‘Vignaioli Contrari 2023’ , Spilambergo

‘Vignaioli Contrari 2023’ , Spilambergo

Vignaioli Contrari 2023

 Vignaioli Contrari 2023 è stata una bella manifestazione (VII° edizione) sul vino . Si è svolta dal 13 al 14 Maggio 2023  a Spilamberto, Modena. Location fatntastica quella all’interno della fortezza medievale ‘Rocca Rangoni’ . Qui si sono riuniti 60 produttori italiani e dalla Slovenia esibendo più di 300 etichette d’autore.

Ho partecipato a  Vignaioli Contrari 2023 come sommelier nello stand della Toscana rappresentata dalla cantina Arrighi dell’Elba. Da quattro generazioni Antonio Arrighi delizia i palati più esigenti con dei nettari unici e introvabili.

Questo post è dedicato a una giornata enoica speciale, quella appunto dei   Vignaioli Contrari 2023. Senza dubbio si è trattata di un’esperienza indimenticabile .  Mi ha fatto conoscere meglio lo spirito intreaprendente degli emiliani e quello di Antonio Arrighi. Buona lettura.

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Vignaioli Contrari 2023 , il vino dei vigneron

 Vignaioli Contrari 2023 è stato un riflesso chiaro del trend attuale della filiera del settoren vitivinicolo. Quello cioè di  valorizzare i vitigni autoctoni secondo criteri biologici e sostenibili. Durante la kermesse si è tenuta pure una sorta di Roulette de Vin. Nel dettaglio sono stati  quattro laboratori didattici dove ogni viticoltore dialoga e propene due calici con i partecipanti.

Si sa che non è facile fare vino oggi , perché costa tanto e la concorrenza è spietata. Diventa davvero difficile non tenere conto delle esigenze e delle preferenze dei consumatori. Per cui a volte gli imprenditori  sono costretti a sacrificare la propria filosofia nel fare vino a vantaggio di una sorta di legge di mercato da seguire.  Vignaioli Contrari 2023 è dunque quasi un monito a ricordare che il vino deve rimandare al suo territorio di appartenenza!

Il cibo in Emilia Romagna

A  Vignaioli Contrari 2023 di particolare interesse è stato anche lo  Slow Food Park. Questa è stata un’area tutta dedicata a piatti tipici locali quali: formaggi, salumi vari, insieme a ottime birre artigianali.La cucina emiliano-romagnola è tutta da scoprire.

Per esempio in sede ho provato oltre alle classe crescentine ( un tipo di pane piccolo di forma rotonda) anche i cosiddetti burlenghi o zampanelle.  Questi ultimi sono dei golosissimi intrugli di pastella fritta e farcita con aglio, rosmarino e battuto di lardo.

Se poi vi trovate a Modena, non fatevi scappare di fermarvi per una sosta appetitosa allo:

Chi sono i Vignaioli Contrari  ?

Ma chi sono i  Vignaioli Contrari 2023 ? Sono tutti i vigneron che sono contrari all’omologazione del gusto e alla standardizzazione dei vini. Scendono così in campo  tutti quei winemaker che s definiscono artigiani del vino, che lavorano la propria terra e rispettano l’ambiente . Per cui si può dire che ho assistito a una sfilata di cantine di nicchia, piccole grandi realtà che tengono alto il livello del made in Italy.

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Quali sono le caratteristiche dei Vignaioli Contrari ?

Ovviamente un vino fatto in modo tradizionale senza negare l’uso della tecnologia quando serve e nel modo giusto ha tutto un altro sapore. Fare parte  dei  Vignaioli Contrari  vuol dire 7 cose:

  1. Coltivaredirettamente il suolo  indifferentemente se il vigneto sia di proprietà o meno;
  2. Non fare ricorso a concimi, diserbanti chimici e anti botritici;
  3. Mettere  in primo piano i vitigni autoctoni;
  4. Utilizzare le risorse ambientali e naturali che esistono nell’area aziendale per la produzione di uva con coscienza e sostenibilità;
  5. Incoraggiarela biodiversità preservando quei vitigni autoctoni che rischiano l’estinzione ;
  6. In cantina non si fa ricorso all’osmosi inversa o metodi fisici di concentrazione del mosto . E si predilige la fermentazione spontanea;
  7. I vini devono rispecchiare il terroir specifico e devono essere privi dei principali difetti enologici.

Le mie cantine preferite ai Vignaioli Contrari 2023

  1. Casa Lucciola : questa è la cantina della famiglia Cruciani nelle Marche . Mi ha fatto esplorare il mondo del Verdicchio di Matelica. Questa è un’ azienda agricola nella valle di Matelica a a 430 metri sul livello del mare. Una piccola fattoria, sopra la linea della nebbia, circondata da vigneti.  Produce e imbottiglia un verdicchio artigianale, fermentato in maniera naturale con poca solforosa e tanto rispetto per la natura;
  2. Balugani : questa è l’azienda agricola di  Roberto Balugani . Sorge sul versante soleggiato delle prime colline che si incontrano giungendo a Levizzano Rangone da Castelvetro, lungo la via Sinistra Guerro. Qui è viva l’arte di creare vino Lambrusco, con profondo amore, partendo dalla vigna per arrivare alla bottiglia;
  3. La Rabiosa : questa è una cantina che si trova a Casale di Scodosia, Padova. Nei loro vini è palese un forte impegno al recupero di vecchie uve bianche, come la Vernazzola. Dopo aver analizzato il genoma, dai tralci di queste antiche vigne è stato possibile realizzare uno stupendo vigneto in zona Laghi nel comune di Merlara (PD);
  4. Bastianelli : questa è una cantina che mi ha fatto apprezzare due bianchi tipici delle Marche che adoro, cioè la Passerina e il Pecorino. Siamo tra Fermo e Macerata, e la particolarità  è l’uso dei torchi in legno e di pompe manuali per i travasi , che rendono ancora più speciali i loro vini;
  5. Klosterhof : questa è una cantina che sta vicino il lago di Caldaro, Trentino Alto Adige. In quattro vigneti si arriva a lanciare circa 40.000 bottiglie tra bianchi e rossi di eccellenza: Pinot Bianco, Pinot Nero e il Kalterersee, caratteristico della regione;
  6. Balter : questa è una cantina di Rovereto, Trentino. In fatto di bollicine, devo confessare che ho avuto modo di apprezzare quelle di montagna, fini e molto persistenti. Sono tutti spumanti Trentodoc ,  rigorosamente ottenuti con Metodo Classico.  Si fanno maturare i rossi in barriques dai 4 ai 20 mesi, e per i bianchi si sceglie la vinificazione in acciaio.

