Cosa è ‘Mosaico per Procida 2022’? Ve lo spiego subito!

Cosa è ‘Mosaico per Procida 2022’? Ve lo spiego subito!

„…È strano come l’eternità si lasci captare piuttosto in un segmento effimero che in una continuità estesa…“
Elsa Morante

‘Mosaico per Procida 2022’. Una bottiglia celebrativa per  l’isola capitale della cultura

‘Mosaico per Procida 2022’  è una grand cuvée nata dal genio di Roberto Cipresso . In questo modo il winemaker di fama internazionale ha voluto  omaggiare  Procida , eletta capitale della cultura 2022. Per  la ricorrenza si produrranno circa 6000 bottiglie , che saranno date  in  dono a tutte quelle personalità  che hanno reso possibile il miracolo!

Dovete sapere che non è la prima volta che sono  approdata a Procida! Purtroppo lo scorso Luglio ci ho  messo piede, rompendomelo letteralmente. Da allora Procida è stata per me come il canto di una sirena, che si  è diffusa nell’aria. E poi è giunta  in qualche modo all’orecchio di Roberto Cipresso , il quale mi ha  invitato alla conferenza stampa di ‘Mosaico per Procida 2022’ .

Da circa cinque anni sto scrivendo degli articoli sulle cantine seguite dall’ eclettico globetrotter del vino, che mi hanno dato la possibilità di perdermi in terre infinite. Adesso è stata la volta in cui sono partita per  esplorare Procida!

‘Mosaico per Procida 2022’. 26 Febbraio 2022, conferenza stampa

Descrivervi in toto la sensazione di essermi  trovata a Procida  per una manifestazione significativa come ‘Mosaico per Procida 2022’, mi porterebbe via troppo inchiostro.  Ci proverò in questo mio post! Siete pronti a seguirmi? via!

Sabato 26 Febbraio 2022 ci si è riuniti con  Roberto CipressoGaetano Cataldo al bar ‘Capriccio’  vicino il porto prima della conferenza stampa su ‘Mosaico per  Procida 2022’ . In attesa degli alti ospiti è piovuto ininterrottamente! Nonostante il freddo, l’atmosfera si è scaldata , perché è stata una gran festa!

Ciak si gira! Il vino è la cultura, che non isola!

Tra quei tavoli e sotto gli ombrelloni del bar al riparo dalla pioggia, si è convogliata  così tanta energia, che è esplosa appena ci si è spostati successivamente  nel palazzo di città di Procida. Le nuvole grigie sono state colorate dai sorrisi di tutti i partecipanti. Dopo tanta acqua addosso insieme a una gioia infinita , ci siamo accomodati nell’ aula consiliare del comune di Procida, dove ‘Mosaico per  Procida 2022’  si è finalmente reso pubblico.

4 Special guest!

Sono stati presenti al convegno :

  1. Pasquale Persico, capitano di lungo bordo , proprietario del ‘Riccio Apartments’ , e soprattutto  primo procidano a credere nell’impresa con una lauta offerta spontanea;
  2. Alcuni dei viticoltori societari e imprenditori del settore eno gastronomico;
  3. Tommaso Mascolo , delegato di  ‘AIS Campania’ ;
  4. Ciro Adinolfi dirigente ‘Agenzia Regionale Campania Turismo’.

Senza dubbio,  ‘Mosaico per  Procida 2022’ è un’opera d’arte. Si tratta della creazione di un blend  dei migliori bianchi campani, che sta già facendo rumore!  Il cappellaio magico in questione è stato  Gaetano Cataldo .  Con la sua assoc.  cult.  ‘Identità Mediterranee  ha sposato e promosso questo capolavoro questo evento  indimenticabile1

mosaico-per-procida-2022

7 Motivi del successo di ‘Mosaico per Procida 2022’

Dopo aver preso posto in aula, si è aspettato impazienti per la rivelazione di ‘Mosaico per Procida 2022’. Questa è stata definita un’iniziativa di altissimo valore. Non poteva essere stato diversamente! Se si considera che non è stata affatto una manovra  commerciale, ma si è auto alimentata con libere donazioni!

I volti della gente lì riunita si sono illuminati alla visione di Roberto Cipresso e di Gaetano Cataldo  che presenziavano ai tavoli di fronte. Loro sono stati i capitani di bordo di questa incredibile traversata, con una  fedele ciurma senza la quale  non si sarebbe neppure potuto  salpare! Vediamo più da vicino chi sono stati i magnifici 7 di  ‘Mosaico per  Procida 2022’ .

1. Ass. al turismo Leonardo Costagliola e il sindaco Dino Ambrosino. Procida merita!

Intanto hanno preso la parola   l’ass, al tur.  Leonardo Costagliola e il sindaco Dino Ambrosino . Quasi commossi, il loro discorso di apertura ha avuto in comune il loro amore per Procida. L’hanno ricordata come una vecchia fotografia in bianco e nero, affollata da pescatori e bambini. Tra questi c’erano anche loro, che adesso da adulti si sono impegnati  per cambiarla. In meglio!

Schiarita la voce, e nel silenzio più assoluto i due primi cittadini hanno attirato l’attenzione di tutti i presenti , presentando   gli  altri attori  principali di ‘Mosaico per Procida 2022’. Sono riportati di seguito , in ordine di intervento.

2. Angelo Radica presidente di  ‘Città del Vino’ 

Angelo Radica,  sindaco di Tollo (Abbruzzo), ha annunciato orgoglioso l’adesione di Procida ai 460 comuni di ‘Città del Vino’. Partendo da un’ iniziale  terroir diffuso e grazie a un fondo di 3000 euro , si innescherà un processo importante . Cioè quello di educare i vigneron procidani ad avviare una  solida realtà enoturistica nella loro terra .

4. Roberto Cipresso. Il vino parla! 

Roberto Cipresso  è inequivocabilmente l’enologo nazionale! Con  ‘Mosaico per Procida 2022’ ha ripetuto un’altra magica  alchimia. Questa si aggiunge ad altre del passato, come per esempio  le magnum fatte per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per i papi Giovanni Paolo II e Francesco Bergoglio!  Da ambasciatore di ‘Città del Vino’, Roberto Cipresso ha sottolineato che il vino  deve fare emozionare.

5. Gaetano Cataldo , il ‘Corto Maltese’ di Castel San Giorgio, Salerno

Gaetano Cataldo , giornalista con un master in food and beverage, ci ha delucidati sulle difficoltà e i traguardi raggiunti con ‘Mosaico per Procida 2022’. Tra questi i fondi che verranno destinati per l’allestimento di un altro  ‘Abito della Graziella’. 

6. ‘Team diffuso’ per ‘Mosaico per Procida’

Con orgoglio Gaetano Cataldo ha alzato il sipario sui nomi delle imprese vitivinicole , che si sono imbarcate in questa sfida, che è proiettata verso un futuro più che brillante. C’è un forte segnale che appare chiaro:

  • fare sistema lavorativo  in  Campania ;
  • abbattere unitamente le paure e le problematiche della concorrenza in fatto di vino;
  • porre le basi per un rilancio del tessuto economico locale  efficace e duraturo!

7. L’arte si manifesta al ‘MAVV Wine Art Museum’ di Portici

Non poteva mancare un vestito  per ‘Mosaico per Procida 2022’  ! Al  ‘MAVV Wine Art Musem’ di Portici il direttore  Eugenio Gervasio  ha premiato Claudia Albano come miglior artista per la produzione di ‘Incanto DiVino’ . Questa è l’etichetta dell’ampolla sacra, che riprende lo skyline stilizzato di questo isolotto colorato!

Come è nato ‘Mosaico per Procida 2022’? Galeotta fu Pontelatone! 

Ma come viene fuori ‘Mosaico per Procida 2022’ ? Nel Settembre del 2021 a Pontelatone (CA) Roberto Cipresso e Gaetano Cataldo si incontrarono per discutere  delle  potenzialità vitivinicole della Campania.

Da lì  l’idea  per l’ elisir per Procida  iniziò a prendere forma! Da quel momento in poi si mise in moto un ingranaggio infernale per procedere con l’intento. Il primo passo  fu di trovare partner validi per lo scopo.Presto si unirono ben 26 cantine campane, tutte rigorosamente selezionate secondo i criteri di territorialità, sostenibilità agronomica ed enologia etica.

La ‘Cantina Bellaria’ di Antonio Pepe, primo tassello di ‘Mosaico Procida 2022’

Il grosso venne fatto! Le stesse aziende successivamente inviarono qualche ettolitro del loro vino nel laboratorio di Roberto Cipresso a Montalcino . Nello stesso periodo si proseguì con la vinificazione effettiva del bianco inedito presso la ‘Cantina Bellaria’      di  Antonio Pepe a  Roccabascerana  (AV).

