimenticabile lunga un weekend!

Seguitemi in questo viaggio infinito a Procida , la più piccola, bella e selvaggia delle perle delGolfo di Napoli’. Un fazzoletto di terra  lungo 4km, con una popolazione di appena 10.000 anime, che vi incanterà se ci andrete per le vostre prossime vacanze!

Procida un viaggio nella bellezza

‘Capitale Italiana della cultura 2022’,  Procida si prepara ad ospitare i visitatori con un calendario ricco di eventi. Un’ occasione di riscatto per questo minuscolo isolotto baciato dal sole! Proprio così, Procida non è solo il coloratissimo borgo marinaro della ‘Marina di Corricella’.

Stiamo parlando del regno dell’ ‘Isola di Arturo’ , celebre capolavoro di Elsa Morante. E ancora del set di  celebri film quali : il ‘Postino’ con Massimo Troisi ,  ‘Il talento di Mr Ripley’ con Matt Damon, e ‘Detenuto in attesa di giudizio’ con Alberto Sordi! Solo per citarne alcuni della lunga lista.

Slow down! A Procida  l’orologio non serve!

E chissà quanti altri quanti altri artisti, intellettuali, e bohemien si ritireranno a Procida per raccontarla a modo loro. Continuamente incantati da questa sirena dalla lunga coda, che si insinua tra abitazioni abbarbicate sugli scogli, limoneti e vigneti.

Il mio augurio è che l’amministrazione comunale di  Procida sia in grado di sfruttare questa grande opportunità di ‘Capitale Italiana della cultura 2022’  per  una ripresa sociale ed economica sostenibile e duratura. Senza però rinunciare a quella semplicità e quei  ritmi lenti, che caratterizzano questo piccolo atollo !

Certamente, perché Procida è per molti, ma non per tutti. Potrei solamente prescriverla al viaggiatore, che cammina senza orologio, e che trova poesia nel volo di un gabbiano. Oppure potrei suggerirla a chi ha  pensato di abbandonare il piacere dell’avere, per passare al vero lusso dell’essere!

Procida, tra storia e mito

La leggenda vuole che Procida sia nata da una battaglia tra Zeus e i Giganti , con la conseguente sepoltura di uno dei colossi uccisi. Questo episodio forse spiegherebbe il significato del nome  ‘Procida’. Esso deriverebbe dal greco ‘prochetai’ , cioè ‘ che giace’ (altre fonti fanno riferimento a a una  delle nutrici di Enea che si chiamava  Procida )

In verità , le origini di Procida sono vulcaniche e ad esse si deve la sua conformazione capricciosa, con ampie insenature generate dalla trasformazione degli antichi crateri. Un territorio che anticamente per la sua ricchezza e posizione geografica sedusse diversi popoli. Dai  Micenei ai Greci, dai Romani, agli Arabi , che via via la conquistarono e plasmarono.

Successivamente si passò al dominio del feudatario Giovanni da Procida (1210 -1258). A questi   subentrarono i  ‘Cossa (1339-1529),  i ‘D’Avalos’  (1530 -1729), e i Borbone . E durante la parentesi della ‘Repubblica Partenopea’ (1796-1787), Procida non si fece neppure mancare  gli occupanti inglesi. Le successive vicende  storiche seguirono per lo più le vicende di Napoli.

Cosa vedere a Procida? Tre itinerari per scoprirla 

Procida conserva ancora  il fascino della Portofino di un tempo, fuori come è dai circuiti turistici  più battuti. A parte le folle estive di Agosto, che comunque imperversano in ogni parte d’Italia, anche le più remote!

Scambiando delle chiacchiere con i cittadini di  Procida, l’impressione è stata quella di esseri umani felici e soddisfatti di quello che hanno. Se c’è di più non dicono no! Ma a loro basta il mare, che ha fatto allontanare molti di loro tra pescatori e capitani. Lo stesso azzurro che alla fine delle loro traversate li ha riportati al nido. Vediamo in basso cosa c’è da vedere e fare a Procida.

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1. Primo itinerario a piedi . 7 cose da vedere da ‘Marina Grande’ a ‘Piazza dei Martiri’ 

Senza dubbio una delle zone più affascinanti di Procida è quella da fare piedi che porta da  ‘Marina Grande’ (o ‘Marina di Sancio Cattolico’) a ‘Piazza dei Martiri’.  Essa è molto trafficata , perché funge  da porto per lo sbarco di aliscafi e traghetti da e per Napoli e Pozzuoli . Inoltre essa è punto di raccordo di tutti i mezzi di trasporto pubblico (autobus, taxi, microtaxi, noleggio, e  scooter). In direzione per il centro storico si possono ammirare:

  1. ‘Palazzo Montefusco’ : Questo è un edificio del XII secolo dall’intonaco rossastro con delle belle merlature arabeggianti. Per questa particolarità esso è detto anche Palazzo Merlato’ . Altro appellativo è quello di ‘Palazzo della Catena’ per la presenza di una precedente sbarra che impediva l’ingresso quando era residenza estiva del re;
  2. ‘Crocifisso dei Pescatori’ : Questo è un ex voto in legno scolpito dai marinai nel 1845. Questo è protetto da una edicola votiva maiolicata, oggetto al  presente di una devota e accorata venerazione di molti fedeli;
  3. ‘Chiesa della Santa Annunziata’: Questa chiesa risale al 1521 , ma è stata ultimata nel Seicento. Al suo interno ci sono delle tele di valore, tra cui una dell’Annunciazione, e una statua lignea del XIX secolo. Nel sagrato si custodisce un singolare altare a forma di poppa di nave  con una statua della Vergine piena di conchiglie;
  4. ‘Piazza dei Martiri’: Nota come ‘Sèmmarèzio’, la piazzetta tuttavia è intitolata a sedici martiri che qui furono impiccati per aver aderito alla ‘Repubblica napoletana’ (fine Settecento). Chiunque ci capiti è stregato dal magnifico panorama. Oltretutto proprio questa parte di Procida è stata quella dei primi insediamenti urbani sviluppatesi al di fuori della cittadella di ‘Terra Murata’.  Di questi casali del XVI secolo, che si adagiano su viuzze strette, il più singolare è indubbiamente il ‘Casale Vascello’;
  5. ‘Santuario di Santa Maria delle Grazie’: Esempio di architettura in stile barocco sorse nel 1679 per volere dell’arcivescovo Innico Caracciolo a ‘Piazza dei Martiri’. Questo tempio religioso , affacciato con tutto il suo splendore a ‘Marina di Corricella’  è l’oggetto più fotografato di Procida;
  6. ‘Chiesa di Santa Maria della Pietà’: costruita nel 1760 insieme a ‘Torre Murata’ è  uno dei primi elementi visibili via nave a chi sbarca a Procida, con la su torre campanaria in stile barocco e  un orologio a quattro quadranti;
  7. ‘Chiesa di San Leonardo’: Sita in via Vittorio Emanuele , essa fu eretta sui resti di una preesistente cappella fondata nel XVI secolo  e dedicata  a San Leonardo l’Orlèans. Questi è il protettore e liberatore degli schiavi imprigionati dai turchi. La chiesa a croce latina, presenta esternamente una facciata in stile Barocco affiancata da un campanile del XIX secolo.