Cantina Arrighi, Elba

Ovviamente la cantina per eccellenza che per la Toscana incorpora tutti i valori dei Vignaioli Contrari 2023 è la cantina Arrighi .  Essa è l’espressione vitivinicola più rappresentativa dell’Elba, una delle più belle isole dell’Arcipelago toscano. Chi si occupa di questa cantina di successo a Porto Azzurro è Antonio Arrighi insieme alle figlie Giulia e Ilaria.

In località Piano al Monte sono distribuiti circa 14 ettari di terreno. Tra ulivi secolari e le big bench di Charles Bangle , 9 ettari (disposti ad anfiteatro su vari livelli) sono vitati a:

L’Elba un’isola di vino

L’Elba sfoggia un passato enoico che affonda le radici dai tempi  degli  Etruschi fino a quella  Romani. Per la sua posizione strategica l’atollo toscano è sempre stato ambito da differenti dominazioni. Queste erano anche attratte dall’abbondanza dei minerali del sottosuolo e dalla bellezza dei paesaggi. Come dargli torto!

Tra alti e bassi la viticultura ha fatto il suo corso dal  Medioevo alla Seconda Guerra Mondiale. Negli anni ’50 quelli del boom economico molti elbani si sono dedicati al rilancio del turismo, risorsa economica più facile e immediata. Tuttavia, grazie all’impegno delle nuove leve di viticoltori che si sono poi associati in un consorzio, c’è stata una nuova ripresa.

Antonio Arrighi e la rinascita vitivinicola dell’Elba

Antonio Arrighi fa parte di quelle menti lungimiranti che hanno investito nelle risorse agricole isolane. Figlio di albergatori, inizialmente si era dedicato agli affari di famiglia. Il suo interesse per il vino si era concretizzato nel 1990 con la sua partecipazione a un bando del CREA di Arezzo (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria di Arezzo ) . Successivamente è diventato sommelier e delegato AIS dell’Elba.

Nel giro di poco tempo Antonio Arrighi contribuì al rilancio per la coltivazione di vitigni internazionali, quelli che meglio attecchivano sull’isola. Da allora il viaggio fu in salita, annoverando molti premi e traguardi, tra cui:

Elba e i vini bianchi della Toscana

Senza dubbio la Toscana è una regione vocata principalmente ai rossi, nonostante la Vernaccia di San Gimignano sia stato il primo bianco DOC nel 1966. I vini di Arrighi e quelli elbani in generali si distinguono per lo più per i bianchi, e i passiti. Questo accade in linea con le caratteristiche pedoclimatiche dell’intero territorio, che per la sua natura complessa è difficile da coltivare.

Ecco perché per l’Elba si può ben parlare di viticultura eroica. Il terreno a disposizione è davvero esiguo e per lo più è spalmato in terrazzamenti che devono essere tutti lavorati a mano durante la vendemmia. Poca quantità massima resa, questo è il premio di tanta fatica.

Cosa rende speciale  i vini della Cantina Arrighi ?

La produzione della cantina Arrighi  arriva a circa 42, 000 bottiglie annue tra bianchi, rossi e passiti. Sono vini che provengono da un terroir eccezionale, quello esclusivo dell’Elba.

Tutto il team aziendale è attento a seguire la tradizione insieme all’innovazione tecnologica per tutto il processo di vinificazione. Oltretutto ha saputo sfruttare al massimo il microclima isolano che vanta:

  • Un suolo ferroso, con scisti, galestri e manganese ;
  • Un’ enorme ricchezza di falde metallifere;
  • Il vento che protegge la vite da malattie;
  • Un clima mite tutto l’anno che previene la formazione di umidità e muffe;
  • La brezza del mare che dona un tipico sentore mediterraneo ai vini.

Etichette firmate Antonio Arrighi ai Vignaioli Contrari 2023

Andiamo a vedere più da vicino le etichette che hanno fatto da protagoniste ai  Vignaioli Contrari 2023 :

Bianchi:

  • Arrighi in Bolla 2022: Spumante Metodo Classico fatto di 50% Chardonnay e 50% di  Manzoni Bianco. Le bollicine sono fini e persistenti. Il colore è un giallo dorato che sa di vaniglia e fiori gialli. L’ideale per brindare ai momenti felici o semplicemente per essere degustato tutto pasto;
  • Arembapampane 2022: questo è fatto da 100% di Vermentino toscano, che all’Elba è detto Riminese. Il segreto di questo elisir sono il vento, la collina e il mare in cui cresce. Fermentato e conservato in acciaio, fa affinamento in bottiglia per 3 mesi. Un’esplosione di sentori e sapori che ricordano la macchia mediterranea;
  • Ilagiù 2022: questo è l’Elba Bianco DOC , cioè un blend di uve bianche locali: Procanico (80 % Trebbiano toscano), Ansonica, e Biancone. Fermentato  conservato in acciaio , fa  affinamento in bottiglia per 3 mesi. Un vino di buon corpo, con note fruttate che ben si abbina alla cucina di mare.