A suggellare il tutto ci fu poi  l’intervento dei due grandi enologi Mario Mazzitelli e Luca Zirpoli. Adesso invece si sta aspettando che il vino maturi . In attesa di poterlo  poi  stappare ad Aprile 2022 per la  proclamazione ufficiale di Procida  a capitale della cultura 2022 .

Insieme si può! Anche al Sud!

La Campania ha un cuore che pulsa a dismisura, e una testa che funziona benissimo.  Ma con ‘Mosaico per Procida 2022’ siamo oltre l’abbraccio della regione per la gloria di Procida nel 2022! Infatti la  realizzazione di ‘Mosaico per Procida 2022’ è  soprattutto un esempio di grande sinergia imprenditoriale campana, che scalda l’anima e insegna!

Questo è il Sud  che voglio,  poiché quando c’è  gioco di squadra vero, si vince! Questo succede quando  in campo scendono i sentimenti , i buoni propositi, guidati da maestri quali Roberto Cipresso  e Gaetano Cataldo. Si sa che l’ unione fa la forza! Allora questa straordinaria azione collettiva  vuole essere in primis  un messaggio di pace alle soglie del dissidio tra Russia e Ucraina, con l’unica speranza che possa presto spegnersi!

‘Mosaico per Procida 2022’ , un’avventura appena iniziata

 ‘Mosaico per Procida 2022’ è  l’espressione più totale e autentica della passione del popolo campano per il loro territorio, convertito liberamente in un business pulito ed efficiente! Da questi quattro giorni procidani ho imparato che se non alzi lo sguardo in alto non vedrai mai le stelle!

Non bisogna mai  smettere di desiderare quello che si vuole! Questione di tempo, accadrà! Ma solo se si ha davanti una metà precisa, E se non puoi dirigere il vento, puoi comunque sempre orientare le vele!

Roberto Cipresso, se non ci fosse bisognerebbe clonarlo!

Dietro ogni mossa vincente in fatto di vino c’è sempre lo zampino di Roberto CipressoTutte le volte che ho la fortuna di collaborare con lui  per un wine report , mi domando perché non possa clonare il suo DNA , oltre che vitigni antichi!

Si deduce che la scelta di Roberto Cipresso  a capo della sua stessa creatura qual è ‘Mosaico per Procida 2022’ ,  non è stata né funzionale né mediatica. Oserei dire quasi obbligata per la sua professionalità e umanità!  A confermarlo il poliedrico Gaetano Cataldo , direttore di questa magnifica orchestra enoica, che mi ha accolto a bordo come un fido mozzo!

Nulla è per caso! I love Procida

In conclusione, non tutto il mal vien per nuocere! Forse senza quello sfortunato incidente estivo dello scorso anno , non avrei mai vissuto Procida in maniera così profonda! Di conseguenza questo post è un umile tentativo di immortalare in parole l’esperiensa unica di ‘Mosaico per Procida 2022’ ,  che mi ha fatto innamorare di Procida .

Avete presente come quando vi sentite catapultati in un film? Ecco, questo è stato per me ‘Mosaico per Procida 2022’  ! Un cortometraggio lungo quanto basta per impressionare nella pellicola tutta la bellezza  di Procida  e della sua gente!

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Dove dormire a Procida? Che domanda! Al ‘Riccio Apartments’

Dove dormire a Procida? Che domanda! Al ‘Riccio Apartments’

“…Continua a navigare anche se si rompe l’albero maestro. Le onde e il vento ti riporteranno a casa…”

Romano Battaglia

Riccio Apartments’, il migliore b&b a Procida!

Senza dubbio, il ‘Riccio Apartments’ della della famiglia Persico è la migliore struttura ricettiva Procida per un soggiorno stellato e per scoprire al meglio il territorio. Come faccio a saperlo? Ci ho trascorso quattro giorni indimenticabili per raccontare ‘Mosaico per Procida 2022’.

Si tratta di una bottiglia celebrativa firmata Roberto Cipresso winemaker  di fama internazionale, prodotta  in omaggio alla nomina dell’isola a  capitale della cultura 2022. ‘Mosaico per Procida 2022è un progetto enoico importante, che è stato portato avanti grazie al prezioso supporto dell’ ass. cult.  ‘Identità Mediterranee’  e del suo presidente  Gaetano Cataldo .

‘Mosaico per Procida 2022’ , un a grand cuvée per vivere Procida

Non finirò mai di ringraziare i due maestri  del vino su citati per avermi invitato alla conferenza stampa di fine febbraio su ‘Mosaico per Procida 2022’. Per merito di questa grand cuvée dei migliori bianchi campani, ho fatto scoperto Procida  e ho incontrato persone speciali, come Pasquale Persico!

Pasquale Persico è il fondatore del ‘Riccio Apartments’ da cui è partita la mia esplorazione su Procida, la più piccola, bella e selvaggia delle perle del Golfo di Napoli! Seguitemi e capirete meglio di cosa vi sto parlando. Prima di partire, finite di leggere il mio articolo almeno!

Come visitare Procida? Venite al ‘Riccio Apartments’

Chiaramente pernottare al ‘Riccio Apartments’ è stata una mossa vincente . Perché ho afferrato la vera essenza di Procida girandola con la gente del luogo. Perché per vale il detto che non sono i posti a fare le persone, ma le persone a fare i posti!

Pasquale Persico  , la moglie Lina e la figlia Francesca sono procidani DOC,  sono orgogliosi di mettere a disposizione dei loro ospiti tutta la loro professionalità e senso dell’accoglienza! Con me ci sono riusciti perfettamente!

Procida d’inverno, il meglio dell’isola!

Sinceramente l’idea  di essere a Procida in bassa stagione mi ha sempre stuzzicato! E ne ho avuto ragione! Infatti senza le folle estive, questo isolotto colorato ha un fascino tutto particolare. D’altronde si sa, il mare è bello anche d’inverno!

Si possono fare tante cose a Procida in questo periodo, quelle che non avrebbero mai avuto lo stesso sapore se fatte ad esempio nella confusione di Luglio o Agosto! Come  passeggiare per le spiagge deserte a raccogliere conchiglie. Oppure sorseggiare un caffè nero bollente a un bar del porto. Mentre magari si guardano le barche bianche e azzurre che dondolano al ritmo gentile delle onde!

Pasquale Persico, un uomo di mare dal cuore d’oro!

Alloggiare al ‘Riccio Apartments’ vuol dire sentirsi casa ,  godersi  Procida senza fretta , e  con tutto il calore del suo popolo! Mi è successo davvero, ed è stata un’esperienza che non ha davvero prezzo, ma solo un nome, Pasquale Persico!

Chi è Pasquale Persico?  Direi un un uomo di mare,  con alle spalle trent’anni di navigazione. Un marito affettuoso, un padre presente e un amico per la vita! Pasquale Persico adesso però  ha solo un obiettivo. Quale? Farvi innamorare di Procida. Io sono caduta felicemente nella rete!  E vi assicuro che i prossimi sarete voi!  “Garantito al limone”, parola del  capitano  Pasquale Persico,

5 buoni motivi per andare al  ‘Riccio Apartments’!

Volete capire  perché venire proprio al ‘Riccio Apartments’ ? Essenzialmente perché  benessere e divertimento sono concentrati in  due splendidi  appartamenti.

Il primo è il  ‘Riccio 28’  , e il secondo è il  ‘Riccio Apartments’ . Posso testimoniare che sia il  ‘Riccio 28’   che  il  ‘Riccio Apartment offrono:

  1.  Tutti i comforts di dimora moderna e curata:  wifi, condizionatore, TV, lavatrice, pentole e posate per prepare da mangiare, toiletteria;
  2. Servizio di reception h 24 ;
  3. Posizione centralissima a due passi dalle migliori spiagge  di Procida;
  4. Tour personalizzati con  Pasquale Persico,  a piedi, in macchina, o  sulla ‘bella ‘briana’. Questa è la barca del nostro isolano! Quando il sole brucia , vi porterà in giro per le calette più nascoste a pescare  ricci e  tonni! Non male!
  5. Cucina casalinga e locale a base di limoni e pescato fresco con Lina, la bella mamma tutto fare.

Cosa hanno in comune le due case vacanze del ‘Riccio Apartments’  ? Entrambe sono l’ideale per chi vuole rilassarsi nella pace più totale, lontani da ogni sorta di rumore. Parimenti  i rispettivi abitati sono a pochi passi da tutte le attrattive di Procida , raggiungibili a piedi o con i mezzi. Perché qui è davvero tutto a portata di mano. Ve le descrivo qui in basso nel dettaglio!

book it now! 
book it now!

1. ‘Riccio 28’, la mia suite a Procida

‘Il Riccio 28’ è quello in cui ho dormito io! Questo delizioso rifugio (per tre persone) è situato in via Bartolomeo Pagano n. 28. Salendo delle scale, tra gatti sornioni e panni stesi all’aria fresca, si giunge all’ingresso .