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2. Secondo itinerario in macchina . 6 cose da  vedere in direzione di ‘Torre Murata

  1. ‘Torre Murata’: Questo è il nucleo antico del primo centro abitato di Procida. Originariamente si denominò ‘Torre casata’ per il folto numero delle casine ivi arroccate. Perché questo promontorio a picco sul Tirreno, fu per gli indigeni rifugio agli attacchi dei nemici per diverse epoche. L’insieme, visto dall’esterno, dà una forte idea di compattezza, per via delle mura possenti che lo circondano;
  2. ‘Palazzo D’Avalos’ : Pasquale ha organizzato un tour con la  guida Carla Vitiello presso  questo vecchio palazzo rinascimentale . Questo è stato  edificato dagli architetti Cavagna e Tortelli  per volere del Cardinale Innico d’Avalos ( XVI sec) . Esso domina tutta  ‘Torre Murata’  , ed è stato  modificato dopo in palazzo reale dai Borbone  (XVIII sec). Per ultimo si è trasformato in un carcere per gli ergastolani (1830). Poi è stato chiuso per le condizioni disumane definitivamente nel 1988. Si divide in tre piani. Quello sottoterra destinato alla conservazione del grano e per le colpe più gravi. Il primo per i detenuti più compromessi, e l’ultimo livello per i reati più leggeri. Ho avvertito tutta la sofferenza dei condannati per tutta la durata della visita. Il trattamento riservato ai rei  è stato descritto come al limite della decenza umana;
  3. ‘Abbazia di San Michele Arcangelo’ : Risalente al XVI secolo il gigantesco complesso è stato un centro religioso e culturale di riferimento per i procidani. Internamente si fanno ammirare inestimabili opere d’arte. Tra queste un presepe permanente composto prevalentemente da antichi pastori in legno e terracotta della scuola napoletana del XVIII secolo;
  4. ‘Museo della Graziella’ : Ubicato dentro il ‘Palazzo della Cultura a Terra Murata’ , dal 2011 testimonia la tipica casetta procidana. Principalmente ci si custodiscono tutti i cimeli della love story a triste epilogo tra la giovane  Graziella e Alphonse Lamartine, che scrisse un best seller sul romantico avvenimento. Questa dolce giovane fanciulla morì precocemente lasciando il suo adorato francese nel dolore più profondo prima del suo ritorno promesso a Procida. Uscendo dal museo si apre una splendida loggia con veduta Vesuvio e Golfo di Napoli;
  5. ‘Belvedere dei due Cannoni’ : Da qui la vista si perde dalla ‘Corricella’ per tutta Procida, che sembra una mano dall’alto, con tutte le sue insenature naturali. A completare il quadro si stagliano in lontananza l’isolotto di ‘Vivara’ e la cima del monte Epomeo;
  6. ‘Marina di Corricella’: Per antonomasia è l’immagine simbolo di Procida. Un villaggio marinaro di palazzine lunghe e slanciate. Queste sono pennellate di giallo, rosso e arancio per essere riconoscibili al rientro dei marittimi. Un labirinto di stradine di sampietrini, che si inerpicano in salita. Le stesse poi ridiscendono a ridosso della riva, quasi bagnando i tutti i bistrot che la punteggiano;

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3. Terzo itinerario in macchina. 5 cose da vedere in direzione di  ‘Vivara’ 

  1. ‘Spiaggia del Pozzo Vecchio’: Qui tra ciottoli e scogli Mario corteggia la sua amata Beatrice! Chi non ricorda l’immortale scena del film ‘Il Postino’ , che battezza questa magica baia, a cui si accede costeggiando il cimitero;
  2. ‘Spiaggia del Ciraccio’: Due faraglioni imponenti di tufo fanno da cornice a questa distesa di sassolini e gusci di granchio. Questa è tra spiagge più isolate e magnifiche di  Procida, assieme a quelle soprannominate  ‘della Lingua’, ‘della Chiaia’, e ‘della Silurenza’;
  3. ‘Belvedere di Elsa Morante’ : Da questa ringhiera la famosa scrittrice ebbe l’ispirazione per la nascita di Arturo, il ragazzino attore principale del suo  più grande romanzo. Da cui le acque cristalline fanno capolino con il cielo turchino,  ammutolendo ogni i rumore e spingendo alla ricerca dell’infinito;
  4. ‘Marina di Chiaiolella’: Una delle mete preferite dai turisti più sofisticati, attratti dalla presenza di alberghi sontuosi e localini alla moda. Camminando lungo i moli all’altezza di ‘via Giovanni da Procida’ , ci si imbatte nel caratteristico ‘Santuario di San Giuseppe’ del 1836. Qui è arenata ‘bella ‘mbriana’, la ‘lucertola palmata’ di Pasquale. Con questa barchettina lavora divertendosi con i tanti clienti che affollano il suo ‘Riccio Apartments’ ! Specie quando il caldo imperversa;
  5. ‘Vivara’: L’ ex parco privato della fondazione ‘Albano Francescano’ dal 2002 è stato fatto riserva naturale statale , per preservarne la tipica flora e fauna del Mediterraneo. Attualmente però non è visitabile (visita guidata riservata a gruppi limitati di escursionisti).

Come è la cucina a Procida? Fatevi la domanda e venite a provarla!

Esiste una tradizione gastronomica a Procida , che si basa principalmente sulla freschezza, la stagionalità e la semplicità dei prodotti. Di terra o di mare i piatti di Procida si mescolano con gli aromi selvatici per creare delle portate stellate. Tra le star della cuisine locale spiccano:

A cena dalla famiglia Persico!

Qualche assaggio della cucina procidana mi è stato servito in tavola a cena dalla famiglia Persico con  Gaetano Cataldo, come ospite d’onore. Ottima occasione per festeggiare il successo di ‘Mosaico per Procida 2022’  e anche la mia partenza, perché nessuno ha avuto intenzione di adottarmi! Peccato!

Il  menù di Lina  è stato un susseguirsi di sapori e profumi indimenticabili:

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Dove mangiare a Procida?

Tra un’escursione e l’altra Pasquale, mi ha anche portato in giro per mostrarmi altri  locali di Procida, dove potere mangiare qualcos’di caratteristico:

Non vi nascondo che l’argomento principale delle mie conversazioni con Pasquale, in queste soste gourmet  è stato ovviamente il cibo.

6 Segreti della cucina procidana

Non sono riuscita a strappargli i segreti delle ricette di Procida,  ma almeno un elenco abbastanza importante di quelle più tipiche:

  1. ‘Luvari’: Si tratta del pagello fragolino, o pesce imperatore, e si presta a molti tipi di cotture, bollito, in crosta di pane, e anche fatto a insalata;
  2. ‘Coniglio: A differenza di quello di Ischia, il coniglio di Procida cucina lentamente in una pentola di coccio con il soffritto, pomodoro e rosmarino compreso. La maggior parte degli animaletti è allevato, anche se non sono rari quelli selvaggi;
  3. ‘Gli spaghetti con alici , pomodori e pecorino’: Un pasto da poveri ma che fa sentire dei re , rosolando della pasta con alici , i peperoni verdi . E una grattata di pecorino per i più audaci!
  4. ‘La parmigiana di melanzane alla procidana’ : Non è facile stabilire la paternità della parmigiana, che Sicilia, Campania ed Emilia Romagna si contendono! Tuttavia la bontà è la stessa, e quella procidana è per lo più vegetale con l’utilizzo di pomodori del tipo ‘lampadina’;
  5. ‘Casatiello procidano’: Molto diverso da quello napoletano, è un pane alto e lievitato, cosparso di ‘naspro’ o ‘diavulilli’ (zuccherini dolci colorati). Si consuma principalmente nel periodo pasquale;
  6. ‘Lingua di Procida’: Si ordina anche come ‘Lingua di bue’ o  ‘Lingua di suocera’ (  a quanto pare in omaggio alla vena pettegola dei procidani!) , ed è  un dessert con due strati di pasta sfoglia, farcito con crema pasticciera aromatizzata al limone, e  ricoperto con granelli di zucchero.

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Procida sacra: feste, santi e donne

Inevitabilmente Procida.   possiede quel  je ne sais quoi e crea dipendenza! Sembra di essere trasportati come in un’altra dimensione, la stessa che ha incatenato amanti nei libri e nella vita reale! Procida stupisce soprattutto per il carattere forte delle sue donne.