Rossi:

    • Tresse : questo è il rosso punta di diamante della cantina, un vino strutturato e destinato all’invecchiamento. Un equilibrio insolito e perfetto di Sangioveto  al 50%, Syrah al   30%, e Sagrantino al 20%. Fa macerazione a contatto con le bucce per 14/16 giorni. Dopo la pressatura il mosto continua la fermentazione.  L’affinamento è fatto in anfore da 800 litri per 15/18 mesi e dopo sta 6 mesi in bottiglia. Una cornucopia di frutti e fiori rossi che rimane deciso al naso e al palato, e che persiste a lungo.
    • Sergio Arrighi: questa è una DOC Elba Rosso riserva, fatta da 100% di Sangioveto  . Un vino che è un omaggio al padre di  Antonio Arrighi , che fa  barrique per 15 mesi. Dal colore intenso e rubino a un gusto carico e goloso, sprigiona sentori di caffè e pepe.
    • Silosò: questo è sicuramente il vino più tipico  dell’Elba , un passito naturale fatto al 100%  di uve Aleatico 100% . Fa affinamento in acciaio per 4 mesi e poi affina in bottiglia per altri 3 mesi. La gente è arrivata a flotte per prenderne un goccio, perché è davvero speciale. Colpisce il profumo intenso di frutti di bosco, e appena si sorseggia sembra di mangiare mirtilli e ribes. In bocca si presenta morbido, fresco con delle note di pepe nero.

Vignaioli Contrari 2023 la voce di un’ Emilia Romagna di valore

Alla luce della tragedia che si è abbattuta in Emilia Romagna, quella dei  Vignaioli Contrari 2023  è la voce di un popolo che non molla. In questa regione si condensano tanti validi prodotti che tutto il mondo ci invidia oltre il vino:  dal   Parmigiano Reggiano  e il prosciutto di Parma fino alla Ferrari.

L’ Emilia Romagna è l’Italia che lavora e va avanti, un concentrato di arte, cultura e ospitalità che è sempre stato un esempio da seguire.  Mi auguro che il governo prenda presto provvedimenti per aiutare come di dovere chi al momento è stremato e fa fatica a sopravvivere.

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Who is Roberto Cipresso?

Who is Roberto Cipresso?

If you want to thrill someone,  first try to feel  the same emotions you desire to awake…” .

R. Cipresso.

Roberto Cipresso, international winemaker of Montalcino

Scanning across the bookshelves in my flat, it dawns on me that my collection falls into three categories: wine, food and  travel! The three passions that form the  main plot of  Wine, the secret Novel , a book written by Roberto Cipresso. Roberto Cipresso presented his  outstanding work at ‘Nautilius, an elegant restaurant by the sea and close to  Pisa .

It was an unforgettable event  that allowed me  to meet  one of the most important winemaker in  Italy, Roberto Cipresso . He is a special person, as well as a great wine entrepreneur.  From his base in Montalcino, Tuscany, he has changed winemaking worldwide. How?  Read his incredible story, and you will find the answer!

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‘Wine the Secret Novel’ , a novel by Roberto Cipresso

Andrea Baldeschi , the owner of the ‘Nautiliusrestaurant,  hosted that memorable dinner in honour of  Roberto Cipresso.  A crowd of people were waiting to hear the famous vigneron speak about his life and his professional achievements.

First of all, Roberto Cipresso greeted us all with a big smile and then went on to introduce  ‘Wine, the Secret Novel‘  , one of  the three books he has written about wine.  It is an attempt to give a general outline of the history of wine.  Wine has rolled its barrel from the shores of the  Black Sea to the mountains of the Andes, following humans and their dreams. His book goes back through time  retracing the grape’s conquest of the world, stopping in each winemaking country, from the oldest to the most recent,  discovering wines past and present, while also looking to the future.

3 tops wines of Roberto Cipresso 

That evening at the ‘Nautiliusrestaurant there was also a fantastic wine tasting, including some of the best wines of Roberto Cipresso :

    • ‘Punto Bianco Toscana IGT :  This is a white wine made from Vermentino and Verdicchio. These grapes are the most representative of Italy, being cultivated in the region of the  the 43rd Parallel. This is  an imaginary line, which  traces through all the places that have given origin to viticulture throughout the world from Europe to the New World. The wine had a dry and even astringent taste , with a  contrasting rich coconut aroma, giving a nice round feel in the mouth, and a long-lasting finish.  It was paired with a delicious tuna pasta;
    • ‘Pi Greco Toscana IGT ‘ : This is a red wine made of 100%  Sangiovese   . It  offers primary flavours of tart cherry, red plum, strawberry, and fig, with subtle notes of roasted pepper, leather, and clay.  In its nose offers aromas of earth and tea leaf.  On the palate it is a full-bodied wine,  displaying a marked acidity, an important tannic structure and a long and intense persistence. It  was paired with a pasta enhanced with wild boar ragù;
    • Quadratura del Cerchio’ : This wine is made from  Sangiovese (60%),  Montepulciano (20%) , and  Sagrantino (20%).  This is Roberto Cipresso‘s first attempt to make the ideal wine and it is his first attempt at wine experimentation. Its grapes are the best in Italy, and above all they grow along  the 43rd  Parallel!  This wine went perfectly with a  dish of (soft) veal and tiny roast potatoes.