Aprendo la porta chiamata ‘La fenestella’ , si accede a una grande sala da pranzo . Questa è attrezzata con un ampio armadio, un divano letto, e un comodo tavolo da pranzo con delle sedie. Gli arredamenti sono semplici e lineari . Subito dopo si accede alla cucina, super attrezzata , con una finestra  vista giardino.

Cosa ha di speciale ‘Il Riccio 28’

Alzarsi il mattino , spalancare le persiane, e sorseggiare  un ‘Nespresso davanti a degli alberi di mandarino è uno spettacolo unico. La dispensa è piena di merendine, biscotti e infusi . Il frigo colmo di acqua frizzante, liscia, bibite, prosecco e succhi di frutta, che  vi vizieranno tutto il giorno!

‘Il Riccio 28’  si trova:

2. ‘Riccio Apartment’, un panorama mozzafiato su ‘Torre Murata’

‘Riccio Apartments’ è l’abitazione più spaziosa (per 5 persone) posta  in via Alcide de Gasperi, 80079 . La cosa più incredibile è che siete vicino al  ‘Belvedere Elsa Morante’. Proprio da questo punto panoramico la celebre scrittrice romana ebbe l’ispirazione per il  suo capolavoro ‘L’isola di Arturo’.

Giusto per elencarvi ancora altre particolarità, ‘Il Riccio Apartment’   è :

Nel ‘Riccio Apartments’ ci sono due comode stanze da letto, un cucinotto  e  servizi. Gli interni sono minimali, pratici e molto puliti e ordinati , come il resto dell’intero complesso.

Sostieni il documentario  ‘Procida l’isola conclusa’ di Massimo Saccares e Alessandra Attiani sulla dimensione di essere isolani . Si  presenterà al ‘Ischia Film Festival 2022’. Clicca qui e fai il tuo dovere ! 

Procida nel cuore con il ‘Riccio Apartments’

In conclusione con il ‘Riccio Apartments’  entrerete nell’anima di  Procida , un fazzoletto di terra dalla bellezza selvaggia, ancora incontaminata. Qui ci viene chi vuole ritrovare il senso del tempo che scorre lento. Come dire, una terra per molti, ma non per tutti!

Stare con della famiglia Persico nel loro ‘Riccio Apartments’ significa lasciare la propria anima  a Procida. E tornarci e l’unico modo per riprendersela! Quello che farò a breve anche io! E non vedo l’ora di perdermi  di nuovo in una natura rigogliosa e quasi primordiale, tipica del Mediterraneo!

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Costiera Amalfitana

Costiera Amalfitana

“Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”

Renato Fucini

‘Costiera Amalfitana’ , un teatro a cielo aperto

Chi non hai mai desiderato sentirsi come una star in un film di quelli  girati nella ‘Costiera Amalfitana’?  Dal 1800 la  Costiera Amalfitana’  stimolò la fantasia di scrittori e pittori stranieri che la immortalarono in eterno nei loro libri o acquerelli. Ci sono arrivati per qualsivoglia motivo, o più spesso per ricercare un rifugio al loro ‘ozio ricreativo’.

Da allora si parlò della  Costiera Amalfitana’  come un porto felice per la sua bellezza. Essa continuò a essere un approdo ambito e ricercato per i vacanzieri d’èlite  negli anni Sessanta in pieno boom turistico . E sicuramente attirò  nell’olimpo dongiovanni di tutte l’età nel loro tentativo di abbordare qualche svedese. Esattamente come facevano  gli smidollati personaggi di  ‘Leoni al Sole’ del regista Vittorio Caprioli.

La mia estate è volata via  nella Costiera Amalfitana’ tra villaggi di pescatori soprammontati dai  Monti Lattari . E ancora presepi di case variopinte, che sbucano fuori da boschi, terrazzamenti di vigneti, limoneti, e frutteti. Uno scenario sublime interrotto da vallate strette e profonde e bastioni di rocce calcaree sfiorate dal riflesso di luce delle marine circostanti.

Seguitemi, vi consiglio cosa vedere e fare per le vostre vacanze in questa meraviglia tutta Italiana!

‘Costiera Amalfitana’ 12 gioielli per un viaggio nella bellezza

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’ ‘UNESCO’ nel 1997 , la Costiera Amalfitana’ ( 11.231 ettari  tra aree agricole e riserve naturali) è un eden di  enorme valore naturale e culturale. Essa  si snoda per 60 km attraverso la SS 163 e i suoi tornanti a senso unico attraverso 12 comuni a picco sul Mar Tirreno di :

  1. Vietri;
  2. Cetara; 
  3. Erchie;
  4. Maior;
  5. Minori;
  6. la Repubblica Marinara di Amalf; 
  7. il fiordo di Furore; 
  8. Praiano;
  9. Positano;
  10. Ravello; 
  11. Scala ; 
  12. Tramonti.

Storia della ‘Costiera Amalfitana’ 

Ci fu traccia della presenza dell’essere umano nella Costiera Amalfitana’  fin dall’epoca preistorica, come testimoniato da alcuni resti archeologici risalenti al Paleolitico e al Mesolitico rinvenuti a Positano.

Diventata colonia etrusca, greca e poi romana nel IV secolo, la zona è stata intensamente popolata sin dall’inizio del Medioevo, per poi essere assalita dai Saraceni . Dai pirati  si provava a difendersi con l’innalzamento di molte torri di avvistamento tuttora presenti, come:

Cetara, l’inizio della ‘Costiera Amalfitana’ 

Superata Vietri, che è   famosa per le sue ceramiche e per ilDuomo di San Giovanni Battista (X secolo) con la sua cupola maiolicata, giungo a Cetara, posta sotto il monte Falerio .

Ritrovarsi a Cetara significa fermarsi un attimo e respirare per godere di piccoli momenti infiniti: il dondolio lento delle barche legate a qualche scoglio basso, le palazzine colorate imbiancate dai panni stesi al sole, il calore dei passanti, che allegri ti salutano per strada.

Il tempo qui si è arrestato, quasi a proteggere questa oasi lontana dalla frenesia cittadina. Qui  i bambini mangiano un gelato sporcandosi felicemente la bocca, e le coppie si abbracciano e si tengono per mano.

La ‘Roccaforte Vicereale’ di Cetara

Una quiete che mi pervade le vene . Al punto di volermi isolare qui e prendere dimora nella ‘Roccaforte Vicereale’ innalzata nel 1500 per l’avvistamento delle incursioni dei terribili pirati!

Il nome di Cetara deriva da ‘tonnara’

Dal latino ‘Cetaria’, ‘tonnara’, o da ‘Cetari’, ‘venditori di pesci grossi’, Cetara deve la sua notorietà :

  • ‘Pesca del Tonno’;
  • ‘Colatura di alici’: questo è il liquido ambrato, ricavato dalla salatura delle alici, con cui per tradizione a Natale si condiscono le linguine. Specialità che ho divorato al noto  ristorante  ‘Convento’. Questo posto è una  tappa obbligatoria per chi volesse  assaggiare questa semplice e gustosa pasta all’ aglio , olio e peperoncino impreziosita dal prezioso condimento!

Ravello, l’entroterra della ‘Costiera Amalfitana’

Ravello è situata all’intenro della Costiera Amalfitana’ , su una vetta a circa 365 metri s.l.m. Durante l’Ottocento fu il salotto culturale di nobili inglesi, intellettuali e musicisti . Tutte queste personalità ne fecero il loro ritiro spirituale, trasformandola in un parco di ville.

2 cose da  vedere a Ravello

  1. ‘Villa Cimbrone’ : è un edificio storico oggi adibito ad albergo. L’area è in gran parte occupata da dei spettacolari giardini , che sono tra gli esempi più importanti della cultura paesaggistica e botanica anglosassone. Quello che si ammira è un parco ornato di statue, antichità, fontane e grotte. Si tratta di un vero e proprio gioiello d’arte, di cui la parte più grandiosa è il suo  superbo ‘Belvedere dell’Infinitocon una vista mozzafiato sul Golfo di Salerno’;
  2. Villa Rufolo’ : è un affascinante edificio risalente al XIII secolo, posto di fronte al ‘Duomo’ nella ‘Piazza del Vescovado’. Esso  ospitò  le famiglie più potenti di Ravello . Dai ‘Rufolo’ , che la fecero costruire per testimoniare la loro potenza,  ai Confalone’ .

Ravello è un tripudio di buganville e citazioni poetiche sparse ovunque da restare impietriti. La cittadina  è conosciuta anche per il celebre  ‘Ravello Festival’, un evento musicale istituito in onore del compositore Richard Wagner.