Creature fragili sì ma forti, che lontane per mesi o anni dai loro uomini imbarcati, sono sempre state l’asso portante dell’intera società. La loro solitudine è stata assorbita in qualche modo dai figli da crescere. Ma  anche dalla religione, perché la chiesa è diventata per loro punto di riferimento e  centro di aggregazione.

6 Eventi da non perdere a Procida

Per cui si  capisce l’attaccamento degli isolani a Dio, le Madonne e santi, che hanno sempre osannato con appuntamenti immancabili come questi:

  1. ‘Festa di San Michele’ : San Michele è il santo patrono di Procida. I festeggiamenti cadono l’08 Maggio e il 29 Settembre per glorificare il suo intervento divino che allontanò in passato briganti e pirati!
  2. ‘La Processione dei Misteri’: Questa è un’antichissima quanto famosa processione che si tiene a  Procida dalla fine del ‘600. Durante le prime ore del mattino del Venerdì Santo, al risuonar di diversi squilli di tromba, da ‘Torre Murata’ parte un corteo di devoti e confraternite che si conclude a ‘Marina Grande’ ;
  3. ‘Sagra del Mare: Di solito si svolge l’ultima settimana di luglio. Un evento molto atteso in cui viene proclamata la ‘Graziella’, la femme procidana che meglio rappresenta il personaggio del racconto di Alphonse de Lamartine. La manifestazione si articola con musica, stand di assaggi vari, gare sportive e altro ancora;
  4. ‘Festa del Vino’: A San Martino, l’11 novembre anche  Procida si onora Bacco  con un gioioso galà popolano,  che è un inno alla inno alla fertilità delle viti procidane. Le ragazza vestite con costumi d’epoca della ‘Graziella’ girano per le locande isolane con boccali di vino che esaltano il meglio delle prelibatezze procidane;
  5. ‘Corricella In Jazz Festival’: Tra luglio e agosto l’ ‘Associazione Artistika’ a ‘Marina di Corricella’ promuove una serie di concerti, che ha  richiamano sul palco musicisti di alto  prestigio come Daniele SepeAndrea Rea Trioe gli ‘Almamegretta’:
  6. ‘Procida Racconta’ :Un festival letterario diretto dall’artista Chiara Gamberale. Questo si organizza dal 5 al 9 giugno a Procida con la collaborazione di ‘Nutrimenti’ , la libreria indipendente di Andrea Palombi. Sei scrittori si sguinzagliano nell’oasi campana in cerca di una storia di un abitante su cui scrivere, trasformando il quotidiano in straordinario!

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5 Locali per vivere Procida

La vita notturna di Procida è tranquilla, chic, elegante ed autentica e di certo non delude le aspettative di chi vuole divertirsi in coppia o con un gruppo di amici. Ecco una lista dei luoghi più esclusivi:

  1. ‘Vineria Letteraria’: Sulla riva della ‘Marina di Corricella’ al civico 96-88 spunta questa enoteca letteraria dove io e Pasquale, abbiamo sorseggiato un fresco fiano di Avellino. Un’enoteca  straordinaria che combina la passione del vino del titolare Tarcisio Ambrosino con quella della letteratura, con la vendita al pubblico degli ultimi successi editoriali ;
  2. ‘Flamingo’: Su piazza della Repubblica si trova il  disco pub più trendy di Procida che la ravviva h 24. Dal mattino con le paste più golose a notte fonda per un dopo cena con cocktail fantasiosi e dell’ultima generazione;
  3. Il Ciracciolo’ e il ‘Maresia Solarium’ : Sono tra i più attrezzati e incantevoli  stabilimenti  balneari  di Procida. Sorgono rispettivamente il primo sulla ‘spiaggia del Ciracciolo’ e il secondo sulla ‘spiaggia di Chiaiolella’. Dispongono di tutti i comfort , e di uno strepitoso lounge bar da dove potere vedere tramontare il sole;
  4. ‘Il GM Bar’  e ‘Il Sea Bar’ : A ‘Marina Grande’  sono i club più vivi e modaioli di Procida.  Ci si può sostare per colazioni, per un abbondante aperitivo o per assistere a spettacoli dal vivo con tanto di musica;
  5. Le discoteche ‘Not Found 404’  in via Libertà, 72 e ‘ Procida Hall’  in  via Roma, 4.

Procida nel cuore!

Se Capri fa impazzire, Ischia ti fa girare la testa, a Procida ci resti! C’è qualcosa nell’aria che respiri che ti inebria, come potrebbe solo fare un nettare divino. Non ci sono parole o immagini che possono davvero fare capire la profonda emozione che si prova una volta giunti qui. Si deve vivere Procida in prima persona!

In conclusione, la mia permanenza a Procida è stata come una favola che si è conclusa anche troppo presto, perché sinceramente non volevo più andare via. Al mio rientro a Pisa, il mio pensiero è stato costante su questi giorni Procida con la promessa di riviverli ancora una volta persa tra il verde di una natura ancora incontaminata!

PS: Sostieni il documentario in alto  ‘Procida l’isola conclusa’ di Massimo Saccares e Alessandra Attiani: Due artisti Romani che con il loro inedito cortometraggio parlano della dimensione di essere isolani . Questo video sarà presentato al ‘Ischia Film Festival 2022’. Clicca qui e fai il tuo dovere con una donazione  ! 

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Cosa è ‘Mosaico per Procida 2022’? Ve lo spiego subito!

Cosa è ‘Mosaico per Procida 2022’? Ve lo spiego subito!

„…È strano come l’eternità si lasci captare piuttosto in un segmento effimero che in una continuità estesa…“
Elsa Morante

‘Mosaico per Procida 2022’. Una bottiglia celebrativa per  l’isola capitale della cultura

‘Mosaico per Procida 2022’  è una grand cuvée nata dal genio di Roberto Cipresso . In questo modo il winemaker di fama internazionale ha voluto  omaggiare  Procida , eletta capitale della cultura 2022. Per  la ricorrenza si produrranno circa 6000 bottiglie , che saranno date  in  dono a tutte quelle personalità  che hanno reso possibile il miracolo!

Dovete sapere che non è la prima volta che sono  approdata a Procida! Purtroppo lo scorso Luglio ci ho  messo piede, rompendomelo letteralmente. Da allora Procida è stata per me come il canto di una sirena, che si  è diffusa nell’aria. E poi è giunta  in qualche modo all’orecchio di Roberto Cipresso , il quale mi ha  invitato alla conferenza stampa di ‘Mosaico per Procida 2022’ .

Da circa cinque anni sto scrivendo degli articoli sulle cantine seguite dall’ eclettico globetrotter del vino, che mi hanno dato la possibilità di perdermi in terre infinite. Adesso è stata la volta in cui sono partita per  esplorare Procida!

‘Mosaico per Procida 2022’. 26 Febbraio 2022, conferenza stampa

Descrivervi in toto la sensazione di essermi  trovata a Procida  per una manifestazione significativa come ‘Mosaico per Procida 2022’, mi porterebbe via troppo inchiostro.  Ci proverò in questo mio post! Siete pronti a seguirmi? via!

Sabato 26 Febbraio 2022 ci si è riuniti con  Roberto CipressoGaetano Cataldo al bar ‘Capriccio’  vicino il porto prima della conferenza stampa su ‘Mosaico per  Procida 2022’ . In attesa degli alti ospiti è piovuto ininterrottamente! Nonostante il freddo, l’atmosfera si è scaldata , perché è stata una gran festa!

Ciak si gira! Il vino è la cultura, che non isola!