Guests enjoyed the pleasant atmosphere of that unforgettable dinner at the ‘Nautilius restaurant, while  Roberto Cipresso was seducing us all with his beautiful spell.  Here  are some important acts about his life  and professional background.

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Who is Roberto Cipresso? 

I felt the power of Roberto‘s personality,  while he was presenting his book that evening at the ‘Nautilius restaurant! Roberto Cipresso is an oenologist, an international  winemaker, and writer. Without any doubt he is also a visionary leader . His way of  life makes him stand out from the rest of the crowd as regards the field of wine.

He can imagine things that others cannot imagine and sees the whole  landscape of winemaking as a big picture,  and not a single step. He is present and focused. You can connect with him, when  he talks about what he has in mind, or  when he teaches you something about wine,  or when he tells you about his travel, his previous job experiences, and his life!

The story of Roberto Cipresso 

Roberto Cipresso was born in  Bassano del Grappa (Veneto) in 1963 . Initially his first love was the mountains. He studied agriculture and received a master’s degree in viticulture in Padua, Northern Italy only out of necessity.  He thought  that skiing and climbing would  be his future,  though a terrible accident caused him to  change his ideas.

In order to study with Professor Attilio Scienza, a respected Italian scientist in the field of vine, in 1987 Roberto moved to Montalcino  . Forgetting that tragic episode,  he fell in love with the world of the wine,  thus  starting his winemaking career at three outstanding estates in Tuscany :

Mountains have played a large role in the life of  Roberto Cipresso.  In fact, he learnt how to survive and how to know  his limits! At the same time he improved his skill in observing nature, developing an extraordinary knowledge  of the vineyards of Tuscany in order to create wine.

He  learnt a lot about wine during his younger years in Montalcino , from the planting of grapes to how  the wine was bottled. It was the most challenging and formative step of his fantastic life’s work with wine.

The goals of Roberto Cipresso

Roberto Cipresso soon gained success, being invited to advise Italian producers  as well as wineries around the world, including those in South America (‘Achaval-Ferrer Winery’,  Argentina). Travelling helped  Roberto Cipresso open his mind. He experienced different realities of wine ,  observing wine from a different angle,  and eventually was ready to work as a wine consultant !

The opportunities Roberto Cipresso had to put his professional skills and ideas  as regards wine into practice are exemplified by  four of his major projects:

  1. ‘Fattoria La Fiorita’In 1992 together with two popular partners, he founded this boutique winery in Castelnuovo dell’Abate, near Montalcino , which is still running. This boutique winery produced the iconic Brunello , gaining  numerous prestigious awards, including Parker points of 99, 98 and 97; 
  2. Winemaking project’: In 1999 at the behest of wine industry professionals he created a team of qualified consultants in the field of agronomy and oenology  in collaboration with his brother Gianfranco, and his friend Santiago Achaval, who is the founder of  the stunning ‘Matervini winery’ in Argentina ;
  3. ‘Wine Circus’: In 2001 he created this big  wine lab  in Montalcino  , where ideas and projects are shared with wine experts and universities   in order to solve  problems  regarding the winemaking process;
  4. ‘Poggio al Sole’: In 1990 he crafted this modern five starred wine relais , which is situated between Siena and Florence.  Here  Roberto Cipresso  planted his precious grapes of   Brunello   , which are used in  the making of the  best labels of his red wines.
The wine hits parade of Roberto Cipresso 

Recalling the most important enterprising ventures of Roberto Cipresso together with his lifetime achievements awards in terms of wine and food  culture, means understanding his complex and sensitive soul: 

The 3 books about wine written by Roberto Cipresso

The list here above would already be too long, taking into account that  Roberto often gave  lectures and speeches at wine schools and important universities in the world ! Already famous for his achievements in Italy and Argentina,  Roberto  rapidly obtained recognition in Europe and North America as one of the world’s elite winemakers.

Roberto is a creative and multitalented man. Along with the benefits of his many abilities and passions, there is his love for writing, represented by  another three books he has written about wine and its mystery, published between  2006 and 2009::

The ‘Cipresso 43rd project’. How to  make the wine of the future!

Without any doubt, Roberto Cipresso  is a  charismatic, brilliant and enthusiastic wine entrepreneur! He still continues on his incredible adventure in his inspiring  wine experiment entitled ‘Cipresso 43 rd project’. According to Roberto Cipresso, rules are important  in producing a perfect wine,  though they cannot stop evolution. We should consider rules as a point of departure, not as a point of arrival!

Bearing this in mind, Roberto  started his revolution in the world of wine, thereby provoking scandal! He went beyond the traditional concept of terroir, which was not identified as such as being in a specific area of the world, though within the same horizon!

The theory of the 43rd Parallel 

According to Roberto’s recent research this horizon is  the 43rd Parallel, a magical  line containing singular physical and spiritual features regarding wine production,  situated halfway between the Equator and the North Pole.  This parallel runs through central and florid places, which have shaped the main grapes and phases in the evolution of vine culture from Mesopotamia to the USA:

‘The Cipresso 43 rd project is an attempt to create an oenological itinerary using only grapes grown at a Northern latitude of 43rd degrees.  It could be considered an attempt to make the wine of the future.

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The X-factor of Roberto Cipresso

The life of Roberto Cipresso is about striving for excellence and harmony  not only in wine,  though  also in life.  Roberto doesn’t  limit himself only to his own thoughts and ideas. When you talk to him, he listens to whatever you have to say  attentively. He  encourages you to be as creative as possible and never to be afraid of presenting your own point of view!