Amalfi, la ‘Repubblica Marinara’ della ‘Costiera Amalfitana’

Amalfi  fu una ‘Repubblica Marinara’, una potenza nel traffico commerciale con l’Oriente , e i suoi rapporti con gli arabi e i bizantini la resero ricca e grassa . Il genio degli Amalfitani è legato alla bussola di Flavio Gioia e alle ‘Tavole Amalfitane’, il padre dei codici di diritto marino.

6 Cose vedere ad Amalfi

Appena dalla darsena si tocca il suolo di Amalfi, si viene catturati dalla magnificenza del superbo:

  1. ‘Duomo di Sant’Andrea’ : principale luogo di culto cattolico della città, risale al IX secolo . Prevale lo stile Romanico Arabo-Normanno. Esso è stato più volte rimaneggiato, e comprende l’annessa ‘Basilica del Crocifisso’ (IX sec.),  la ‘Cripta di Sant’Andrea’ e il famoso ‘Chiostro del Paradiso’; 
  2. ‘Cripta di Sant’Andrea’: Sant’Andrea è il patrono di Amalfi . Questi evangelizzò la Grecia e la Russia e le sue spoglie attraversarono il mondo fino a giungere nella cittadina nel 1208. Questo episodio è il tema di un affresco all’interno della cripta (XVIII sec.) barocca del pittore Aniello Falcone. Sempre qui c’è l’altare sotto cui si trova il sepolcro e  la grande statua in bronzo del santo di 8 quintali;
  3. Chiostro del Paradiso’: posto sul lato sinistro del Duomo,  è l’ingresso ufficiale della cattedrale. La meraviglia degli archi bianchi in stile gotico colpiscono subito appena si entra. I due più significativi sono quelli del II sec. che rappresentano ‘il Ratto di Proserpina’ e quello delle ‘Nozze tra Peleo e Teti’ . Sono ancora visibili tracce di affreschi antichi;
  4.  ‘Arsenale’:  antico cantiere dove si costruivano le invincibili galee, che oggi è sede del ‘Museo della bussola e del Ducato’:
  5. ‘ Mulini’ erano i vecchi motori che pompavano energia per la produzione della ricercata  ‘Carta di Amalfi’‘Charta Bambagina’ , a cui è stato dedicato il ‘Museo della Carta di Amalfi’ ;
  6. ‘Valle delle Ferriere’: è un percorso all’interno della riserva che conduce  dai ‘Monti Lattari’ verso Amalfi attraversando i boschi e ruscelli. Il nome deriva proprio dai ruderi di ferriere di origine medievale che è possibile trovare lungo il percorso. L’ultima parte del percorso presenta mulini azionati ad acqua, impiegati per la produzione della famosa carta di Amalfi;

Positano, l’incanto della ‘Costiera Amalfitana’

Positano è una dea,  che come Venere dalle onde di Cipro, si mostra dalla Costiera Amalfitana’  in tutte le sue forme morbide e prorompenti.  Quasi a sfidare la forza di gravità con le sue costruzioni in verticale intonacate a calce.

I suoi terrazzi fioriti degradano romanticamente sugli abissi azzurri, le cui acque trasparenti lambiscono le spiagge dorate di:

Perché si chiama Positano?

Positano è dove  il mito si confonde con la storia e viceversa.  Si narra fu il dio Poseidone a modellarla per la sua amata ninfa Pasitea.

E si dice che fu chiamata  così da   ‘Posa’ ‘Posa’ . Si tratterebbe dell’invocazione di arresto che l’icona di una  Madonna Nera imprecò a  dei monaci marinari nel XII     per salvarli da un naufragio, inducendoli a sbarcarvi.

Dappoi in segno di gratitudine ai santi, fu edificata a  Positano la gloriosa  ‘Chiesa dell’Assunta’ (sorta su una precedente abbazia del X secolo consacrata a San Vito) . Questo edificio sacro   la custodisce come un angelo, aprendo le sue ali sul villaggio più desiderato e modaiolo della Costiera Amalfitana’  .

Perché Positano è cosi famosa? 

La bellezza disarmante di Positano è motivo del suo successo planetario, quasi sconosciuta e poco affollata nel 1800 e meta esclusiva  del jet set internazionale, artisti, bohemien e hippies negli anni Novanta.

Positano è un luogo dove tutti dovrebbero recarsi almeno una volta nella vita! Perché? Non credo ci sia altro modo che venire a Positano  per rispondere a questa domanda!

4 Cosa da vedere a Positano

  1. Visitare il centro storico di Positano: il centro storico non è grande . Si può visitare in un paio di ore. Vi si può accedere solamente a piedi dalla ‘Piazza dei Mulini’, punto di ingresso principale della parte storica. Si prosegue addentrandosi in una serie di stradine, vicoletti o scalinate che vi porteranno fino giù al mare e alla spiaggia;
  2. La ‘Chiesa di Santa Maria Assunta’ : risalente al X secolo, questa stupenda chiesa apparteneva a un vecchio monastero benedettino. Essa è la principale attrazione di Positano grazie soprattutto alla sua originale cupola ricoperta di maioliche gialle, verdi e blu;
  3. Prendere il sole nelle spiagge libere e negli stabilimenti di Positano;
  4. Fare il ‘Sentiero degli Dei’: lungo 10 chilometri parte da Agerola (frazione di Bomerano) e arriva a Nocelle-Montepertuso. Ci vuole una giornata intera per percorrere questo lungo percorso, e soprattutto occorre essere un po’ allentati.  Vi aspetta una vista incredibile sulla costiera camminando a qualche centinaio di metri di altitudine sul profilo;

La moda Positana

Positano  è magia allo stato puro. Positano  è leggerezza, libertà, lusso della semplicità, gli ingredienti oltretutto del successo della Moda Positana’.

Di questo stile di abbigliamento particolare si accorse già nell’Ottocento il pittore inglese John Ruskin , che in merito  alla iuta tinta indossata dalle ragazze del posto,  così esultava:

 “un fazzoletto obliquo sul petto di colore vivace, corsetto aperto, gonne corte e sandali ai piedi”.

I commercianti di Positano   si sono sempre dati da fare per assecondare le esigenze e i gusti sofisticati dei suoi ospiti viaggiatori quando esplose come fenomeno turistico negli anni Sessanta.

Brigitte Bardot e Jackie Onassis e Positano

Per farli muovere comodamente tra intimi litorali, calette, labirinti di hotel e barche senza rinunciare al glamour e alla qualità .

Essi  inventarono la Moda Positana’: parei, bermuda, pantaloncini, bikini e sandali bassi in cuoio,  che indossati da Brigitte Bardot e Jackie Onassis , decretarono il trionfo di Positano  in fatto di abbigliamento in tutto il mondo.

Non si può più tornare indietro dopo avere vagabondato per la Costiera Amalfitana’ , è un amore non consumato, è un bacio appena schioccato, è un eco che rimbomba nell’anima e che pace non ti darà se mai un’altra volta ci sarà.

‘Costiera Amalfitana’, Dio esiste! 

La Costiera Amalfitana’ è considerata uno dei tratti di costa più caratteristici della nostra penisola. Le coste alte, a picco sul mare, le insenature e le falesie popolate di case colorate, le acque limpidissime impreziosite dai tramonti infuocati fanno di questa zona un luogo turistico per eccellenza.

Solamente adesso posso capire l’estasi di tutti quei girovaghi sentimentali, che in Costiera Amalfitana’ hanno lasciato il cuore, me compresa, e voglio riprendermelo, ripercorrendo presto e nuovamente questi angoli di paradiso! Fatelo anche voi!

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

Salerno

Salerno

“Quando gli occhi sono chiusi, comincia il mondo reale

Gore Vidal

Salerno, il fascino del Sud e l’ordine del Nord

Salerno è la porta della Costiera Amalfitana’, e gode di un clima mite per la maggior parte dell’anno . La città campana  è conosciuta per la sua eccellente cucina. Qui, tradizione e modernità, si fondono perfettamente attraverso recenti trasformazioni urbane , che si integrano con il glorioso passato dell’antico principato Longobardo.

Il mio viaggio a Salerno è stato spostato di qualche settimana a Luglio. Questo succede perché mettendo per la prima volta piede a Napoli , me lo rompo letteralmente. Mentre passeggio infatti  inciampo sbadatamente nei quadrettoni sfalsati di basolato lavico di Napoli .

Mi auguro di ripercorrere nuovamente e più in salute a  Salerno   e in primavera, quando le temperature sono più basse! Non si mai, mi farò fare pure una fattura contro il malocchio!  O forse basta farsi regalare un corno rosso, ma di quelli potenti che fanno solo a Napoli ! Intanto seguitemi per scoprire questo gioiello tutto italiano!

Salerno, perla del Tirreno

Salerno ambisce a rafforzare la sua meritata fama di tappa irrinunciabile di una villeggiatura in Italia, non solo perché  transito per Amalfi e Positano.