Tra quei tavoli e sotto gli ombrelloni del bar al riparo dalla pioggia, si è convogliata  così tanta energia, che è esplosa appena ci si è spostati successivamente  nel palazzo di città di Procida. Le nuvole grigie sono state colorate dai sorrisi di tutti i partecipanti. Dopo tanta acqua addosso insieme a una gioia infinita , ci siamo accomodati nell’ aula consiliare del comune di Procida, dove ‘Mosaico per  Procida 2022’  si è finalmente reso pubblico.

4 Special guest!

Sono stati presenti al convegno :

  1. Pasquale Persico, capitano di lungo bordo , proprietario del ‘Riccio Apartments’ , e soprattutto  primo procidano a credere nell’impresa con una lauta offerta spontanea;
  2. Alcuni dei viticoltori societari e imprenditori del settore eno gastronomico;
  3. Tommaso Mascolo , delegato di  ‘AIS Campania’ ;
  4. Ciro Adinolfi dirigente ‘Agenzia Regionale Campania Turismo’.

Senza dubbio,  ‘Mosaico per  Procida 2022’ è un’opera d’arte. Si tratta della creazione di un blend  dei migliori bianchi campani, che sta già facendo rumore!  Il cappellaio magico in questione è stato  Gaetano Cataldo .  Con la sua assoc.  cult.  ‘Identità Mediterranee  ha sposato e promosso questo capolavoro questo evento  indimenticabile1

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7 Motivi del successo di ‘Mosaico per Procida 2022’

Dopo aver preso posto in aula, si è aspettato impazienti per la rivelazione di ‘Mosaico per Procida 2022’. Questa è stata definita un’iniziativa di altissimo valore. Non poteva essere stato diversamente! Se si considera che non è stata affatto una manovra  commerciale, ma si è auto alimentata con libere donazioni!

I volti della gente lì riunita si sono illuminati alla visione di Roberto Cipresso e di Gaetano Cataldo  che presenziavano ai tavoli di fronte. Loro sono stati i capitani di bordo di questa incredibile traversata, con una  fedele ciurma senza la quale  non si sarebbe neppure potuto  salpare! Vediamo più da vicino chi sono stati i magnifici 7 di  ‘Mosaico per  Procida 2022’ .

1. Ass. al turismo Leonardo Costagliola e il sindaco Dino Ambrosino. Procida merita!

Intanto hanno preso la parola   l’ass, al tur.  Leonardo Costagliola e il sindaco Dino Ambrosino . Quasi commossi, il loro discorso di apertura ha avuto in comune il loro amore per Procida. L’hanno ricordata come una vecchia fotografia in bianco e nero, affollata da pescatori e bambini. Tra questi c’erano anche loro, che adesso da adulti si sono impegnati  per cambiarla. In meglio!

Schiarita la voce, e nel silenzio più assoluto i due primi cittadini hanno attirato l’attenzione di tutti i presenti , presentando   gli  altri attori  principali di ‘Mosaico per Procida 2022’. Sono riportati di seguito , in ordine di intervento.

2. Angelo Radica presidente di  ‘Città del Vino’ 

Angelo Radica,  sindaco di Tollo (Abbruzzo), ha annunciato orgoglioso l’adesione di Procida ai 460 comuni di ‘Città del Vino’. Partendo da un’ iniziale  terroir diffuso e grazie a un fondo di 3000 euro , si innescherà un processo importante . Cioè quello di educare i vigneron procidani ad avviare una  solida realtà enoturistica nella loro terra .

4. Roberto Cipresso. Il vino parla! 

Roberto Cipresso  è inequivocabilmente l’enologo nazionale! Con  ‘Mosaico per Procida 2022’ ha ripetuto un’altra magica  alchimia. Questa si aggiunge ad altre del passato, come per esempio  le magnum fatte per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per i papi Giovanni Paolo II e Francesco Bergoglio!  Da ambasciatore di ‘Città del Vino’, Roberto Cipresso ha sottolineato che il vino  deve fare emozionare.

5. Gaetano Cataldo , il ‘Corto Maltese’ di Castel San Giorgio, Salerno

Gaetano Cataldo , giornalista con un master in food and beverage, ci ha delucidati sulle difficoltà e i traguardi raggiunti con ‘Mosaico per Procida 2022’. Tra questi i fondi che verranno destinati per l’allestimento di un altro  ‘Abito della Graziella’. 

6. ‘Team diffuso’ per ‘Mosaico per Procida’

Con orgoglio Gaetano Cataldo ha alzato il sipario sui nomi delle imprese vitivinicole , che si sono imbarcate in questa sfida, che è proiettata verso un futuro più che brillante. C’è un forte segnale che appare chiaro:

  • fare sistema lavorativo  in  Campania ;
  • abbattere unitamente le paure e le problematiche della concorrenza in fatto di vino;
  • porre le basi per un rilancio del tessuto economico locale  efficace e duraturo!

7. L’arte si manifesta al ‘MAVV Wine Art Museum’ di Portici

Non poteva mancare un vestito  per ‘Mosaico per Procida 2022’  ! Al  ‘MAVV Wine Art Musem’ di Portici il direttore  Eugenio Gervasio  ha premiato Claudia Albano come miglior artista per la produzione di ‘Incanto DiVino’ . Questa è l’etichetta dell’ampolla sacra, che riprende lo skyline stilizzato di questo isolotto colorato!

Come è nato ‘Mosaico per Procida 2022’? Galeotta fu Pontelatone! 

Ma come viene fuori ‘Mosaico per Procida 2022’ ? Nel Settembre del 2021 a Pontelatone (CA) Roberto Cipresso e Gaetano Cataldo si incontrarono per discutere  delle  potenzialità vitivinicole della Campania.

Da lì  l’idea  per l’ elisir per Procida  iniziò a prendere forma! Da quel momento in poi si mise in moto un ingranaggio infernale per procedere con l’intento. Il primo passo  fu di trovare partner validi per lo scopo.Presto si unirono ben 26 cantine campane, tutte rigorosamente selezionate secondo i criteri di territorialità, sostenibilità agronomica ed enologia etica.

La ‘Cantina Bellaria’ di Antonio Pepe, primo tassello di ‘Mosaico Procida 2022’

Il grosso venne fatto! Le stesse aziende successivamente inviarono qualche ettolitro del loro vino nel laboratorio di Roberto Cipresso a Montalcino . Nello stesso periodo si proseguì con la vinificazione effettiva del bianco inedito presso la ‘Cantina Bellaria’      di  Antonio Pepe a  Roccabascerana  (AV).

A suggellare il tutto ci fu poi  l’intervento dei due grandi enologi Mario Mazzitelli e Luca Zirpoli. Adesso invece si sta aspettando che il vino maturi . In attesa di poterlo  poi  stappare ad Aprile 2022 per la  proclamazione ufficiale di Procida  a capitale della cultura 2022 .

Insieme si può! Anche al Sud!

La Campania ha un cuore che pulsa a dismisura, e una testa che funziona benissimo.  Ma con ‘Mosaico per Procida 2022’ siamo oltre l’abbraccio della regione per la gloria di Procida nel 2022! Infatti la  realizzazione di ‘Mosaico per Procida 2022’ è  soprattutto un esempio di grande sinergia imprenditoriale campana, che scalda l’anima e insegna!

Questo è il Sud  che voglio,  poiché quando c’è  gioco di squadra vero, si vince! Questo succede quando  in campo scendono i sentimenti , i buoni propositi, guidati da maestri quali Roberto Cipresso  e Gaetano Cataldo. Si sa che l’ unione fa la forza! Allora questa straordinaria azione collettiva  vuole essere in primis  un messaggio di pace alle soglie del dissidio tra Russia e Ucraina, con l’unica speranza che possa presto spegnersi!