Roberto  explained to me  the big picture of  his vision of wine and how to live  in this world. His  work is an essential part of his existence. It is not only about running a laboratory or doing analysis, it is mainly about being part of making something amazing. It  is by combining science, creativity and love, that you keep things interesting, and it is a great industry to be involved with as well. Roberto Cipresso  experiments with unconventional colors to find inspiration for his next masterpiece, that is still to come! I’m looking forward to it!

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Fisar,  degustazione Champagne 2018, Convento dei Cappucini, Pisa

Fisar, degustazione Champagne 2018, Convento dei Cappucini, Pisa

Champagne, la Fisar di  Pisa docet!

Capodanno, Natale, il cuore di ogni festa è nelle bollicine  che salgono  brillanti lungo i  caliciCerto, oggi nei bicchieri possono fare splendida figura spumanti italiani o spagnoli, americani e perfino australiani, bianchi o rosati, secchi e dolci, ma all’inizio c’era soltanto lui: lo Champagne!

Si tratta di un mondo affascinante, su cui non si finisce mai di imparare . Così per approfondire le mie conoscenze, e per bere oro liquido, partecipo alla Degustazione di Champagne organizzata dalla Fisar di Pisa  il  18 Ottobre 2018.

All’interno della suggestiva biblioteca delConvento dei Cappuccini di Pisa” l’esperto Sommelier Luca Canapicchi  svela a un folto pubblico di partecipanti, tutti i segreti dello Champagne in modo semplice e coinvolgente:

  • caratteristiche, origini, zone di produzione, differenze tra i piccoli e grandi produttori , legislazione , denominazioni, appellazioni.

Mi auguro il mio resoconto su quanto apprendo, possa essere utile ai neofiti e possa offrire qualche spunto interessante per chi ha maggiore esperienza.

8  Cose da sapere sullo Champagne 

1. Lo Champagne è diverso dallo Spumante: sono vini effervescenti ottenuti da diverse qualità di uva coltivate nel mondo e secondo differenti metodi di lavorazione. Un vino Spumante può essere dunque molto diverso per origine e tipologia. I migliori Spumanti, e non solo in Italia, hanno guadagnato la denominazione di origine geografica che ne garantisce la qualità e la provenienza. Un esempio è il Franciacorta”, prodotto secondo un rigido disciplinare, o il Prosecco Spumante, oggi sempre più apprezzato;

2. Lo Champagne è  coltivato nell’omonima zona , Nord Est Parigi, (34.000 ettari), divisa in 5 aeree: “Montagne di Reims”  , la “Valle della Marna”  , la “Cote des Blancs” , la “Cote de Sèzanne” e la “Cote des Bar (Aube)”;

3. Lo Champagne e il clima :  possiede aromi di eccezionale finezza perché nasce da grappoli maturati oltre il 49° parallelo, ultima frontiera a nord per la coltivazione della vite;  è questo il segreto della sua inimitabile eleganza, dell’armonico equilibrio tra la freschezza acidula del suo sapore e la calda dolcezza della sua alcolicità;

4. Lo Champagne e il terreno : ma le uve dello Champagne non riuscirebbero a maturare nel rigido clima continentale francese se il terreno (gesso, calcare, ecc… ) su cui sono impiantate le viti non avesse un sottosuolo che riverbera il calore del sole e che dosa alle radici l’acqua della pioggia, assorbendola quando è in eccesso e restituendola lentamente durante la siccità estiva.

5. I vitigni consentiti per la produzione dello Champagne sono tre: https://www.quattrocalici.it/vitigni/pinot-nero/inot Nero (“Montagne di Reims”) che da Pinot Meunier (Valle della Marna”) e Chardonnay (“Cote des Bar (Aube)).  I primi due sono a bacca nera e conferiscono allo Champagne corpo e freschezza, il terzo è   bacca bianca e dona delicatezza ;  in misura nettamente minore, altri vitigni come Arbanne e Petit Meslier;

6. Lo Champagne è ottenuto con il Metodo Classico”/“Champenoise”, di cui le fasi principali sono : 

  • Vinificazione in bianco del Pinot Nero,  Pinot Meunier, e Chardonnay (Vin de Clair ) e  loro assemblaggio  detto Cuvée : i tre vitigni principali possono essere di diversa annata (se no si parla di Millesimato) e di diversa provenienza;
  • Seconda Fermentazione/Presa di Spuma (che avviene prima in tini e poi in bottiglia) per aggiunta  alla Cuvée di zuccheri e lieviti;
  • Affinamento a contatto con i lieviti, fondamentale per dare allo Champagne le note aromatiche;
  • “Remuage” (manuale o meccanico):  dopo il contatto con i lieviti avviene un  processo che consiste nel ruotare le bottiglie di qualche millimetro ogni giorno per far scivolare i depositi nel collo della bottiglia;
  • “Dégorgement” o “Sboccatura”: rimozione del deposito, raggiunta la posizione verticale, con il collo verso il basso ;
  • “Liqueur de Dosage” o “D’expédition” : nella fase conclusiva, verrà aggiunto uncomposto spesso da zucchero di canna disciolto nel vino, in dosi variabili a seconda della tipologia di vino prodotto (Doux 50 gr/l ; Demi-Sec 32-50 gr/l ; Sec tra 17 -32 g / l ; Doux più di 50 g / l; Demi-Sec  32 -50 g /l;  Extra Dry tra 12 -17 g / l; Brut meno di 12 g / l; Extra Brut  0 – 6 g / l; Pas Dosé o Dosage Zéro con una concentrazione inferiore ai 3 g / l)