Sicuramente Salerno è una città che ha fatto del suo ricco patrimonio storico, artistico, ed enogastronomico il suo futuro economico e sociale in termini di accoglienza turistica. Quella che non morde e fugge, ma che rimane e aggiunge valore al territorio.

Ed è così che sal 2012 Salerno  si è lanciata nella sfida di elevarsi al pari di una grande capitale europea, attraverso una serie di trasformazioni urbane promosse dall’ex sindaco Vincenzo De Luca.

Salerno, e l’architettura contemporanea

Un programma ambizioso che, a dispetto di varie difficoltà e critiche (generate in merito alla lentezza e corruzione che purtroppo è nel DNA di noi latini!), è tuttora in corso. Esso consiste nella realizzazione di un calendario di iniziative e di significative infrastrutture pubbliche firmate da personaggi di spicco dell’ architettura contemporanea. Tutti questi  hanno cambiato il volto di Salerno, allineandola tra le promesse turistiche del nostro Bel Paese.

Tra le meraviglie moderne di Salerno, ecco le più interessanti:

Salerno, perla del Tirreno

Salerno o Napoli? Bella domanda!

Salerno (140 000 abitanti) si trova tra la Costiera Amalfitana’, la ‘Piana del Sele’ e la Costiera Cilentana’. Attraversata dal fiume Picentino e Irno  (da cui probabilmente deriva il nome),   Salerno presenta un ambiente variegato, che si spinge dal mare  alle colline,  fino al monte Stella con i suoi 953 metri.

Salerno ha sempre attirato per le sue risorse dominazioni diverse, che hanno segnato il destino e il carattere di un popolo: dai Romani ai Longobardi, dai Bizantini ai Normanni, dagli Angioini alle nobili famiglie del Rinascimento, dai Borbone all’Unità d’Italia fino ai nostri giorni. Non vi nascondo che la prima volta che ho visitato Salerno,  mi è venuto spontaneo paragonarla a Napoli, e messe al confronto direi che sono diametralmente opposte.

Difficile rispondere! 

Nella sua media estensione, Salerno è un concentrato di precisione ed eleganza, ma non è oro tutto quello che luccica. Napoli è vita, ma pur sempre una metropoli meridionale, cioè caos allo stato puro con punte di eccellenza distribuite a macchia di leopardo. Davide contro Golia!

Comunque, sia Napoli  che Salerno sono le risultanti dei potenti che l’hanno attraversate e governate, lasciando in eredità tesori che sono da scoprire , indipendentemente dalla spesso discutibile gestione che ne caratterizza il valore d’ uso e dal torbido quadro politico-amministrativo di riferimento.

4 Cose da fare Salerno in 1 giorno!

Il mio itinerario turistico di 24 ore a Salerno vi permetterà di avere un’idea dello charme disarmante di questo tesoro nazionale. Qui tradizione e modernità, si fondono perfettamente attraverso recenti trasformazioni urbane che si integrano con il glorioso passato dell’antico principato Longobardo.

Salerno  il barocco fa da padrone, sovrapponendosi alle antiche architetture medioevali, comunque visibili e ben documentate in molti edifici.  Eccovi in basso alcuni interessanti consigli sul meglio di Salerno  girandola comodomante a piedi.

1. Passeggiata al ‘Lungomare Trieste’

Passando  per la ‘Fontana dei Delfini’ , simbolo della vocazione marinara di Salerno, ricavata nel 1997 dal genio di  Riccardo Dalisi, si prosegue per   ‘p.zza Flavio Gioia’ (o meglio nota come ‘La Rotonda’) .

Poi ci si puo’ dirigere a fare colazione con  caffè , brioche e gelato  al ‘Bar Nettuno’, il più rinomato bistrò del paese, al numero 136 dello spettacolare ‘Lungomare Trieste’.  Dal ‘Lungomare Trieste’ si mmira tutto lo splendore del Golfo di Salerno . Il ‘Lungomare Trieste’, che si estende per 2 km a ovest di  Salerno,   è il  più famoso degli altri a  oriente, quelli di Tafuri‘, ‘Marconi’ e ‘Colombo’.

Il ‘Lungomare Trieste’ è il punto di ritrovo per eccellenza dei salernitani. Questo è un giardino immenso battezzato nell’Ottocento, ombreggiato da palme, tamerici, lecci, pini d’Aleppo, che costeggia il Tirreno.

Esso comincia  dal nucleo centrale urbano con annesso l’ Arenile di Santa Teresa’ fino al porto turistico. In questa soleggiata parte di Salerno sorgono preziosi palazzi   Liberty , come per esempio il ‘Palazzo Edilizia’  e il ‘Palazzo Natella’.

2. ‘Duomo di Salerno’

Il  ‘Duomo di Salerno’  è noto anche come ‘Cattedrale di San Matteo’, le cui spoglie sono custodite nella cripta. Il Duomo romanico a tre navate fu voluto nel 1075 dal Duca Normanno Roberto di Altavilla  dopo la sconfitta dei longobardi,  ma fu modificato successivamente più volte in seguito a diversi eventi naturali e non. Di enorme effetto è il portale all’ingresso del Duomo. Questo è sorvegliato da due sculture di un leone e una leonessa che allatta, simbolo della potenza e della carità della Chiesa.

In cima, ornato da datteri beccati da uccelli e tralicci di vite, svetta l’architrave ricavato da un unico blocco di marmo istoriato, fusione perfetta di arte ellenistica, orientale e bizantina. Ai due lati si stagliano le raffigurazioni animalesche di una scimmia e di un altro leone, rispettivamente emblemi dell’eresia e della grandezza di Dio.

Superato il ‘Portale dei Leoni’, si apre un ampio atrio con un porticato di ventotto colonne di ordine diverso, che è abbellito da una vasca in granito, ( in origine una fonte battesimale), da vari sarcofagi di fattura romana di ecclesiastici e patrizi salernitani, e dalle statue marmoree di San Matteo, San Bonosio e San Grammario, realizzate dall’artista napoletano Matteo Bottiglieri.

In alto si erge il campanile  del XII secolo, che è  lungo 56 metri,  ed è opera di Guglielmo da Ravenna. Il campanile è di diverse epoche e dimensioni, ed è una testimonianza esemplare della convivenza a Salerno di Arabi e Normanni del periodo. Un’ imponente scalinata settecentesca in marmo e a doppia rampa permette di entrare nel Duomo, ricco di significativi capolavori, la cui porta è di bronzo fuso a Costantinopoli del 1099.

3. ‘Via dei Mercanti’

Dopo avere percorso per intero ‘Corso Vittorio Emanuele ’, ci si ritrova in ‘Via dei Mercanti’ , che è un’altra arteria principale di Salerno, rallegrata da negozi e deliziose trattorie,  abbellita da pregiati monumenti e i palazzi nobiliari ‘Pinto e Carrara.

Sulle mura dei  vicoli di ‘Via dei Mercanti’ sono incise le massime di Alfonso Gatto, giornalista e poeta ermetico salernitano, che fanno riflettere con tono amaro e nostalgico sul senso dell’amore e dell’esistenza.

Particolare interesse merita la ‘Chiesa di San Gregorio’, sepolcro longobardo dell’anno Mille, che ospita il  ‘Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana’,  che è stata la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo (IX secolo), e come tale è considerata da molti come l’antesignana delle moderne università.

4. ‘Architettura fascista’

Il ventennio fascista cambia il volto della città di Salerno, modernizzandola con la realizzazione di opere  pubbliche di cui prima era sprovvista , relegate al di là del fulcro abitato, quali:

Nella stessa epoca furono spostate in aree periferiche di Salerno al di là del fiume Irno attività diventate incontenibili per la loro espansione, come ‘il Macello’, ‘il Campo Boario’ e ‘il Mercato delle Erbe e della Frutta’

Dove mangiare e bere a Salerno

Mi rivolgo all’ ‘Ais di Salerno’ per mettermi in contatto con qualcuno di professionale che possa farmi da guida enogastronomica a Salerno.  Mi viene gentilmente segnalata Pina Gaimari, la bionda e spumeggiante imprenditrice del settore enogastronomico.

Pina   è la fondatrice dell ‘Antica Pagliera Wine House’, uno dei locali più rinomati di Salerno,  dove  per assurdo è in vacanza, essendosi trasferita recentemente a Venezia per formarsi di livello nel settore della ristorazione.  Pina  mi aspetta per un apericena al  ‘Mood Steakhouse & Garden’ in via G.  Angelo Papio 21, alle spalle del tribunale, ed è intesa a prima vista!

‘Mood’ , un pizzico di innovazione a Salerno! 

Pina mi mette subito a mio agio rompendo il ghiaccio con un sorriso smagliante, e cosciente della mia evidente stanchezza, mi fa accomodare all’interno di un garden che precede l’entrata al ‘Mood’, un mix tra una fornitissima e raffinatissima enoteca e un avveniristico steakhouse.