‘Mosaico per Procida 2022’ , un’avventura appena iniziata

 ‘Mosaico per Procida 2022’ è  l’espressione più totale e autentica della passione del popolo campano per il loro territorio, convertito liberamente in un business pulito ed efficiente! Da questi quattro giorni procidani ho imparato che se non alzi lo sguardo in alto non vedrai mai le stelle!

Non bisogna mai  smettere di desiderare quello che si vuole! Questione di tempo, accadrà! Ma solo se si ha davanti una metà precisa, E se non puoi dirigere il vento, puoi comunque sempre orientare le vele!

Roberto Cipresso, se non ci fosse bisognerebbe clonarlo!

Dietro ogni mossa vincente in fatto di vino c’è sempre lo zampino di Roberto CipressoTutte le volte che ho la fortuna di collaborare con lui  per un wine report , mi domando perché non possa clonare il suo DNA , oltre che vitigni antichi!

Si deduce che la scelta di Roberto Cipresso  a capo della sua stessa creatura qual è ‘Mosaico per Procida 2022’ ,  non è stata né funzionale né mediatica. Oserei dire quasi obbligata per la sua professionalità e umanità!  A confermarlo il poliedrico Gaetano Cataldo , direttore di questa magnifica orchestra enoica, che mi ha accolto a bordo come un fido mozzo!

Nulla è per caso! I love Procida

In conclusione, non tutto il mal vien per nuocere! Forse senza quello sfortunato incidente estivo dello scorso anno , non avrei mai vissuto Procida in maniera così profonda! Di conseguenza questo post è un umile tentativo di immortalare in parole l’esperiensa unica di ‘Mosaico per Procida 2022’ ,  che mi ha fatto innamorare di Procida .

Avete presente come quando vi sentite catapultati in un film? Ecco, questo è stato per me ‘Mosaico per Procida 2022’  ! Un cortometraggio lungo quanto basta per impressionare nella pellicola tutta la bellezza  di Procida  e della sua gente!

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Dove dormire a Procida? Che domanda! Al ‘Riccio Apartments’

Dove dormire a Procida? Che domanda! Al ‘Riccio Apartments’

“…Continua a navigare anche se si rompe l’albero maestro. Le onde e il vento ti riporteranno a casa…”

Romano Battaglia

Riccio Apartments’, il migliore b&b a Procida!

Senza dubbio, il ‘Riccio Apartments’ della della famiglia Persico è la migliore struttura ricettiva Procida per un soggiorno stellato e per scoprire al meglio il territorio. Come faccio a saperlo? Ci ho trascorso quattro giorni indimenticabili per raccontare ‘Mosaico per Procida 2022’.

Si tratta di una bottiglia celebrativa firmata Roberto Cipresso winemaker  di fama internazionale, prodotta  in omaggio alla nomina dell’isola a  capitale della cultura 2022. ‘Mosaico per Procida 2022è un progetto enoico importante, che è stato portato avanti grazie al prezioso supporto dell’ ass. cult.  ‘Identità Mediterranee’  e del suo presidente  Gaetano Cataldo .

‘Mosaico per Procida 2022’ , un a grand cuvée per vivere Procida

Non finirò mai di ringraziare i due maestri  del vino su citati per avermi invitato alla conferenza stampa di fine febbraio su ‘Mosaico per Procida 2022’. Per merito di questa grand cuvée dei migliori bianchi campani, ho fatto scoperto Procida  e ho incontrato persone speciali, come Pasquale Persico!

Pasquale Persico è il fondatore del ‘Riccio Apartments’ da cui è partita la mia esplorazione su Procida, la più piccola, bella e selvaggia delle perle del Golfo di Napoli! Seguitemi e capirete meglio di cosa vi sto parlando. Prima di partire, finite di leggere il mio articolo almeno!

Come visitare Procida? Venite al ‘Riccio Apartments’

Chiaramente pernottare al ‘Riccio Apartments’ è stata una mossa vincente . Perché ho afferrato la vera essenza di Procida girandola con la gente del luogo. Perché per vale il detto che non sono i posti a fare le persone, ma le persone a fare i posti!

Pasquale Persico  , la moglie Lina e la figlia Francesca sono procidani DOC,  sono orgogliosi di mettere a disposizione dei loro ospiti tutta la loro professionalità e senso dell’accoglienza! Con me ci sono riusciti perfettamente!

Procida d’inverno, il meglio dell’isola!

Sinceramente l’idea  di essere a Procida in bassa stagione mi ha sempre stuzzicato! E ne ho avuto ragione! Infatti senza le folle estive, questo isolotto colorato ha un fascino tutto particolare. D’altronde si sa, il mare è bello anche d’inverno!

Si possono fare tante cose a Procida in questo periodo, quelle che non avrebbero mai avuto lo stesso sapore se fatte ad esempio nella confusione di Luglio o Agosto! Come  passeggiare per le spiagge deserte a raccogliere conchiglie. Oppure sorseggiare un caffè nero bollente a un bar del porto. Mentre magari si guardano le barche bianche e azzurre che dondolano al ritmo gentile delle onde!

Pasquale Persico, un uomo di mare dal cuore d’oro!

Alloggiare al ‘Riccio Apartments’ vuol dire sentirsi casa ,  godersi  Procida senza fretta , e  con tutto il calore del suo popolo! Mi è successo davvero, ed è stata un’esperienza che non ha davvero prezzo, ma solo un nome, Pasquale Persico!

Chi è Pasquale Persico?  Direi un un uomo di mare,  con alle spalle trent’anni di navigazione. Un marito affettuoso, un padre presente e un amico per la vita! Pasquale Persico adesso però  ha solo un obiettivo. Quale? Farvi innamorare di Procida. Io sono caduta felicemente nella rete!  E vi assicuro che i prossimi sarete voi!  “Garantito al limone”, parola del  capitano  Pasquale Persico,

5 buoni motivi per andare al  ‘Riccio Apartments’!

Volete capire  perché venire proprio al ‘Riccio Apartments’ ? Essenzialmente perché  benessere e divertimento sono concentrati in  due splendidi  appartamenti.

Il primo è il  ‘Riccio 28’  , e il secondo è il  ‘Riccio Apartments’ . Posso testimoniare che sia il  ‘Riccio 28’   che  il  ‘Riccio Apartment offrono:

  1.  Tutti i comforts di dimora moderna e curata:  wifi, condizionatore, TV, lavatrice, pentole e posate per prepare da mangiare, toiletteria;
  2. Servizio di reception h 24 ;
  3. Posizione centralissima a due passi dalle migliori spiagge  di Procida;
  4. Tour personalizzati con  Pasquale Persico,  a piedi, in macchina, o  sulla ‘bella ‘briana’. Questa è la barca del nostro isolano! Quando il sole brucia , vi porterà in giro per le calette più nascoste a pescare  ricci e  tonni! Non male!
  5. Cucina casalinga e locale a base di limoni e pescato fresco con Lina, la bella mamma tutto fare.

Cosa hanno in comune le due case vacanze del ‘Riccio Apartments’  ? Entrambe sono l’ideale per chi vuole rilassarsi nella pace più totale, lontani da ogni sorta di rumore. Parimenti  i rispettivi abitati sono a pochi passi da tutte le attrattive di Procida , raggiungibili a piedi o con i mezzi. Perché qui è davvero tutto a portata di mano. Ve le descrivo qui in basso nel dettaglio!

book it now! 
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1. ‘Riccio 28’, la mia suite a Procida

‘Il Riccio 28’ è quello in cui ho dormito io! Questo delizioso rifugio (per tre persone) è situato in via Bartolomeo Pagano n. 28. Salendo delle scale, tra gatti sornioni e panni stesi all’aria fresca, si giunge all’ingresso .