7. Tiplogia di Champagne

  • “Blanc de Blancs” : ottenuto esclusivamente da uve Chardonnay;
  • “Blanc de Noirs”:  ottenuto vinificando in bianco uve nere (Pinot Noir e Pinot Meunier);
  • “Rosé”, miscelando vino bianco o vino rosso, oppure da uve rosse vinificate in rosato;
  • “Cuvée speciale”: assemblaggio di vini eccezionale qualità (ogni “Maison” la chiama con nome diverso).;
  • “Millesimato”: è lo Champagne che dichiara in etichetta l’anno della vendemmia;
  • “Grand Cru”:  è fatto con uve raccolte in vigneti classificati 100%;
  • “Premier Cru”: è fatto con uve raccolte in vigneti classificati tra il 90% e il 99%;
  • “Monocru”: preparato con le uve di un solo vigneto anziché con Cuvée. Molto raro

8. Dimensioni bottiglie Champagne

Storia dello champagne

La storia/leggenda dello Champagne comincia con Pierre Pérignon, il  monaco benedettino che fu cantiniere e amministratore  dell’Abbazia di Hautvillers per 47 anni, dal 1668 al 1715, e che è universalmente conosciuto come l’inventore dello Champagne. 

10. Fatti importanti nella seconda metà dell’Ottocento per lo Champagne

  1. Il chimico francese Louis Pasteur dimostra l’attività dei lieviti e il loro ruolo centrale nella fermentazione, gettando le basi per l’Enologia moderna. Negli stessi anni nasce l’Ampelografia, la scienza che studia e classifica le caratteristiche morfologiche dei vitigni, e l’Agronomia si orienta verso un approccio scientifico;
  2. Madame Clicquot produce nel 1810 il primo Champagne Millesimato e inventa la prima “Table de Remouage”, una tavola che inclina le bottiglie, facendo gradualmente scivolare i sedimenti verso il collo della bottiglia, da dove possono essere rimossi per rendere il vino più limpido e prezioso;
  3.  Louise Pommery, alla morte del marito, gestisce  l’azienda di famiglia fondata nel 1858 che impegnata fino a quel momento nel commercio della lana, punta dopo alla produzione di Champagne. Louise Pommery ha successo, e in breve tempo il marchio di famiglia assurge ad un ruolo di primo piano fra le “Maison” della Regione;
  4. Nel XVIII secolo nascono le Grandi Maison : Ruinart, Moèt, Vander-Veken, Delamotte, Veuve Cliquot, Heidsieck, Jacquesson, Krug; il loro talento risiede nell’ elaborazione di Cuvée che riflettano immutabilmente lo stile caratteristico di ogni marchio attraverso l’assemblaggio di vitigni, Cru e annate provenienti essenzialmente dagli acquisti di uve presso i “vigneron” (piccoli viticoltori) con i quali stipulano contratti di partnership pluriennali; 
  5. 1882 primi  sindacati e associazioni di categoria che lottano per la difesa della denominazione e delle tecniche di viticoltura;
  6. Fine del XIX  secolo diffusione di alcune terribili malattie della vite come  l’ Oidio, e la Peronospora che si propagano in tutta Europa portando al grave danneggiamento di quasi tutti i vigneti;  in modo particolare per la più distruttiva, la Fillossera (un insetto giunto dall America che attacca le radici della pianta provocandone rapidamente la morte),  l’unico rimedio si rivela l’innesto di viti europee su portainnesto di vite americana, immune dal parassita;
  7. 1911 Scala dei Cru:Gran Cru” (17 villaggi), “Premier Cru” (44 villaggi) e “Cru” (255 villaggi),  classificazione territoriale con cui  legalmente si certifica  la qualità delle uve costantemente più alta che nel resto della regione a Nord Est di Parigi, Reims, quella tradizionalmente più vocata per la produzione di Champagne;
  8. Legge sullo Champagne;  
  9. AOC Champagne; 
  10. 1941 nascita della  “CIVC” (“Comité Interprofessionnel du vin de Champagne”) ; senza queste azioni, “Champagne” sarebbe divenuto un nome generico, sinonimo di un metodi di elaborazione di vini effervescenti. 

Fisar Pisa , evento sullo Champagne

La bellissima serata prosegue con la degustazione delle seguenti etichette, provenienti dai territori più rappresentativi e da produttori di rilievo nel panorama degli Champagne, in abbinamento a degli stuzzichini:

Luca Canapicchi, il sommelier 5 stelle

Ho davvero apprezzato la preparazione di Luca Canapicchi,  e soprattutto tutto ciò che di nuovo imparo da questa Degustazione di Champagne  unica ideata e ben orchestrata dalla Fisar di Pisa.

Sorseggiando un nettare divino pregiatissimo con una storia lunga quasi 300 anni, ringrazio in modo particolare alcuni dei rappresentanti della Fisar di Pisa, Salvo Pulvirenti e Luigi Vaglini, che per l’accoglienza, e per darmi la possibilità di  scrivere un post su questa eccezionale esperienza nel mio blog sulle bellezze d’Italia www.WeLoveItaly.eu .

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Sergio Mottura, cantina di Civitella d’Agliano

Sergio Mottura, cantina di Civitella d’Agliano

“Il vino è poesia imbottigliata.”

Robert Louis Balfour Stevenson 

“Cantina di Sergio Mottura”,  Civitella d’Agliano, Tuscia, Lazio

Come al solito è il vino che mi fa viaggiare, e in questo caso quello della “Cantina di Sergio Mottura“, Civitella d’Agliano,  una piccola cittadina sperduta a nord di Roma, , vicino Viterbo.  Di questo momento indelebile devo ringraziare il mio caro amico Joe Castellano.

Tornata da poco dal mio weekend del 29 Settembre 2018 nella Tuscia nel Lazio, è ora di raccontarvi la mia esperienza, le impressioni e le sensazioni provate.