Il  ‘Mood’ è il progetto nato dalla passione per il cibo e il vino degli avvocati Gian Matteo e Nino e del sommelier Dragomir  del 2019, a cui si è unito il suo attuale manager , Roberto Adduono, pluripremiato maìtre , più volte  celebrato nella guida ‘Mangia & Bevi’ di Luciano Pignataro. Alla riuscita di questo piano contribuisce la bravura in cucina dello chef Gianni Mellone, con particolare attenzione agli amanti della carne.

‘Reverse searing’ , come cucinare davvero la carne! 

Il  ‘Mood’ ha come intento quello di ricreare a Salerno un punto d’incontro dove potere tastare il meglio di nettari e piatti campani e di oltre confine, cosa che vivo in prima persona ! Per gentile omaggio dei titolari del ‘Mood’   vivo a Salerno   un’ esperienza culinaria unica: una super degustazione delle migliori bollicine in abbinamento a taglieri di salumi e formaggi di alta qualità, e dei tagli di maialino iberico e manzi giapponesi , preparati alla ‘reverse searing’ ( o ‘metodo Finney’ dal suo inventore).

Si tratta di una prima cottura a 52°C con il forno digitale, per poi grigliare il tutto su una superficie ad altissima temperatura per ‘sigillare’ la parte esterna. In questo modo si ottiene un’interno perfettamente roseo, e un esterno cucinato omogeneamente aromatico e croccante. Mentre sono in piacevole compagnia , cala un silenzio sacro dinnanzi a quel lauto banchetto.

Mi soffermo sulla copertina del menù del ‘Mood’ , che reca la scritta: “Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”, e quanto mai di più vero! Al ‘Mood’ si respira un’aria diversa, si entra quasi in un’altra dimensione, come quella che ritrovo nel giro della barriccaia , dove riposano le più esclusive etichette da collezione .

Salerno, dove dormire

Alloggiando nel  confortevole ‘Albergo Santa Rosa’ del cordiale signor Mauro sito  in ‘Corso Vittorio Emanuele 14’, ho avuto modo di spostarmi agevolmente. ‘Corso Vittorio Emanuele ’, oltre che essere il boulevard di Salerno , è a pochi passi  dalla stazione ferroviaria e  dal  ‘Molo Masaccio’, da dove si salpa per la Costiera Amalfitana.

Oltretutto percorrendo questa strada festosa per tutta la sua lunghezza, in soli venti minuti di passeggiata si capita al centro storico, dove sono concentrate le principali attrattive dell’urbe, visitabili in un’unica giornata. Davvero una scelta azzeccata!

Salerno, a presto!

Si dice vedi Napoli e poi muori, ma vale la pena girare per Salerno . Sarete accarezzati dalla brezza  marina quando sarete vicino il mare che è due passi dal centro storico. Questo è il cuore pulsante della cittadina campana. E sicuramente non vi mancheranno spunti per visite culturali grazie a musei e pinacoteche ospitati in palazzi storici.

Ovunque a Salerno c’è sempre qualcosa da fare e vedere. Cammninate per le sue vie e perdetevi , senza avere una meta fissa ammirando scorci, facciate ed angoli storici. O semplicemente facendovi rapire dall’odore del pane caldo appena sfornato. O della gente che passeggia rilassata sorridendovi appena incorocia il vostro sguardo. Cosa aspettate per prenotare la prossima vacanza a Salerno ? Vi aspetta e sarà una sorpresa tutta da gustare senza la frenesia delle grandi metropoli !

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :

 

 

 

 

 

‘Via Toledo’ , ‘Città Antica’ e ‘Centro Storico’ , Napoli

‘Via Toledo’ , ‘Città Antica’ e ‘Centro Storico’ , Napoli

“Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano, perché so che ci starei bene, Napoli va presa come una città unica, molto intelligente, Napoli è troppo speciale, quindi non la possono capire tutti”
Marcello Mastroianni

Napoli,  da ‘Via Toledo’ alla ‘Città Antica’ fino al  ‘Centro Storico’

Napoli è fascino indiscusso, racchiuso nella celeberrima frase “vedi Napoli e poi muori” dello scrittore Goethe. E se lo scrive il globe trotter tedesco! Me ne rendo conto appena metto piede allaStazione Garibaldi di  Napoli .

LaStazione Garibaldiè il principale snodo ferroviario di  Napoli , terzo in Italia per traffico passegeri. Consiste di un efficiente sistema metropolitano, della circumvesuviana e comprende anche gli stazionamenti di autobus e taxi. Si estende per 60 mila metri quadrati , ed è nata dal genio dell’architetto Dominique Perrault. Sotto il suo pergolato di acciaio con i suoi pannelli in teflon forato, si apre una galleria commerciale dove intrattenersi tra negozi e bar di ogni genere.

Da qui proseguo in direzione di ‘Via Toledo’  per dirigermi poi verso la ‘Città Antica’  e il ‘Centro Storico e perdermi a piedi per i tesori di queste zone meravigliose di Napoli . Venite con me ! Vi propongo delle cose da vedere che vi lasceranno a bocca aperta!

Metropolitana di Napoli, un museo a cielo aperto

Non è stato facile seguire un programma preciso per la mia vacanza  in una metropoli come Napoli . C’è molto più di quello che immaginavo! E me ne sono accorta subito appena ho preso i mezzi pubblici!

Così la mia avventura   a Napoli  inizia dalla Metropolitana di Napoli’ ,  un museo a cielo aperto al costo di un biglietto della metro! Essa è distribuita in nove fermate, ed è progettata sia per la mobilità pubblica che per il godimento dell’arte contemporanea. Clicca qui per sapere quali sono le altre fermate!

‘Fermata Toledo’  celebrata dal ‘Daily Telegraph‘ e dalla ‘CNN’

La mia prima fermata è quella di  ‘Toledo’ , la stazione sotterranea più suggestiva d’Europa,  celebrata dal Daily Telegraph’  e dalla CNN! Oscar Tusquets Blanca è l’artefice di questa opera faraonica. La sua  attrattiva principale è dovuta soprattutto alle pareti del livello più interrato rivestite dai mosaici azzurri in pietra e pasta vitrea. Questi sono stati fatti dall’africano William Kentridge , e raffigurano la tragedia di  Ercolano e Pompei e la processione di San Gennaro.

Napoli sta giocando bene le sue carte in termini di accoglienza turistica. Una vera sfida dunque, che purtroppo ancora non è di certo vinta. Perché? A causa delle difficoltà economiche, della mancanza e del malfunzionamento delle infrastrutture. E principalmente di una mentalità un po’ baronale tipica del Meridione.

‘Via Toledo’, Napoli a festa

I raggi del primo sole penetrano nella mia suite ‘Posilipo’ dell’ ‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 . Mi sembra di essere quasi in un film. Tutto un po’ surreale, forse perché non credo neppure io di essere finalmente a Napoli. Mi do una rinfrescata, indosso un vestito leggero, scarpe comode ed esco.

Faccio tutto con tranquillità, perché correre a Napoli non serve! C’è da fare colazione caffè , e  mi consigliano il bistrò ‘Augustus’ in via Toledo, che serve le più buone tazzulelle e cafè dal 1927! Ordino il mio oro nero, un croissant al burro e osservo Napoli che si sta svegliando.

Storia di ‘Via Toledo’

‘InCentrob&b’ in via Toledo 156′ è un punto di partenza da cui iniziare per perdersi nel cuore della capitale partenopea. Proprio come facevano i grandi viaggiatori all’epoca del Grand Tour’, che si spingevano nel nostro bel paese da Roma in giù  per arricchire il loro bagaglio culturale.

‘Via Toledo’ è l’emblema della ricca enogastronomia regionale. Essa si snoda per ben 1,2 km , da Piazza Dante’  fino a Piazza Trieste e Trento’ . Senza essa  dubbio rappresenta il centro dello shopping e del tran tran cittadino con i suoi bar e locali aperti fino a tarda notte. Come resistere ai ‘babbà’ , alle ‘sfogliatelle’ calde. Oppure al profumo del  ‘pane cafone’ , appena sfornato e della rosticceria, che fa leale concorrenza a quella siciliana!

Miseria e nobiltà

Il  viceré Pedro Álvarez de Toledo fu il promotore di  via Toledo’   nel 1536, e affidò i lavori agli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. In ‘Via Toledo’  le boutique delle grandi firme alzano le saracinesche accanto ai negozietti di cianfrusaglie. La gente finemente vestita si alterna ai venditori ambulanti di calzini, che stanno lì pronti a mietere la loro prossima vittima.