Aprendo la porta chiamata ‘La fenestella’ , si accede a una grande sala da pranzo . Questa è attrezzata con un ampio armadio, un divano letto, e un comodo tavolo da pranzo con delle sedie. Gli arredamenti sono semplici e lineari . Subito dopo si accede alla cucina, super attrezzata , con una finestra  vista giardino.

Cosa ha di speciale ‘Il Riccio 28’

Alzarsi il mattino , spalancare le persiane, e sorseggiare  un ‘Nespresso davanti a degli alberi di mandarino è uno spettacolo unico. La dispensa è piena di merendine, biscotti e infusi . Il frigo colmo di acqua frizzante, liscia, bibite, prosecco e succhi di frutta, che  vi vizieranno tutto il giorno!

‘Il Riccio 28’  si trova:

2. ‘Riccio Apartment’, un panorama mozzafiato su ‘Torre Murata’

‘Riccio Apartments’ è l’abitazione più spaziosa (per 5 persone) posta  in via Alcide de Gasperi, 80079 . La cosa più incredibile è che siete vicino al  ‘Belvedere Elsa Morante’. Proprio da questo punto panoramico la celebre scrittrice romana ebbe l’ispirazione per il  suo capolavoro ‘L’isola di Arturo’.

Giusto per elencarvi ancora altre particolarità, ‘Il Riccio Apartment’   è :

Nel ‘Riccio Apartments’ ci sono due comode stanze da letto, un cucinotto  e  servizi. Gli interni sono minimali, pratici e molto puliti e ordinati , come il resto dell’intero complesso.

Sostieni il documentario  ‘Procida l’isola conclusa’ di Massimo Saccares e Alessandra Attiani sulla dimensione di essere isolani . Si  presenterà al ‘Ischia Film Festival 2022’. Clicca qui e fai il tuo dovere ! 

Procida nel cuore con il ‘Riccio Apartments’

In conclusione con il ‘Riccio Apartments’  entrerete nell’anima di  Procida , un fazzoletto di terra dalla bellezza selvaggia, ancora incontaminata. Qui ci viene chi vuole ritrovare il senso del tempo che scorre lento. Come dire, una terra per molti, ma non per tutti!

Stare con della famiglia Persico nel loro ‘Riccio Apartments’ significa lasciare la propria anima  a Procida. E tornarci e l’unico modo per riprendersela! Quello che farò a breve anche io! E non vedo l’ora di perdermi  di nuovo in una natura rigogliosa e quasi primordiale, tipica del Mediterraneo!

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Montalcino e il Brunello, l’oro rosso della Val d’Orcia

Montalcino e il Brunello, l’oro rosso della Val d’Orcia

Montalcino e il Brunello, l’oro rosso della Val d’Orcia

Patrimonio dell’Unesco dal 2004, Montalcino è un affascinante borgo toscano. Esso è  di origine etrusca, e conta  appena sei mila abitanti. Si trova  a sud di Siena, che in passato  la sottrae dopo secoli al controllo di Firenze.

Per questa vittoria celebrata nel 1361 si erige a Montalcino una massiccia fortezza , che è a pianta pentagonale fatta . Essa è stat fatta dagli architetti toscani Mino Foresi e Domenico di Feo.  Da questo capolavoro con torri angolari , sede del celebre ‘Jazz & Wine Festival’ , si scorgono in lontananza il Monte Amiata e le Crete Senesi.

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6 cose da vedere a Montalcino!

Montalcino è un paesino medievale incantato, che tutto l’anno ammalia migliaia di visitatori con i suoi negozi e ristorantini alla moda. I suoi vicoli stretti e i suoi quattro chilometri di mura possenti con tredici torrioni e sei porte. Montalcino racchiude inestimabili tesori quali:

  1. ‘Palazzo dei Priori: Collocato in Piazza del Popolo  ( XIII-XIV secolo) , sul cui lato orientale si ammira una straordinaria loggia  a cinque archi di fattura ed epoche diverse,   è adornato con gli stemmi araldici dei vari podestà di Montalcino. Ci sono anche un’alta torre merlata e un portico con volte ribassate . In mezzo ci sta  una statua cinquecentesca di Cosimo I dei Medici;
  2. ‘Palazzo Vescovile’: Questo era  inizialmente la residenza per il vescovo della diocesi per volere di papa Pio III Piccolomini . Poi ci trasferirono i musei di Montalcino, che  negli anni Novanta  furono poi spostati nel Seminario di Sant’Agostino;
  3. ‘Duomo’: Sorgeva qui una pieve romanica, che Pio II convertì nell’odierno   Duomo nel 1462. Dedicato a San Salvatore , esso è  in stile neoclassico. Il  Duomo è un esempio della magnificenza di Montalcino, e custodisce  al suo interno dipinti di alto valore di  Francesco Vanni ,  della scuola senese del XVI secolo, e   di Francesco Nasini (1647) ;
  4. ‘Chiesa di Sant’Egidio’: Edificata nel 1325, si fa notare per la semplicità della facciata romanica in pietra e il delizioso campanile a vela. La chiesa presenta una sola navata, sormontata da un tetto a travi. Sull’altare maggiore si staglia un tabernacolo evocativo in legno istoriato sul ‘Cristo risorto e Santi’ di Alessandro Casolani;
  5. Chiesa romanica di ‘Sant’Agostino’ : Risalente al Trecento è adornata con degli affreschi di  scuola senese  raffiguranti le scene della ‘Passione di Cristo’ e ‘La vita di Sant’Antonio Abate’.  Altri descrivono le vicissitudini di ‘Sant’Agostino, degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa’ attribuiti a Bartolo di Fredi. La chiesa ospita anche il Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra di Montalcino’  , e il più recente ‘Tempio del Brunello’, un museo dedicato all’ uva celebre  del paese;
  6. ‘Abbazia di Sant’Antimo’ :Si tratta di un complesso monastico del  XIII° secolo presso Castelnuovo dell’Abate, non molto distante da Montalcino,  notevole monumento romanico della Toscana meridionale.

Montalcino e il Brunello, una Bordeaux tutta Italiana. Un modello per uscire dalla crisi della pandemia! 

Montalcino deve la sua gloria ai suoi stupefacenti paesaggi collinari, puntellati da girasoli e papaveri. Ma anche all’essere stata tappa per i pellegrini della via Francigena.  Questa da Roma conduceva fino a Canterbury, e ciò   rese la posizione geografica di Montalcino relativamente isolata, fino a farne un crocevia di mercanti, papi e imperatori.

Grazie a questo e allo spirito imprenditoriale del suo popolo, la piccola cittadina sviluppò un’economia mercantile molto fiorente. Disgraziatamente però  Montalcino  precipitò  in fondo al baratro nella seconda metà del Novecento.

Mai arrendersi!

Le cause furono alcuni episodi funesti del 1960. Tra esse:

  • l’ apertura dell’Autostrada del Sole (che da Milano conduceva a Napoli);
  • il repentino crollo dei traffici stradali sulla vicina Cassia;
  • l’abolizione della mezzadria .

Un elenco di fattori negativi, che misero Montalcino  a dura prova . Con la conseguente sparizione delle sue attività artigianali ed emigrazione dei suoi cittadini. Una catastrofe di circa dieci anni  che si superò  nel giro di mezzo secolo.

Per intervento della comunità agricola ilcinese, che si risollevò puntando tutto sul Brunello! Mossa per nulla azzardata che consacrò Montalcino  a tempio del vino rosso. Un sapere antico ereditato già dagli etruschi, come testimoniato da vari reperti archeologici ritrovatesi nelle vicinanze.

Come nasce il Brunello?  

Ma cosa è esattamente il Brunello? Il Brunello è una variante genetica del Sangiovese, che il farmacista Clemente Biondi Santi  studiò approfonditamente alla fine dell’Ottocento .