I vini della “Cantina Sergio Mottura” e la musica di Joe Castellano 

Artista agrigentino di successo e fondatore del celebre  “Blues & Wine Soul Festival” (giunto alla XVI edizione), Joe Castellano mi invita come blogger per la rassegna stampa del :

In occasione del “Festival del Vino e della Musica 2018”, di cui Joe Castellano è direttore artistico,  l’antica Torre Monaldesca” di Civitella d’Agliano si trasforma in una piazza brulicante di persone.

6 buoni motivi per andare in Tuscia, Lazio

La Tuscia ha saputo convincere le mie aspettative, e voglio condividerle con voi con questo articolo. Scoprirete dei luoghi nuovi, eccezionali, a volte sottovalutati, ma ricchi di sorprese. In particolare avrete modo di leggere su:

  1. Tuscia ;
  2. Civitella d’Agliano;
  3. Civitella d’Agliano e il “Festival del Vino e della Musica 2018”;
  4. “Cantina di Sergio Mottura;
  5. Dibattito “Cultura e Vino come volano per lo Sviluppo del Territorio “;
  6. Cena al  ristorante “La Tana dell’Istrice” ;
  7. Concerto “Blues & Soul” di Joe Castellano &“Red Wagons”

Tuscia, Lazio. Terra dei vini di Sergio Mottura

Il nome Tuscia  deriva dalla parola latina “Tuscĭa”, ovvero  “il territorio abitato dai Tusci”. “Tusci”  sarebbe la  contrazione al plurale di “Etruscus”. Per cui la Tuscia   non è altro che un sinonimo dell’antica ’Etruria, cioè dove è nata la civiltà etrusca.  Questa denominazione ha iniziato a essere utilizzata dopo la fine dell’Impero Romano e nell’Alto Medioevo.

Secoli fa  il territorio era più  ampio, poiché inglobava oltre al Lazio settentrionale, anche la Toscana e l’Umbria occidentale.  Oggi la Tuscia corrisponde  alla provincia di Viterbo, anche se la zona nord di Roma, fino più o meno al lago di Bracciano, viene definita “Tuscia Romana”.

Il contesto storico e artistico della Tuscia  è particolarmente ricco e variegato. Esso  copre infatti  un arco di tempo molto esteso che va dal VII sec a.C. fino al periodo rinascimentale e barocco.  Inoltre c’è una natura ancora incontaminata, altrettanto bella di quella umbro-toscana, ospitando ben 15 Riserve e Parchi Naturali

14 Borghi più belli della Tuscia 

  1. Viterbo
  2. Tarquinia
  3. Civita di Bagnoregio
  4. Vitorchiano
  5. Caprarola
  6. Bracciano
  7. Bolsena
  8. Acquapendente
  9. Calcata
  10. Tuscania
  11. Sutri
  12. Capodimonte
  13. Montefiascone
  14. Soriano nel Cimino

Civitella d’Agliano, borgo medievale della Tuscia

Civitella d’Agliano sorge tra il Lazio e l’Umbria, in uno scenario fatto di colline morbide, vigneti, ulivi, tombe etrusche e  romane, calanchi argillosi, un paesaggio a volte quasi lunare,  incantevole e incontaminato.

Cosa vedere a Civitella d’Agliano

A Civitella d’Agliano arte e natura si fondono in un magnifico equilibrio. Ne è un esempio “ La Serpara” di Paul Wiedmer, un giardino di sculture contemporanee chiamato .

Paul Wiedmer è un artista svizzero che negli anni ‘60 ha realizzato nel suo giardino un percorso di circa 30 statue di artisti da tutto il mondo.

Civitella d’Agliano offre tante altre attrattive come:

Civitella d’Agliano e il “Festival del Vino e della Musica 2018”

Civitella d’Agliano è la casa di appena mille abitanti . Un sabato pomeriggio ci metto piede, e c’è un sole lento che rallegra la piazza principale e la torre medievale.  Ci sono poche persone nel paesino, che stanno preparando tutto per il “Festival del Vino e della Musica 2018”.

Io e altri invitati facciamo numero! Giro per la deliziosa cittadina laziale in compagnia del mio amico Siciliano Joe Castellano.

Joe Castellano, sangue agrigentino, talento arstico internazionale

Joe Castellano, pianista e compositore Siciliano, crea ad Agrigento nel 2003 il “Blues & Wine Soul Festival”. Questa  è una delle più belle 20 rassegne musicali  Italiane, unica menzionata per la Sicilia su  www.Italia.it,  sito ufficiale dell’Italia nel mondo

Joe Castellano è recensito in tutte le principali riviste del mondo del “Blues & Soul”. Ha pubblicato ben sei album, di cui l’ultimo, “Soul Land”, è stato il primo disco di un Italiano che è stato candidato ai leggendari “Blues Music Awards” Americani (2013).

Visita alla “Cantina di Sergio Mottura”

Civitella d’Agliano si sveglia piano piano, c’è più gente nelle stradine e anche qualche gruppo di turisti americani, che pare aspettarmi all’ ingresso della “Cantina di Sergio Mottura verso cui mi dirigo.

Sergio Mottura è un signore piemontese dal fascino straniero. Da generazioni custodisce i segreti di Civitella d’Agliano , borgo medievale silente e misterioso . La sua cantina sta proprio nel centro  della piazza principale della cittadina.

Varcando l’uscio della barriccaia di  questo impero divino, Sergio Mottura  mi accoglie con dei  calici del suo  “Spumante Metodo Classico Brut”. Allietata dalla finezze di queste bollicine di Grechetto, vitigno autoctono portato al massimo livello, ascolto il racconto della sua vita.