Gli universitari e i pendolari si incamminano verso la vicina metro, nel cui sottopassaggio dormono clochard di tutte le razze. Le banche fasciste e rigorose nei decori sfornano dipendenti e clienti che vanno e vengono. Non c’è un ordine, ma quel caos ha un suo equilibrio. Napoli è unica proprio per questo. Perché è un mix di ricchezza e degrado, spalmati per quasi un milione di abitanti, tra cui un terzo sono quelli della sua stessa provincia e metà quelli dell’intera Campania!

6 Cosa da vedere in ‘Via Toledo’ 

 Via Toledo’ è l’essenza stessa di Napoli nel suo prepotente contrasto tra miseria e nobiltà. La vitalità dei suoi vicoli poveri gremiti di  ‘scugnizzi’  si alterna con gioielli architettonici inestimabili quali:

  1. Palazzo Carafa di Maddaloni’ al n.46‘: Fu edificato nel XVI secolo dall’ architetto Cosimo Fanzago su iniziativa del  Cesare d’Avalosmarchese del regno di Aragona . Appartenne per generazioni alla potentissima famiglia Carafa, che erano duchi del territorio di Maddaloni;
  2. ‘Palazzo Berio’ al n. 256 : Fu fatto nel XVI secolo da Giulio Romano, pupillo di Raffaello Sanzio, e restaurato in seguito da  Carlo Vanvitelli su disegni di Luigi Vanvitelli e su commissione della famiglia dei Tomacelli. Prende il nome dal marchese Francesco Berio di Salsalibrettista d’opera lirica e poeta;
  3. Palazzo Doria d’Angri’ in piazza VII Settembre: Realizzato dagli architetti Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga , Mario Gioffredo e Carlo Vanvitelli  nel XVIII secolo è un palazzo in stile neoclassico a uso residenziale. Fu commissionato da Marcantonio Doria per la sua famiglia;
  4. ‘Chiesa di S. Nicola alla Carità’: La chiesa fu fatta dagli architetti Onofrio Antonio GisolfiCosimo Fanzago, e Francesco Solimena nel XVIII . In stile Barocco è sita tra Piazza Carità’ e Piazza Dante‘, ed è nota prevalentemente per il fatto che custodisce al suo interno opere eseguite dai maggiori pittori del Settecento Napoletano ;
  5. ‘Chiesa dello Spirito Santo’: Del XVII secolo questa chiesa venne costruita sotto la direzione di Pignaloso Cafaro e Giovanni Vincenzo Della Monica. Essa presenta una facciata Barocca sobria e imponente, dal cui corpo di fabbrica si eleva una delle più grandi ed eleganti cupole della città;
  6. ‘Galleria Umberto I’: Venne fatta in soli 3 anni dal 1887 e terminata nel 1890, nello stesso periodo stessi anni in cui, a Parigi, Gustave Eiffel realizzava la sua famosa ‘Torre Eiffel.  In poco tempo essa  divenne il centro mondano di Napoli. A oggi essa è caratterizzata da una struttura di ferro e vetro, la galleria è impreziosita da imponenti statue e affreschi, che rappresentano i continenti, le stagioni dell’anno e varie divinità classiche.

Tra i fasti dei vicini Teatro Augusteo’   e  ‘Teatro San Carlo’  e i rumori dei  ‘Quartieri Spagnoli , ‘Via Toledo’ è la folla dei colletti bianchi, che si affrettano addentando un calzone al volo prima di cominciare a lavorare! Sono in mezzo a un melting plot, a un quadro di Caravaggio . Una di quelle tele da porre nella ‘Galleria Zevallos’ , che a pochi passi dal mio ‘InCentrob&b’ , si erge imponente con la sua mostra dedicata alla Scuola dei Pittori di Posillipo’ di Anton Sminck van Pitloo.

La ‘Città Antica’ di Napoli

La ‘Città Antica’ di Napoli è un viaggio nel tempo. Un labirinto di viuzze ciottolate e piazze pieni di tesori artistici e architettonici, tra i più belli della città che rimanda alle sue origini greco-romane.

La ‘Città Antica’ di Napoli si sviluppa su un tracciato di tre assi principali detti  in latino ‘decumani’ che sono le strade principali che corrono da Est a Ovest . Queste a sua volta sono intersecate da arterie più strette chiamate ‘cardini’ , che corrono invece da da Est a Ovest.

Dove si trova la ‘Città Antica’ di Napoli?

La ‘Città Antica’ di Napoli è racchiusa tra ‘via Foria’ e ‘Corso Umberto’ da una parte e da Via Toledo’ ‘Via Duomo’ dall’altra.

Trasuda di storia e si svela essere l’anima pulsante della metropoli partenopea, un groviglio tumultuante di baristi che gridano, edicole votive, palazzi nobiliari, ristoranti,  pizzerie, locali alternativi, e laboratori di artigianato, dove curiosare e fare acquisti.

‘Spaccanapoli’

Ed è principalmente attraverso l’arteria nota come  ‘Spaccanapoli’ che si possono ammirare le perle ‘Città Antica’ di Napoli . Spaccanapoli’  è battezzata così perché è il decumano inferiore che  taglia appunto  in due l’urbe da ‘Via Benedetto Croce’ a Forcella(la migliore visuale per vedere la netta spaccatura si ha dalla ‘Certosa di San Martino’   e dal  ‘Castel Sant’Elmo’).

Soprattutto  ‘Spaccanapoli’  è la parte più verace di Napoli , affollata di b&b e piccoli alberghi, in cui  Napoletani, turisti e motorini convivono e non sempre pacificamente! Qui ci si puo’ perdere , perché qui tutto puo’ accadere! Anche semplicemente scambiando due chiacchiere con un passante per caso, o alzando gli occhi alla volta celeste . Ed è per me  l’essenza stessa del viaggio!

10 Cose da  vedere a ‘Spaccanapoli’

1. ‘Piazza del Gesù Nuovo’

‘Piazza del Gesù Nuovo’ è un eccentrico punto di aggregazione di studenti, musicisti e viandanti. Uno slargo raffinato e irregolare di Napoli . Qui si possono contemplare due meraviglie del Barocco Napoletano:

2. ‘Monastero di Santa Chiara’

Il ‘Monastero di Santa Chiara’  era  inizialmente  era una cappella di corte del re Roberto d’Angiò ,  edificata da  Gagliardo Primario nel 1328 in solenne stile gotico  . Per dare lustro al rango la si allargo con un convento per i frati  Francescani , con un monastero per l’ordine di clausura delle Clarisse. Disgraziatamente un violento bombardamento del 1943 la distrusse per essere successivamente  restaurata e preservata con molta pazienza.

 ‘Monastero di Santa Chiara’ comprende :

3. ‘Piazza Domenico Maggiore’

‘Piazza Domenico Maggiore’ fa da cornice alla splendida chiesa omonima e all’obelisco del santo, richiesto dal popolo napoletano dopo la peste del 1656, durante la quale scompare ben due terzi di Napoli .

‘Piazza Domenico Maggiore’ è da dove si passa per recarsi alla famosa statua del ‘Cristo Velato’, nonché il luogo preferito di ritrovo dei Napoletani, allietata da artisti di strada , stranieri e anticonformisti. In zona merita una sosta la popolare pasticceria ‘Scaturchio’ . Inoltre si susseguono nella loro sontuosità delle mirabili dimore storiche. Tra queste quella di:

4. ‘Piazzetta Nilo’ 

La ‘Piazzetta Nilo’ è la piazza intitolata alla ‘Statua del ‘Dio del Nilo’ simbolo di prosperità e benessere, e fu eretta dagli Alessandrini , che in questo punto si stanziarono 2000 anni fa con botteghe e abitazioni.

L’imponente scultura, eretta tra il II-III secolo d.C., ritrae il fiume Nilo con le sembianze di un uomo possente e barbuto. Questi è semi-sdraiato su un fianco, circondato da puttini a simboleggiare le varie ramificazioni del fiume.

La piazza è detta anche ‘Largo Corpo di Napoli’. Tale denominazione è dovuta alle lunghe vicissitudini  che la   ‘Statua del Dio del Nilo’  subì, sparendo nel XV secolo, con la testa ‘decapitata’ nel XVII.

Ci furono lavori di restauro,  e nel 1667 la   ‘Statua del Dio del Nilo’ venne adagiata su un  sedile in marmo. Sicuramente abbiamo a che fare con una testimonianza artistica che rappresenta l’essenza del centro antico e multiculturale di Napoli.

5. ‘San Gregorio Armeno’ e ‘San Biagio dei Librai’

Nelle zone di Napoli dette ‘San Gregorio Armeno’ e ‘San Biagio dei Librai’ sacro e profano si fondono insieme. Laddove tutto l’anno i pastori dei presepi di Natale cedono il posto alla moltitudine di corni rossi della tradizione scaramantica napoletana.