Questo fece  fare a Montalcino il vero salto di qualità. Il nobile toscano intuì le potenzialità del Brunello ( chiamato  a questa maniera per via del colore piuttosto bruno degli acini), vinificandolo  in purezza e  ottenendo un vino rosso impareggiabile.

La vendemmia del 1865 del Brunello ottené  addirittura una medaglia d’argento dal ‘Comizio Agrario di Montepulciano’, e poi fu premiato a Parigi e Bordeaux, oscurando persino i blasonati rossi francesi.

Successivamente il nipote Ferruccio Biondi Santi  impiantò a Montalcino  il primo vitigno di Brunello , che volò in picchiata fino alla proclamazione della DOC nel 1966 ,  e del suo      Consorzio e della DOCG nel 1980 . Da allora in poi le voci sulla gloria del Brunello girarono in fretta, e dei ricchi investitori americani scommisero e investirono su Montalcino , eleggendola a patria enoica italiana.

Brunello di Montalcino

Brunello, il signor vino! Mi presento! 

Il Brunello è sempre stato un rosso di nicchia. Non a caso si aggiudicò riconoscimenti importanti dal prestigioso ‘Wine Spectator’ come:

  • migliore vino rosso nel 1999 ;
  • come primo nella classifica mondiale nel 2006.

Onore al merito, se consideriamo che  Montalcino  parò il colpo di altre tre grosse meteore. In ordine temporale esse furono:

  •  il collasso finanziaria del 2008;
  • il rincaro di prezzi del Brunello  del 50% nel 1997 a causa di politiche sbagliate  (perché intanto la domanda si abbassava!);
  • lo scandalo dell’aggiunta di altre uve contrariamente al disciplinare..

Il ‘Rosso di Montalcino’, il fratello del Brunello! 

La ripresa fu comunque veloce. Cioè accadde , nel senso che non fu progettata a tavolino. Infatti il sistema era già solido di suo . E nonostante le paure e le difficoltà, gli icinesi si tennero  compatti e agirono. I commercianti  applicarono qualche buona strategia:

  • Non riabbassarono le cifre di vendita del Brunello. Piuttosto lo esportarono nelle grosse distribuzioni del Centro Europa;
  • Fece la sua comparsa  il ‘Rosso di Montalcino’, in sostanza la prima annata del Brunello  , che è seducente abbastanza da potere essere messa in circolazione.

Tutto questo  permise un respiro all’economia di Montalcino . E da questa storia si evince che il vino è, è stato, e sarà sempre la fortuna e la speranza di Montalcino.

Cosa fa del Brunello un vino unico? Il suo terroir

Il  Brunello è un vitigno figlio del Sangiovese, che cresce solo a Montalcino , per delle peculiarità pedoclimatiche particolarissime. Montalcino sorge su una collina dell’altezza massima di 600 m, che le garantisce un’ottima esposizione solare e una perfetta escursione termica, ottimo per la prevenzione dell’umidità.

Il clima  Montalcino è mediterraneo, mitigato d’inverno per la presenza del mare (a poco più di 40 km), e ben ventilato per la protezione offerta dalle montagne e dalle tre  valli dell’Orcia, dell’Asso e dell’Ombrone .

Ed è proprio questo terroir irritrovabile che dona rarità al nostro  Brunello, la cui zona di produzione coincide con lo stesso comune di Montalcino  per un totale di circa 4000 ettari vitati. Soltanto il 15 % dell’intero comprensorio di Montalcino   è destinato alle uve,  per il resto è costituito da boschi di querce, faggi, e lecci. Un ambiente bucolico di prati estesi che si alterna a filari verdi, allevati a cordone speronato e guyot  e ad alta densità di impianto per ettaro (3 000 ceppi/ha) per garantire qualità nella resa.

Brunello, se non ci fosse bisognerebbe piantarlo!

 Il Brunello è l’espressione più autentica della Toscana, che è conosciuto anche come ‘grosso’, cioè dalla buccia spessa. Quest’ultima è una caratteristica che causa macerazione più duratura. Questa inoltre richiede almeno trenta giorni  per estrarre tannini, colore e polifenoli!

Il massimo dell’esaltazione del   Brunello è dato dal suo riposo per almeno cinque anni (che sono sei per la versione riserva) nelle botti di rovere, dal momento della vendemmia alla sua immessa nel mercato. Il  Brunello è un’opera d’arte dal rosso rubino intenso tendente al granato se invecchiato: una complessità di armonie, che sa di frutti rossi, vaniglia, legno e sottobosco.

Brunello, il re dei vini 

Il Brunello  è un vino nobile, tannico, strutturato, caldo, armonico e persistente. Un rosso che è compagno ideale dei grandi piatti della cuisine toscana, tra selvaggina e tartufi. Si  percepisce la grafite nel Brunello  , la stessa che rimane nei suoli vulcanici di Montalcino , che abbondano anche in calcare, sabbia, argilla, galestro e alberese,  regalando mineralità al nettare toscano. Elementi questi che si trovano sparpagliati in tutti i vigneti di Montalcino  , benché in percentuali diverse, per l’intesa attività tettonica durante le diverse ere geologiche.

Queste ultime lasciarono a Montalcino ambienti podologici variegati , ed è per questo motivo che  un Brunello non è  mai del tutto uguale a un altro!  Montalcino è un modello da copiare per un prototipo di sviluppo economico, che confida nella valorizzazione delle proprie risorse territoriali, che in teoria dovrebbe essere il destino di molte altre aree dell’Italia dal Nord al Sud.

Montalcino insegna! 

Il passato di  Montalcino  ci insegna che  si può uscire dalla tempesta con le ossa rotte, ma più forti e migliori di prima. E questo racconto è un augurio per sconfiggere del tutto il  Covid , e per riprenderci nell’immediato dalle tragiche conseguenze di questa pandemia.

L’impegno dei produttori di Montalcino e delle varie associazioni di categoria, hanno sicuramente funzionato per ottimizzare e preservare l’eccellenza dei beni naturali di Montalcino. Attenzioni costanti che lo stesso Roberto  pratica da quando ci abita.

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Chi è Roberto Cipresso? È l’arte di fare il vino a Montalcino

Chi è Roberto Cipresso? È l’arte di fare il vino a Montalcino

“L’arte è un punto di vista e un modo geniale di guardare le cose.”

Henry James

Roberto Cipresso. L’arte di fare vino a Montalcino.

Un  weekend  di Settembre mi sono recata a Montalcino  a  ‘Poggio al Sole’  , resort stellato di Roberto Cipresso  , enologo di fama internazionale. Ho avuto l’occasione di conoscerlo meglio nel suo  eden e assaggiando il suo oro rosso, ossia il Brunello,  uno dei vini più conosciuti al mondo.

Senza dubbio, la mia è stata  un’esperienza che vi metterà di fronte all’evoluzione dell’imprenditoria agricola in Toscana. Certamente essa affonda le radici nella tradizione, ma è decisamente proiettata verso il futuro dell’innovazione.

E non a caso vi parlerò delle novità nella cantina di Roberto Cipresso , il cui sguardo non segna mai un confine, ma si apre ogni volta ad un orizzonte nuovo. Per cui, sedetevi pure comodi e cercate di seguire Roberto Cipresso   attraverso il mio racconto, perché non è facile stargli dietro!

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Il primo incontro con Roberto Cipresso

L’ 08 Novembre del 2018 è una data memorabile per me. Fu allora che incontrai infatti per la prima volta  Roberto Cipresso . Ero stata invitata con altri sommelier a una cena a sorpresa  con degustazione di vini al  ristorante ‘Nautilus’ di Andrea Baldeschi  a Tirrenia, Pisa. Si trattava dei vini di  Roberto Cipresso  abbinati a dei piatti di cucina tradizionale toscana. In quell’occasione l’eclettico winemaker presentò anche il suo libro  ‘Il Romanzo Segreto’  .