La storia di Sergio Mottura

Dagli anni ’60 Sergio Mottura originario di Torino , si occupa dell’azienda vitivinicola di famiglia,  insieme ai figli e alla seconda moglie Alessandra. Si gode il successo senza presunzione, così come fanno in precedenza i suoi avi in campi diversi.

Tra questi ultimi uno in particolare, Sebastiano Mottura, fonda nel 1862 a Caltanissetta l’ “Istituto Mottura”, il primo Istituto Tecnico Minerario d’Italia !

Nel 2013 il Gambero Rosso nomina Sergio MotturaIl migliore Viticoltore e Interprete di Grechetto al mondo”.

La rivoluzione del Grechetto di Sergio Mottura nel Lazio

Sergio Mottura intuisce il potenziale del Grechetto in particolare, e di altri vitigni autoctoni della zona di Viterbo, quali:

Sergio Mottura  produce così dei vini di grande qualità, rilanciando il Lazio all’interno della produzione enologica italiana, in cui ha sempre occupato un posto secondario rispetto ad altre regioni.

La “Cantina di Sergio Mottura rappresenta così una smentita alle regole, fa parte proprio di quelle eccezioni, tanto belle quanto rare.

“Cantina di Sergio Mottura” è green !

La “Cantina di Sergio Mottura, circa 36 ettari, sorge in un luogo fortunato, ricco di storia (dal 1292 vocato alla viticoltura come attestano alcuni documenti storici di Orvieto), di risorse naturali.

Si trova precisamente  tra le colline e i calanchi argillosi del  Nord del Lazio e la pianura Umbra bagnata dal Tevere, e le viti sono coltivate  secondo i parametri dell’agricoltura biologica.

Questo spiega anche la scelta di utilizzare l’istrice come simbolo della cantina: esso infatti è un animale che vive esclusivamente dove c’è equilibrio ecologico. Per questo i vini di Sergio Mottura garantiscono forte territorialità, qualità e rispetto per l’ambiente.

   

Dibattito “Cultura e Vino come volano per lo Sviluppo del Territorio” 

Si fa tardi ed è giunta l’ora di andare via. Inebriata dalla conoscenza di Sergio Mottura, partecipo al dibattito “Cultura e Vino come volano per lo Sviluppo del Territorio”, moderato dalla brava Teresa Pierini, giornalista romana della testata on line www.LaTuaEtruria.it .

All’interno di una sala della Torre Monaldesca” di Civitella d’Agliano, mi trovo a sedere intorno a un tavolo insieme agli altri partecipanti. Questi includono me, Joe Castellano  e Gian Paolo, il sindaco di Civitella d’Agliano, Giuseppe Mottura (figlio di Sergio Mottura), e Mauro Morucci, fondatore del “Tuscia Film Fest” (www.TusciaFilmFest.com).

Vino è arte, cultura e fonte di sviluppo

Il tema su cui si discute è a me profondamente caro, cioè creare percorsi turistici esperienziali, eventi culturali, musicali ed enogastronomici legati al vino. Tutto da calendarizzare  per lo sviluppo economico locale.

Ognuno dei presenti riporta la propria esperienza al riguardo, e ci sono importanti momenti di riflessione e di confronto con il pubblico, in cui emerge la comune consapevolezza di come in Italia non è “il cosa ma il come fare” per trasformare il turismo in una risorsa primaria di benessere, lavoro e qualità di vita.

A oggi non ci si riesce e ciò è un paradosso assurdo ! Proprio in un paese come l’Italia, che detiene il 70% del patrimonio culturale mondiale, e in cui solo a macchia di leopardo e con il sacrificio dei privati,  si tiene alta la bandiera del Made in Italy. Mentre la maggior parte dell’amministrazione pubblica  spesso investe poco e male. Rimane sempre la voglia di cambiare le cose, e l’essere qui tutti insieme ne è la prova!

Cena alla “Tana dell’Istrice”, ristorante di Sergio Mottura

I bollori di cotanta ardita questione vengono sedati subito dopo alla cena degustazione nel ristorante della“Cantina di Sergio Mottura, “La Tana dell’Istrice”.

In un salone signorile e davanti una tavola finemente imbandita iniziano le danze, nulla è lasciato al caso:

Io e i mie commensali Joe , Teresa Pierini e suo consorte, rimaniamo insieme agli  altri ospiti stranieri del ristorante in un teutonico silenzio di fronte alla bellezza della sala, e alla professionalità e dolcezza con cui Sebastiano, figlio prediletto di Sergio, ci spiega quei piatti raffinati e qui vini pregiati.

Concerto “Blues & Soul” di “Joe Castellano &“Red Wagons”

A concludere quei momenti indimenticabile, il concerto di Joe Castellano & “Red Wagons. Questi straordinari musicisti  sono un po’ come dei magici pifferai, che stanano gli abitanti di Civitella d’Agliano con le note del loro irresistibile “Blues & Soul”.

Per tutta la durata della performance, grandi e piccini si divertono come matti nella medievale  Torre Monaldesca” , dove c’è la festa.

Brillano le stelle a Civitella d’Agliano. A presto! 

Lo spettacolo finisce, cala il sipario, il pubblico esce di scena . I protagonosti  principali  e tutti noi ospiti d’onore di quella manifestazione scendiamo un paio di scalini. Ci  ritroviamo nella piazza principale  di Civitella d’Agliano,  che  Sergio Mottura trasforma  in un Wine Bar a cielo aperto.

Ci accomodiamo in questo salotto, e seduti su dei cuscini color porpora, sorseggiando le bollicine di Grechetto, guardiamo in alto le stelle che brillano. Sperando che quest’aria di festa così straordinaria e ben organizzata possa essere non l’eccezione ma la regola nella nostra bella Italia, dalle Alpi alla Sicilia.

 

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