Sono le vie delle librerie, dei manufatti in ceramica, in legno, cuoio e vetro, che riempiono gli scaffali dei loro creatori affaccendati a venderli. Qui vi pervaderanno i profumi di incenso, e muschio, che si insinuano tra i banchi che vendono statuine dedicate a santi e personaggi popolari locali e non! Quest’ultima è un’usanza molto antica, perché nobili e ricchi borghesi si ordinavano la propria scultura ai figurinai come segno del loro potere.

6. ‘Ospedale delle Bambole’

Se i nostri giocattoli potessero parlare! Quanti ne abbiamo buttati via perch[ magari non erano più il nostro passatempo preferito. C’è invece chi se ne prende cura! Nell’era del digitale , si fa spazio un laboratorio incantato quello dell’ ‘Ospedale delle bambole’ di Tiziana Grassi , in cui si restaurano giochi e ricordi dei piccoli  da 100 anni  , costituendo un unicum in tutta Europa.

Luigi, il padre Tiziana Grassi , le lasciò in eredità il suo mestiere , che si inventò di sana pianta. Luigi era  uno scenografo teatrale che si improvvisò restauratore di una bambola rotta allorché per caso una passante gliene consegnò una!

L ‘Ospedale delle bambole’  è ubicato all’interno del ‘Palazzo Marigliano’, uno dei palazzi più belli di Napoli . Esso è stato trasformato in un vero e proprio museo delle bambole. E funziona proprio come in un pronto soccorso per le persone: c’è una accettazione, barella, ambulatorio, uno strumento per le radiografie, una sala operatoria.

7.  ‘San Lorenzo’ 

All’altezza di ‘Piazza San Gaetano’, l’area del foro greco-romano, si stagliano le basiliche di :

Proprio in quest’ultimo punto gli scavi hanno riportato alla luce importanti resti classici e medioevali . C’è anche da visitare la famosa :

8.  ‘Madonna con la Pistola di Banksy’

Il murales della  ‘Madonna con la Pistola’  si trova nei pressi di via DuomoPiazza dei Gerolomini è l’unico quadro urbano di sicura appartenenza al super quotato inglese  Banksy . L’ artista sconosciuto più famoso al monto sostituisce l’aureola della Vergine con un revolver , come segno del legame profondo tra la criminalità e la fede a  Napoli.

La ‘Madonna con la Pistola’ suscita anche un enorme impatto perché è accostata accanto ad un’altra Maria, disegnata con un’espressione rassegnata forse perché ha accanto una simile vicina! Solamente alcuni privanti hanno fiutato il potenziale da galleria della  ‘Madonna con la Pistola’ e l’ hanno rivestita con del plexiglass, dato che il resto dei politici è assente !

9. Altarino di Maradona

Tra ‘Piazzetta Niloe ‘Largo Corpo di Napoli‘ c’è il ‘Bar Nilo’ , ormai meta di pellegrinaggio dei  tifosi dell’immortale Maradona. Al ‘Pibe De Oro’ il proprietario Bruno Alcidi ha omaggiato infatti un piccolo tempietto. Al suo interno mise una ciocca di capelli presa per caso durante una trasferta con il divino calciatore. Tutto era nato per gioco, ma adesso si fa sul serio. La voce si è diffusa velocemente e gli appassionati da ogno parte del globo arrivano apposta per venerare l’atleta che ha fatto sognare Napoli.

10. ‘San Gennaro’ di Jorit

A Napoli nei pressi Forcella’  su un palazzo di ‘Piazza Crocelle ai Mannesi’, il patrono è protagonista   di una tra le maggiori  street art partenopee di JoritSan Gennaro’ , con il volto di un amico operaio dell’artista ,  è un  murales di ispirazione caravaggesca alto più di 15 metri ed ha lo sguardo assorto verso l’alto.

‘Centro Storico di Napoli’ , cuore della città

Il ‘Centro Storico di Napoli’ , patrimonio dell’ ‘UNESCO’ dal 1995, comprende i  quartieri di : ‘Avvocata’, Montecalvario’,  San Giuseppe’,  ‘Porto’,  ‘Pendino’, Mercato’, Chiaia’,  ‘San Ferdinando’, Stella’, ‘San Carlo all’Arena‘, ‘San Lorenzo’, Vicarìa’, ‘Parte delle colline del ‘Vomero’ e ‘Posillipo’.

Il ‘Centro Storico di Napoli’ è un itinerario turistico da fare  a piedi. Tra monumenti, muse, chiese, e vicoli, che trasudano secoli di storia, talora stratificati gli uni sugli altri, che rendono Napoli così vivace e caotica: dai Greci ai Romani, dai Bizantini agli Svevi-Normanni, dagli Angioini agli Aragonesi, dall’impero francese  dei Borbone ai  Bonaparte, da Garibaldi fino al Regno d’Italia.

‘Via Duomo’, tra sacro e profano a Napoli!

Tuttavia è ‘Via Duomo’ che racchiude le gemme più preziose di questo gigantesco bottino artistico e architettonico.  Questa è  lunga circa 1200 metri,  parte da via Foria e termina in via Marina, da anni è interessata a lavori di riqualificazione che hanno riguardato la pavimentazione, l’arredo urbano e l’illuminazione.

‘Via Duomo’ potrebbe a ragione considerarsi una delle vie di riferimento per il settore commerciale dei matrimoni, e questo a partire già dal Novecento. Ci sono infatti numerosi atellier di abiti da sposa e cerimonia, e di tessuti pregiati per confezione di vestiti e camicie su misura. E ancora raffinate boutique di alta moda Italiana e di calzature, saloni di coiffeur, e studi fotografici.

Ed il profano ancora dei vari bar e ristoranti alla moda, si mescola al sacro di  ‘Via Duomo’ , che abbraccia i tre ‘decumani’ dell’antica città greco-romana, diventandone il ‘cardine’ maggiore . Essa incarna il pieno sentimento religioso dei Napoletani con la meraviglia del  ‘Duomo di Napoli .

1 ‘Duomo di Napoli’

Il ‘Duomo di Napoli è  posto in  ‘Via Duomo’ . Risale al 1300 e fu ordinato da Carlo II d’Angio ed è dedicato alla Santa Maria Assunta. Tecnicamente non è un esempio di Gotico al cento per cento, perché è una cattedrale che conta stili diversi dal Paleocristiano a venire. In particolare si evidenziano quello Rinascimentale e Barocco, che lo abbellirono durante le ricostruzioni a seguito dei terremoti del Trecento e Quattrocento.

La parte più interessante del complesso è a ‘Basilica di Santa Restituta’dove si trova il battistero di ‘San Giovanni in Fonte’ considerato il più antico in occidente, e la cappella del Tesoro di San Gennaro’ che conserva le reliquie del patrono San Gennaro. Qui viene celebrata il 19 Settembre la festa del  santo con la solenne cerimonia della liquefazione del sangue del martire.

napoli-via-toledo-citta-antica-centro-storico-travel-blog-weloveitalyeu

Vita Notturna a ‘Piazza Bellini’

La movida partenopea si svolge prevalentemente all’aperto, nei week-end e nei giorni della settimana, grazie ai numerosi locali e baretti alternativi. Piazza Bellini’  è una delle aree più gettonate per ritrovarsi con gli amici per bere una birra o un bicchiere di vino . Ci sono ancora intorno le mura greche

6 posti da non perdere a ‘Piazza Bellini’

Ci sono diversi ritrovi culturali e caffè letterari che organizzano eventi live di vario tipo ,  tra questi da non farvi scappare sono:

  1. ‘Caffè Arabo’ ,  Piazza Bellini 74;
  2. ‘Caffè Letterario Intra Moenia5’,  Piazza Bellini, 70;
  3. ‘Perditempo’ ,  vico S. Pietro a Maiella, 8;
  4. Bourbon Street Jazz club’ , via V. Bellini, 52;
  5. ‘Kestè’  ,  via Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 27; 
  6. ‘Mamamu Bar’  via Sedile di Porto, 46. 

napoli-via-toledo-citta-antica-centro-storico-travel-blog-weloveitalyeu

Napoli è un mondo da vivere!

Napoli ha molto da offrire dal può di vista paesaggistico, artistico, culturale, enogastronomico. Non posso assolutamente negare che è un’impresa possibile visitarla in una settimana. Sicuramente il tempo è sufficiente per afferrare ciò che di magico c’è da esplorare.

Non basterebbe una vita per capire Napoli . E per questo che il mio consiglio e di andarci più spesso, magari in periodi che non siano l’alta stagione turistica.  Insomma, sembra banale dirlo ma Napoli  è Napoli , perché fa innamorare, e toglie il fiato. Si respira un’aria diversa che nel resto d’Italia, quasi più autentica, genuina. Napoli  è colorata, anzi di  “mille culure” proprio come diceva il tanto compianto Pino Daniele!

 

If you like my post, please subscribe to the socials of www.WeLoveitaly.eu :