In questo mio post  scoprirete con il mio articolo il motivo del successo di Roberto Cipresso  ,  che  risiede nel connubio tra un’eccellente preparazione accademica e una prorompente personalità. Roberto Cipresso  rivoluziona tutto ciò che ordinario, si mette in gioco quotidianamente, poiché la sua curiosità lo spinge a vedere castelli laddove gli altri vedono ruderi!

‘Poggio al Sole’, il buen ritiro di Roberto Cipresso

Così un venerdì mattina sono partita in treno da Pisa direzione Montalcino, per conoscere da vicino e intervistare  Roberto Cipresso. Dal treno sono scesa alla fermata di  Buonconvento . Qui mi è venuto a prendere in macchina  Fabio degli Stefani, braccio destro di  Roberto Cipresso. 

Dopo qualche minuto con Fabio degli Stefani abbiamo percorso con la sua Fiat grigia  un viale di cipressi alti e fieri , che ci hanno portato dritti al cancello di ‘Poggio al Sole’

‘Poggio al Soleè l’ incantevole agriturismo di Roberto Cipresso , che si estende  per  due ettari per lo più coltivati a Brunello  in località Torrenieri. Si tratta di uno spettacolare  wine relais posto  tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata.

‘Poggio al Sole è un vecchio rudere del 1700 trasformato nel 1996 in un elegante casa vacanza di campagna  in perfetto stile toscano. Immerso in una vegetazione dolce e avvolgente tra l’Abbazia di Sant’Antimo (VIII secolo), Castelnuovo Abate e Sant’Angelo in Colle , ‘Poggio al Sole dispone di cinque appartamenti a pietra viva , dotati di tutti i comfort di ultima generazione.

Il mio loft a ‘Poggio al Sole’

Ho davvero trascorso un fine settimana indimenticabile a ‘Poggio al Sole’  nella pace del creato, tra i piaceri del cibo,  del vino, e della buona compagnia di Roberto Cipresso.  Ho proprio staccato un biglietto per la prima fila di uno spettacolo di una natura rigogliosa e silenziosa tra filari di vite e  panorami mozzafiato.

La mia stanza era un elegante e comodo loft a pianterreno di ‘Poggio al Sole’  . Quando mi ero affacciata da una finestra interna, vedendo  i colori del tramonto che  pennellavano di arancione le pareti del casale.

Tutto intorno sentivo  profumi di lavanda, ginestra e rosmarino, che invadevano il pergolato. Mi ero goduta appieno  il mio soggiorno, rinfrescandomi con una doccia e rilassandomi nel mio morbido  letto in soffitta.

Mi fecero compagnia Briciola il gatto, e le cicale, che intonarono un canto, salutando l’estate che intanto andava via. A volte bisogna  ricordare che basta davvero poco per rigenerarsi, e la Toscana di Roberto Cipresso è un all inclusive di sensazioni, che difficilmente si possono provare altrove .

Chi è Roberto Cipresso? Winemaker eclettico , blend perfetto di razionalità e sentimento. 

Classe 1963, Roberto Cipresso  nasce a Bassano del Grappa , ma l’uva da giovane non gli interessa affatto. Non solo! Inizialmente la sua vera passione è l’alpinismo. Pensate che Roberto Cipresso   studia volentieri agronomia a Padova per stare più vicino alle vette da scalare!  Roberto Cipresso   doma saggiamente questa sua forma di irrequietezza giovanile. Perché se da un lato la scuola lo disturba, dall’altro è consapevole della sua importanza per dare un solido fondamento alla sua carriera.

In tutta sincerità, Roberto Cipresso è sempre stato un montanaro, e in cima alle Dolomiti impara più che tra i banchi. Cosa? La capacità di oltrepassare i propri limiti, le proprie paure, di scegliere la cosa più logica, perché si sa in fondo fino a dove ci si può spingere!

La perdita di un amico e l’addio alla montagna

Il potere senza la mente, serve a ben poco. Per quanto capaci , siamo sempre esseri umani, macchine perfette , ma non infallibili. E questo Roberto Cipresso l’ha imparato a proprie spese, dopo essere rimasto miracolosamente illeso a causa di una caduta di 80 metri dal Cividale, e la tragica perdita di un amico fraterno!

Così Roberto Cipresso si prende una pausa dai bollori interni, e  decide di conseguire un master presso l’ ‘Istituto di San Michele all’Adige’. Da qui sono usciti fuori numeri uno nel settore vinicolo con la direzione del celebre Professor Attilio Scienza, guru dell’enologia italiana. Roberto Cipresso  non rinuncia a fantasticare, cambia solo rotta, facendo presto parte di quella nicchia di winemakers da rivista platinata.

Roberto Cipresso si descrive nel suo ‘Il Romanzo del Vino’ 

Eppure Roberto Cipresso è rimasto lo stesso ragazzo di prima, come si descrive nel suo libro ‘Il Romanzo del Vino’ :

Da giovane ero già tutto quello che sono oggi. Ballavo poco e male. Suonavo la chitarra con passione. Il mio fumetto era ‘Alan Ford’’. Il Libro con la maiuscola era e resta ‘Lo Straniero di Camus’, ma non potevo certo scappare a ‘Siddharta’ e ‘L’Alchimista’.

Per completare il quadro dirò che mi sono commosso con ‘L’Attimo Fuggente’ e ‘Schindler’s List’, la grande sfida versione cinema è ‘Duel’, l’incanto formato pellicola è ‘Il Color Viola’, un grande attore è De Niro ma restano indimenticabili Giannini e la Melato nel film di quella che sarebbe diventata anche la mia amica Lina Wertmüller, il cantante del cuore è James Taylor, la grande trasmissione è ‘Blob’, per quanta TV vedo, e il comico è Benigni…”.

Dal Veneto alla Toscana. Nulla è per caso!

Il concorso vinto da ranger è un lontano ricordo per Roberto . Appena venticinquenne, si trasferisce definitivamente a Montalcino, che stravolge in meglio la sua esistenza, diventando il posto della memoria. Casualità, destino? Poco davvero importa, perché dal 1988 al 1996, Roberto lavora presso importanti cantine a Montalcino,  quali ‘ Soldera Case Basse’ , ‘Poggio Antico’ e ‘Ciacci Piccolomini d’Aragona’.

Inevitabilmente Roberto mette su famiglia a  Montalcino  , sposando Marina Fiorani , proprietaria del rinomato ristorante Il Boccone Divino’ . Parallelamente nel 1955 con i campioni del rally Miki Biason e Tiziano Siviero,  e altri personaggi illustri,  Roberto   coofonda  ‘La Fiorita’, una azienda vinicola, che  cresce fino a toccare i nove ettari di superfice vitata.

Poggio al Sole, wine relais a Montalcino
‘Poggio al Sole’, wine relais a Montalcino

Roberto Cipresso, un visionario e un uomo dal cuore d’oro

Roberto Cipresso non è solo un professionista del settore enoico, è in primis un visionario con un cuore a prova di oceano. Lui è un globe trotter, capace di stare tanto accanto ai re quanto ai poveri, restando pur sempre se stesso, con tutta la sua straordinaria semplicità.

Quello che più mi conquista di Roberto  è la sua umanità, quello che più ammiro è l’arte del delegare. Mi ha dato fiducia, e quindi la possibilità di approfondire la mia formazione da sommelier. Mi ha spedito un po’ ovunque per lo stivale per documentare il decollo di imprenditori di spicco,  a cui ha fatto da mentore, che si sono lanciati nel vino per poi esplodere con il suo fidato appoggio.

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